Zaniolo, da Milano alla Capitale la strada (giusta) del successo

IL MESSAGGERO - CARINA - No, non può essere una partita come le altre. C'è qualcosa in più, soprattutto in ottica nerazzurra quando si parla di Zaniolo che somiglia molto a un'occasione perduta. Sia a livello d'immagine per il colosso Suning che in campo per Conte, suo grande estimatore. Ma è un rimpianto, quasi a senso unico. Perché chi conosce bene Nicolò, assicura come il ragazzo stia vivendo l'avvicinamento alla gara di domani con grande serenità. Non è mosso da chissà quali rivincite. I numeri del resto, parlano per lui: a 20 anni e 126 giorni (al 2 novembre, giorno dell'ultima rete al Napoli) ha già segnato 11 gol in giallorosso. Meglio di lui soltanto Totti e Amadei, non gli ultimi arrivati. Cresciuto con il mito di Kakà, Zaniolo sta trovando spazio, conferme e consensi come esterno destro nel 4-2-3-1. Ruolo che inizialmente non digeriva, perché si vedeva trequartista. Gli sono bastate poche gare, però, per rendersi conto che Di Francesco non sbagliava. Anche con Fonseca, dopo il derby, è stato spostato in questa posizione più defilata ma comunque centrale nel gioco del portoghese. Nicolò può così sfruttare la sua fisicità: dirompente, imprendibile, quando riesce a prendere velocità.

UN CAPELLO POLEMICO - E letale, in questa stagione, anche nel gioco aereo: il gol di testa (al Moenchengladbach) arricchisce un bagaglio tecnico che già può vantare un tiro dalla distanza non indifferente. Per informazioni chiedere a Meret ma anche a Strakosha, salvato nell'ultima stracittadina soltanto da due clamorosi pali. Una crescita costante che ha fatto cambiare idea anche a Capello. Da che Esposito «non doveva prendere la stessa strada» di Zaniolo, ora per l'ex tecnico di Roma, Milan, Real Madrid e Juventus s'è trasformato «nel miglior talento italiano». Domani Nicolò torna a San Siro. Lo scorso anno Ranieri gli preferì Under. Subentrato nella ripresa, non giocò una grande partita. Era un periodo complicato: dopo la doppietta al Porto era arrivato l'esonero di Eusebio al quale s'era sommato lo scarso feeling con il tecnico di San Saba. Anche l'estate caratterizzata dai rumors di mercato non lo aveva aiutato. È bastato saper attendere. Merito di Fonseca, bravo a non caricarlo di pressioni all'inizio, affidandosi poi alle sue qualità quando ha capito che il ragazzo era pronto. Anche per lasciare il segno domani.


Fienga difende Petrachi davanti alla Procura

IL MESSAGGERO - L’amministratore della Roma Guido Fienga ieri è stato ascoltato dalla Procura federale per il caso legato al direttore sportivo Gianluca Petrachi e la sua presunta collaborazione con il club di Pallotta mentre vestiva ancora i panni del dirigente del Torino. L’ad giallorosso ha portato avanti la tesi difensiva della Roma definendo una scivolone linguistico e un modo per accreditarsi davanti a una nuova realtà calcistica, la frase di Petrachi relativa a Dzeko: «Quando a maggio ho incontrato l’Inter per l’attaccante ho fatto il mio prezzo». Assieme a Fienga c’era anche Pantaleo Longo (ex segretario generale del Torino, ora alla Roma) e l’avvocato Antonio Conte.

ARCHIVIAZIONE LUNGA - I tempi per passare all’archiviazione erano scaduti lo scorso 29 novembre e la procura federale presieduta da Giuseppe Pecoraro, ha scelto di procedere con un supplemento di indagini che possono durare 30, 60 o 90 giorni. Un periodo che sarà segmentato in base alla disponibilità di chi dovrà essere
ascoltato. E tra le persone che potranno essere convocate per un’audizione c’è anche il dirigente dell’Inter Giuseppe Marotta, il pre- sidente del Torino Urbano Cairo e alcuni procuratori come quello di Dzeko ma anche di Greco e Bucri ceduti a titolo gratuito ai granata. I tempi per una risoluzione della questione, dunque, appaiono ancora lunghi. La decisione della Corte di Giustizia potrebbe arrivare anche al termine del mercato invernale lasciando libero il ds di poter operare serenamente.


Dzeko e Zaniolo stelle della nuova Roma. E l'Inter in un anno li ha persi entrambi

LEGGO - BALZANI - Quattro milioni e mezzo. Oggi, forse, non basterebbero nemmeno a pagare la commissione ai suoi procuratori. La Roma domani sera sfoggerà a San Siro l'ultimo regalo dell'Inter: Nicolò Zaniolo. Uno dei talenti più luminosi del panorama internazionale, infatti, appena 16 mesi fa era ancora un giocatore nerazzuro. O meglio della Primavera nerazzura visto che Spalletti decise di non impiegarlo mai in prima squadra. Ironia della sorte i protagonisti della sera di San Siro saranno proprio i due bocciati Lautaro e Zaniolo. Ancora peggio faranno i dirigenti che in estate lo metteranno nel pacchetto per acquistare Nainggolan poi svenduto pure lui al Cagliari. Oggi Zaniolo vale almeno venti volte di più, giocherà l'Europeo da protagonista e in meno di un anno e mezzo ha messo a segno 13 gol tra i professionisti compresa la doppietta all'esordio in azzurro. E a Conte avrebbe fatto comodo nella corsa allo scudetto alla Juve che passa proprio per la sfida all'ex gioiello. Così come avrebbe fatto comodo Dzeko, pure lui snobbato da Marotta nonostante l'apertura della Roma. Come ha confidato (maldestramente) Petrachi, infatti, l'Inter poteva prendere il bosniaco a luglio presentando un'offerta di soli 18 milioni. Il club nerazzuro la riteneva una spesa eccessiva per un 33 enne anche se Conte la pensava in modo decisamente diverso. Un atteggiamento che a Dzeko non è piaciuto. Qualche settimana dopo è arrivato il rinnovo con la Roma e la rinascita di Edin che (febbre permettendo) cercherà il suo primo gol a San Siro contro l'Inter. Zaniolo e Dzeko, quindi, proveranno a prendersi una bella rivincita e piegare il club dove avrebbero potuto giocare insieme.. Ma la storia è ricca di regali interisti alla Roma e di sòle (per dirla alla romana) rifilate, invece, dai giallorossi. Da Milano alla capitale sono passati per pochi milioni giocatori del calibro di Peirò, Prohaska, Delvecchio, Pizarro, Burdisso e Cristiano Zanetti (in prestito). Tre di loro hanno vinto uno scudetto, gli altri due lo hanno sfiorato.


Branca: «Attenta Roma: Conte non sbaglia i big match»

LEGGO - BALZANI - Sono tanti i giocatori che hanno preso la strada da Roma a Milano e viceversa. Il caso più emblematico è quello di Marco Branca rimasto nella capitale appena sei mesi prima di entrare nello scambio (vincente) con Delvecchio nel 1995. L'ex attaccante segnerà 25 gol in 69 partite in maglia nerazzura e a fine carriera ricoprirà per anni il ruolo di responsabile dell'area tecnica.
«Il cuore dice più Inter, ma sarà un gran match tra due allenatori molto preparati. Può uscire qualsiasi risultato anche se Conte difficilmente fallisce partite del genere», le parole di Branca in vista di Inter-Roma di domani sera a Trs. «Non sono sorpreso dal primo posto dall'Inter. E' nelle caratteristiche di Conte tirare fuori il massimo dai giocatori e dall'ambiente. Auguro che possano mantenere questo ritmo fino alla fine del campionato anche per rompere il monopolio Juve. Mi aspettavo pure il Napoli nella corsa, ma poi è successo quello che sappiamo. Loro come l'Inter post triplete? Sì, ma noi avevamo vinto 15 titoli. Per quanto riguarda la Roma c'è un feeling molto alto dell'allenatore e i risultati si vedono. E' già a metà dell'opera. Fonseca ha idee chiare ed è molto diretto. Cerca di fare un gioco coraggioso come dicono i giocatori della Roma». Sulla leggerezza nel cedere Zaniolo da parte dell'Inter: «Un bravo ds deve avere la capacità di intravedere quello che non si vede con continuità, è una caratteristica e capacità che deve avere nella costruzione della squadra». Ergo: è stato un grave errore. Infine su Ibra e Mourinho: «Zlatan è un cavallo pazzo, attenzione a darlo per certo a Milan o Bologna. Josè ha fatto bene a scegliere il Tottenham».


Ma ora Edin tiene in ansia Fonseca

LEGGO - La grande febbre del venerdì sera preoccupa la Roma e Fonseca. Stiamo parlando dell’influenza di Dzeko che nemme- no ieri si è allena- to a causa dello sta- to febbrile che lo ha colpito da un paio di giorni e che ne mette in dubbio la presenza domani contro l’In- ter. Trapela co- munque ottimi- smo da Trigoria. Già oggi il bosnia- co dovrebbe torna- re in gruppo per la rifinitura. In caso di assenza è proba- bile lo spostamen- to di Zaniolo al centro dell’attacco con Perotti e Mkhi- taryan sulle fasce. In difesa dovrebbe tornare Spinazzola mentre al centro sarà confermata la coppia Smal- ling-Mancini. Infi- ne una nota sul fu- turo societario: Friedkin e Pallotta tratteranno a bre- ve negli Usa di per- sona. Il passaggio della maggioranza delle quote del club potrebbe avve- nire già a gennaio a prescindere dalla questione stadio. A proposito: l’im- prenditore immo- biliare ceco Vitek è pronto a rilevare il debito di Eurnova con Unicredit.


Zaniolo vuole punire l'Inter

IL TEMPO - BIAFORA - Continuare a mettere il dito in una piaga formatasi il 26 giugno del 2018. Domani sera Nicolò Zaniolo tornerà ad essere il padrone della fascia destra dell’attacco della Roma e lo farà contro la squadra che lo ha trattato come una semplice pedina di scambio per arrivare a Nainggolan, un calciatore scaricato al Cagliari dopo appena una stagione. Un anno e mezzo fa il classe 1999 si è trasferito alla Roma - in compagnia di Santon, in lizza con Spinazzola e Florenzi per un posto da terzino - per un valore di 4,5 milioni, a cui aggiungere il 15% del prezzo di una futura rivendita da versare nelle casse dell'Inter. Il talento di Massa nel suo primo anno e mezzo in giallorosso ha dimostrato di essere uno dei migliori prospetti sul panorama mondiale: ha già collezionato 54 presenze condite da 11 reti, guadagnandosi anche la fiducia del ct dell’Italia Mancini, che lo ha mandato in campo in 5 occasioni e punta fortemente su di lui per l'Europeo. L'obiettivo di Zaniolo, al 100% della condizione fisica dopo aver saltato la squalifica, è quello di far rimpiangere ancora di più ai dirigenti dell'Inter la cessione, magari siglando il primo gol a San Siro con la Roma. Esattamente un anno fa Zaniolo ha affrontato per la prima volta (all'Olimpico) la squadra del suo passato, sfoderando una prestazione più che buona, guadagnandosi anche un netto rigore non fischiato da Rocchi. Nella gara di ritorno il numero 22 era invece partito dalla panchina, non lasciando molte tracce nel subentrare ad Under. L’auspicio di Fonseca è che ritrovi la sua
vena realizzativa - Zaniolo con la Roma non segna dal match con il Napoli - in modo da rovinare la festa per il primato a Conte e i suoi. Nel frattempo dai campi di Trigoria non è arrivata alcuna buona notizia per Fonseca. Kluivert ha continuato a lavorare a parte (individuale anche per Pastore e Fazio) tra fisioterapia e piscina per smaltire in tempi record il versamento presente sul flessore: al massimo andrà in panchina. Al suo posto si contendono una maglia Perotti e Mkhitaryan. La situazione più delicata riguarda Dzeko, ancora una volta assente per l'influenza. Se martedì c’era un’ampia fiducia sulla presenza del bosniaco dal primo minuto, ieri tra lo staff giallorosso si è iniziato a diffondere un leggero pessimismo. Sarà fondamentale la rifinitura odierna, allenamento in
cui Fonseca, che ha il solo Kalinic come alternativa, dovrà prendere una decisione prima della partenza delle 16 verso la Lombardia. Intanto Veretout, intervistato da Sky Sport, promette battaglia ai nerazzurti: «Abbiamo vinto tre partite di fila e andiamo a Milano per fare una grande prestazione».


Fienga sentito per 90 minuti in Procura

IL TEMPO - BIAFORA - Continuano le indagini sul caso Petrachi. Ieri la Procura Federale ha ascoltato in qualità di testimoni l’ad della Roma Fienga e il segretario generale Longo sulle presunte irregolarità commesse dal dirigente salentino, a rischio deferimento e squalifica per aver iniziato a lavorare con il club di Pallotta quando era ancora sotto contratto con il Torino. La Procura la scorsa settimana ha chiesto la proroga delle indagini e, su richiesta dell'avvocato Conte, difensore della Roma, ha svolto un’audizione ai due teste, dopo quella andata in scena il 21 ottobre con lo stesso Petrachi. Fienga è stato interrogato per un'ora e mezza, mentre Longo, anche lui trasferitosi a Trigoria dal Toro, è stato sentito per mezz'ora: entrambi, rispondendo alle domande lunghe e articolate della Procura, hanno ribadito che la condotta di Petrachi è stata conforme ai regolamenti. Intanto stamattina, sempre a via Campania, sarà ascoltato Calvo, Coo della Roma, in merito ai cori razzisti effettuati dai tifosi giallorossi nei confronti di Vieira della Sampdoria. Il dirigente spiegherà come vengono gestiti i tifosi in trasferta, ricordando che il club, sempre in prima linea
contro il razzismo, già si è messo a disposizione per individuare i responsabili.


Acquirente per Eurnova, stadio più vicino

IL TEMPO - MAGLIARO - Mentre appare sempre più prossimo l’arrivo di Friedkin nella compagine societaria della As Roma, anche per l’altro pilastro dell’affaire Stadio di Tor di Valle, la Eurnova di Luca Parnasi, sembra approssimarsi un cambiamento nella proprietà. Ormai non si tratta più solo delle voci già anticipate da Milano Finanza e Il Sole 24 Ore, ma per il nuovo proprietario di Eurnova siamo alla stretta finale: a rilevarla dovrebbe essere Radovan Vitek, immobiliarista nato a Brno nella Repubblica Ceca, e azionista di maggioranza della CPI Property Group - con un patrimonio, stimato da da Forbes, in 3,4 miliardi di dollari, 617esimo posto nella classifica degli uomini più ricchi del pianeta. In casa giallorossa si vede con favore l'eventuale ingresso di Vitek. Gli accordi iniziali fra la As Roma e Eurnova prevede vano una sorta di «spartizione» dell’investimento: l’area sportiva (Stadio e Nuova Trigoria più le pertinenze) e quella commerciale per la Roma. A Eurnova il Business Park. La successiva crisi di liquidità di Eurnova e i problemi con la giustizia del suo proprietario, Parnasi, avevano spinto la Roma a prepararsi ad acquistare, per circa 110 milioni, l’intero pacchetto cioè tutti i terreni e la globalità del progetto. Se Vitek realmente rilevasse Eurnova quindi sarebbe un bel risparmio per le casse della Roma. Paradossalmente, quindi, mentre proseguono le trattative tecniche sul testo della Convenzione, con la segreta speranza di chiudere l'accordo entro fine anno, sia la Roma che Eurnova potrebbero cambiare assetti societari proprio alla fine di questo lungo percorso. Anche se in Campidoglio, versante politico, i 5 Stelle sperano di continuare a classificare come «caso freddo» il dossier Stadio sperando di non doversene occupare in tempi brevi per non aumentare i problemi della disastrata Amministrazione Raggi ormai al crepuscolo.


In Coppa Italia le giallorosse pescano il Bari

IL TEMPO - ZOTTI - La Coppa Italia dell'As Roma femminile inizia a Bari. Ieri è andato in scena il sorteggio che ha decretato il tabellone per l'edizione 2019/20 della competizione. Le giallorosse, inserite fra le teste di serie, affronteranno la Pink Bari negli ottavi di finale (gara secca) in programma mercoledì 11 dicembre all'Antonacci. Se dovessero passare il turno, ai quarti le ragazze di Bavagnoli  incontreranno la vincente tra San Marino Academy ed Hellas Verona. Nell'eventuale semifinale invece potrebbe esserci un big match con una tra Fiorentina e Milan: la Viola e le rossonere si scontreranno ai quarti se dovessero superare gli ottavi (le toscane se la vedranno con il Ravenna mentre la squadra di Ganz dovrà superare l'Inter nel derby).

Prima di pensare alla gara di coppa però c'è da affrontare la trasferta di domenica a Milano contro l'Inter. Lo sa bene Agnese Bonfantini, cresciuta nel vivaio nerazzurro, che si troverà faccia a faccia con il suo passato: "Sarà una partita speciale per me - le parole dell'attaccante a Roma Tv - ritornare a giocare nel campo di Milano, sono cresciuta lì e sarà davvero una partita importante. Arriviamo da una vittoria e sicuramente vogliamo di nuovo riconquistare i tre punti. Loro sono una squadra molto giovane con giocatrici di grande prospettiva; non sarà facile ma cercheremo di dare il massimo". Le giallorosse, attualmente quarte in classifica, vogliono dare continuità alla vittoria ottenuta con il Tavagnacco, per recuperare terreno sulle posizioni di vertice: "L’obiettivo è l’aggancio - prosegue Bonfantini - siamo a -2 dal Milan e -1 dalla Fiorentina e vogliamo fare il massimo per avvicinarci sempre di più alla vetta".


La forza del centro. La sfida all’Inter in mezzo al campo

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - In una partita che sarà combattuta su ogni centimetro, il punto (forse l'unico) a favore di una Roma che parte sfavorita dai pronostici è sicuramente legato al centrocampo. L'Inter è in piena emergenza, con ben tre assenze pesanti. Sensi, Barella e Gagliardini sono infortunati: defezioni che costringeranno Conte a schierare le seconde linee (Brazovic, Vecino e Borja Valero). Dall'altra parte, i giallorossi possono invece contare sulla coppia Veretout-Diawara che bene sta facendo, mostrando in particolare la potenza del francese, pilastro della squadra. Insieme a Pellegrini, trequartista che dà una mano enorme a metà campo, e che lo stesso Conte avrebbe volentieri portato a Milano la scorsa estate. Il centro campo della Roma dovrà aiutare la difesa ad attutire gli attacchi di Lukaku e Lautaro, due attaccanti micidiali che rischiano di levare il sonno alla retroguardia guidata dalla coppia Mancini-Smalling. «Dobbiamo restare aggressivi per bloccare quei due e sperare di fare risultato contro l'Inter - la motivazione di Veretout - Questa gara arriva in un buon momento. dopo tre vittorie di fila e andiamo lì a giocarcela». Dovrebbe farcela a partire oggi con i compagni, Edin Dzeko, anche ieri bloccato dall'influenza. Il centravanti vuole esserci a tutti i costi, con Zaniolo, che rientrerà dopo la squalifica, pronto ad aiutarlo in attacco.
Ieri intanto il ceo giallorosso, Guido Fienga, è stato ascoltato dalla Corte di giustizia sportiva in merito al presunto lavoro svolto per la Roma dal ds Gianluca Petrachi quando era ancora tesserato con il Torino, il pronunciamento sulla vicenda, con un’eventuale squalifica del dirigente, dovrebbe arrivare nel mese di febbraio 2020.


Panucci: «Equilibrio e compattezza: Conte e Fonseca maestri»

GAZZETTA DELLO SPORT - Christian Panucci, ex difensore di Roma e Inter, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano sportivo in cui ha parlato della sfida di domani in programma tra nerazzurri e giallorossi a San Siro. Queste alcune delle sue parole:

Panucci, i numeri dicono che Inter e Roma hanno seconda e quinta difesa della Serie A: stanno lì i 9 punti di differenza in classifica?
«No, stanno nella partenza in campionato e nella continuità. Anche Conte ha avuto qualche problema di tenuta dietro, diciamo che l’ha assorbito meglio. Ora mi pare che pure Fonseca sia a buon punto».

A parte una breve eccezione - riuscita male - contro l’Atalanta, senza mai discostarsi dalla difesa a quattro.
«Che poi, come sappiamo, è una “tre e mezzo”, perché Kolarov è un terzino molto atipico. Si è detto che la svolta è arrivata quando Fonseca ha bloccato il laterale destro, secondo me in realtà è stato bravo a cambiare altro: i tempi di uscita della squadra quando va in pressing, una certa tendenza a forzare la giocata. La differenza oggi la fa il lavoro dei quattro davanti, il fatto che Veretout non è più solo a fare un certo lavoro».

Però un laterale destro com’era lei, Fonseca non lo ha ancora trovato. Di sicuro non ha trovato un titolare.
«Perché dice che lo sceglie in base al tipo di partita, no? Per me Florenzi resta una garanzia, Santon contro il Verona non ha fatto male e Spinazzola può fare tutto: però deve stare bene».

Fa bene anche giocare vicino a Smalling?
«Io non capisco chi si meraviglia della continuità che ha trovato: signori, giocava nel Manchester United... “Quando ha campo dietro fa fatica”, dicevano tutti. Lui ha detto che sono l’intelligenza e l’esperienza a spiegarti quando è ora di anticipare e quando di scappare dietro. La Roma guarda molto avanti, ma ora è più compatta: sempre in avanti, ma è difficile che lasci giocare una palla facile».

Mancini è un difensore o un centrocampista?
«Un difensore. Ma giocare più avanti gli ha fatto prendere sicurezza, ora si fida più dei suoi piedi. Fonseca è stato intelligente, anche se non ha inventato nulla: è molto più facile per un difensore andare a fare il centrocampista che viceversa».

Più facile giocare avendo alle spalle Handanovic o Pau Lopez?
«Pau non è ancora al livello di Handanovic, però ha fatto vedere di avere personalità e sa giocare con i piedi. Handanovic lo vedo più continuo del solito: adesso gli arrivano massimo due-tre tiri in porta, e lui magari fa due-tre miracoli. Questa è la grandezza di un portiere».


Ancora febbre per Dzeko, il bosniaco è a forte rischio

GAZZETTA DELLO SPORT - Oggi potrebbe esserci il verdetto finale, in un senso o nell’altro. Anche se poi la Roma si terrà aperta ovviamente qualsiasi opzione fino alla fine. Anche ieri, però, Edin Dzeko non si è allenato a causa della febbre. A tratti anche alta. Il centravanti bosniaco è rimasto a casa tutto il giorno, sperando appunto di sfebbrare. Ad oggi, però, le possibilità che possa essere in campo a San Siro sono basse, molto basse. Dipenderà tutto da come si sentirà questa mattina. E da quella maledetta febbre. Se dovesse essere andata via, allora potrebbe anche esserci (nonostante si senta un po’ debilitato). In caso contrario, rischia il forfeit o – al massimo – la presenza in panchina.