Pallotta, una «cura» per la Roma
GAZZETTA DELLO SPORT - Pallotta è rimasto sorpreso di come il passaggio di proprietà della Roma si sia incagliato. Difficile criticare la posizione di Friedkin che, ad un passo dall’acquistare un club per circa 700 milioni, vede passare la squadra dalle porte chiuse alla sospensione nazionale fino alle difficoltà internazionali. Per questo le parti stanno studiando un Piano B, che consisterebbe l’ingresso di Friedkin ma come partner si riferimento, con un diritto di prelazione all’acquisizione del pacchetto di maggioranza, nel caso in cui tra qualche mese la situazione torni alla normalità. Lo scoglio però è il solito: il valore dato alla quota, che per Friedkin non può più essere quello del dicembre scorso.
A questo punto, anche se la trattativa con Friedkin non è saltata, Pallotta comincia a guardarsi intorno per vedere se all’orizzonte si presentassero altre possibilità o se riuscisse a trovare nuovi soci con cui sostituire quelli del suo gruppo che vogliono uscire il prima possibile.
Fonseca manda tutti a casa col programma da seguire
GAZZETTA DELLO SPORT - Ieri Fonseca ha annullato l'allenamento in programma a Trigoria. Il tecnico però, prima di dare appuntamento ai giocatori a domenica mattina, ha consegnato alla squadra un programma alimentare e di allenamento da seguire. Intanto Under e Perotti restano fermi ai box: la situazione del turco preoccupa visto che dal gennaio dello scorso anno ad oggi ha giocato 28 partite, ma ne ha anche saltate 22 per infortunio.
Burioni: «Il calcio tornerà, ma dipende da noi»
GAZZETTA DELLO SPORT - Il professor Roberto Burioni, virologo dell’Università Vita-Salute San Raffaele, ha rilasciato una lunga intervista pubblicata oggi sulle pagine del quotidiano, in cui parla delle ripercussioni del Coronavirus sul mondo del calcio e dello sport in generale. Queste alcune delle sue risposte:
Cosa cambia nella percezione collettiva ora che due giocatori di Serie A sono positivi?
«Un passo in più nella consapevolezza. Molti hanno vissuto nell’illusione che atleti iper-allenati e iper-controllati potessero, non si sa come, resistere. Ma questo virus contagia tutti. E dico tutti. Giovani, bambini, anziani e pure giocatori di calcio nel pieno della carriera e delle forze. Chiaramente, poi, le conseguenze negli anziani o in chi è debilitato possono essere diverse: io spero che Rugani e Gabbiadini guariscano ed è lecito pensare che sarà così. Il problema, semmai, è che possono aver contagiato altri».
E tra quanto lo sapremo?
«Dopo il contatto ci può essere un periodo di incubazione che va dai 5 agli 8 giorni, ma che arriva a volte fino ai 14, durante il quale la persona può ammalarsi e a sua volta trasmettere la malattia. Chi si contagia oggi non si ammala domani, ma tra un po’, ed è per questo che tutta la Juve è in quarantena».
E tutta dovrà essere, prima o poi, sottoposta a tampone?
«Andiamo per ordine: Rugani si è infettato da poco e, come detto, serve tempo. Ma tutti, da Agnelli a Dybala devono stare rigorosamente isolati. Devono controllare se hanno la febbre un paio di volte al giorno. Devono verificare se hanno anche il più minimo sintomo, sopratutto respiratorio. In quei casi, e solo in quei casi, col famoso tampone si va a vedere se nella gola è presente in qualche forma il virus».
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Come sarà la vita del “calciatore 1” nei prossimi giorni?
«Le regole per Rugani, ma anche per Gabbiadini, sono note e ferree. Starà isolato, senza contatti col mondo, monitorando l’eventuale febbre, fino a quando non sarà negativa la presenza del virus sulle secrezioni respiratorie. Diciamo due settimane minimo, ma l’infezione varia di persona in persona».
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Secondo lei, a spanne, quando si tornerà a giocare?
«Spero proprio che il 2020-21 sia una stagione bella dall’inizio, ma non escludo che in qualche modo si completi anche questa: non possiamo fare previsioni, sappiamo troppo poco di questo virus. Ogni decisione passa solo dagli sviluppi della pandemia nel mondo. Mi concentro su quella, non sul calcio giocato che può attendere. Niente sfottò ai cugini romanisti, niente bandiere: il momento è troppo serio, il nemico è comune e forte».
Olsen nel mirino dello Sporting Lisbona
Lo Sporting Lisbona sta pensando a Robin Olsen. Secondo quanto riporta la stampa lusitana il club biancoverde lascerà partire il brasiliano Renan e cercherà un portiere esperto da affiancare a Luis Maximinao, che nei progetti dovrà continuare a fare il titolare. Olsen rientrerà alla Roma alla scadenza del prestito secco con il Cagliari, ma non appare destinato a restare a lungo nella capitale.
UEFA, stop a Champions ed Europa League. Martedì vertice a Nyon
La UEFA ha deciso di stoppare le competizioni europee. Si ferma la Champions League, non si giocherà martedì 17 e mercoledì 18, stop anche all'Europa League e alla Youth League. Per quanto riguarda i recuperi di tutte le partite non è stata ancora decisa una data, ma martedì 17 marzo a Nyon ci sarà una video conferenza tra i vertici della UEFA e dei club e si deciderà il futuro dell'Europeo.
Malagò: "Difficile fare previsioni ora. Se il 3 aprile la situazione sarà migliorata potremo programmare un calendario"
Giovanni Malagò, presidente del CONI, ha parlato nel corso della trasmissione Uno Mattina, in onda su Rai 1. Di seguito in estratto delle sue parole:
“Sento spesso persone senza specifiche competenze, in questo caso sulla terribile vicenda che stiamo vivendo, che fanno previsioni e sostengono tesi: non ho mai capito bene da che punto di vista. È evidente che la palla sia in mano ai tecnici: se il 3 aprile si vedrà la luce in fondo al tunnel sarà possibile programmare, pianificare un nuovo calendario delle competizioni nazionali e internazionali. Ma tutto questo è subordinato a ciò che avverrà: allo stato dell’arte non è possibile prevederlo”.
Pallotta-Friedkin, incontro al termine dell'emergenza Coronavirus
James Pallotta e Dan Friedkin si incontreranno una volta finita questa gravissima crisi internazionale e nessuno può escludere che i parametri economici sui quali si erano accordati potranno essere messi in discussione o modificati. Non è da accantonare a quel punto nemmeno l’ipotesi che Pallotta possa dire di non essere più interessato. Lo riporta Sky Sport.
Cancellata Inghilterra-Italia
ANSA - La Federcalcio inglese ha appena confermato che anche l'amichevole contro l'Italia, in programma venerdì 27 marzo a Wembley, è stata cancellata. Almeno fino al prossimo 3 aprile - ha dichiarato un dirigente della Fa all'Ansa -tutto il calcio professionistico inglese (e dunque anche il campionato femminile) ha deciso di fermarsi. "La nostra speranza e il nostro obiettivo è di ricominciare già il 4 aprile, ma tutto dipenderà dalla situazione medico-sanitaria e dalle indicazioni che riceveremo dagli organi competenti", ha dichiarato un portavoce della Fa.
Coronavirus, la Serie A diventa una prigione, tanti stranieri tentati dalla fuga
REPUBBLICA.IT - Cristiano Ronaldo è in Portogallo, accanto alla madre. Dybala è in quarantena con i suoi compagni. Ibrahimovic resta a Milano. Eriksen ha più malinconia di prima. Da eroi e idoli di centinaia di milioni di tifosi a uomini improvvisamente vulnerabili come tutti gli altri, anche i campioni della serie A stanno vivendo ore di stress: completamente diverso da quello, legato alle partite, al quale sono abituati. Di colpo segregati al chiuso, senza potersi allenare e senza sapere davvero fino a quando potrà durare questa dimensione di limbo sempre più simile a un coprifuoco, scoprono un'inquietudine difficile da controllare. E non è un segreto che tra gli oltre 500 calciatori del massimo campionato ci sia chi - soprattutto tra gli stranieri, che rappresentano quasi il 60 per cento del totale - sta valutando addirittura la soluzione estrema: la rescissione del contratto e il ritorno a casa il più presto possibile, fermo restando che le restrizioni del decreto governativo sugli spostamenti impediscono per il momento qualunque partenza.
Una cosa è comunque certa: la pandemia in atto, certificata dall'Oms, ha tra gli innumerevoli effetti collaterali lo stravolgimento del mercato calcistico per la stagione successiva, che di solito comincia a decollare proprio in marzo. Le conseguenze evidenti sono di segno opposto: da un lato il congelamento delle strategie della campagna acquisti da parte dei club, dall'altro la spinta di qualche giocatore ad accelerare la propria fuga dal calcio italiano. Trattandosi nei casi più rilevanti di ingaggi netti a sei zeri, la questione può rischiare di diventare presto materia legale: i calciatori hanno ricchi contratti da rispettare e non vogliono perdere soldi a cuor leggero, le società in crisi finanziaria non possono perdere i loro campioni senza adeguato indennizzo.
La tentazione della fuga
I casi più "semplici" riguardano chi ha il contratto in scadenza a giugno. La sospensione del campionato e le incognite sulla ripresa dell'attività potrebbero spingere i diretti interessati a rinunciare alla parte residua del contratto, raggiungendo una transazione economica con la società, per la quale il danno sarebbe limitato alla mancata partecipazione del giocatore in questione alle eventuali partite che rimangono. La tentazione è forte. Diverso è il caso dei contratti pluriennali. "In questo momento non sussistono i presupposti per la risoluzione", puntualizza l'avvocato Umberto Calcagno, vicepresidente dell'Aic, l'associazione calciatori. La legislazione che regola i rapporti di lavoro dei calciatori professionisti in Italia è appunto quella italiana, che contempla come motivazione per la risoluzione del contratto (da una qualsiasi delle due parti che lo hanno stipulato) "la sopravvenuta impossibilità della prestazione": nello specifico, la chiusura definitiva dei campionati, che per ora, invece, sono soltanto sospesi. Anche se questa stagione dovesse concludersi in anticipo, il giocatore con contratto pluriennale rimarrà dunque normalmente vincolato al proprio club per quella successiva (o per quelle successive, a seconda della durata dell'accordo).
Divorzio: la pandemia non basta
L'ipotesi di un ricorso alla Fifa, cioè al livello sovranazionale, non è in teoria praticabile: esiste in Italia un organo indipendente che ha giurisdizione in materia e rispetta i requisiti richiesti: il Collegio Arbitrale, composto da un Presidente e da due Arbitri, nominati dalle due parti in causa. Detto che il solo caso in Italia finito davanti alla Fifa e poi al tribunale di Losanna è finora quello del 2013 tra l'argentino Mauro Zarate e la Lazio, secondo le norme Fifa, e in base ai precedenti, gli eventi eccezionali considerati "cause di forza maggiore" e validi per la risoluzione di un contratto, sono comunque la guerra (è accaduto per quella civile in Egitto) o epidemie come il virus Ebola in Africa. L'attuale pandemia non farebbe parte al momento della fattispecie. "Non è detto che lo stato pandemico comporti la sospensione dei campionati e non postula lo scioglimento del rapporto subordinato", precisa Paco D'Onofrio, docente di diritto pubblico all'Università di Bologna e avvocato specializzato in diritto sportivo.
Concorrenza selvaggia
Resta il fatto che il prossimo mercato estivo potrà essere pesantemente condizionato da due fattori: la perdita di valore dei calciatori, che non giocando si svalutano via via, e l'annessa possibilità che i club ne approfittino per sfruttare la legge non scritta della concorrenza: per un calciatore sotto contratto che abbia la certezza di potere trovare una squadra e un ingaggio di suo gradimento, sarà più semplice fare pressione sul proprio club, magari facendo leva sulla volontà di tornare in patria e spuntando così una cessione più economica. Per esemplificare, se prima del coronavirus una trattativa partiva da 50, d'ora in poi può partire da 25. Ma tutto questo, naturalmente, riguarda il calcio di vertice. Più si scende di categoria, più i problemi sono ben altri. In serie C, dove i contratti in scadenza a giugno sono numerosi, sono più facilmente le società a spingere per la rescissione anticipata, in modo da risparmiare in questa delicata fase di contrazione degli introiti. E in serie B, malgrado la stretta del decreto governativo, non poche società premevano perché i giocatori continuassero a presentarsi al campo di allenamento.
Gabbiadini: "Ho solo mal di gola, però vediamo come evolve. Mi spiace per i disagi provocati a tutti"
Manolo Gabbiadini, giocatore della Sampdoria risultato positivo al Coronavirus, ha parlato del suo stato di salute sulle pagine de Il Secolo XIX:
"Oggi non ho neppure la febbre, solo un po’ di mal di gola, però vediamo come evolve la situazione. Mi spiace ovviamente per i disagi provocati a tutti".
La Sampdoria comunica altri cinque casi di Coronavirus oltre a Gabbiadini
Dopo Manolo Gabbiadini in casa Sampdoria sono risultati positivi al Coronavirus altri quattro calciatori ed un dirigente. Si tratta dei giocatori Colley, Ekdal, La Giumina e Thorsby; a cui si aggiunge il dottor Baldari. A comunicarlo la stessa società blucerchiata sul sito ufficiale del club (sampdoria.it), che specifica come stiano tutti bene e docimiliati nelle proprie abitazioni:
"L’U.C. Sampdoria comunica che, a seguito alla positività al Coronavirus-COVID-19 di Manolo Gabbiadini, in presenza di lievi sintomi sono stati sottoposti a tampone, con esito positivo, i calciatori Omar Colley, Albin Ekdal, Antonino La Gumina, Morten Thorsby e il dottor Amedeo Baldari. Sono tutti in buone condizioni di salute e nei loro domicili a Genova.
L’U.C. Sampdoria ribadisce di aver immediatamente applicato tutte le procedure previste dalla normativa: tutte le sedi del club sono chiuse, la squadra, i dirigenti e i dipendenti potenzialmente coinvolti sono in auto-isolamento domiciliare volontario. Si conferma che tutte le attività sportive sono sospese e che vengono svolte, da remoto, quelle essenziali organizzative del club.
Il presidente Massimo Ferrero, i dirigenti, Claudio Ranieri e la squadra invitano tutti a rispettare, con rigore e fermezza, le disposizioni ministeriali e regionali per affrontare insieme, con coraggio e spirito di sacrificio collettivo, questo periodo. Andrà tutto bene. Uniti ce la faremo. Restate a casa".
La Roma vicina alla Sampdoria: "In momenti come questi i colori non sono importanti" (foto)
La Roma, tramite il proprio profilo Twitter in lingua inglese, ha voluto dimostrare la propria vicinanza alla Sampdoria ed ai suoi giocatori risultati positivi al Coronavirus:
"In momenti come questo, i colori non sono importanti. I migliori auguri da parte di tutta la Roma a Gabbiadini, Colley, Ekdal, La Gumina, Thorsby e a tutti i membri della Sampdoria che continuano ad affrontare questa difficile situazione".
At times like this, club colours are not important.
The best wishes of everyone at #ASRoma go out to Manolo Gabbiadini, Omar Colley, Albin Ekdal, Antonino La Gumina, Morten Thorsby and all at Sampdoria as they continue to deal with this difficult situation. pic.twitter.com/OuroinRX0Y
— AS Roma English (@ASRomaEN) March 13, 2020