La Roma in Porto con il capitano

IL MESSAGGERO - ANGELONI -  Ricominciano gli impegni ravvicinati, ricomincia - per quanto possibile - un po' di rotazione. La trasferta di Verona (venerdì) rimbalza addosso all'andata di Champions contro il Porto (martedì): Di Francesco non vuole toccare certi equilibri appena riconquistati (4-3-3/4-1-4-1) e soprattutto non vuole stressare troppo l'elemento che per questo tipo di gioco diventa indispensabile, ovvero Daniele De Rossi. Che con il Milan ha dovuto fare uno sforzo grande così: non giocava da tre mesi e l'altra sera è stato in campo per novanta minuti. Come sostiene Eusebio, è la terza partita di fila - dopo la lunga inattività - quella in cui si paga la stanchezza. E visto che la terza è con il Porto diventa difficile pensare che la salti proprio lui, per giocare con il Chievo, anche perché al Bentegodi, Eusebio avrà a disposizione sia Nzonzi sia Cristante, i due squalificati con il Milan. Il francese prenderà il posto di De Rossi, Cristante di Pellegrini (squalificato). Vedremo, dunque, come Steven interpreterà il ruolo di centrale, l'alter ego di De Rossi. Il francese era stato preso proprio per questo, ma alla fine si è trovato a giocare con Daniele, o senza ma mai come unico centrale. Nzonzi è diverso da De Rossi: il primo è più abile nel palleggio e nei contrasti (vista anche la fisicità), mentre De Rossi dà quel tanto in più in personalità e ha più genio nella giocata, nella verticalizzazione. Di Francesco in questo lungo periodo in cui è stato assente De Rossi ha schierato pure Cristante come centrale. Sempre nel 4-2-3-1 e mai nel 4-3-3.

 
BALLOTTAGGIA - Verona, l'ex atalantino dovrà fare la mezz'ala per l'assenza di Pellegrini ma non è escluso che in futuro possa ricoprire il ruolo di mediano davanti alla difesa in un 4-3-3. De Rossiil ruolo di capitano lo svolge a pieno, anche non giocando, vedi l'intervento di ieri su Instagram, con cui si è schierato con Kolarov dopo le pesanti scritte d aparte di alcuni tifosi nei confronti del serbo. «Fratello mio», il post del capitano. Come a dire: io/noi siamo con te. Venerdì vedremo altri cambi rispetto al Milan e quindi in funzione di Roma-Porto. Karsdorp è uno di quelli che potrebbe riposare; El Shaarawy torna titolare dopo aver giocato il finale della sfida contro il Milan. Dovranno fare gli straordinari sia Dzeko sia Kolarov. Sta per cominciare la parte viva della stagione e non solo per l'intrigante impegno di Champions. Sia Edin sia Aleksandar, per motivi diversi, quest'anno - per ora - non sono riusciti a ripetere la scorsa brillante annata. Specie il serbo oggi, come detto, ha anche qualche problema con una parte della tifoseria dopo l'episodio della stazione Termini (lite con un tifoso). Per questo è stato fischiato sonoramente (non solo lui) domenica scorsa contro il Milan. Dzeko invece non ha conti in sospeso con nessuno, ha solo bisogno di ritrovare continuità sotto porta. I due gol di Bergamo sembrano risalire a una vita fa, perché tutto è stato offuscato dal bagno di Firenze. Edin sente odore di Champions, dove ha segnato cinque reti. Ma prima c'è il Chievo, e i gol contano lo stesso. Per certi versi anche di più.


La verità processuale ha le ore contate

IL TEMPO - DI CORRADO -  Dopo più di due mesi dalla chiusura delle indagini preliminari, la Procura capitolina è pronta a firmare la richiesta di rinvio a giudizio dei soggetti coinvolti nel sistema corruttivo che gravitava intorno al progetto del nuovo stadio
dell'As Roma. A fine ottobre, infatti, è stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini a 20 persone, 9 delle quali vennero arrestate il 13 giugno scorso, a cominciare dal costruttore romano Luca Parnasi. L'ex presidente della società Eurnova è accusato di essere il «dominus» di un'associazione per delinquere che corrompeva o finanziava illecita - mente la politica, pur di «ottenere provvedimenti amministrativi favorevoli» alla realizzazione dell'impianto sportivo nell'area di Tor di Valle e di altri progetti imprenditoriali. Insieme a lui rischiano il processo 5 suoi stretti collaboratori: Luca Caporilli, Giulio Mangosi, Nabor Zaffiri, Gianluca Talone e Simone Contasta. Sul fronte dei pubblici ufficiali «avvicinati» da Parnasi - secondo l'accusa - ci sono l'ex presidente di Acea Luca Lanzalone (consulente di fatto del sindaco Raggi nella trattativa perlo stadio), l’'ex vice presidente del Consiglio della Regione Lazio di FI Adriano Palozzi, il consigliere regionale Pd Michele Civita e il soprintendente ai beni culturali di Roma Francesco Prosperetti. «Prosperetti chiamato ad intervenire nel procedimento avviato dal precedente soprintendente per l’apposizione del vincolo monumentale sul ippodromo Tor Di Valle - si legge nel capo d'imputazione - abusando della sua qualità e dei suoi poteri di pubblico ufficiale, previ accordi con Paolo Desideri, induceva indebitamente Luca Parnasi ad attribuire a Paolo Desideri l'incarico professionale di "progettazione della ricollocazione e ricostruzione di una campata strutturale dell'ex Ippodromo Tor Di Valle", per un corrispettivo complessivo di oltre 200.000 euro, parzialmente corrisposto a Desideri, quale adempimento necessario al fine di richiedere l’archiviazione della proposta di apposizione del vincolo». Il vincolo «avrebbe paralizzato o comunque rallentato il procedimento per l'approvazione del progetto immobiliare denominato "Nuovo Stadio della Roma", presentato dalla  Eurnova Srl». Nella lista dei 20 a cui è stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini ci sono anche Davide Bordoni, consigliere comunale di FI; Daniele Leoni, funzionario del dipartimento Urbanistica del Comune di Roma; Giampaolo Gola, assessore allo Sport del X Municipio; Fabio Serini, commissario straordinario dell’Ipa; Claudio Santini, ex capo di Gabinetto al
Mibact.


Alla partita senza prendere la macchina

IL TEMPO - MAGLIARO - Romanisti, dimenticate la macchina. Al futuro stadio di Tor di Valledovremo fare l'abitudine ad andarci in metropolitana, a piedi o in bici. Almeno, stando a quanto scrive il professor Bruno Dalla Chiara, del Politecnico di Torino, nella sua relazione definitiva sulla mobilità del progetto dello Stadio della Roma. Una relazione che, va ricordato, giuridicamente ha meno valore della carta su cui è stampata ma che, politicamente, per la Raggi, ha un enorme valore tanto da spingerla, ieri, a fare una conferenza stampa ben oltre il limite del surreale: la relazione, tutt'altro che positiva, è stata
presentata come un'’assoluzione piena.
ERRORI DELLA RELAZIONE - Il primo e più importante è quello di aver proposto il "modello Olimpico" anche per Tor di Valle senza riflettere sulla notevole differenza
di filosofia che è alla base dei due impianti. Il tifoso va all'Olimpico più o meno
nell'ora antecedente l’inizio della gara e, al termine della stessa, torna a casa. Tor di
Valle è pensata come un’area temporalmente più ampia: parco, zone ristoro e area commerciale, museo sono tutte attrattive che hanno lo scopo di far "girare" i tifosi  a Tor di Valle sia prima che dopo la gara. Questo, quindi, può alterare sia gli orari d'arrivo che di rientro a casa dallo Stadio. Tutto questo, nella relazione, manca. 

CRITICITA' - Ovviamente le criticità già emerse nella relazione preliminare - fino al famoso «catastrofico» riferito all'esito del traffico in occasione delle gare serali infrasettimanali - sono rimaste. Né avrebbe potuto essere diversamente anche per una forma di coerenza accademica dell’équipe del Politecnico che non può certo smentire se stessa in
pochi giorni. Quindi, in sintesi, per l’Ateneo piemontese: le simulazioni sono anche fatte bene ma sono troppo centrate e limitate solo sull'area stessa di Tor di Valle. Come si arriva al Raccordo o a Marconi, il traffico sarà congestionato  o paralizzato. Inoltre, le stesse simulazioni sono sostanzialmente ottimistiche. Ancora:l’attuale situazione del tra-
sporto pubblico locale, specie quello su ferro, è al di sotto di qualunque standard accettabile. La Roma-Lido e la linea di Trenitalia Orte-Fiumicino Aeroporto non sono
in grado di assicurare che almeno il 50% dei tifosi si muova su ferro. Altro punto: gli
sviluppi immobiliari previsti in zona (Valle Luparetta, Valle Lupara, Magliana) aumentano la domanda di mobilità privata che si sovrappone a quella generata dagli addetti alle aree commerciali dello Stadio stesso e che, secondo il Politecnico, non sono state adeguatamente valutate. Tutto questo scenario, per riassumere lo studio di Torino, porterebbe il traffico, da un’attuale situazione di enorme difficoltà, sostanzialmente al collasso nel caso in cui venisse realizzato l'impianto di Tor di Valle. Questo, almeno, stando ad oggi, come se la futura casa giallorossa semplicemente venisse "calata dall'alto" dentro il quadrante. 

LE SOLUZIONI - Questo scenario - la "diagnosi", come l’ha definita in conferenza stampa il professor Dalla Chiara - già dipinto a fosche tinte nella relazione preliminare e rimasto invariato nella definitiva, ha delle soluzioni, stando al Politecnico. Soluzioni che devono andare, tra l’altro, in linea con le previsioni europee, verso una mobilità privata meno
utilizzata, anzi, scoraggiata del tutto. E, allo stesso tempo, per un forte potenziamento del trasporto pubblico. La Roma-Lido di Ostia va adeguata a standard da metropolitana con l'aumento delle frequenze. Alla Roma-Lido va aggiunto il treno Orte-Fiumicino aeroporto
con la creazione di due nuovi binari di attestamento alla stazione Magliana (quella fronte Stadio ad esso collegata con il ponte ciclo-pedonale) e con l’arrivo di nuovi 65 treni con una capienza superiore del 42% rispetto a quelli attuali. Tutte iniziative - stando alle carte del Piano Urbano della Mobilità sostenibile fornite dal Comune al Politecnico - che sono già in previsione. A questo grande incremento del trasporto pubblico su ferro, che deve tradursi in un servizio «efficiente ed efficace» (virgolette del Politecnico), è necessario aggiungere nuove corsie preferenziali per gli autobus, semafori intelligenti e interventi di dissuasione dall'uso delle macchine per andare allo Stadio, come parcheggi molto cari. Questo mix fra trasporto pubblico e privato è l'unica soluzione per evitare il collasso.

 
REGIONE E COMUNE SVEGLIA - Se i romanisti devono pensare all’addio alla macchina, Regionee Comune ora devono smettere di rimpallarsi le colpe e mettersi a lavorare. Seriamente.


De Rossi solidale con Kolarov bersaglio del tifo: “Fratello mio”

REPUBBLICA - FERRAZZA - Prima la vicinanza all’amico Kolarov, poi la visita al Bambino Gesù. Dopo il rientro in campo a distanza di tre mesi dall’ultima volta per i problemi al ginocchio, Daniele De Rossi sorride per esser riuscito a giocare tutta la partita contro il Milan, mantenendo un buon livello in campo, e gestendo bene in questi giorni gli acciacchi postumi. Contro il Chievo, dopodomani, dovrebbe riposare, per poi tornare titolare in Champions, contro il Porto, martedì della prossima settimana, in attesa di gettare con Monchi le basi del rinnovo contrattuale (è in scadenza a giugno). Ma da capitano e da amico, su Instagram, dal suo account privatissimo, Daniele ha manifestato la sua vicinanza e protezione a Kolarov, compagno di squadra particolarmente bersagliato in questo momento dalla rabbia dei tifosi (dalle scritte su un muro del Torrino, ai fischi e cori e di domenica sera). “Brate Moj” (fratello mio), scritto in serbo, sotto a una foto postata dal terzino lunedì, il giorno dopo il Milan, in cui a testa alta, guarda davanti con addosso la tuta della Roma. I due sono legatissimi e De Rossi, a costo di risultare impopolare, non è certo tipo da tirarsi indietro. Emozionante, invece, la visita di Daniele al Bambino Gesù di ieri, nell’ambito del “Toys Day”, iniziativa che da due anni viene organizzata da Roma Cares.


Monchi accerchiato, la solitudine del ds che medita la fuga

REPUBBLICA - PINCI - I minuti finali di Roma-Milan non li ha passati al suo posto allo stadio: troppi sentimenti in ballo e troppa rabbia in corpo. Chissà se era capitato mai a Ramón Rodriguez Verdejo, per tutti soltanto Monchi, il direttore sportivo cui la Roma aveva affidato la sua rinascita due anni fa, l’uomo che guardò negli occhi Totti per annunciargli che la sua storia con la Roma era finita. Oggi è un uomo alle corde: circolano in rete alcune foto che lo ritraggono domenica sera, all’intervallo, nascosto nella saletta lounge dell’Olimpico con la testa tra le mani. A pezzi. Dicono che in realtà fosse sofferente, forse persino arrabbiato per la contestazione della Curva Sud, svuotata dai tifosi in polemica dopo l’1-7 di Firenze. Ma probabilmente anche per la valanga di critiche che da settembre si abbattono su di lui a ogni sconfitta. Ha la responsabilità di un mercato che non sta producendo risultati: su Nzonzi, Pastore e Kluivert ha scommesso quasi 70 milioni ricevendo un contributo trascurabile. E a gennaio non è riuscito a comprare chicchessia. Ma la “colpa” che gli viene imputata è altra: la difesa ostinata dell’allenatore Eusebio Di Francesco, sotto accusa in città per i risultati e non troppo amato da Pallotta. Il ds spagnolo ha sempre rifiutato di sostituirlo. E anzi, di fronte a chi, intorno a lui, aveva parere contrario, ha offerto la propria testa in pegno. L’allenatore ha sempre accettato le sue scelte, se dovrà mandarlo via andrà via anche lui, è la linea del dirigente venuto da Siviglia. Lunedì ci è anche tornato per una missione lampo: questioni private, approfittando del riposo concesso alla squadra. Anche un modo per non ripensare a domenica sera, quando qualcosa lo ha portato a lasciare il posto allo stadio poco prima del 90’. Per non guardare. Alla fine di una partita come quella col Milan, che la Roma ha quasi dominato, doveva averlo atterrito il terrore di un’immeritata sconfitta che lo avrebbe costretto a prendere una decisione contro le proprie idee. Una cosa è chiara: lui vuole arrivare alla fine della stagione con Eusebio Di Francesco (anche se non può essere sicuro di riuscirci), cui sa di dovere la valorizzazione di un patrimonio tecnico che va da Zaniolo a Ünder, da Pellegrini a Karsdorp, che pareva perso. Le valutazioni a fine stagione, però, riguarderanno anche lo stesso Monchi. Che passerà, come tutti, per la mannaia del giudizio del presidente Pallotta. Ma anche delle proprie valutazioni. Perché forse quella delusione provata verso chi contestava lui e i singoli calciatori - con accento su Kolarov, uno dei suoi “capitani” - ha lasciato qualche cicatrice più profonda della voglia di «portare un trofeo a Roma», missione che si era dato in tempi non sospetti. E senza la qualificazione alla Champions della prossima stagione, è davvero difficile che le strade del ds spagnolo e della Roma continuino a incrociarsi. In Inghilterra giurano lo voglia l’Arsenal, dove c’è già Emery, il “suo” allenatore ai tempi di Siviglia. Una casa che Roma non è mai riuscita a sostituire nel cuore di Monchi.


Di Biagio: “Zaniolo un predestinato, prototipo del giocatore moderno"

GAZZETTA DELLO SPORT - Luigi Di Biagio, allenatore dell’Italia Under 21, ha rilasciato un’intervista al quotidiano sportivo dove ha parlato anche Nicolò Zaniolo. Queste alcune delle sue parole:

Zaniolo?
"Giocare ti cambia, in tutto. Sta sorprendendo anche chi ha sempre pensato fosse un predestinato, come me. Ma lo aspetto al vero test: lo spessore di un giocatore si valuta per la maturità che ha nel sopportare la pressione della prima crisi. Come hanno saputo fare Cristante e Pellegrini".

A chi assomiglia Zaniolo?
"Al prototipo del giocatore moderno, dunque a nessuno. A un giocatore tedesco, più che italiano. Avete presente la Germania campione del mondo del 2014? Nessun fenomeno, venti ottimi giocatori che sapevano fare e facevano tutto. Per me Zaniolo è l’interno perfetto di un 4-3-3, ma può giocare a tutto campo e fare tutto, senza ruolo. Questo è il futuro ed in Italia ci stiamo arrivando".


Stadio, illecito amministrativo per Eurnova

IL SOLE 24 ORE - CIMMARUSTI - Un'accusa per «illecito amministrativo» che rischia di influire negli accordi per la vendita del progetto del Nuovo Stadio della Roma. I pm capitolini, infatti, sono in procinto di notificare a Eurnova spa - titolare sia del piano sia dei terreni su cui deve sorgere l'impianto - un avviso di chiusura indagini per l'illecito amministrativo previsto dal decreto legislativo 231 del 2001. L'accusa, di cui dovrà rispondere la società nell'eventuale giudizio, fa riferimento ai reati commessi dall'ex amministratore delegato di Eurnova, l'imprenditore Luca Parnasi, travolto a giugno scorso dalla maxi inchiesta del procuratore aggiunto Paolo Ielo, per i reati di associazione per delinquere, illecito finanziamento e concorso in corruzione. Una brutta grana per l'attuale management, l'amministratore delegato Giovanni Naccarato, il professore di Economia aziendale della Luiss Riccardo Tiscini e l'ingegnere Giovanni Sparvoli, i quali pur avendo dato un forte impulso alla cessione dell'intero "pacchetto" per no milioni di euro al patron della As Roma James Pallotta, ora si trovano a dover gestire un dossier bollente. Perché quell'accusa per illecito amministrativo, di fatto, rischia di influire negativamente negli accordi di vendita con la società giallorossa, che potrebbe chiedere quantomeno una ulteriore revisione del prezzo. C'è da dire che nel corso della conferenza stampa di ieri in Campidoglio, Mauro Baldissoni, vicepresidente del l'As Roma, si è detto positivo sull'esito favorevole dell'affaire Nuovo Stadio: «È il momento ormai, dopo tutto il tempo speso su questo progetto, che la città abbia la possibilità di vedere un investimento di tale portata e che la Roma possa effettivamente lavorare alla costruzione». Per la definizione dell'acquisto da Eurnova potrebbe svolgersi, nelle prossime settimane, un vertice direttamente a Boston.


Sampdoria, Fiorentino: "La mia esperienza con la Roma? Chiusa in un cassetto. Nel calcio è finita l'era dei mecenati"

IL SECOLO XIX - Prime parole da dirigente sportivo per Paolo Fiorentino. L'ex ad di UniCredit, che nel 2011 mediò la cessione della Roma dalla famiglia Sensi alla cordata americana, è da qualche mese vicepresidente della Sampdoria. Questo un'estratto dell'intervista rilasciata al quotidiano genovese:

Dottor Fiorentino, come è arrivato nel cda Samp?
«Conoscevo da tempo sia Ferrero che Romei. Un’accoppiata vincente. Erano a conoscenza della mia esperienza nel board della Roma. Mi è stata fatta questa richiesta, accolta con stima e simpatia. La qualifica di vicepresidente vicario poi è stata una sorpresa per me. Il calcio è una mia passione, al quale mi approccio con la mentalità del business. Non è un gioco, ma un lavoro. La Samp ad esempio ha le caratteristiche di una media azienda italiana. Deve coniugare le soddisfazioni sportive con i risultati finanziari. Quello che sta facendo Ferrero».

Passare a un fondo sembra diventato il destino delle società italiane di calcio. Ci sono voci anche attorno alla Samp. Lei avuto un ruolo chiave nella cessione della Roma agli americani.
«Parlando di Sampdoria, non c’è da parte della proprietà nessuna agenda aperta su questo argomento. Si è appena conclusa l'ennesima stagione con il bilancio in positivo e i risultati calcistici sono ottimi. L'equazione perfetta. La fine dell'era dei mecenati impone i bilanci in ordine, è una questione di sopravvivenza. Quanto alla mia esperienza con la Roma, è lì, in un cassetto».


Gli ultrà inferociti disertano Verona

IL TEMPO - MENGHI - Non si placa la rabbia ultras. Dopo la contestazione a Trigoria al rientro da Firenze, la curva semideserta in segno di protesta contro il Milan e i cori insultanti nei confronti del presidente, i dirigenti e i giocatori, Kolarov in primis (coccolato da De Rossi sui social: «Fratello mio», gli ha scritto in serbo), a mandare un altro segnale sono i Boys Roma, che diserteranno la trasferta di Verona.

L'annuncio è arrivato ieri con un comunicato in cui si ribadisce che «l’attaccamento a questi colori non è mai stato messo in discussione dai risultati riportati in campo.  Per questo siamo stanchi di accettare che la nostra maglia venga indossata da esseri privi di dignità, umiltà e carattere, senza tralasciare l'indifferenza di una società ridicola e assente. A Verona sugli spalti non ci saremo. Il nostro amore non ha mai preteso grandiosi traguardi, ma semplicemente un rispetto necessario che ad oggi non c’è».

Lo stesso rispetto chiesto tramite gli striscioni esposti domenica in Sud. Al momento sono poche centinaia i biglietti venduti per il Bentegodi e c'è il rischio di vedere mezzo vuoto il settore ospiti storicamente tutto colorato di giallorosso. Si preparano a riempire il loro spicchio di Olimpico, invece, i tifosi del Porto: saranno almeno 4 mila.


Karsdorp ora chiede strada

IL TEMPO - MENGHI - Uno sale, l’altro scende. Uno strappa i primi applausi a scena aperta, l’altro esce tra i fischi. Karsdorp e Florenzi si sono scambiati i ruoli, in tutti i sensi. L'olandese nel 2019 è rimasto in panchina solo a Firenze, mentre la squadra crollava sotto i 7 colpi viola uscendo a testa bassa dalla Coppa Italia, ma nelle altre 4 partite - 2 vittorie e 2 pareggi - era a fare (buona) guardia sul lato destro della difesa. Novanta minuti li ha fatti solo all’inizio di questa serie positiva, ma dopo un anno e mezzo trascorso a combattere con le ginocchia rotte è normale che debba ritrovare la migliore condizione e che la vera sfida sia sulla continuità. Ora, finalmente, la sta trovando e Di Francesco, seppure in ritardo, si sta godendo il terzino che Monchi aveva comprato due estati fa per fargli fare il titolare.

L'Olimpico sta imparando a conoscerlo e ad apprezzarlo, contro il Milan l’ha anche omaggiato dopo aver vinto un duello, in bello sti le, sotto la Monte Mario: è stato uno dei pochi a ricevere applausi, oro colato in questi tempi di contestazione. Qualche difettuccio da correggere c'è, ma sta migliorando anche in fase difensiva e grazie a fisico e personalità non ha paura di farsi tuttala fascia e crossare dal fondo, come in occasione del gol di Zaniolo ai rossoneri. Non a caso Monchi aveva investito su di lui 14 milioni di euro (più 5 di bonus) per portarlo da Rotterdam a Trigoria: dopo un eterno calvario che aveva fatto temere il «flop» di mercato, si vedono le qualità su cui la Roma aveva scommesso con uno sguardo al futuro. «Sono un combattente, ho sempre lottato per il mio posto e ora sto avendo l'opportunità di mettere in mostra quello che so fare», ha sottolineato Karsdorp dopo l’1-1 di domenica.

E la sua esplosione, attesissima, sta inevitabilmente mettendo in ombra Florenzi, che non si aiuta nemmeno da solo e «paga» coi fischi dei suoi tifosi lo scotto più grande. Il vicecapitano romanista sta attraversando un momento difficile, nel 2019 l’unica apparizione da terzino è stata nell’imbarazzante sconfitta per 7-1 contro la Fiorentina ed è stato uno dei protagonisti in negativo di quel pomeriggio da dimenticare, poi, da jolly ha dato una mano per 25 minuti a Bergamo e per 65 col Milan, apparendo sempre fuori forma e fuori partita. Lui come Karsdorp è reduce da un doppio infortunio al ginocchio e sembra esserne ancora un po’ condizionato, forse frenato. E la tanto apprezzata duttilità gli si sta ritorcendo contro adesso che c’è un esterno difensivo in palla e davanti, pure nell’emergenza (Under e Perotti continuano il lavoro individuale), sia Zaniolo sia Schick hanno fatto belle figure.

Trovare un posto a Florenzi non è più così semplice, i tanti impegni ravvicinati (4 partite in 3 settimane tra campionato e Champions) dovrebbero comunque permettergli di entrare nelle rotazioni, mentre Santon dopo il buon avvio in giallorosso si deve accontentare di fare la riserva, ma su due fronti: con la partenza di Luca Pellegrini a gennaio, è il primo candidato a sostituire Kolarov.

Di Francesco un minimo di turnover potrebbe farlo già a Verona, in vista della sfida col Porto martedì, e sta riflettendo su chi far rifiatare: De Rossi, per esempio, dopo i 90 minuti col Milan potrebbe lasciare la regia a Nzonzi, anche sela Roma ha bisogno di vittorie in campionato e col suo mister in campo sembra tutto più semplice.


Monchi: "Tifo per Cadice e San Fernando"

Monchi è stato ospite lunedì scorso del Gran Teatro Falla di Cadice. Il direttore sportivo giallorosso è un grande appassionato delle “comparsas”, le esibizioni del Carnevale di Cadice, e non ha voluto perdersi la prima di Antonio Martinez Ares, celebre autore spagnolo.

Il ds ha parlato con alcuni cronisti del momento del Cadice, in particolare il nuovo acquisto Jokanovic: “Non lo conosco molto bene, ma mi fido molto della persona che lo ha portato, che è Oscar Arie, so che conosce bene il calcio e sono convinto che riesca a soddisfare i bisogni della squadra. Dopo un inizio difficile la squadra ha avuto la pazienza e la tranquillità per mantenere il tecnico Cervera e siamo ancora lì. Speriamo di andare ai playoff”.

Infine una battuta sul San Fernando, squadra della sua città natale: “Quando le cose sono fatte con amore i risultati vengono. Siamo orgogliosi e da Roma continuo ad essere un grande tifoso del San Fernando”.

A riportare la notizia è il sito eldesmarque.com.


Baldissoni: "Contenti del progetto Roma Femminile"

Questa mattina, all'interno della sede dell'Istituto per il Credito Sportivo, si svolge la presentazione di "Donne di calcio", ebook curato da Il Sole 24 Ore dedicato al calcio femminile. Tra gli ospiti, presente anche il vicepresidente esecutivo della Roma Mauro Baldissoni. Lo riporta ilromanista.eu.

Di seguito sono riportate le parole di Baldissoni: «Abbiamo incominciato a occuparci di calcio femminile con le bambine Under 12, sulla spinta di Uefa e Fifa. Le cose o si fanno o non si fanno: noi abbiamo scelto di farlo seguendo l'eccellenza. Volevamo arrivare alla creazione della prima squadra in maniera organica. Volevamo raccogliere il frutto del lavoro e delle nostre esperienze. Michele Uva ci ha chiamato dicendo che voleva accelerare lo sviluppo del calcio femminile e aveva bisogno dello sviluppo di squadre professionistiche. Quindi abbiamo preso in considerazione l'idea di creare la prima squadra in poco tempo, ma in cambio abbiamo chiesto un sostegno il sostegno della Federazione. Abbiamo affrontato questo sforzo economico e amministrativo, associandoci a squadre come Fiorentina, Juventus e Sassuolo, facendolo in maniera netta e chiara. Abbiamo fatto una presentazione simbolica e mediatica molto scenografica. In quell'occasione abbiamo dichiarato che avremmo garantito la stessa copertura che diamo alla Primavera, in cui tutti i ragazzi prendono un rimborso spese ma non hanno contratti professionistici. Il primo dubbio è stato il nome: alcuni hanno scelto "women" o "ladies". Noi abbiamo preferito di chiamarci "femminile" e di indicare la categoria di età. Siamo contenti che Sky trasmetta le partite e siamo contenti di trasmettere quelle della Roma che non vanno lì su Roma Tv. Abbiamo aperto anche un account sui canali social che segue la squadra delle ragazze e facciamo dirette su Twitter delle partite quando è consentito, arrivando a picchi di 160mila visualizzazioni. Abbiamo detto che c'è bisogno di crescita e infrastrutture, noi abbiamo fatto lo sforzo di recuperare il Tre Fontane. Ma siamo un po' in difficoltà perché sentiamo incertezza per il futuro. Non abbiamo capito in Federazione dove va ad atterrare il calcio femminile, come continuerà ad occuparsene. Non abbiamo capito come queste ragazze verranno inquadrate: professionismo o no forse è una semplificazione, ma bisogna mettere le ragazze in condizione di lavorare come atlete di eccellenza. Noi dobbiamo chiedere alle ragazze uno sforzo di alto livello, ma dobbiamo avere gli strumenti per poterglielo chiedere. È difficile coinvolgere una giocatrice che viene da un campionato estero, perché non siamo in condizione e non ci sono gli strumenti. Non cerchiamo risposte oggi, ma c'è bisogno di sapere queste cose. Vogliamo continuare a investire, ma serve chiarezza. Serve una struttura tecnico-organizzativa alla pari».