Monchi all'Arsenal già a marzo se Di Francesco venisse esonerato

Le voci di un possibile trasferimento di Monchi all’Arsenal si fanno sempre più insistenti. Secondo il The Sun, il direttore sportivo della Roma sarebbe al termine della sua esperienza capitolina. Il nodo è la permanenza o meno di Eusebio Di Francesco. Lo spagnolo è fortemente legato all’allenatore e senza di lui potrebbe prendere la direzione di Londra già nel mese di marzo, poiché la dirigenza dei Gunners vuole programmare con largo anticipo la prossima sessione di mercato.


La Roma è arrivata ad Oporto. Subito ricognizione sul campo del do Dragão

La Roma è arrivata ad Oporto. I giallorossi sono atterrati alle 17:30 circa per recarsi poi subito all’Estadio do Dragão dove hanno effettuato una ricognizione del terreno di gioco. Presenti insieme alla squadra anche Monchi, Totti, Baldissoni e Conti.


Perotti: "Noi siamo con il mister al 100%, basta chiacchiere"

Diego Perotti, ha parlato ai microfoni di Sky Sport a poche ore dal match contro il Porto. Di seguito le sue parole:

Dopo un evento negativo c’è stata quasi sempre una reazione. Può esserci anche questa volta?
"Sì, sono convinto. Basta parlare e chiacchierare, dimostriamolo. Domani è una partita diversa da sabato per quello che rappresenta e per il futuro della Roma. Dobbiamo migliorare l’immagine e quello che abbiamo fatto fino ad ora, abbiamo un piccolo vantaggio e dobbiamo sfruttarlo. Giocando così non passeremo ai quarti di finale, ma è una buona prova per dimostrare che siamo ancora lì e che questa squadra si merita di giocare i quarti di finale di Champions League".

Perché questa differenza di rendimento tra campionato e Champions?
"No, a volte è difficile trovare una risposta concreta e capire quello che succede. Purtroppo non abbiamo fatto benissimo fino ad ora, ma nulla è perduto. Domani possiamo raggiungere questo obiettivo e siamo a tre punti dall’Inter e dall’obiettivo di rigiocare il prossimo anno la Champions. Siamo lì, anche con i risultati negativi dell’ultimo periodo siamo vicini e finché ci sarà la possibilità faremo di tutto per raggiungerlo".

Empatia tra il gruppo e Di Francesco?
"Noi siamo al 100% con lui e dobbiamo dimostrarlo, non bastano le parole. Dobbiamo scendere in campo per il mister, per noi, per la Roma, per i tifosi e per la storia della squadra. Dobbiamo dare una buona risposta e sono convinto che lo faremo".


Pres. Bordeaux ottimista su Sousa: "Siamo in contatto con il portoghese..."

Joe Da Grosa, presidente del Bordeaux, ha parlato a Canal+ di Paulo Sousa, accostato sia alla squadra francese che alla Roma, nel caso di un esonero di Di Francesco. Queste le sue dichiarazioni: 

"Siamo in contatto con Sousa, siamo ottimisti. Ci auguriamo di raggiungere l'accordo entro questa settimana".


Champions League. Clamoroso al "Bernabeu", l'Ajax vince per 4 a 1 e si qualifica. Ai quarti anche il Tottenham che vince a Dortmund

Champions League, al via le gare di ritorno degli ottavi di finale. Nelle gare del martedì si sfidano il Real contro l’Ajax ed il Borussia Dortmund contro il Tottenham. Dramma al Bernabeu con l'Ajax che vince per 4 a 1 dominando il match. Bene anche il Tottenham che vince per 1 a 0 contro il tedeschi del Dortmund

MARTEDÌ 5 MARZO 21:00

  • Real Madrid-Ajax 1-4 (8' Ziyech, 19' Neres, 63' Tadic, 71' Asensio, 73' Schøne - Andata 2-1)
  • Borussia Dortmund-Tottenham 0-1 (49' Kane - Andata 0-3)

La panchina di Di Fra nelle mani del Porto

INSIDEROMA.COM - ELISA GIOCONDI - Neanche la vittoria per 2-1 dell’andata fa partire la Roma tranquilla. Ora c’è pressione per i corridoi di Trigoria. Di Fra si gioca il tutto per tutto. Soprattutto dopo la sconfitta nel derby c’era da aspettarselo: se i giallorossi non superano il turno di ritorno degli ottavi di finale, si concretizza realmente l’opzione esonero. Più volte Eusebio ha rischiato di farci i conti, ma l’ha sempre scampata per un pelo (o quasi), ma adesso la dirigenza giallorossa gli ha dato l’ultima possibilità di farsi valere e ora i nodi vengono al pettine. La serie di brutti colpi che hanno affondato la squadra, naturalmente, non sono passati inosservati e sono ricaduti soprattutto sull’allenatore; ricordiamo le sconfitte o i pareggi contro Chievo, Bologna, Spal, Udinese, Atalanta, Fiorentina, Lazio che hanno portato sul lastrico il tecnico abruzzese.

NON VA MALE, MA SE VA MALE.. - Se lo scenario finale dovesse rivelarsi fatale per Di Francesco, la società non si farebbe trovare impreparata. Con Di Fra in uscita, la Roma potrebbe avere un nome pronto: Paulo Sousa. L’allenatore portoghese avrebbe ricevuto un’offerta anche dal Bordeaux che però ha lasciato in sospeso almeno fino a domani, stesso giorno del verdetto finale. Coincidenze?

NEL FRATTEMPO.. - Intanto, in campo Manolas sarà cruciale. Tornato ad allenarsi dopo la distorsione alla caviglia e la brutta influenza intestinale, il greco sarà fondamentale nel risollevare le sorti della squadra e sarà affiancato proprio da chi l’avversario lo conosce bene: Marcano, che ha indossato la maglia del Porto per 4 anni e ad oggi scalpita per scendere in campo sin dal fischio d’inizio. Fazio rimarrà in panchina con la coda tra le gambe dopo i disastri del derby, mentre Nzonzi potrebbe essere al fianco di De Rossi. Un’alternativa da valutare è Mirante: negli allenamenti di questa mattina il mister valuta se sostituire Olsen con il portiere campano. Ultimamente, le performance dello svedese sono state deludenti mentre all'andata con il Porto, Mirante ha ben difeso la porta rendendo più sicura la difesa. Soprattutto Di Francesco non può permettersi passi falsi per far sì che questa non sia la sua ultima partita in giallorosso.

Ora come non mai il mister non può sbagliare, deve affidarsi ai grandi della sua rosa e sperare che tutto vada per il meglio. Molta ansia ma il giusto quantitativo di pressione: ce la farà il nostro eroe a salvare la panchina?


Conferenza stampa Di Francesco: "Domani la fase difensiva sarà fondamentale, il resto verrà da sè". Perotti: "Abbiamo voglia di migliorare l’immagine data sabato"

Eusebio Di Francesco, tecnico della Roma, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia del match di Champions League contro il Porto. Accanto all’allenatore ha incontrato i giornalisti anche Diego Perotti.

Queste le dichiarazioni di Di Francesco

Che cosa dice ai ragazzi? 
“E’ una partita lunga, c’è un gol di differenza e dobbiamo essere bravi a difenderlo. E’ fondamentale fare una grande fase difensiva, il resto verrà da sé”.

Marcano è pronto? In partite di grande livello ha spostato Florenzi più avanti… 
“Tutto è possibile, i ragazzi sanno che devono essere preparati a giocare. Non sanno la formazione, l’abbiamo preparata con tutti. Non dirò chi gioca domani, voglio decidere alla fine e vedere le loro facce”.

Sono ore in cui percepiamo che questa potrebbe essere una partita limite. Che stato d’animo si porta dietro? Che peso si porta? 

"Per me è difficile da quando mi sono seduto sulla panchina della Roma, fa parte del lavoro. Voglio riportare l’attenzione non su di me, domani gioca la Roma. L’interesse comune del romanista è che la Roma passi. Il mio pensiero non va a me ma alla mia squadra, ai ragazzi che facciano una grande partita, di conseguenza ne gioveranno tutti. Non è la partita di Eusebio Di Francesco. Mi dà fastidio che la gente non capisca che va in campo la Roma. E’ una partita importantissima per tutti".

Ti senti supportato come prima?

"Il momento più difficile è sempre il prossimo. Dopo un periodo positivo di risultati il derby ha inciso sul morale e su tanti discorsi. Dobbiamo pensare a questa partita secca, una partita della vita. Essere supportato è fondamentale, essere sopportato no". 

La gara contro la Lazio ti ha portato a fare scelte diverse in vista di domani? Terrai presente gli errori individuali? 

"Se dobbiamo parlare di singoli facciamo un errore, il collettivo in primis l’allenatore ha approcciato male alla partita. Dobbiamo pensare alle caratteristiche degli avversari. Uno che esce non è una bocciatura, ci sono tanti aspetti in un calciatore, fisici e psicologici oltre che tattici, ed è importante mandare in campo chi ha desiderio di fare una grande prestazione".

Troverebbe inopportuna la presenza di Sousa? 

"No. Un conto è fare dichiarazioni non simpatiche, un conto è vedere le partite. Potrebbe accadere anche a me un domani, non ci vedo niente di male".

 

Queste le parole di Perotti

Sei legato a molti episodi favorevoli per la Roma in Champions… 

“Si, tutto quello che è successo in passato è positivo, ma domani è un’altra partita, spero possa succedere di nuovo quello che hai detto. Abbiamo voglia di migliorare l’immagine data sabato, domani abbiamo la prova per dimostrare che siamo pronti”.

In queste partite un solo gol cambia completamente la storia… 

“Ovviamente abbiamo questo vantaggio, piccolo ma che dobbiamo sfruttare con la consapevolezza che se segniamo per loro diventa più complicato. Non possiamo pensare al risultato dell’andata, ma fare la nostra partita a tutti i livelli. Se facciamo un gol o due diventa complicata per loro”.

Questo Porto è più simile a quello del 2011 o del 2016? 

“Non so se trovo similitudini, ricordo la gara col Siviglia nel 2011, loro avevano Falcao e una squadra forte, abbiamo vinto 1-0 ma perso a Siviglia 1-2. Loro in casa diventano molto forti con i loro tifosi, domani non sarà per niente facile per noi. Abbiamo un piccolo vantaggio, dobbiamo sfruttarlo sapendo che arrivare ai quarti è una cosa incredibile. Vogliamo farlo ancora”.

Sei stato spesso decisivo per la Roma. Quest’anno ti manca un acuto… 

"Magari potessi aiutare la squadra per tutto quello che non sono riuscito a fare in questo periodo. Non è stato un periodo fortunato, ho avuto tanti infortuni che mi hanno costretto a vedere i miei compagni giocare. Speriamo che quella di domani possa essere d’aiuto. Se devo giocare, darò tutto per farci arrivare ai quarti di finale". 

Che problemi ha la squadra? 
"Purtroppo questa cosa succede da quando sono qui, sono 3 anni e mezzo che sto qua. Quando potevamo fare quel passo in avanti abbiamo perso punti in partite a priori più semplici. Non succede solo adesso. Dobbiamo migliorare su questo aspetto, essere più concreti in certi momenti. Una delle cose più brutte di essere stato fuori è stata non poter dare una mano. Ritrovare la condizione ora non è semplice, non ho più 20 anni. Domani possiamo raggiungere un obiettivo importante, siamo a 3 punti dall’Inter in campionato".


Roma&Eusebio: i tre giorni per dirsi addio

MESSAGGERO - CARINA - «Aspettiamo mercoledì». È quanto trapela off record dall'incontro andato in scena sabato sera, nel post-derby, tra la dirigenza giallorossa (Baldissoni, Monchi, Balzaretti, Fienga, Massara e Totti). Colloqui proseguiti anche nella giornata di ieri che non cambiano la situazione: Di Francesco è nuovamente in bilico. Anzi, mai come stavolta rischia la panchina. La gara di Oporto - e la conseguente qualificazione ai quarti di Champions - è la ciambella alla quale aggrapparsi per tenersi stretto la Roma. Almeno sino a fine stagione. Poi le strade dovrebbero comunque separarsi. E poco importa se Eusebio taglierà il traguardo tra le prime quattro in campionato e per il secondo anno consecutivo sarà tra le migliori otto d'Europa. Il rapporto è ormai logoro. Tra tecnico e presidente (che negli ultimi interventi pubblici non lo ha mai menzionato), tra allenatore e parte della squadra. Nel secondo caso, nessun ammutinamento per carità ma le classiche dinamiche all'interno di uno spogliatoio quando le cose non vanno bene. Con una connotazione tecnica da non sottovalutare: la rosa preferisce giocare con il 4-2-3-1 piuttosto che con il 4-3-3. Lo aveva fatto presente dopo il ko di Bologna (23 settembre) e anche nelle ultime settimane ha lanciato nuovamente segnali in questo senso. Non che un modulo possa fare la differenza in un'annata che anche con questo assetto di gioco ha visto continui alti e bassi. Ma un'indicazione precisa di come la rosa faccia fatica a seguire l'allenatore. Che mercoledì, dopo averlo già fatto in corsa contro la Lazio, dovrebbe nuovamente andare incontro ai calciatori. 

IN CORSA - C'è una frase, pronunciata nel post-derby da De Rossi, che fa intendere perché - in caso di eliminazione dalla Champions - la Roma è pronta a cambiare: «Dobbiamo preparare al meglio la prossima partita e passare il turno in Champions, così che anche la nostra testa possa cambiare la visione di questa stagione». Il timore della dirigenza è proprio questo. L'Europa è il collante che tiene in piedi il gruppo. Senza, il rischio di naufragare in campionato e perdere il quarto posto (ora a -3) è ritenuto altissimo. Per questo motivo, anche se la volontà del club sarebbe quella di arrivare a fine maggio e poi attuare l'ennesima rivoluzione, sono stati riallacciati i rapporti con Paulo Sousa. Il portoghese, dopo aver atteso invano una chiamata sia a fine settembre che il giorno di Roma-Genoa, è vicinissimo a firmare con il Bordeaux. S'è preso però tre giorni di tempo, sino a mercoledì (atteso al Do Dragao per assistere al match della Roma). Tempistica che non può essere un caso. Il tecnico lusitano aspetta la Roma. Il problema è contrattuale: Sousa è restio a subordinare l'accordo, con durata sino al 2020, al quarto posto in campionato. Ipotesi che, pur di rientrare in grande stile in serie A, sarebbe disposto ad accettare Donadoni. Nelle ultime ore il nome dell'ex ct è tornato d'attualità. Un'altra opzione è Panucci, attualmente ct dell'Albania, già sondato a dicembre. Ma anche l'ex giallorosso chiede di potersi giocare la chance di allenare la Roma il prossimo anno, arrivando in questa stagione tra le prime quattro. E se questa è la conditio, le scelte potrebbero essere diverse.

IL GIORNO DELLA MARMOTTA - A Trigoria è intanto andato in scena l'ennesimo giorno della marmotta. Incontro tecnico-squadra con i soliti appunti legati all'approccio mentale e alle letture tattiche sbagliate durante il derby, già evidenziate sabato sera: «La cosa che tutti devono capire che se non difendi in un certo modo fatichi anche ad attaccare. Non si deve pensare solo ad una fase». Dopo aver optato per il no al ritiro, in mattinata c'è stato anche un colloquio con la dirigenza che ha chiesto a Di Francesco se avverte che la squadra sia ancora dalla sua parte. La risposta è stata positiva ma per la prima volta dall'inizio della stagione, il tecnico è apparso visibilmente provato, consapevole di essere un uomo solo. Anche chi lo ha sempre difeso appare in difficoltà. Si torna quindi al punto di partenza: la sliding-door è Oporto. Dentro o fuori. In tutti i sensi.


Gli errori sul mercato continuano a penalizzare il reparto difensivo

MESSAGGERO - FERRETTI - Una sola cosa doveva fare la Roma durante la recente sessione invernale di calciomercato: acquistare un difensore centrale. Da affiancare al titolarissimo Manolas. Cosa che, in realtà, andava già fatta in estate. Invece non è arrivato nessuno, la squadra ha continuato ad andare avanti con i soliti noti proseguendo nella sua serie infinita di figuracce. In più, in gennaio è stato ceduto in prestito Luca Pellegrini al Cagliari e nessuno ha sentito il dovere di rimpiazzarlo, privando così il gruppo del sostituto di Kolarov. La classifica sta lì a dimostrare che chi ha fatto, e bene, operazioni di mercato in gennaio, ne sta traendo benefici massimi. Tipo il Milan, che ha sorpasso l'Inter e si è piazzato al terzo posto in classifica, in pienissima zona Champions.

LE STRANE SCELTE DI EDF - La Roma ha una difesa imbarazzante (36 gol già al passivo) e, soprattutto, non rallenta la sua marcia di avvicinamento al titolo di reparto più comico del campionato. Basta andare a rivedere alcuni gol subìti per averne la conferma. Roba da ultima in classifica in Terza Categoria. Come sempre quando si parla di queste cose, però, è doveroso non tirare in ballo solo la linea ma l'intera fase difensiva della squadra. Alla quale, in teoria, dovrebbero partecipare anche gli attaccanti. Solo che troppo spesso la Roma subisce gol per errori individuali, che chiamano in causa i singoli e non il gruppo. Dopo il derby Eusebio Di Francesco è stato sufficientemente criptico nel non accusare palesemente un suo giocatore, ha parlato di marcature esterne che dovevano essere interne facendo chiaramente capirne, quindi, con chi ce l'avesse: il pachidermico Fazio, forse il peggiore della stagione per rendimento. Eppure, l'argentino continua a essere un titolare. Forse perché EDF si fida di lui, e resta da capirne il motivo; o forse perché il tecnico si fida poco di Marcano (ma chi l'ha voluto?) e Jesus, soprattutto - però - perché in rosa per Eusebio non ce n'è uno più bravo. E perché (anche) in gennaio non si è comprato un centrale titolare. E la Roma, anche per questo, continuerà a faticare per entrare in Champions, il suo triste traguardo stagionale.


I giallorossi si sono specializzati nel subire gol da "Oggi le comiche"

MESSAGGERO - La difesa di Eusebio Di Francesco fa acqua da tutte le parti: i match in cui i giallorossi non hanno preso gol sono appena 8 su 35 giocati. Passando in rassegna tutti le reti incassate da Olsen e Mirante, appare chiaro che alcune potevano essere evitate se solo difesa e centrocampo avessero prestato più attenzione ai movimenti e alle infilate degli avversari. Tra i più colpevoli dei 54 gol subiti in tutte le competizioni è Federico Fazio: lento come in occasione di quello realizzato dal Sassuolo all'Olimpico in cui gli sfugge Babacar, e disattento come contro la Lazio al derby di andata quando Immobile che gli ruba palla dopo che l'argentino se l'allunga verso la sua porta. Complice, a volte, è stato anche Manolas come nel pareggio del Cagliari (in 9 per via di due espulsioni) avvenuto al 95': Sau viene servito con un lancio da centrocampo e il greco sbaglia a intercettare consentendo all'attaccante di dirigersi indisturbato verso la porta di Olsen.

IN TUTTI I MODI - A volte, però, il reparto difensivo è stato messo in difficoltà dalla negligenza del centrocampo: è accaduto con il Milan a San Siro quando Nzonzi (anche qui al 95') sbaglia un passaggio nella sua trequarti verso El Shaarawy, Calabria intercetta e serve Higuain che verticalizza per Cutrone. Errore fotocopia del francese a Frosinone, ma questa volta è stato complice Olsenche para ma deviando la sfera in rete. A Napoli i giallorossi sono rimasti imbambolati sul gol di Mertens: 7 romanisti in area contro solo 3 azzurri, nessuno è riuscito a marcare il belga servito da Callejon che trova la rete del pari, mentre nel 2 a 2 in casa contro il Chievo Stepnski, spalle alla porta, ha tutto il tempo di girarsi e segnare senza che nessuno si opponga. Tornando all'attualità il primo gol incassato nel derby è nato da fallo laterale, con Correa che non deve far altro che far sfilare la palla per smarcare Fazio e Caicedo pensa al resto. Qualcosa di simile è accaduta a Udine: fallo laterale di Samir, colpo di tacco al volo di Pussetto (marcato da Fazio) per De Paul che smarca Santon e Jesus segnando l'1 a 0. In ambito europeo, invece, la Roma è risultata più attenta fatta eccezione delle due gare contro il Real Madrid e quella in trasferta con il Viktoria Plzen, ma in questo ultimo caso i giallorossi erano già qualificati agli ottavi.


Una rivoluzione dopo l'altra

MESSAGGERO - ANGELONI - «Io voglio fare una rivoluzione culturale, ma non sono un ideologo. Rivoluzione significa introdurre nei comportamenti pensieri alternativi». Così Walter Sabatini apre l'èra americana, siamo nell'ormai lontano 2011. Prospettive, ambizioni, sogni. Una parola: rivoluzione. Un'altra parola: culturale. Il «culturale», via via, è sparito, è rimasta solo la «rivoluzione». Sempre, una dietro l'altra: due anni al massimo e si ricomincia. Rivoluzione tecnica in particolar modo, ma pure societaria: sono cambiati negli anni allenatori, ds, manager, anche presidenti. La Roma si prepara a cambiare ancora: dopo le promozioni di Baldissoni a vice presidente e di Fienga a direttore generale, la prossima tappa è ripartire da un nuovo direttore sportivo e di lì a cascata, verrà toccata anche la sfera tecnica, che non esclude ovviamente i calciatori.

RAMÒN E FUMO DI LONDRA - Il percorso di Monchi sembra ormai giunto al termine (se salta DiFra, anche lui potrebbe non aspettare giugno), per sua volontà e anche per quella dei vertici. Il rapporto si è pian piano consumato, oggi non c'è più quella fiducia con la quale, ovviamente, è stato accompagnato all'inizio. Anche Ramòn ha capito di aver sbagliato in tante situazione e oggi sta pagando il fatto di aver difeso a oltranza il suo allenatore, ovvero Di Francesco, anche contro il volere di Pallotta («ask monchi», remember»). La presenza di Baldini, principale consigliere di James, crea imbarazzi a Trigoria. E' figura possente e quindi sofferta, molti consigli non sono stati condivisi. Ma Baldini resta uomo di riferimento del presidente, il centro di potere londinese. Sabatini ambiva a vita parallela a Baldini e forse Monchi è nella stessa situazione: carriere separate, dunque. Ecco perché l'Arsenal è la più credibile meta di sponda per lo spagnolo: lì avrà pieni poteri e lavorerà con un gruppo spagnolo voluto da Emery. Meglio Londra che Siviglia, dove gli avevano anche proposto la presidenza del club. Monchi via e la Roma su chi punterà? La politica del risparmio può incidere anche sulla scelta del ds (tre milioni). La figura del plenipotenziario (Sabatini e Monchi) non ha funzionato fino in fondo, le scelte per il futuro vanno verso Massara, ds fatto in casa. La partenza di Monchi lascerà un vuoto in Totti, con cui aveva legato. Che ne sarà di Francesco in futuro? Lui dell'attuale ruolo non è granché soddisfatto, vorrebbe essere più operativo. Stesso discorso vale per Bruno Conti, che rischia di non vedersi rinnovare il contratto. I ds in fila, in attesa di essere eventualmente contattati sono Ausilio e Mirabelli. Chiaro che la rivoluzione toccherà anche il campo. Sono tanti i giocatori da ricollocare. In questo momento il mercato è fermo, gli osservatori che spesso venivano contattati da Monchi, ad oggi sono in stand by. Una decisione definitiva, proprio per attivare la macchina del futuro, dovrà essere presa in questo periodo. La partita di Champions con il Porto potrà essere lo sparti-acque.

SOTTO ESAMI - La Roma ha tanti giovani di prospettiva, ma questo non vuol dire che l'anno prossimo si punterà ancora su di loro. Gente come Pastore, Nzonzi, lo stesso De Rossi per una questione di età, Dzeko, che fine faranno? I rinnovi sono fermi, compreso quello di Zaniolo, che Monchi o non Monchi, dovrà essere per forza blindato. Questi calciatori dovranno essere valutati insieme all'allenatore, che ad oggi difficilmente sarà Di Francesco.


Disastro Fazio: dai suoi errori undici gol incassati

IL TEMPO - MENGHI - Quando è il Comandante ad affondare la nave: è il caso di Fazio, che ha smarrito l’arte di guidare la difesa e con i suoi errori ha fatto pagare lo scotto alla Roma per almeno 11 volte in stagione. Tanti sono i gol nati dalle sue disattenzioni, molti di più potevano essere se gli avversari di turno fossero stati più precisi o se non ci fosse stato Olsen a fare il miracolo, come contro il Bologna e uno scatenato Soriano, fermato da portiere e traversa. Ma non è andata sempre così bene all’argentino, che nel derby ha sbagliato prima il posizionamento sul fallo laterale trasformato da Caicedo e poi
l'intervento da rigore su Correa. E pure all'andata era stato punito da Immobile. «Federico doveva marcare internamente», ha ammonito Di Francesco commentando l’1-0 della Lazio e non è la prima volta che il tecnico fa il nome del «colpevole»: «L'errore determinante lo fa Fazio, che non è un ragazzino», diceva dopo la notte di Champions in cui il centrale aveva regalato palla a Bale per il vantaggio del Real Madrid. Anche col Milan ha avuto problemi, a San Siro si era perso Rodriguez nell'azione del gol di Kessie, all’Olimpico aveva pagato la tassa Piatek. Con l'Atalanta in casa il primo vero disastro della stagione, almeno su due dei tre centri bergamaschi c’era il suo zampino. Entrano in questa tragica lista l’indolore 1-3 di Babacar, il duello aereo perso con Bonifazi per il 2-0 Spal e la scelta sbagliata di saltare assieme a un compagno sul 2-2 del Frosinone. Le cose migliori le ha fatte in attacco, i gol segnati (4, tutti in Serie A) non bastano per farsi perdonare prestazioni sotto livello. Fazio ora rischia il posto. A partire da Oporto, ammesso che Manolas recuperi: a casa anche ieri conl’influenza, dovrebbe riuscire a salire sull'aereo domani dopo l’allenamento a Trigoria (arrivo previsto alle 17 locali, al Do Dragao solo la conferenza stampa). Marcano si candida per giocare nel «suo» stadio, Jesus l'alternativa. Zaniolo non si è ancora ripreso dalla
botta all’anca, ma ieri ha promesso ad alcuni tifosi di esserci contro il Porto. Under resta out. Comunque vada si dormirà lì dopo la partita, il rientro nella capitale con sgambata è previsto giovedì pomeriggio.