Allenamento Bologna, lavoro atletico ed esercitazioni tecniche in vista della Roma
Il Bologna, prossimo avversario della Roma in campionato, si sono allenati in vista del match di lunedì all'Olimpico. I rossoblu, come riferito dal sito ufficiale del club bolognafc.it, hanno svolto: "Lungo lavoro atletico per i rossoblù, poi esercitazioni tecniche a campo ristretto e partitella. Rientrato in gruppo Nehuen Paz che si è allenato regolarmente con i compagni, ha interrotto la seduta Giancarlo Gonzalez a causa di un risentimento alla coscia sinistra che sarà valutato nei prossimi giorni. Terapie per Lyanco e Riccardo Orsolini".
Domani Manolas risponderà live alle domande dei tifosi (video)
Kostas Manolas, difensore della Roma, sarà protagonista domani di un'intertvista sul social network Twitter in cui risponderà alle domande dei tifosi. A comunicarlo è la stessa Roma tramite il proprio profilo, in cui spiega che dopo l'allenamento delle undici Manolas risponderà alle migliori domande inviate dai tifosi.
LIVE giovedì 14 febbraio!
Domani dopo l'allenamento del mattino, Kostas Manolas sarà protagonista di un'intervista video in diretta su Twitter!
Rispondete a questo Tweet per inviare le vostre domande: selezioneremo le migliori da sottoporre al difensore greco! #ManolasLive pic.twitter.com/8XgArBkIvj
— AS Roma (@OfficialASRoma) 13 febbraio 2019
Karsdorp sottoposto ad esami strumentali. Salterà il Bologna a scopo precauzionale
Rick Karsdorp, che nei giorni scorsi si era fermato per un problema muscolare, si è sottoposto ad esami strumentali che fortunatamente non hanno evidenziato gravi problemi. Per precauzione l'olandese rimarrà a riposo in vista del match di lunedì contro il Bologna, mentre verrà valutato giorno per giorno per decidere quando reimpiegarlo in campo.
Zan10love!
INSIDEROMA - L.LUCIANI - Quando si avvicina febbraio, la Champions bussa alle porte e non c’è San Valentino che tenga difronte al fascino della coppa dalle grandi orecchie, competizione di rara bellezza che regala notti magiche pregne d’amore a tutti gli amanti del pallone. Così è successo martedì a Roma nell’andata degli ottavi di finale contro il Porto.
RISCATTO - Con 50.000 tifosi presenti, la Roma si presenta vogliosa di riscatto contro i Dragões, che nell’ultima trasferta all’Olimpico si sono imposti per 3-0 costringendo gli uomini dell’allora Spalletti a scendere in Europa League. Primo tempo movimentato che si realizza solamente nel clamoroso palo di Dzeko dopo una giocata da fuoriclasse.
AMORE - Ma è nel secondo tempo che Cupido scocca la freccia verso la Curva Sud e fa consacrare ai massimi livelli l’amore dei romanisti per Nicoló Zaniolo. L’ex Inter sblocca il risultato prima al 70’ e poi raddoppia cinque minuti dopo inserendosi direttamente nella storia del calcio italiano come il più giovane a realizzare una doppietta in Champions. C’è chi vuole già lo inquadra come l’erede di Totti e dargli la 10 ma tempo richiede tempo.
SPORCO - Nello scomodo 2-1 finale che gela l’entusiasmo giallorosso, l’oscar al miglior attore non protagonista va sicuramente a Dzeko. Oltre al già citato palo, il bosniaco fornisce l’assist del vantaggio romanista e sul 2-0 prende un altro legno che spalancherà la porta per la ribattuta semplice di Zaniolo. Tutto ciò va inserito all’interno di una partita all’insegna del lavoro sporco fatto di sportellate con i difensori e di numerosi falli subiti per far respirare la squadra. Non è stato inserito dall’arbitro nel tabellino dei marcatori, ma sicuramente sarà l’uomo-chiave per gproseguire il cammino in Champions.
Roma-Porto 2-1 - Le pagelle dei giallorossi
INSIDEROMA.COM - FEDERICO FALVO - Con una prestazione quasi perfetta la Roma riesce a portare a casa la vittoria ed un piccolo mattoncino per il passaggio del turno. Peccato per i de pali subiti e per un Casillas che non si smentisce mai. Rammarico, invece, per la rete subita che complica un pò le cose. Ora testa al campionato e poi al match di ritorno, dove non si dovrà commettere l'errore di difendere il risultato.
Ma vediamo come si sono comportati i giallorossi in campo:
MIRANTE 6 – Si fa trovare pronto e risponde bene nelle varie situazioni in cui è chiamato in causa. Incolpevole sul gol subito.
FLORENZI 5.5 – Attento in fase difensiva. In avanti peccato troppo di foga sbagliando troppi passaggi.
MANOLAS 5.5 – Comincia il match benissimo con velocità e ottimi interventi. Ma macchia la prestazione con la disattenzione che costa il gol.
FAZIO 6 – Molto più attento rispetto al solito. Da migliorare ancora in fase di impostazione ma in difesa è sempre attento e preciso.
KOLAROV 6 – Qualche errore di troppo, forse dovuto ad una parte del tifo in lotta con lui. Ma in fase offensiva è sempre determinante cercando anche il gol personale, ma la faccia di Casillas gli nega la gioia.
CRISTANTE 6.5 – Gioca a tutto campo e non si risparmia mai. Finisce stanco e con poco ossigeno, ma cerca sempre di essere presente e aiutare. Sfiora il gol con una buona conclusione personale.
DE ROSSI 6.5 – Elemento fondamentale dello scacchiere giallorosso. In mezzo al campo detta i tempi e fa girare bene il pallone. Aiuta anche i centrali difensivi. Vuole i quarti di finale e si vede.
PELLEGRINI 6 – Rispetto al solito si è concentrato di più sulla quantità che sulla qualità. Presente in entrambe le fasi di gioco.
NZONZI (dall'83') SV - Entra nel finale per chiudere il centrocampo e infastidire la manovra avversaria.
ZANIOLO 8 – Inizia largo dove fa vedere qualche difficoltà non essendo il suo ruolo naturale. Col passare dei minuti diventa più offensivo e lascia la firma sul match e nella storia con una doppietta, la prima nell'Europa delle stelle.
SANTON (dall'87') SV - Entra per pochi minuti in cui compie un buon recupero difensivo.
EL SHAARAWY 6 – Poco incisivo e più "prestato" alla fase difensiva. Gioca come al suo solito, puntando sempre l'uomo ma saltando non in tutte le occasioni. Bene così ma può e deve dare di meglio in campo. I mezzi per farlo li ha.
KLUIVERT (dal 90') SV - Solo una sgambata per lui, i cinque minuti di recupero non gli permettono di farsi vedere.
DZEKO 7.5 – Preziosissimo come centro boa, che tiene il pallone incollato ai piedi e fa salire la squadra. Sfortunato nei due pali colpiti ma determinante nelle reti giallorosse. Doppio assist per Zaniolo, il secondo con l'aiuto del palo. Avrebbe meritato la gioia personale.
Stadio, l’ultimo giallo la giunta al Politecnico: “Distruggete tutti gli atti”
IL MESSAGGERO - DE CICCO - La domanda che sorge spontanea è: perché? Perché la giunta 5 stelle che della trasparenza ha fatto un brand – non sempre rispettato – chiede agli esperti arruolati per valutare il controverso progetto Tor di Valle di “distruggere qualsiasi file, atto, documento, elenco, nota, disegno, schema, lettera ed ogni altro materiale” che ha riguardato il lavoro di analisi di queste settimane? Perché, insomma, tanta segretezza, tanta smania di fare pulizia sugli scambi tra i professori del Politecnico di Torino e i vertici del Campidoglio? Dopo le insistenze dell’opposizione e di pezzi importanti della stessa maggioranza grillina, Virginia Raggi ha fatto pubblicare il rapporto finale dell’ateneo piemontese sul sito web del Comune di Roma.
Il documento che conferma l’impatto “catastrofico” sulla viabilità del quadrante Sud di Roma, salvo stravolgimenti di tutta la mobilità cittadina, è apparso online quattro giorni dopo la consegna a Palazzo Senatorio, dopo che dal Pd a Fdi avevano minacciato di “denunciare” la sindaca se l’avesse tenuto chiuso in un cassetto, segretato. Spulciando il contratto, sin qui inedito, tra l’amministrazione comunale e il Politecnico – il timbro del protocollo capitolino è del 9 ottobre 2018 – spunta una clausola che oltre a pretendere dai professori “riservatezza” fino al termine dello studio, impone agli estensori del parere di cancellare tutte le comunicazioni con l’amministrazione.
I privati che sognano l’affare Tor di Valle, intanto, cercano l’accelerata, di riuscire cioè a incardinare il prima possibile l’iter per la variante e la convenzione urbanistica. Il diggì della Roma, Mauro Baldissoni, e Giovanni Sparvoli, membro del nuovo Cda di Eurnova, saranno stamattina al Dipartimento Urbanistica per fare il punto con i dirigenti comunali. E un’altra riunione è in calendario giovedì. L’obiettivo? Arrivare a un voto in Consiglio comunale entro l’estate, prima però tocca convincere il gruppo M5S, ancora diviso, dopo l’inchiesta per tangenti che ha travolto il gruppo Parnasi.
Di Francesco: «Una vittoria per riportare entusiasmo»
IL MESSAGGERO - CARINA - La Champions è come fosse la sua coperta di Linus. Nei momenti di difficoltà, Di Francesco ha sempre trovato nell’Europa che conta il trampolino necessario per tornare in auge. E questa sera, contro il Porto, si gioca molto del suo futuro. Perché se arrivare quarti in campionato rimane il diktat di Pallotta, superare il turno gli regalerebbe tante fiches da giocarsi sul tavolo della conferma a giugno: «Il percorso è lungo ma è una buona occasione per fare una grande partita e riportare entusiasmo. Dobbiamo essere ambiziosi». Tra le avversarie che poteva regalare l’urna di Nyon (Barcellona, Psg, Manchester City, Borussia Dortmund e Bayern Monaco) il Porto è quella più alla portata dei giallorossi. Ma Eusebio non si fida: «È un gruppo compatto, sa quello che vuole. È una delle squadre che ha vinto più duelli difensivi in tutta la Champions. Conceiçao sta facendo un grande lavoro, ha regalato un’identità anche caratteriale. Prima era una squadra con più palleggiatori che andava alla ricerca della qualità, adesso la vedo molto più concreta. Sarà una partita molto dispendiosa dal punto di vista fisico. Servirà il giusto mix di esperienza e freschezza, perché senza corsa non si va da nessuna parte. E poi dobbiamo fare una grande fase difensiva, sarà determinante cercare di mantenere inviolata». In quest’ottica difficile il recupero di Olsen (provino questa mattina: Mirante è pronto) mentre torna dal primo minuto Manolas, tenuto a riposo contro il Chievo.
Roma, sognando le notti magiche
IL MESSAGGERO - TRANI - Il sogno, dopo l'avventura fantastica nell'edizione passata, è come se non finisse più. Anche perché basta la parola, prima ancora della musichetta, per dare un senso alla notte della Roma all'Olimpico: la Champions cattura il pubblico, a prescindere dal senso di appartenenza e da qualsiasi ragionamento sulla competitività della squadra. Finalmente la cornice da big match, come è giusto che sia la gara d'andata degli ottavi contro il Porto. Niente sold out come per le sfide dell'anno scorso contro il Barcellona (quarti) e il Liverpool (semifinale), ma comunque 50 mila spettatori allo stadio. Niente male, tenendo conto che i giallorossi, dopo il vergognoso 7-1 di Firenze in Coppa Italia, sono sotto contestazione. La chance, in questo senso, va sfruttata. Lo sa bene Di Francesco. La prestazione e, ancor di più, la qualificazione possono aprire la strada alla riconciliazione. Il bivio di oggi è, insomma, lo stesso di inizio 2018. La riabilitazione dell'allenatore e del gruppo ci fu proprio nella principale competizione continentale che, in quanto a interesse e prestigio, non ha niente a che vedere con l'appeal del campionato (con la Juve lontana 25 punti dopo 23 gare), come certificato anche dalle presenze nelle 3 partite della fase a giorni: 41.243 per il Viktora Plzen, 46.005 per il Cska Mosca e 59.124 per il Real Madrid. I 35 mila abbonati in Europa fanno ulteriore chiarezza sulla scelta di campo della gente.
RIVALE SCOMODA - La Roma, nel suo 110° match di questo torneo (Coppa Campioni compresa), ritrova il Porto, adesso allenato dall'ex laziale Coinceçao e mai battuto (e mai eliminato) dai giallorossi, fuori sia in Coppa delle Coppe (2° turno nel 1981) sia in Champions (playoff nel 2016). Di Francesco ci riprova dopo Liedholm e Spalletti, sapendo che gli avversari, in testa nel loro campionato, sono imbattuti da 26 partite (ultimo ko il 7 ottobre contro il Benfica). E nella prima fase hanno preso 16 punti su 18 (nessuna sconfitta, quindi).
ULTIMO TENTATIVO - La Roma farà il turnover anche in Champions. Possibili 4 novità nel 4-3-3 dopo il successo di Verona contro il Chievo: in difesa, da terzino, è pronto al rientro Florenzi, Karsdorp (titolare nelle ultime 4 gare di campionato e fuori solo a Firenze in Coppa Italia), ieri è rimasto vittima di un problema muscolare, e al centro torna disponibile Manolas accanto a Fazio; a centrocampo, invece, si riprendono il posto De Rossi da play e Pellegrini da mezzala. Il dubbio più ingombrante per Di Francesco è Olsen, rimasto a guardare fino a domenica, non potendo nemmeno calciare il pallone. Nelle ultime ore la situazione è migliorata: stamattina test decisivo, anche se l'infortunio al polpaccio non sembra consigliarne la presenza contro il Porto, forzando il recupero. Se, dunque, tocca ancora a Mirante, spazio alla 32esima formazione diversa in 32 partite: il portiere di scorta ha del resto giocato da titolare solo contro l'Udinese e il Chievo in serie A e contro il Viktoria Plzen in Europa. Sarebbe il suo debutto casalingo: fin qui è sempre stato schierato in trasferta.
ALLO SPECCHIO - Anche Coinceçao insiste sul 4-3-3 che spesso, con Danilo play davanti alla difesa (interpretazione alla De Rossi), aggiorna in fase difensiva, passando al 4-1-4-1, proprio come accade ultimamente alla Roma. Le assenze in attacco, out l'infortunato Marega e lo squalificato Corona, pesano: dentro Tiquinho e Otavio. I campioni di Portogallo, comunque, sono più o meno gli stessi che, con Marcano titolare, eliminarono i giallorossi, con Spalletti in panchina, il 23 agosto del 2016 all'Olimpico (0-3, espulsi De Rossi ed Emerson) nel play off di ritorno. Stasera rivedremo sette-undicesimi di quella formazione: Casillas, Maxi Pereira, Felipe, Telles, Danilo, Herrera e Otavio (di fronte Florenzi, Manolas, De Rossi e Dzeko: solo loro possono riscattare quell'eliminazione). Meglio, dunque, non fidarsi, anche se a guidarli non c'è più Espirito Santo.
De Rossi fratello di Roma
IL MESSAGGERO - ANGELONI - Una richiesta di non belligeranza, di tregua: «Dico ai tifosi, visto che vi siete sempre fidati di me, fidatevi anche questa volta: Kolarov non è tifoso della Roma da bambino ma è un professionista come ne ho conosciuti pochi in vita mia. Preferisco quelli così a quelli che baciano la maglia e poi magari si tirano fuori al primo doloretto o se l'allenatore gli chiede di giocare in un ruolo diverso. Io da uno come Kolarov vorrei essere sempre rappresentato». La firma è di Daniele De Rossi, oggi sessanta presenze (sette gol) nella Champions League, sessantadue se contiamo la doppia sfida nel preliminare di due anni fa con il Porto. O forse meglio non contarla, visto come è andata: eliminazione della Roma ed espulsione di De Rossi nella sfida di ritorno. Parla di Kolarov, Daniele.
FIDATEVI DI ME - Un ragazzo in difficoltà per colpa di un suo errore, ha risposto male a un tifoso. «A volte è meglio girarsi dall'altra parte», il consiglio del capitano. Alla fine Alex, come lo chiama De Rossi, sa reagire e lo ha fatto, anche a Verona. Il punto è, secondo il capitano della Roma, non stabilire chi abbia torto o ragione, perché è difficile dire se si voglia più bene a mamma (i tifosi) o a papà (Kolarov), ma pensare a una tregua, perché stasera la Roma ha bisogno di tutti: di un giocatore sereno e di una tifoseria unita. «In questa storia mi trovo in mezzo, perché voglio bene ai tifosi e considero Kolarov un fratello. Spero si possa chiudere qui questa vicenda».
LE SESSANTA IN EUROPA - C'è altro a cui pensare, stasera. A quella Champions come percorso emozionale, tipo l'anno scorso. A far sì che la passata avventura europea non resti un'eccezione ma la normalità. La strada è un'altra e le difficoltà le stesse, nessuno ti regala una nuova semifinale Champions, ma qualcuno ha dato alla Roma un certezza: «L'essere un pochino più pronti a giocare partite delicate come questa». E come questa ne vorrebbe giocare tante altre De Rossi, ma si sa, dipende dal ginocchio. «L'operazione non l'avrei accettata alla mia età. Per adesso va bene e se sto così continuo a giocare. Con la gestione dell'allenatore e con il giusto minutaggio, potrei continuare. Io importante per la squadra? I miei compagni non si rendono conto di quanto lo siano loro per me. Negli ultimi anni mi hanno fatto sentire importante come mai mi ero sentito prima in carriera, per questo devo solo ringraziarli. Mi hanno fatto sentire desiderato. Ma ora abbiamo una partita da vincere e non dobbiamo fare test sulla mia condizione fisica. È importante la squadra, è importante battere il Porto. C'è la consapevolezza di potercela fare».
EUSEBIO UNO DI NOI - Dopo aver preso le difese di Kolarov, Daniele tira una carezza significativa anche al suo allenatore, Eusebio Di Francesco. Che dal baratro ha sempre saputo tirar fuori se stesso e la squadra. «Sa riconoscere i nostri problemi e intervenire, portando avanti sempre concetti normali. Ovviamente non può essere felice come quando lo è dopo aver vinto una partita importante, gli umori degli allenatori sono ricchi di alti e bassi ancor più di noi calciatori, ma ha sempre tenuto la barra dritta, e non ha mai perso la testa, anche in questa città, dove non è facile. Non siamo stati sull'orlo del baratro tante volte, ci sono stati momenti negativi e altri dove si è parlato tanto anche del suo futuro. Siamo quinti, stare sull'orlo del baratro è un'altra cosa. Sono stato quintultimo in classifica e fuori da ogni competizioni e mi sentivo più sotto pressione in quel caso». Già, lo ricordiamo.
Conceiçao a Totti: «Si sente fortunato? Mah, qui ho vinto...»
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Per Sergio Conceiçao quella di stasera non è soltanto l’andata degli ottavi di Champions League. La sfida contro la Roma per lui, campione d’Italia con la Lazio, ha un sapore speciale e anche se in conferenza ripete spesso che «il passato laziale non conta», tira fuori una frecciatina da derby quando gli viene chiesto un commento alle parole di Francesco Totti: «Ha detto che per loro è stato un sorteggio fortunato? Forse lo ha fatto per antipatia, visto che ho vinto sei titoli qui». Un titolo europeo, il più prestigioso, il Porto sogna di vincerlo già quest’anno, ma mentre Pepe, che di Champions in bacheca ne ha tre, dice di voler «arrivare lontano», il suo allenatore è più realista: «Noi siamo contenti di incontrare loro e loro noi, siamo pronti per fare una grande partita perché vogliamo arrivare ai quarti».
Porto indigesto. Che delusioni nelle coppe: ora di rivincita
LA GAZZETTA DELLO SPORT - «È una partita che aspettiamo da 8 mesi», dissero in coro Luciano Spalletti e Kevin Strootman il 22 agosto del 2016 a Trigoria. La Roma sognava, dopo il pareggio dell’andata per 1-1, di eliminare il Porto in casa e andare alla fase a gironi della Champions, ed era convinta di farcela. Troppo, forse. Tanto che all’Olimpico finì 3-0 per i portoghesi, con i giallorossi in 9 dopo le espulsioni di De Rossi ed Emerson. La partita che Spalletti e Strootman, oggi distanti anni luce da Trigoria, aspettavano con ansia divenne una delle più grandi amarezze recenti della Roma americana, ma già nella stagione 1981/82 il Porto era stato la bestia nera del club giallorosso. Ottavi di finale, come oggi, ma di Coppa delle Coppe: la Roma perde 2-0 in Portogallo, al ritorno, nonostante 70mila spettatori, finisce 0-0. Era un’altra epoca: le file al botteghino per acquistare i biglietti, lo stadio pieno già due ore prima del fischio d’inizio (oggi, due ore prima, apriranno i cancelli), la voglia di credere in una rimonta che sembrava difficile ma non impossibile. Lo divenne, invece, e la Roma che di lì a poco avrebbe vinto uno scudetto e sfiorato una Coppa dei Campioni, non riuscì nell’impresa.
L'allungo di De Rossi: «Roma, voglio continuare e il Porto non ci fa paura»
LA GAZZETTA DELLO SPORT - «Se starò bene fisicamente, continuerò a giocare – chiarisce De Rossi –. Credo che le mie prestazioni siano in linea con quelle del gruppo. Non ho mai pensato di smettere. Ho fatto tre mesi fuori da calciatore serio, ho lavorato tanto e ho fatto tutto quello che dovevo per rientrare. Se continuerò a rispondere bene non vedo perché io debba smettere. Tra l’altro, sento grande affetto ultimamente». La grandezza si costruisce anche stasera. Magari sull’onda di quanto fatto lo scorso anno. «È un valore aggiunto. Ci fa arrivare un pochino più pronti a sfide delicate. Fermo restando che il Porto di gare così è abituato a giocarne tante, anche per noi può essere motivo di sicurezza. L’esperienza è stata positiva. Il Porto lo rispettiamo, ma non ci fa paura». Sfortunato, forse, lo è stato anche Kolarov, ancora in frizione con gli ultrà. «Qualche volta coi tifosi è giusto non rispondere e girarsi dall’altra parte, ma vorrei essere sempre rappresentato da uno come lui. Se si dovesse ricomporre questa piccola frattura io sarei il più contento del mondo, anche perché mi sento un po’ in mezzo. Alex lo considero un fratello. Ai tifosi dico di continuare a fidarsi di me quando dico che è un professionista come ne ho visti pochi in vita mia. È uno che dà sempre quello che deve dare, gioca in condizioni a volte difficili. Io preferisco quelli così a chi magari bacia la maglia o fa dichiarazioni al miele a i tifosi e poi al primo dolorino si ferma o se il mister gli chiede di giocare in un altro ruolo storce la bocca. Poi c’è da ricordarsi che il tifoso va assecondato quando mostra insofferenza per i risultati che non arrivano. Se tutto si ricomponesse col Porto, sarei felice».