Dall'Atalanta al Gent fino alla cessione: mese cruciale

LA GAZZETTA DELLO SPORT - «Restiamo uniti, la stagione è ancora lunga» è il messaggio trasmesso dai giocatori più esperti al resto della squadra nel pranzo organizzato martedì scorso dai leader Dzeko, Kolarov e Pellegrini. Infatti in questo mese la Roma si gioca molto del suo presente e futuro. In campionato è ancora in corsa per il 4° posto che passa per la sfida con l'Atalanta, ma anche dalle prossime gare casalinghe con il Lecce e la Samp e da quelle in trasferta con Cagliari e Milan. Ci sono anche gli ottavi di Europa League da conquistare contro il Gent. La partita di andata è in programma il 20 febbraio all'Olimpico, il ritorno invece si disputerà una settimana dopo in Belgio con la speranza che si giochi alla Ghelamco Arena dove però sono crollati parti di tetto per il maltempo. In caso si potrebbe giocare a Bruges.

Mese decisivo anche per le sorti della società: entro la prima metà di marzo è atteso il closing del passaggio di proprietà. Inoltre si attende che l'imprenditore ceco Vitek rilevi i terreni di Tor di Valle dove dovrebbe sorgere il nuovo Stadio della Roma e che quindi il testo della Convenzione urbanistica approdi in Aula in Campidoglio.


Mancini: «De Rossi in Nazionale? Ho parlato con lui prima che andasse al Boca, vediamo cosa farà in futuro»

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Ieri è stato presentato nella Sala Palumbo della Gazzetta dello Sport a Milano il torneo internazionale del Pulcino d'Oro, giunto alla sesta edizione, il cui testimonial è il c.t. della Nazionale Roberto Mancini  il quale, a margine dell'evento, si è soffermato sui prossimi Europei: «Spero che gli avversari ci sottovalutino, questo aspetto potrebbe essere un’arma a nostro favore. Nel frattempo dobbiamo cercare di migliorare e crescere: abbiamo ancora qualche mese per lavorare. Le scelte sono ormai fatte: la rosa è quasi al completo». Nel frattempo Florenzi si è trasferito al Valencia ed Emerson Palmieri gioca poco nel Chelsea, ma l'ex tecnico interista non è per niente preoccupato per i suoi terzini: «La squadra è impostata, la considero solida: tutti i miei calciatori sanno bene quello che devono fare». E sull'intervista rilasciata da De Rossi a GQ riguardo a un possibile futuro in Nazionale al fianco di Mancini, il c.t. scherza: «Intende come calciatore?(sorride, ndr ). Scherzi a parte, abbiamo parlato prima che lui andasse a giocare al Boca: in quel momento poteva esserci una possibilità. Vedremo quello che lui farà in futuro».


Roma, ti presento Perez: «Qui per il salto in avanti»

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Viste le ultime prestazioni deludenti di Under Fonseca, contro l'Atalanta, è pronto a schierare dal primo minuto Carles Perez che ieri si è presentato alla stampa insieme a Ibanez e Villar. «Ho lasciato un grande club ma sono approdato in un altro - le dichiarazioni del classe 1998 arrivato dal Barcellona per 12 milioni (tra prestito e obbligo di riscatto) più 4,5 di eventuali bonus - Ho scelto Roma perché qui voglio crescere e diventare un giocatore importante. E la chiacchierata con Fonseca mi ha convito».

Prima della presentazione, però, a prendersi la scena è stato il d.s. Petrachi con un monologo di circa 20 minuti contro la stampa. «Ero abituato alle difficoltà, ma non alle calunnie. Ed invece ho letto e sentito tante cazzate: si è detto che Dzeko mi avrebbe bacchettato per la mancanza di qualità e che la possibile nuova proprietà mi avrebbe già messo alla prova» le parole del dirigente giallorosso rispettate dal club, ma non condivise. E sul passaggio di proprietà «Abbiamo fatto una rivoluzione iniziata sei mesi fa, ma non pensate che ora arrivi Paperon de’ Paperoni e compri chissà chi. Il progetto non cambia, con i giovani ci vuole tempo».


Si ferma Mirante. Salta il menisco: già operato ieri

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Stavolta è toccato a Mirante andare sotto i ferri. Il secondo portiere giallorosso, nel corso dell'allenamento di lunedì, ha avvertito il riacutizzarsi di un vecchio problema al ginocchio sinistro e, dopo essersi sottoposto a una risonanza di controllo a Villa Stuart, il professor Mariani ha riscontrato una lesione del menisco mediale. Mirante è stato già operato ieri e oggi inizierà il protocollo riabilitativo. Nelle prossime ore, a un mese esatto dalla rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro, Zaniolo potrebbe essere sottoposto ad una visita di controllo.


Pelizzoli: «Atalanta bellissima, ma giallorossi forti. Dzeko? Folle criticarlo»

LA GAZZETTA DELLO SPORT - In occasione della sfida di sabato sera tra Atalanta e Roma, dove entrambe le squadre si giocano gran parte dell'accesso alla prossima edizione di Champions League, Ivan Pelizzoli, doppio ex della partita, ha rilasciato una lunga intervista alla rosea. Queste le sue parole sulla gara del Gewiss Stadium:

Pelizzoli che gara sarà?
Una bella partita, sotto ogni punto di vista. Perché la Roma non può perdere il treno Champions e perché l'Atalanta può invece allungare. Sarà una sfida apertissima.

(...)

Dove l'Atalanta è più forte della Roma e viceversa.
L'Atalanta mentalmente. Sono una squadra affiata e il fattore casalingo peserà. La Roma ha invece giocatori di valore, che possono fare la differenza quando vogliono. Ad iniziare da Dzeko. A Roma c'è chi lo critica? Una follia, anche se criticavano pure Batistuta.

(...)

Muriel segna e va in panchina, Kalinic non funziona.
Muriel se entra a partita in corsa è devastante, fa la differenza e cambia le partite. Nella Roma manca invece un'alternativa a Dzeko, quando non c'è o non è in forma. Fomseca è Dzekodipendente: quando gira lui la Roma va, gioca bene, trova un riferimento avanti e ha più personalità.

(...)

E se la Roma si mettesse a specchio come all'andata?
Dipenderà anche come si metterà Gasperini, lui ha mille idee. La Roma deve cercare di fare la sua partita, imporre il suo gioco, a prescindere dall'avversario. Le grandi squadre hanno questa mentalità qui.

Fonseca?
Non l'ho ancora inquadrato. La Roma ha avuto tanti alti e bassi. Ma anche tanti infortuni.

Da portiere a portiere. Cosa pensa di Pau Lopez?
Un buon portiere, ma se dovessi sceglierne uno per una grande squadra, probabilmente sceglierei altro.

(...)


Dopo Perugia-Roma: rissa fuori dallo stadio. Daspo a dodici giallorossi

IL MESSAGGERO - È scattato il Daspo per 12 tifosi romanisti, identificati a seguito delle indagini condotte dalla Digos, per quanto accaduto poco prima della partita amichevole del 31 luglio scorso tra Perugia e Roma. In quell'occasione un gruppo di sostenitori giallorossi, nei pressi di un parcheggio dello stadio Renato Curi, si era diretto verso gli ultras perugini con il chiaro intento di giungere allo scontro, evitato solo grazie all'intervento delle forze dell'ordine che hanno impedito il contatto tra le parti.


Petrachi: «Roma, un mercato difficile. Qui non arriva Paperone»

CORRIERE DELLA SERA - Prima della presentazione dei tre nuovi acquisti approdati nella Roma nel corso della finestra di mercato invernale, ovvero Perez, Villar e Ibanez, è intervenuto il d.s. Petrachi il quale si è espresso contro la stampa in questi termini: «Quando si dicono delle cazzate, se non fermi l’emorragia passano per cose vere. Non amo le calunnie e le falsità che spesso escono fuori in maniera vigliacca.Oggi sono la persona che volete attaccare, non c’è problema». E sul mercato appena conclusosi il dirigente salentino ha aggiunto: «Credo che i giovani siano linfa per l’immediato e per il futuro. Le difficoltà nel mercato di gennaio sono state importanti. Lo sanno anche i muri: un cambio di proprietà crea scompensi e problematiche. Non sei padrone e libero di fare quello che vuoi. Ho spiegato ai calciatori: presto potrebbe succedere qualcosa, oppure no. Il vostro dovere, però, è pedalare forte. Non pensate che arrivi Paperon de’ Paperoni e compra chissà chi. Il progetto è partito 6 mesi fa e non cambia».


Mancini, è sparito il difensore travestito da bomber

CORRIERE DELLA SERA - Nella scorsa stagione nell'Atalanta Gianluca Mancini era conosciuto come il difensore dai numeri da bomber visto che in campionato aveva segnato 5 gol. Quest'anno è fermo solo a una rete, quella realizzata contro il Brescia, ma per un difensore segnare è un optional, semmai è importante non far prendere gol alla propria squadra. E il problema è proprio questo:  nelle ultime 4 partite, tra campionato e Coppa Italia, la Roma ha subito 11 reti. Ora arriva la partita con l'Atalanta, con il miglior attacco della Serie A, dove ci sarà bisogno del miglior Mancini, del miglior Smalling e soprattutto della miglior Roma perché contro i nerazzurri, più che mai, bisognerà difendere di squadra.


Collina: «L’arbitro deve decidere come se la tecnologia non esistesse. In passato simpatizzavo per la Lazio»

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Oggi Pierluigi Collina compie 60 anni, un traguardo che l'ex arbitro italiano ha voluto festeggiare rilasciando una lunga intervista al quotidiano sportivo oggi in edicola in cui si racconta a 360°. Tanti i temi affrontati dall'ex direttore di gara tra cui quello del Var, confessando tra l'altro anche la sua passata fede calcistica. Queste le sue parole:

Come dev’essere un arbitro? Lei un giorno ha detto: «Non può essere saggio, ma un po’ folle».
«Saggio nel senso che non può permettersi di riflettere troppo prima di decidere. Quello che nella vita di tutti i giorni è impulsività per l’arbitro è un pregio. E se guardo indietro un po’ di follia è servita».

La Var aiuta a decidere più in fretta?
«L’arbitro deve decidere come se la tecnologia non esistesse. L’obiettivo è non averne bisogno perché le decisioni sono corrette ed è per questo che lavoriamo attraverso la preparazione. Poi lui sa che esiste un paracadute che può correggere un errore, anche se l’errore resta: magari voi giornalisti lo dimenticate, ma chi giudica l’arbitro no».

Rimpiange di aver arbitrato senza Var?
«Ai miei tempi non c’erano neanche le 40 telecamere in 5K (...). Ho sempre pensato che l’arbitro debba sapere tutto della partita, analizzando i video per conoscere tattiche e caratteristiche dei giocatori. Ai miei tempi veniva fatto in modo estemporaneo. Oggi è parte integrante della preparazione».

Tifa Lazio?
«Sono cresciuto a Bologna: da bambino era normale tifare rossoblù. A 14 anni, giocando da libero, mi piaceva Pino Wilson e simpatizzai per la Lazio campione d’Italia: ma non avevo la minima idea che avrei fatto l’arbitro. Come si può pensare che un arbitro, un giocatore, un giornalista non sia anche stato tifoso? Ma poi subentra la professionalità. Tifi solo per te stesso. Per la cronaca: ho arbitrato il ritorno di Bologna-Parma, spareggio per non retrocedere, nella mia città, dove ho tanti amici. Il Bologna ha perso ed è retrocesso. E la Lazio non ha mai vinto nelle prime nove partite arbitrate da me (...)».


Anche Mirante si opera al ginocchio. Zappacosta ritorna a fine marzo

IL TEMPO - BIAFORA - Non si interrompe la sfortunata striscia di infortuni in casa Roma. Il settimo giocatore a finire sotto i ferri - oltre 20 gli stop di natura traumatica - è Mirante, operato in artroscopia a Villa Stuart dal Professor Mariani per una lesione del menisco mediale del ginocchio sinistro, un vecchio problema che si è riacutizzato nell'allenamento di lunedì. Il secondo portiere giallorosso, che nell'ultimo periodo ha convissuto con un fastidio alla spalla, ai tempi del Parma era stato operato per lo stesso infortunio al ginocchio destro: nel bollettino del club non si accenna a tempi di recupero, che di solito si aggirano intorno ai 25-30 giorni.

Intanto, mentre Pastore prosegue con gli allenamenti individuali, servirà ancora del tempo per rivedere Zappacosta nella lista dei convocati. Il terzino lo scorso 4 ottobre ha subito la ricostruzione del crociato anteriore e tornerà a disposizione di Fonseca soltanto per la fine di marzo, rendendo vane le speranze che lo volevano in gruppo per le prime sgambate già a partire da questa settimana. Sia il giocatore che lo staff medico vogliono andarci con i piedi di piombo e non hanno intenzione di accelerare il rientro.


Perez: «Barca è solo passato». Villar: «Io pronto»

IL TEMPO - BIAFORA - Carlez Perez, Gonzalo Villar e Roger Ibanez. Sono stati questi tre calciatori, tutti classe 1998, gli acquisti del mercato invernale della Roma. I giovani da poco arrivati nella Capitale sono stati presentati in conferenza stampa e hanno cercato di dimostrare tutta la loro grinta e la loro voglia per questa nuova avventura in giallorosso: «Il Barcellona - l'ammissione di Perez - è il passato, la Roma è il mio presente. Voglio crescere e diventare importante qui, sono in un grande club. È un passo in avanti della mia carriera. Devo lavorare e sudare per guadagnare il posto, c'è molta aggressività in Serie A». Villar, oltre a parlare del grande salto dalla seconda divisione spagnola al massimo campionato italiano, ha invece confermato la grande tensione per una lunga trattativa: «È vero, ho perso due chili, sono stati giorni frenetici. Avevo una forte voglia di venire alla Roma, ma non si riusciva a chiudere. Per fortuna tutto è andato per il meglio. Sono pronto per affrontare questa sfida e la pressione di questo club e per dimostrare il mio valore. Mi sento più a mio agio con un mediano difensivo accanto». Tra un po' di italiano e un po' di portoghese si è invece presentato così Ibanez, ancora in attesa di esordire: «Ci stiamo preparando al meglio per l'Atalanta. C'è molta concorrenza in difesa, ma sono sicuro che potrò conquistare uno spazio, non solamente da qui a giugno ma anche oltre. Ho trovato un gruppo bello e eccezionale, ci hanno accolto benissimo».


Ciclone Petrachi

IL TEMPO - AUSTINI - Ci risiamo. Un direttore sportivo della Roma, in questo caso Petrachi, che diventa il protagonista inatteso di una conferenza stampa organizzata per presentare nuovi calciatori. I giovani Carles Perez, Villar e Ibanez assumono il ruolo delle comparse al fianco del dirigente infuriato per alcune ricostruzioni sulla gestione di questo momento di crisi. Prima o poi tocca a tutti, romani, italiani o stranieri, che si chiamino Sabatini o Monchi, c'è sempre un momento in cui il dirigente responsabile dell'area sportiva giallorossa punta il dito contro i media e si ritrova costretto a chiarire, ribattere, attaccare per allontanare la pressione accumulata nei mesi in un ruolo scomodo.

Il pomeriggio scoppiettante di Trigoria si apre con un monologo di Petrachi della durata di 14 minuti. Ecco alcuni concetti espressi dal salentino a ruota libera: «A volte quando si dicono cazz...te, se non fermi l'emorragia passa-no per vere. La Roma ha fatto una rivoluzione, ha fatto uscire 20 giocatori e ne ha presi 14. Questo club non compra giocatori a 70 milioni, con quella cifra ho acquistato 7 giocatori e 6 titolari su 11 sono nuovi: nessuno in Italia ne ha cambiati così tanti. Non amo le calunnie e le falsità, che spesso escono fuori da vigliacchi. La Roma la sento mia, anche se qualcuno vuole già tagliarmi la testa. Finché sarò qua cercherò di fare la mia idea di calcio, ci riuscirò? Non lo so, ma ce la metto tutta». Nonostante abbia un contratto valido per altri due anni, Petrachi parla come se si sentisse già in scadenza. L'ombra di Paratici, qualora rompesse con la Juventus, già si aggira attorno al direttore sportivo ma la realtà è che ad oggi nulla è stato deciso da Friedkin e che il futuro del leccese sarà deciso dai risultati: il quarto posto sarà decisivo anche per lui. Per ora ci tiene a dire che la riunione avuta con i rappresentanti del futuro proprietario è servita a spiegare «i programmi e gli investimenti da fare: i nuovi acquirenti volevano sapere le possibili spese della Roma». Poi spiega che «un eventuale cambio di proprietà crea scompensi e problematiche: non sei padrone e libero di fare come vuoi. Ma ai giocatori ho detto: "Non dovete pensare che arriva Paperon de Paperoni e compra chissà chi, ma solo fare calcio"».

Smentiti attriti con Fonseca e Dzeko, Petrachi ne ha anche per Sabatini che l'ha accusato di avergli soffiato Ibanez pagando laute commissioni agli agenti: «Il ragazzo ha fatto una scelta non per una questione economica». Intanto dopodomani a Bergamo c'è uno spareggio per la Champions: «Fino a venti giorni fa si decantava una Roma importante. Dobbiamo mettere più cattiveria come ho detto ai ragazzi entrando nello spogliatoio a Reggio Emilia dopo il primo tempo penoso giocato col Sassuolo. Con l'Atalanta abbiamo una finale, siamo a tre punti e sono convinto che ne usciremo anche più forti». In 90 minuti, in fondo, si gioca tanto anche del suo futuro.