Kolarov fino al 2021, ora tocca a Pellegrini
IL MESSAGGERO - Nella giornata di ieri è arrivata l'ufficialità sul prolungamento del contratto fino al 2021 per Aleksandar Kolarov. Il terzino giallorosso ha trovato un accordo con la società sulla base di 2,5 milioni e la promessa di entrare all'interno dello staff dirigenziale una volta terminata la sua avventura da calciatore.
Il numero 11 della Roma ha così commentato il rinnovo e la partita di domenica contro il Torino: «Il rinnovo è un nuovo punto di partenza: posso ancora fare tanto. Il Torino?Non mi piace la scusa che la palla non voleva entrare.Dovevamo fare di più. Ora abbiamo la Juve e tante altre partite in cui dovremo fare del nostro massimo». Adesso il ceo Fienga starebbe lavorando al rinnovo del contratto di Lorenzo Pellegrini, giocatore diventato inamovibile nello scacchiere di Fonseca
Un altro stop per Mkhitaryan
CORRIERE DELLA SERA - Henrikh Mkhitaryan rischia di fermarsi per la seconda volta in stagione. Il numero 77 giallorosso ha infatti riportato un trauma durante la partita di domenica sera contro il Torino. Tra la giornata di oggi e domani l'armeno si sottoporrà a visite mediche che cercheranno di accertare l'entità dell'infortunio.
Arrivano però anche "buone notizie" per mister Fonseca. Nella giornata di ieri infatti è rientrato parzialmente in gruppo Bryan Cristante, che ha lavorato insieme ai compagni parte dell'allenamento. Hanno continuato a svolgere lavoro personalizzato a causa dei loro infortuni Fazio. Kluivert, Santon, Pastore e Zappacosta.
Petrachi traccia l’identikit della punta: giovane, in prestito e da rilanciare. Idea Pellegri
IL MESSAGGERO - La Roma è in cerca di un vice Dzeko e Petrachi sta lavorando sul mercato per accontentare le richieste del mister. I giallorossi avrebbero tracciato l'identikit dell'attaccante "ideale", ma ogni operazione rimarrà nulla se prima non si troverà una nuova sistemazione per Kalinic. Fonseca vorrebbe un giocatore giovane, che non abbia più di 26 anni, che arrivi in prestito e che non avanzi pretese di giocare da subito, aspettando il proprio turno.
Il direttore sportivo giallorosso avrebbe sondato l'ex attaccante del Genoa, ora al Monaco, Pietro Pellegri, che però in questa prima parte di stagione non è praticamente mai sceso in campo a causa dei vari infortuni che lo hanno colpito. Pinamonti non convince del tutto Petrachi che sembra verrà scartato dalla lista. In Premier League viene monitorato Batshuayi, che il Chelsea ha messo alla porta e sul quale sono piombati molti club. Per ora i giallorossi attendono e cercano di capire quale mossa sia la migliore da portare avanti.
Kolarov 2021: romanista a vita
GAZZETTA DELLO SPORT - La notizia è arrivata nella giornata di ieri: Kolarov rinnova il proprio contratto con la Roma fino al 2021. Il prolungamento è stato effettuato su una base di 2.5 milioni, con la possibilità magari in seguito di subentrare nello staff tecnico di Fonseca o in quello dirigenziale. A dare la notizia con grande soddisfazione è stato proprio il Ceo Guido Fienga: «Siamo felici di poter annunciare questo rinnovo, Aleksandar ha sempre garantito un altissimo livello professionale, dentro e fuori il campo. Questo ci consente di poter contare ancora su di lui». Anche il numero 11 giallorosso ha risposto in modo positivo all'annuncio: «Sono felice di restare, è un nuovo punto di partenza. Voglio migliorarmi ancora e contribuire alla crescita del club. Posso fare ancora molto».
Kolarov fino al 2021
IL TEMPO - BIAFORA - Un rinnovo tira l’altro. Uno dei principali obiettivi della gestione di Petrachi alla Roma è stato quello di blindare gran parte dei giocatori presenti in rosa e dopo aver trovato la scorsa estate gli accordi con Dzeko, Zaniolo, Under e Fazio è stato ufficializzato ieri il rinnovo di contratto di Kolarov. Il terzino ha firmato con i giallorossi fino al 2021, allungando di un anno il precedente contratto in scadenza a giugno.
Arriverà quindi a quattro anni totali l’esperienza di Kolarov a Trigoria: Monchi nell'estate del 2017 lo aveva pagato appena 5,56 milioni per quello che è stato uno dei pochissimi acquisti azzeccati (113 presenze e 17 gol) della sua gestione. L'intesa con Kolarov è stata messa a punto venerdì e le carte sono state firmate sabato, ma già da mesi la società e il calciatore avevano iniziato ad intavolare le trattative per prolungare il rapporto: «Da un paio di mesi - ha svelato Kolarov in un'intervista al canale del club - parlavo con la società e sono felice di restare qui. Sono molto contento di poter continuare con la Roma. E’ un nuovo punto di partenza, posso ancora fare tanto, intendo migliorarmi ancora e contribuire alla crescita costante della società. La mia volontà è sempre stata questa anche se il contratto era in scadenza».
Per Kolarov si è parlato anche di una futura carica dirigenziale, ma al momento non è stato ancora messo nulla nero su bianco e si è rimasti alla semplice chiacchierata. E indubbio che i rapporti tra il classe 1985 e la dirigenza giallorossa siano ottimi. «Alex ha sempre garantito un altissimo livello professionale dentro e fuori dal campo» le parole di Fienga e quando arriverà il momento di appendere gli scarpini al chiodo le due parti parleranno concretamente di questa opzione. Nel rispondere alle domande dell'intervista di rito Kolarov ha dimostrato di credere profondamente nelle idee di Fonseca e ha chiesto maggiore appoggio ai tifosi presenti all'Olimpico: «Il mister sta di- mostrando il valore che ha acquisito in Europa. Ho visto tanti allenatori in carriera e Fonseca è uno che può fare molto bene. Io mi auguro di vincere con lui qua. Se posso vorrei chiedere ai tifosi più supporto soprattutto in casa, dobbiamo sentire di più il loro affetto. Fuori casa abbiamo i tifosi più forti in Italia. Credo che in casa dobbiamo fare di più, sia noi in campo per accendere l'ambiente sia loro da fuori nel darci una spinta in più».
Sistemata la questione Kolarov a breve la società annuncerà anche il rinnovo di Cristante, che è già stato messo a punto prima di Natale. Petrachi intanto è alle prese con il mercato e sta cercando di cedere Juan Jesus alla Fiorentina per arrivare poi a Ibanez dell’Atalanta, su cui è però in forte pressing il Bologna di Sabatini. I viola per il brasiliano hanno proposto un prestito con diritto di riscatto a 3 milioni, ma la Roma ne vorrebbe almeno 8 e vuole privarsi del giocatore soltanto a titolo definitivo o con l'obbligo di riscatto. Le trattative tra le parti andranno avanti con la speranza di trovare una quadra.
Fienga: "Siamo molto contenti di Lorenzo, del suo rendimento e della sua crescita, sia in campo sia nello spogliatoio"
Guido Fienga ha dichiarato di volersi sedere al tavolo delle trattative con un progetto serio e duraturo da presentare. Secondo quanto riportato dal quotidiano sportivo Gazzetta dello Sport, nella giornata di ieri è infatti arrivato il rinnovo per Kolarov, adesso il futuro potrebbe prevedere anche quello di Lorenzo Pellegrini. Queste le sue parole:
«Siamo molto contenti di Lorenzo, del suo rendimento e della sua crescita, sia in campo sia nello spogliatoio. Personalmente posso solo ringraziarlo per il supporto che mi ha sempre dato nei momenti più difficili nell'avviare questo nuovo progetto. Preferiamo prima concentrarci sul consolidamento dei nostri programmi affinché lui e i compagni altrettanto ambiziosi trovino qui le migliori condizioni per far bene, restare e vincere. Conscio della sua intelligenza e delle sue aspettative professionali. Sono certo che quando ci siederemo sarà per entrambi il momento giusto per parlare del contratto, convinti che le prospettive future che il club potrà presentargli rafforzeranno la sua volontà di proseguire la carriera con la Roma».
Ahi ahi, Dzeko troppo solo. Mancano i gol delle punte
GAZZETTA DELLO SPORT - La Roma dopo la sconfitta di domenica sera contro il Torino ha iniziato a farsi delle domande. Una su tutte riguarda il perché la squadra giallorossa non riesce a trovare la via del gol con continuità. Da inizio anni la batteria di attaccanti della Roma ha messo a segno 20 reti, suddivise in 7 Dzeko, 4 Zaniolo, 3 Mkhitaryan e Kluivert, 2 Perotti, 1 Under e zero per Kalinic. Il confronto diventa pensante quando si guardano i goleador delle altre società: Immobile da solo ne ha messi a segno 19; la coppia Lautaro-Lukaku ne ha fatti 23; il duo della Juventus Dybala-Ronaldo è a quota 18. Mancano i gol e chi dovrebbe aiutare Dzeko a metterli a segno. Chissà se dal mercato invernale Petrachi riuscirà a pescare un giocatore in grado di migliorare questa situazione.
Jesus piace alla Fiorentina
Il romanista Juan Jesus, ora ai margini delle gerarchie dell'allenatore giallorosso Fonseca piace alla Fiorentina, che è alla ricerca di un rinforzo per reparto al neo tecnico Iachini. Se in attacco il profilo scelto è l'ex milanista Cutrone, in difesa oltre a Kevin Bonifazi del Torino, vicino però alla Spal.
De Rossi, la moglie: "Daniele ha dovuto decidere"
IL TEMPO - SCHITO - Un addio al calcio tanto doloroso quanto necessario. Daniele De Rossi ha scelto il cuore, ha scelto la famiglia, decidendo di lasciare il Boca Juniors per tornare nella capitale e stare accanto a Gaia, la sua primogenita. Un'adolescente che ha bisogno di suo padre, la figlia che l'ex 16 della Roma ha avuto quattordici anni fa dalla sua prima moglie, Tamara Pisnoli. Dopo un matrimonio travagliato e un divorzio doloroso, l'ormai ex centrocampista di Ostia ha trovato la felicità accanto a Sarah Felberbaum, che ha sposato alle Maldive e che gli ha dato due figli: "La scorsa estate -le parole dell'attrice a Tv Sorrisi e Canzoni - Daniele ha dovuto prendere una decisione. Ovviamente si è confrontato con me ma volevo che arrivasse a una scelta pensando a ciò che veramente voleva. E ci è arrivato. Me l'ha detto una mattina, mentre stavo andando al Festival del cinema e della televisione di Benevento. Sono salita in treno e ci ho riflettuto in viaggio: ero felice, spaventata ed entusiasta. Una centrifuge di emozioni".
Con gli scarpini appesi al chiodo, per De Rossi si prospetta un futuro da allenatore, ma la panchina può attendere. Le voci che lo vorrebbero nello staff di Roberto Mancini nell'avventura azzurra dei prossimi Europei che prenderanno il via a giugno all'Olimpico di Roma sono sempre più insistenti. Poi arriverà il momento di studiare e seguire le orme di papà Alberto.
Cristante va di corsa, potrebbe tornare in Coppa Italia
GAZZETTA DELLO SPORT - Buone notizie sul fronte recuperi per mister Fonseca. Nella giornata di ieri infatti Bryan Cristante è tornato a svolgere parte dell'allenamento con i compagni. Recupero dell'infortunio quasi completato quindi. Il tecnico portoghese non potrà contare su di lui per la partita di domenica sera contro la Juvetus, ma potrebbe farlo per l'importante partita di Coppa Italia contro il Parma, in programma il 16 gennaio alle 21:15.
Zaniolo: "Da trequartista mi sono sempre divertito giocando perché quando vado in campo la prima cosa penso a giocare e divertirmi e da trequartista ci riesco meglio"
Nicolò Zaniolo ha lasciato un'intervista su DAZN nel format "Piedi X terra". Queste le sue parole:
Manca qualcosa nella tua descrizione di Wikipedia?
"Diciamo che su falso nueve ci devo ancora lavorare però per il resto siamo sulla buona strada".
In pochissimo tempo hai fatto vedere tantissime cose. Sapevi di saper fare tutte quelle cose lì?
"Speravo di farle. Conoscevo mie caratteristiche. Pensavo di poterle fare ma non in così poco tempo".
Ti sei sempre definito trequartista, in futuro?
"Da trequartista mi sono sempre divertito giocando perché quando vado in campo la prima cosa penso a giocare e divertirmi e da trequartista ci riesco meglio. Posso fare anche la mezzala, come l’esterno per le caratteristiche che ho. Non mi vedo ancora in un ruolo definito perché mi devo definire ancora bene come calciatore".
Una persona che conosci ha detto secondo lui che giocatore sei, Federico Balzaretti: "Per caratteristiche fisiche e tecniche penso faresti la differenza a livello mondiale come interno di centrocampo. Sono orgoglioso di te". "Federico l'anno scorso mi ha aiutato molto ad integrarmi, mi ha dato tantissimo consigli, lo devo ringraziare tantissimo. Ci sono anche difetti da migliorare, come il piede debole o la scelta della giocata e l'ultimo passaggio. Mi ci rivedo in queste cose perché le sto dimostrando e spero di continuare a farlo".
Sei riuscito tantissimo in poco tempo, ma per arrivare a dimostrare ciò che sei hai fatto un viaggio lungo. Ripercorro il tuo viaggio e ti mostro il tesserino di quando eri bambino...
"Questa è la prima foto che ho fatto per il cartellino. Qui mi sembra che giocavo nel Canaletto. L’anno dopo sono andato nel settore giovanile dello Spezia dove c’era l’iscrizione. Dopo sono tornato a Canaletto un anno e poi al Genoa ma per motivi logistici non mi potevano trasportare con il pulmino e ho dovuto cambiare. Sono andato alla Fiorentina dove c’era la possibilità di andare da La Spezia a Firenze con il pulmino e l’ho fatto per tre anni. Mi ricordo che uscivo 10 minuti prima da scuola e all’una e dieci avevo il pulmino da Carrara per Firenze, tornavo a casa alle 9 di sera per tre anni. A 14 anni poi mi sono trasferito a Firenze in convitto con le persone che venivano da lontano".
Hai sempre saputo che un giorno saresti diventato calciatore?
"No, anzi. Nella mia carriera calcistica, soprattutto nel settore giovanile, non sono stato uno di punta, non sono mai stato visto come uno che doveva arrivare. Ero piccolo fisicamente, dovevo ancora entrare nalla fase dello sviluppo, ma ho sempre lavorato e quando la Fiorentina mi ha scartato per motivi tecnici sono andato via ma con la stessa voglia ed entusiasmo sono andato all'Entella, dove ho trovato più spazio e persone che credevano in me".
L'Entella è stato un all in, perché se non fosse andata bene lì non saresti come oggi...
"Sono arrivato a preparazione quasi finita. Ero al bar di mio papà e nelle prime quattro partite non avevo giocato. Mi misi a piangere dicendo a mio padre che se non avessi giocato lì, avrei dovuto cambiare sport o dedicarmi ad altro. Ero titubante se continuare o no, avevo fatto zero minuti in tre partite e venivo da una non conferma alla Fiorentina e all'Entella non giocavo. Mi sono detto che magari le qualità non c’erano. Mio padre mi ha detto di provare a fare l’ultima settimana a mille, senza avere rimorsi e io l’ho fatta. Da quella partita ho giocato col Palermo e non sono più uscito".
Sull'esordio in Serie B...
"Eravamo a Benevento. Erano due o tre settimane che il mister Breda mi parlava e mi diceva che mi stavo allenando bene e che dovevo continuare così. Diciamo che era nell’aria ma non me lo aspettavo a Benevento perché era una partita delicata contro una squadra forte. Eravamo 0-0 e il mister all’80' mi ha detto di andarmi a scaldare perché dopo 5 minuti sarei entrato. Ho fatto gli scatti più veloci della vita mia. Da lì è iniziato tutto".
"Della vita mia", stai diventando anche un po' romano nel parlare...
"Sì (ride, ndr). Me lo dicono anche i miei amici che ho preso l'intercalare romano"
Debutto in Champions League contro il Real Madrid e chiamata in Nazionale senza aver esordito in Serie A. Mi racconti quella settimana? Se chiudi gli occhi ripensando a quel periodo, cosa ti viene in testa?
"Non ti nascondo che sapevo di giocare al Bernabeu fin dalla mattina, sono rimasto tutto il giorno a fissare il soffitto, incredulo. Sembravo paralizzato, ero stato al Bernabeu ma solo per una gita. Nel sottopassaggio non vedi il campo, vedi solo accanto a me una muraglia di maglie bianche e campioni come Ramos, Bale e Modric. Devi essere bravo a non pensare al contesto ma a quello che sai fare, perché se il mister ti schiera significa che un motivo c'è. Ho provato a dare il mio meglio e non è andata così male. Ma se dovessi chiudere gli occhi, mi immagino una cena a casa di un mio amico, a mangiare una pizza, e vedo il mio nome tra i convocati del ct Mancini e subito penso sia un errore. Poi la notizia continuava a girare ovunque e quindi ho iniziato a sperarci. E' arrivata la chiamata del team manager della Nazionale, era un sabato, e mi ha detto che dopo due giorni sarei dovuto andare a Coverciano per il raduno della Nazionale A. Mi sono messo subito a piangere ed ho chiamato mio papà e mia mamma e, increduli, hanno pianto anche loro. E' stato un fine settimana perfetto, non ho dormito per due giorni, sono arrivato a Coverciano e sembravo un ragazzo al parco giochi. Ancora adesso non sto realizzando tutto quello che sto facendo. Forse è la mia forza o forse no. Penso ogni giorno ad allenarmi, divertirmi e rendere orgogliosi i tifosi della Roma perché meritano tanto. Non guardo mai indietro ma solo avanti".
Come hai vissuto il gol al Sassuolo, primo in Serie A?
"Erano due o tre settimane che cercavo il gol in Serie A. Avevo iniziato a giocare con continuità. Venivamo dalla partita contro il Cagliari in cui avevo avuto 3-4 occasioni in cui avrei potuto fare meglio e per tutta la settimana ho pensato a quelle occasioni, quindi lo cercavo tantissimo. Contro il Sassuolo sono arrivato davanti alla porta e ho detto 'Non posso più sbagliare'. Ho visto i due difensori a terra e l'unico modo per farla passare era lo scavetto e ho provato quello. Penso sia l'emozione più bella che per adesso ho vissuto. Quando la palla è entrata in rete, non sapevo neanche come esultare. Volevo togliermi la maglia ma era già ammonito, quindi ci ho ripensato".
Tuo padre ti ha chiesto del gol a fine partita?
"Sì, perché mi ha detto 'Ma come ti è venuto in mente di fare una cosa del genere?'. Davanti al portiere di solito si tira, non si sta a vedere. Ma sono stato bravo ad essere freddo, di fare il cucchiaio e gol. E' stato istinto puro, perché in allenamento non l'ho mai provato. Prima di quel gol ero un ragazzino per i compagni, dopo sono diventato un ragazzo. Mi ha aiutato ad integrarmi meglio nello spogliatoio, anche se ero già integrato prima. I compagni sono stati bravi fin dall'inizio ad accogliermi subito come una famiglia".
In romano si può dire cosa ti hanno detto dopo la partita, come Florenzi o Pellegrini?
"In romano schietto mi hanno detto: 'Ammazza che ca**o hai fatto".
Sulle critiche...
"Nella mia vita calcistica finora ho sempre avuto più delusioni che soddisfazioni, quindi magari le critiche mi sono sempre servite per dare qualcosa in più, per essere più forte. L'anno scorso c'è stato un periodo dove si aspettavano tanto da me perché avevo fatto tanto e non riuscivo. Non mi sono mai abbattuto, anzi sono sempre sceso in campo col sorriso cercando di dare il massimo e migliorare. Poi una società e una piazza come la Roma richiede tanto ed è giusto che si siano state delle critiche se le prestazioni non erano all'altezza. Le critiche mi hanno fortificato molto perché non nascondo che non ci sono stato bene, perché da essere osannato magari ad essere criticato non è bello per un ragazzo di 20 anni, ma per quelle critiche subite ora ho le spalle più larghe anche se non larghissime. Ora come ora penso a giocare e divertirmi, poi se c'è la prestazione buona meglio, ma l'importante è far vincere la squadra".
Qual è la prima competizione della Nazionale che ricordi? Il 2006?
"Il 2006. Ero in vacanza con la mia famiglia e quindi ho visto la partita con i francesi. Mangiavo al McDonald's, c’era la partita proiettata là e ho visto il gol di Materazzi e ho esultato. Mi hanno guardato un po’ male".
Vorrei chiederti una promessa. Scrivila sul telefono. La riveleremo solo nel caso in cui dovesse realizzare.
"Anche un desiderio..."
Dries Mertens, i giallorossi insistono
Come fa sapere su Twitter il giornalista de "La Stampa" Matteo De Santis, c'è stato un tentativo da parte di un procuratore sportivo di portare il belga Dries Mertens in giallorosso, ma il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, è disposto a cedere il classe '87 a gennaio solo all'estero.
Tentativo di un procuratore di portare #Mertens subito alla #Roma. Per ora #DeLaurentiis a gennaio lo cede solo all'estero. #Calciomercato #sscnapoli #ASRoma
— Matteo De Santis (@matteodesant) 8 gennaio 2020