Riccardi, l’esordio vale un salto verso la storia

IL MESSAGGERO - CARINA - Nella Smorfia il numero 53 rappresenta il vecchio. Numero che paradossalmente si addice al 17enne Riccardi che lo ha vestito l’altra sera contro la Virtus Entella. Al netto dellas ua giovane età, il primo millennial giallorosso ad esordire in prima squadra gioca infatti come un calciatore esperto. Semplice, ad un tocco, senza voler strafare. Lo ha fatto anche lunedì, debuttando ad 8 minuti dal termine con il cuore in gola per gli applausi dell’Olimpico e aspettando quasi due minuti prima di toccare il primo pallone, servitogli da Fazio.

Poco importa che giostrasse come mediano, vicino a Cristante, in un ruolo a lui poco consono (per ora). L’importante era rompere il ghiaccio, dopo tre panchine in campionato (la prima addirittura lo scorso anno) e i tre minuti nell’amichevole contro la Chapecoense nel settembre 2017. Anche perché se i colpi li hai, arrivano di conseguenza. E quella parabola disegnata di prima - che per poco non s’è trasformata nel 5-0 - non è venuta per caso. Altre occasioni non mancheranno. Perché Riccardi non è una delle tante meteore che si affacciano nel grande calcio e poi spariscono. Alessio è un predestinato. Lo sa il ct Mancini che nei giorni scorsi ne ha parlato addirittura in ottica Qatar 2022. Ne è consapevole anche la Roma che dopo aver rifiutato 5 milioni dal Sassuolo la scorsa estate, nei prossimi giorni gli farà firmare un triennale (massimo consentito per i minorenni).

IL RAGAZZO DELLA MAGLIANA Come la Roma americana, anche Riccardi è alla ricerca del primo trofeo nella sua giovane carriera. Ha perso le finali con l’Under 15, con l’Under 17 A e B e la finale di Supercoppa Italiana contro l’Inter. In Nazionale Under 17 ha incantato all’Europeo di categoria (segnando due gol splendidi in semifinale e finale), ma anche in quel caso è poi arrivata la cocente delusione della finale persa ai rigori contro l’Olanda. A Trigoria è di casa dalla stagione 2009-10, scovato da Bruno Conti quando giocava nella Lazio Calcio a 5. Inutile girarci intorno: con tutte le cautele del caso, Alessio - destro naturale capace di utilizzare piuttosto bene anche il sinistro - è il futuro. Più prossimo di quanto si può pensare. Romano della Magliana, romanista, non può non avere come idolo Francesco Totti. E non è un caso che in Primavera, dove gioca dallo scorso anno sotto età, indossi la maglia numero 10.


La Roma si fa Schick. Testa e cuore: il bomber è tornato

LA GAZZETTA DELLO SPORT - CECCHINI - Patrik Schick a 22 anni è tornato al centro dell’universo giallorosso anche sventolando il bello come biglietto da visita. La sua prima rete all’Entella è stata in qualche modo un pizzico storica. Andando in gol dopo 18 secondi contro il Kosice (27 agosto 2007) nei preliminari dell’Europa League, solo un tipetto come Francesco Totti è riuscito ad essere più veloce dell’attaccante ceco, che due giorni fa di secondi ne ha impiegati 21. Insomma, stare sul podio con un mito del calcio, in fondo, crediamo che faccia piacere ed infonda sicurezza ad un ragazzo che sembra averne bisogno. Non solo. Il fatto della rapidità sembra essere un marchio di fabbrica della squadra di Di Francesco, che in questa stagione – se consideriamo il primo quarto d’ora – è riuscita ad andare in gol 9 volte non subendone mai. Proprio per questo, all’Olimpico, la Roma sembra essere proprio una macchina da reti, avendone segnate ben 36 in 13 partite casalinghe: poco più di una ogni mezz’ora.

L’impressione, allora, è che il 2019 sia cominciato col piede giusto per tutti, e soprattutto per Schick. Questione di testa, ma anche di respiro, verrebbe da dire. Cosa c’entra? Leggete quello che dice il preparatore personale del ragazzo, che lo segue dall’estate scorsa. “Patrik aveva un problema di respirazione specifico, ma adesso siamo riusciti a risolverlo”, ha spiegato Michal Bretenar. Non basta. Oltre al lavoro sul corpo, c’è anche quello sulla mente, per il quale Schick si è affidato a Jan Muhlfeit, uno dei più grandi esperti a livello mondiale, che ieri ha scritto su social: “Grande inizio di 2019 per Schick, la Roma e la Federazione ceca. Due gol e un assist nella partita contro l’Entella. Grandi complimenti a lui e alla squadra. Non vedo l’ora di approfondire la collaborazione con Patrik”.


Jesus: menisco. Monchi riflette, no ad Ogbonna

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Si valutano le condizioni di Juan Jesus e in casa Roma, tra oggi e domani, si prenderà una decisione definitiva per tornare sul mercato a prendere un altro difensore centrale o meno. Oggi il professor Pier Paolo Mariani visiterà il brasiliano, che ha riportato la lesione del menisco interno e si capiranno anche i tempi di recupero, legati ad un’eventuale operazione o meno.

Il ds Monchi sta pensando anche alla soluzione interna: Kolarov spostato centrale in caso di necessità, con Santon o Florenzi possibili terzini sinistri. Intanto sta ricevendo una serie di offerte. Uno dei profili proposti è quello di Angelo Ogbonna, ex Torino e Juve e attualmente al West Ham, ma è un profilo che non convince. Sullo sfondo, invece, resta reale la pista che porta a Kabak, il baby del Galatasaray con una clausola da 7,5 milioni di euro.


Novità Riccardi: un predestinato sulle orme di Totti

LA GAZZETTA DELLO SPORT - ZUCCHELLI - Prima l’investitura di Mancini, che qualche giorno fa ha parlato di lui alla Gazzetta in vista del prossimo Mondiale. Poi, quella di Di Francesco, che contro l’Entella gli ha regalato l’esordio. Gli applausi dei tifosi, per Alessio Riccardi, sono durati quasi un minuto, perché da tempo, a Roma, si parla di questo ragazzo che il 3 aprile compirà 18 anni: per tanti, un giorno, potrebbe persino pensare alla maglia numero 10 di Totti, ma per confronti del genere ci vogliono tempo, costanza ed umiltà.

Quando tornerà a Trigoria lo aspettano un rinnovo fino al 2023 da circa 750mila euro a stagione e la possibilità di far parte del gruppo di Di Francesco a tempo pieno. Se la Primavera avrà bisogno di lui continuerà a sfruttarlo De Rossi, ma l’idea di Monchi e Massara è farlo crescere accanto all’altro De Rossi, Daniele. Lui ci crede, e così la famiglia, che ha scelto di rimanere in disparte perché sa che il momento è delicato


Protagonista per 90 minuti, così Karsdorp si prende il futuro

LA GAZZETTA DELLO SPORT - CECCHINI - La storia agonistica giallorosa di Rick Karsdorp finora è stata tutta qui: 303 minuti divisi tra gli 82 giocati nella scorsa stagione (tutti nella partita in casa contro il Crotone) e i 221 di questa, sbriciolati in quattro apparizioni, quelle contro Milan, Chievo, Real Madrid (all’Olimpico) ed Entella.

Contro i liguri Karsdorp ha dimostrato fisicamente di esserci. Una grandenotizia, alla luce del calvario che ha dovuto passare per via degli infortuni alle ginocchia ed ai relativi problemi muscolari che hanno riaccompagnato la sua rieducazione. E così il suo avvenire non è detto che sia lontano da Roma.

Fino a pochi giorni fa, il programma ufficioso della società giallorossa prevedeva il prestito secco dell’olandese ad un club che lo facesse giocare. Saltata la trattativa col Feyenoord, che ne chiedeva il riscatto, adesso Karsdorp potrebbe essere utile alla causa di Di Francesco, anche perché il d.s. Monchi crede nelle qualità del giocatore. E una cosa sembra certa: l’olandese sembra fuori dal tunnel.


L'altro Marcano: era un esubero, adesso è incedibile

LA GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE - Il paradosso è che adesso è davvero insostituibile. Nel senso che se fino a lunedì si pensava ancora alla possibilità di poter cedere Ivan Marcano di fronte ad una buona offerta, oggi lo spagnolo è di fatto fuori dal mercato. Incedibile o giù di lì, più per necessità che per virtù. Con l’infortunio di Jesus, infatti, il difensore spagnolo diventa fondamentale, la prima vera alternativa a Manolas e Fazio, i due titolari al centro della retroguardia giallorossa.

Quella di lunedì sera con l’Entella è stata la sesta partita stagionale di Marcano, il che rende anche l’idea di quanto finora abbia creduto in lui Eusebio Di Francesco. Il problema dello spagnolo è sempre stato l’adattamento al sistema difensivo giallorosso, l’abitudine a difendere alto, accorciando verso il centrocampo. Lui che nasce marcatore ed è sempre stato tale, ha fatto fatica eccome. Ora se è davvero migliorato lo vedremo quando verrà chiamato di nuovo in causa. Perché l’impressione è che possa succedere molto prima del previsto.


Juan Jesus, menisco lesionato: out almeno un mese

IL TEMPO - MENGHI - Tra i «mali» del ginocchio che a Roma conoscono a memoria quello capitato a Juan Jesus è forse il meno serio, l'iperestensione innaturale dell’articolazione ha provocato una rottura meniscale e nelle prossime ore si deciderà se sottoporre il giocatore ad intervento chirurgico o tentare la cura conservativa.

L'ultima parola spetta all'esperto professor Mariani, di rientro oggi dagli Stati Uniti, che prima di esprimersi farà ripetere al brasiliano la risonanza magnetica per accertarsi che il gonfiore non abbia nascosto altre lesioni legamentose. Il menisco interno potrebbe non essere l’unico punto interessato, serviranno ulteriori esami per approfondire e capire se, come sembra, nel giro di un mese e mezzo Jesus potrebbe tornare a disposizione.

Tempi brevi che permetterebbero alla Roma di restare così in difesa, con la possibilità di utilizzare Kolarov al centro, e lascerebbero intatte le poche risorse da investire a gennaio che Monchi vorrebbe indirizzare su un centrocampista, posticipando la rivoluzione nel cuore della retroguardia a giugno. Oggi Mancini dell’Atalanta non si può prendere, il budget estivo dovrebbe invece coprire quest'eventuale spesa e dare maggiori margini di manovra al diesse, che rimane col fiato sospeso per Jesus in attesa di una diagnosi certa. Il brasiliano ha lasciato l’Olimpico in stampelle ed è andato subito a Villa Stuart, dove è tornato  in mattinata per completare i test: gli hanno ordinato qualche giorno di riposo, aspettando che il ginocchio destro si sgonfi e Mariani lo visiti.

Tra oggi e domani anche Perotti si sottoporrà agli esami strumentali: si teme una nuova lesione al polpaccio sinistro, un incubo senza fine. Trattandosi nel caso di ricaduta, rischierebbe uno stop di almeno 3 settimane. Mirante resta out, Nzonzi in dubbio, Florenzi alle prese con l’influenza spera di farcela per sabato, quando torneranno sicuramente Manolas ed El Shaarawy, ieri in gruppo. Segnali incoraggianti da De Rossi, sgambata in campo e Atalanta più vicina.


Schick chiede strada a Dzeko

IL TEMPO - MENGHI - Sarà perché l'ottavo di Coppa Italia con la Virtus Entella somigliava più che altro ad un allenamento, e tutti finora non facevano che ripetere quanto fosse forte in partitella a Trigoria, meno in partita, sarà perché il mental coach con cui si è sentito anche poco prima di scendere in campo per motivarsi gli ha liberato la testa dalle paure, fatto sta che Schick è riuscito a divertirsi e a divertire, forse come mai aveva fatto prima.

Un colpo di tacco dopo l’altro s'è fatto protagonista della vittoria all'Olimpico, segnando uno dei gol più veloci della storia romanista dopo 21 secondi (è secondo solo a Totti, che ce ne mise 18 ai preliminari di Europa League contro il Kosice nel 2007) e trovando pure la prima doppietta in giallorosso. La punta ceca ha già fatto meglio dell’anno scorso, quando si era fermato a 3 reti nei 1.281 minuti giocati in stagione, adesso è a quota 4 in 1.039’ e lo stesso minutaggio racconta la sua crescita.

La mancanza (e le mancanze) di Dzeko gli hanno un po’ spianato la strada, Schick ci ha messo del suo e già nella coda del 2018 aveva cominciato l'operazione riscatto. Ora può fare molto di più, può provare a sovvertire le gerarchie e trasformarsi nel futuro titolare della Roma. Di Francesco, prima della notte di Coppa Italia, aveva in mente un piano turnover preciso per i suoi attaccanti, matra infortuni (vedi Perotti) ed exploit potrebbe doverli cambiare in corsa. Certo, la seconda esclusione consecutiva del bosniaco per scelta tecnica sarebbe pesante, è più probabile che l'allenatore lasci all'ex City la sua «poltrona» in campionato e la panchina a Schick, che già nel mettergli un dubbio in più per sabato riuscirebbe a fare una gran cosa.

AI di là del Torino, con tre competizioni vive, il ceco si è comunque guadagnato la possibilità di alternarsi con Dzeko, che nella passata stagione l’aveva oscurato ma in questa deve ritrovarsi e ritrovare il gol in fretta (manca da 3 mesi), altrimenti rischia il posto. Anche gli intoccabili come lui possono essere messi in discussione, soprattutto se ad un periodo di flessione personale corrisponde l'esplosione del proprio vice. La sana competizione interna può diventare un vantaggio per la Roma e la crescita di Schick una soluzione per un domani non così lontano, visto che Dzeko è vicino ai 33 anni e alla scadenza del contratto (giugno 2020).

L'acquisto più caro fatto un anno e mezzo fa potrebbe essere il vero nuovo colpo di gennaio. «Patrik deve coltivare la cattiveria, imparare a non accontentarsi: anche con l’Entella poteva fare qualcosa in più», Di Francesco non si stanca di spronare l'attaccante che ha «sgridato» anche a gara in corso perché aveva sbagliato un lancio. Come il mental coach, lavora sulla testa di Schick e i risultati cominciano finalmente a vedersi.

 


Blitz a Boston per il rush finale sullo stadio

IL TEMPO - Gli stati generali della Roma negli Usa per prepararsi al rush finale sullo stadio. Ieri i dirigenti giallorossi Baldissoni, Fienga e Calvo hanno raggiunto Pallotta negli States per unaserie di meeting programmati.

Non si parlerà di calciomercato, vista l'assenza di Monchi, ma sul tavolo vi sarà certamente il dossier di Tor di Valle: Baldissoni aveva saltato le ultime riunioni a Boston proprio per definire con il Comune alcuni dettagli del progetto, che a breve dovrebbe tornare in Aula per l'approvazione di variante e convenzione urbanistica. Pallotta si prepara anche a siglare gli accordi con Eurnova per l'acquisto dei terreni. Il futuro della Roma passa sempre per lo stadio.


La maledizione infortuni. I contrattempi a quota 35

LA GAZZETTA DELLO SPORT - CECCHINI - La stagione della Roma sembra essere maledetta, anche se Di Francesco, al termine della partita contro l’Entella, è stato onesto: “Io non cerco alibi”. Detto che segreti del genere nelle stanze di Trigoria è sempre difficile scoprirli nel dettaglio, c’è però da dire che la «Spoon River» degli stop dei calciatori giallorossi parlano di 25 infortuni di natura muscolare e 10 di natura traumatica, anche se a volte il confine può essere più labile di quello che si pensi. Tra l’altro – da Pastore a Perotti – per molti si tratta di ricadute, e questo rende il quadro clinico ancora più difficile, complicando il lavoro sia dello staff medico che di quello che si occupa di preparazione. Perotti infatti, che sarà esaminato oggi, potrebbe fermarsi ancora per tre settimane.

Qualche buona notizia non manca, prime fra tutte il ritorno tra i convocati per il match contro il Torino (se non ci saranno intoppi) di Manolas ed El Shaarawy. C’è ottimismo anche per Florenzi, anche se ieri il jolly giallorosso aveva ancora la febbre alta. Più difficile, invece, il recupero di Nzonzi, che ieri ha lavorato in campo (e correndo), ma non ancora in gruppo.

 


Juan Jesus, menisco ko: fuori almeno un mese. Ora caccia al sostituto

CORRIERE DELLA SERA – PIACENTINI - “Lesione del menisco interno del ginocchio destro”. È questo il responso degli esami a cui si è sottoposto la scorsa notte il brasiliano Juan Jesus. Poteva andare senza dubbio peggio, in un primo momento si temeva la rottura dei legamenti, ma comunque il difensore non sarà a disposizione di Di Francesco per almeno un mese.

Sei gare, ma potrebbero essere anche di più, in cui Di Francesco in difesa avrà gli uomini contati: Manolas, Fazio e Marcano, per motivi diversi, non sono affidabili al cento per cento. Il greco ieri è tornato ad allenarsi con il gruppo e con il Torino sarà al suo posto, ma in questa stagione ha avuto qualche acciacco di troppo (finora ha saltato cinque partite).

Un centrale di difesa, insomma, sarebbe servito anche senza l’infortunio di Juan Jesus, e ora Monchi potrebbe essere costretto ad intervenire.  L’obiettivo (più o meno) dichiarato per giugno è Gianluca Mancini dell’Atalanta, che però non se ne priverà a gennaio.

Una soluzione temporanea potrebbe essere l’accentramento di Kolarov – Di Francesco lo ha provato spesso in allenamento -, ma a sinistra né Santon né Luca Pellegrini garantiscono la stessa spinta del serbo.

La gara con l’Entella ha lasciato il segno anche su Diego Perotti, che si è fatto male durante il riscaldamento. Gli esami a cui si è sottoposto ieri a Trigoria hanno evidenziato un versamento al polpaccio, per capire se c’è lesione bisognerà aspettare ulteriori accertamenti che ci saranno tra oggi e domani. Se così fosse, sarebbe l’ennesima tegola per l’argentino, che in stagione finora, tra infortuni vari, ha accumulato la miseria di 218 minuti spalmati in cinque presenze. Recuperato El Shaarawy, col Toro sarà ancora out Mirante mentre si farà un tentativo per Florenzi (ieri ancora la febbre alta) e Nzonzi.


Schick sopresa del 2019, ma sabato torna Dzeko. Jesus, menisco ko è record di infortuni

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Stretta tra Coppa Italia e campionato, la Roma vive quasi incredula la rinascita di Schick. Continuando però a perdere i pezzi. È Juan Jesus l’ultimo infortunato (il numero 35 della stagione), vittima di un’annata, l’ennesima, tormentata dal punto di vista medico. Per lui lesione al menisco interno del ginocchio destro, come evidenziato dagli esami fatti in nottata a Villa Stuart. Un mese, almeno, l’assenza prevista per il giocatore.

Da verificare anche le condizioni di Perotti, di nuovo alle prese con i guai al polpaccio, per quello che sembra essersi trasformato in un vero e proprio calvario. Ma il sospirone di sollievo viene almeno tirato per quanto riguarda Schick, attaccante ritrovato e giocatore in ascesa. Il tecnico giallorosso lo ha pungolato dopo la doppietta e l’assist realizzati con l’Entella, chiedendogli di fare ancora di più, proprio adesso che, anche grazie al supporto di un mental coach ceco, sembra avere più fiducia in se stesso. Sabato, contro il Torino, tornerà titolare Dzeko, ma adesso le gerarchie rischiano di non essere più così nette per il posto da centravanti, per un’alternanza che sarà probabilmente più netta anche all’interno della stessa partita.