Con la Bosnia Zaniolo torna titolare

IL TEMPO - PIERETTI - Un romanista che entra e uno che esce. In vista della sfida di domani sera contro la Bosnia, Zaniolo potrebbe giocare la sua seconda partita da titolare dopo quella disputata lo scorso 15 ottobre contro il Liechtenstein; il giallorosso incalza Tonali per un posto da titolare, ieri - nell'allenamento a porte chiuse - il ct Mancini ha provato il romanista accanto a Barella e Jorginho in alternativa al centrocampista bresciano. Ma il commissario tecnico della Nazionale ieri ha congedato anche il suo omonimo Gianluca Mancini: il difensore si è fermato per un affaticamento, lo staff azzurro - considerando il periodo ravvicinassimo che intercorre tra le due partite contro Bosnia e Armenia - ha preferito rimandarlo a Roma. Il giocatore sarà oggi Trigoria, ma non dovrebbero esserci problemi in vista della prossima partita di campionato contro il Brescia.

Gli altri due ballottaggi nello schieramento iniziale riguardano l'attacco; Belotti contende il posto da titolare a Immobile, Bernardeschi si candida per ricoprire il ruolo di Chiesa: l'unico attaccante certo del posto da titolare - a oggi - è Lorenzo Insigne. Le sfide con Bosnia e Armenia dovranno garantire i punti necessari a includere la formazione azzurra tra le migliori sei squadre che saranno teste di serie nel prossimo sorteggio agli Europei in programma il 30 novembre a Bucarest. Per questo, il commissario tecnico non intende abbassare la guardia nella sfida di domani contro la Bosnia che cercherà di onorare l'impegno davanti ai propri tifosi; Pianjc e compagni hanno già esaurito le speranze di qualificazione, giocheranno per riscattare le opache prestazioni che hanno caratterizzato l'intero percorso del girone; cinque punti di ritardo sulla Finlandia che, domani sfiderà il Liechtenstein: con una vittoria gli scandinavi accederebbero alla fase finale degli Europei.

L'Italia di Mancini - dopo aver eguagliato il record di vittorie consecutive ottenute dal Commissario Unico Vittorio Pozzo - cerca il decimo successo consecutivo per entrare di diritto nella storia statistica della Nazionale Italiana. Questa mattina gli azzurri si trasferiranno in volo charter da Firenze a Sarajevo, poi la Nazionale raggiungerà in pullman Zenica dove domani sera (diretta tv su RaiUno alle 20.45) scenderà in campo con la Bosnia.


«Questa Roma gioca per vincere lo scudetto»

IL TEMPO - ZOTTI - "Giochiamo per vincere lo scudetto". Non usa mezzi termini Allyson Swaby, difensore della Roma femminile. La calciatrice della nazionale giamaicana, intervistata da Roma Tv, ha parlato degli obiettivi stagionali della squadra giallorossa: "Vogliamo vincere il campionato e - le parole della classe '96 - partecipare alla prossima Champions League. Ci troviamo in un’ottima posizione in questo momento della stagione. Il terzo posto deve essere uno stimolo per puntare alla vetta". Nata ad Hartford, in Connecticut, è arrivata nella squadra di Betty Bavagnoli lo scorso anno - a campionato iniziato - dopo aver mosso in Islanda i primi passi nel calcio europeo: "Penso di essere migliorata moltissimo, in particolare dal punto di vista tecnico e tattico. Sto crescendo molto anche mentalmente. Ci concentriamo molto sui fondamentali quindi sono felice di essere cresciuta qui alla Roma". E i numeri lo confermano: dal suo arrivo in Italia ha collezionato 16 presenze (di cui 14 da titolare) e un gol. Nelle giornate di riposo ama girare ed esplorare la Capitale e la sua vera passione sembra essere uno dei piatti tipici della tradizione gastronomica romana: "La cosa che amo di più qui a Roma è il cibo. Mangio spesso la carbonara. Mi piace semplicemente andare in giro per la città. Il tempo qui è fantastico". Allyson si è integrata alla perfezione nel gruppo giallorosso, così come le altre calciatrici straniere arrivate in estate: "Tutte le giocatrici si sono ambientate molto bene e hanno avuto un impatto importante. Siamo molto coese quest’anno. Le ragazze nuove hanno portato un atteggiamento positivo nello spogliatoio".


Ancora infortuni: ora tocca a Mancini. Pellegrini recupera

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Non c’è pace per la Roma, costretta anche durante la sosta a fare i conti con gli infortuni. Questa volta il problema riguarda Gianluca Mancini, alle prese con un generale stato di affaticamento muscolare. Un diffuso malessere che ha costretto il ragazzo a lasciare il ritiro dell’Italia a Coverciano dopo due giorni. A Trigoria sperano di non avere brutte sorprese quando sottoporranno il giocatore agli esami, dopo aver concordato con lo staff medico azzurro il rientro anticipato. Mancini eviterà il doppio impegno contro Bosnia e Armenia, e si sottoporrà a un lavoro specifico per recuperare in fretta. Paulo Fonseca, già alle prese con parecchie assenze, auspica di poter avere alla ripresa il giocatore che ha reinventato a centrocampo nel pieno dell’emergenza infortuni. E adesso sta pensando di “riabbassare” Mancini contro il Brescia, accanto a

Smalling, visto il ritorno di Diawara, pronto a fare coppia con Veretout. In attesa di riavere anche Pellegrini, che utilizzerà questa sosta per spingere l’acceleratore sul suo rientro. Il centrocampista – fuori dal 29 settembre, dalla trasferta di Lecce, per la frattura scomposta del quinto metatarso del piede destro – manca tanto alla manovra offensiva della Roma, lui che, ancora oggi, numeri alla mano, è il secondo giocatore in campionato per passaggi chiave dopo Callejon. Sono ben 3,5 a partita le giocate fondamentali che hanno mandato i compagni in porta, per una media che può fare la differenza al termine della stagione. Chi crede molto in Pellegrini è quel Francesco Totti che si sta reinventando procuratore: l’ex numero 10 fonderà una società con sede a Roma che collaborerà col procuratore sportivo David Manasseh, la cui società ha sede a Londra, con Totti che farà la spola con il Regno Unito.


Benatia: "La Roma mi ha cercato in estate, quando Massara era ancora DS"

Medhi Benatia, ex difensore di Juventus e Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni al quotidiano Tuttosport. Di seguito un estratto delle sue parole:

"Dalla Roma sono stato cercato solo quando c'era ancora Ricky (Massara), poi lui è andato al Milan e i rossoneri mi ha cercato fortemente. Mi volevano, sono stato molto vicino al Milan in estate. Anche Paratici ha parlato con me dopo l'infortunio di Chiellini, era una buona opportunità per tornare, ma il mio club attuale, l’Al Duhail, non ha voluto che io tornassi, ed io ho rispettato la decisione. Sono felice qui».


Florenzi può scatenare un'asta

CORRIERE DELLA SERA - Nelle ultime ore le manifestazioni di interesse nei confronti di Alessandro Florenzi si stanno moltiplicando. (...) Per non perdere la maglia azzurra, però, (...) ha bisogno di giocare con quella continuità che la Roma in questa fase non gli sta garantendo e sta prendendo in considerazione l’ipotesi di un clamoroso cambio di maglia. L’unico ad uscire allo scoperto, finora, è stato il presidente della Sampdoria, Ferrero (...). Un altro grande estimatore del numero 24 è Antonio Conte (...). L’Inter ha nella propria rosa alcune contropartite tecniche, Politano o D’Ambrosio,che potrebbero convincere la Roma. (...) Un altro estimatore di Florenzi è Vincenzo Montella, che lo vorrebbe alla Fiorentina. (...) Chi potrebbe inserirsi in questo discorso è un altro ex allenatore di Florenzi, cioè Rudi Garcia, che lo vorrebbe al Lione. Se il capitano dovesse partire a gennaio, con Zappacosta fuori uso, la Roma dovrebbe cercare un sostituto. Si è parlato molto dell’albanese Hysaj, che attraverso il suo agente ha aperto alla Roma. Il Napoli, però, ha bloccato ogni cessione a gennaio.


Pau Lopez: "A Roma sto bene, Fonseca pretende tantissimo"

Pau Lopez, portiere della Roma ora in ritiro con la Spagna, ha rilasciato una lunga intervista ad AS. Queste le sue dichiarazioni:

Robert Moreno non dice mai che Pau Lopez è il terzo portiere o Kepa il primo, dice che ha a disposizione tre portieri. Tu però non giochi da un anno e non hai ancora debuttato nella fase di qualificazione. Speri di farlo?
"Vengo in Nazionale da quando è arrivato Luis Enrique e sono molto felice di essere qui. Ovviamente tutti aspiriamo a giocare, ma solo undici possono farlo e nel caso dei portieri siamo tre per una posizione. Devo affrontare ogni convocazione come qualcosa di speciale, mi alleno nel modo migliore e il resto arriverà".

È anche vero che nessuno si aspettava di vedere il giorno in cui De Gea ha sostituito Casillas o Kepa De Gea...
"Nel calcio tutto cambia velocemente, dall'oggi al domani. Stiamo parlando di portieri di primo livello. Quello che devi fare è prepararti per l'occasione".

Sospetti che questa opportunità ti possa essere data a Cadice contro Malta o contro la Romania nel Metropolitan?
"Non lo so, ma mi alleno per essere pronto".

Dicono che giochi bene con i piedi, questo è buono per il gioco della Spagna.
"Ho lavorato su questo aspetto, ma cerco di migliorare in ogni cosa e ogni giorno. Al Betis, con Quique Setién, ho fatto grandi progressi in questo senso, ma non è l'unico aspetto del gioco".

Da quando giochi all'estero, arrivare in Nazionale è ancora più emozionante?
"Un po' mi manca giocare dove ho sempre fatto, in Liga. Ma sono molto contento a Roma".

Giocando in Italia però non ti sei liberato di Cristiano Ronaldo...
"Beh, alla fine è bello giocare contro i migliori, come Cristiano Ronaldo".​​​​​​​

Ti dà fastidio che la gente ricordi Pau López per il pestone a Messi?​​​​​​​
"Non è piacevole ed è ormai un argomento superato".

Hai giocato in Liga, in Premier League e in Serie A. Qual è il campionato migliore?
"Tutti hanno qualcosa di buono e diverso dagli altri. La Liga sta crescendo molto negli ultimi anni, ed è bello per il pubblico. In Italia ci sono squadre molto competitive e in Premier il livello è alto. Sono tre dei migliori campionati in Europa".

Dicono che in Italia ci si alleni più duramente, in Inghilterra si giochi più velocemente e in Spagna meglio. È vero?
"Può essere. A Roma ho un allenatore portoghese, Paulo Fonseca, che lavora sodo. Ho imparato molto con Toni Jiménez durante il mio periodo in Inghilterra".

Ti sei abbassato lo stipendio per giocare alla Roma?
"Anche altri giocatori l'hanno fatto e forse non lo sai. L'ho fatto perché volevo andare in Italia, perché ho capito che era la cosa migliore per la mia carriera. Ero molto felice a Betis, la mia famiglia si trovava bene a Siviglia, ma penso che andare a Roma rappresenti un passo in avanti per la mia carriera".​​​​​​​

La Nazionale gioca con due centrali dall'esperienza di Sergio Ramos e Raúl Albiol. Questo dà tranquillità ai portieri?
"Molto, perché sono due grandi giocatori, molto esperti. Sono ad un livello molto alto e sì dà tranquillità a un portiere".

Cosa possiamo aspettarci dalla Spagna all'Euorpeo?
"Non possiamo saperlo, Robert Moreno dice sempre di non guardare i nomi. Sta costruendo la squadra che può fare il miglior Europeo. Vedremo, ma giocheremo per vincere perché la Nazionale ha uno spirito vincente".​​​​​​​

Cosa pensi della regola che impone ai portieri di tenere una riga sulla linea in occasione dei calci di rigore?
"Non mi interessa particolarmente, ciò che mi disturba è che se non la rispetti ti ammoniscono. Questo ti condiziona per il resto della partita".

Cosa pensi del VAR?
"Mi piace il VAR, penso che aiuti. È uno strumento utile, anche se viene riconosciuto solo quando si ha ragione e non quando lo si toglie. Gli arbitri e il VAR devono essere lasciati tranquilli per fare bene il loro lavoro. Il VAR è lì per diminuire gli errori ed è uno strumento che fa bene al calcio".


AS Roma rinnova la partnership con RomaEst

"AS Roma e RomaEst hanno rinnovato la propria collaborazione. L’accordo tra le due società prevede l’organizzazione presso il centro commerciale - con oltre 210 negozi, numerose aree ristorazione e un modernissimo complesso cinematografico multisala e di intrattenimento - di eventi che coinvolgeranno diversi asset del Club, tra i quali la mascotte Romolo e l’utilizzo della qualifica e dell’immagine della squadra nelle comunicazioni promo-pubblicitaria di RomaEst. Una collaborazione iniziata nel 2013 che continua, migliorandosi, anche per l’intera durata della stagione in corso".


Ag. Pau Lopez: "La Roma non è una squadra semplice ma lui sta lavorando bene"

Albert Botines, agente di Pau Lopez, portiere della Roma e della nazionale spagnola, ha rilasciato un'intervista al portale di calciomercato tuttomercatoweb.com. Queste le sue parole:

“Ci aspettavamo un impatto non certo semplice: la Roma è una squadra importante, c’è pressione ma è un’annata importante per lui per la squadra. Ha personalità e ambizione, perfetto per un club di questo spessore. Sta lavorando bene, è contento: alla Roma ci sono diversi infortunati ma stanno superando le avversità. Hanno vinto col Milan, col Napoli, con l’aiuto della gente, e per lui è bellissimo giocare a Roma”.

Con la Spagna lotta per il posto con due portieri di livello top come Kepa e De Gea…
Non ci sono problemi ma è parte di una generazione top. Il ct punta ora su loro tre, c’è una competizione sana per il posto: adesso la lotta sembra tra De Gea e Kepa ma Pau lavora seriamente, con professionalità, cerca di fare tutto per arrivare al Mondiale. Vedremo se sarà in campo in questi giorni ma lavora sempre con profonda serietà.

 


Pastore: "Ho giocato sei partite di seguito ogni tre giorni e questo mi fa capire di stare bene"

Javier Pastore ha risposto alle domande dei tifosi che hanno utilizzato l'hashtag #AskPastore lanciato sui social dalla Roma. Queste le sue parole:

Come stai?
"Mi sento bene, sono felice per questo mio momento personale, sono contento. Sono però dispiaciuto per queste due ultime partite che non ci volevano. Stiamo lavorando bene e al rientro dalla nazionale faremo vedere delle cose molto buone in campo."

In che percentuale di forma ti senti in questo momento?
"Mi sento molto bene, credo di essere all'80-90%. Ho giocato sei partite di seguito ogni tre giorni e questo mi fa capire di stare bene."

Te lo aspettavi di giocare sei partite di seguito?
"Sinceramente no. Era da tanto che non lo facevo e gli infortuni degli altri compagni hanno condizionato questa cosa, ho dovuto giocare io ma mi hanno gestito molto bene durante gli allenamenti e sono felice di esser riuscito a farlo."

Questo miglioramento è frutto di una questione mentale o fisica?
"Sicuramente entrambe. L'arrivo di Fonseca quest'anno è stato molto importante, il suo rapporto che ha con i giocatori e questo mi ha aiutato molto, mi ha fatto spingere e allenare molto meglio. Sicuramente tutte e due le cose sono importanti. Un giocatore non gioca solo con il fisico ma anche con la testa. Sono in un momento bello in cui mi piace giocare e allenarmi."

A che età hai iniziato a giocare a calcio?
"Da quando mi ricordo a quattro anni avevo già la palla tra i piedi, a scuola, all'asilo, stavo sempre a calciarla. Mi raccontano che in tutti i momenti stavo sempre con la palla e mi piaceva fare solo quello. In un club sono entrato all'età di nove anni e mi allenavo tutti i giorni."

Dopo quanti anni hai iniziato a pensare questa cosa la posso fare seriamente?
"Da quando avevo nove anni. Tutti i miei pensieri erano di riuscire a giocare a calcio, arrivare in prima squadra. Ero malato di calcio diciamo, uscivo da scuola e andavo ad allenarmi, poi quando tornavo a casa uscivo di nuovo e giocavo sulla strada con gli amici. Le mie giornate erano cento per cento calcio."

Quanto eri più forte degli amici sotto casa?
"Per fortuna nel mio quartiere tanti giocavamo a calcio e tutti giocavano già in delle squadre. Così con la mia squadra andavamo a giocare contro gli altri quartieri vicini e vincevamo sempre perché eravamo forti."

Quale è stata la sfida più grande nel trasferimento da Parigi a Roma?
"Io avevo paura di lasciare una città come Parigi e non trovare una città in cui stare bene con la mia famiglia, come siamo stati per tanto tempo. Ma dopo due mesi che ero qua sinceramente ci siamo trovati molto bene, siamo felici con la mia famiglia e abbiamo lasciato nel passato l'esperienza in Francia. Qui si vive molto bene."

Quando segni?
"Ho creato tante occasioni, ho tirato tanto in porta. Non sono uno che tira troppo, ma in queste partite l'ho fatto, peccato non aver segnato. L'importante è stato vincere la maggior parte delle partite giocate. Ora mi allenerò di più e spero di arrivare pronto e fare il primo, quando ti sblocchi poi gli altri vengono da soli."

Ripensi mai a un bel tiro in porta parato dal portiere?
"Molte occasioni che ho sbagliato, tipo quella contro il Milan in cui Donnaruma ha parato molto bene, poi mi rimangono in testa. Non vivo per il gol ma mi piacerebbe iniziare a farlo. Quando segni la voglia e l'autostima sale tantissimo e ti aiuta a fare meglio anche nelle partite dopo. Ma va bene arriveranno."

Qual'è il tuo gol preferito?
"Uno dei miei preferiti è quello che ho fatto con il PSG contro il Chelsea. Dove sono entrato a 7 minuti dalla fine e ho driblato tre o quattro giocatori avversari e ho fatto gol."

Per te la soddisfazione di un assiste è paragonabile a quella di un gol?
"Sisi per me assolutamente. A me piace tantissimo fare assist, è come fare gol. Se poi la squadra vince con quell'azione lì sono molto felice poi."

Più bello il gol di tacco contro l'Atalanta o contro il Frosinone?
"Sono stati gol simili però il primo mi è piaciuto di più, e se non sbaglio credo sia il gol fatto contro il Frosinone."

Qual'è il tuo calciatore argentino preferito tra quelli che hanno giocato alla Roma?
"Alla Roma Batistuta. Da piccolo era il mio idolo, giocava sempre, faceva tanti gol, anche con la nazionale. Per la mia generazione lui è stato un simbolo molto importante. Ha fatto tanti gol, di forza, un giocatore molto bello da ricordare."

Sai giocare a golf?
"No sono andato qualche volta con i miei fratelli, ma così per passare la giornata. Per arrivare a una buca impiegavo trenta tiri."

In molti ti chiedono di fare di più, sei d'accordo?
"Penso che se mi hanno seguito nella mia carriera sanno che posso dare sempre di più. Normale che i tifosi chiedano sempre di più. Lo faccio anche io con la mia squadra del cuore in Argentina, immagina quelli che non giocano a calcio e seguono la Roma. Per noi è uno stimolo a continuare ad allenarci, a lavorare e migliorare. Senza questi stimoli saremmo una squadra piatta, e questa squadra vuole arrivare in alto e migliorare sotto tanti aspetti, abbiamo bisogno anche dei tifosi che ci chiedano di più. A Parma il fatto che i tifosi ci abbiano applaudito dopo la partita è un gesto che ci da tanta forza."

Ci rispiegi la rabona contro il Napoli?
"L'ho spiegata. Ho visto che hanno detto che l'ho fatta per denigrare la squadra avversaria, ma ero stanco, era la fine della partita, potevo calciare solo con il sinistro e il difensore stava arrivando da quel lato. Ho pensato che facendo la rabona poteva passare alla sua sinistra e non sarebbe arrivato a prendere la palla, mi sentivo più sicuro a fare il passaggio così. In molte partite ho fatto questo passaggio, delle volte non riesce, ma è un'opzione che valuto di volta in volta."

Che ne pensi di Zaniolo?
"Zaniolo è molto forte, si vede negli allenamenti. L'anno scorso quando è arrivato sembrava un ragazzino della primavera ma si allenava come uno della prima squadra. Fisicamente è molto forte e ha iniziato anche a far gol e questo è importante. Come ragazzo è molto educato, semplice e gentile e penso che possa arrivare molto lontano se continua a lavorare come sta facendo adesso, non deve ascoltare cosa dicono fuori ma pensare a cosa fare qua dentro, può arrivare a essere un fenomeno."

Tu come lo vivi il rapporto con il mondo esterno al campo?
"Ognuno è diverso. Quando hanno iniziato a parlare di me fuori dal campo ero abituato perché già mi accadeva in Argentina da piccolo. La prima partita tutti i giornali parlavano di me, ma per me era già passato tutto, non mi importa cosa dicono i giornali, per me era già tutto passato. Mi piace quando ti fanno sentire l'affetto in giro, per strada, quando ti fermano e ti chiedono una foto, però sino a lì. Dopo se vai oltre rischi di perdere la testa e dimenticare che devi ancora dimostrare tanto e c'è molto da fare."

Hai una playlist di canzoni preferite che ascolti in macchina?
"No io sono uno che ascolta un  po' di tutto, non mi fisso con un genere di musica, ascolto molto Radio Italia, mi piacciono le canzoni italiane."

Ci fai un gol il 12 gennaio per Roma-Juve?
"Speriamo di segnare anche prima, ma poi quando arriviamo a quella partita se segno meglio così."

Qual'è il tuo miglior momento alla Roma?
"Questo mese per me è stato molto bello. Ho giocato tante partite e ho fatto bene, la squadra ha avuto risultati positivi e questa è la cosa importante. Quando uno gioca bene e la squadra vince significa che sta facendo le cose giuste e dobbiamo continuare per quella strada."


Allenamento Roma, Pellegrini e Mkhitaryan tornano in gruppo

La Roma di Paulo Fonseca torna sui campi di Trigoria in vista di Roma-Brescia. L'allenamento è cominciato con un torello, con i giallorossi che hanno poi svolto un lavoro atletico e tattica. Pellegrini e Mkhitaryan sono tornati ad allenarsi col gruppo mentre Perotti, Veretout e Pastore hanno svolto un lavoro individuale personalizzato.


Ag. Hysaj: "Scambio con Florenzi? Hysaj piace alla Roma, ma non so niente dello scambio"

Mario Giuffredi, agente di Elseid Hysaj, è intervenuto ai microfoni dell'emittente radiofonica RADIO PUNTO NUOVO per parlare della situazione del suo assistito. A quanto pare infatti il terzino del Napoli continua ad essere un obiettivo per la Roma in vista del mercato di gennaio. Queste le sue parole:

"Qualsiasi cosa succeda, arriveranno risultati importanti. Se andremo via, faremo quello che dovevamo fare in estate. Se non andremo via, il Napoli manderà il giocatore a parametro 0, ma noi cadiamo sempre in modo positivo. I partenoepi un anno e mezzo fa potevano prendere 50 milioni dal Chelsea."

Scambio con Florenzi?
“Non mi risulta, Hysaj piace alla Roma, ma non so niente dello scambio. La Roma ha bisogna di un terzino, Spinazzola è un giocatore forte, ma spesso ha problemi. Florenzi non è considerato un terzino, ma da quello che vedo non gli sta dando spazio in nessun altro ruolo”.


Sadiq: "Sabatini stravedeva per me"

Umar Sadiq, dopo un grande avvio di stagione col Partizan Belgrano, ha rilasciato una lunga intervista a GAZZETTA.IT, parlando anche della Roma, che detiene ancora il suo cartellino. Queste le sue parole:

(...)

Come ti trovi al Partizan?
Sto benissimo, ho trovato la continuità che mi mancava, serviva un po’ di fiducia.

(...)

Il rapporto con Sabatini?
A Roma Sabatini stravedeva per me. Quando lo incontrai per la prima volta era nervoso, la Roma aveva perso, mi strinse la mano e mi salutò. Stop. Poi il giorno dopo andai da lui e iniziammo a parlare, abbiamo un buon rapporto. Lui e Ricky Massara avevano molta fiducia in me, ogni volta che sbagliavo qualcosa a livello caratteriale Sabatini si arrabbiava e mi sgridava. Gli devo la carriera, queste persone resteranno sempre nel mio cuore.

Cosa ricordi del tuo esordio contro il Bologna?
Ricordo la faccia di De Rossi, incazzatissimo, stavamo perdendo. Mi guarda e fa ‘oh, dobbiamo annientarli! Forza!’. C’erano Pjanic, Salah, Dzeko, Nainggolan, il primo gol è stato magico.

E del primo gol?
Segno, corro e abbraccio Garcia, prima delle partite veniva sempre in camera mia per incoraggiarmi. “Umar, sei forte”, mi diceva, “Se segni tanta roba, se non segni va bene lo stesso”. Tutt’ora ci sentiamo spesso, andai a trovarlo quando allenava il Marsiglia.

(...)

Come descriveresti Totti?
Umile, sincero, scherzava sempre, anche con i più giovani. Una persona vera, difficile trovare gente come lui nel calcio. Sai, magari uno del suo livello, in altre circostanze, non avrebbe perso tempo a parlare coi giovani, invece lo faceva. Un campione vero.

Il derby è più caldo a Roma o a Belgrado?
A Roma se ne parla tutto l’anno, è vero, ma qui il biglietto è già introvabile dopo che esce il calendario. Il tifo è caldissimo, pensa che non riuscivo neanche a sentire i miei compagni in campo quando chiamavano il pallone.

Il futuro?
In pochi mi hanno dato l’opportunità di far vedere ciò che sono. Datemi una chance, come ha fatto Garcia, e vi faccio vedere io cosa posso fare. Giocare a Roma sarebbe un sogno, vediamo. L’importante è continuare a segnare come sto facendo.