Allenamento Atalanta, seduta tecnico-tattica in vista della Roma

Allenamento mattutino per l'Atalanta Centro Bortolotti di Zingonia in preparazione alla prossima sfida che vedrà i nerazzurri affrontare la Roma sabato sera al Gewiss Stadium. Palestra, esercitazioni tecnico-tattiche sul campo, partitelle finali il programma di lavoro odierno dei nerazzurri di Gasperini che domani, sempre a Zingonia, si allenaranno ancora al mattino a porte chiuse. Lo riporta atalanta.it


Conferenza Stampa: le presentazioni di Ibanez, Perez e Villar

La Roma ha ufficialmente presentato quest'oggi i neo acquisti Ibanez, Perez e Villar. Ad aprire la conferenza è stato il DS Petrachi:

PAROLE PETRACHI

"Siamo qui per presentare questi tre ragazzi. Prima però mi premeva puntualizzare alcuni aspetti ed alcune cose che da qualche settimana escono fuori. Ci tenevo a fare un po’ di chiarezza: a volte quando si scrive si dicono cazzate e se non fermi l’emorragia diventano vere. Alla mia prima presentazione ho detto che quest’anno con la Roma era l’anno zero. Sono stato chiamato dalla proprietà per provare a recuperare gli errori fatti negli anni precedenti, cercando di risolvere problemi che lo scorso anno e quello precedente erano in essere in questa società. Con tanta umiltà, voglia ed entusiasmo mi sono calato nella parte ed è stata fatta una grande mole di lavoro. Sto portando il credo che la società mi aveva imposto nel provare a trasformare qualcosa che lo scorso anno soprattutto non ha funzionato. La Roma ha fatto una vera e propria rivoluzione, magari qualcuno l’ha dimenticato. La Roma ha fatto uscire 20 giocatori e ne ha fatti uscire 14. Con 70 milioni ho comprato 7 giocatori. C’è bisogno che qualcuno capisca che per un progetto del genere serve pazienza e comprensione. Quando ci sono le rivoluzioni qualcosa può venire bene, qualcosa meno. Non amo le calunnie e le falsità, che spesso su qualche giornale o media esce da vigliacchi. Bisogna guardarci in faccia. Non faccio comunella, non rispondo ai vostri messaggi da quest’estate, la mia schiena è sempre dritta. Oggi sono la persona che volete attaccare, cercherò di non essere spappolato, cerco di fare bene nel mio obiettivo col massimo impegno. Finché sarò qua cercherò di fare la mia idea di calcio, ci riuscirò? Non lo so, ma ce la sto mettendo tutta. Se qui c’è un po’ di intelligenza e buona fede, venti giorni fa si decantava una Roma importante, che giocava forse il miglior calcio in Italia. Ora è in difficoltà, io ero preparato a questo, ma non alle calunnie ed alla falsità. Ho tanti articoli: Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport o Il Tempo. Si dice “Petrachi bacchettato da Dzeko che vuole qualità”. E’ falso. Dzeko deve fare il calciatore e non spetta a lui, ma è intelligente e non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Lui è un leader e lo fa nello spogliatoio. Prima cazzata. Si dice che sono stato convocato per essere messo alla prova dalla nuova società: io ho detto i programmi futuri e la programmazione con gli investimenti. E’ stata scritta una inesattezza totale. Con i nuovi acquirenti che volevano sapere le possibili nuove spese. Un’altra cazzata detta. Mi hanno censurato, sembravo un killer non il direttore sportivo. Sembrava potessi essere squalificato, ci avete marciato, ma mi hanno assolto. Sono stato ripagato e sono stati smentiti i fatti. Non parlo solamente a livello cartaceo, ma anche televisivo. Sono consapevole che è un momento difficile, forse abbiamo smarrito un po’ d’umiltà. La prestazione nel derby ci ha fatto volare troppo alti, abbiamo dimostrato di poter mettere in difficoltà chiunque, senza determinazione fai fatica nel gioco di Fonseca, che si sposta molto sull’aggressione della palla. Se non fai un pressing asfissiante, così come contro la Lazio, che ha fatto la partita più brutta, non va. Abbiamo sbagliato partite contro la Sampdoria, con il Torino, con il Sassuolo e col Bologna. Deve farci riflettere. Noi lo sappiamo. Dobbiamo fare molto di più, crederci di più, mettere più cattiveria. Abbiamo investito su tanti giovani, ma i frutti vengono dopo un po’. Questa squadra gioca con 6/11esimi di nuovi acquisti, nessun altro lo fa. Sta a testimoniare che ci vuole del tempo: è una squadra giovane, con tanti ragazzi che si stanno conoscendo. Le difficoltà sono arrivate e dobbiamo affrontarle con lo spirito e l’umiltà che ci ha contraddistinto. Nei momenti di difficoltà siamo venuti fuori, ricordo i 10 infortunati, ci siamo rialzati. La più bella Roma è stata in quel periodo. Questo gruppo mi identifica, ha il mio stesso carattere. In questi giorni questo è venuto meno".

Su Ibanez…
"Il mio amico ed il vostro ex direttore Sabatini ha detto che gli abbiamo dato più soldi per questo è qui. Ibanez non ha avuto un contratto doppio rispetto a quello che garantiva il Bologna. Qui prende gli stessi soldi, non è una questione economica, ma una scelta. A precisazione dell’uomo: nessuno deve mettere in discussione l’uomo, che ha fatto una scelta tattica e per il suo futuro. Il tempo dirà se sarà giusta, ma non è economica".

Può chiarire cos’è successo a Reggio Emilia?
"Dopo il tre a zero dopo 45 minuti mi è venuto spontaneo andare nello spogliatoio e dire che c’era da vergognarsi per una prestazione penosa. Non vedevo la stessa squadra vista contro la Lazio. Dopo ha parlato il mister ed ha preso la parola per dire quello che voleva di tattica. Dopo ho ascoltato la ramanzina del mister. Io vado sempre negli spogliatoi, sempre a contatto con la squadra e trovo legittimo che se c’è qualcosa, come essere sotto di tre gol, devo far sentire la mia voce e quella della società. C’era da vergognarsi, forse voi siete bravi ad avere degli spifferi. Io sono omertoso e sono attento agli sciacalli che fanno uscire le cose. Questo non è sano giornalismo, questo è gossip. Se uno entra in casa tua e la vicina di balcone spiffera mi girano le scatole. Non c’è alcun tipo di discrepanza, l’allenatore parla ed è il gestore del gruppo. Io ho tutto il diritto di dire quello che penso e lo farò finché sarò qui a fare il mio lavoro, questo è il mio. Può piacere meno, ma l’importante è trovare la coesione e che si lavora tutti nella stessa direzione".

Hai parlato della strategia di puntare sui giovani. Come si coniuga questa filosofia con la necessità di raggiungere il quarto posto e con gli infortuni di Diawara e Zaniolo?
"Io credo che i giovani siano linfa per l’immediato e per il futuro. Le difficoltà nel mercato di gennaio sono state importanti. Lo sanno anche i muri in un cambio di proprietà crea scompensi e problematiche. Non sei padrone e libero di fare quello che vuoi. Gennaio è complicato, non è facile sostituire Diawara e Zaniolo, si è anche sfortunati, ma nessuno lo dice. L’idea del direttore sportivo è quella di prendere due giocatori giovani forti, nei quali credo molto, anziché prendere altri giocatori perché c’è un closing in atto. Se hai 100 milioni prendo Tizio e Caio, ma c’è un closing in atto. Difficoltà dettate da un passaggio di proprietà che ancora non è avvenuto. Ho spiegato ai calciatori: potrebbe succedere qualcosa, come non. Non pensate che arriva Paperon de Paperoni e compra chissà chi. Se poi ci sarà da fare dei correttivi si fanno. Il progetto è partito 6 mesi fa e non cambia con il cambio societario. Se continuerà Pallotta o meno si vedrà. Il mercato di gennaio ha avuto delle criticità che ho affrontato. Non siamo distanti anni luce dalla qualificazione in Champions. Domenica è una finale, siamo a tre punti, dobbiamo tirare fuori la sana cattiveria e sono convinto che ne usciremo anche più forti".

Lei ha parlato di inesattezze da parte dei media. Non sarebbe più opportuno stabilire una comunicazione più costante per rendere più chiaro il quadro generale?
"Se devo ricevere tante telefonate non faccio figli e figliastri. Io se rispondo devo farlo a tutti. Non è semplice parlare con chiunque e dire le cose. Più sei in silenzio ed è meglio. Io preferisco star zitto, ma come oggi è successo, io sono pronto a confrontarmi, ma non mi sono mai sottratto ad una domanda o detto che non voglio rispondere. Sono sempre stato onesto e leale. Io non posso modificare. Se mi si chiede una conferenza pubblica io non mi tiro indietro: posso comunicare i pensieri e le strategie future. Se uno però mi chiede di prendere un caffè non lo faccio per il rispetto di tutti. Io non faccio mangiare nessuno dei pesci, sono leale e corretto con tutti. Questo è Petrachi".

Quali sono le calunnie scritte da Il Tempo su di lei? Non abbiamo scritto nulla di quello che ha detto e calunnie è un termine forte. Non so a cosa si riferisca…
"Mi sarà sfuggito. Sono uno che non legge per star fuori da queste dinamiche, ho un meraviglioso servizio stampa che mi dice cose. Se ho detto Il Tempo chiedo scusa, mi è scappato e non era mia intenzione".

PAROLE PEREZ

Hai già notato differenze nelle marcature con la Liga?
"Sì è vero. Ne avevo già parlato al telefono con Fonseca e l’ho vista nella prima partita. C’è più aggressività ed ho trovato difficoltà, già ora le cose vanno meglio".

L’arrivo alla Roma è un punto di arrivo o nella tua testa c’è già quello di tornare al Barcellona?
"Se ho deciso di venire alla Roma è perché voglio crescere e diventare importante qui. Il Barcellona è il passato, la Roma è il presente. Ho firmato un contratto di 4 anni e mezzo e farò di tutto per crescere qui".

Che percezione avevi della Roma dalla Spagna? Cosa ti ha convinto a venire qui?
"Ho sempre visto la Roma come un grande Club. La chiacchierata col mister, la fiducia e le spiegazioni sono state decisive. Sono felice di essere qui, sono uscito da un grande club ma sono arrivato in uno altrettanto grande".

Il passaggio dall’Italia alla Spagna è stato molto forte. Già sapevate o vi ha colto di sorpresa?
"Io vengo dal Barcellona, un grande club così come questo. E’ un passo in avanti della mia carriera, esco da una zona di confort, cambiando paese e cultura. E’ una sfida importante. Quando si cambia squadra non ti regala niente nessuno, non parti titolare. Devi lavorare e sudare per guadagnare il posto".

PAROLE IBANEZ

Quali sono le tue caratteristiche? Che tipo di giocatore sei?
"Ho velocità, mi piace avere la palla tra i piedi. Sono solamente parole, perché spetterà a me sul campo dimostrare quello che sono".

Hai un suggerimento da dare al mister per poter far bene contro l’Atalanta sabato?
"L’Atalanta la conosco bene, sono stato lì un anno. Non ho avuto modo di parlare del mister, ma fino ad ora ci ha spiegato delle cose e mi trova d’accordo. E’ una partita difficile, uno scontro diretto e ci stiamo preparando".

Ti senti pronto per questa avventura?
"Siamo tutti e tre pronti per fare il meglio della squadra e pronti per giocare".

Ci sono 6 centrali alla Roma. Preoccupato di trovare poco spazio?
"So che c’è molta concorrenza, dovrò lavorare molto. Potrò ritagliarmi e conquistare uno spazio, non solamente da qui a giugno ma anche oltre, sono sicuro che potrò".

Negli ultimi anni i giocatori hanno dato l’impressione di non conoscere il passato della Roma. Avete già pensato ad un ex giocatore della Roma nel vostro ruolo?
"Io penso di poter parlare a nome di tutti e tre. Conosciamo la storia del club da prima di firmare, la sua storia. Rispetto ai campioni del passato: ciascuno ha la propria identità, siamo qui per fare il nostro meglio per ambientarci il prima possibile. Sappiamo che la storia di questo club è grande".

Ieri siete andati a pranzo insieme. Non ti chiedo cosa vi siete detti, ma come hai visto il gruppo?
"Sì è vero, al termine dell’allenamento siamo andati a pranzo tutti insieme. E’ un bel gruppo, eccezionale. Ci hanno accolto benissimo, ci sentiamo già legati. Sono occasioni per unirci e già siamo concentrati sulla prossima partita".

PAROLE VILLAR

Come procede l’ambientamento alla Roma?
"Vorrei ringraziarvi per l’accoglienza che abbiamo ricevuto, del direttore sportivo, dell’allenatore e dei compagni. L’ambientamento procede bene ed ho molta voglia di lavorare".

Dove pensi di poter giocare meglio? Puoi sostituire Diawara?
"Diawara è un grande calciatori e siamo dispiaciuti del suo infortunio, speriamo di vederlo presto. Mi sento più a mio agio col numero 8 con un mediano difensivo accanto. Ho giocato anche mezzala e sono pronto a giocare in qualsiasi posizione del centrocampo quando il mister mi chiederà di giocare".

Ti senti pronto per questa avventura?
"La pressione c’è in una piazza come Roma, ma in ogni grande club. Noi siamo pronti a questa pressione ed è giusto che chi non la regge si dedichi ad altro".

Il tuo ex allenatore ha detto che hai perso due kg per lo stress. Puoi spiegarci meglio?
"Sì è vero. Nel periodo dal 20 al 30 di gennaio sono stati giorni frenetici, è stato tutto un po’ strano. Molto è dipeso dalla mia voglia di venire alla Roma e che non si riusciva a chiudere, per fortuna tutto è andato bene. Ho recuperato la serenità e sono tornato alla mia vita".

Il passaggio dall’Italia alla Spagna è stato molto forte. Già sapevate o vi ha colto di sorpresa?
"Io venivo da una squadra in seconda divisione e lui dal Barcellona. Il salto per me è grande, sono pronto a dimostrare il mio valore. Stiamo cercando casa e ci stiamo ambientando. Abbiamo giocato pochi minuti, io solamente nella prima. Ora sta a noi lavorare duro per dimostrare di essere giocatori importanti per la squadra. Dobbiamo lavorare duro, essere scrupolosi e vivere il calcio come deve fare un professionista".


Roma, la Champions appesa ai fedelissimi

IL MESSAGGERO - «Tutti sotto esame». Virgolettato del ceo Fienga durante il confronto di sabato mattina a Trigoria che sintetizza il momento della Roma, chiamata a risalire la classifica. Fallire l'obiettivo dichiarato della Champions per il 2° anno consecutivo porterebbe automaticamente al ridimensionamento. Il piazzamento in campionato avrà l'effetto di una sentenza: conferma o piazza pulita.

Anche Fonseca si gioca il posto da qui alla fine del torneo, proprio come gran parte dei suoi giocatori. L'allenatore, però, ha ancora la fiducia del management di Pallotta. Il tecnico, contando pure sulla risposta avuta dai test fisici, ha impostato la stagione proprio sul suo forte legame con il gruppo. Oltre a Dzeko, suo interlocutore privilegiato già dalla scorsa estate, piena sintonia pure conSmalling, Mancini, Cristante, Pellegrini, Veretout e Mkhitaryan. E anche con lo stessoKolarov, nonostante il calo di rendimento del mancino che rimane leader puro e sponda autorevole anche per la dirigenza.

Solo con la partecipazione alla prossima Champions sarà evitata l'ennesima rivoluzione. Fienga inoltre ha chiesto di evitare di piangere in pubblico su arbitri, infortuni e sfortuna. Messaggio recepito dal gruppo che sabato ha rassicurato il tecnico, garantendo concentrazione e sacrificio.


Giallorossi con le vertigini: solo 3 punti con chi sta lassù

IL MESSAGGERO - l destino della Roma passa per Bergamo. Il confronto di sabato con l'Atalanta sulla carta è difficilissimo, anche se la squadra di Gasperini proprio in casa ha dimostrato di perdere qualche colpo: 4 sconfitte nelle 11 gare disputate e appena un punto racimolato contro le ultime della classe nelle ultime due uscite stagionali (1-2 contro la Spal e 2-2 con il Genoa).

Il ruolino di marcia della Roma contro le prime quattro della classe lascia alquanto a desiderare: su 5 gare, con 15 punti a disposizione, i giallorossi ne hanno ottenuti appena 3 (0,6 a partita). Sconfitta con la Juventus, pareggio con l'Inter, doppio pari con la Lazio e ko all'Olimpico con l'Atalanta.


Roma, testa alla Champions o sarà ancora rivoluzione

LA GAZZETTA DELLO SPORT - La partita di sabato prossimo contro l’Atalanta rappresenta uno spartiacque per la Roma: o si resta in corsa per il posto in Champions oppure si affonda. Da questo punto di vista, nel discorso alla squadra fatto sabato dalla dirigenza, il concetto è stato chiaro: tutti sono sotto esame.

Il ceo Fienga può godere della franchigia dovuta al fatto che il suo piano industriale è stato approvato dallo stesso Friedkin. Quella del d.s. Petrachi al momento pare la posizione più fragile: il mercato è stato poco convincente e il «modus operandi» a Trigoria è stato finora inutilmente muscolare, tanto da rimanere inviso ai calciatori.

In bilico anche l'area tecnica. Fonseca ha in mano il gruppo, però deve dimostrare di essere capace di saper uscire dal momento difficile. Due giorni fa il tecnico portoghese ha portato tutto il suo staff a pranzo a Siena per fare il punto della situazione e trovare nuove soluzioni. L’ultimo avviso della dirigenza è per i calciatori. Da Trigoria fanno sapere che, se si postassero meno foto conviviali sui social nei momenti difficili (come questo), tutti vivrebbero meglio.


Chi è Watts, l'uomo dei conti: sarà lui a riferire a Friedkin

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Non c'era Friedkin in prima persona, nemmeno il figlio Ryan. A condurre le danze nella varie trattative tenutesi all’Eur nella sede della Roma c'era Marc Watts, uomo di fiducia del magnate texano e dal 2011 il presidente di The Friedkin Group, prossimo proprietario della Roma.

Curriculum di tutto rispetto: laureato in legge ad Harvard nel 1984, esperto di diritto societario, prima di iniziare a lavorare per Friedkin è stato vicepresidente di Locke Lord, uno degli studi legali internazionali più famosi negli Usa. Dal 2017 al 2019 è stato anche presidente del Consiglio di Amministrazione della Federal Reserve Bank di Dallas. Sarà lui a riferire direttamente a Friedkin. E, probabilmente, ad indirizzarlo verso l’eventuale offerta finale.


Staffetta in fascia. Kolarov in discesa, Spinazzola risale: a sinistra si cambia

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Fa fatica, è discusso. Ma, soprattutto, in campo non rende più come dovrebbe. Aleksandar Kolarov vive un momento di difficoltà. E c'è anche il recente battibecco con i tifosi della tribuna Tevere, solo uno dei tanti episodi che a molti romanisti non sono andati giù.

Dopo le panchine con Lazio e Sassuolo e la brutta prestazione con il Bologna, Kolarov sembra destinato a lasciare nuovamente il posto da titolare a Spinazzola, che quando è stato chiamato in causa dopo la cessione-non cessione all’Inter ha sempre risposto presente.


Sorpresa: fisicamente la squadra sta bene. Nei test brillano pure Mkhitaryan e Kalinic

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Dopo la prova con il Bologna, Fonseca aveva smentito categoricamente problemi fisici della sua Roma. Nei giorni scorsi, infatti, i risultati dei test non solo avevano dato dei risultati confortanti, ma avevano dimostrato come quei calciatori fin qui impiegati meno, e vittime a lungo di problemi fisici, stessero meglio.

Due esempi su tutti: in alcuni esercizi sulla resistenza Kalinic era stato tra i migliori, in altri sulla rapidità si era messo in mostra Mkhitaryan. E  i numeri dell’armeno contro il Bologna lo hanno confermato: è lui il giocatore ad aver corso più di tutti (12,964 km di media).


Roma, il rinnovo porta male

IL TEMPO - AUSTINI - Firma e scompari. Quasi una regola nella Roma di quest'anno, dove dall'estate ben sei giocatori hanno rinnovato il contratto ma, per un motivo o un altro, sono via via spariti dal campo. L'unica eccezione si chiama Edin Dzeko, che non sta certo brillando, ma è rimasto un punto di riferimento assoluto in attacco e talvolta un trascinatore nel deserto.

Detto che Zaniolo si è fermato per colpa della sfortuna sempre puntuale quando c’è da spezzare le ali a un talento giallorosso, i vari Under, Fazio, Cristante e persino Kolarov ad oggi rappresentano diverse facce di una delusione comune. Quella dei tifosi e di Fonseca, che nel 2020 non riconosce più la sua Roma.

L'attaccante turco è il caso più emblematico. Confermarlo in rosa è stata una precisa richiesta del tecnico, la società ha deciso di accontentare il ragazzo con un aumento di stipendio a cui aspirava da mesi, il gol al debutto stagionale col Genoa sembrava il preludio a un campionato da protagonista, poi tra nuovo infortunio muscolare, lunghissima riabilitazione, difficoltà ad apprendere le richieste tattiche di Fonseca e la concorrenza con Zaniolo fino a quando era disponibile, Under si è completamente perso. Derby a parte, un gol fortunoso col Genoa e uno inutile in coppa con la Juve, il turco è una delusione. Diciamolo chiaramente: se non si fosse infortunato Zaniolo, la Roma era pronto a sacrificarlo nel mercato di gennaio. Una cessione probabilmente solo rimandata, ma come questo ragazzo sia passato dall'essere un precoce protagonista anche in Champions a una sorta di comparsa rimane un mistero.

Per Cristante non può bastare il grave infortunio al tendine per spiegare la sua totale involuzione. Il centrocampista esplosivo e completo dell'Atalanta qui non si è mai visto, durante il lungo stop Petrachi ha deciso comunque di prolungargli il contratto fino al 2024 con largo anticipo rispetto alla scadenza per motivi di bilancio (diminuisce la quota annuale di ammortamento del cartellino pagato finora 27.6 milioni) ma, a parte un paio di buone partite, da quando è rientrato è un giocatore in chiara difficoltà.

Sabato sarà squalificato e non potrà giocare la sua gara da ex a Bergamo, probabile l'avanzamento di Mancini in mediana, con Fazio di nuovo al centro della difesa. L’ultima presenza dell'argentino è di due mesi fa contro la Spal, il contratto che ha firmato in estate fino al 2021 è addirittura il terzo da romanista, ma in realtà il club non punta più su di lui. E neppure Fonseca. 

Il tecnico credeva invece che Kolarov fosse ancora un leader insostituibile. Lo ha fatto sempre giocare, fino alla comprensibile e giusta panchina al derby e poi col Sassuolo. Si è riaffidato a lui col Bologna ma si è rivisto un Kolarov in evidente sofferenza atletica. Un calo iniziato dopo il rinnovo. Ora è meglio nascondere le penne a Trigoria, almeno per un po’.


Totti lancia due società da procuratore

IL TEMPO - BIAFORA - Inizia la nuova vita di Francesco Totti a meno di un anno di distanza dal brusco addio alla carriera dirigenziale nella Roma dopo aver rifiutato l’incarico di direttore tecnico del club di Trigoria. La bandiera giallorossa, con alcuni post sui propri account social, ha annunciato ufficialmente che intraprenderà la carriera nel mondo dei procuratori sportivi e dello scouting: «Inizia una nuova avventura. Con orgoglio - le parole del Capitano accompagnate da un video in cui compare il logo "Totti Scouting and Management"- vi annuncio che ho fondato due società di consulenza e assistenza per club e calciatori che hanno sede a Roma, la CT10 e IT Scouting». Totti, che ha scelto come sede un ufficio all'Eur, sarà affiancato in questa nuova avventura dall'amico Carlo Cancellieri, allenatore della squadra di calcio ad otto di Totti ed ex membro dello staff di Roberto Mancini al Manchester City, Giovanni DeMontis, avvocato e agente iscritto nel nuovo albo della Federazione, Matteo Fittavolini, match analyst e talent scout, e Adolfo Leonardi, commercialista che da anni segue da vicino - compresi gli ultimi contratti da calciatore - l’ex numero 10 della Roma. L'agenzia di Totti dovrebbe essere indipendente dalla Stellar Group di Barnett e Manasseh, potenti procuratori inglesi. Manasseh aveva anche avuto un incontro a Londra con Totti, ma alla fine non è stato trovato un accordo per collaborare.


De Rossi: "L'addio alla Roma il mio vero ritiro, la Nazionale una porta socchiusa"

Daniele De Rossi, da poco ritirato dal calcio giocato, ha rilasciato un'intervista a GQ. Queste le sue parole:

«Quelli dell'addio a Buenos Aires sono stati giorni tristi ma la vera batosta è stato l’ultimo giorno a Trigoria. Uscendo dalla mia camera per andare allo stadio Olimpico ho pensato: è l’ultima volta che chiudi questa porta. E lì mi è parso di tremare. Devastante», le parole dell'ex capitano giallorosso al mensile, che gli dedica la copertina del numero di febbraio. Dopo la Roma, appunto, la suggestiva esperienza in Argentina: «Di offerte per continuare a giocare in serie A ne avevo parecchie, ma non ho voluto aggiungere un'altra maglia italiana a quella della Roma, mi pareva di sprecare una storia bellissima. Il Boca è sempre stato un sogno per me è stato un onore».

De Rossi svela anche le vere ragioni per le quali ha scelto di appendere poi le scarpette al chiodo: «Quando sto bene sarei ancora in grado di giocare nella Roma, nel Boca, ma non succede quasi mai. Ho 36 anni, il fisico è logoro, di soldi ne ho abbastanza: meglio tornare. Si è parlato di gravi problemi di mia figlia Gaia. Non c’è nulla di particolare. Semplicemente ha 14 anni ed è normale che abbia bisogno di avere il papà vicino. Siccome si sa che il rapporto fra me e sua madre ha vissuto momenti faticosi, qualcuno si è immaginato chissà che».

Poi il rapporto con Totti: «Abbiamo giocato vent'anni assieme, ci siamo abbracciati dopo i gol, ci siamo frequentati fuori dal campo, abbiamo avuto anche delle sonore litigate, è capitato di non parlarci per un mese, pure l'anno scorso, ma poi è sempre finita a risate. Vita vera, non recitata». E sul tormentato addio dell'ex numero 10, De Rossi rivela: «È un periodo che ricordo come un incubo. Mi sentivo come il bambino che assiste ai litigi tra mamma e papà. Di Totti le ho detto, con Spalletti ho condiviso tanto, ci siamo pure scannati ma conservo grande stima per lui. Mi infastidiva l'assurdità della situazione: la squadra vinceva eppure Spalletti veniva fischiato, dall'altro lato qualcuno si azzardava a dire che Totti non volesse il bene della Roma».

De Rossi parla anche di un possibile futuro da allenatore e dell'ipotesi di iniziare proprio dal settore giovanile della Roma: «Qui il discorso è diverso perché al settore giovanile c'è mio padre, perché i rapporti col club comunque non li ho persi, perché al termine del corso che intendo fare potrò allenare in terza serie oppure una Primavera, vediamo. Un futuro da allenatore in prima squadra? Devi prima dimostrare di saperlo fare, se perdi tre partite di fila la gente si dimentica che eri il suo Capitan Futuro e pretende che tu ottenga risultati nel presente. E poi l'ultima cosa che voglio è creare problemi a Fonseca. I miei modelli? Luis Enrique e Antonio Conte: all'Europeo mi ha letteralmente conquistato». C'è anche chi aveva immaginato che il suo ritorno a Trigoria fosse imminente: «La tempistica della mia uscita dal Boca, unita alla trattativa per la cessione della Roma, ha fatto pensare a molti che il gruppo Friedkin mi avesse contattato. Non è successo, non li ho mai sentiti; ma non è che io sia in attesa di un nuovo proprietario per tornare a Trigoria su un cavallo bianco».

 Infine De Rossi, che racconta di voler fare l'allenatore in futuro, lascia uno spiraglio aperto sulla possibilità di collaborare con il ct azzurro Roberto Mancini: «Abbiamo un rapporto eccellente. il fatto di non aver lavorato assieme non ha diminuito la stima reciproca, anzi. Fra i discorsi che abbiamo fatto tempo fa, non in gennaio intendo, una porta azzurra era socchiusa». Anche il presidente della Figc Gravina potrebbe presto chiamarlo per proporgli un posto al fianco del ct.


Stadio Roma, UniCredit alla firma su Parnasi: si punta a chiudere con Vitek entro la prossima settimana

MILANO FINANZA - UniCredit è al lavoro per chiudere la vicenda Parnasi e l'ingresso nell'operazione stadio della Roma di Radovan Vitek è entrata nella fase clou. A dicembre UniCredit ha accettato la proposta avanzata dall’imprenditore ceco, attraverso Cpi Property Group per l’acquisto delle tre società Parsitalia, Capital Dev ed Eurnova. Per la banca si tratta di una partita delicata visto che l’esposizione si attesta attorno a 500 milioni e i tempi per formalizzare l’intesa sono stretti. Il 17 febbraio si terrà l’udienza per il fallimento di Parsitalia e l’obiettivo è naturalmente chiudere il deal prima di quella data.

Quanto al compratore, Cpi Property Group ha un portafoglio europeo (337 proprietà in Repubblica Ceca, Germania, Polonia, Croazia, Ungheria, Francia, Slovacchia, Romania, Svizzera e Italia, con un tasso di occupazione del 94,6%) del valore di 7,9 miliardi, con asset totali per 9,5 miliardi, un Nav di 4,7 miliardi e 1,5 miliardi di liquidità. Nella partita Unicredit è stata assistita dall’avvocato Giuseppe Lombardi, Cpi Property Group dallo studio Dentons e Parnasi dallo studio Di Gravio.