Totti: "Il calcio di prima era più bello, tornare un passo indietro sarebbe un bene per tutti"

Francesco Totti, ex capitano della Roma, è tornato a parlare del suo addio al calcio in una diretta Instagram con l'attore Salvatore Esposito:

Futuro nel cinema?
"Ti ringrazio Salvatore ma ognuno deve fare il suo. Io ho fatto il calciatore, poi sì sono simpatico, scherzoso ma da calciatore ad attore non mi sembra il caso. Una parte di Gomorra però la farei (ride, ndr)".

Racconta il tuo nuovo percorso che hai intrapreso.
"Io sto cercando nuovi talenti, non mi piace essere definito procuratore. Io spero di trovare il nuovo Totti, il nuovo Cannavaro, sto cercando in tutto il mondo e spero che questo ruolo mi porti risultati non solo per me ma per il mondo calcistico".

Quanto ti ci vuole per capire che un ragazzo è forte?
"Non voglio essere presuntuoso ma l'occhio ce l'ho e mi basterebbe poco. Sarebbe facile portare uno che fa la rovesciata o un gol a centrocampo, da quello che vedo io, io valuto lo stop, la posizione del corpo, come calcia col destro, con il sinistro, il posizionamento. Se tu dovessi scovare un nuovo attore, lo potresti trovare no? Sei del mestiere".

Per te Maradona è il più forte giocatore di sempre...
"Sì l'ho sempre detto. Prima erano altri tempi, è vero, ma Maradona ha significato tutto, hanno inventato il calcio perché c'era Maradona".

Perché Maradona tecnicamente era forte?
"La differenza la fa il campo, tutti parlano, tutti straparlano ma quando stai là dentro le chiacchiere le porta via il vento. Lui entrava in campo e si divertiva, la palla era come se andasse a cercare lui, quando calciava sentivi il rumore del pallone, come se lo accarezzasse".

Qual è il giocatore che ha fatto la differenza quando giocavi?
"Il calcio di prima era più bello di quello attuale. C'era più tecnica, c'èra un sapore diverso, andavi allo stadio perché sapevi che prima o poi poteva uscire qualcosa d'importante, qualcosa di bello da vedere, c'erano giocatori più forti. I giocatori dal 1993 fino al 2015, 2016 incontravi squadre come Bologna, Brescia che avevano giocatori impressionanti, basta che pensi a Baggio, a Signori, giocatori che erano top e che oggi è difficile ritrovare. Costacurta, Baresi, Aldair, Cafù, cioè gente di altro livello".

Questione economica questo cambiamento?
"Purtroppo in Italia non si riesce a spendere come fanno in Spagna o in Inghilterra dove hanno più chances di prendere giocatori già affermati, per vincere serve comprare giocatori top".

Un Totti, un Maradona a 19 anni quanto valevano?
"Penso che alla mia epoca, con le cifre di adesso, penso che un calciatore normale sarebbe costato tantissimo. Dopo Neymar è successo il finimondo".

Il COVID-19 potrebbe avere ripercussioni in ambito di calciomercato?
"Dovrebbero tornare alla normalità, da una parte va bene così. Tipo Mbappè, con tutto il rispetto che diventerà tra i più forti al mondo, non può costare 200 milioni di euro, mi sembra un'eresia. Un giocatore di 20 anni che guadagna 20 milioni di euro l'anno non mi sembra normale. Se però nel calcio girano questi soldi è giusto che li guadagnino ma tornare un passo indietro sarebbe un bene per tutti. Io a 20 anni guadagnavo un millesimo di quello che si guadagna oggi".

Quanto sono stati importanti i gradoni di Zeman a livello mentale?
"Dal punto di vista della preparazione era il top, ce ne sono pochissimi che ti fanno preparazioni mirate. Lui partiva dalla base, alla fine dell'allenamento eri cotto, eri stremato. Le dicerie che dicevano che non mangiavi, che stavi a dieta, tutte cavolate. Si mangiava pasta in bianco, petto di pollo, cibi classici da professionista".

Servirebbe una sorta di "vecchia scuola" nel calcio?
"Io come società farei tre passi indietro, per prima cosa andrei a scovare talenti nei settori giovanili. Oramai si va all'estero, basta che hai un nome tipo Ronaldinhos che finisci per s e sei più forte di un calciatore italiano. Io punterei ai settori giovanili, sarebbe un'iniziativa bella ritornare al passato".

Nella tua nuova veste punti sui giovani?
"Sì, li vorrei fare crescere come io vorrei. Per carità, io non sono il santone di turno e ho sbagliato anche io ma so cosa insegnare a un giovane, ci sono tante piccolezze che sono significative per un giovane calciatore".

Il rapporto con Napoli?
"Quando giocavo che ero il capitano della Roma, i tifosi del Napoli non è che mi accogliessero nel migliore dei modi com'è giusto che sia. Purtroppo tra Roma e Napoli è successo un episodio bruttissimo ma sarebbe bello tornare ai tempi del gemellaggio, le famiglie devono tornare negli stadi. Nel calcio come negli altri sport le incomprensioni ci sono. Sull'ultima partita che ho fatto a Napoli mi hanno applaudito tutti e sono rimasto sbalordito perché non me lo sarei aspettato e io li ringrazierò per sempre, è stato un gesto significativo. Quando sono tornato a Napoli come dirigente della Roma pensavo mi massacrassero, invece mi hanno applaudito tutti come hanno fatto per Maradona e in quel contesto mi sono sentito un santone. I napoletani mi piacciono, sono simili ai romani caratterialmente".

Il tuo addio?
"Io non sono il tipo che va da un allenatore e pretende di giocare, se io ho meritato di andare in campo è perché lo decideva il rettangolo di gioco. Io ho avuto allenatori forti e giocatori forti, poi rimanendo a Roma si sa che non si hanno le possibilità come altre squadre, poi non è che mi mettevano in campo per tamponare le cose. Mi hanno fatto smettere, io mi sentivo bene e anche se giocavo poco facevo crescere i giocatori, cercavo di aiutare nel mio piccolo se c'erano problemi. Nel calcio ci sono i pro e i contro, io ho sempre detto che avrei indossato una sola maglia, se fossi andato a giocare da un'altra parte per dimostrare che volevo continuare non mi sarebbe cambiato nulla, fondamentalmente quello che ho fatto io in 25 anni è difficilmente ripetibile".

De Rossi è andato al Boca Juniors...
"Lui voleva continuare e ha fatto bene, lo rispetto. Io invece ho smesso".

Com'è stato rifiutare il Real Madrid?
"C'è stato un momento in cui ho pensato seriamente di andare al Real Madrid, mancava un tassello. Il Real Madrid era l'unica squadra per la quale sarei andato via da Roma, poi però l'amore della gente, la famiglia, il trofeo più grande che ho è quello di aver indossato un'unica maglia. Avrei potuto vincere di più indubbiamente, però dentro me stesso ho vinto tutto quello che c'era da vincere perché nessuno potrà mai intaccarmi questa cosa, il sogno mio era questo e l'ho portato avanti sino alla fine".

Ti partiva la "brocca" in campo?
"Durante le partite si usava di tutto di più tra insulti, minacce. Quando diedi il calcio a Balotelli ho sbagliato, poi abbiamo chiarito e fatto pace, una volta finite le partite il rispetto deve prevalere su tutto e in campo si può sbagliare. Io sono uno che se fa un gioco devo vincere, sono un rosicone, voglio vincere anche alla playstation contro Cristian".

Quando ti vedremo tra le icone di FIFA?
"Sto su PES non so se mi diano l'esclusiva anche là".

Tre under 20 giovani che sono forti?
"Non li dico altrimenti me li portano via (ride, ndr). Ti dico che ci sono in Serie B e in Serie C".

Come vedi la ripresa dei campionati?
"In questi momenti si deve pensare più alla salute che al pallone, penso soprattutto per il rispetto di tutte le persone scomparse. Noi non possiamo stare senza sport in generale, ma in questo momento bisogna accantonare tutto perché la salute è prioritaria. A che serve ricominciare a porte chiuse, non puoi spogliarti con i compagni, che calcio è? Secondo me è una cosa che non ha significato, ora li fai allenare, poi li fai mangiare in camera propria, tanto vale che sto in casa in quarantena e aspetto che tutto finisca. Ci saranno persone che decideranno e noi aspetteremo il loro responso".

Si pensa di più al fattore economico che a quello della salute...
"Secondo me dovrebbero scendere in piazza le società, ma se vogliono continuare... I giocatori stanno a disposizione delle società, tu sei pagato da loro e se ti dicono che devi giocare, giochi. Vediamo il 4 maggio cosa succede".

Se facessi parte del cast di Gomorra, come vorresti essere chiamato?
"Io mi metto dietro di te, non faccio spia, non faccio niente, faccio l'autista (ride, ndr)".

Stai giocando a calciotto...
"Devo dire che è un campionato divertente, poi vai a cena con gli amici. Una volta che ti sposi, non puoi fare più niente tra moglie e figli, hai altre priorità".

Come sono quelli che giocano contro di te?
"Si vede che per gli avversari sia una giornata diversa, a me fa piacere perché ritorno alle mie origini. Giocare con questi ragazzi di 20-30 anni mi fa piacere, io sono innamorato dei miei compagni perché mi fanno sentire un ragazzo normale, per me è tutto".

Quando ti danno i calcetti ti chiedono scusa?
"Sì sì non lo fanno con cattiveria, poi quando entri sul terreno di gioco ci sta tutto, altrimenti mi sarei messo il tutu e avrei fatto il ballerino".

Tiri poco però in porta...
"La differenza in quel contesto si vede, io cerco di far divertire i ragazzi. Aspetta però, quando perdo vado in puzza eh (ride, ndr). Vedi i 20enni che vanno il triplo di te, se non stai bene fisicamente non ce la fai. Il calciotto è un altro sport rispetto alla Serie A, è come se un tennista lo metti a giocare a padel".


Spadafora: " Aspettavo con entusiasmo gli Europei di quest’estate, ma saranno rimandati"

Vincenzo Spadafora, Ministro dello Sport, ha pubblicato sul proprio profilo ufficiale di Facebook un post in cui ha parlato dell'incontro svoltosi oggi con i rappresentanti della FIGC, in cui si è discusso su come poter far riprendere il campionato nel modo più sicuro per tutte le squadre. Queste le sue parole:

"Sono anche io un tifoso cui manca seguire la propria squadra. Aspettavo con entusiasmo gli Europei di quest’estate, ma saranno rimandati. Come sono state rimandate le Olimpiadi. Come è stato rimandato il Giro d’Italia. Come sono state rimandate le competizioni di tutti gli sport nel nostro Paese. E’ un enorme dispiacere, dentro un dolore molto più grande e più profondo, dentro un lutto atroce che ha colpito il nostro Paese, l’Europa, il mondo intero.
Posso assicurare che mantenere un profilo di estrema prudenza, come sto facendo, è la posizione più impopolare che si possa immaginare ma abbiamo il dovere e la responsabilità di far si che tutto il Paese, compreso ovviamente il mondo dello Sport, possa superare al più presto e al meglio l’emergenza sanitaria che ci ha colpito. In tutti gli sport infatti vi sono indotti da tutelare, lavoratori che stanno vivendo difficoltà economiche e che meritano la giusta considerazione.
Oggi, oltre ai rappresentanti della FIGC, ho incontrato anche i 19 Presidenti delle Discipline Associate alle quali va riconosciuta l’attenzione che meritano anche per il valore sociale e la rete territoriale che esprimono. L’incontro, sempre in videoconferenza, mi ha permesso di avere ulteriori suggerimenti per sostenere al meglio le centinaia di realtà sportive in difficoltà in questo momento drammatico.
Farò di tutto perché nel decreto che a breve approveremo siano contenute tutte quelle norme che assicurino a tutto il mondo dello sport e ai lavoratori il sostegno necessario per impedire che anche una sola realtà sportiva debba chiudere o che una sola persona perda il suo lavoro".


Vertonghen: "Voglio firmare con il club giusto, potrebbe essere il Tottenham o un’altra squadra"

Jan Vertonghen, difensore del Tottenham, ha aperto nella giornata di oggi a una sua possibile partenza da Londra. Il belga ha infatti dichiarato che nella prossima stagione la sua intenzione sarebbe quella di firmare per il club giusto, che sia ambizioso e soprattutto che giochi in Europa. Sarebbero molte le squadre interessate a lui, e in lizza per ingaggiarlo sembra ci sia anche la Roma, che non ha la certezza di riuscire a trattenere Smalling anche per la prossima stagione. Queste le sue parole: 

"Voglio firmare con il club giusto, potrebbe essere il Tottenham o un’altra squadra. Deve essere però un club ambizioso, voglio giocare in Europa perché la nazionale è importante per me". 


Spadafora gela il calcio

IL TEMPO - PIERETTI - La politica buca il pallone, rischiando di affossare la terza industria Nazionale. In ballo c'è un indotto da 5 miliardi di euro e almeno 125 mila posti di lavoro. I dirigenti sportivi continuano a lavorare per evitare il crollo dell'intero sistema, i prossimi tre giorni saranno decisivi per il destino del calcio europeo, per quello nazionale bisognerà attendere le decisioni del Governo. L'agenda è ricca di appuntamenti; oggi è prevista l'Assemblea di Lega e l’incontro tra l’Uefa e le 55 federazioni affiliate, domani l’Uefa si misurerà con i Club e le maggiori Leghe continentali, mentre il Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora avrà modo di confrontarsi con la Federcalcio e le maggiori Leghe sul protocollo di sicurezza. Giovedì sarà il giorno dell’esecutivo Uefa dal quale usciranno le  linee guida per far fronte all'emergenza.

LEGA CALCIO - L'Assemblea dei presidenti della Serie A è spaccata, nonostante le apparenze: Torino, Spal, Brescia, Sampdoria, Udinese, Bologna e Fiorentina spingono per la chiusura anticipata, interrogandosi sulle eventuali ricadute giuridiche che graverebbero sui club in caso di eventuale altra sospensione. Il comunicato ufficiale tuttavia sottolinea «l'intenzione all'unanimità di portare a termine la stagione sportiva 2019-2020, qualora il Governo ne consenta lo svolgimento, nel pieno rispetto delle  norme a tutela della salute e della sicurezza».

LA POLITICA - Soltanto il Governo ha facoltà di sospendere il campionato, al momento il fronte politico sembra essere disorientato. Ieri sera il Ministro dello Sport Spadafora non ha speso parole rassicuranti per la ripresa del campionato. «Al momento non do per certo né la ripresa degli allenamenti il 4 maggio, né del campionato - ha dichiarato al Tg2 Post il Ministro - dobbiamo capire se il calcio è pronto alla ripartenza con gli allenamenti. Riprendere gli allenamenti non per forza di cose vorrebbe dire riprendere il campionato». Anche il Ministro della Salute Speranza prende a calci il pallone retrocedendo il movimento calcistico in fondo alla classifica: «Sono un grande appassionato - ha dichiarato - ma con tutta sincerità il calcio è l'ultimo problema di cui possiamo occuparci».

COMMISSIONE MEDICA - Un parere determinante - probabilmente decisivo - sarà quello della Commissione medica del Governo, ma anche qui i pareri sono divergenti. Le polemiche degli ultimi giorni non hanno aiutato; il professor Enrico Castellacci, presidente dell'Associazione Italiana Medici del Calcio, non ha fatto sconti sul protocollo di sicurezza stilato dalla Commissione Scientifica della Federazione dalla quale era stato precedentemente escluso. Ieri Rodolfo Tavana, medico sociale del Torino (club contrario alla ripresa ndr) ha rassegnato le dimissioni dalla Commissione medico scientifica della Figc: decisione inaspettata, mercoledì scorso - presente alla riunione decisiva - il medico aveva approvato insieme agli altri membri il protocollo scientifico di sicurezza. Domani è previsto in confronto tra il Ministro dello Sport Spadafora e la Figc su tale protocollo, poi il Ministro stesso dovrà attendere l'approvazione in sede governativa prima di autorizzare la ripresa degli allenamenti.

LE PAROLE DI MALAGÒ - «La Serie A ha il diritto di completare la stagione se lo ritiene opportuno - ha dichiarato ieri il Presidente del Coni - penso sia altrettanto importante prevedere un'alternativa, se per i motivi che conosciamo questo non dovesse accadere».

GLI ALTRI CAMPIONATI - La Liga spagnola e la Bundesgliga tedesca sono pronte a riprendere i propri campionati. L'intenzione della Liga è di riprendere ad allenarsi per il 9-10 maggio, al fine di essere pronti a riprendere la stagione che era stata interrotta per il 5-7 giugno. L'ipotesi per l’inizio della Bundesliga è il 9 maggio.


Campagna abbonamenti rimandata

IL TEMPO - BIAFORA - La campagna abbonamenti per la stagione 2020/21 è rinviata a data da destinarsi. Dopo aver toccato quota 21.671 abbonati per l’attuale campionato la Roma è stata costretta a rivedere i piani per la prossima Serie A: a Trigoria era già tutto pronto tra motivo del lancio, prelazioni e prezzi, ma inevitabilmente è tutto rimandato. «Personalmente non vedo nel 2020 partite con pubblico» ha detto il vice-presidente della Fifa, un ulteriore danno per il bilancio di tutte le squadre, già alle prese con le problematiche relative ai diritti tv. Nell'ultimo bilancio - chiuso al 30 giugno 2019 - la società giallorossa ha incassato 33,67 milioni al botteghino, dato che comprende i biglietti venduti per le singole partite, gli abbonamenti per campionato e Champions e la quota per la partecipazione alla tournée estiva, inevitabilmente già cancellata. Oltre al danno dei mancati introiti futuri la Roma dovrà considerare quello per la stagione in corso, con gli abbonati che probabilmente avranno un voucher da spendere non appena si potranno riaprire le porte dell'Olimpico. Con il ritorno ad una semi-normalità ci sarà poi un grattacapo di difficile risoluzione: con la riduzione della capienza dei settori come si potranno gestire i diritti di prelazione dei possessori delle tessere stagionali della Curva Sud (esaurita in abbonamento)? Ci sarà tempo per trovare una via d’uscita.


Il progetto stadio aspetta il lieto fine

GAZZETTA DELLO SPORT - Lo stadio della Roma è al vaglio del Campidoglio ma, a causa dell'emergenza sanitaria mondiale, è finito ovviamente finito in secondo piano rispetto ad altre priorità. Anche il magnate ceco Vitek, interessato all’area, aspetterà la fine della pandemia per rifarsi sotto. Ma è dal Comune che il club aspetta notizie. Se non ci sarà il via libera in tempi ragionevoli la strada che il club intraprenderà sarà solo una: l’azione legale. E lo stadio tornerà a essere una chimera.


Dall'addio dei tre capitani a Pellegrini, ormai leader

GAZZETTA DELLO SPORT - Nell'ultimo anno la Roma ha perso tre dei suoi simboli più rappresentativi: De Rossi ha declinato l’offerta dirigenziale e ha optato per un'esperienza al Boca, Totti si è sentito incompreso e se ne è andato mentre Florenzi non ha trovato più spazio e ha scelto di andare al Valencia. La rivoluzione è stata comunque contenuta e gestita meglio di quanto in molti si sarebbero aspettati. Il gruppo ha trovato in Fonseca un vero leader e in Pellegrini un nuovo, futuro, capitano romano, e il trauma del cambiamento è stato subito assorbito.


La Liga anticipa: via il 6 giugno. E dal 4 maggio sedute a gruppi

GAZZETTA DELLO SPORT - La Liga è pronta a tornare in campo. A dettare tempi e modi del ritorno in campo della Spagna saranno i responsabili della Sanità, però la federazione si è impegnata a non intralciare la lega, da sempre interessata alla ripresa. Il presidente della Liga vorrebbe che la prossima settimana tutte le squadre delle due massime serie  si sottomettessero ai tamponi in cliniche private già contattate. Quella successiva, dal 4 maggio, dovrebbe prevedere il ritorno agli allenamenti, con l’idea di poter scendere in campo nel weekend del 6 giugno. Un'ipotesi ambiziosa che dovrà essere approvato dalla Sanità.


Calciatori depressi, casi raddoppiati

IL TEMPO - Forme di depressione raddoppiate per i calciatori, le più colpite le donne. E'la denuncia lanciata da FifPro, il sindacato mondiale dei calciatori professionisti, che ha fotografato lo stato psicologico dei giocatori alla luce dell'emergenza coronavirus. La ricerca, sviluppata da FifPro, in collaborazione con l’ospedale universitario di Amsterdam, arrivata alla conclusione che in media soffrono di sintomi depressivi oltre il 10% degli atleti. Il sondaggio ha coinvolto 1.602 atleti di diversi paesi: 1.134 giocatori di sesso maschile, con un’età media di 26 anni, e 468 giocatori di sesso femminile, con un'età media di 23 anni. Guardando ai risultati «il 22% delle donne e il 13% degli uomini ha riportato sintomi compatibili con la diagnosi di depressione». Uno stato di «ansia generalizzata» è stato segnalato dal 18% delle giocatrici e dal 16% dei giocatori intervistati.


Roma, c'è meno Speranza sulla ripartenza a maggio

CORRIERE DELLA SERA - "Con più di 400 morti al giorno, con sincerità, e parlo anche da tifoso, la ripartenza del campionato è l’ultimo problema di cui possiamo occuparci. Le priorità del Paese sono altre”. Le dichiarazioni rilasciate a Radio Capital da Roberto Speranza, ministro della Salute, sono una doccia gelata sul calcio? Di sicuro non aiutano, ma oggi i presidenti di serie A si riuniranno in Lega per abbozzare un calendario di massima per portare a termine la stagione (ma 8 club sarebbero contrari) e per discutere di diritti tv e cercare di allontanare l’ipotesi di un taglio preteso per lo stop al campionato. La Roma, senza spingersi sulle posizioni assolutiste di Lotito, è tra le società che vogliono ripartire, sempre nel rispetto della salute dei calciatori. La parte dei controlli specifici sarà affidata al Campus Biomedico di Trigoria, tutta la parte cardiologica a Villa Stuart. Trigoria sarà sanificata e i controlli saranno rigorosi: per far dormire i calciatori in stanze singole verranno usate anche quelle del settore giovanile. I dirigenti giallorossi sperano di far partire gli allenamenti a inizio maggio anche per non far perdere troppo valore al gruppo dei calciatori.


Il Manchester Utd non vuole tenere Smalling

Chris Smalling non sembra destinato a vestire di nuovo la maglia del Manchester United, club che detiene la proprietà del suo cartellino. Nonostante le sue possibilità di rimanere alla Roma nelle ultime settimane sembravano essere diminuite drasticamente, il futuro del giocatore potrebbe comunque essere lontano da Manchester: i Red Devils infatti hanno intenzione di monetizzare le cessioni di Smalling, De Gea e Phil Jones per incassare la liquidità necessaria per sferrare l'attacco per obiettivi ambiziosi come Sancho del Borussia Dortmund, Grealish dell' Aston Villa e Bellingham del Birmingham.


Juventus e PSG su Calafiori. I giallorossi vogliono il rinnovo

Riccardo Calafiori è uno dei gioielli della Primavera della Roma, fa gola a Juventus e PSG. Calafiori compirà 18 anni e come riporta il portale tuttomercatoweb.com, tra meno di un mese e la Roma è intenzionata a fargli firmare un nuovo contratto di durata quinquennale, più lungo dell'attuale in scadenza nel giugno 2022. Ma la trattativa non è ancora partita e solo dal suo esito nelle prossime settimane si capirà il futuro.