Delusione DiFra: «Sconfitta pesante, sono preoccupato»

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Problema di testa. Questa la sintesi dell’analisi di Eusebio Di Francesco dopo il ko nel derby con la Lazio. «Abbiamo avuto un approccio sbagliato, nel primo tempo abbiamo perso troppi duelli, poi il rigore del 2-0 ci ha tagliato le gambe - dice l’allenatore della Roma -. Ma non voglio sentir parlare di Champions, mi rifiuto di pensare che si sia sottovalutato un derby pensando al Porto. Io non ci pensavo e penso neanche i giocatori. Non è ammissibile una cosa del genere».

«Gli errori difensivi continuano a ripetersi. Si vede che dobbiamo lavorare ancora tanto mentalmente, anche se con questa squadra non so più neanche se sia sufficiente - ha proseguito - Una sconfitta pesante, ora dobbiamo essere bravi a ripulirci dalle scorie. Sono preoccupato, ma ora dobbiamo preparare al meglio il Porto».


La sincerità di De Rossi: «Loro hanno fatto meglio e basta»

IL MESSAGGERO - ANGELONI - Scende in campo il capitano, Daniele De Rossi. Affranto ma lucido. Critico ma non abbattuto. Ombre sì, ma pure un bagliore di luce. «La Roma fa fatica, da un po’. Dopo questa sconfitta la classifica subisce un brutto colpo ma non è finito niente». Forse c’era il Porto nella testa, forse anche la sconfitta dell’Inter ha più tolto che dato. «Non ha influito nulla, loro hanno fatto meglio e basta. L’inerzia era sempre dalla loro parte, nei duelli e nei contrasti. Non è il primo derby che perdo così ma il primo derby che ho perso, per esempio, quello dei fratelli Filippini, noi eravamo nettamente più forti di loro. Stavolta hanno fatto una partita interessante ma sono più forti di quella Lazio lì, questa gioca bene».

Lotito ha apprezzato il discorso («da uomo») e alla fine se l’è abbracciato. La botta è forte e suona nella testa dei calciatori: De Rossi prova a diffondere calma. «Non è certo il primo che perdiamo, succede. Ora dobbiamo preparare al meglio la prossima e passare il turno in Champions, che potrebbe farci cambiare la testa. Anche l’anno scorso abbiamo passato momenti difficili dai quali poi ci siamo alzati. Alla Roma è mancato il veleno? Riportare tutto alla grinta è riduttivo».


Coreografia giallorossa saltata per una soffiata

IL TEMPO - MENGHI - Giallo delle coreografie all'Olimpico. L’atteso spettacolo di colori non c’è stato e la colpa è della soffiata anonima che ha rivelato in grande anticipo i piani della Curva Sud.

L'idea era quella di ritrarre una lupa su un caldo sfondo giallorosso, ma una volta svelato il segreto è venuta meno l'essenza stessa della scenografia, che per tradizione dev'essere una sorpresa. Tolto l’effetto «wow», è rimasto in bella vista solo lo striscione di rimprovero esposto dagli ultras in periodo di crisi e rimasto lì come monito per i giocatori, chiamati a rispettare la maglia. «Lupa... Non era meglio se ce chiedevate questa?», s’interrogano i laziali sventolando il cimelio di un vecchio derby «rubato» ai tifosi avversari.  Ma anche loro non stupiscono, si fermano allo sfottò e dimenticano di colorare il settore come sanno fare.

I cori, almeno quelli, non sono mancati (sfortunatamente nemmeno quelli beceri con cui dalla Nord hanno insultato la madre di Zaniolo), la Sud si diverte ad intonare «Lazio m...» al ritmo di «We will rock you» dei  Queen, poi si salta, si fischia, si esulta e ci si dispera, in base ai casi, alla propria fede, e la tensione del match viene spezzata al 13° dall'immagine di Davide Astori sui maxischermi, per il primo anniversario dalla scomparsa prematura dell'ex difensore che la maglia giallorossa l’ha vestita nella stagione 2014-15, giocando una sola stracittadina (2-2): un minuto di applausi da tutto lo stadio e qualcosina in meno da parte di giocatori e allenatori, concentrati sulla sfida subito in salita per la Roma.

A far notizia, però, è quello che è successo fuori dall’Olimpico, dove non si sono fatti attendere né gli scontri né tantomeno gli sfoghi di tipo razziale: alla scritta «Romanista Anna Frank», realizzata dai biancocelesti nei giorni scorsi al Circo Massimo, i giallorossi hanno risposto con lo striscione «Laziale Mahmood», tirando in causa il vincitore di Sanremo che è stato già sulla bocca di politici e non solo per quel cognome straniero dietro cui si cela in realtà un cantautore italiano. Ma gli imbecilli sono dappertutto, purtroppo, e alla fine è questo quello che rimane di uno spento derby del tifo.


Lazio da urlo, la Roma resta muta

IL MESSAGGERO - TRANI - C’è anche la Lazio nella corsa alla zona Champions. La candidatura è ufficiale con il successo straripante nel derby: 3-0. Adesso Inzaghi deve sfruttare il recupero contro l’Udinese, in casa il 10 aprile, per sistemare definitivamente la classifica. Intanto, però, rivede l’Inter quarta: -6. E soprattutto sa di poter azzerare il distacco di 3 punti dalla Roma che, con il ko dell’Olimpico, spreca l’ennesima chance per risalire. La serie utile di Di Francesco, 8 partite (6 vittorie e 2 pari), finisce nella notte dell’Olimpico, con il ko peggiore di questo torneo (10° stagionale).

SENZA STORIA Inzaghi e Di Francesco rinunciano rispettivamente a Immobile (dentro nella ripresa) e Manolas (nemmeno in panchina). Ma la Lazio, anche senza il suo migliore finalizzatore, alza il baricentro con il 3-4-1-2. E stravince il derby: così il punteggio, in caso di arrivo a pari punti con i giallorossi, vale il sorpasso per il vantaggio negli scontri diretti. Così, dopo 7 tentativi a vuoto (solo 1 punto con il Milan, su 21 a disposizione), supera una big. E nel 2019 riesce finalmente a segnare più di 1 gol in una gara di campionato: problema risolto. L’atteggiamento è spregiudicato con Correa subito dietro Caicedo e Luis Alberto. In mezzo Milinkovic che parte forte e Leiva in regia, sui lati Marusic e Lulic. Dietro Bastos, Acerbi e Radu. La Roma, con la 35 formazione diversa in 35 match stagionali, cambia per 3/4 la difesa ma si conferma vulnerabile (52 reti incassate, tra serie A e coppe): a destra Florenzi e al centro Fazio e Jesus, ultima partita il 14 gennaio in contro l’Entella in Coppa Italia. La coppia va presto in tilt. Nel 4-1-4-1, De Rossi è il play basso per schermare la linea a 4 comunque impresentabile. Cristante e Pellegrini lasciano il contropiede ai biancocelesti. Milinkovic e Correa affondano a campo aperto. Anche il lavoro di Zaniolo ed El Shaarawy sui lati è minimo. Mai coinvolto Dzeko, oscurato da Acerbi.

MODIFICA IN CORSA La Lazio va meritatamente in vantaggio. La Roma si addormenta su fallo laterale, battuto da Luis Alberto. Correa punta Fazio e, vinto il duello, imbuca per Caicedo che, lasciato sul posto Jesus, supera pure Olsen: 4° gol in questo torneo per l’attaccante di scorta. Nel minuto successivo (13’), lo stop per ricordare Astori: affettuoso l’applauso delle tifoserie e dei protagonisti. La Roma, senza ritmo, soffre il pressing del tridente di Inzaghi. Di Francesco reagisce tornando al 4-2-3-1. C’è da aiutare Florenzi, abbandonato da Cristante che ora affianca De Rossi. A sinistra Luis Alberto detta legge con Lulic e Correa. Scadente il palleggio dei giallorossi, scontati e timidi. In porta calcia solo Dzeko: Strakosha respinge.

CROLLO ANNUNCIATO Girata a lato di Zaniolo e tiro di Pellegrini centrale: la Roma rientra in campo e solo momentaneamente in partita. Usa, copiando la Lazio, il pressing per ritrovare l’efficacia. Fazio rischia, con Caicedo in agguato: ok Olsen. Di Francesco cerca la freschezza per arrivare al pari, Inzaghi si vuole tenere stretto il vantaggio: Perotti per Zaniolo, Immobile per Caicedo e Pastore per De Rossi. I cambi spengono i giallorossi. Florenzi calcia da fuori: ottimo Strakosha. Pastore si pappa la chance migliore su torre di Dzeko. E Fazio, fallo su Correa e rigore trasformato da Immobile, cala il sipario. Dopo il 2° gol, Cataldi per Correa e Schick per El Shaarawy. Il tris è sul sinistro di Cataldi. Rosso a Kolarov che stende Immobile. Inzaghi regala ai biancocelesti il successo in casa nel derby dopo più di 6 anni (ultimo nel novembre 2012), Di Francesco perde il suo 1° da tecnico. Umiliato come a Firenze. Non proprio l’ideale per preparare la trasferta in Portogallo.


Lazio feroce, Roma spogliata: il derby riscrive le gerarchie

LA REPUBBLICA - BOCCA - Praticamente un’orgia biancazzurra - un tre a zero netto e feroce alla Roma - che ha mandato alle stelle l’Olimpico laziale. Dopo i gol di Caicedo, Immobile e Cataldi è finita con la Lazio sotto la curva Nord e l’aquila Olimpia in campo a fare svolazzi trionfali.

Un derby a senso unico, con la Lazio che fa gol, spettacolo e restituisce ai rivali la sconfitta dell’andata, mentre la Roma si sfascia come tante altre volte. Il 3-0 sbeffeggia il vagheggiato aggancio della Roma all’Inter, che ovviamente non c’è stato. Il derby di Roma ha rispettato le sue leggi non scritte - spesso leggende metropolitane - secondo cui il favorito finisce per fare brutta fine. Mentre l’outsider incassa scommesse e bevute. E infatti il risultato già forte di suo per i gol di Caicedo in dribbling, Immobile su rigore e la botta spettacolare di Cataldi - è appesantito dal fatto che la squadra di Inzaghi ha ora in mano la carta dell’aggancio alla Roma stessa. Anche se il recupero di Lazio-Udinese sarà addirittura il 10 aprile e dunque c’è tempo, per la Roma, per diluire almeno la botta.

Il derby è stato bello e, come da copione, segnato anche dagli incidenti prepartita con scontri sul ponte davanti allo stadio e un agente di polizia ferito. Qualche tafferuglio anche nella curva romanista. La Lazio paradossalmente ha tratto forza dall’assenza di Immobile. Che è sempre rimasto in dubbio per tutta la settimana, fino a trovare un posto da jolly in panchina. La menomazione del suo uomo principale, però fino al derby in crisi, ha frustato la Lazio responsabilizzando i due attaccanti, Caicedo e Correa - determinanti nella vittoria biancoceleste - e moltiplicando le forze nascoste. Tutto il contrario per la Roma, dove l’assenza di Manolas, principale respingente difensivo - anche lui in forse per tutta la settimana ma segnato da improvvisa influenza - ha finito di scassare una difesa già problematica (36 gol incassati). Tanto che al primo efficace affondo di contropiede, il robusto e tozzo Felipe Caicedo (quarto gol in campionato) detto La Pantera, è volato come una farfalla tra Florenzi, Fazio e un Juan Jesus spaesatissimo per mettere dentro un gol svolta-partita.

Giusta risultanza di una Lazio più fisica, più padrona, ma anche più leggera di testa e molto presente con i suoi uomini chiave, soprattutto Milinkovic. Tutto il contrario per la Roma, che invece soffriva dei suoi classici vuoti come se il derby si potesse giocarlo in modalità risparmio energetico. Il trio Dzeko, El Shaarawy, e soprattutto l’atteso Zaniolo al debutto stracittadino, spuntato e innocuo per buona parte del tempo. Fino a uscire azzoppato. Al giro di cambi Inzaghi si è giocato il jolly Immobile, mentre Di Francesco ha cercato almeno di rendere la Roma un po’ più frizzante con Pastore e Perotti, finendo per pagare però un prezzo ancora più caro. Correa ha bruciato sullo scatto Fazio per il 2-0 poi realizzato ru rigore da Immobile, e Cataldi con un fortissimo piatto sinistro ha mandato a terra una Roma già groggy, a pezzi fisicamente e nervosamente (Kolarov poi espulso). Il derby romano, nel suo piccolo, sconvolge il campionato e riscrive le gerarchie.


Zaniolo unica luce, già leader a 19 anni

IL TEMPO - AUSTINI - Da solo contro tutti. L'unico a giocare un derby come si deve dall’inizio fino a quando ce l’ha fatta, costretto a uscire per i colpi subiti nei contrasti con Radu e Lulic che potevano fermarlo solo con le cattive. Incredibile ma vero, Zaniolo che le stracittadine romane finora le aveva viste tutte in televisione, o al massimo in panchina all'andata, è stato il baluardo di una Roma troppo moscia e fragile per vincere una sfida dove serve il cuore.

Lui ce l’ha messo, su ogni pallone, scappando via a piacimento a chi provava a fermarlo, leader a 19 anni di una squadra piena di difetti e presa a schiaffi per l'ennesima volta in questa stagione dove non riesce mai a risalire con continuità.  Il rigore di Immobile, molto, molto discutibile, è arrivato qualche minuto dopo la sua uscita dal campo, ma è in quel momento che la Roma ha capito quanto sarebbe stato difficile rimettere in piedi il derby. Zaniolo ce l'aveva quasi fatta, con un’azione personale iniziata a centrocampo con una forza e una tecnica impressionanti, ma una volta entrato in area gli si è strozzato il tiro, il dolore al fianco non gli ha permesso di concludere la giocata e si è buttato a terra davanti a Di Francesco implorando il cambio.  Sognava un esordio decisamente diverso, ma è proprio da questo derby perso in maniera netta che Zaniolo deve convincersi ancor di più di essere un giocatore pronto per i grandi palcoscenici. Ora dovrà fare tutte le cure del caso per guarire dalla contusione in vista della Champions, con la Roma che proverà a difendere il vantaggio costruito dalla sua magica doppietta dell'andata.

A un certo punto poteva diventare la serata di un protagonista che non t'aspetti. Pastore è stata la mossa a sorpresa di Di Francesco e c'è mancato un soffio perché la pareggiasse lui. Quel tiro ciccato davanti alla porta, col pallone che scorre a un soffio dal palo è l’immagine della resa giallorossa e la conferma delle difficoltà di un ex fuoriclasse, «che a vederlo giocare così - parole del suo mentore Sabatini - mi mette in imbarazzo». Pastore, simbolo del mercato che non ha portato i frutti sperati, di una squadra che farà tanta fatica a entrare tra le prime quattro, virtualmente superata dalla Lazio in un colpo solo, distanziata dal Milan e dietro di tre punti all’Inter, con la prospettiva di sfidare l'Empoli senza mezza squadra viste le follie finali di Dzeko e Kolarov. La Champions di domani, però, è ancora possibile. Quella del presente passa per Oporto. Ultima chiamata per emozionarsi ancora per qualcosa quest'anno, in attesa della prossima, certa, ennesima rivoluzione.


Si è risolta la causa con la Kappa

IL TEMPO - AUSTINI - Alla fine, si sono accontentate dello zero a zero. Si risolve con una nulla di fatto la lunga battaglia giudiziaria tra L’As Roma e la Basic-Robe di Kappa, ex sponsor tecnico dei giallorossi.

Il club e la correlata Soccer Sas erano state citate in giudizio dall’azienda piemontese per larisoluzione anticipata del contratto di sponsorizzazione decisa unilateralmente dalla Roma il 23 novembre 2012: la società di Pallotta ha lamentato gravi difetti sul materiale tecnico e d’abbigliamento realizzata per la stagione sportiva 2012/2013. Basic ha richiesto un risarcimento per i danni, quantificati in 62 milioni di euro circa, a sua volta il club di Pallotta ha chiesto danni per un importo di complessivi 100 milioni di euro in favore di AS Roma e 35 milioni di euro in favore di Soccer. Dopo udienze, perizie e rinvii vari, lo scorso 7 gennaio 2019, le parti - si legge nella relazione sulla semestrale appena approvata dalla Roma - hanno rinunciato alle reciproche pretese, «con impegno congiunto a far estinguere il relativo giudizio per abbandono».

Dagli sponsor al calciomercato, spulciando le 96 pagine del bilancio, si possono leggere i costi totali di Cristante, Nzonzi e Schick, rispettivamente pagati al momento 26.6, 29.431 e 40.623 milioni di euro compresi i bonus maturati e le commissioni. Per Schick sono già stati conteggiati i 20 milioni ulteriori che la Roma dovrà alla Sampdoria dal 1° febbraio 2020, anche se il ceco dovesse essere nel frattempo ceduto.


Sassaiole e bombe carta, un agente ferito al derby

IL MESSAGGERO - MARANI - Un derby ad altissima tensione, segnato alla vigilia dal raid notturno dei laziali armati di mazze al bar giallorosso di Casal Bertone. Con un poliziotto ferito alla testa dal lancio di un sasso, bombe carta (alcune “bullonate”) e petardi esplosi fuori dall’Olimpico nel pre-partita. Ma nessuno scontro diretto, i contatti sono stati scongiurati. Se non fosse per le botte volate sugli spalti prima del fischio di inizio, nella parte bassa della Curva Sud, ma tra gruppi romanisti in dissidio anche per questioni relative a una coreografia non gradita. Che poi è saltata. Gruppi che sono stati separati con l’aiuto degli steward.

LA SECURITY La zona dello stadio, ieri, è apparsa blindatissima, per scongiurare scene già viste in occasione della stracittadina dell’aprile del 2013, quando si contarono diversi accoltellati, e tra Ponte Milvio e il Flaminio si scatenò la guerriglia. Il prefetto di allora, Giuseppe Pecoraro, disse: «Mai più derby di sera». Così è stato fino al 2016, quando si decise di ricominciare dando un’apertura di credito alle tifoserie. Per il match di ieri, la Questura aveva fatto scattare l’allarme rosso due settimane fa. E per la partita, definita «a rischio», aveva chiesto l’anticipazione dell’orario alle 15, in modo da avere un controllo migliore sui percorsi di afflusso e deflusso degli spettatori (erano in cinquantamila). Ma, alla fine, il Comitato provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico riunito mercoledì, non ha riscontrato criticitàtali, comunque, da comportare il cambio d’orario. Così ieri è stata schierata una security in grande stilec on più di mille tra agenti, carabinieri e finanzieri, che hanno vegliato sull’ordine pubblico. Il neo-questore CarmineEsposito, arrivato allo stadio, prima della gara, ha voluto salutare gli uomini e le donne impegnati per l’occasione. Il timore è che, dopo l’assalto al bar avvenuto giovedì notte e la “rivendicazione” apparsa su un muro («2/3/2019 derby della Capitale, anche stavolta vi mandiamo in ospedale!»), si scatenassero agguati e rappresaglie. Per questo l’alert è scattato quando ieri pomeriggio un motorino con a bordo due ragazzi, uno con la sciarpa biancoceleste, ha sfilato davanti al bar River, luogo di incontro dei supporter della Roma. Un falso allarme. E per questo il dispositivo in borghese e silenzioso della Digos ha continuato a verificare he in giro per Roma non ci fossero cani sciolti (anche tifosi stranieri gemellati, gli inglesi in particolare) pronti a entrare in azione anche dopo il fischio finale. I cancelli dell’Olimpico sono stati aperti alle 16,30. Intorno alle 19, quando i tifosi laziali hanno cominciato a muoversi da Ponte Milvio per raggiungere la Nord è salita la tensione. Prima il lancio di quattro bombe carta «bullonate», quindi la sassaiola indirizzata ai mezzi fermi. Così, sul lungotevere Maresciallo Diaz, all’altezza della Farnesina, è stato ferito un poliziotto, raggiunto da un sasso volato oltre le alberature. Colpitoalla testa, l’agente soccorso dall’ambulanza è stato portato al Santo Spirito, dove se l’è cavata con qualche punto di sutura.

Gli agenti non hanno perso la calma, mantenendo le posizioni. Dalle immagini girate dalle videocamere in uso alla scientifica, si lavorerà per risalire ai responsabili. In serata, dopo ilmatch, un romanista appena daspato è stato fermato dalla polizia a Ponte Milvio: era andato a sfidare i laziali che stavano festeggiando, è stato accerchiato e per poco non stava per essere linciato.

LE OFFESE Non sono mancate frizioni a distanza tra laziali e romanisti. I giallorossi hanno appeso lo striscione «Laziale Mahmood» su una palazzina del Coni (ritenendo un’offesa collegare i biancocelesti al vincitore di Sanremo?), i rivali in risposta hanno bruciato una bandiera giallorossa a PonteMilvio, postando in rete il video. Fumogeni, bombe carta e petardi sono stati accesi sul lungotevere e a Ponte Milvio. Alcune auto sono state danneggiate tra via del Pinturicchio e via del Vignola, i residenti della zona sono esausti: «Ogni volta che c’è una partita di rilievo, siamo costretti al coprifuoco».


Lazio vs Roma, le pagelle dei principali quotidiani

INSIDEROMA.COM - L'ennesima figuraccia. All'interno di una stagione ormai acclaratamente disgraziata, il derby perso nettamente pare proprio essere una 'ciliegina sulla torta' al contrario. I principali quotidiani in edicola oggi bocciano, ovviamente, quasi tutti gli elementi in campo, sponda giallorossa, oltre al tecnico Di Francesco. In pratica, si salva solo il baby Zaniolo.

IL MESSAGGERO

Olsen 4,5
Florenzi 4,5
Fazio 4
Juan Jesus 4
Kolarov 5
Cristante 4
De Rossi 4,5
Pellegrini 5
Zaniolo 5
Dzeko 4,5
El Shaarawy 5

Perotti 4,5
Pastore 4,5
Schick sv
Di Francesco 4


CORRIERE DELLO SPORT

Olsen 5
Florenzi 5,5
Fazio 4
Juan Jesus 5
Kolarov 4
Cristante 4,5
De Rossi 5,5
Pellegrini 5,5
Zaniolo 6
Dzeko 5
El Shaarawy 4,5

Perotti 5
Pastore 5,5
Schick sv
Di Francesco 5


GAZZETTA DELLO SPORT

Olsen 5
Florenzi 5
Fazio 4
Juan Jesus 4,5
Kolarov 4,5
Cristante 5
De Rossi 5
Pellegrini 5,5
Zaniolo 6
Dzeko 5
El Shaarawy 5

Perotti 5
Pastore 5
Schick SV
Di Francesco 4,5


IL TEMPO

Olsen 6
Florenzi 5,5
Fazio 3
Juan Jesus 5
Kolarov 4,5
Cristante 5
De Rossi 5,5
Pellegrini 5,5
Zaniolo 7
Dzeko 4,5
El Shaarawy 5

Perotti 5
Pastore 5
Schick sv
Di Francesco 5


CORRIERE DELLA SERA

Olsen 5,5
Florenzi 4,5
Fazio 3
Juan Jesus 4
Kolarov 4
Cristante 4,5
De Rossi 4,5
Pellegrini 4
Zaniolo 6,5
Dzeko 4
El Shaarawy 4

Perotti 4,5
Pastore 5
Schick sv
Di Francesco 3


IL ROMANISTA

Olsen 5
Florenzi 5,5
Fazio 4
Juan Jesus 5
Kolarov 5
Cristante 4,5
De Rossi 5
Pellegrini 4,5
Zaniolo 5,5
Dzeko 5
El Shaarawy 5

Perotti 5,5
Pastore 5
Schick sv
Di Francesco 4


Conceicao: "Sconfitta col Benfica? Non siamo riusciti a gestire l'incontro"

Sergio Conceiçao, tecnico del Porto, ha parlato al sito ufficiale dei Dragones fcporto.pt della sconfitta contro il Benfica in campionato. Queste le sue dichiarazioni:

"Siamo entrati bene in partita, abbiamo fatto quello che ci eravamo prefissati. Dopo il vantaggio, tuttavia, non siamo riusciti a gestire l'incontro. Non eravamo contenti del pareggio, con la sconfitta siamo ancora più delusi. Abbiamo colpito una traversa e non sfruttato alcune occasioni, siamo stati anche sfortunati".

Lotta per il titolo?

"Non c'è un favorito, mancano 10 partite con 30 punti in palio. Siamo qui a lottare per il nostro obiettivo principale che è il campionato".


Telles: "Siamo tristi per la sconfitta col Benfica ma non ci arrendiamo. Vogliamo il titolo"

Alex Telles, terzino del Porto, è stato intervistato dal sito ufficiale dei Dragoes fcporto.pt. Ecco uno stralcio delle sue parole:

"Siamo tristi per la sconfitta ma non cambia nulla, ci sono in palio ancora 30 punti. Hanno segnato su due nostri errori e ora non ci resta che combattere sino all'ultimo incontro. Dobbiamo correggere i nostri errori a partire da domani (oggi, ndr) e rimanere concentrati fino alla fine. Non ci arrenderemo, vogliamo il titolo".


Colantuono: "Sconfitta pesante che avrà ripercussioni. Alla Roma manca continuità"

Stefano Colantuono, ex allenatore dell'Atalanta, è stato intervistato nel corso di Live Show in onda su RMC Sport. Queste le sue parole sulla sconfitta dei giallorossi nel derby di ieri sera:

"Brutto derby per la Roma. È una sconfitta pesante che porterà delle ripercussioni sulla squadra di Di Francesco. Merito però alla Lazio che ha meritato questa vittoria tenendo il pallino del gioco in mano. Vittoria netta e nulla da dire. Alla Roma manca continuità ma nei momenti di difficoltà ne è sempre venuta fuori. Il derby poi esula da ogni tipo di contesto e va analizzata in maniera diversa. La Roma ha approcciato malissimo la partita di stasera ma bene o male sta facendo il suo campionato. L'obiettivo è quello di arrivare in Champions League ed è in corsa per questo. Stasera ha fatto una brutta partita e ha trovato una Lazio che ha fatto veramente una gran bella partita".