Doppio Zaniolo, la Roma esulta
IL MESSAGGERO - TRANI - Zaniolo lancia la Roma anche in Champions: la sua doppietta sotto la Sud santifica il successo, meritato e anche convincente, contro il Porto (2-1), ma bisogna comunque aspettare la gara di ritorno del 6 marzo per sapere se sarà sufficiente per la promozione ai quarti. Il gol di Adrian Lopez sporca la prestazione dei giallorossi che, trascinati da Dzeko (2 pali e presente in entrambe le azioni delle reti del compagno), giocano da squadra con autorità e personalità. L'Olimpico dei 50 mila apprezza l'esibizione e applaude la squadra a fine partita.
TIMBRO ITALIANO - Sostanza e attenzione, almeno in partenza, prima di scatenarsi nella ripresa: la Roma lascia l'iniziativa al Porto con l'obiettivo di azzerare ogni ripartenza dei rivali, veloci e tecnici. Di Francesco, puntando sull'equilibrio, piazza De Rossi davanti alla linea a 4. Che è quella titolare: rientrano Florenzi a destra, Manolas al centro per far coppia con Fazio, sulla sinistra c'è Kolarov che la Sud proprio non perdona, confermando la posizione della tifoseria anche per iscritto. Con il capitano in campo, Nzonzi va in panchina. Gli intermedi nel 4-1-4-1 sono dunque Cristante e Pellegrini che si inseriscono alle spalle di Dzeko, cercando la sponda del centravanti. Sui lati Zaniolo ed El Shaarawy, confermati pure perché mancano contemporaneamente Perotti, Under e Schick. Nella formazione iniziale, la 32ª diversa in 32 match stagionali, sono 7 i giocatori italiani: in Champions non è più successo dal settembre 2013, trasferta della Juve di Conte a Copenaghen. Conceiçao, invece, conferma il 4-4-2, scelto anche per le assenze degli attaccanti Corona (squalificato) e Marega (infortunato): così Fernando fa coppia con Soares, con Otavio a destra e Brahimi a sinistra che, quando si alzano, vanno a comporre il 4-2-4. I mediani, a scambiarsi il ruolo di play, sono Danilio ed Herrera che, obiettivo di mercato del club giallorosso, è il calciatore più dinamico (per km percorsi: 6,40) del 1° tempo. Davanti a Casillas, da destra Militao, Felipe, Pepe e Telles.
FIRMA D'AUTORE - Olsen non recupera, ma è in panchina. Debutta in casa Mirante che blocca la girata di Fernando: è il suo unico intervento fino all'intervallo. La chance migliore è però quella che si costruisce Dzeko, dopo la percussione di Fazio, pronto ad allargare sulla sinistra per il centravanti. Che salta Militao e, spostandosi la palla sul destro, calcia di forza: palo. Dzeko è il principale riferimento dei giallorossi che, anche rischiando la giocata veloce con De Rossi e Pellegrini, cercano la verticalizzazione. La Roma nella ripresa alza il ritmo e si prede il match. Sempre con Cristante e Pellegrini che invadono l'area del Porto e spaventano Casillas. Danilo di testa: fuori. Si scatena Dzeko che, difendendo palla a centro area, acchita il pallone a Zaniolo: destro in diagonale per il vantaggio. In 5 minuti il diciannovenne concede addirittura il bis: ancora Dzeko che, da fuori, colpisce ancora il palo (3° in coppa e 18° legno in questa stagione). Zaniolo, sotto lo sguardo di Mancini e Paratici, diventa il più giovane giocatore ad aver segnato una doppietta in Champions. Anche da esterno destro lascia, insomma, il segno, dopo le 3 rei segnate in campionato. Questi sono gol pesanti: al 5° tentativo, valgono il 1° successo giallorosso contro il Porto (ultima sconfitta il 7 ottobre: stop alla striscia di 22 risultati utili consecutivi). Il gol di Adrian Lopez (confermato dal Var: non c'è fuorigioco), su assist casuale di Soares, tiene però in corsa Conceiçao e complica il viaggio di Di Francesco il prossimo 6 marzo.
Roma, golpe a metà: la sentenza Zaniolo pure sulla Champions
LA REPUBBLICA - BOCCA - Il momento magico di Peter Pan. Quando gioca, corre, dribbla, sfonda, tira, Nicolò Zaniolo sparge polverine d’oro e gol vitali per la Roma. Alla breve ma già densa lista dei tre gol fatti in campionato all’Olimpico, il 19enne fenomeno ha aggiunto i suoi primi due gol in Champions League: la doppietta più giovane della storia italiana in Coppa. Tutto sotto gli occhi del ct Mancini che si è goduto una Roma ricca di giocatori italiani (sette), ma soprattutto che fa giocare quel ragazzino su cui lui aveva puntato prima ancora che debuttasse in giallorosso a Madrid. Battuto il Porto 2-1 la Roma si è tolta un bel pensiero, anche se il risultato è stato sporcato nel finale. Ma insomma di questi tempi va più che bene. La Roma non si è fidata del Porto, pur avendolo accolto al momento del sorteggio con una certa benevolenza. Di Francesco ha potuto contare su una squadra collaudata, sia pur forzatamente corretta in porta, a causa della presenza di Mirante. Lo stesso Florenzi al posto di Karsdorp non lo si poteva certo considerare un ripiego, e altrettanto per Zaniolo tenuto alto a destra e inizialmente molto a freno. Senza contare che la presenza di De Rossi dava un po’ di serenità a tutti. Il Porto non sarà costellato di star internazionali ma è comunque una squadra esperta, affidabile e con una storia anche ben più importante di quella della Roma. La Roma ha dovuto girare molto intorno all’avversario, annusandolo, prima di colpirlo con un paio di diretti di Dzeko, uno dei quali finito sul palo e uno di Cristante. Dall’altra parte Casillas un po’ ha sfarfalleggiato in area, un po’ ci ha messo i suoi spettacolari guizzi. Lo stesso più o meno per Mirante, però ancor più coperto e meglio protetto. La Roma è ripartita dalla difesa e ha colpito in velocità, guadagnando progressivamente spazio e fiducia. Ha stonato molto la solita contestazione a Kolarov che si è preso la sua razione di insulti dalla Curva Sud, insensibile persino all’appello del capitano De Rossi. La partita è salita fatalmente di tensione quando la Roma ha abbandonato le sue paure, e ha cominciato a trovare i buchi nella difesa del Porto. Casillas ha dovuto metterci tutto l’istinto da grande portiere per annullare una gran botta di Pellegrini, innescato da Cristante. Di Francesco e Conceiçao si sono ritrovati a bordo campo a urlarsi contro e imbizzarrirsi per banali questioni. Al culmine di questo pathos sono arrivati i due gol svolta partita di Nicolò Zaniolo. Ancora lui, il ragazzo che la Roma si è ritrovata in squadra per intuito del ds Monchi, nemmeno immaginandosi il talento che nascondeva. Zaniolo ha seguito passo passo il grande lavoro di sfondamento di Dzeko, che veramente merita il 50% dei diritti su quei gol. Nel primo ha difeso palla a centro area e servito Zaniolo, nel secondo ha sorpreso il Porto in contropiede, ha colto violentemente il palo e sul rimbalzo il ragazzo ha fatto doppietta. Peccato sul 2-0 per il gol di Lopez Adrian che tiene apertissimo il match di ritorno. Ma tutto non si poteva ottenere da una serata così.
Nicolò centra un altro record: "Che emozione sotto la Sud"
IL TEMPO - MENGHI - Non c'è nulla di normale nel decidere le partite a 19 anni. Non è banale nemmeno sentirsi dire «grande giocatore» da Francesco Totti e «campione» da De Rossi, perché «un grande giocatore lo è già». Zaniolo fa cose eccezionali e forse non se ne rende nemmeno conto fino in fondo, è successo tutto così in fretta, in maniera quasi naturale, come qualcosa che doveva uscire fuori per forza. La sua voglia, la forza, il cinismo, l’esplosività: non gli manca davvero nulla. La Roma ha provato a costruirgli intorno un muro per tenerlo lontano dagli eccessi di questa pazza città e dagli occhi di chi già ha riempito il taccuino degli appunti di mercato, come quel Paratici che ieri sera era in tribuna. Anche i due ct azzurri erano sugli spalti dell’Olimpico, Di Biagio pronto a scommettere che «Nicolò sarà uno dei protagonisti dell'Europeo a giugno» e Mancini a pregustare il momento in cui sarà, inevitabilmente, aggregato in forma stabile alla Nazionale maggiore. Era stato proprio lui a lanciare a Di Francesco un messaggio lo scorso settembre, convocandolo con l’Italia dei grandi e scoprendo il talento che a Trigoria era arrivato da perfetto sconosciuto nell'affare Nainggolan. La favola Zaniolo è cominciata presto, a partire da quell’esordio in Champions League che il tecnico giallorosso aveva voluto azzardare, nientemeno che al Bernabeu contro il Real Madrid. La grinta l'aveva mostrata subito l'ex Inter che si era tenuto il meglio per gli step successivi, innescando un climax strepitoso che continua a far alzare i tifosi dai loro posti allo stadio. Si è preso un’altra standing ovation ieri, uscendo nel finale contro il Porto con i crampi: «Ci sta», dice a chi gli domandava il perché del ghiaccio sulla gamba. Zaniolo sta bene, anzi benissimo, era solo stanco dopo aver combattuto come un leone sulla fascia, in un ruolo che non sarà il suo ma lo ricopre come se lo fosse sempre stato e da lì, ala destra, ha segnato due gol da record. E' lui il più giovane italiano ad aver segnato una doppietta nella moderna Champions League, il primo classe ‘99 scendere in campo da titolare in uno scontro diretto, e a renderlo indimenticabile. Per tutti, in primis per se stesso: «Sono felicissimo, è un sogno che si è realizzato, ma sono contento soprattutto per la squadra. Adesso andiamo a Oporto per conquistare il passaggio del turno. Sarà dura come ogni partita di Champions, ma adesso possiamo andare là a giocarci le nostre carte e provare ad andare ai quarti». Ed è merito suo, per buona parte. Merito di un predestinato che ha fatto innamorare i romanisti in pochi mesi, nonostante la vecchia fede juventina mai nascosta. Zaniolo è andato a prendersi l'abbraccio della Sud ad ogni rete, per poco non faceva venire giù tutto, barriere di plastica e curva, perché ha esultato con la stessa energia con cui in campo dà spettacolo: «Spero di farne tanti altri lì sotto, sono felice di correre per questa squadra». Capitan De Rossi lo incorona: «Il suo è un piccolo record che si aggiunge a quello che sta mostrando gara dopo gara e allenamento dopo allenamento. Non scopro niente, già è un grande giocatore ma diventerà un campione». Niente di più normale.
È sempre Zaniolo. Roma, un passo verso i quarti
LEGGO - BALZANI - Zaniolo si prende pure l'Europa, la Roma ancora no anche se per la prima volta nella sua storia riesce a battere il Porto. Nella vittoria per 2-1 nell'andata degli ottavi di Champions e in una notte finalmente magica per l'Olimpico a brillare è ancora la fenomenale stella di Nicolò autore di una doppietta da record (è il più giovane italiano ad aver segnato due gol in Champions) e bravo a valorizzare al massimo il gran lavoro di Dzeko. Due gol festeggiati ruggendo sotto la Sud che però non lasciano tranquillo Di Francesco. Il Porto, sotto 2-0, ha trovato infatti la forza di segnare un gol pesantissimo con Adrian Lopez che lascia la qualificazione ancora aperta per la sfida di ritorno del 6 marzo. Nel finale Herrera («E' forte, ma non lo prendiamo», ha detto Monchi) ha pure sfiorato il gol del pari. Immeritato perché la Roma ha dominato una partita giocata con ordine e compattezza. Le parate dell'intramontabile Casillas e il solito palo nel primo tempo colpito da Dzeko hanno evitato un ko più pesante per l'ex laziale Conceiçao venuto quasi testa a testa con Di Francesco nella ripresa dopo un litigio per il rientro furbetto di Brahimi. Tutto rientrato a fine partita. E rientrata sembra anche la contestazione dei tifosi anche se al 13' è arrivato lo striscione della curva: Bastardo Kolarov con tanto di coro personalizzato fischiato però dagli altri tifosi. A fine partita applausi per tutti, e ovviamente una standing ovation per Zaniolo che se la gode così: «Segnare in Champions era un sogno che avevo da bambino ma sono felice soprattutto per la vittoria che ci serviva, era importante iniziare bene queste due partite. Ora andiamo a Oporto per passare il turno. Sono uscito per i crampi, ho corso tanto». Anche capitan De Rossi promuove il giovane compagno di squadra: «Ha una prepotenza fisica incredibile abbinata a un'ottima tecnica, è già un grande giocatore e diventerà un campione. Peccato per il gol subito perché a differenza degli ultimi mesi siamo stati compatti. Prendere gol su una palla svirgolata ci ha fatto male e ci ha messo paura. Il 2-1 non ti lascia tranquillo al ritorno. Le percentuali? 51% contro 49%. Pure Di Francesco sorride a metà: «Prestazione di grande livello che mi tengo stretto anche se c'è rammarico per il gol subito. Zaniolo? Teniamocelo stretto».
City manager sotto attacco: “Ingerenze sullo stadio”
LA REPUBBLICA - FAVALE - Una mail potrebbe costare cara a Franco Giampaoletti, potentissimo direttore generale (anche detto city manager) del Campidoglio, arrivato alla corte di Virginia Raggi un anno fa con un sostanzioso stipendio da 170 mila euro. «Si tratta di un compenso in linea e addirittura inferiore a quanto corrisposto a chi riveste incarichi analoghi nelle altre grandi città italiane», misero le mani avanti i 5 Stelle in Comune, già scottati in passato per le polemiche sugli ingaggi degli esterni. Dallo Stadio della Roma alla complicata partita delle aziende partecipate, Ama in testa, Giampaoletti ha in mano i dossier più importanti che riguardano l’amministrazione Raggi. Da ieri, però, (caso abbastanza inedito per una figura dirigenziale) è finito nel mirino delle opposizioni che hanno presentato in Aula una mozione «di censura» sull’operato del city manager chiededone «la decadenza e la rimozione». Solo il primo atto di un’offensiva che dovrebbe coinvolgere anche il prefetto Paola Basilone, che nei prossimi giorni verrà sollecitata sul caso da una lettera. Nella comunicazione alla Basilone verrà spiegato il contenuto della mozione firmata ieri dal centrosinistra, da Fdi, da Forza Italia e dal gruppo misto, e nella quale si torna indietro al primo di febbraio, quando alle 16.47, dall’indirizzo di Giampaoletti partì una mail indirizzata ad alcuni dirigenti del Campidoglio. Oggetto: “Commissione trasparenza 4/2”. «Gentilissimi — si legge nel testo — avendo provato a contattarvi senza successo nel pomeriggio provo a inviare intanto un primo messaggio. In merito alla convocazione della Commissione trasparenza del prossimo lunedì 4 febbraio il nostro Ente ritiene opportuno limitare la partecipazione alla parte politica. Sarà mia cura contattarvi personalmente lunedì mattina per chiarire eventuali dubbi». La riunione a cui si riferisce Giampaoletti nella mail è quella convocata dal presidente, il dem Marco Palumbo, per discutere del parere del Politecnico di Torino sull’impianto di Tor di Valle. Quella mail per le opposizioni rappresenta «un’ingerenza» non solo per non aver consentito il lavoro di controllo e garanzia che per statuto la commissione ha il diritto-dovere di svolgere ma soprattutto perché, si legge nel testo della mozione, «si potrebbe ravvisare un possibile intervento in conflitto di interessi in quanto il dg è stato sentito dalla procura di Roma in merito proprio allo stadio della Roma come persona a conoscenza dei fatti in virtù del suo ruolo istituzionale e per il suo specifico rapporto con l’avvocato Luca Lanzalone». Di «comportamento irriguardoso» parla Svetlana Celli, capogruppo di RomaTornaRoma. Per quel lo di Fdi, Andrea De Priamo «il dg non può dire agli uffici di non partecipare a una commissione». «Se l’M5S voterà contro questa mozione allora vuol dire che la maggioranza ha influito sull’azione amministrativa degli uffici», aggiunge Giulio Pelonzi, Pd. E secondo Davide Bordoni, Fi, «quest’amministrazione è sempre più opaca». Intanto ieri l’Aula ha approvato il nuovo regolamento sull’accesso agli atti, con la maggioranza costretta a cancellare il passaggio che prevedeva possibili limitazioni in caso di richiesta di documenti da parte dei giornalisti. Eliminati i riferimenti agli organi di stampa resta l’obbligo da parte dei dirigenti di «motivare adeguatamente gli eventuali provvedimenti di differimento e rigetto, anche parziale».
Generazione di fenomeni: che classe i ragazzi del '99. Il futuro del pallone è già qua
LIBERO - DELL'ORTO - I ragazzi del ’99 stavolta- evviva - non vanno in guerra, ma promettono battaglia, questo sì. Faccende sportive, ovvio: dribbling, assist, gol, tackle e parate per conquistare il football mondiale. E possibilmente qualche trofeo fin da subito, anche se sono giovani giovanissimi e nella maggior parte dei casi non hanno ancora vent'anni. Sì, sono poco più che bambini ma con il pallone ci sanno fare, e tanto. Gli ultimi, in ordine di tempo, che ci sono rimbalzati addosso attraverso video, giornali e social sono un argentino e un portoghese: Adolfo Gaich e Joao Felix. Il primo, durante il recente Mondiale Under 20, ha devastato con una tripletta il Venezuela, che fino a qualche ora prima era la grande rivelazione del torneo. Tre gol da attaccante completo: tiro potente, colpo di testa e una conclusione precisissima.
IL BOMBER DEL PAPA
Prodotto delle giovanili del San Lorenzo de AlmagrO - yes, proprio la squadra per cui tifa Papa Francesco - il bomberino nel torneo era partito in panca come terza opzione (davanti a lui Maxi Romero, già affermato in Olanda con il Psv Eindhoven, e Facundo Colidio, l'attaccante del 2000 che nelle giovanili dell'Inter fa la differenza), ma in pochi giorni poi si è conquistato spazio e infine la gloria. Joao Felix invece è portoghese, sopporta - facile immaginarlo - un ingombrante paragone con sua maestà Cristiano Ronaldo e delizia i tifosi del Benfica: in 13 partite ha già segnato sette gol e servito tre assist. I grandi club (tra cui Juve e Milan) si sono subito ingolositi, ma c'è un piccolo dettaglio da superare: il centrocampista ha appena rinnovato il contratto fino al 2023e la clausola rescissoria è di 120 milioni (e si sta lavorando per portarla a 200). Di talenti così, all’estero, ce ne sono parecchi(Dan-Axel Zagadou difensore del Borussia, Diogo Dalot terzino del Manchester United, Gedson Carvalho Fernandes centrocampista del Benfica, Brahim Abdelkader Diazfantasista del Real Madrid, Kai Havertz centrocampista del Bayer Leverkusen, Benjamin Woodbur estero del Liverpool in prestito allo Sheffield United, Alexander Isak attaccante del Borussia Dormunt), ma anche in Italia possiamo guardare al futuro con orgoglio godendoci il presente.
GLI ITALIANI
Gigio Donnarumma, che ha appena festeggiato le 150 presenze con il Milan, è il nostro miglior portiere ed è ormai una realtà mentre la Roma, che sta aspettando la maturazione
dell'olandese Justin Kluivert (figlio d’arte), si gode Nicolò Zaniolo, centrocampista di forza fisica e fiuto del gol stoltamente scaricato prima dalla Fiorentina e poi dall'Inter. Ma ancora,sempre l'Inter ha, tra i più interessanti, l’attaccante Andrea Pinamonti (in prestito al Frosinone) e il difensore Alessandro Bastoni (in prestito al Parma), il Sassuolo si coccola l’attaccante Andrea Brignola, la Fiorentina sfoggia il super portiere Alban Lafont.
GENERAZIONI BOOM
Sì, insomma, i ragazzi del "99 sono tanti e bravi e c'è da scommettere che questa sarà un generazione capace di fare la storia del calcio. Perché, da sempre, ci sono annate più ricche di altre, più fertili, più generose di talenti. Come quella dei 1953 (Gentile, Passarella, Scirea, Falcao, Zico) edei 1955 (Briegel, Cerezo, Platini, Conti, Rummenigge, Altobelli). E che dire dei 1960, li ricordate? Maradona, Matthaus, Tassotti, Brehme, Littbarski, Careca, Voeller, Zenga e Franco Baresi, tanto per fare qualche
Monchi chiarisce alcuni punti. Zaniolo è sempre stato nel mirino della Roma (Foto)
Monchi e il giornalista Roberto Renga, opinionista di Radio Radio, si sono confrontati in un botta e risposta su Twitter. Renga ha affermato con un tweet, che i giallorossi quest'estate non volevano prendere Zaniolo nell'affare che ha portato Nainggolan all'Inter, bensì il portiere Radu e a tal proposito il ds della Roma risponde pubblicando una vecchia intervista in cui spiegava che Zaniolo era fin da subito un suo obiettivo, ma che i nerazzurri non volevano cedere. Il tutto accompagnato da un ironico: "Buongiorno"
Tre cose su Zaniolo: 1) Monchi voleva Radu, l'Inter gli ha dato Zaniolo; 2) Monchi voleva mandarlo in prestito, Di Francesco rispose: non se ne parla; 3) l'Inter l'anno scorso non gli ha concesso neppure un minuto. Che abbia sorpreso tutti è un dato di fatto.
— Roberto Renga
Malagò: "Fondamentale Zaniolo mantenga umiltà"
Giovanni Malagò commenta la performance di Zaniolo. L'Ansa riporta le parole del presidente del Coni sull'autore della doppietta:
“Di Zaniolo ne ho parlato molto bene ben prima della partita di ieri, è fondamentale che il ragazzo mantenga quell’umiltà che sta già dimostrando perché nello sport e nel calcio in particolare troppi complimenti possono alterare un percorso di crescita che sembra scritto. Ma non è il suo caso perché è un ragazzo serio e umile. A prescindere da simpatie di parte, sono molto felice che la Roma ieri, anche per una serie di infortuni concomitanti di altri giocatori, abbia schierato 7 italiani. Era tanto che non accadeva. Io stravedo per ragazzi come Zaniolo, Chiesa, Barella e anche il reparto dei portieri dà garanzie assolute. C’è una generazione importante e l’accoppiata Mancini-Di Biagio dà le garanzie a tutto questo“.
Pallotta: "Ieri abbiamo giocato un'ottima partita. Zaniolo e Pellegrini hanno la stoffa per diventare leader"
James Pallotta, presidente della Roma, ha parlato alla radio SiriusXM della squadra giallorossa: "Ieri abbiamo giocato un’ottima partita, da squadra, anche se purtroppo il Porto è riuscito a segnare quel gol. Non dimentichiamoci che i nostri avversari venivano da una striscia di 26 risultati positivi e non perdevano da ottobre. Zaniolo e Pellegrini sono ragazzi intelligenti, sono maturi ed equilibrati molto di più di quanto si immagini. Credo siano calciatori con la stoffa per diventare i futuri leader della Roma".
Vecchi: "Zaniolo ha bruciato le tappe. Merito suo e di Di Francesco che lo ha lanciato"
Stefano Vecchi, ex allenatore di Zaniolo nella Primavera dell'Inter, ha parlato ai microfoni di RMC Sport del 22 giallorosso: "Zaniolo non è stato lasciato andare via a cuor leggere. L’Inter voleva un giocatore pronto e con Zaniolo è stata fatta una plusvalenza importante. Ad agosto erano tutti contenti, ora invece un po' meno. Zaniolo ha bruciato le tappe, nonostante le qualità erano indiscusse. Avrei pensato che sarebbe arrivato nel giro di un anno o due, non certo subito. Nicolò sta facendo cose straordinarie: merito suo e grande merito va sicuramente a Di Francesco che ha avuto il coraggio di lanciarlo e dargli continuità. Conoscendo anche lui non si sta rendendo conto di quello che gli sta succedendo, perché vive spensierato ed è una delle sue forze. L’errore può essere quello di voler strafare, magari esagerando: arriveranno dei momenti difficili e sono sicuro che li supererà. Mi auguro possa continuare così e che magari riesca un giorno ad andare al Real Madrid, nel top club per eccellenza".
Un marziano all’Olimpico
INSIDEROMA.COM - MASSIMO PAPITTO - Di colpo un flashback. Era il 19 settembre 2007 e Perrotta assisteva Totti che segnava il due a zero di destro in diagonale sul secondo palo portando la Roma sul 2-0 contro la Dinamo Kiev vincendo la prima partita di quel girone di Champions League.
Ieri di colpo ho rivisto Totti, ho rivisto quel gol, ho ricordato lui quando Zaniolo assistito alla perfezione da Dzeko (solita partita mostruosa in Europa per lui) ha infilato all’angolo di Casillas il gol del vantaggio della Roma sul Porto. Un urlo incredibile, un gol fulmineo, rapido, veloce ed un’esultanza a squarciagola con il nome di Zaniolo urlato con forza mentre tremavano addirittura i muri dello Stadio Olimpico.
Il figlio al popolo. Il Re che si prende la sua corona. Meritata. Un ragazzone di 19 anni potente, alto 1.90 che non sposti mai. Un armadio. Un colosso. Tiene botta con i difensori e i centrocampisti del Porto e si prende anche il lusso di segnare una doppietta, la prima sua e la prima di un calciatore della sua età nella storia della Coppa Campioni o Champions League.
Un giocatore che trascina, elettrizza. Un leader in campo. Arrivato a Roma come un pacco neanche troppo gradito nell’affare Nainggolan-Inter ha fatto parlare il campo fin da subito, dimostrando talento, voglia di arrivare, fame. Era riserva delle riserve e ora è titolare inamovibile.
Senza Zaniolo non esiste Roma in questo momento. Zaniolo è la Roma. La sua sfrontatezza è la forza che mancava per affrontare una stagione non entusiasmante. Fino a ieri quando di colpo Zaniolo ha deciso di incendiarla e di incendiare lo stadio. Di far rivivere sogni di “coppe e di campioni” a tutto il popolo giallorosso che nei piedi di questo ragazzo ripone nuove aspettative.
Non toglietecelo. Non fategli fare la fine di Alisson o Nainggolan. La gente merita un nuovo idolo e il nuovo idolo è Nicolò Zaniolo.
Nicolato: "Zaniolo ha fisicità unita a grande tecnica. Somiglia a Ballack o Lampard"
Paolo Nicolato, CT dell'Italia Under20 ed il primo a convocare Zaniolo ai tempi dell'Under18, ha parlato del talento giallorosso. Queste le sue parole riportate da AdnKronos:
A chi somiglia Zaniolo?
"Ballack o Lampard, è un giocatore molto solido che ha fisicità unita a grande tecnica e senso del gioco. Mi ricorda però un giocatore come Kevin De Bruyne, che può essere vicino al suo modo di interpretare il calcio".
Il ruolo di Zaniolo?
"I giocatori bravi, più lo sono e più possono giocare in vari ruoli. Lui può giocare in tutti i ruoli con buona efficacia, ma per me è un interno di centrocampo, anche se ha fatto benissimo il trequartista nel rombo e gli ho fatto fare anche il mediano davanti alla difesa perché ha i tempi e il senso del gioco. Ma può fare bene anche nell’interpretazione del ruolo più offensivo, partendo dall’esterno per accentrarsi e occupare le zone centrali del campo. E’ un giocatore che deve stare nel vivo del gioco, ha i colpi sia per mandare in porta i compagni che per concludere l’azione, ad ogni modo più che di ruolo parlerei di posizione, lui che parta da una parte o dall’altra dà il meglio di se quando arriva a giocare nelle zone centrali del campo perché è un giocatore che in quelle zone può essere determinante, è un giocatore universale. Per capacità, forza e tecnica è un giocatore che può giocare in molti ruoli".