Astori. Su tutti i maxischermi della prossima giornata di serie A sarà proiettata un'immagine dell'ex capitano della Fiorentina al minuto 13

Al minuto 13 sarà proiettata sui maxischermi degli stadi una foto di Davide Astori. Questo è quanto ha deciso la Lega Calcio e che accadrà in ricordo dell'ex capitano della Fiorentina, morto lo scorso 4 marzo ad Udine. Ci sarà anche un breve messaggio da parte dello speaker che inviterà tutti i tifosi presenti sugli spalti a rivolgere un caloroso e sentito applauso in memoria del Capitano viola. Secondo quanto riportato dal sito legaseriea.it, la foto resterà esposta per 13 secondi, durante i quali il gioco non subirà alcuna interruzione.

Gaetano Miccichè, presidente della Lega Serie A, ha commentato:

Il ricordo di Davide è sempre vivo in tutti gli appassionati di calcio, dedicargli un applauso significa rendere omaggio ad un grande uomo e ad un grande Capitano, straordinario esempio di correttezza e lealtà sportiva dentro e fuori dal campo”.


Esonerato Ranieri. Non è più l'allenatore del Fulham

Il Fulham esonera Claudio Ranieri. L'ex tecnico giallorosso è stato infatti esonerato dal club inglese, che per ora ha nominato Scott Parker alla guida della Prima Squadra ad interim. Queste le parole del presidente Shahid Khan riportate dal sito ufficiale del club, fulhamfc.com

Dopo l’incontro del pomeriggio, il tecnico si è detto d’accordo sulla decisione di cambiare tecnico. Claudio è stato un gentleman, non ha raggiunto gli obiettivi ma non è l’unico a cui dare colpe”.


Nzonzi: "Bello giocare al fianco di De Rossi. Atmosfera derby fantastica"

Steven Nzonzi, centrocampista giallorosso, è stato intervistato nel corso di Match Preview in onda su RomaTV. Queste le sue dichiarazioni.

Ripartiamo dal successo della scorsa settimana contro il Frosinone… tre punti arrivati all’ultimo respiro.
Sì, è stata una vittoria importante e abbiamo segnato un gol all’ultimo minuto, a dimostrazione che la squadra ha spirito, carattere e non ha mai mollato. Non è stata una gara facile, siamo davvero molto contenti per questa vittoria fondamentale”.

Che tipo di vittoria è stata? Quella di una squadra che ha voluto fino all’ultimo il successo o quella di una formazione che spesso si perde e non riesce a chiudere le partite?
Non saprei, è stata una vittoria contro una squadra che lotta per la salvezza, per giunta in trasferta, dove non è mai facile; erano importanti i tre punti, fondamentali, insomma abbiamo raggiunto il nostro obiettivo”.

I numeri dicono che quando lei è sceso in campo dall'inizio con accanto De Rossi la Roma ha sempre vinto, perché? Come si trova a giocare con il capitano?
È una statistica positiva, ma resta una statistica. Non importa chi scende in campo, tutti cercano di dare il meglio. Nel nostro ruolo di centrocampisti, sicuramente è bello giocare al fianco di Daniele De Rossi, un giocatore così esperto che è al top da molti anni”.

Il successo contro il Frosinone, anche per come è arrivato, rimane comunque un risultato che vi dà grande morale in vista del derby…
Si, è certo una grande iniezione di fiducia, molto positiva per il morale. Una gara difficile quella vinta a Frosinone, le condizioni ambientali non erano le migliori, non vuole essere una scusa ma qualche mese fa l'avremmo persa. Faceva freddo, c'era vento, il campo non era nelle condizioni migliori… Era una partita che dovevamo vincere e l'abbiamo vinta! Questo dimostra che la squadra sta migliorando e sotto il piano mentale è importante in vista del derby”.

Il derby di andata è andato bene… che emozioni ha provato in quella data?
Un'atmosfera fantastica, straordinaria. Tutti i derby sono speciali, sarà una battaglia come e più di ogni altra partita. Sarà una partita speciale per il club, per i tifosi. Abbiamo vinto l’andata, non è stato facile, ci aspetta un’altra gara non facile, ma siamo pronti”.

Il derby di Roma non è cosi diverso da quello di Siviglia…
Sì, sono gare abbastanza simili, anche quello di Siviglia è molto caldo. Sono entrambe due tifoserie passionali. L’Olimpico è più grande e l’atmosfera sarà ancora più calda”.

Cosa, o chi, teme in particolare della Lazio?
Paura non direi, sappiamo che è una buona squadra, una formazione con delle buone individualità che sta facendo bene. A livello collettivo sono forti e solidi. Non mi sono concentrato troppo sui singoli, in generale non dobbiamo temere nessuno, non lo dico in termini negativi. Giochiamo undici contro undici, sarà una bella sfida che vogliamo vincere”.

Il derby, come detto, non è una partita come un’altra, vale molto per i tifosi ma vale molto anche per la classifica.
Sarà una gara importante tra due squadre che vogliono arrivare nelle prime quattro, che hanno come obiettivo la qualificazione per la prossima Champions League. Una partita importante dicevo, ma non decisiva ai fini della qualificazione, sarà importante chiudere bene la stagione. Mancano tante gare alla fine dell'annata, molte decisive, bisogna lavorare e migliorare per arrivare all’obiettivo”.

Dal derby di andata ad oggi la Roma è cresciuta e ha trovato certezze, sia in alcuni giocatori che nel gruppo, ma in realtà non ha mai trovato continuità, perché?
Difficile dare una spiegazione a questo, noi cerchiamo una regolarità di rendimento, proviamo a vincere tutte le partite, ma non sempre è possibile. In questo periodo l’aspetto positivo è che la squadra stia migliorando e cercherà fino all’ultimo di raggiungere l’obiettivo. Finire al quarto posto o se possibile ancora più in alto”.

Come giudica, fino a questo momento, la sua stagione?
Quello che conta è il rendimento della squadra. Fino ad oggi penso di aver fatto discretamente, sto crescendo fisicamente, ma non sono ancora al 100%. Sto lavorando per migliorare, so che posso fare molto di più, non mi accontento. Ma faccio fatica a giudicare la mia stagione, lascio ad altri questo compito. Posso solo dire che sto lavorando per migliorare”.

Quanto ha influito sul suo rendimento il mondiale giocato in Russia?
Indubbiamente un Mondiale ti condiziona un po’ sul piano fisico. Per due mesi si è speso tanto sia sul piano fisico che emotivo. I calciatori che hanno disputato il Mondiale hanno praticamente saltato la preparazione estiva e non hanno fatto il pre-campionato. Il corpo certamente ne risente. Personalmente al momento mi sento bene, so che posso fare di più e mi sto impegnando. La rassegna ha sicuramente un impatto, ma è una esperienza straordinaria. Adesso sono felice di essere qui”.

Quanto è diverso il campionato italiano?
Ci sono sicuramente delle differenze tra i vari campionati, ma sono stato fortunato nella mia carriera ad aver giocato prima in Inghilterra, poi Spagna e adesso nel campionato italiano. Sono diversi tra loro ed è sempre una buona occasione per migliorare. Il campionato italiano è molto tattico, c’è meno spazio che in Spagna, qui bisogna pensare più rapidamente. Una buona occasione di crescita personale”.

Con il derby si entra nel momento decisivo della stagione…
Ci stiamo avvicinando al traguardo finale, alla fine della stagione. Siamo entrati nella fase cruciale. Qualche mese fa non attraversavamo un buon momento, ma eravamo consapevoli che la stagione fosse ancora lunga. Molte volte conta più finire bene la stagione, che fare bene all’inizio. Adesso conta vincere le partite e rimanere attaccati in alto. Il derby sarà la prima di una serie di gare decisive e sarà importante fare un buon risultato. Sarà una spinta anche per le gare dopo”.

Poi ci sarà il Porto…
Ci aspettano due impegni molto dispendiosi sul piano sia emotivo sia fisico. Due partite in cui dovremo dare il 100%. Sarà fondamentale dopo la gara con la Lazio riposare, recuperare bene. Sono partite che non vediamo l’ora di giocare. Sono ottimista e fiducioso sull’esito finale”.


Julio Baptista: "Totti potrebbe fare quello che vuole. Monchi uno dei migliori ds al mondo"

Julio Baptista, ex attaccante della Roma, è stato intervistato da Centro Suono Sport in merito al club giallorosso. Queste le sue dichiarazioni:

Sei allenato da Lobont al Cluj, tuo ex compagno. Che effetto ti fa?
Era un buon portiere ora è ha intrapreso la carriera da allenatore è ancora presto. Anche io quando smetterò credo che farò l’allenatore, ma dovrò imparare tanto”.

Hai deciso un derby nel 2008, che ricordi hai?
Ricordo ancora quel gol nel derby, ho ancora i brividi: quando si gioca il derby c’è una città intera che aspetta. Ho visto Totti ricevere il pallone e mi sono buttato sul secondo palo, fortunatamente la palla è arrivata e l’ho messa dentro. Ho avuto la fortuna di segnare in questa partita e sono contento” .

Cosa è mancato a Julio Baptista per essere protagonista assoluto con la Roma?
Non penso sia mancato qualcosa: credo che la mia prima stagione fu importante a Roma, tanti gol pesanti, poi qualche difficoltà è subentrata, ma abbiamo anche cambiato allenatore, con Spalletti che aveva un pensiero di calcio, Ranieri un altro, penso però che i miei tre anni romani siano stati bellissimi, potevamo fare qualcosa di più, vincere qualche trofeo, come la Coppa Italia o la Supercoppa persa ai rigori”.

Totti come lo vedresti da ds?
E’ stato una bandiera della Roma, potrebbe fare quello che vuole. Sicuramente deve studiare, approfondire, chiaramente nel ruolo del direttore sportivo, dovrà imparare, capire come muoversi, è tutto diverso rispetto a quando si sta in campo. La gestione del club è importante e bisogna essere in grado di saper gestire le sorti sportive di una squadra”.

Le differenze tra Real Madrid e Roma?
In ogni squadra c’è un’atmosfera diversa. Chiaramente al Real si respira la storia straordinaria del club, quando giocai lì il Real aveva dei calciatori incredibili, tutto diventa più facile. A Roma bisogna lavorare per costruire una squadra realmente vincente”.

Monchi ti ha portato a Siviglia. Cosa ne pensi?
E’ un grandissimo amico in primis, poi è preparatissimo. Penso che sia uno dei migliori direttori sportivi al mondo, non solo per il lavoro incredibile fatto a Siviglia, ma per i tanti talenti scoperti e i titoli vinti. Chiaramente passare dalla Liga alla Serie A è totalmente diverso, ci vuole tempo e capacità nella scelta dei calciatori giusti che vadano bene per il calcio italiano. Spero possa restare alla Roma, perchè può rappresentare certamente un valore aggiunto”.

Cosa è mancato alla tua Roma per vincere?
Credo che in quel momento in Italia c’erano grandi squadre, su tutte l’Inter di Mourinho, che ha fatto la differenza in quelle stagioni. Noi eravamo una squadra forte, ma credo che Mou abbia fatto la differenza rispetto agli altri tecnici”.

Il derby come finirà?
Spero possa vincere la Roma 2-0, magari con una doppietta del mio amico Daniele De Rossi”.


Giovannelli: "La Roma continuo a seguirla con affetto. Ho indossato quella maglia con orgoglio"

Paolo Giovannelli, ex attaccante giallorosso del secondo scudetto, è stato intervistato dal Match Program della RomaQueste le sue parole:

Ancora oggi, ogni anno, mi chiamano dai giornali romani e mi chiedono del derby deciso nel 1980, ma è sempre un piacere…”.

Dunque, non le dà fastidio essere ricordato quasi esclusivamente per quel derby?
No, affatto. Fu un momento esaltante, con un bel gesto tecnico da parte mia e la corsa sotto la Curva Sud. Mi fa piacere che ancora oggi venga ricordato, sono passati quasi quarant’anni”.

Lo sa che sabato sarà 2 marzo, proprio come quel pomeriggio che la vide protagonista?
Non ci avevo pensato e mi fa piacere. Ricordo l’atmosfera di quel giorno, molto particolare in campo e fuori”.

Fu la stracittadina di ritorno dalla tragedia di Paparelli.
Per questo dicevo atmosfera particolare. Sugli spalti si videro anche striscioni vergognosi da una parte e dall’altra. In campo pure c’era un’aria strana. E non solo per vicende calcistiche”.

E per quale altro motivo?
Si percepiva in qualche modo quello che sarebbe accaduto di lì a una ventina di giorni. Ovvero, gli arresti per il calcioscommesse. Nessuno di noi della Roma aveva capito a fondo cosa sarebbe accaduto. Ce ne accorgemmo successivamente, con l’arresto in campo di alcuni giocatori biancocelesti proprio all’Olimpico”.

Tornando alla gara, la Roma vinse meritatamente quel confronto.
Assolutamente, fu un successo pieno. Voluto fino all’ultimo minuto. Avemmo la forza di rialzarci dopo il momentaneo pareggio di D’Amico. E segnammo, segnai, dieci minuti dopo l’1-1. Noi andammo in vantaggio con Pruzzo sempre nella ripresa. Una vittoria che segnò come un nuovo inizio pure per la Roma”.

Spieghi meglio.
Beh, in quella circostanza vincemmo il derby che rappresentava già tanto per quei tempi, dato che molto della stagione si decideva proprio nella sfida alla Lazio. Ma non fu l’unico successo di quell’annata. Vincemmo una Coppa Italia ai rigori con il Torino e quell’affermazione rappresentò il primo titolo per Dino Viola presidente, che subentrò ad Anzalone proprio nel 1979. Da quel momento, si posero le basi per la squadra che avrebbe vinto il campionato tre anni dopo”.

Come arrivò in giallorosso?
Venivo dal Cecina, dalla Serie D. Esordii poco più che sedicenne e questo era un fatto anomalo, considerando che si trattava di un campionato semiprofessionistico. Iniziai ad essere seguito da vari club, sostenni qualche provino in giro per l’Italia, ma poi l’offerta migliore fu quella della Roma”.

Chi si spese per lei?
Fu Moggi a concludere il mio acquisto. Lui e il suo staff di osservatori che mi avevano seguito nel corso del tempo. Ci fu pure un episodio particolare, un aneddoto simpatico che avvenne poco prima della mia firma…”.

Racconti...
Era il 1976, venni al Flaminio per un’amichevole tra la Roma e una rappresentativa juniores della nazionale. Io entrai nel secondo tempo al posto di De Sisti e feci un grande gol. Una giocata che non passò inosservata ai presenti, tanto che a fine gara i giornalisti si interessarono venendo a chiedere informazioni. Ma non era ancora ufficiale il mio trasferimento, tanto che mi presentai con la borsa del Cecina. E quando stavo per uscire dagli spogliatoi, Giorgio Perinetti coprì con la giacca la mia borsa per non far vedere il nome del Cecina”.

Lei, comunque, risulta campione d’Italia con la Roma nel 1982-1983.
Il Barone (Liedholm, ndr) mi fece entrare in Roma-Torino 3-1, ultima giornata di campionato, al posto di Iorio. Fui presente anche nella foto a fine anno, tutti col tricolore sul petto. Ma, onestamente, quello scudetto non me lo sento propriamente mio. Magari se non avessi avuto quel grave infortunio, una decina di partite avrei potuto giocarle. A Claudio Valigi capitò, ad esempio”.

Si porta dietro qualche rammarico per la sua carriera?
“No, anzi. Sono contento di quello che ho avuto nella vita. Faccio solo dei ragionamenti, delle ipotetiche sliding doors. È andata diversamente e io resto comunque soddisfatto. Ho giocato nel professionismo fino al 1992, ho conosciuto tanti personaggi importanti”.

Uno fra tutti, Liedholm.
Il “Barone” è stato un grande, una figura ingombrante per tutto il carisma e la personalità che si portava dietro. Si soffermava tanto con i giovani, li faceva migliorare, anche se poi parlava poco. Ma si faceva capire. Era davvero un grande allenatore”.

La Roma oggi?
La Roma oggi è una squadra importante e continuo a seguirla con affetto. Sono tifoso, qualche volta vengo pure allo stadio Olimpico a seguirla”.

Anche di recente?
Sì, venni lo scorso anno per Roma-Liverpool di Champions League, sfruttando l’occasione che la società mette a disposizione per i suoi ex calciatori. Venire allo stadio gratis in tribuna nella parte dedicata ai membri della Hall of Fame e a tutti gli altri che in passato hanno vestito questa maglia. Io l’ho indossata con orgoglio, questa maglia, e ho anche deciso un derby, il 2 marzo 1980”.


Champions League. Squalifica di 2 turni a Sergio Ramos

Sergio Ramos squalificato per due turni di squalifica in Champions League. Questo è quanto fa sapere il sito ufficiale uefa.com, poiché lo spagnolo si era fatto ammonire volontariamente nell'andata degli ottavi di finale contro l'Ajax, essendo diffidato. Il difensore del Real Madrid salterà dunque il ritorno contro gli olandesi e anche l'eventuale andata dei quarti di finale.


Moriero: "Avere tanti italiani in squadra è un vantaggio. Credo che la Roma possa rientrare tra le prime 4 e passare il turno in Champions"

Francesco Moriero, ex esterno offensivo della Roma, è stato intervistato da Centro Suono Sport. Queste le sue parole: 

La prima cosa che mi dissero quando firmai il contratto, mi dissero subito 'mi raccomando il derby'. Poi mi resi conto solo entrando all'Olimpico e guardando la Curva Sud cosa volesse dire, cosa significasse il derby in questa città. Ricordo ancora la carica che ci diede mister Mazzone prima del famoso derby vinto per 3-0, tanti giornali ci davano per spacciati, preparammo quella partita sul piano caratteriale, volevamo dimostrare il nostro valore. Mazzone ci attaccò dentro lo spogliatoio gli articoli che ci davano per sconfitti, quando scendemmo in campo le gambe andavano da sole. Fu una partita meravigliosa, molti tifosi ancora me lo ricordano, nessuno si aspettava quella vittoria”.

Quanto pesa questo derby?
"Bisogna pensarci senza fare troppi programmi, perchè il derby ti prosciuga a livello di energie. Può essere fondamentale per la Roma, può dare una spinta incredibile per il prosieguo della stagione. Non si può pensare oltre sabato, il derby non è una partita comune, è il derby soprattutto a Roma. Io ho giocato anche quello di Milano ma è totalmente diverso. A Roma, in ogni angolo della città, tutti ti fermano e ti chiedono di vincere il derby, si vince tutto l'anno, credetemi per un calciatore è bellissimo, è un'emozione che non ho vissuto da nessun'altra parte".

È un vantaggio avere tanti italiani e romani nel derby?
"Per me è un vantaggio, capitò a me di avere Totti, Giannini, Petruzzi etc... tanti ragazzi che sentivano il derby da romani e sapevano trasmettere l'importanza. Nel caso della Roma attuale credo possa essere vantaggio".

La Roma attuale che difficoltà sta attraversando?
"Ho visto la gara di Frosinone, non si può pensare che sia facile affrontare qualsiasi avversario, la Roma c'ha messo un po' di tempo per entrare in partita, credo che poi i valori siano usciti fuori e la Roma abbia meritato la vittoria. È una squadra nuova, credo possa rientrare tra le prime quattro e passare il turno in Champions".

Conte potrebbe allenare qui a Roma un giorno?
"Che si parli di lui in tutte le piazze importanti d'Europa è normale. Lo conosco bene caratterialmente, è un vincente, è un grintoso, non so se verrà a Roma o andrà all'Inter, non sono nella sua testa, però so che è disponibile nel momento in cui c'è la possibilità di vincere. Poi ovviamente chi non andrebbe a Roma, che è una piazza importante? Il discorso riguarda il progetto, che deve essere vincente. La Roma ha comunque un allenatore importante, Di Francesco, che ha saputo affrontare i momenti difficili e lanciare un giovane fenomeno come Zaniolo, sono convinto possa fare grandi risultati".


Dzeko scherza con Totti. Il capitano: “Doppietta domenica?”, il bosniaco: “Meglio sabato Checco!”

Siparietto simpaticisimo, infatti sotto una foto postata da Edin Dzeko sul suo profilo Instagram, Francesco Totti ha lasciato il commento “Doppietta domenica?“. Ma subito dopo è arrivata la risposta del bosniaco: “Meglio sabato Checco!“, in riferimento al fatto che il derby contro la Lazio si giocherà sabato alle 20.30 e non domenica

 

 
 
 
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Malagò: "Spero sia uno spettacolo anche sugli spalti"

Su Il Romanista di domani, venerdì 1° marzo, l'intervista di Tonino Cagnucci e Daniele Lo Monaco a Giovannì Malagò, presidente del Coni. Così il numero uno dello sport italiano, grande tifoso romanista, ha voluto commentare l'imminente derby tra Roma e Lazio: "Inutile dire per chi tifo. Spero che tutti si comportino bene: sugli spalti è giusto dare spettacolo e supportare la propria squadra. Più diamo uno spettacolo di qualità e più cresce il calcio nella nostra città, a prescindere dalla squadra che si tifa. Lo dico con grande franchezza".


Si svuota l'infermeria. Di Francesco può scegliere la formazione migliore per derby e Porto

INSIDEROMA.COM - ANDREA FOTI - Il ritorno degli infortunati. Questa la notizia migliore in vista del derby di sabato anche se non ci saranno proprio tutti, visto che Under ha avuto una piccola ricaduta giovedì scorso e sarà out contro la Lazio ed in forte dubbio per la gara degli ottavi di Champions League con il Porto. Di Francesco, però, potrà nuovamente contare su Karsdorp, Schick e sul recupero lampo di Manolas.

Edoardo Lubrano avrebbe detto: "La domanda sorge spontanea", chi far giocare? E' giusto rischiare il difensore greco anche se in un match così importante come la sfida con i rivali cittadini ma a soli 4 giorni dall'incontro da dentro o fuori con gli uomini di Conceicao? In realtà, il problema sono le alternative all'ex Olympiacos. Marcano non è andato malissimo contro il Frosinone ma confermarlo contro i biancocelesti appare un azzardo; Fazio non sta dando minimamente le garanzie dello scorso campionato ed anche in Ciociaria il suo ingresso non è stato proprio positivo; Juan Jesus appare il più affidabile ma viene da un paio di mesi di stop. 

Altro aspetto da considerare è il numero di diffidati, diventato molto ampio. Ad oggi, sono ben 5 i calciatori a rischio squalifica (Dzeko, Florenzi, Fazio, Manolas e Zaniolo). Se è vero che dopo il derby i giallorossi affrontano l'Empoli in casa, è altrettanto vero che perdere contemporaneamente così tanti calciatori non è un bel segnale. Anche questo sarà da valutare, chi e quanti è corretto che si facciano ammonire non dando però alibi, sottovalutando così i toscani, che come tutte le squadre della parte destra della classifica, in questo campionato stanno creando seri grattacapi alla formazione giallorossa. 

A centrocampo, De Rossi è l'enigma principale. Il capitano della Roma può giocare 2 partite così impegnative a livello fisico e nervoso senza avere conseguenze? Nel caso in cui la risposta fosse no, quale delle 2 fargli giocare? Nzonzi non ha dimostrato di poter sostituire il numero 16 romanista senza farlo rimpiangere ma è lui l'unica alternativa possibile. Cristante e Pellegrini saranno gli scuderi del mediano di Ostia o del francese in entrambi gli incontri e, nonostante la giovane età, sarà un bel banco di prova per loro, a meno che non si voglia arretrare Zaniolo in una delle 2 gare (anche nel corso del match).

Davanti, l'unica certezza si chiama Edin Dzeko. Il centravanti bosniaco è sempre al centro dei pensieri dei romanisti, sia tifosi che opinionisti che cambiano spesso idea sul suo conto a seconda della gara che ha fatto. L'importanza di un campione del suo calibro non sembra esser riscontrata con estrema convinzione neanche in società, che non considera una priorità rinnovargli il contratto per una questione d'età. La politica di ringiovanimento del club può esser anche giusta ma accanto a giocatori come Pellegrini, Zaniolo, Under e Cristante è necessario avere gente del calibro di Manolas, Kolarov, De Rossi e Dzeko come sarebbe stato più utile conservare Strootman e Nainggolan, perché l'esperienza è determinante quando il gioco si fa duro. 

Insieme all'ex City, dovrebbe avere un posto garantito (almeno contro la Lazio) Stephan El Shaarawy, non solo perché è tuttora il capocannoniere della squadra con 8 reti, non solo per lo stop e l'assist geniale nel finale di gara a Frosinone ma anche per l'utilità nei raddoppi in fase difensiva, l'aiuto che dà alla squadra quando è in difficoltà e perché è sempre il primo a far ripartire le azioni pericolose della Roma. 

L'altro posto, appunto, se lo giocano Perotti e Zaniolo. Il talentino di Massa Carrara partirà dal primo minuto in entrambe le gare e molto probabilmente da esterno destro offensivo anche coi laziali e dal suo lato avrà Radu in prima battuta e Lulic in appoggio e se riuscirà a superare pure 2 dei più arcigni marcatori della serie A, avrà compiuto un ulteriore passo avanti. Dovesse giocare l'argentino, l'ex Inter si posizionerebbe come interno di centrocampo al posto di Cristante come gioca Paquetà nel Milan, che contro i biancocelesti è stato un pericolo costante. El Monito giocherebbe a sinistra in avanti con Il Faraone spostato a destra, come avvenuto dal 25' del match col Frosinone, con la squadra che ha avuto più sbocchi offensivi ed è andata meglio anche in fase di contenimento. 


Sabatini: «Il Flaco mi imbarazza, tiri fuori il carattere»

IL MESSAGGERO  - Il rendimento di Javier Pastore è una delle cause che ha spinto il presidente Jim Pallotta a riconsiderare il mercato estivo di Monchi. Il centrocampista ha collezionato appena 13 presenze in stagione per un totale di 620 minuti in campo: «Il suo rendimento mi imbarazza, non posso vederlo giocare così. Deve attingere al suo carattere argentino e all’orgoglio, altrimenti si dedichi ad altro», così Walter Sabatini (a Trs). L’ex ds romanista, che lo ha portato al Palermo, non si spiega l’involuzione degli ultimi mesi: «Ho avuto la fortuna di vederlo dominare in campo e di abbagliare la gente con giocate soprannaturali. Gli ho visto disputare partite epiche,mi dà grande dispiacere vederlo giocare così. È un playmaker a tutto campo, bisogna rimuovere l’idea che possa essere un trequartista», è il giudizio del dirigente. Sabatini, poi, racconta il perché ha acquistato Dzeko nel 2015: «L’idea è nata pensando che se la Roma non avesse avuto un nuovo eroe dopo Totti avrebbe fatto fatica. Tutte le squadre hanno bisogno del mito e del sogno che rassicuri i tifosi».


Manolas a piccoli passi, Under recupero lento

IL MESSAGGERO - CARINA -  Avanti a piccoli passi. Aspettando la nuova visita fissata per domani a Villa Stuart, Manolas ieri ha continuato la sua personale rincorsa verso il derby. Terapie e lavoro personalizzato ai quali poi si è poi aggiunta anche la parte tattica alla quale il greco ha presenziato senza partecipare attivamente. Oggi si attende uno step successivo, ossia iniziare a lavorare effettivamente sul campo per capire come reagirà la caviglia destra alle sollecitazioni. Intanto l'arto s'è sgonfiato e la paura è rientrata: due buoni segnali. A tal punto che ieri a Trigoria c'era anche chi off record azzardava che in giornata Kostas potrebbe alternare esercitazioni con il gruppo a quelle individuali: da verificare. È chiaro che sia oggi che in previsione di sabato a fare la differenza saranno le sensazioni del calciatore che ha patito un infortunio simile con la nazionale greca a metà novembre. Anche in quel caso la Roma aveva in calendario una gara di campionato (a Udine) e tre giorni dopo un'altra in Champions. All'epoca Kostas preferì non rischiare nella trasferta friulana (persa poi dai giallorossi per 1-0) per essere in campo contro il Real Madrid. Stavolta l'importanza del derby può fare la differenza e far pendere l'ago della bilancia verso una sua presenza.
ECCO SCHICK E KARSDORP - Se De Rossi continua nella sua gestione settimanale, oggi si capirà se Karsdorp e Schick saranno della stracittadina. I due infatti proveranno a forzare leggermente i ritmi: se non avranno problemi (l'attaccante è out per una lesione al bicipite femorale della coscia sinistra mentre l'olandese s'è fermato alla vigilia del match con il Porto) si riaggregheranno in gruppo. Da valutare, poi, la loro condizione atletica. Il discorso riguarda soprattutto l'ex Samp fermo ormai da 19 giorni. Anche Kolarov ieri ha lavorato a parte: programmato da tempo. Diverso il discorso relativo a Under: purtroppo arrivano conferme negative sul suo conto. Solo terapie per l'attaccante che giovedì scorso ha avvertito nuovamente fastidio al retto femorale (che lo ha costretto allo stop 39 giorni fa, il 19 gennaio). A questo punto, bypassato il derby, anche vederlo con il Porto appare molto difficile. Incontro tra vecchi amici per Di Francesco: ieri dopo aver ricevuto a Trigoria Zeman e Gautieri, ha poi pranzato con loro in un ristorante dell'Eur.