Come si può preparare la partita più importante con un mister quasi esonerato?

INSIDEROMA.COM - MASSIMO PAPITTO - La bomba è scoppiata ieri in mattinata, ma la miccia era stata accesa subito dopo la fine del derby perso sabato sera nella pancia dello Stadio Olimpico. Mentre i laziali festeggiavano la Roma si interrogava e si chiudeva in riunione interna. Per decidere. Per decidersi. Per capire come affrontare con più dignità possibile quello che resta di questa stramaledetta stagione, nata male e che sta proseguendo peggio. 

Mister Di Francesco sarebbe appeso alla partita di Oporto. La sua conferma in panchina dipende dal match di ritorno degli ottavi di finale di Champions League in casa dei campioni del Portogallo. Una eventuale qualificazione ai quarti confermerebbe la sua presenza anche per il resto della stagione, mentre una sconfitta sarebbe fatale e il suo sostituto (da tempo) già pronto: Paulo Sousa. Un portoghese, appeso ad un risultato che viene dal Portogallo, strano scherzo del destino di questo pazzo e lunatico mondo del calcio.

Qui però in questo contesto grottesco nascono delle domande semplici e per certi versi scontate: come si fa a preparare una partita che vale una stagione intera con un allenatore che la stampa specializzata reputa quasi esonerato? Come può questa squadra ascoltare un mister che a fine partita potrebbe salutare tutti e andarsene? A cosa bisogna appellarsi allora? All’amor proprio dei calciatori per questa maglia? Alla voglia che avranno di non fare l’ennesima brutta figura stagione? A cosa siamo appesi nei giorni che anticipano la partita più importante della stagione?

A queste domande trovare delle risposte certe è complicato e per certi versi anche impossibile. Siamo in balia degli eventi, andiamo in Portogallo con la certezza di avere un gol di vantaggio da difendere ma con una fase difensiva che viste le ultime prestazioni non regala nessuna speranza. Siamo indifesi appunto. Da tutto. Dalle voci incontrollate e dalla paura di quello che ci aspetterà se le cose dovessero andare male. L’unica certezza che abbiamo è che qualificarsi è impresa possibile se soltanto però si remasse tutti nella stessa direzione. La direzione della Roma.


Domani alle 16 italiane la conferenza stampa di Conceiçao

Alla vigilia del match contro la Roma, il tecnico del Porto Sergio Conceiçao parlerà alle 16:00 ora italiana (15:00 locali) in conferenza stampa, prima dell'allenamento di rifinitura fissato al pomeriggio alle 17: 30 italiane (16.30 locali). Lo riporta il sito ufficiale del club, fcporto.it.


Pruzzo: "Esonerare Di Francesco peggiorerebbe le cose"

Roberto Pruzzo, ex calciatore, ha parlato del periodo della Roma ai microfoni di tmw.com. Queste le sue parole:

"E' un momento molto difficile, però il bello del calcio è che c'è sempre una gara dopo e col Porto la squadra si gioca tutto. Anche l'allenatore si gioca moltissimo, servirà una reazione per andare avanti in Europa”.

Le responsabilità?

“Vanno equamente divise, le scelte le fa il tecnico ma se si fa male Manolas c'è anche sfortuna. Di Francesco comunque ha dimostrato nei momenti difficili di saperne venir fuori e mi auguro sia così anche stavolta”.

Chi sono i leader?

“Dzeko, De Rossi e Manolas sono grandi giocatori, Fazio è un uomo d'esperienza che l'anno scorso ha giocato un ottimo campionato e quest'anno è più in difficoltà, ci sono giovani importanti come Zaniolo: alla Roma non manca niente”. 

Se salta Di Francesco?

“Prenderei Guardiola, senza dubbio... Ma ora in realtà mi auguro resti Di Francesco perché ogni altra soluzione credo che sarebbe peggiorativa”.


InsideRoma Daily News | Manolas rientrato in gruppo. Domani alle 19:15 italiane la conferenza di Di Francesco e Perotti. Sabatini: "Astori vero capitano"

NOTIZIE DEL GIORNO | 4 marzo 2019

QUI ROMA

La Roma prosegue gli allenamenti a Trigoria in vista del match di mercoledì sera contro il Porto. La squadra ha iniziato con il classico torello per poi concentrarsi su lavoro atletico prima e fase tattica poi. Manolas regolarmente in gruppo mentre Under segue ancora un programma personalizzato.

La rifinitura, alla viglia della trasferta in Portogallo, verrà svolta domattina alle ore 11:20 presso il centro sportivo di Trigoria. Subito dopo è prevista la partenza. Di Francesco e Perotti parleranno in conferenza alle ore 19:15 (18:15 in Portogallo).

La gara col Porto, valida per il passaggio ai quarti di finale di Champions League, è affidata alla direzione del turco Cüneyt Çakır. Il polacco Szymon Marciniak è il prescelto il VAR.

La panchina di Eusebio Di Francesco rimane ad alto rischio. Se mercoledì sera dovesse arrivare una sconfitta, il tecnico giallorosso potrebbe essere esonerato. Tra i papabili sostituti c’è Paulo Sousa, ex Fiorentina, ma con il Boredaux alle calcagna. Il secondo nome accostato alla Roma è quello di Roberto Donandoni, che ha lasciato il Bologna al termine del campionato scorso dopo la salvezza raggiunta.
Il terzo nome sarebbe un grande ritorno, ovvero quello di Christian Panucci.

La Lega di Serie A ha reso note le decisioni riguardo anticipi e posticipi per le giornate dalla 10a alla 14a di ritorno. Questo il programma delle partite della Roma dalla 10a alla 14a giornata di Serie A:

Roma-Napoli 31/03/2019 alle 15.00 (SKY)

Roma-Fiorentina 3/04/2019 alle 21.00 (SKY)

Sampdoria-Roma 6/04/2019 alle 20.30 (DAZN)

Roma-Udinese 13/04/2019 alle 18.00 (SKY)

Inter-Roma 20/04/2019 alle 20.30 (SKY)

INTERVISTE

Sabatini: "Astori era molto forte. De Rossi mi disse che dovevamo prenderlo per forza"

Nela: "Roma nel derby non entrata in campo. In Champions dovrà arrivare una vittoria"


Di Francesco: «Il rigore ha chiuso i giochi»

IL MESSAGGERO - CARINA - Una serataccia. Non solo perché la Roma non perdeva un derby da squadra ospitante dal novembre 2012. E nemmeno perché il ko per 3-0 mancava addirittura dal 2006. La prova offerta dai ragazzi di Di Francesco, oltre a far rientrare in gioco i biancocelesti in ottica Champions che ora è lontana 3 punti (Inter), diventa un pericoloso campanello d’allarme in vista del ritorno degli ottavi di finale di Oporto. La squadra vista nel derby, al Dragao (nonostante il Porto ieri abbia perso in casa contro il Benfica, lasciando alla squadra di Lisbona il primato in classifica) ha poche speranze. Per questo motivo, l’augurio è che sia stata soltanto una serata-no. L’analisi della gara è molto semplice: «Il primo tempo, siamo stati al di sotto delle aspettative - spiega il tecnico - abbiamo perso troppi duelli. Nella ripresa abbiamo reagito bene, abbiamo avuto occasioni ma il rigore ci ha tagliato le gambe. ll 3-0 è comunque eccessivamente pesante per quanto visto durante la gara». Troppi gli errori per uscire indenni: «E’ una grande verità, sono stati troppi, partendo dall’approccio alla gara. Poi su un fallo laterale non si può prendere gol internamente (il riferimento è a Fazio, ndc). Era successo anche a Frosinone e lo abbiamo ripetuto anche sul rigore. Capita a tutti, ma la continuità d’errore in questa stagione è eccessiva. Non si può sempre rincorrere».

IL PORTO NON C’ENTRA Appare angosciato. E non lo nasconde: «Non posso essere ottimista, sono preoccupato, questo sì. Bisogna capire velocemente se c’è qualcosa da cambiare. Mi girano le scatole, come a tutti. Dobbiamo far tesoro di questa partita per evitare gli errori, ma siamo troppo vicini alla partita di Oporto, quindi pensiamo a prepararla almeglio. Mi attendo una reazione». La sensazione di fragilità tattica e fisica rimane comunque negli occhi: «La cosa che tutti devono capire che se non difendi in un certo modo fatichi anche ad attaccare. Non si deve pensare solo ad una fase. Occorre difenderci sempre con maggiore compattezza. Nella ripresa abbiamo avuto occasioni per segnare e non siamo stati lucidi, altrimenti commenteremmo un’altra partita». È deluso ma apparentemente calmo. Si innervosisce soltanto quando gli chiedono se qualcuno possa aver snobbato il derby in ottica Champions: «Posso capire partite di livello diverso, ma non si può sottovalutare un derby. Non ci sta. Non ci sto. Questo aspetto mentale non si lega al fatto che pensavamo inconsciamente al Porto, io non ci pensavo e penso lo stesso anche dei giocatori. Mentalmente bisogna lavorare tanto ma evidentemente non basta, le risposte sono sempre alterne. Questa prestazione nel derby non ci voleva». Passerella finale sugli infortunati: «Zaniolo ha ricevuto un brutto colpo durante il match. Manolas ha avuto invece febbre alta e dissenteria. Sono convinto di recuperarli entrambi». Parole cariche di speranza. Anche perché senza il greco, la difesa fa acqua da tutte le parti.


L’imbarazzante notte dei fantasmi vestiti di giallo e rosso

IL MESSAGGERO - FERRETTI - Doveva essere il derby di Dzeko, a secco all’Olimpico in campionato dal 28 aprile dello scorso anno; poteva essere il derby del talentuoso Zaniolo, debuttante nella stracittadina romana dopo aver accumulato minuti e applausi; sperava, il tifoso della Roma, che potesse essere il derby di De Rossi, capitano ferito, acciaccato ma ancora con la bandiera tra le mani; confidava, il vecchio lupo di Testaccio, di salutare con gli occhi umidi una giocata a colori di El Shaarawy o un altro colpo di tacco da maestro di Pellegrini invece è stato il derby dei fantasmi. Quelli vestiti con la maglia rossa e gialla, giocatori che c’erano ma non si sono visti. La Lazio ha vinto il derby, la Roma non ha fatto nulla per non perderlo.

INQUIETANTI E SENZA CUORE La Roma ha avuto un approccio imbarazzante con la partita, in avvio è stata presa a pallonate dalla Lazio in ogni angolo del campo e il gol di Caicedo è arrivato quasi come una (il)logica conseguenza dell’assenza in campo della squadra guidata da Eusebio Di Francesco. Una Roma nella sua peggior veste, peraltro già vista in molte (troppe) precedenti occasioni, incapace di mettere in fila due passaggi e di difendere come imponeva il copione. Gruppo moscio, quello giallorosso; imbambolato, bloccato, lento, macchinoso e costantemente in ritardo sui palloni decisivi. Il motivo? Lo sanno solo loro, cioè i protagonisti (protagonisti?) che erano in campo. E in panchina. Reparti slegati, approssimazione tecnica e pochezza tattica con continui rischi nella fase di rifinitura laziale. Rari segnali di risveglio, a seguire, nonostante il cambio di modulo. Una prestazione modesta sul piano tecnico e ancora meno buona sotto l’aspetto temperamentale. Alla faccia di tutte le succose ipotesi legate alla classifica, dopo il tonfo dell’Inter a Cagliari. Ciò che stupisce, e in maniera davvero negativa, è la mancanza di personalità che la Roma ha mostrato non solo nella prima frazione di gara. Possibile che neppure il richiamo del derby sia riuscito a smuovere le coscienze (professionali) del gruppo di EDF? Si è avuta la conferma che la Roma quando gioca male non usa mezzi termini e gioca male male. Possibile? Tutto normale? No. Assolutamente no. Nel secondo tempo si è avuta la breve sensazione che la squadra giallorossa potesse fare qualcosa di più concreto, ha avuto un’occasionissima per pareggiare poi, subito dopo, è arrivato il gol di Immobile su calcio di rigore, complice la solita indecisione (eufemismo...) di Fazio, e la partita si è chiusa lì, ben prima della rete di Cataldi. Dopo la vergognosa eliminazione dalla Coppa Italia, un’altra “impresa” che non dovrà essere dimenticata quando, a fine stagione, si andranno a fare i conti. La Roma non solo ha perso il derby, e la faccia, ma soprattutto ha sprecato l’occasione di avvicinarsi alla zona Champions, il suo triste obiettivo stagionale.


Lancio di sassi, ferito un poliziotto

IL MESSAGGERO - MARANI - L’assalto laziale di giovedì notte al bar giallorosso di Casal Bertone, ha segnato l’attesa per il derby tra Lazio e Roma. Un match ad altissima tensione per l’ordine pubblico, il primo evento gestito dal neoquestore Esposito: erano più di mille gli agenti impegnati a sorvegliare l’area dell’Olimpico. Ci sono stati momenti di tensione prima della gara, fra lanci di petardi e bombe carta, mai contatti diretti sono stati scongiurati. Un agente che si trovava sul lungotevere Maresciallo Diaz è stato colpito da un sasso alla testa lanciato dai supporter biancocelesti che avevano lasciato Ponte Milvio per raggiungere la Nord. Il poliziotto è stato soccorso dall’ambulanza e se l’è cavata con dei punti di sutura.

Scontri, invece, in Curva Sud, dove i Fedayn sono scesi nella parte bassa occupata dai “Roma”prima del fischio iniziale innescando la rissa .Vecchi e nuovi screzi, che hanno fatto saltare la coreografia. A riportare la calma sono stati gli steward che hanno spostato un gruppo di supporter nei Distinti. Ieri in risposta a uno striscione appeso dai giallorossi «Laziale Mahmood» (un’offesa?), i biancocelesti hanno bruciato una bandiera della Roma. Dopo il match la polizia ha fermato un romanista già daspato che ha provato a sfidare i laziali rimasti a festeggiare a Ponte Milvio.


E al minuto 13 tutti fermi per Astori

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Tutti uniti nel segno di Davide Astori. Commovente l'omaggio all'ex capitano della Fiorentina scomparso un anno fa. Anche i 50mila dell’Olimpico al 13’ si sono fermati, come i giocatori, per ricordare l'ex difensore, che ha vestito la maglia della Roma nella stagione 2014/15. La partita si è interrotta per un minuto, con l’immagine di un sorridente Davide proiettata sui maxi schermi.

 


Con l’Empoli senza Dzeko, Kolarov e Fazio

IL MESSAGGERO - LENGUA - Paura per Nicolò Zaniolo che ha chiesto il cambio al 16’ del secondo tempo per una contusione all’anca sinistra. Il centrocampista, dopo un tiro strozzato facile preda di Strakosha, si è accasciato a terra e Di Francesco lo ha sostituito con Perotti. Nel primo tempo l’ex Inter è stato vittima di un forte contrasto con Radu che lo ha lasciato dolorante al fianco e di una botta alla schiena, al momento non sono previsti esami e dovrebbe partecipare alla trasferta al do Dragao.

A poche ore dal fischio d’inizio si è fermato anche Manolas per febbre alta e dissenteria, il tecnico lo porterà in Portogallo e cercherà di schierarlo titolare per il mercoledì di Champions, anche se debilitato. L’ammonizione di Fazio rimediata su fallo in area su Correa e il nervosismo di Dzeko a fine gara (entrambi diffidati), li costringeranno a saltare per squalifica la partita contro l’Empolidi lunedì prossimo (stadio Olimpico ore 20.30). Resterà a guardare Kolarov, espulso in pieno recupero.


Kolarov, da un derby all’altro il suo mondo si è capovolto

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Come all’andata, l’ha chiusa lui. Anche se si tratta di un epilogo totalmente diverso, nel risultato e nelle sensazioni. Il 29 settembre scorso Aleksandar Kolarov era uscito da trionfatore assoluto, dopo aver siglato il gol che aveva riportato avanti la Roma. Ieri, invece, ha chiuso il derby con quel rosso, eccessivo che però per i laziali ha avuto il sapore della rivincita.

Quando ha dovuto lasciare il campo, il pubblico biancoceleste lo ha fischiato a lungo e lo ha anche provocato, con molte mani in area a fare il gesto delle tre dita. Quelle stesse tre dita che nella simbologia del nazionalismo serbo vogliono dire tante cose ma che ieri, a Kolarov, non sono proprio andate giù.


Rabbia De Rossi: «Testa al Porto»

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Daniele De Rossi è l’unico calciatore della Roma a presentarsi davanti ai microfoni, parlando con onestà e senza cercare alibi: «Hanno giocato meglio loro, sono partite decise da episodi e in questo caso hanno fatto meglio. A volte bisogna dire che gli avversari sono stati più bravi». 

Parole piaciute al presidente laziale Lotito, che in zona mista dice di volersi complimentare con lui perché «non è da tutti dire queste cose dopo aver perso un derby in modo così netto», ma per Daniele non è aria di complimenti: «Sono due partite che facciamo fatica, un momento di flessione ci sta. Ma dobbiamo analizzare tutto, perché mercoledì abbiamo una partita importantissima che non dobbiamo sbagliare. È un brutto colpo – ammette  –, ma non è finito niente. La partita di Champions ci darà l’appiglio, sappiamo che avrà un grande impatto sul resto della stagione». 


Radu-Kolarov, lite anche nel post-gara

IL MESSAGGERO - CASSETTA - Primo round in campo, il secondo fuori. La discussione tra Radu e Kolarov non è finita sul prato. Uscendo dallo stadio il serbo e il romeno hanno continuato a far valere le proprie ragioni. Durante il match i nervi erano saltati al numero 11 giallorosso. Due gialli rimediati in meno di un minuto: uno per le scaramucce con l’ex compagno Stefan, l’altro per il duro fallo su Immobile, costato l’espulsione. La sua passeggiata verso l’ingresso degli spogliatoi dell’Olimpico è stata accompagnata dall’ovazione dei laziali e dalle parole del 26 biancoceleste: «Dai, su, esci». Inviti che Kolarov non avrebbe digerito neanche dopo la doccia anticipata.

Comportamenti che non sono piaciuti a Claudio Lotito. Il presidente della Lazio, da «pater familias», ha redarguito i due al termine del match: «Non litigate, queste cose non servono». Lotito si è poi complimentato con De Rossi per le dichiarazioni pro Lazio rese nel post gara e ha abbracciato uno per uno i suoi giocatori, a partire da Caicedo, «perché la vittoria è stata di gruppo».