De Sisti: "La discontinuità ha fatto prendere la decisione contro Di Francesco. Ranieri è un romano autentico"
Giancarlo De Sisti, romano ed ex giocatore della Roma con cui ha vinto una Coppa Italia ed una Coppa delle Fiere, ha parlato della situazione allenatore in casa giallorossa ai microfoni di tuttomercatoweb.com:
"Quando c'è un esonero è sempre brutto. Con la sua passione, il suo entusiasmo e la sua qualità aveva portato la Roma a brillare non solo in Italia ma anche in Europa. E' lo strano destino degli allenatori che pagano per tutti"
Decisione giusta da parte della Roma?
"Non mi permetto di giudicare, certo c'è poco tempo per un allenatore o un traghettatore. Ora i giocatori si sentiranno sotto esame in vista della prossima stagione. La squadra comunque mi sembrava con il tecnico. Purtroppo se perdi un derby ti manca qualcosa. E la discontinuità mostrata dalla squadra ha fatto probabilmente prendere questa decisione"
Che pensa invece di Ranieri?
"Conosce la piazza ed è un grande allenatore, gentiluomo. E' un romano autentico, nelle viscere. E' un comandante che si fa amare".
Allenamento Roma, seduta pomeridiana alle 15:15. Potrebbe esserci già Ranieri
Dopo l'addio a Di Francesco, la Roma tornerà a lavoro in vista del prossimo match di campionato contro l'Empoli. L'appuntamento è fissato alle ore 15:15, con Claudio Ranieri che molto probabilmente guiderà i giocatori nel suo primo allenamento in giallorosso.
InsideRoma Daily News: Esonerato Di Francesco, per sostituirlo pronto Ranieri
NOTIZIE DEL GIORNO | 7 MARZO 2018
QUI ROMA
La notizia principale di giornata, in casa Roma, è l’esonero di Di Francesco.
L’allenatore abruzzese non sarà più alla guida della Roma, con Claudio Ranieri in pole position per sostituirlo. Ranieri sarebbe atteso a Roma domani, intorno le 12:55 e potrebbe già dirigere l’allenamento delle 15:15. Sembrano definitivamente tramontate , dunque, le ipotesi Sousa (vicino al Bordeaux) e Donadoni; che ha dichiarato di non avere contatti con la Roma e non essere interessato a incarichi brevi.
Immancabili i saluti ed i ringraziamenti per Di Francesco. In primis il presidente Pallotta, che ringrazia il mister per la professionalità augurandogli il meglio. Anche Zaniolo, lanciato nel panorama che conta proprio da Di Francesco, ha voluto ringraziare il mister: “In bocca al lupo mister, le sarò sempre riconoscente per aver creduto in me dal primo momento. Grazie di tutto, le auguro il meglio”.
Ma dopo l’addio a Di Francesco potrebbe salutare anche il DS Monchi, che vedendo mancare un punto cardine del suo progetto potrebbe decidere di salutare la Roma.
INTERVISTE
Malagò: "La Var è fantastica se usata in modo onesto, l'errore di ieri è molto grave"
Pioli: "Innegabile la crescita di Zaniolo, ma il miglior talento italiano è Chiesa"
Stefano Pioli, allenatore della Fiorentina, ha parlato ai microfoni di Radio Bruno Toscana dei talenti del calcio italiano; mettendo a confronto Chiesa con Zaniolo:
"Non so se Chiesa diventerà mai un attaccante da 20 gol però io lo sto paragonando a Mbappé, pure lui era partito giocando più esterno e adesso fa l'attaccante. Di sicuro Federico, al di là della crescita innegabile di Zaniolo, è adesso il miglior talento del calcio italiano. Non so cosa sia meglio per il futuro di Chiesa, ma posso dire che oltre ad essere molto forte lui è molto dentro le nostre cose ed è fiorentino. Non mi aspettavo una sua crescita così importante, è maturato in tutti gli aspetti, basta vedere anche come ha reagito ai fischi di Bergamo. Le critiche di Gasperini a Federico? Ho la mia opinione in merito e me la tengo".
Squinzi: "Dispiaciuto per l'esonero di Di Francesco. E' un signor allenatore"
Giorgio Squinzi, patron del Sassuolo, ha commentato l'esonero di Di Francesco ai microfoni di tuttomercatoweb.com:
"Di Francesco? Sono molto dispiaciuto per il suo esonero. Eusebio è un signor allenatore. Certo, se lo hanno esonerato avranno i loro motivi. Chi paga, del resto, è sempre l'allenatore. Avrebbe meritato quanto meno una prova d'appello? Forse sì. Certo, ieri sera non è stata bella l'eliminazione. Peccato".
Europa League, 0-0 tra Inter e Francoforte. Tris del Napoli contro il Salisburgo
Si sono giocati oggi i match d’andata degli ottavi di finale di Europa League, con impegnate le italiane Inter e Napoli.
Per l’Inter, ospite dell’EintrachtFrancoforte, solo un pareggio per 0-0.
Tutto facile, invece, per il Napoli; che ha battuto 3-0 il Salisburgo in casa grazie alle reti di Milik, Ruiz e l’autoretedi Onguene.
Questi gli altri risultati di giornata:
Dinamo Zagabria–Benfica: 1-0 (38’ rig. Petkovic)
Rennes-Arsenal: 3-1 (4’ Iwobi (A), 42’ Bourigeaud (R), 65’ aut. Monreal (R), 88’ Sarr (R) – 41’ espulso Sokratis (A))
Siviglia-Slavia Praga 2-2 (1’ Ben Yedder (S), 25’ Stoch (SL), 28’ El Haddadi (S), 39’ Kral (SL))
Zenit-Villareal 1-3 (33’ Iborra (V), 35’ Azmoun (Z), 64’ Moreno (V), 71’ Morlanes (V))
Chelsea-Dinamo Kyev 3-0 (17’ Pedro, 65’ Willian, 90’ Hudson-Odoi)
Valencia-Krasnodar 2-1 (12’ e 24’ Rodrigo (V), 63’ Claesson (K))
C'è qualcosa che non Var
INSIDEROMA.COM - MATTEO LUCIANI - Finisce con Alessandro Florenzi in lacrime, distrutto nell'animo per aver causato il calcio di rigore che, di fatto, ha estromesso la Roma dalla competizione, la campagna nella Champions League 2018/2019 della squadra di Eusebio Di Francesco.
Se il numero 24 giallorosso ha commesso un'ingenuità plateale nel trattenere, seppur leggermente, un avversario a pochi passi dalla porta di Olsen, quando questi mai sarebbe stato in grado di raggiungere il pallone per andare in rete, è pur vero che a condannare definitivamente la formazione capitolina ci ha pensato qualcun altro; ad essere precisi, un quarantaduenne di Istanbul corrispondente al nome e cognome di Cüneyt Çakır.
Per sfortuna della Roma, si trattava dell'arbitro del match; in particolare, colui che a pochi minuti dal secondo tempo supplementare decideva di recarsi personalmente a rivedere l'episodio inerente alla trattenuta di Florenzi su Fernando, optando per il calcio di rigore in favore dei lusitani, ma allo stesso tempo, soltanto una manciata di secondi dopo, evitava di consultare la VAR review in merito all'episodio in area di rigore portoghese tra Marega e Schick: incoerenza totale e inspiegabile.
Qualcuno si è affrettato a sostenere che la colpa principale sia da attribuire all'arbitro polacco Marciniak, l'uomo scelto dalla Uefa come VAR per la sfida dell'Estadio Do Dragão, il quale avrebbe dovuto segnalare a Çakır di recarsi presso lo schermo installato a bordo campo per vedere in prima persona il contatto tra l'ex Samp e il centravanti del Porto, proprio come avvenuto nel caso Florenzi-Fernando: di chiunque siano state le responsabilità, posto che è stato più volte specificato come il direttore di gara resti il giudice assoluto per ogni decisione da prendere sul terreno di gioco, la sostanza non cambia.
La Roma è fuori dalla Champions League, nonostante un sorteggio che sembrava essere stato realmente benevolo con i giallorossi.
Detto della controversa (eufemismo) condotta arbitrale, non bisogna comunque nascondersi dietro a un dito. La squadra vista in campo ieri sera a Oporto è stata per larghi tratti della partita realmente impresentabile. Non una novità, purtroppo, in questa stagione e soprattutto nelle ultime settimane.
La scelta di Eusebio Di Francesco, un 3-5-2 ultradifensivo dedito a non prenderle per custodire strenuamente il misero gol di vantaggio a disposizione, non ha assolutamente pagato. Fino al momento in cui ha avuto benzina nelle gambe, il Porto di Sergio Conceiçao è parso viaggiare a una velocità doppia rispetto alla Roma, potendo inoltre contare su un sistema di gioco e di idee collaudato rispetto ai giallorossi, i quali a ormai pochi mesi dalla conclusione della stagione sembrano continuare a chiedersi cosa debbano fare sul terreno di gioco in diversi momenti dei match.
Quale la soluzione, dunque? L'addio all'ex mister del Sassuolo pare la scelta più logica in modo da tentare quantomeno di salvare il salvabile in campionato, ma certo le colpe non possono unicamente ricadere sull'allenatore.
Se rispetto alla passata stagione, conclusa con un buon terzo posto e un percorso in Champions League da incorniciare, ma soprattutto con la sensazione che mancasse veramente poco (solo un paio di innesti mirati?) alla Roma per effettuare il definitivo salto di qualità, si è scelto di continuare a cedere alcune delle colonne della squadra (Alisson su tutti), un allenatore può fare veramente poco.
Probabilmente, l'errore principale di Eusebio Di Francesco è stato quello di accettare in modo troppo passivo le scellerate scelte societarie in sede di mercato al fine di tenersi stretto la panchina della 'sua' Roma: uno sbaglio che lui stesso pagherà in prima persona, adesso o comunque a fine campionato.
Le pagelle di Porto-Roma
La Roma perde 3-1 col Porto e viene eliminata dalla Champions League. I giallorossi commettono 2 errori gravi in fase di ripartenza e vengono puniti dalle reti di Soares e Marega. Nel mezzo, pareggio di De Rossi su rigore. Nei tempi supplementari, rigore dubbio assegnato ai lusitani e trasformato da Telles, che regala la qualificazione agli uomini di Conceicao.
Olsen 5.5 - Non dà molta sicurezza alla difesa e ha un minimo di responsabilità sul secondo gol, rimanendo fisso tra i pali. Compie un paio di buoni interventi ma nulla più.
Karsdorp 5 - Si fa cogliere spesso impreparato da Corona che da quella parte fa il bello ed il cattivo tempo. (55’ Florenzi 5 - La sua gara sarebbe anche sufficiente se non commettesse l’errore di trattenere in area Fernando e regalare così il rigore del 3-1, anche la posizione dell’attaccante del Porto è irregolare).
Manolas 5.5 - Solita ottima partita macchiata pesantemente dall’ingenuità nell’azione della prima rete dei portoghesi, quando si fa togliere il pallone da Marega.
Juan Jesus 6 - Match attento e sempre abile in chiusura, l’ultimo ad arrendersi anche quando i portoghesi attaccavano in massa.
Marcano 5.5 - Lotta con Marega e lo limita più che può ma di fronte ha una furia difficilmente contenibile e paga dazio anche a livello fisico. (76’ Cristante 6 - Entra per giocare in coppia con Nzonzi ed aumenta la qualità del reparto mettendoci tutta la grinta che ha. Fa un assist eccellente per Dzeko ma il bosniaco spreca la migliore palla gol della partita).
Kolarov 5.5 - Soffre meno di Karsdorp il suo dirimpettaio e si fa vedere spesso in fase d’attacco dando una mano a Perotti ma perde troppi duelli a metà e sulla trequarti campo giallorossa.
Nzonzi 4 - Un ectoplasma pagato quasi 30 milioni. Lento, macchinoso, impreciso e perde anche troppi scontri fisici ed arei che dovrebbero esser le sue doti migliori. Uno dei motivi di questa eliminazione.
De Rossi 6.5 - Trasforma il rigore dell’1-1 e dà speranza di qualificazione alla squadra ma poi deve arrendere per il riacutizzarsi del problema al polpaccio e la squadra ne risente pesantemente. (37’ Pellegrini 5.5 - Non si vede particolarmente in nessuna fase di gioco se non quando si fa ammonire. Deve lasciare il campo anche lui per infortunio. 6’ del primo tempo supplì. Schick 6 - Dà quello che può dare e si sarebbe procurato anche un fallo da rigore di Marega al 120’ ma il VAR non è di questo avviso).
Zaniolo 5.5 - Cresce alla distanza quando calano gli avversari ma non riesce mai a tirare in porta e lo si ricorda solo per un bell’assist nel finale ma sfruttato da Dzeko.
Dzeko 5 - Fino al 90’, lotta come un leone con uno degli avversari più scorretti d’Europa che risponde al nome di Pepe ma nei supplementari fallisce 2 conclusioni facili, soprattutto la seconda quando decide di fare un cucchiaio troppo lento che l’ex difensore del Real Madrid salva quasi sulla linea.
Perotti 6.5 - Si procura il calcio di rigore del pareggio, supera sempre il diretto marcatore, recupera molti palloni e fa assist di pregevole fattura. Un giocatore che è mancato tanto e su cui bisogna puntare.
Di Francesco 5.5 - Il tecnico della Roma disegna la squadra con un quasi inedito 3-4-3 come fatto contro il Barcellona lo scorso anno ma mancano alcuni interpreti fondamentali di quella partita ed i risultati sono evidenti. Il punteggio di 2-1 che porta ai supplementari è giusto ma negli ultimi 30’ è la sua formazione a meritare il passaggio del turno ma se il suo centravanti sbaglia 2 reti facili e l’arbitro decide di dare un rigore con il protagonista del Porto in fuorigioco (di spalla e millimetrico ma c’è) e non dà un evidente penalty ai giallorossi sul finale, le sue responsabilità ci sono ma non sono tante nella sfida del Do Dragao.
Allenamento Roma. Di Francesco dirige la seduta, individuale per Ünder e Pastore
La Roma è tornata ad allenarsi questo pomeriggio in vista della gara di campionato contro l'Empoli, in programma lunedì alle 20:30 allo stadio Olimpico. I giallorossi sono rientrati nella Capitale alle 14:20 da Porto, dove ieri la squadra è stata eliminata dai lusitani. La squadra è stata divisa in due gruppi come di consueto dopo una gara, chi non ha giocato svolge un normale allenamento in campo. La sessione è regolarmente guidata da Di Francesco e dal suo staff. Lavoro individuale in campo per Ünder e Pastore.
Roma&Eusebio: l'ultimo Porto
MESSAGGERO - TRANI - Pioggia e vento, davanti all'Atlantico. Anche il set sembra insomma studiato nei dettagli per la notte da passare all'Estadio do Dragao. Da dentro o fuori. Banale, vero. Anzi scontato. Ma è così quando è in programma la sfida di ritorno di qualsiasi turno ad eliminazione diretta e di qualunque coppa quando il punteggio della partita d'andata è rimasto in bilico. Come è successo lo scorso 12 febbraio all'Olimpico: 2-1. Il valore del Match di Oporto è, però, doppio. Va oltre la Champions. Non c'è, dunque, in ballo solo la promozione della Roma ai quarti per il 2° anno di fila o l'esclusione della stessa dalle migliori 8 d'Europa. Testa o croce anche per Di Francesco. Il destino dell'allenatore seguirà il verdetto del campo: in caso di qualificazione resterà sulla panchina giallorossa, al contrario con l'eliminazione dovrà lasciarla all'erede.
ULTIMA CHIAMATA - Pallotta, su consiglio del suggeritore-consulente Baldini, ha scelto il successore di Di Francesco dopo il ko del 23 settembre a Bologna: Paulo Sousa. Che, tra l'altro, è già in zona, la famiglia vive a Viseu, 120 km da Oporto. In tasca ha l'accredito per il match da tempo, non il contratto. Monchi per 5 mesi ha fatto scudo all'attuale allenatore. Il ds, ormai più vicino all'Arsenal (a Londra lo aspettano addirittura a fine marzo) che al tecnico, si è dovuto arrendere domenica sera. Anche se la soluzione scelta a Boston non piace al gruppo. Che preferirebbe l'ex compagno Panucci, attuale ct dell'Albania. Cristian e Paulo si conoscono bene, avendo giocato insieme nell'Inter, guidata da Lippi, nella stagione 1999-2000. La proposta del club giallorosso è legata al 4° posto: senza il raggiungimento dell'obiettivo, stop all'avventura pure per chi entra in corsa. Donadoni è disponibile, accettando il legame di 4 mesi, ovviamente da allungare se farà centro: in questo senso è il traghettatore ideale. Sousa, invece, chiede di restare a prescindere e almeno fino al 30 giugno 2020: Baldini vorrebbe accontentarlo. Rilancio del Bordeaux, ad inizio settimana: contratto fino al 30 giugno 2021, con ingaggio da 2,3 milioni netti all'anno. Paulo, però, prende tempo: domani la sua risposta definitiva al club francese.
FORMULA CONDIVISA - Di Francesco, anche se tentato dalla difesa a 3 (provato lunedì il 3-5-2) con cui eliminò il Barcellona di Messi il 10 aprile 2018, accontenta i giocatori che lo devono aiutare nel match della verità e ripropone quindi il 4-2-3-1, usato in corsa pure contro la Lazio. Ma azzerando, o quasi, la linea difensiva del derby: dentro Karsdorp, Manolas e Marcano, fuori Fazio e Jesus. Più Florenzi alzato nel tridente a destra o, se a destra si sposterà El Shaarawy, anche lui spinto in panchina come i due centrali. In mezzo al campo spazio ai senatori, con torna Nzonzi accanto De Rossi. Zaniolo, invece, sale dietro a Dzeko e si riprende il ruolo di trequartista. In caso di ripensamento, ecco pronto il 4-3-3: con Pellegrini in campo e non più Nzonzi.
IMMAGINE E RICCHEZZA - La sfida di Oporto, numero 111 in Champions e 7° tentativo (3 a vuoto e 3 riusciti) di andare ai quarti, non vale solo per il prestigio del club di Pallotta. Conta, e parecchio, pure per il bilancio. La qualificazione garantirebbe alla Roma almeno altri 20 milioni (incassati fin qui quasi 70): 10,5 per la promozione al turno successivo, più l'incasso della partita in casa e il market pool (cifra che si calcola al traguardo e che aumenta a seconda delle gare disputate e se, ad esempio, dovesse uscire la Juve come accadde la stagione scorsa).
Pastore, il polpaccio misterioso e l'annata piena di risentimenti
MESSAGGERO - Come se il momento delicato che sta attraversando la Roma non bastasse a scaldare gli animi, da ieri è spuntato il caso Pastore. L'argentino, reduce da un derby incandescente durante il quale prima di essere chiamato in causa ha rivolto un gesto poco elegante verso la panchina, non è stato convocato per la sfida di Champions contro il Porto. Il perché? Le fonti ufficiali fanno sapere che il centrocampista ha avuto l'ennesima ricaduta al polpaccio sinistro diagnosticata lunedì sera dopo alcuni esami strumentali. Ed è per questo che non solo non ha partecipato alla rifinitura di ieri mattina, ma assisterà all'ottavo di finale seduto sul divano di casa. Il gesto, che ha innervosito Di Francesco, è il risultato di frustrazione e risentimento accumulati durante la stagione in cui non è riuscito a dare il meglio di se proprio a causa di quel polpaccio, giunto alla quarta lesione e che lo ha fatto stare in infermeria per circa due mesi.
IL POST - Poco dopo la comunicazione della notizia della mancata convocazione, la moglie dell'argentino Chiara Picone ha postato su Instagram una foto del marito con in braccio il figlioletto. Nulla di strano se non fosse che la didascalia allegata recita: «Mi auguro che sia come te che hai l' anima pura. Educato, paziente, sempre gentile e generoso con tutti. Sei un signore nella vita, professionale e onesto. Vivi per la tua famiglia e noi viviamo per te, chi ti conosce sa di cosa sto parlando». È la seconda volta in pochi giorni che la moglie di Pastore prende le difese del centrocampista: nelle scorse settimane oltre alle critiche dei tifosi, l'ex ds romanista e suo scopritore lo ha definito «imbarazzante». Chiara non ci ha pensato due volte e ha reagito: «Sul cadavere dei leoni festeggiano i cani. Ma i leoni rimangono leoni e i cani rimangono cani». Impossibile dire a chi fosse riferito il messaggio, ma è che certo la signora Pastore ha molto cuore le sorti di suo marito.
«Non voglio vivere da sopportato»
MESSAGGERO - «Non gioco io, ma la Roma». Di Francesco, aspettando la notte del giudizio, sventola la bandiera giallorossa. E mette la squadra sul palcoscenico, rifugiandosi dietro le quinte. Anche lì può essere, però, colpito se non riuscirà a centrare, anche in questa stagione, la qualificazione ai quarti. Sa che cosa lo aspetta in caso di eliminazione. Ha vissuto già 3 vigilie simili: prima del Frosinone, del Genoa e del Milan. Rischia di non finire il semestre dedicato agli esami.
SOLO IL RISULTATO - Eusebio non si spaventa. «Da quando sono seduto su questa panchina che conosco le difficoltà. Il momento complicato è sempre il prossimo... Ma non è la mia partita. Gioca la squadra. E, anche se si parla di altro, l'interesse del tifoso giallorosso è che la Roma passi, a prescindere di chi sia l'allenatore in futuro. Il mio pensiero sincero va ai ragazzi per fare una partita di altissimo livello, come quelle dell'anno scorso, e per andare avanti. Mi dà fastidio che si parli del sottoscritto. Prima viene la Roma. Credo ancora nella possibilità di fare un risultato positivo. Il resto sono parole che fanno parte del gioco. Noi siamo criticati più per i risultati che per il lavoro. Il pensiero non va a me stesso ma alla squadra, se passiamo se ne gioveranno tutti. Dopo un periodo positivo di risultati il derby ha inciso sul morale generale, ma occorre pensare a questa come partita secca, quella della vita. Essere supportato è fondamentale, essere sopportato no». Non è certa la presenza di Paulo Sousa, altro rivale portoghese della serata del Do Dragao.
TRIBUNA SCOMODA - «Se viene non ci vedono niente di male. E' giusto per chi fa il nostro mestiere andare a seguire i match. Potrebbe capitare pure a me. Un conto è il lavoro e un altro, invece, certe dichiarazioni...». Indicazioni verso i quarti: «Ha ragione Coinceçao, sarà una partita lunga. Voglio vedere una grande fase difensiva. Non dirò per ora ai giocatori chi sarà titolare: voglio decidere alla fine e vedere le loro facce per decidere chi scenderà in campo per questa grande battaglia. L'idea è partire con il 4-3-3, ma poi se la notte porterà consiglio...».
GLI ESLCUSI - Nessun vantaggio al Porto, dunque. I convocati sono 21: fuori con pastore, anche Coric e Under. «Siamo tutti con Di Francesco, al cento per cento. Basta chiacchiere, ma dobbiamo dimostrarlo con i fatti. Abbiamo un piccolo vantaggio, difendiamolo. E io vorrei tornare decisivo». Coinceçao perdona Militao (fuori 3 partite per aver partecipato ad una festa prima di una trasferta) e ritrova Marega. «Anche io sono in grande difficoltà. Siamo tutti sulla corda». Il riferimento è al 1° posto in classifica lasciato al Benfica dopo la sconfitta casalinga nello scontro diretto. «Dobbiamo cercare di vincere, ma non con fretta».