Contro il Bologna tra maledizione e fame di riscatto

LA REPUBBLICA - PINCI - Vietato guardare indietro. La ferita non è freschissima, ma i motivi per ricordarla abbondano. Uno su tutti. Anzi, undici. Come i punti persi contro le ultime sei in classifica. Chievo, Spal, Udinese e ovviamente il Bologna, che oggi torna all’Olimpico pure con un volto differente: avversarie che nel girone d’andata sono costate 3 sconfitte e un pareggio sanguinoso, in rimonta.

Partite abbordabili e gettate via, inspiegabilmente senza giocarle neppure. Black out senza i quali, oggi, la Roma potrebbe trovarsi saldamente al terzo posto, dietro a Juventus e Napoli e davanti all’Inter del “nemico” Spalletti. E i punti diventano 13 aggiungendo il Cagliari, che oggi è precipitato al 14° posto. Quasi una maledizione a cui Di Francesco deve trovare il modo di porre rimedio.

Proprio contro l’avversario peggiore: perché è al Dall’Ara, nella gara di andata, che ha iniziato a scricchiolare la sua panchina. Quella sera Pallotta si disse «disgustato». Il suo consulente Baldini iniziò a flirtare con Paulo Sousa, da quel momento diventato spettro a intermittenza sulla sua testa. Ogni sconfitta, è quella sera che torna in mente, con la squadra in ritiro e i dirigenti muti come mummie. «È un ricordo non bello - ammette Di Francesco - però ci deve servire per non tornare indietro. Quest’anno i momenti si sono un po’ alternati, abbiamo risalito la china e poi siamo tornati in basso. Sarà comunque una partita differente dall’andata, è un altro Bologna, ha un altro allenatore e tanti giocatori nuovi. Una squadra che lavora in maniera differente rispetto a prima».

Ma che non potrà sbagliare nulla: molte concorrenti per la salvezza nel weekend hanno vinto (Cagliari, Empoli, Udinese) e dopo la Roma Mihajlovic ospiterà la Juve. Insomma, la squadra ha pochissimo da perdere. Anche per questo il turnover è rimandato. Avrebbe voluto lasciare a riposo Zaniolo, il tecnico, magari per sgravarlo da pressioni. Ma lo stop di El Shaarawy lo costringe a diversi intendimenti: « - ammette Di Francesco - in questo momento devo tenerlo per forza in considerazione perché non ho altri attaccanti, considerato che Ünder e Schick sono infortunati e El Shaarawy è in dubbio. Ma faccio un appello generale: fatelo rimanere sereno. È un ragazzo di 19 anni, non deve avere addosso troppe responsabilità, l’ho detto anche a lui. Si è parlato anche di questa maglia 10, ma per ora gli sta benissimo la 22. Dobbiamo essere bravi noi e l’ambiente a farlo crescere. È un giocatore di grande prospettiva che deve ancora dimostrare tante cose».

Torna Olsen dopo aver lasciato a Mirante la difesa della porta contro il Porto. Tornerà anche Perotti, quell’uomo in più mancato lungamente in questa stagione: solo 218 minuti e spalmati su 5 partite (non gioca dal 26 dicembre). Mancherà anche l’ex Destro, nel Bologna: ma questa per la Roma non può che essere una buona notizia


Niente riposo, la Roma non può fare a meno di Zaniolo

LA REPUBBLICA - PINCI - Dopo i due gol in Champions, avrebbe potuto riposare. Come per permettere a tutta quell’attenzione sollevata di posarsi con più calma. E invece, Nicolò Zaniolo non potrà fermarsi. Contro il Bologna di Mihajlovic, che evoca lo spettro della sconfitta rimediata un girone fa al Dall’Ara, Di Francesco sarà costretto a chiedere gli straordinari al trequartista ligure a cui tanti a Roma vorrebbero dare la 10 di Totti («Meglio per ora tenga la 22», dice il tecnico).

Nei giorni scorsi però, a Trigoria stava prendendo corpo l’idea di regalargli un lunedì sera lontano dai riflettori: non per motivi fisici, ma di opportunità. La doppietta contro il Porto ha attirato su di lui un ciclone di attenzioni, di paragoni ingombranti, di proposte esagerate, come dargli la maglia numero dieci di Totti. Lasciarlo fuori poteva servire anche per mandare un messaggio al mondo intorno a lui: non ha fatto ancora nulla e nessuno è indispensabile. Insomma, un modo per tutelarlo da quel tumulto di attenzioni.

Ma le condizioni di El Shaarawy, che ha rimediato un colpo all’anca nell’allenamento di sabato, costringono a riflessioni diverse. Kluivert, unico esterno rimasto e pronto all’uso, dovrà quasi certamente prendere il suo posto. E senza Schick e Ünder, l’idea di affievolire la luce dei riflettori puntati su Zaniolo è da rimandare. Non che a lui costi molto: «Nicolò giocherebbe sempre e in qualsiasi ruolo», raccontano le persone a lui vicine per trasferire quell’entusiasmo fanciullo con cui affronta ogni partita. Contro, la disperazione del Bologna, oggi a -3 dall’Empoli quartultimo e spettatore dei successi delle dirette concorrenti, ieri. Le mancherà pure l’ex romanista Destro. Anche se Mihajlovic, da sempre, preferisce i tiri mancini.


Paratici: "Felici che giovani italiani di talento come Zaniolo vengano accostati alla Juve"

Fabio Paratici, direttore sportivo della Juventus, è intervenuto ai microfoni di Radio Rai Uno. Queste le sue dichiarazioni:

Chi tra Zaniolo, Chiesa, Barella e Tonali ha più chance di arrivare alla Juve?

"Siamo contenti che i giovani italiani vengano accostati alla Juventus. Sono giovani bravi. Sicuramente sono sulla bocca di tutti e dunque sono oggettivamente bravi. Non ce n'è uno che possa essere accostato a noi in particolare. Li stiamo seguendo come li stanno seguendo tutti in Italia e in Europa".

Era vera la lista a lei attribuita? 

"Non è che fosse vera, sono giocatori bravi. Non ci vuole una grande competenza per capire che quei calciatori sono forti. Poteva essere fatta da chiunque, visti i nomi che erano presenti su quel foglio". 


Stadio, Raggi: "L'area individuata è quella giusta. Il Politecnico ha confermato la nostra linea"

Virginia Raggi, sindaco di Roma, ha rilasciato un'intervista a La Verità, parlando anche dello stadio della Roma. Questo un estratto delle sue dichiarazioni:

"Sì, alla fine lo stadio si farà. Abbiamo trovato il provvedimento già approvato, e nell’interesse pubblico lo abbiamo inquadrato in standard ambientaIi elevatissimi". 

E questa struttura, il cui percorso è stato rallentato dalle inchieste giudiziarie, quanto verrà a costare? 

"Ci accingiamo a investire un miliardo di finanziamenti privati nei prossimi tre anni. Questo a ulteriore dimostrazione del fatto che non siamo contrari a prescindere alle infrastrutture". 

Però nella relazione chiesta dal Comune al Politecnico di Torino c’era scritto che l’impatto dello stadio sulla viabilità capitolina sarebbe stato catastrofico.

"Catastrofica in realtà è l’attuale situazione. Alla fine gli esperti di Torino non hanno fatto che confermare la nostra linea. L'area individuata per lo stadio è quella giusta: poi è chiaro che deve essere una struttura adeguatamente servita non soltanto da arterie automobilistiche. Ci sono già due linee ferroviarie che saranno comunque potenziate. Abbiamo firmato un protocollo con Ferrovie dello Stato per un rinnovamento generale delle linee su ferro".


Roma-Bologna, le probabili formazioni dei quotidiani. Torna Kluivert dal primo minuto con Zaniolo e Dzeko. Chance per Santon e Jesus

INSIDEROMA.COM – La Roma, dopo il successo in Champions League contro il Porto, torna a giocare allo Stadio Olimpico, nel Monday night contro il Bologna. A causa di un costante numeri di indisponibili, Di Francesco sarà costretto a far fare gli straordinari a più di un giocatore. Zaniolo in primis, uomo di punta del momento positivo della Roma, comporrà il tridente insieme a Dzeko e a Kluivert, che troverà nuovamente spazio dal primo minuto. A centrocampo ballottaggio De Rossi-Nzonzi (con il francese in vantaggio) accanto a Cristante e Pellegrini. Olsen torna tra i pali dopo uno stop di due gare, davanti a lui, oltre i soliti Kolarov e Manolas, potrebbero trovare spazio Juan Jesus e Santon per far rifiatare Fazio e Florenzi. Queste le probabili formazioni dei principali quotidiani:

CORRIERE DELLA SERA

Olsen; Florenzi, Manolas, Juan Jesus, Kolarov; Pellegrini, Nzonzi, Cristante; Zaniolo, Dzeko, Kluivert.

IL TEMPO

Olsen; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; Pellegrini, Nzonzi, Cristante; Zaniolo, Dzeko, Kluivert.

LA REPUBBLICA

Olsen; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; Cristante, Nzonzi, Pellegrini; Zaniolo, Dzeko, Kluivert.

CORRIERE DELLO SPORT

Olsen; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; Cristante, Nzonzi, Pellegrini; Zaniolo, Dzeko, Kluivert.

LA GAZZETTA DELLO SPORT

Olsen; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; Pellegrini, Nzonzi, Cristante; Zaniolo, Dzeko, Kluivert.

IL GIORNALE

Olsen; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; Pellegrini, Nzonzi, Cristante; Zaniolo, Dzeko, Kluivert.

LA STAMPA

Olsen; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; Pellegrini, Nzonzi, Cristante; Zaniolo, Dzeko, Kluivert.

IL ROMANISTA

Olsen; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; Pellegrini, De Rossi, Nzonzi; Zaniolo, Dzeko, Kluivert.

LEGGO

Olsen; Florenzi, Manolas, Jesus, Kolarov; Pellegrini, Nzonzi, Cristante; Zaniolo, Dzeko, Kluivert.

TUTTOSPORT 

Olsen; Florenzi, Manolas, Fazio, Kolarov; Pellegrini, Nzonzi, Cristante; Zaniolo, Dzeko, Kluivert.


Il doppio ex di Roma-Bologna: 'Pierino' Wome

INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI - Il terzino sinistro Pierre Wome arriva a Roma per forte volontà di mister Zeman, nel corso della prima avventura del boemo sulla panchina giallorossa alla fine degli anni Novanta. Il camerunese giunge nella Capitale dopo essere stato acquistato dalla Lucchese, venendo subito affettuosamente ribattezzato Pierino.

Wome nasce il 26 marzo del 1979 a Douala, Camerun, debuttando a soli quindici anni nella squadra più titolata del proprio paese, il Canon Yaoundé. Nel 1996 viene notato dagli osservatori del Vicenza, che decidono di portarlo in Italia, agli ordini del tecnico Francesco Guidolin. Stiamo parlando del cosiddetto“Vicenza dei miracoli” capace di fare un grande cammino in Europa, guidato dal “Toro di Sora” Pasquale Luiso; una squadra che arriva addirittura a vincere la Coppa Italia nella stagione’96-97 in finale contro il Napoli.

Per Wome, tuttavia, c’è poco spazio permettersi in mostra, venendo impiegato con molta più frequenza nella primavera della squadra biancorossa. L’anno seguente i vertici del club vicentino decidono di mandarlo a farsi le ossa nella serie cadetta ed è la Lucchese ad assicurarsi le prestazioni di Wome. L’ottimo campionato disputato in Toscana gli vale anche la convocazione per i Mondiali di Francia del 1998.

Zeman, da sempre attentissimo agli sviluppi dei giovani talenti, segue con attenzione la crescita di questo esterno sinistro che a ottime doti atletiche abbina anche discrete qualità tecniche. Il boemo convince così il presidente Sensi ad acquistarlo per circa tre miliardi di lire, un investimento che in molti sono sicuri possa ripagare ampiamente la società giallorossa.

Wome è entusiasta della nuova avventura, in cui si appresta a giocare al fianco di grandi campioni come Cafu,Candela e Aldair, e dal ritiro francese della nazionale camerunese puntualizza anche il suo pensiero sul ruolo preferito: “Voglio venire a Roma perché lì ho tanti amici camerunensi che frequentano l'università e poi perché credo che con Zeman, un grandissimo allenatore, mi troverò benissimo. Io preferisco il posto di centrale ed e' lì che rendo al cento per cento. Comunque, sono un jolly. Giocherò lì dove vorrà il mister, non ci sono problemi”.

L’allora selezionatore del Camerun, Claude Leroy, arriva, probabilmente dopo una notte di bagordi, ad affermare su Wome“Quando lo vedi partire palla al piede, è impressionante. Secondo me, e' assai più forte di Roberto Carlos”. Sembra una dichiarazione decisamente sopra le righe, alla quale neppure il più accanito tifoso romanista riesce a credere. Wome arriva alla Roma firmando un contratto di durata quinquennale, per lagioia di Zeman che lo vuole far crescere tranquillamente alle spalle di Vincent Candela per poi lanciarlo nel grande calcio. La storia purtroppo non andrà così.

Wome debutta, da titolare, nella prima partita ufficiale della stagione contro il Chievo Verona in CoppaItalia. Rimane in campo per novanta minuti, impiegato come terzino sinistro, facendo una discreta figura. In campionato gli viene concesso solo qualche spezzone di partita mentre nel primo turno di Coppa Uefa, contro i danesi del Silkeborg, il camerunese è lanciato di nuovo titolare, stavolta al centro della difesa accanto al grande “Pluto” AldairZeman rimane soddisfatto anche della prestazione da centrale difensivo di Wome e lo inizia ad impiegare anche in campionato.

L’ex Lucchese venne utilizzato per la prima volta da titolare in Serie A,sempre come centrale ma stavolta in coppia con Petruzzi, in un Roma-Fiorentina del 17 ottobre del 1998, partita che i tifosi giallorossi ricordano soprattutto per la prestazione dell’attaccante Bartelt, che da lì in poi sarebbe finito nel dimenticatoio.

La prima e unica stagione alla Roma di Wome, tuttavia, si rivela sostanzialmente fallimentare anche a causa di alcuni contrattempi fisici. Si segnala solo in un paio di occasioni: la prima, quando serve l’assistper il gol iniziale di Marco Delvecchio nel grande derby della rimonta romanista, terminato 3-3 dopo che la Roma si era trovata sotto 1-3 e in inferiorità numerica per l’espulsione di Petruzzi; la seconda, quando si fa espellere per un fallo incomprensibile sullo spagnolo Josè Mari nella nottata di Coppa Uefa contro l’Atletico Madrid in cui l’arbitro olandese Van Der Ende ne combina di tutti i colori, estromettendo di fatto la Romadalla competizione.

Al termine della stagione ’98-99, Wome colleziona solo 8 presenze in campionato con la casacca giallorossa.Zeman se ne va e Capello decide di non puntare sul giovane camerunese, che viene così ceduto al Bologna. In Emilia, Wome rimane tre anni, giocando 47 partite e mettendo a segno tre gol, ma soprattutto proseguendo il proprio processo di crescita che sembrava essersi fermato nella sua annata romana.

Dopo un paio di esperienze all'estero (Fulham ed Espanyol), il ragazzo torna in Italia, precisamente a Brescia. Qui Wome torna all’attenzione dei tifosi romanisti per il più classico dei gol degli ex, segnato in un Roma-Brescia del primo maggio del 2005. I giallorossi sono alle prese con una stagione disgraziata, la vittoria manca da tantissimo tempo, ma è assolutamente necessaria per scacciare lo spettro del coinvolgimento nella lotta per non retrocedere. Perrotta porta in vantaggio la Roma ma all’inizio del secondo tempo accade l’irreparabile. Wome si ricorda dopo tempo immemore del proprio sinistro al fulmicotone e trafigge Curci direttamente da calcio piazzato. La partita finisce poi 2-2, con i tifosi romanisti ancora increduli per aver visto passare sotto i propri occhi l’ennesima rete di un ex giallorosso che con la Roma ha, invece, combinato poco o nulla.

In Lombardia Wome disputa una buona annata, che gli vale addirittura la chiamata dell’Inter di Mancini. A Milano, però, Wome rimane un solo anno senza avere troppe chance, chiuso addirittura da Giuseppe Favalli.


Piatek, Icardi e Zaniolo diversamente eroi

IL MESSAGGERO – CAPUTI - Mai come ieri allo stadio Mazza di Ferrara abbiamo compreso cosa sia il calcio al tempo della Var. Assurdo o paradossale che sia, passare da una rete segnata e azzerata per un rigore concesso per una azione avvenuta poco meno di un minuto prima, è il nuovo modo di vivere una partita di calcio. È complicatissimo abituarsi e soffocare la gioia per un gol in attesa del check ma dobbiamo adeguarci. Con la tecnologia il calcio è sicuramente più giusto di prima e ne vale la pena. Piuttosto, mentre il Var riduce gli errori e muta il nostro modo di seguire le partite, è inammissibile quanto accaduto nel match di Lega Pro tra Cuneo e Pro Piacenza. Una vergogna alla quale il presidente della Figc Gravina deve porre fine una volta per tutte, senza se e senza ma. Icardi, Piatek e Zaniolo sono tra i principali protagonisti del momento. E non è un caso che le loro storie s'intreccino con quelle delle loro squadre in piena lotta per i posti Champions. Icardi, degradato e momentaneamente infortunato, fa discutere ma intanto la sua assenza sembra aver compattato l'Inter che resiste al 3° posto. Piatek, 6 reti in 5 gare con il Milan, è una rivelazione doppia, prima con il Genoa e ora in maglia rossonera. Il polacco inventa gol e, al contrario di Higuain, sta facendo la differenza. Zaniolo è un talento esploso così rapidamente da essersi ritrovato in pochi mesi al centro dell'universo calcistico. Se gestirà il peso di questa debordante popolarità, allora sì che potrà diventare un campione.

 


La Var a Ferrara ha riscritto la storia del nostro calcio

IL MESSAGGERO – AVANTAGGIATO - Prima o poi doveva accadere. La Var riscrive la storia del calcio, togliendo un gol ad una squadra e assegnando un rigore all'altra nella stessa azione, durata appena 35 secondi . Un lasso di tempo brevissimo, ma abbastanza lungo da creare stupore e riflessione perché cambia il modo di vedere il calcio. Spal-Fiorentina, diretta da Pairetto con la collaborazione al Var di Mazzoleni, resterà nella storia del nostro calcio proprio perché mai era accaduto che un gol regolare fosse annullato per concedere un fallo da rigore.

Situazione al limite, che ha generato, ovviamente, una serie di polemiche e di dubbi. Non sull'applicazione del protocollo, che rende corretto il comportamento dei due direttori di gara, dato che tra il fallo da rigore su Chiesa e il gol di Valoti non c'è stato cambio di palla e dunque neutralizzazione dell'intervento Var; ma sulla necessità di consentire all'arbitro di fermare subito il gioco, se esiste anche solo un dubbio da parte del Var per possibili falli sfuggiti o visti in modo distorto. Ieri, al di là della valutazione data da Mazzoleni al fallo subito di Chiesa (il pestone c'è, ma l'attaccante si era già liberato della palla...) è questo l'aspetto che ha segnato una svolta.

Nicola Rizzoli, che era a Ferrara, avrà fatto tesoro anche di quest'altro episodio, da inserire assolutamente nella casistica che dovrà essere oggetto di valutazione da parte dell'Ifab per rivedere il protocollo di applicazione della Var. Ieri, la giornata arbitrale è stata caratterizzata anche da un altro momento difficile. Vissuto a Udine, negli ultimi istanti della partita, quando una gomitata al volto in area veronese di Djordjevic a Pussetto sfugge a Valeri, che però viene richiamato al video da Giacomelli. Dopo un minuto circa di visione delle immagini, l'arbitro decide di assegnare il calcio di rigore, valutando il braccio di Djordjevic non congruo con il movimento del corpo. Decisione corretta, anche se fortemente contestata dai veronesi. Dopo le dichiarazioni di Mazzarri sugli arbitri, l'allenatore del 'l'orino ha vissuto una serata tranquilla al San Paolo di Napoli. Dove l'arbitro Fabbri ha avuto bisogno dell'assistenza del Var La Penna per correggere l'errore del secondo giallo a Allan: il fallo di Belotti lo ha commesso Malcuit e non il brasiliano.


Monchi su Cornet, l'agente: "La cessione è una possibilità"

Maxwell Cornet, esterno destro del Lione, avrebbe attirato l'attenzione di RomaMilan. A tal proposito l'agente del giocatore ivoriano, intervenendo ai microfoni di RMC, ha dichiarato:

"Per quanto riguarda il rinnovo di contratto non ci sono novità. Prendiamo in considerazioni tutte le possibilità e la cessione è una di queste. Il ragazzo è ancora corteggiato e certamente ci sono club che busseranno alla porta per lui".


Roma Primavera in partenza per la Danimarca (Foto)

La Roma Primavera è in partenza per la Danimarca. In vista della sfida di Youth League contro il Midtjylland che si disputerà mercoledì sera, Alberto De Rossi e i suoi ragazzi volano verso il nord europa.


Hamsik al Dallan Rifan (Foto)

Marek Hamsik è il nuovo acquisto del Dallan Yifang. Ufficiale il trasferimento dal Napoli al club asiatico: lo rende noto il profilo Twitter del club cinese: nella foto pubblicata l'ex giocatore del club partenopeo indossa il numero 17, che si porta dietro da anni.


Barcellona, Lenglet: "C'è una cicatrice, molti giocatori si sono sentiti delusi da quella partita di ritorno a Roma"

Il Barcellona si scontrerà con il Lione. Dopo la sconfitta con la Roma, la pressione si fa sentire di fronte ad un altro match ad eliminazione diretta. Il difensore Lenglet parla così: 

“C’è una cicatrice e vogliamo cancellarla facendo una grande camminata in Champions. Eliminare la cicatrice e dare un’altra immagine al club. Immagino che molti giocatori si siano sentiti delusi da quella partita di ritorno a Roma, e lo stesso vale per i dirigenti. Dobbiamo dimostrare che è stato un errore facendo meglio”.