Brignardello sulla preparazione: "Andare in montagna ha effetti non a lungo termine"

Inizia su asroma.com una serie di interviste dedicata agli uomini dello staff tecnico del mister Daniele De Rossi.

Nella fase di preparazione al campionato, il primo di questi colloqui è con il preparatore atletico giallorosso, Giovanni Brignardello. Classe 1967, da oltre 20 anni professionista nel calcio. Ha lavorato in Serie A, Premier League, anche nello staff della nazionale italiana.

Iniziamo dai primi passi della sua carriera.

“Ho quasi sempre lavorato nello sport. Sono stato per qualche anno preparatore della nazionale italiana di pallanuoto. Vivevo a Genova, dove avevo un centro di fisioterapia frequentato da diversi calciatori della Sampdoria e del Genoa, venivano lì a curarsi.

Proprio sulla scorta di questa esperienza, nel 2002, poi, mi chiamò Beppe Marotta – allora direttore generale della Sampdoria – per propormi di entrare nello staff di Walter Mazzarri. Ho iniziato come addetto al recupero infortunati, con il tempo sono diventato preparatore atletico anche nel calcio”.

Ha menzionato la pallanuoto, probabilmente uno degli sport più completi e dispendiosi proprio dal punto di vista fisico.

“Completo no perché avviene in un ambiente unico, ma sicuramente unico e dispendioso”.

Qualche principio dell’esperienza nella pallanuoto lo ha mutuato anche nel suo lavoro nel calcio?

“È uno sport di squadra, uno sport di situazione, da questo punto di vista si possono paragonare, quindi partendo da una preparazione generale del gruppo. Mentre su altri aspetti sono discipline decisamente lontane”.

Nel calcio il fattore fisico sta diventando sempre più preponderante. In questo senso, il ruolo del preparatore atletico assume un’importanza maggiore rispetto al passato?

“Non la metterei da questo punto di vista. Io penso che il ruolo degli staff diventi fondamentale. Non basta solo il preparatore che lavora sulla condizione della squadra.

Faccio un esempio. Un allenatore che recepisce molto bene alcuni principi generali del lavoro atletico è molto più preparatore fisico di un preparatore fisico. Se tutte le situazioni tattiche sono proposte in forma analitica, a bassa intensità, il preparatore fisico può lavorare quanto vuoi, ma non si raggiungerà mai un obiettivo soddisfacente.

Se un allenatore, invece, propone stimoli con concetti tecnici importanti, tattici importanti, ma anche in un contesto di impegno fisico, questo diventa determinante nella buona riuscita del lavoro”.

A proposto di tecnico, il suo rapporto con mister De Rossi nasce dalla sua esperienza in Nazionale tra il 2016 e il 2018?

“Sì, esattamente. Ci siamo conosciuti in quel periodo. C’è sempre stato un rapporto di stima reciproca tra noi. Da lì, poi, è nato poi il rapporto professionale”.

Da calciatore che atleta era Daniele?

“Io ho conosciuto Daniele nell’ultima parte. Come tutti i calciatori, ha avuto un’evoluzione nel corso della carriera. Era un atleta di alto livello, che conviveva con alcune situazioni fisiche. Era ben conscio e attento del suo status. Ho sempre conosciuto una persona molto responsabile”.

Sul fatto che a volte ci si alleni ad alte temperature, questo problema come lo si affronta?

“Si beve di più, semplicemente. Si cerca di raffreddarsi appena possibile, di recuperare dopo le sedute in ambienti condizionati, con tutti i comfort. Agli orari da noi decisi, non si tratta di temperature insostenibili”.

Quindi, sta smontando il mito della preparazione in montagna.

“Ripeto, il lavoro in altura ha senso quando devi preparare delle competizioni che si svolgono in un determinato periodo, a breve termine. Se si prepara una maratona, la partecipazione alle Olimpiadi, potrebbe avere senso andare in montagna. Nel calcio il lavoro fisico è molto più a lungo termine”.

Passando al lavoro che state facendo in questi giorni a Trigoria, com’è allenarsi in questo centro sportivo?

“Allenarsi qui è fondamentale. La proprietà con i suoi investimenti ha messo a disposizione dei giocatori un centro davvero all’avanguardia, dove non manca nulla. La struttura è importante sia per il modo di lavoro, sia per i messaggi indiretti che mandi ai giocatori.

Faccio un esempio, se hai una palestra molto ben attrezzata, significa che per te il lavoro in palestra è importante. Se tu hai una zona di recupero con piscine e altre strutture di primo livello, significa che per te la fase di recupero è importante. Qui c’è tutto, di questo siamo assolutamente soddisfatti”.

Diverse società di Serie A, ormai, preferiscono iniziare la pre-season nel proprio centro sportivo, piuttosto che scegliere una località di montagna.

“Su questo aspetto della montagna c’è un equivoco di base. Intanto, l’altura deve rispondere a requisiti precisi. L’altezza deve essere almeno di duemila metri. Poi, il periodo del soggiorno. Se soggiorni in montagna, in quel periodo, hai temporaneamente degli effetti fisiologici. Temporanei, però, che poi andranno a scemare, a sparire.

Per noi, che abbiamo una competizione spalmata su dieci mesi è assolutamente insignificante questo. Secondo, andando fuori non avresti a disposizione tutte le strutture e l’organizzazione che hai in un centro come Trigoria. Terzo, la prima partita a Cagliari sarà il 18 di agosto. Non penso che farà fresco… La scelta di andare o non andare in ritiro è basata su altri principi”.

Quali?

“Noi andremo in Inghilterra, però prima di andare aspettiamo che buona parte dei giocatori si uniscano al nostro gruppo per iniziare un lavoro su tutti gli effettivi. Andare in qualsiasi posto, con 8-9 giocatori non ha molto senso. Ha senso spostarsi quando la maggioranza del gruppo è riunita”.

Fonte - asroma.com


Si vola

Blitz di Ghisolfi in Spagna per chiudere il colpo Dovbyk: ieri la cena col giocatore e oggi l’incontro con il Girona. Si lavora per tornare a Roma già col nuovo centravanti.

Fonte - ilromanista


De Rossi: "Al primo settembre la squadra sarà forte. Questo è poco ma sicuro"

Daniele De Rossi, allenatore della Roma, ha parlato in conferenza stampa al termine dell'amichevole contro il Tolosa:

La tua prima preparazione da allenatore, quali sono le impressioni e tecnicamente su cosa ti sei basato?
"Nulla di tanto diverso da tutte le preparazioni che ho fatto da calciatore, le sensazioni sono quelle. Si lavora forte, in maniera molto intensa, non c'è mai la paura di arrivare alla partita con le gambe pesanti o con la stanchezza addosso. L'obiettivo è un altro, è molto simile a tutte le altre preparazioni, siamo qui a casa, ne abbiamo fatte già 3-4, stiamo bene. Bello perché è la mia prima esperienza sotto questo punto di vista ma non c'è niente che mi ha colpito così tanto, è tutto normale. Grande affinità con il mio staff, abbiamo già pianificato tutto quanto perciò non c'è nulla di sorprendente. Aspettiamo di avere qualche risposta in più nei prossimi giorni, ora è tutto abbastanza evidente, ho chiesto a un giocatore al 70' come stesse e mi ha detto: "Come all'inizio, morto". E' normale che sia così, non c'è niente di anormale o di sorprendente".

Queste partite chiaramente servono per prepararsi, per poter fare fiato e amalgama col gruppo. Dal punto di vista tecnico però, il Dybala falso nueve è un pensiero che lei ha come soluzione o è ancora figlia della situazione attuale degli attaccanti, più o meno in forma o che devono arrivare?
"E' anche figlio del fatto che è stato fuori 4-5 giorni ed Abraham è stato fuori qualche giorno per un piccolo acciacco. Non volevo fargli fare più di 45 minuti, per alternarli mi andava bene quella posizione lì ma secondo me è una soluzione. Abbiamo in testa di prendere esterni che possano buttarsi alle loro spalle e che possano dialogare con lui anche quando si abbassa come fa solitamente. Oggi ha cercato un paio di volte la profondità, è un ruolo che secondo me lui può fare a patto che la squadra si muova di conseguenza. Se ci si aspetta che lui sia l'attaccante boa o che va in profondità dieci volte per tempo sbagliamo a metterlo lì, se invece ci muoviamo in funzione sua e del fatto che abbiamo un centrocampista in più, un trequartista in più o un esterno in più è una cosa veramente interessante e da riprovare. Ci da molta più copertura sulle fasce, quando incontriamo giocatori più di gamba ed esplosivi".

Siamo nel periodo di calciomercato, mi toglie una curiosità riguardo Mikautadze. So che ha chiesto diverse posizioni, ma Georges voleva essere un attaccante puro. Non ha fatto abbastanza per essere portato a Roma?
"Non devo parlare di giocatori di altre squadre, non so quanto sia corretto entrare nel merito di quella chiamata. Una c'è stata, ho avuto una sensazione positiva da parte del ragazzo ma non devo parlare di niente che non sia tattico o del contenuto di quella chiamata".

Abraham per voi è ancora un giocatore su cui si può contare, investire e pensare ad un'alternanza con il centravanti che state prendendo? Lo stesso discorso voglio farlo per Bove. Al di là di Soulé o chi per lui, c'è nella vostra testa di prendere un altro esterno?
"Abraham è un giocatore della nostra rosa, un giocatore forte. Poi il mercato ti racconta e ti dice che anche chi pensavi di tenere poi alla fine magari va via e chi pensavi fosse in uscita poi magari a volte rimane e fa delle stagioni incredibili. Abraham è un giocatore importante per noi, potrebbe avere molto mercato, si è ripreso, l'ho visto negli ultimi sei mesi rientrando da un infortunio molto grande. So che quello che ho visto non è il vero Abraham, noi ci puntiamo assolutamente e non c'è nessun problema nel puntare sui giocatori forti. Lo stesso vale per Edoardo, poi io valuto, vedo, parlo col direttore quotidianamente, vediamo anche quali sono le opportunità che possono darci il mercato e quella che è la richiesta dei giocatori. A volte i giocatori hanno bisogno e vogliono più spazio, questo lo capisco e devo accettarlo. Sul mercato in entrata vediamo, può esserci tutto ma a volte per parlare di entrate bisogna parlare anche di uscite, chi esce, chi entra, vedere le opportunità. E' un discorso molto ampio e delicato, a volte dici "Voglio quello, non mi interessa quanti ne ho", a volte invece le opportunità escono fuori durante il mese di luglio e di agosto e ne approfitti".

Lo scorso anno ha guidato in parte la rimonta della sua Roma, la prima che allenerà dalla prima giornata. A livello di percezione, rispetto alle avversarie che ha provato a rimontare lo scorso anno, le percepisce più vicine o più lontane?
"Adesso è troppo presto per fare un bilancio, magari lo facciamo al 1° settembre ma anche lì se mi avessi chiesto lo scorso anno se il Bologna me lo aspettavo sotto o sopra me lo sarei aspettato sotto. Poi però ci sono squadre che sorprendono, altre che vanno al di sotto come il Napoli. Dobbiamo guardare il nostro percorso, il mio percorso, abbiamo fatto 17 partite e 34 punti, una media che non mi dispiace ma dobbiamo migliorarla assolutamente. Stiamo lavorando con la società per portare ancora più qualità all'interno di questa squadra, fare un bilancio adesso sarebbe ingeneroso, mancano delle posizioni da coprire e dei giocatori ma la sensazione è che verranno giocatori forti, la squadra sarà forte al 1° settembre, prima arrivano meglio è però il mercato è così. Anche le altre squadre non si sono mosse con tantissimi ruoli o giocatori, l'anno prossimo per me dovremo cambiare molto meno. E' un percorso di 2-3 anni e non si può volere tutto subito, a volte pure io vorrei dieci giocatori in una botta ma è così e bisogna avere pazienza. Quello che è poco ma sicuro è che la squadra sarà forte al 1° settembre, lo era l'anno scorso e si seguirà il percorso che abbiamo pianificato: ringiovanimento, eccetera eccetera".

Hai chiesto gamba nelle caratteristiche, chiedi pressioni e recupero immediato anche in allenamento come abbiamo visto. C'è abbastanza gamba adesso? E le pressioni?
"Vedo anche lo stimolo in allenamento, alcuni giocatori le hanno già assimilate, forse i primi 15-20 minuti ho visto qualche palla recuperata in avanti bene, ma poi i giocatori sono stanchi, due giorni fa li abbiamo spappolati. Ai miei tempi si facevano le corse prima della partita, queste partite servono, bisogna farle seriamente ma poi alla fine il risultato conta poco, se vinci calmi un po' la gente, se perdi crei un po' più di apprensione ma alla fine stiamo lavorando nella maniera giusta. Se li avessi visti tutti a duemila per novanta minuti mi sarei preoccupato che magari ad ottobre arrivavamo lessi".

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Calciomercato Roma: tutto su Soulé, mentre cresce la concorrenza per la prima punta

La Roma continua la preparazione in vista della ripresa del campionato, sotto gli sguardi vigili di mister De Rossi e del DS Ghisolfi. Mentre il primo si concentra sui moduli e sul creare un'alchimia di squadra, il secondo si interroga su quali siano i reparti su cui intervenire il prima possibile durante questo calciomercato.
Quasi sicuramente arriverà un esterno offensivo, che dovrebbe essere Matias Soulé. L'argentino, reduce dalla stagione in prestito al Frosinone, è tornato alla Juventus ma non è destinato a rimanervi. I bianconeri vorrebbero cederlo all'estero, ma il giocatore preferisce rimanere in Italia. Più precisamente vuole la Roma, con cui ha già raggiunto un accordo. Negli ultimi giorni si sono intensificati i contatti con l'allenatore De Rossi ed i connazionali Dybala e Paredes, ma non basta questo per scalfire il muro bianconero. Non sono bastati nemmeno i 27 milioni comprensivi di bonus offerti inizialmente, essendo fissata sui 35 milioni la richiesta dei piemontesi. Una richiesta alta, ma giustificata dall'urgenza della Juventus di fare cassa per poi avere il contante necessario per l'assalto a Koopmeiners. Per questo motivo filtra fiducia a Trigoria, con la quadra che si potrebbe trovare sui 30 milioni di euro comprensivi di bonus facilmente raggiungibili da Suolè.
Ma se per l'ala sembra quasi tutto definito e prossimo ad una chiusura, in attacco si muovono ancora le pedine per andare a dama. Un gioco strategico, contro avversari forti ed agguerriti quanto te per ottenere il successo, il tanto atteso "si" dal giocatore desiderato. L'ago della bilancia nello scontro a suon di sondaggi ed offerte contro il Fenerbahce per En-Nesyri sembra pendere dalla parte dei turchi. che avrebbero offerto un quadriennale con ingaggio di quattro milioni. Un'offerta maggiore rispetto a quella che aveva in mente la Roma, che adesso prende tempo e si interroga su come procedere. Il giocatore piace molto, De Rossi avrebbe dato il suo benestare all'acquisto, ma manca il via libra dei Friedkin per mettere sul piatto tanto quanto i turchi dell'ex Mourinho. Non sarebbe un problema, invece, il prezzo del cartellino; con il Siviglia che accetterebbe un'offerta intorno i 20 milioni di euro.
Ma, in attesa di novità su En-Nesyri, si monitora anche Jonathan David. L'attaccante canadese del Lille, valutato intorno i 30 milioni e con un solo anno di contratto rimanente, fa gola a molte squadre. Oltre alla Roma, infatti, sul giocatore ci sarebbero anche le inglesi Chelsea, West Ham e Tottenham. Dalla Spagna, invece, si registra il forte interesse dell'Atletico Madrid; che dopo aver ceduto Morata al Milan è in cerca di una nuova punta. In questo caso non bisogna muovere pedine, ma giocare d'astuzia e d'anticipo, andando diritti all'obiettivo e cercare di essere più convincenti degli "avversari".
C'è una strategia da pianificare per Ghisolfi, che però intanto si guarda intorno e sonda il mercato, ma deve pensare anche alle cessioni. Il passaggio di Oliveras all'Al Ittihad potrebbe saltare a causa del mancato accordo tra i club sul costo del cartellino. Abraham (attualmente infortunato) piace al Milan che però trova alta la richiesta di 25 milioni bonus esclusi dei giallorossi. L'inglese potrebbe anche rimanere alla fin fine, ma sarebbe l'unica punta a disposizione di De Rossi. Ne servirebbe almeno un'altra, che sia En-Nesyri o David.
Oppure, se invece...e se fosse Retegui?


Le Fée: "Sono molto felice di essere qui alla Roma. Voglio dimostrare quello di cui sono capace"

Enzo Le Fée ha parlato al termine della partita odierna contro il Latina, terminata con il risultato di 6-1 in favore della Roma. Il centrocampista francese ha realizzato la quarta rete dei giallorossi con un esterno di destro che si è insaccato sul secondo palo. Queste le sue parole ai cronisti presenti:

Le tue prime sensazioni con la maglia della Roma.
"Sensazioni molto buone, fa molto caldo quindi dobbiamo anche un po' abituarci ed adattarci. Sono stato accolto molto bene da tutti, dal gruppo e dallo staff. Sono contento di essere qui, spero di fare una bella stagione".

Ti sei sentito a tuo agio in mezzo al campo. Qual è la tua posizione ideale?
"Sì, mi sento a mio agio, inizio a conoscere i compagni. È chiaro che con il tempo e man mano che la preparazione andrà avanti li conoscerò sempre meglio. Voglio mettere a disposizione le mie qualità a tutti i compagni e la squadra".

Qual è la cosa che ti chiede di più il mister in questi giorni?
"Mi chiede di toccare molto la palla e fare da legame tra difensori e centrocampisti, di giocare in avanti, tutte cose che mi piace fare. Fisicamente non sono ancora evidentemente al 100% ma sono sicuro che man mano che la forma migliorerà quando sarò al top della condizione potrò fare tutto questo ancora meglio".

C'è un giocatore al quale ti ispiri maggiormente?
"Ho sempre detto Iniesta, il giocatore da cui traggo ispirazione perché è stato il migliore in quel ruolo". 

Sei stato sorpreso di essere stato chiamato dalla Roma? Quando lo hai saputo?
"Sì è stata una sorpresa per me anche perché sono reduce da quella che non è stata la mia migliore stagione, ho avuto due infortuni piuttosto seri che mi hanno impedito di giocare ed esprimermi al meglio. È una sfida che ho voluto cogliere, ho voluto lasciare la Francia per provare nuove esperienze, addirittura ho avuto l'opportunità di venire qui alla Roma pertanto sono molto felice e voglio dimostrare quello di cui sono capace". 

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De Rossi freme ed anticipa il ritiro

Daniele De Rossi non vede l'ora di cominciare la nuova stagione alla guida della Roma.
Il tecnico giallorosso sarà alle prese con il suo primo ritiro pre-stagionale come allenatore, essendo subentrato in corsa sia alla Spal che a gennaio scorso con la Roma. Un'esperienza vissuta diverse volte da giocatore e che adesso stuzzica e rende impazienze il mister, desideroso di iniziare il lavoro per la nuova stagione.
Per questo motivo De Rossi ha deciso di far radunare i giocatori a Trigoria già domani alle 17. I ranghi ovviamente saranno ridotti, mancando i vari nazionali, con molti talenti della Primavera chiamati per essere valutati. I giocatori convocati dormiranno direttamente nel centro sportivo giallorosso, così da poter cominciare lunedì mattina il lavoro sul campo.
Per la prima settimana dovrebbero essere previste doppie sedute ogni giorno, con un test amichevole direttamente a Trigoria al termine della settimana lavorativa. Non si ha certezza sull'avversario, che secondo delle prime indiscrezioni dovrebbe essere il Latina.


Roma in amichevole contro il Kosice il 22 luglio

Il 22 luglio, in un giorno speciale per tutti i romanisti, la Roma giocherà un test amichevole in trasferta, contro gli slovacchi del Kosice.

La partita si disputerà alle 19.30 alla Kosice Football Arena: in questa occasione verrà inaugurato il nuovo impianto e sarà un vero e proprio evento per i tifosi locali. I giallorossi torneranno in questa località dopo 15 anni: l’unico precedente risale al playoff di Europa League 2009-10.


De Rossi e la Roma insieme fino al 2027. "Non vedo l'ora di ricominciare il lavoro quotidiano"

De Rossi su Instagram ha voluto scrivere un breve pensiero per festeggiare il rinnovo triennale con la Roma.
Queste le sue parole: "Ce lo siamo detto 2 mesi fa ed oggi e’ nero su bianco, ma soprattutto giallo su rosso. Da bambino, da ragazzo, da adulto, da uomo. Per la Roma e con la Roma per altri tre anni.
Grazie della fiducia che sento dal primo giorno. Io ed il mio staff non vediamo l’ora di ricominciare a lavorare per riportare questa squadra dove merita.
Forza Roma. Daniele"

 

 

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Per Spinazzola si muove il Napoli. Bodart in lista per il vice Svilar

Per il ruolo di secondo avanza il nome di Arnaud Bodart, portiere dello Standard Liegi classe 1998.
Spinazzola piace ad Antonio Conte che potrebbe portarlo al Napoli in scadenza.

Sky Sport


Oktagon Tsunami Roma: occhi puntati sul Mondiale di Faraoni ma cresce la stella Yuri Farcas

“Oktagon Tsunami” torna nella Capitale e lo fa in occasione della sua storica 27ima edizione, sotto l’egida dello CSEN (ente di promozione sportiva) e in collaborazione con la Fight1 di Carlo Di Blasi, sabato 29 giugno al Palazzetto dello Sport di Roma (totalmente ristrutturato dopo gli interventi dell’assessorato allo Sport di Roma Capitale). In totale 34 atleti (di cui 20 italiani), 17 sfide, 11 Paesi rappresentati, 3 titoli mondiali ISKA e 4 Super Prestige Fight.
Il Mondiale di Faraoni per entrare nella leggenda della kickboxing. 
Lo show internazionale di Oktagon è la punta di diamante della scena fighting tricolore. Per l’occasione il match più atteso è il Mondiale ISKA (l’acronimo sta per International Sport Kickboxing Association), che vedrà il detentore della cintura (nella categoria fino a 95kg/pesi “massimi”), il kickboxer romano Mattia Faraoni opposto al campione romeno Danut Hurduc.
Discorso a parte, nei pesi massimi (la stessa categoria di Mattia Faraoni), poi, merita il romeno, naturalizzato italiano, Yuri Farcas, chiamato ad una vera e propria prova di maturità nel “Co-Main Event” di Oktagon Tsunami Roma. Affronterà l’esperto fighter portoghese Bruno Susano. Per entrambi, un successo a Roma, significherebbe rilanciarsi in “One” (come nel caso del più esperto atleta lusitano) o rafforzare la propria posizione e mediaticità (come per Farcas che combatte per il team Kombat Mirafiori). I due kickboxer (nella categoria fino a 95 kg – al meglio dei tre round da tre minuti ciascuno) sono conosciuti dal grande pubblico per la potenza devastante dei loro colpi.
“La preparazione in vista del match sta proseguendo nel migliore dei modi, con il supporto del mio staff sia per la parte atletica che per quella tecnica. Abbiamo fatto inoltre un’attenta analisi dell’avversario. Susano patisce i colpi potenti o se viene incalzato durante il match, ma dovrò fare molta attenzione alla sua capacità di risposta. Proprio per questa ragione stiamo definendo un game play ad hoc come mai avevo fatto prima nelle precedenti sfide. Sono sicuro che il pubblico del Palazzetto dello Sport sarà l’arma in più a livello di tifo. Una sorpresa anche per il mio avversario, che debutta a Roma. Non ci dimentichiamo che, già nel calcio, le tifoserie di Lazio e Roma sono conosciute nel mondo come tra le più calde. Mi aspetto un clima incandescente come in un ideale derby Roma-Lazio” ha dichiarato Yuri Farcas.

Josè Mourinho: al Fenerbahce gioco per vincere, alla Roma non lo facevo"

Josè Mourinho piega la scelta di allenare il Fenerbahce pensando anche alla Roma: "Qui si gioca per vincere, alla #Roma no. E infatti anche quando sono andato via io non è cambiato niente. Si diceva così solo perché c'ero io ma non era vero".


Italia-Turchia 0-0. Spalletti: "Abbiamo fatto comunque cose buone"

Amichevole - Italia-Turchia 0-0. Poche occasioni da gol (un palo di testa per Cristante su azione d'angolo) e pareggio giusto.
#Spalletti a RaiSport: "Non siamo stati brillantissimi ma abbiamo tentato comunque di fare cose. La partita è stata vera e intensa. Le scelte definitive ancora non sono state fatte, ci vorrà ancora qualche giorno."