Perez: "Questa situazione deve farci valutare le cose di routine a cui normalmente non diamo importanza"
Carles Perez, attaccante della Roma, ha rilasciato un'intervista al quotidiano spagnolo mundodeportivo.com . Queste le sue parole:
Cosa ti manca di più in questa quarantena?
“Mi manca il mio amore e le risate con gli amici. Le apprezzo molto di più. Questa situazione deve farci valutare le cose di routine a cui normalmente non diamo importanza. Come un bacio, un abbraccio o comunicare faccia a faccia con altre persone”.
Come stai affrontando questo periodo?
“È un po' difficile perché sei lontano da casa e non hai la tua famiglia al tuo fianco, ma ho la grande fortuna di avere un giardino e una piscina, che sono molto buoni per l'allenamento e altre cose che mi distraggono. Ne approfitto per fare molta palestra”.
Com’è la tua giornata tipo?
“Mi alzo, faccio colazione e inizio ad allenarmi. Faccio il tipico lavoro da calciatore: sprint e alcuni esercizi di nuoto, ciclismo, flessioni, sit-up e prevenzione degli infortuni. Tutto per rimanere in forma perché alla fine siamo fermi da due settimane. Devo mantenere il fisico per quando torneremo per essere al meglio”.
Com'e vivere da solo in quarantena?
“Mi piace stare da solo, avere il mio spazio e la mia tranquillità. Ma è vero che ora sono rinchiuso in casa da più di una settimana, 24 ore al giorno senza vedere quasi nessuno. Se fossi con i miei genitori e mio fratello, sarebbe più piacevole. Nemmeno gli amici possono venire... Ma lo prendo bene, stando positivo e approfittando per lavorare fisicamente su aspetti che non posso fare quotidianamente, durante la stagione”.
La società vi ha detto qualcosa?
"Ci chiedono tranquillità, pazienza e, soprattutto, che non usciamo. Ci stanno aiutando e facilitando in ciò di cui abbiamo bisogno, anche con materiale di formazione. Il club è in contatto con le autorità e ci sta informando mentre si svolgono gli eventi. Quindi non so quanti altri giorni dovrò rimanere a casa rinchiuso”.
Cosa vuoi dire ai sostenitori?
Chiedo alla gente di seguire le raccomandazioni delle autorità e di rimanere a casa. Più casi si svolgono, più velocemente accadrà tutto e possiamo tornare alla nostra vita come sempre, che è ciò che tutti desideriamo. Dobbiamo prendere il lato positivo e approfittare di questi momenti per stare con la famiglia, riposare, fermarsi, riflettere e valorizzare ciò che abbiamo”.
Bandiera bianca
LA STAMPA - Per la prima volta, dall'inizio dell'emergenza, anche la litigiosa assemblea dei club di Serie A appare smarrita. Fino a ieri c'era speranza nel far ripartire lo sport, ma qualcosa è cambiato, finire il campionato è un'ipotesi sempre più remota: "Meglio essere prudenti, rinviamo i discorsi sulle date e quindi sulla ripresa degli allenamenti", ha detto il presidente Paolo Del Pino. Da lunedì alcuni club come Lazio, Napoli e Cagliari potrebbero chiedere ai giocatori di tornare al lavoro, ma difficilmente succederà perchè dal Governo potrebbero arrivare provvedimenti ancor più stringenti. Anche dai club aleggia sfiducia, non tutti hanno gradito il comportamento della Juve che ha lasciato partire Higuain, Pjanic e Khedira che erano in qurantena. Da ieri, quindi, è più difficile immaginare una ventisettesima giornata di Serie A, e a tener banco ora è anche la questione stipendi: è stato ipotizzato di congelare gli stipendi di marzo dei calciatori, anche se non tutti i club sono d'accordo
Veretout: "La situazione è molto grave. Mi manca il calcio, la mia passione"
Jordan Veretout, centrocampista della Roma, ha rilasciato un'intervista a L'Equipe in cui ha parlato dell'emergenza Coronavirus in Italia e di se:
Come vivi questa situazione?
“Quando mia figlia mi ha chiesto se poteva uscire in giardino o se ci fosse la bestia, le ho risposto che c’è una piccola bestia nell’aria, ma poteva uscire a giocare in casa. Roma, ora, è una città morta. Di solito è una città sempre affollata, occupata. Le grandi piazze, il Vaticano, solitamente sono sempre piene. Nel mio quartiere c’è sempre rumore di fondo. Lì, quando esco in giardino con le mie figlie, c’è una sensazione di vuoto, di niente, è un po’ spaventoso. Ma viviamo così ora. La situazione è molto grave. Senza la mobilitazione di tutti non ne usciremo”.
Sulle giornate a casa.
“Con le mie figlie realizziamo disegni, giochi da tavolo, abbiamo organizzato una caccia al tesoro. Balliamo e giochiamo a nascondino. Quando i giochi saranno finiti, le mie figlie mi taglieranno i capelli. In questo momento, anche loro sono in quarantena. Spieghiamo alla più grande perché dovremmo rimanere in casa, provando a non spaventarla troppo”.
Ha pensato di tornare in Francia?
"No perché abbiamo continuato ad allenarci per diversi giorni. Per me e la mia famiglia era un grosso rischio".
Come ha reagito la Roma all’arrivo dell’epidemia?
"Abbiamo continuato ad allenarci fino alla vigilia del match con il Siviglia. Al centro di allenamento l’attenzione era molto alta, c’era un ambiente particolare. Tutti i dipendenti avevano guanti e mascherine. Niente più pasti di gruppo ma individuali, non ci potevamo salutare".
Come segue l’evolversi della situazione?
“È complicato vedere le immagini degli ospedali o legate al virus, preferisco vedere quelle dei balconi dove si canta. Non sono sorpreso, gli italiani mostrano sempre solidarietà ed è molto bello”.
Sul calcio.
“Il calcio è la mia passione, quindi mi manca. Quelle abitudini, con allenamento e partite, sono la mia vita. Abbiamo un programma di allenamento basato su corse e altre cose ma che non sostituisce una sessione collettiva e il piacere del gioco. E il calcio riguarda le emozioni da condividere con il pubblico. Mi manca”.
Pau Lopez: "La situazione è complicata, ma sono misure prese per il bene di tutti"
Pau Lopez, portiere della Roma, ha parlato ai microfoni di Canal Sur dell'emergenza Coronavirus e di come la sta vivendo:
La quarantena?
“È una situazione complicata che ci prende tutti impreparati. La stiamo vivendo con tristezza. Roma non è una zona caotica come il nord Italia, ma la situazione è difficile in tutto il paese. Viviamo giorno dopo giorno seguendo le notizie. Il club ha preso delle misure affinché la gente passi più tempo possibile a casa. Ovviamente ne perde il calcio e ne perdono i tifosi, ma sono misure che sono state prese per il bene di tutti”.
Il Siviglia?
“Nessuno ha dubbi sul fatto che sia una grande squadra. Ha una rosa fortissima, un allenatore molto bravo. E’ una rivale pericolosa”.
Malcom: "Ero felice di andare alla Roma, ma poi il presidente non mi ha lasciato andare. L'offerta del Barcellona era più alta"
Malcom, attaccante del Barcellona, ha rilasciato una lunga intervista a FootMercato in cui ha parlato del suo quasi trasferimento alla Roma svelandone i retroscena:
"Non sapevo niente riguardo alla trattativa tra le società. Ero felice di andare all'AS Roma, ma poi il presidente Stéphane Martin non mi ha lasciato andare perché il Barcellona aveva fatto un'offerta più alta al Bordeaux. I blaugrana sono passati prima di tutto dal club. Era il mio sogno, lo sapevano. D'accordo col presidente ho quindi scelto di vestire la maglia del Barça".
Uefa, estesa di un mese la deadline per dimostrare di non avere debiti scaduti
La Uefa ha deciso di adottare delle nuove misure per alleggerire il Fair Play Finaziario dei club dutante questo periodo di sosta forzata dovuta al Coronavirus.
La disposizioni principale, come riferisce The Athletic, è la deadline per dimostrare di non avere debiti scaduti che è stata estesa dal 30 marzo al 31 aprile. Ogni caso, per il principio di forza maggiore già previsto dal FPF, verrà valutato a se.
Serie A, si valuta una soluzione estrema per la ripresa del campionato
Il calcio è ancora fermo e lo sarà, purtroppo, per molto altro tempo. Alcuni presidenti dei club di Serie A non sembrano fiduciosi su una possibile ripresa già a maggio, e studiano delle contromisure anche estreme.
Una di queste, come riferisce repubblica.it, prevede di riprendere il campionato a giungo e proseguire fino alla fine di luglio; giocando la sera e sempre a porte chiuse.
Sull'argomento, prima che Lega Serie A e FIGC si esprimano, verrà tenuta una nuova assemblea informale in videoconferenza e prevista per martedì.
Pastore: "Serviranno 20-30 giorni di preparazione prima di tornare a giocare"
Javier Pastore ha rilasciato un'intervista a Radio Impacto. Queste le sue parole:
La situazione?
"Vediamo se riprenderemo da questa stagione o dalla prossima. Credo sia difficile riprendere da questa, con il livello che c’è servono almeno 20-30 giorni per prepararsi prima di ripartire. Tutte le società andranno in perdita, ma cercheranno di iniziare direttamente il prossimo campionato in modo tempestivo. Ricominciare da dove si è lasciato secondo me è impossibile. Significherebbe finire il campionato più tardi e poi spostare il prossimo campionato. Ma ci sono l’Olimpiade, l’Europeo, La Copa America. È vero che ci sarà una grande perdita, molte persone hanno già pagato per vedere le partite che non si stanno giocando, ma non penso sia possibile ricominciare. Almeno questo è quello che credo io. Ogni giocatore ha le sue esigenze e il club ha fornito a ognuno gli attrezzi necessari per gli allenamenti a casa. Al mattino ci svegliamo, ci pesiamo e inviamo allo staff tutte le informazioni necessarie, il peso, il tempo di allenamento, gli esercizi fatti. Non possiamo allenarci insieme però almeno facciamo a casa il necessario per non perdere il tono muscolare così da farci trovare pronti quando ricominceremo. A volte facciamo doppi allenamenti, seguendo il lavoro con cui normalmente ci alleniamo. Non abbiamo contatti con nessuno. Siamo calmi perché i controlli sono esaustivi. Il caos si verificherà anche in Argentina perché le persone si affollano per comprare le cose. Anche le aziende ne approfittano della situazione, ma qui in Italia non succede. Ci sono migliaia di informazioni false. Il virus non è solo grave per gli anziani. L’importante è rimanere per quindici giorni all’interno della propria casa. Abbiamo a che fare con questo virus da un mese e il problema non ha avuto tanta importanza. Dopo due settimane si è trasformato in un caos. Funzionano solo supermercati e farmacie. Ci sono molti controlli nelle strade. Il paese è tranquillo“.
La Nazionale?
"Ho un ottimo rapporto con tutti: Di Maria, Messi, Otamendi, Biglia e molti altri. La convivenza in Nazionale era sempre molto bella. Tata Martino si è fidato molto di me e mi ha permesso di giocare. C’è molta competizione, purtroppo non ha potuto sostituire Di Maria o Messi. Prendo i migliori ricordi della Nazionale. Mi pento di alcune cose, per esempio come ho raggiunto fisicamente alcune partite".
Un possibile ritorno in Argentina?
"Se torno in Argentina lo faccio solo per giocare nel Talleres. La mia famiglia viene da qui e qui ci sentiamo più a nostro agio, nessuno mi può togliere questa idea. Non posso non realizzare il mio sogno. Ho due anni e mezzo di contratto a Roma. Non penso di tornare ora, ma se lo faccio voglio che sia in una buona forma fisica. Non voglio mettere prima il nome del giocatore".
Zappacosta: "Sto recuperando dall'infortunio lavorando a casa"
Davide Zappacosta, difensore della Roma, ha parlato in diretta dal suo profilo Instagram. Queste le sue dichiarazioni:
La situazione?
"Sono chiuso a casa da solo perché la mia ragazza e i miei genitori sono ad un’ora da qui e quindi non sono tornato. Il pomeriggio mi alleno e sperimento nuove cose in cucina, poi la sera gioco alla playstation".
L'infortunio?
"Ero appena arrivato a Roma e ho avuto questo infortunio che mi ha tenuto fuori per un bel po’. Stavo rientrando ma poi è scoppiato questo caos. Avevo ripreso la palla, scatti e stavo facendo tutto sul campo. Ero vicino al rientro. Ci è stato vietato di fare tutto perché il rischio è troppo alto. Io faccio il possibile a casa, mi sono allestito una piccola palestra sono per cercare di restare in forma. Ma la cosa principale adesso è la salute".
Il prestito?
Il prestito era annuale, ma c’era una sorta di clausola del Chelsea che diceva che qualora si fosse fatto male gravemente uno dei terzini sarei dovuto tornare. Cosa abbastanza improbabile, no?"
Il difensore più forte di sempre?
"Per il ruolo che faccio mi sono piaciuti sempre tantissimo sia Zambrotta che Cafu"
Il compagno più forte con cui hai giocato? E quello contro cui ha giocato?
"Direi Hazard, è quello che mi ha impressionato di più. Contro direi Messi che è stato qualcosa di assurdo. Lo vedevi in mezzo al campo come se stesse giocando al campetto di casa. Lo vedevi camminare e pensavi che magari non avesse voglia e poi ne scartava tre o quattro. È spaziale"
Differenze tra Premier e Serie A?
"Come calciatore ti dico che i ritmi sono veramente elevati. Quindi fisicamente devi stare bene perché rispetto all’Italia c’è tanta più aggressività. A fine partita arrivi distrutto. Poi anche quando vai a giocare fuori casa con l’ultima in classifica rischi tantissimo perché lo stadio si fa sentire e ti ritrovi in situazioni che non ti aspetteresti. A volte fai più fatica con l’ultima che con il Liverpool o squadre del genere"
Tommasi: «Tornare in campo ora è solo utopia»
IL MESSAGGERO - Damiano Tommasi, presidente dell'Associazione Italiana Calciatori, ha rilasciato un'intervista al quotidiano per parlare dell'emergenza sanitaria che l'Italia sta vivendo e dell'eventuale ripresa del campionato. Queste alcune delle sue parole:
«Non ci siamo resi conto di ciò che sta avvenendo».
Eppure il calcio programma date, ipotizza calendari.
«Ti riporta a una dimensione ottimistica, ci vuole realismo».
Questa una sua caratteristica.
«Le racconto questo, molti non lo sanno. Tra le varie attività che svolgo, c’è anche quella di dirigente scolastico. Ebbene, qui a Verona si valuta di portare a termine l’anno solo attraverso una didattica domestica. Questo cosa significa: se un paese chiude le scuole fino a giugno, non possiamo pensare che possano andare avanti altre attività, come lo sport. Un lusso, appunto». Come lo è stato giocare anche quel 7/8marzo. «Un errore. Io ho cercato di farlo capire subito, quando ho chiesto lo stop alla Figc e mi è stato detto di no. Il giorno dopo ci abbiamo provato dalla mattina. La prossima volta il Governo non farà scegliere chi non sa scegliere, quindi se si torna in campo si farà inmassima sicurezza». Che intende? «Se si potrà viaggiare da una regione all’altra, se non ci saranno rischi».
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Si dice: il campionato sforerà a luglio. Come è possibile?
«Ecco, quello sarebbe un bel casino. C’è un’infinità di calciatori che, rispettando le regole, si trovano ad aver firmato per altri club, con decorrenza il primo luglio; ci sono i prestiti, gli svincolati. Il 30 giugno ci sono i bilanci da presentare ed è un problema per i club. Dovrà essere studiato uno scivolo, verrà fatta una moratoria, allungando gli accordi. E non bisogna esagerare con lo slittamento: l’inizio della prossima stagione non potrà assere spostato troppo in là, visto che, almeno quello si spera di farlo, ci sarà l’Europeo».
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L’ipotesi di annullare il campionato esiste?
«Certo. Ripeto: si chiudono le scuole, si può chiudere un campionato o più di uno. Sarebbe un bel problema, ma purtroppo queste cose non le scegliamo noi, ma il coronavirus. Che ormai ci ha caricati tutti sulla stessa barca, nella stessa incertezza e con la stessa fragilità».
C’è stata divisione sull'interruzione delle partite, prima ancora sulle porte chiuse, ora si parla degli allenamenti, siamo al sì e al no, alle vie di mezzo. Molti presidenti pensano solo agli interessi economici?
«Sono come i musicisti del Titanic, che continuano a suonare mentre la nave affonda. Se non si capisce che la situazione è seria...».
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Tornando alle date: che idea si è fatto?
«Temo verranno disattese. Nel nord il fenomeno è in continua crescita, così come nel resto d’Europa. Era giusto dare un orizzonte temporaneo, quasi come forma di ottimismo. Ci sta. Ma c’è molto da fare ancora. All’inizio sembrava che il fenomeno riguardasse solo la zona della bassa Lombardia, poi si è trasferito a Brescia e Bergamo, è imprevedibile, non sappiamo cosa succederà nel Sud. La logica ci dice che dobbiamo comportarci bene, con rigore. Non si tratta di essere catastrofisti o ottimisti, cerco solo di essere realista. Ricominceremo, ma in sicurezza. E laddove servirà, rispetteremo misure più severe»
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Tutta questa storia, alla fine, porterà a un nuovo governo del calcio? Si ripartirà da nuovi e migliori, presupposti?
«Sono molto pessimista. Del resto comandano più o meno gli stessi che c’erano prima del mondiale in Russia. La Lega è cambiata poco, in Figc manca solo Tavecchio.Ma non è questo il momento di lasciarsi andare alle polemiche, adesso conta stare uniti. Poi ne riparleremo»
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Roma, i paradossi di un’emergenza
IL MESSAGGERO - CARINA - Fonseca non ha avuto l’intera rosa a disposione nemmeno ad inizio campionato. Ce la potrà fare se, come sembra, il campionato riprenderà a metà maggio. Zaniolo dovrebbe essere disponibile per fine torneo e ci saranno i recuperi di Zappacosta, Diawara, Pellegrini, Pastore, Under e Perotti. Il rientro più importante riguarda il numero 7, discorso simile per il guineano che sarebbe stato convocato per la partita contro il Siviglia del 12 marzo. Quando la quarantena sarà ultimata anche Zappacosta avrà il tempo necessario per completare l’ultimo step. Per quanto riguarda la società lo stallo tra Friedkin e Pallotta è confermato dal fatto che fronte Roma, sono almeno una decina di giorni che le comunicazioni col magnate sono in stand-by.
Kolarov: "Come si fa a ripartire?"
IL TEMPO - AUSTINI - Quarantena As Roma, day 9. L'ultimo allenamento dei giallorossi risale alla surreale vigilia di una partita che non si è mai giocata: l’11 marzo la squadra è scesa in campo a Trigoria senza sapere se poi sarebbe partita per Sivglia. La gara non si è fatta e da allora la Roma, come il resto del calcio, è si è fermato. Ed è rimasta a casa, Fonseca compreso. Il club ha consegnato via chat ai giocatori una guida da seguire, una sorta di memorandum sulla vita quotidiana (non invitare nessuno, evitare assembramenti, lavarsi spesso le mani etc.), indicazioni sull’alimentazione (meno calorie giornaliere, divieto di cibo spazzatura) e sugli allenamenti, con tanto di alimenti, cyclette e tappetini professionali recapitati nelle case dei calciatori. Per gli infortunati ci sono inoltre le sedute di recupero da seguire in video-collegamento con i fisioterapisti. Una data perla ripresa degli allenamenti non c'è, nonostante nessun caso di contagio da coronavirus sia segnalato a Trigoria. A raccontare questi giorni particolari ci ha pensato Kolarov, lanciando un allarme: come si farà a riprendere a giocare? «Non so come si possa ricominciare a maggio e finire entro il 30 giugno - spiega il difensore - lo spero, ma non sono ottimista. Considerando l'Europa League, dovremmo giocare 17 o 18 partite in due mesi. Fisicamente lo sopporteremo in qualche modo, ma vista la situazione in Italia non so come possa succedere. Grazie a Dio nessuno della Roma ha il virus ma, se iniziassimo ad allenarci, probabilmente accadrebbe. Ho degli allenamenti privati che faccio e posso correre nel giardino, altri vivono in appartamenti e non possono: è molto difficile mantenere la forma richiesta per il calcio». Uno spunto in più per chi in questi giorni abbozza calendari basati sul nulla: ad oggi, è tutto inutile. E sul come e quando ricominciare, è il caso di ragionare bene.