Conferenza stampa Fonseca: "La squadra ha mantenuto l'equilibro. Dobbiamo lottare con questo atteggiamento"

Paulo Fonseca, tecnico della Roma, è intervenuto in conferenza stampa al termine del match vinto contro l'Udinese. Queste le sue parole:

Che tipo di partita si era immaginato nell'intervallo? Cosa ha detto ai giocatori tra il primo e il secondo tempo?
"Era necessario mantenere l'equilibrio. Non dobbiamo solo difendere. Io credevo che con il tempo e con questo risultato potevamo avere più spazio per attaccare. La squadra ha mantenuto l'equilibrio difendendo molto bene e in contropiede è stata sempre molto pericolosa".

Come si spiega il diverso atteggiamento tra la partita con la Samp e quella di oggi?
"La partita con la Sampdoria è stata importante per noi per capire che non è così che si può vincere. La squadra ha cambiato l'atteggiamento e ha capito che è importante lottare in tutta la gara. Abbiamo cambiato soprattutto la mentalità".

Con tutti questi problemi che ha avuto la Roma fino ad oggi, immaginava di arrivare allo scontro diretto con il Napoli davanti ai partenopei?
"Io penso sempre alla vittoria, sono ottimista. È vero che la partita contro il Napoli è importante, ma non è decisiva. Dobbiamo pensare solo a lottare per i tre punti con questo atteggiamento".


Fonseca: «Il rosso? Non ne parlo nemmeno»

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Paulo Fonseca non si accontenta, ma la gara di Udine gli ha dato risposte importanti, soprattutto sulla mentalità. «Abbiamo fatto una buona gara e meritato di vincere, tra l’altro con un giocatore in meno – dice il tecnico della Roma – Questa squadra ha grande carattere. Quando si resta in dieci di solito la tendenza è difendersi. Noi, invece, abbiamo continuato a cercare di far gol».

Il rosso a Fazio ha infastidito il tecnico giallorosso: «Non ne voglio parlare, è chiaro cosa penso». L'analisi sui singoli: «Pastore? Per lui era soprattutto una questione fisica. Ora sta bene, ha qualità e sta recuperando fiducia. Florenzi? Prima o poi giocherà, la sua esclusione è una mia scelta». 


Con queste ali ora si vola: «Battiamo pure il Napoli»

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Il primo ha messo subito alle corde l’Udinese, l’altro l’ha invece definitivamente messa al tappeto. Fonseca si coccola soprattutto i due esterni d’attacco, Zaniolo e Kluivert, assolutamente decisivi per la vittoria in terra friulana. Quel 4-0 porta soprattutto la loro firma. «Ho la fiducia del mister e per un giocatore giovane come me questa è una cosa molto importante - dice l’attaccante olandese -. Abbiamo tirato fuori tutto il nostro coraggio e nella ripresa abbiamo giocato anche meglio: aspettando, recuperando e ripartendo bene».

Serata speciale anche per Zaniolo, che ieri ha segnato la sua terza rete consecutiva, la prima fuori casa da quando è alla Roma e la decima in giallorosso, in 49 partite totali. Un bottino importante, che gli permette a tutti gli effetti di superare Cassano nella classifica dei baby goleador della storia giallorossa. Da oggi in poi Zaniolo è il quinto romanista più giovane di sempre ad andare in doppia cifra, segnando il suo decimo gol a 20 anni e 120 giorni. Meglio di lui nella Roma solo Totti, Amadei, Bacci e Di Benedetto.


Il capolavoro di Fonseca: in 10 non difende, attacca

IL MESSAGGERO - ANGELONI - Sotto sotto, Fonseca lo avrà pensato: alla Dacia Arena si è materializzato un mio piccolo capolavoro. Perché alzi la mano chi non ha pensato che la Roma, dopo l'espulsione di Fazio, si sarebbe psicologicamente liquefatta. Perché quel rosso non c'era e non ci voleva, perché la squadra stava giocando a pallone, con continuità, dando la sensazione che il raddoppio sarebbe presto arrivato, invece vai nello spogliatoio credendo che l'1-1 sarebbe stato scontato, questo era il pericolo. Invece ecco, appunto, il capolavoro. «Ha detto ai ragazzi di mantenere equilibrio mentale e di continuare a giocare, senza pensare solo a difenderci». Questo è Fonseca, non italianizzato. 

JIM DIXIT La Roma ha cominciato a svolazzare, ora è quarta e pure Pallotta, con un tweet gioioso e allusivo, fa capire il suo stato d'animo. «Noi più forti del cartellino rosso. Amo questa squadra», mister Jim dixit. Ed ecco ancora mister Paulo. «Il percorso deve portarci a giocare le partite con la stessa mentalità. Qui a Udine non è stato facile, ma abbiamo mostrato carattere e personalità. abbiamo reagito tutti insieme, abbiamo sempre provato a giocare anche con uno in meno e abbiamo fatto tre gol. Ma possiamo fare ancora di più. Il rosso a Fazio? Non ne voglio parlare, penso sia chiaro». Per un Pastore in grande spolvero, c'è un Florenzi che è alla terza panchina consecutiva. «Per quanto riguarda Javier è soprattutto una questione fisica, ora sta bene. E' stato in campo nelle ultime partite, con l'Udinese ha giocato un match bellissimo. Ha grande qualità, sta recuperando fiducia. Quanto a Florenzi, invece, sta bene, è solo una mia scelta. E' il nostro capitano, un bravissimo giocatore, che lavora molto bene ed è solo una questione di scelte. La squadra sta giocando bene con questi giocatori e penso che Florenzi prima o poi potrà giocare». Fonseca si bea e conta i calciatori recuperati (rispetto alla passata annata) in questa frazione di stagione.

JUSTIN IN ALTO Uno di questi è Kluivert. Pure qui, tutta una questione di fiducia. «La sento da parte dell'allenatore, è importante per un giovane calciatore come me. Ho visto una bella Roma, Abbiamo giocato in 10, ma ci abbiamo messo il cuore. Tutti insieme. Voglio segnare sempre di più. E' il mio momento migliore da quando sono a Roma, se pure non ci sto da tanto tempo. Questa è una bella fase per tutti, ho fiducia in questa squadra, ci sono molti giocatori bravi e sono contento di stare qui».


Due conferme: Nicolò bomber e l'ambizione della squadra

IL MESSAGGERO - FERRETTI - Alla quarta trasferta di campionato (derby escluso), la Roma dà un'enorme dimostrazione di forza. Non tanto per aver battuto l'Udinese, ma per come ha vinto la partita. Con gioco, personalità e maturità da vendere. Una gara che, al di là del risultato finale, è stata pesantemente condizionata da Massimiliano Irrati. L'arbitro, con la Roma già in vantaggio per la rete dello straripante Zaniolo, ha espulso Fazio alla mezzora della prima frazione per un fallo su Okaka visto soltanto dal direttore di gara toscano. Non è la prima volta che Irrati si mette di traverso sulla strada della Roma (ricordate quel Roma-Inter con Orsato al Var?) e questo nuovo episodio, dopo la pessima direzione di gara di Massa in Roma-Cagliari e quella oscena di Collum contro il Borussia M'Gladbach, getta luci sempre più inquietanti sul rapporto tra il club e il mondo arbitrale. Ma la grottesca gaffe di Irrati non è bastata per mandare ko gli straripanti giallorossi di Paulo Fonseca; anzi: successo scintillante, a segno anche Smalling, Kluivert e Kolarov con l'uomo in meno, altri tre punti e sorpasso Champions sul Napoli, avversario sabato all'Olimpico.

Un risultato che dà sostanza vera alle due precedenti prestazioni e che amplifica le altre vittorie esterne (Bologna e Lecce: in più, il pari in casa Samp). Questo per dire che, numeri alla mano, forse quella di Fonseca è una squadra da esportazione. Ma poco conta, adesso. Conta che la Roma è una squadra. Vera. Tosta. Sia all'Olimpico che lontano dalla Capitale, Fonseca nell'ultimo mese ha dovuto fare i conti con mille ostacoli, legati agli infortuni e quindi alle assenze che hanno condizionato il suo lavoro. Il rendimento della squadra, però, non ne ha risentito. Anzi, paradossalmente è migliorato. La gagliarda prova di Udine sta lì a confermarlo.

NUMERO 10 E Nicolò Zaniolo continua a segnare. Alla Dacia Arena, cioè sul terreno di gioco che lo aveva visto esordire con la maglia della Nazionale A nello scorso marzo contro la Finlandia, il numero 22 è andato a bersaglio per la terza volta di fila, centrando la prima rete lontano da Roma e dando il la alla vittoria della Roma. Decimo gol complessivo per un ragazzo che sta dando concreta continuità alle proprie prestazioni. Una rete, quella in terra friulana, da centravanti vero; uno di quelli pronti a sfruttare l'errore del difensore prima di calciare verso la porta avversaria. E a Zaniolo è riuscito il colpo da biliardo di piazzare il pallone esattamente tra le gambe di Musso, l'estremo difensore di Igor Tudor. Quello del quattro, zitto e tutti a casa di Tottiana memoria. Una triste storia infinita, la sua.


«Stadio, cubature sbagliate: i privati paghino di più»

IL MESSAGGERO - DE CICCO - È l'ultima tegola sul progetto Tor di Valle: un errore di calcolo sulle cubature che avrebbe avvantaggiato i privati che sognano, da anni, l'affare stadio. Ad accorgersi della falla sono stati i dirigenti del Dipartimento Urbanistica, che da giugno 2018 indagano su tutte le carte della controversa operazione calcistico-immobiliare. La due diligence, partita un anno e mezzo fa, subito dopo la prima retata di arresti per corruzione, si è appena conclusa. E i risultati sono stati spediti agli uffici di Virginia Raggi, insieme ai rilievi dei dipartimenti della Mobilità e dei Lavori pubblici. Nel rapporto dell'Urbanistica, in sostanza, si dice che il progetto può andare avanti, ma solo a certe condizioni.

LE CRITICITÀ Tra i vizi più macroscopici rinvenuti dai tecnici c'è il valore di alcune volumetrie. Qualche numero: dopo la revisione voluta dal M5S nel 2017, sempre ammesso che il progetto vada mai in porto, ai proponenti sarebbero concessi 212mila metri quadri di «superficie utile lorda» (sul in gergo tecnico), per costruire principalmente uffici, alberghi e negozi. Il vero core business dell'affare. Questa cifra, 212mila metri quadri, scavalla ampiamente i limiti del Piano regolatore. Circa 100mila metri quadri in più. In cambio, per queste cubature extra, i privati si impegnerebbero a realizzare alcune opere pubbliche. Infrastrutture, a dire il vero, considerate largamente inadeguate a reggere l'impatto del traffico, così hanno detto gli ingegneri del Politecnico di Torino, chiamati a esprimersi proprio dalla Raggi. Ma questo è un altro discorso.

Il fatto ora è che, spulciando tutte le carte del progetto, gli esperti dell'Urbanistica hanno notato che i conti sulle volumetrie non tornano. Non sarebbe stato considerato che una fetta importante delle nuove costruzioni ricadrebbe su terreni espropriati dal Comune (circa 39mila metri quadri) e non su aree dei proponenti. Terreni espropriati che, se il progetto stadio venisse realizzato, vedrebbero crescere il loro valore. Questa differenza ora va messa in conto ai privati. Non vale poco: quasi 20 milioni di euro. Da investire probabilmente per provare a rappezzare il piano, oltremodo lacunoso, delle opere pubbliche. La palla ora passa ai privati. Che dovranno decidere se accettare il nuovo valore attribuito alle cubature o no. Magari minacciando una battaglia legale, come è stato fatto in passato.
La disputa rischia di andare in scena proprio nelle settimane decisive per l'operazione stadio, che annaspa tra rimandi, arresti e falle progettuali dal 2013. Due settimane fa il Comune ha spedito ai proponenti la bozza della convenzione urbanistica. Viene confermato l'obbligo di aprire lo stadio (e il mega centro commerciale) solo a patto che siano realizzate «contestualmente» tutte le infrastrutture. Clausola sgradita a Pallotta. Ma nel testo c'è un cavillo che potrebbe permettere a Raggi di schivare l'ostacolo e rimandare la contesa alla prossima consiliatura: nella bozza di contratto c'è scritto che si farà un check sull'avanzamento dei lavori un anno prima del termine previsto, quindi almeno nel 2022-2023, se non più tardi. A quel punto, se ci sarà uno scostamento non imputabile direttamente ai privati, si proverà a trovare «soluzioni alternative». Quali? Non si sa. Ma a sbrogliare la matassa, in caso, sarebbe il successore di Raggi.


Çetin, venti minuti in campo: prove generali con vista Napoli

IL MESSAGGERO - TRANI - Fonseca, anche perché la partita prende la piega giusta in meno di un’ora (0-3 al 9’ della ripresa) e il successo è in cassaforte subito dopo (0-4 al 20’), si può permettere di pensare subito al Napoli, cioè allo scontro diretto di sabato pomeriggio all’Olimpico. Usa gli ultimi 20 minuti per provare alcuni giocatori in ruoli che avrà scoperti nella prossima gara di campionato.

Sotto osservazione Çetin, entrato da mediano al posto di Pastore e schierato poi dietro accanto a Smalling. Perché la scelta è ridotta anche in mezzo alla difesa. Proprio come a centrocampo, dove ha alzato Mancini dalla partita con il Borussia in Europa League. Jesus si è fermato alla vigilia, uscendo dalla lista dei convocati per Udine. Non è sicuro il recupero per sabato. A Fazio, espulso alla Dacia Arena e quindi squalificato per la gara contro il Napoli, ha pensato Irrati con la complicità di Mazzoleni.

Fonseca, arretrando Mancini accanto a Smalling, ha pensato prima a mettere al sicuro il risultato. Sono i centrali titolari. O almeno lo sarebbero stati se non si fosse fatto male Cristante. Adesso, da 3 partite di fila, Mancini fa il mediano da guardia. Cioè difende davanti a Fazio e Smalling. E, avendo comunque qualità, quando serve si dedica pure all’impostazione. Mancini ha chiuso la partita a centrocampo. L’allenatore lo ritiene fondamentale in quel ruolo. Lì non ha scelta ed è l’ideale per il 4-1-4-1. In più il portoghese ha voluto vedere Cetin vicino a Smalling. «Vediamo, è un’alternativa. Non è che ne abbia tante...». Deve scegliere, insomma, se cambiare a centrocampo o in difesa. In teoria anche Santon può fare il mediano. Ma, restando a quanto è accaduto nel finale del match di Udine, il ballottaggio è tra Çetin e Mancini.


Pallotta: «In dieci noi ancora meglio»

IL TEMPO - BIAFORA - Un gol segnato e un rigore procurato, ma soprattutto la consapevolezza di essere diventato un giocatore importante per la Roma. Con la terza marcatura stagionale Justin Kluivert ha già segnato una rete in più rispetto all'intera stagione passata ed è riuscito a scrollarsi di dosso un'eccessiva frenesia e l'etichetta da giovane talento che lo avevano limitato nel primo anno in giallorosso. L'olandese è stata una vera e propria spina nel fianco per l’Udinese di Tudor, incapace di seguire il movimento a liberarsi in mezzo al campo per ricevere palla tra le linee.

Gran parte del merito Kluivert lo ha assegnato a Fonseca, un allenatore con cui il feeling è sbocciato immediatamente a differenza di quanto avvenuto con Di Francesco: «Il mister mi ha dato fiducia e per un giovane giocatore è importante. Mi piace il suo gioco e così posso esprimermi meglio rispetto allo scorso anno. Il primo tempo è stato difficile ma nel secondo abbiamo giocato meglio». Il classe 1999 è ormai un punto fermo della squadra giallorossa: «E il mio miglior momento da quando sono arrivato alla Roma ed è un buon periodo sia per me che per la squadra. Sono molto contento di essere qui. Abbiamo tirato fuori tutto il nostro coraggio nonostante l'inferiorità numerica».

Esulta anche Pallotta su Twitter: «Mi è piaciuto come la squadra è diventata ancora più forte dopo il cartellino rosso. Ha giocato duro fino alla fine. Una bella cosa da vedere. Complimenti alla squadra e allo staff».


La Roma più forte dell'Udinese e di Irrati

IL TEMPO - CARMELLINI - Troppa Roma per l’Udinese. E troppa Roma anche per un Irrati a tratti imbarazzante. Al Friuli la Roma passa perché ne ha davvero di più, torna a casa con tre punti pesantissimi che la piazzano con un piede al quarto posto scavalcando il Napoli fermato sul pari al San Paolo dall’Atalanta che occupa la terza piazza solo due gradini più su. E tra tre giorni ennesimo esame per Fonseca &Co. che all'Olimpico aspettano proprio il Napoli (senza Ancelotti squalificato) per quello che è diventato uno scontro diretto per la Champions.

Ma al Friuli, a mettere il bastone tra le ruote giallorosse, più che la modesta Udinese di Tudor, ci ha pensato ancora una volta l’arbitro. Dopo Maresca, Abisso, e Massa arriva Irrati. Sarà un caso? Via dalla testa tesi complottistiche sia chiaro, ma allora vuol dire che il livello degli arbitri italiani è davvero basso basso. Perché non si può commettere un errore così con tutta la tecnologia che hanno a disposizione.

Anche ieri a farne le spese è stata la Roma e il povero Fonseca che a un certo punto non sapeva se strapparsi i capelli o entrare in campo e dare una testata all’immarcescibile fischietto di Firenze. Imbarazzante lui, quanto il siparietto successivo al fallo inesistente di Fazio su l’ex giallorosso Okaka. Balbetta qualcosa al collega in Var, ma è chiaro che i due hanno perso il controllo. Bilancio: rosso diretto al centrale argentino (comunque un pollo...) e Roma in dieci con poco meno di un'ora ancora da giocare.  Ma cambierà poco, perché dopo qualche minuto di vigore casalingo, dovuto alla fresa espulsione, la Roma ha ripreso subito il pallino del gioco. Così nella ripresa, chiusa comunque in vantaggio grazie al gol in avvio del solito Zaniolo (3° consecutivo, decimo stagionale ma soprattutto 1° in trasferta), i giallorossi hanno continuato a macinare gioco. Fonseca riporta Mancini in difesa (dopo un altro grande primo temo in mediana), arretra Pastore che si mette al fianco di Veretout e i due insieme danno spettacolo. Il francese è il metronomo della squadra e l'argentino, se sta così, può davvero dare alla Roma quel qualcosa che gli mancava: stavolta migliore in campo.

Arrivano così i gol di Smalling, Kluivert e Kolarov che fissano il risultato su un 4-0 che non ammette repliche: soprattutto se considerati i sessanta minuti giocati in dieci.  Ma Fonseca è già alla sfida con il Napoli, perché sabato pomeriggio all'Olimpico dovrà di nuovo inventare. La contrattura di Juan Jesus che sembrava solo l’ennesimo stop, ora senza Fazio squalificato rischia di complicare maledettamente i piani del tecnico giallorosso che con Mancini a centrocampo aveva trovato la quadra di un gruppo ancora falcidiato dagli infortuni.

Visto il Pastore di ieri, l’ipotesi di piazzarlo in mediana appare la più probabile, ma Fonseca ha abituato a stupire e potrebbe tirar fuori dal cilindro qualche altra sorpresa. Intanto si gode questo successo, ma soprattutto un quarto posto che ha un bellissimo profumo di Champions.


Roma, la strada di Zaniolo porta dritti in Champions

LA REPUBBLICA - PINCI - Più forte dei propri vizi antichi e di una decisione almeno frettolosa dell’arbitro. Dietro il 4° posto della Roma - dietro il sorpasso al Napoli con quel 4-0 sul campo di un’Udinese in versione Titanic - c'è una nuova consapevolezza della squadra, sempre più simile nel carattere a Paulo Fonseca. Ma anche ai suoi leader.

Sarebbe stato facile rifugiarsi nel piagnisteo vittimistico dopo l'espulsione di Fazio per un fallo su Okaka che solo il fischietto di Irrati ha ritenuto come l’interruzione di una chiara occasione da gol: mancavano 13 minuti all’intervallo e il vantaggio di Zaniolo pareva improvvisamente un’esile barriera tra i giallorossi e un altro inciampo. Anziché rammollire la Roma, invece, quell’episodio l’ha rinvigorita. C'erano tutte le condizioni perché la ripresa si presentasse come un’agonia insostenibile, invece dopo 9 minuti era già un festival. E non è un caso se ad aprirlo e poi a chiuderlo siano stati Smalling e Kolarov, due di quelli a cui - insieme a Dzeko - Fonseca non rinuncia mai. Lo spessore caratteriale di un gruppo che, come Pastore dixit domenica sera, «inizia a credere di essere forte perché così ci fa sentire Fonseca».

Una vittoria nata all’intervallo, nello spogliatoio, quando l'allenatore ha chiesto di non pensare all’espulsione ma a chiudere una partita che la squadra stava dominando. «Niente alibi»: è da inizio stagione il mantra che ripetono tecnico e (soprattutto) dirigenti a Trigoria. Il messaggio è passato, tramutato in fatti dalla forza di Zaniolo che, da quando ha incassato la critica gratuita di Fabio Capello non si ferma più: 3° gol in 3 partite, scatti e giocate illuminate dal talento di cui è stracolmo. Ma pure di Kluivert (3° gol stagionale) e soprattutto Pastore: magari non sarà ancora il marziano degli anni di Palermo, ma lentamente di quel talento ha iniziato a dispensare fotogrammi che con la continuità in campo stanno diventando videoclip. Riuscisse a riprodurne addirittura dei cortometraggi, la Roma si ritroverebbe in casa un fuoriclasse del tutto insperato (eccetto per l’allenatore).

Il paradosso è che la Roma bella di oggi è nata da macerie: quelle fisiche di una raffica di infortuni (ultimo Juan Jesus) e di proteste verso gli arbitri. Da cui ha imparato ad affrancarsi. In cambio ha ricevuto il 4° posto che aveva accarezzato alla 4* giornata ma che non aveva mai occupato in tutta la scorsa stagione: per ritrovare una Roma in zona Champions bisogna tornare all’ultima giornata del campionato 2017/18, anno della semifinale Champions. Oggi anche chi leader non lo sarà mai ha però la testa libera per fare la differenza. Come Kluivert: «Ora sento la fiducia»dice a caldo, sorridente.

Sabato all'Olimpico arriverà proprio il Napoli sorpassato grazie al poker friulano. Un incrocio che il turno infrasettimanale ha trasformato in uno scontro diretto, sì, ma a valori invertiti. Per la Roma, per paradosso, non perderlo sarà più importante che vincerlo. Ma non ditelo a Fonseca.


Missione a Manchester per trattenere Smalling

IL TEMPO - BIAFORA - Missione inglese per Smalling. La Roma vuole trovare un accordo per l'acquisto definitivo del difensore e perciò ha dato mandato agli agenti del classe 1989 di iniziare i colloqui con il Manchester United. Ieri nella sede dei Red Devils c'è stato un primo incontro, definito positivo, per iniziare la trattativa, che può essere chiusa anche a breve. Il ds Petrachi aggiunge: «I rapporti tra i club sono ottimi».


Lo stadio costerà 20 milioni in più

LA REPUBBLICA - D'ALBERGO - La bozza di convenzione è sul tavolo, è partita la stretta per il via libera sul nuovo stadio della Roma. Ma le strette di mano con cui si sono chiuse le ultime rischiano di diventare presto soltanto un bel ricordo. Sì, perché al club giallorosso e ad Eurnova, società proprietaria dei terreni, presto verrà ufficialmente chiesto di sborsare quasi 20 milioni di euro in più per il progetto di Tor di Valle.

Così si dice in Campidoglio, dove gli uffici hanno consegnato le loro relazioni sugli atti del Colosseo bis.  La verifica — la cosiddetta due diligence partita dopo lo scoppio dell’inchiesta che ha portato all’arresto del costruttore Luca Parnasi e dell'ex presidente di Acea, Luca    Lanzalone — si è chiusa con un parere positivo. Si può andare avanti, ma solo quando tutti i numeri sulle cubature verranno messi nero su bianco così come vuole il Comune.

Il calcolo su quella che in gergo tecnico si chiama Sul (superficie utile lorda) è presto fatto. L’intera opera, stadio più business park, occuperà 212 mila metri quadrati. Una quota di questi spazi, 39 mila metri quadrati, va espropriata. I titolari sono gli eredi Armellini, storica famiglia di costruttori romani. Ed è a questo punto che minaccia di scoppiare la grana: i privati hanno già messo in conto i costi per l'acquisto di quei terreni lasciando al Campidoglio il ruolo di intermediario. Ma, secondo palazzo Senatorio, non hanno considerato la loro valorizzazione.Da campi incolti fronte Tevere (a rischio esondazione) ad aree edificabili, il loro valore è destinato ad aumentare esponenzialmente. Così, nei calcoli degli urbanisti capitolini, spunta una distanza di 20 milioni tra la cifra già messa in conto da Roma ed Eurnova e quella che verrà proposta nel corso delle prossime riunioni. Fondi da investire in opere pubbliche, dossier quanto mai bisognoso di ritocchi.

La trattativa, dunque, è ancora tutta da chiudere. Per arrivare all’intesa servirà la stessa pazienza con cui si sono risolte la questione del raddoppio di via Ostiense e la via del Mare oltre che quella della ricostruzione della tribuna dell’ippodromo di Tor di Valle, disegnata da Julio Lafuente. Un surplus di diplomazia. Perché oltre al nuovo caso delle cubature ci sono pure quelli del timing delle opere pubbliche, che il Comune vorrebbe veder realizzate prima dell’inaugurazione dello stadio, e dei campi di allenamento da realizzare accanto allo stadio, che la Roma vorrebbe svincolare dal progetto avendo già investito diversi milioni per la ristrutturazione di Trigoria. Insomma, si tratta. Ancora e ancora, nell’auspicio di evitare contenziosi. Nel frattempo è l’Anac a chiedere più trasparenza al Comune: l’Anticorruzione ha ordinato al Campidoglio di pubblicare in rete tutti i documenti su Tor di Valle.