Sergi Gomez: "La Roma è una rivale forte, sarà un match davvero complicato"

Sergi Gomez, difensore del Siviglia, ha parlato ai microfoni di Onda Cero in vista della sfida di giovedì prossimo contro la Roma in Europa League:

Il sostegno dei tifosi?
"Ora abbiamo due partite importanti in casa, la Roma e il derby contro Betis: senza il loro sostegno non sarebbe possibile. Questo è molto semplice, se focalizziamo la nostra forza e il nostro desiderio su qualcosa di diverso dalla palla e dal campo, cose che non possiamo controllare, è inutile. Siamo concentrati su una partita molto importante, il resto non dipende da noi, è inutile".

Coronavirus?
"Per quanto ne parliamo non aiuterà. Siamo concentrati solo sull’allenamento e nel gioco. Purtroppo è qualcosa di brutto che sta accadendo nel mondo e che per quanto pensiamo, non ne abbiamo idea, non serve niente".

Il finale di stagione?
"Viene dopo. Prima la Roma, che è molto importante per continuare in Europa. Roma, Roma e Roma. Mi piacerebbe sollevare l’Europa League, ma è inutile pensare a come finisce se non ci si concentra sulla prossima partita. E così facciamo, lavoriamo per raggiungere gli obiettivi di ogni partita".

La sfida di giovedì?
"Sarà un match davvero complicato, affrontiamo una rivale forte. Sta a noi dare la nostra versione migliore in modo da poter giocare bene".


Diego Carlos: "La Roma è un avversario molto complicato"

Diego Carlos, difensore del Siviglia, ha parlato ai microfoni di Estadio Deportivo in vista della sfida di giovedì prossimo contro la Roma in Europa League:

E ora la Roma, in Europa League.
"Pensiamo partita per partita. Non siamo riusciti a vincere una partita così importante, come quella che abbiamo avuto contro l’Atlético. Ora siamo tutti concentrati sulla Roma, un avversario molto complicato".

Dopo aver vinto la competizione cinque volte, l’obiettivo del Siviglia in Europa League sembra essere sempre quello di vincerla di nuovo. O almeno, raggiungere la finale…
"Sì, è così. Non è facile, ma l’obiettivo del Siviglia in Europa League è ancora quello di arrivarci. Ma prima della finale dobbiamo passare per Roma, e poi ne arriveranno un’altra e un’altra… E prima abbiamo avuto una partita molto importante in La Liga, e così via fino alla fine. Non possiamo saltare nulla, dobbiamo concentrarci partita per partita".


AIC, Calcagno: "Devo prima di tutto garantire la salute dei miei associati. Bisogna attenersi ai decreti"

Umberto Calcagno, vice presidente dell'Associazione Italiana Calciatori, ha parlato ai microfoni di Radio Punto Nuovo dell'emergenza Coronavirus e di come la vivono i calciatori:

"A nostro modo di vedere non ci sono le condizioni per garantire la sicurezza ai nostri associati e bisogna ridurre al minimo le nostre attività. Il messaggio che dobbiamo dare è quello di starcene in quarantena oppure no? Per noi oggi la funzione sociale è quella di mandare il messaggio, di far capire in che stato siamo. I calciatori non sciopereranno, ma la nostra richiesta è quella di sapere se è logico andare avanti. Ci devono garantire che possiamo fare spostamenti, rientrare o uscire dalle zone rosse. È ovvio che ho paura delle conseguenze di uno stop, ma devo prima di tutto garantire la salute ai miei associati. La bozza è stata fatta perché molti giocatori non volevano giocare, credo fosse necessaria in realtà solo l'astensione. Lo sciopero non sarebbe comunque stata la strada migliore, bisognava attenersi ai decreti ministeriali. In Lombardia ci hanno chiesto giocatori come testimonial per dare un messaggio agli italiani di non uscire e poi li vediamo in TV che si baciano e abbracciano".


Coni, sospese tutte le attività sportive ad ogni livello

Si è svolta oggi pomeriggio al Foro Italico una riunione, indetta dal presidente del CONI Giovanni Malagò, e alla quale hanno partecipato i rappresentanti delle Federazioni degli Sport di Squadra, unitamente al Segretario Generale Carlo Mornati.

Dopo aver ascoltato le opinioni di tutti gli intervenuti (alcuni in presenza, altri via Skype), il Presidente Malagò ha pubblicamente ringraziato i Presidenti federali e le Federazioni per la grande coesione e l’apprezzata unità di intenti manifestate in un’occasione così delicata per il Paese e in particolare per il mondo dello sport che non ha precedenti nella storia.

Confermando che in ogni azione e circostanza la tutela della salute è la priorità assoluta di tutti, al termine della riunione il CONI all’unanimità ha stabilito che:

  1. tutte le decisioni prese dalle singole FSN e DSA fino ad oggi sono da considerarsi corrette e nel pieno rispetto delle norme e delle leggi emanate e attualmente in vigore;
  2. sono sospese tutte le attività sportive ad ogni livello fino al 3 aprile 2020;
  3. per ottemperare al punto sopra descritto, viene richiesto al Governo di emanare un apposito DPCM che possa superare quello attuale in corso di validità;
  4. di chiedere alle Regioni, pur nel rispetto dell’autonomia costituzionale, di uniformare le singole ordinanze ai decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri al fine di non creare divergenti applicazioni della stessa materia nei vari territori;
  5. viene altresì richiesto al Governo di inserire anche il comparto sport, sia professionistico sia dilettantistico, nell’annunciato piano di sostegno economico che possa compensare i disagi e le emergenze che lo sport italiano ha affrontato finora con responsabilità e senso del dovere, rinunciando in alcuni casi particolari allo svolgimento della regolare attività senza possibilità di recupero nelle prossime settimane a causa di specifiche temporalità delle manifestazioni.

Il Presidente Malagò è stato delegato da tutti di informare oggi stesso il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, e il Ministro per le Politiche Giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora, sulle risultanze dell’incontro.

Il CONI ricorda altresì che le competizioni a carattere internazionale, sia per i club sia per le nazionali, non rientrano nella disponibilità giurisdizionale del Comitato Olimpico Nazionale Italiano e che quindi non possono essere regolate dalle decisioni odierne.

Il CONI da giorni sta sostenendo e continuerà a sostenere le singole Federazioni in tutte le iniziative che intenderanno intraprendere con le rispettive organizzazioni internazionali (europee e mondiali) al fine di armonizzare i calendari e gli eventi anche in vista delle prossime scadenze legate alle qualificazioni olimpiche.


Banega: "Contro la Roma gara fondamentale, saranno i dettagli a fare la differenza"

Ever Banega, centrocampista del Siviglia ed ex Inter, ha parlato ai microfoni di calciomercato.it in vista del match di giovedì di Europa League contro la Roma:

Éver, prima di tutto ci tocca chiederti del coronavirus: come si sta vivendo l'emergenza in Andalusia? Giocare contro una squadra italiana vi preoccupa?
"La stiamo vivendo con normalità. A Siviglia la situazione non arriva agli estremi del Nord Italia. Ci lasciamo guidare dalle raccomandazioni del nostro staff medico e, in questo senso, siamo tranquilli".

Torniamo al campo. Che importanza ha la gara con la Roma nella stagione del Siviglia?
"Molta, senza dubbio, molta... Per questo club, l'Europa League è sempre una responsabilità extra, siamo i Re della competizione e i nostri tifosi ci chiedono di puntare sempre al massimo. Personalmente, inoltre, sto vivendo la mia ultima stagione in questo club e mi piacerebbe tornare a competere per il titolo fino alla finale. Quindi sì, è una gara fondamentale".

Vivete un momento favorevole e l'Europa League sembra l'habitat naturale del vostro club. Vi sentite favoriti?
"Il Siviglia, in Europa League, ha fatto cose incredibili. Ricordo che, una volta, si riuscì a qualificare con un gol di Palop in pieno recupero, che portò ai tempi supplementari... O quello di Mbia, nel Mestalla, al 93esimo, che portò alla finale di Torino... O la rimonta contro il Liverpool a Basilea, dopo aver chiuso il primo tempo sotto di un gol. Se c'è una squadra che può conseguire l'impossibile in questo torneo, è il Siviglia. Detto questo, però, non credo che siamo favoriti... La Roma ha una grandissima squadra, un fatturato di gran lunga più consistente del nostro... Ce la giocheremo al 50%, saranno i dettagli a fare la differenza".

Monchi conosce bene i giallorossi: sarà un piccolo vantaggio?
"Beh, Monchi conosce bene qualsiasi squadra, o quasi tutte (ride, ndr). Dà sempre una grande mano nel suo ruolo, e stavolta non sarà diverso".

Anche tu hai conosciuto il calcio italiano. E il primo gol in Serie A arrivò proprio contro la Roma...
"Lo ricordo perfettamente, anche se non servì a nulla, perché perdemmo. Sono un calciatore di squadra, cambio sempre volentieri un trionfo del gruppo per un gol o un assist. Certo, mi piacerebbe far di nuovo gol, magari all'Olimpico, e che stavolta serva per vincere". 

La tua stagione all'Inter fu complessa: l'addio di Mancini, poi De Boer, Pioli, Vecchi... Che opinione hai di quell'annata?
"Sì, fu una stagione complessa, come hai detto tu. Con tanti cambi d'allenatore è complicato ottenere continuità di risultati. Io, però, cerco sempre di guardare il bicchiere mezzo pieno: personalmente fu un anno bello, conobbi un altro calcio, una nuova cultura... Ogni esperienza ha il suo risvolto positivo".

Il tuo ricordo più bello in Italia?
"Domanda molto semplice (ride, ndr). Senza dubbio, la gara contro l'Atalanta. Giocai 70 minuti, segnai tre gol e firmai due assist. Vincemmo 7-1, e non era una sfida facile: i bergamaschi vivevano un buon momento, erano sesti. Quel giorno mi riuscì tutto alla perfezione. E chissà cosa sarebbe accaduto se avessi giocato 90 minuti (ride, ndr). Fu la mia prima ed unica tripletta in carriera".

Perché decidesti di andar via dopo appena un anno?
"Perché si rifece vivo il Siviglia... per null'altro. Ero in vacanza in Spagna, e nacque la possibilità di tornare, facendo uno sforzo da entrambe le parti. Credo che il posto in cui ho reso meglio sia proprio Siviglia. Decisi di andare a giocare in Italia perché avevo il desiderio di provare un'esperienza nuova, ma un anno fu sufficiente. Volevo tornare nel posto dove sono riuscito a mostrare la mia miglior versione come calciatore. Lo dico sempre: Newell's è la squadra della mia infanzia, del mio cuore, ma Siviglia sarà sempre speciale per me. Qui ho dato il meglio di me. Sono le mie due squadre". 

Nelle scorse sessioni di calciomercato si è parlato più volte dell'interesse di diversi club italiani, tra cui Fiorentina e Roma. C'è stata la possibilità di tornare in Italia?
"Sinceramente, di questi temi si occupa il mio agente. Posso dire, però, che in questa seconda tappa al Siviglia ho avuto sempre chiara l'idea di rispettare il mio contratto fino in fondo, volevo che fosse questo l'ultimo club europeo della mia carriera, prima di provare una nuova sfida in un altro continente".

Oggi, quindi, che momento vive Ever Banega?
"Credo sia un momento positivo, più maturo, più riflessivo in campo, con maggiore spirito di sacrificio e con la stessa essenza che mi ha sempre definito come calciatore. Mi piace avere il pallone, giocare bene, rischiare per creare superiorità... Voglio godermi al massimo questi ultimi mesi a Siviglia e andar via alla grande, facendo cose importanti. Ma devo andare passo dopo passo: pensiamo a battere giovedì la Roma. Sarà complicato".


Europa League, Siviglia-Roma si disputerà a porte chiuse (video)

Adesso è ufficiale. Siviglia-Roma di giovedì si disputerà a porte chiuse. A comunicarlo è il Ministro della Salute spagnolo Salvador Illa, così come riporta da El Pais sul proprio profilo Twitter:

"Le attività didattiche sono sospese e quelle lavorative solo dove è possibile. Dove non è possibile si dovrà cercare di essere più flessibili possibile. Nelle zone ad alto contagio si passa da una condizione di contenimento a una di contenimento rinforzato. Un appello ai concittadini: limitare al minimo i viaggi, specie se non necessari. Siviglia-Roma si fa a porte chiuse".

 


Volto da bimbo cuore da duro. Il baby Villar sogna l’Europa

GAZZETTA DELLO SPORT - Con Veretout squalificato, Diawara non ancora pronto e Pellegrini ancora ai box, è probabile che contro il Siviglia tocchi ancora a Gonzalo Villar. Centrocampista con la faccia da bambino, costato appena cinque milioni, si è subito messo in mostra a Cagliari giocando con grande personalitá. E pensare che arrivava con la nomea di ragazzo timido, visto lo stress accumulato durante il trasferimento che gli aveva fatto perdere un paio di chili.

Il ragazzo, nato a Murcia a 500 chilometri da Siviglia, ci terrebbe tantissimo a giocare da titolare in Spagna giovedì. Se darà a Fonseca le giuste garanzie nei prossimi tre allenamenti, Villar potrebbe giocare accanto a Cristante, altrimenti non è escluso l’avanzamento di Mancini a centrocampo. Giocatore dalle belle movenze, distributore di gioco e un uomo d’ordine a cui affidarsi, deve ancora strutturarsi dal punto di vista fisico, mettere su massa, ma in pochi si aspettavano che lo spagnolo fosse così pronto caratterialmente. Se poi basterà per giocare in Europa League si scoprirà giovedì


Roma a oltranza. Ma per firmare adesso Friedkin non vuole rischi

GAZZETTA DELLO SPORT - Negli ultimi giorni si sono fatti sempre più fitti i contatti telefonici tra gli uomini del «Friedkin Group» e i dirigenti della Roma, o a volte anche con lo stesso Pallotta. Il mantra (preoccupato) era sempre lo stesso: «Che sta succedendo in Italia?». La Cnn sta dipingendo l’Italia come epicentro del coronavirus e dall’altra parte dell’Oceano Atlantico vogliono capire. Per quanto tempo durerà l’emergenza? Cosa succederà al campionato? A quanto ammonteranno le perdite previsionali per la Roma? Come sarà possibile tra un anno vendere il prodotto Serie A?

James Pallotta, prendendo informazioni da Roma, si sta spendendo per rassicurare Friedkin, con cui i rapporti sono cordiali, anche per quanto riguarda il Fair Play Finanziario: la Uefa, infatti, dal 2021 potrà cambiare i criteri vigenti, di fatto ammorbidendoli, cercando di far uscire dal vincolo delle plusvalenze e degli ammortamenti a tutti i costi. Buone notizie, quindi, per il futuro nuovo proprietario della Roma, ma dopo i giorni delle rassicurazioni, prima deve arrivare quello delle firme.


Diawara si rimette in moto

IL TEMPO - BIAFORA - È stanco ma sta bene. A 45 giorni dall'infortunio al menisco esterno subìto contro la Juventus Amadou Diawara è sceso ieri in campo con la Roma Primavera, primo passo ufficiale verso il ritorno nella lista dei convocati a seguito della scelta di procedere con la terapia conservativa invece di operarsi. Nel surreale silenzio del Tre Fontane - la partita con l'Inter si è disputata a porte chiuse e i pochi giornalisti presenti sono stati sottoposti a misurazioni della temperatura corporea - il centrocampista guineano ha disputato 61 minuti totali, giocando senza paura da centrale di un reparto a tre, battagliando in mediana con il nerazzurro Agoume. Sotto gli occhi attenti del vice-ds De Sanctis e di Nuno Campos e Nuno Romano, fidati membri dello staff di Fonseca, il guineano ha corso con disinvoltura (non aveva alcuna fasciatura al ginocchio sinistro), non tirando indietro la gamba nei contrasti e rialzandosi prontamente dopo un paio di dure entrate degli avversari. Di certo dopo il test con i giovani le sensazioni sono positive e c'è ottimismo per una sua convocazione in vista del match di Europa League con il Siviglia, per il quale sono stati venduti circa 500 biglietti per il settore ospiti. Diawara nelle prossime ore sarà sottoposto ad un nuovo controllo dal quale dovrà arrivare il via libera per il ritorno a pieno regime nella lista deigiocatoria disposizione di Fonseca.

Il recupero del classe 1997 è una notizia accolta con enorme piacere dal tecnico portoghese e bastano i numeri a far capire la sua importanza per la Roma e il suo gioco: in 15 partite stagionali in cui Diawara è partito titolare i giallorossi hanno perso soltanto in 3 occasioni, con il Torino e nelle due sfide con la Juventus. È però difficile immaginare un suo impiego dal primo minuto in coppa contro gli andalusi (ieri 2-2 contro l'Atletico Madrid in Liga), in un reparto a cui mancheranno anche lo squalificato Veretout e l'infortunato Pellegrini, che anche ieri ha svolto allenamento individuale e sarà rivalutato domani dopo un giorno di riposo. Il problema alla coscia sinistra si è rivelato più fastidioso del previsto e a meno di un nuovo spostamento di Mancini in mediana, toccherà ancora a Villar e Cristante.

Intanto sul fronte della trattativa tra Pallotta e Friedkin sono terminati gli incontri a New York, con gli uomini di fiducia dei due imprenditori che sono tornati nelle rispettive città, Boston e Houston. La bozza di comunicato sull'accordo preliminare è già pronta e la Consob ne è stata informata: l'annuncio, chiariscono dall'ente di vigilanza, può arrivare anche a Borsa aperta.

 

 


Porte chiuse e paura. Il calcio riparte. Per ora

IL TEMPO - CICIARELLI - La Serie A riparte, ma lo spauracchio Coronavirus continua a incombere anche sul calcio italiano, che oggi tornerà in campo per completare la 26a giornata ma ora deve fare i conti con il decreto messo al varo ieri sera dal governo. Le nuove restrizioni che estendono la zona rossa - dove giocano le due milanesi, l'Atalanta, il Brescia, il Sassuolo e il Parma - prescrivono di evitare in modo assoluto ogni spostamento in entrata e in uscita e all'interno dei territori «salvo che per gli spostamenti motivati da indifferibili esigenze lavorative o situazioni di emergenza», eccezione che permette alla Serie A di andare avanti «all'interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse», obbligando le società ad effettuare i controlli idonei a contenere il rischio di diffusione del virus tra gli atleti, i tecnici, i dirigenti e tutti gli accompagnatori che vi partecipano. Uno scenario che ha rilanciato la trasmissione in chiaro della Serie A. «C'è una nuova possibilità. Ho avuto vari contatti telefonici - ha affermato il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora - con i vertici del calcio, le reti televisive e l'Agcom, continuo a pensare che in questo momento sia importante offrire uno svago ai cittadini. C'è una soluzione possibile, sulla quale aspettiamo le valutazioni della Lega Serie A. Per questo motivo ho scritto di nuovo al presidente Dal Pino. Attendiamo risposta».

Chiusi gli stadi al pubblico, ora lo scenario più preoccupante riguarda le conseguenze sul possibile contagio dei giocatori. «Dobbiamo essere realisti, è un rischio che esiste - ha spiegato ieri il presidente della Federcalcio Gravina a Dribbling, su Rai 2 - e in quelle circostanze adotteremo tutti i provvedimenti necessari per garantire la tutela degli atleti e capire l'impatto che può avere sulla competizione sportiva». La sospensione? «Non possiamo escludere niente, né azzardare ipotesi». A rischio anche le amichevoli dell'Italia a fine marzo contro Germania e Inghilterra. «Il comune di Norimberga chiederà il rinvio -ha chiarito Gravina - e in Inghilterra c'è una disposizione di quarantena per gli italiani, spero si giochi almeno a porte chiuse». L'invito di Spadafora è stato già raccolto dalla Serie C, che ha reso disponibili gratuitamente tutte le gare in programma fino al 3 aprile sulla piattaforma Eleven Sports grazie all'intesa raggiunta tra il presidente di Lega Pro Francesco Ghirelli e Eleven Sports Italia, con il beneplacito della Rai che detiene i diritti del posticipo del lunedì sera. Ma il calcio naviga a vista e i giocatori iniziano ad aver paura, come dimostra il tweet di Damiano Tommasi, presidente dell'Assocalciatori:«Fermiamo il campionato! Serve altro?».


De Rossi: “Mai proposto a Friedkin”

CORRIERE DELLA SERA - “Nella mia carriera non mi sono mai proposto a nessuno e non ho intenzione di iniziare ora che ho smesso». Daniele De Rossi sta per iniziare la sua nuova carriera da allenatore e per questo è abbastanza normale che il suo nome venga accostato alla Roma. «Certe voci - ha dichiarato a gazzetta.it - mi stupiscono. Nel club è in atto un cambio di proprietà ma io non sono mai stato neppure contattato. Il mio unico ruolo oggi è quello del tifoso».


La solita, pazza Roma Primavera si fa rimontare

IL TEMPO - ZOTTI - La Roma Primavera ci casca di nuovo. I giallorossi subiscono l'ennesima rimonta stagionale e raccolgono un solo punto dal big match contro l'Inter. La gara - che si gioca a porte chiuse, con il silenzio surreale del Tre Fontane rotto soltanto dalla voce dello speaker dell'impianto - finisce 3-3, con i ragazzi di De Rossi che escono dal terreno di gioco con il rimpianto di aver lasciato per strada altri due punti preziosi. La partita si mette subito in discesa per i padroni di casa - costretti a fare a meno di Tall ed Estrella - che prima aprono le marcature con Riccardi e successivamente si limitano ad amministrare un primo tempo noioso, in cui non si registrano pericoli per la porta di Cardinali. Un'ulteriore speranza per una vittoria senza troppi patemi la regala Bianda a inizio ripresa realizzando il gol del momentaneo 2-0, ma la speranza si rivela ben presto un'illusione. Nel giro di 10 minuti infatti i nerazzurri prendono improvvisamente vita e prima accorciano le distanze con Mulattieri, poi trovano il pareggio grazie ad un autogol di Parodi. La Roma non ci sta e rialza la testa con Bove, bravo segnare il 3-2 al termine di un attacco prolungato ai pali difesi da Stankovic, ma di lì a poco il copione che ha contraddistinto la stagione romanista è destinato a ripetersi. A tre minuti dal 90' l'Inter pareggia con un gran tiro da fuori area di Agoumé, che strappa dalle mani dei giallorossi un successo che in campionato manca ormai da un mese esatto. La Roma resta al quinto posto in classifica, in piena zona playoff, ma per non correre rischi inutili è necessario un cambio di marcia immediato.