Emerson nel mirino della Juventus

Maurizio Sarri, tecnico della Juventus, ha messo gli occhi su Emerson Palmieri. Secondo quanto riportato dal sito DailyExpress.co.uk, il tecnico bianconero avrebbe individuato nell'italo-brasiliano il rinforzo giusto per la sua difesa. L'ex giallorosso, da due anni al Chelsea, si è guadagnato la fiducia di Lampard che difficilmente acconsentirebbe al trasferimento. 


Nzonzi: "I nostri tifosi non devono credere a qualcosa che non sentono dalla mia bocca"

Steven Nzonzi, in prestito ai turchi del Galatasaray dalla Roma, ha parlato di questi primi mesi in Turchia e sul futuro. Queste le sue dichiarazioni: 

"Sono contento qui. Sicuramente non andrò da nessuna parte. I nostri tifosi non devono credere a qualcosa che non sentono dalla mia bocca”


Sampdoria, tutto fatto per Ranieri: il tecnico ha firmato fino al 2021

Claudio Ranieri  prenderà il posto di Eusebio Di Francesco sulla panchina della Sampdoria, con la quale ha firmato fino al giugno 2021. Esordirà proprio contro la Roma al rientro dalla sosta. 


Ecco l'analisi completa sul bilancio della Roma

IL TEMPO - BIAFORA - Il consiglio di amministrazione della Roma, riunitosi venerdì 4 ottobre, ha approvato il progetto di bilancio relativo all’esercizio chiuso al 30 giugno 2019. Il progetto del bilancio di esercizio sarà sottoposto ad approvazione dell’assemblea degli azionisti convocata per il 28 ottobre. La tabella dei principali risultati economici segnala che i ricavi ammontano a 232,75 milioni di euro. I costi sono invece pari a 264,47 milioni di euro mentre la gestione operativa netta dei calciatori grazie al calciomercato è positiva per 132,33 milioni. Il risultato è un rosso di 24,29 milioni, 15,49 se andiamo a sottrarre le tasse (non calcolate dalla Uefa per il fair play finanziario). L’Ebitda, dato che non considera gli ammortamenti dei calciatori, è positivo per 100,61 milioni. Il valore contabile dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori della rosa ammonta a 253,83 milioni. La posizione finanziaria netta, ovvero l’indebitamento è di 220,63 milioni. Questo un riassunto delle maggiori voci del bilancio della Roma.

CALCIOMERCATO 18/19 - La campagna trasferimenti del 2018, condotta da Monchi (che a marzo ha risolto il contratto subito dopo l’esonero di Di Francesco, sostituito da Ranieri) ha portato a Roma a titolo definitivo Pastore, Kluivert, Coric, Bianda, Mirante, Santon, Zaniolo, Olsen e Nzonzi, oltre a Cristante, acquistato in prestito con obbligo di riscatto, le cui condizioni sono scattate a febbraio 2019. E’ stato anche tesserato Marcano, che si trovava in regime di svincolo. Sul fronte cessioni sono stati registrati gli addii di Alisson, Strootman, Gyomber, Radonjic, Manolas, Luca Pellegrini, Ponce e Romagnoli e le cessioni in prestito di Gonalons, Gerson, Defrel, Ponce, Bruno Peres, Seck e Sadiq. In aggiunta sono stati rinnovati i contratti di Perotti fino al 2021 e di Florenzi fino al 2023. Sul fronte dirigenziale Gandini ha risolto il rapporto di lavoro con il club e a febbraio il cda (Scott Martin ha sostituito il dimissionario Gold) ha nominato Fienga come Ceo e Baldissoni come Vicepresidente esecutivo.

CALCIOMERCATO 19/20 - La campagna trasferimenti dell’estate del 2019 ha portato gli acquisti a titolo definitivo di Spinazzola, Diawara, Pau Lopez, Cetin, di Mancini e Veretout a titolo temporaneo con obbligo, condizionato al verificarsi di determinati eventi sportivi, di trasformare l’acquisto temporaneo in definitivo. Sono invece arrivati in prestito Zappacosa, Smalling, Mkhitaryan e Kalinic, quest’ultimo con opzione per l’acquisto a titolo definitivo. Sul fronte delle cessioni, invece, sono stati definiti i trasferimenti definitivi di El Shaarawy, Gerson, Marcano e Verde, mentre sono stati ceduti a titolo temporaneo, fino al 30 giugno 2020, Olsen, Karsdorp, Nzonzi (nel contratto con il Galatasaray è presente un’opzione per estendere il prestito di un anno e per l’acquisto definitivo) e Schick, quest’ultimo con opzione di riscatto. Inoltre, sono state definite le cessioni a titolo temporaneo con obbligo di riscatto di Defrel, Gonalons e Coric. Sono stati inoltre prolungati i contratti di Dzeko fino al 2022, di Fazio fino al 2021, di Zaniolo fino al 2024, di Under fino al 2023 e di Spinazzola fino al 2024 (al momento dell’acquisto l’esterno arrivato dalla Juventus aveva firmato per quattro anni).

BOND - Per rifinanziare il debito del gruppo è stato emesso un prestito obbligazionario non convertibile del valore massimo complessivo di 275 milioni di euro, con scadenza al 1 agosto 2024. Il tasso di interesse sul prestito è fisso e pari al 5,125%.

RICAVI - I ricavi, pari a 232,75 milioni di euro, in calo di 18,1 milioni rispetto al bilancio chiuso al 30 giugno 2018, che poteva contare sui proventi arrivati grazie alla conquista della semifinale di Champions League, si compongono di (variazione rispetto al 2017/18):

- ricavi da gare per 66,28 milioni (-10,94 mln)

-ricavi delle vendite commerciali e licensing per 7,72 milioni (-0,092 mln)

- sponsorizzazioni per 24,22 milioni (+12,38 mln)

- diritti televisivi e diritti di immagine per 111,92 milioni (-16,64 mln)

- proventi pubblicitari per 11,4 milioni (-2,42 mln)

- altri ricavi per 11,22 milioni (-0,41 mln)

 

(...)

COSTI - I costi, al netto del risultato della gestione operativa del parco calciatori, sono pari al 30 giugno 2019 a 351,88 milioni di euro, in aumento di 62,61 milioni di euro rispetto all’esercizio precedente. Questa la composizione dei costi (variazione rispetto al 2017/18):

- costi per materie di consumo per 7,03 milioni (+0,15 mln)

- costi per spese per servizi per 54,78 milioni (+7,4 mln)

-  costi per spese per godimento di beni di terzi per 10,87 milioni (+0,2 mln)

-  costi per le spese per il personale per 184,42 milioni (+25,58 mln)

-  costi per oneri diversi di gestione per 7,37 milioni (+1,08 mln)

(...)

AMMORTAMENTI - Gli ammortamenti e le svalutazioni sono pari a 87,41 milioni di euro, in aumento di 28,19 milioni di euro, sostanzialmente dovuto alla maggiore incidenza degli ammortamenti dei diritti pluriennali alle prestazioni sportive dei calciatori.

PLUSVALENZE E MINUSVALENZE - La Gestione del parco calciatori dell’AS Roma ha determinato, nell’esercizio, un risultato netto positivo pari a 132,33 milioni di euro, in crescita di 86,41 milioni di euro, rispetto all’esercizio precedente.

I proventi, pari a complessivi 148,26 milioni di euro, registrano un incremento di 78,70 milioni di euro, rispetto all’esercizio passato, sostanzialmente imputabile alla maggior incidenza delle plusvalenze realizzate ed al miglioramento degli altri proventi della gestione sportiva. Questa voce del bilancio è così composta:

1) Plusvalenze realizzate, pari a 130,08 milioni di euro e risultano così suddivise:

-  Alisson ceduto al Liverpool per una plusvalenza di 57,61 milioni di euro;

-  Gyomber ceduto al Perugia per una plusvalenza di 62mila euro;

-  Manolas ceduto al Napoli per una plusvalenza di 31,12 milioni di euro;

-  Luca Pellegrini ceduto alla Juventus per una plusvalenza di 21,1 milioni di euro;

-  Ponce ceduto allo Spartak Mosca per una plusvalenza di 1,49 milioni di euro;

-  Radonjic ceduto alla Stella Rossa per una plusvalenza di 1,91 milioni di euro;

-  Andrea Romagnoli ceduto allo Spartak Mosca per una plusvalenza di 3 milioni di euro;

-  Strootman ceduto al Marsiglia per una plusvalenza di 17,25 milioni di euro.

2) Proventi per cessioni temporanee, pari a 2,20 milioni di euro, registrano un incremento di 1,05 milioni di euro e si riferiscono alla cessione dei calciatori Corlu (Lyngby BoldKlub), Sadiq (Rangers), Bruno Peres (Sao Paulo), Defrel (Sampdoria) e Gerson (Fiorentina).

3) Premi carriera, preparazione, addestramento e formazione tecnica, pari a 20mila euro, sono riconosciuti da altre squadre di Serie A per la formazione di calciatori del settore giovanile.

4) Altri proventi, pari a 15,36 milioni di euro sono relativi, per 15,04 milioni di euro a bonus riconosciuti da squadre di calcio, relativamente al trasferimento dei calciatori: Alisson e Salah (Liverpool), Rudiger (Chelsea), Machin (Pescara), Mario Rui (Napoli), Ponce (AEK), Politano (Sassuolo) e Di Mariano (Novara). Il residuo importo, di 317mila euro è relativo al provento riconosciuto dalla FIFA per la partecipazione di tesserati ed ex tesserati della Roma ai mondiali di Russia 2018, per la misura eccedente a quanto accertato nell’esercizio precedente.

Gli oneri, pari complessivamente a 15,93 milioni di euro, registrano un decremento di 7,71 milioni di euro, rispetto all’esercizio precedente. Questa voce del bilancio è così composta:

5) Minusvalenze, pari a 1,32 milioni di euro), in diminuzione di 8,2 milioni di euro nell’esercizio, sono determinate, per 77mila euro, dalle seguenti cessioni a titolo definitivo:

- Corlu ceduto al Brondby per una minusvalenza di 32 mila euro;

- Matteo Ricci ceduto allo Spezia per una minusvalenza di 45 mila euro;

Inoltre, si è provveduto ad adeguare a fine esercizio la valutazione dei calciatori sulla base del fair value per l’importo di 1,25 milioni di euro, di cui 29mila euro per operazioni di mercato effettuate nei mesi di luglio e agosto 2019, derivanti da cessioni e risoluzioni contrattuali riferite ai tesserati Cargnelutti (Modena) e Buso (Virtus Entella).

6) Oneri di solidarietà FIFA, pari a 3,54 milioni euro, sono dovuti, in base alla normativa FIFA, per il trasferimento internazionale dei calciatori. In particolare, sono riferiti, per 3,16 milioni di euro, alla solidarietà dovuta in relazione alla cessione di Alisson al Liverpool. Il residuo importo, pari a 374mila euro, è relativo ai contributi di solidarietà spettanti per la cessione di Salah al Liverpool, Radonjic alla Stella Rossa, Ponce allo Spartak Mosca e Doumbia allo Sporting Lisbona.

7) Oneri per cessioni temporanee di calciatori, pari a 18mila euro, sono relativi all’acquisizione temporanea di Felipe Estrella per la squadra Primavera.

8) Premi carriera, preparazione, addestramento e formazione tecnica, pari a 386mila euro, in diminuzione di 260mila euro nell’esercizio, sono riconosciuti a squadre di calcio dilettantistiche per la formazione di calciatori del settore giovanile.

9) Altri oneri della gestione calciatori, pari a 10,67 milioni di euro, in crescita di 3,35 milioni di euro nell’esercizio, si compongono, per 4,25 milioni di euro da oneri accessori contrattualmente previsti per l’acquisizione di calciatori e di bonus contrattualmente riconosciuti alle squadre di provenienza, in sede di successiva cessione dei diritti alle prestazioni sportive del calciatore, ad altri team. Il residuo importo di 6,42 milioni di euro è relativo a commissioni riconosciute ad intermediari sportivi, per attività svolte per conto della società nell’ambito delle operazioni di trasferimento dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori.

ONERI FINANZIARI - La Gestione finanziaria, registra oneri netti per 28,09 milioni di euro, in aumento di 3,38 milioni di euro nell’esercizio. I proventi finanziari sono stati pari a 2,61 milioni di euro, invece gli oneri finanziari sono stati pari a 30,70 milioni di euro. Tali oneri sono riferiti, per 20,07 milioni di euro ad interessi maturati sul finanziamento c.d. Facility Agreement della partecipata ASR Media and Sponsorship, relativamente all’operazione di rifinanziamento del debito finanziario di gruppo conclusasi nel febbraio 2015 e rinegoziata nel mese di giugno 2017.

ACCANTONAMENTI E TASSE - Sono stati effettuati accantonamenti ai fondi rischi, per adeguarli a fine esercizio, sulla base della stima di potenziali contenziosi e vertenze legali e fiscali, pari a 600mila euro. Nell’esercizio sono state accertate imposte correnti e differite per 8,96 milioni di euro, in crescita di 988mila euro.

PATRIMONIO NETTO - Il Patrimonio netto consolidato al 30 giugno 2019 è negativo per 127,5 milioni di euro, in peggioramento di 22 milioni di euro rispetto al 30 giugno 2018 per effetto della contabilizzazione del Risultato economico del periodo, pari a 24,3 milioni di euro e per effetto degli impatti rivenienti dall’adozione dei nuovi principi contabili internazionali.

POSIZIONE FINANZIARIA - La posizione finanziaria netta consolidata (dato che include le attività finanziarie non correnti) al 30 giugno 2019 evidenzia un indebitamento netto pari a 220,6 milioni di euro, e si confronta con un valore pari a 218,8 milioni di euro al 30 giugno 2018. Nel dettaglio, la posizione finanziaria netta consolidata al 30 giugno 2019 si compone di disponibilità liquide, per 18,1 milioni di euro, crediti finanziari non correnti, per 16,7 milioni di euro e indebitamento, per complessivi 255,5 milioni di euro.

CARTELLINI E COMMISSIONI AGENTI - La Roma ha inoltre pubblicato il costo dei cartellini dei giocatori e le commissioni per gli agenti, non solo in caso di acquisto ma anche in caso di rinnovo. Viene fatto presente che, per il trasferimento di Schick, si è tenuto conto, ad incremento del costo capitalizzato al 30 giugno 2019, della cosiddetta virtual certainty di avveramento della condizione, entro il 1° febbraio 2020, che determinerà la maturazione dell’ulteriore corrispettivo, da riconoscere alla Sampdoria, per un importo pari al 50% del prezzo di cessione, con un minimo garantito di 20 milioni di euro. Tale importo sarà comunque dovuto anche nel caso in cui il calciatore risulterà ancora tesserato per la Roma a tale data. Ecco il prospetto completo:

AGOSTINELLI – 0 milioni di euro cartellino, 120mila euro commissione, costo totale 120mila euro.

BAMBA – 0 milioni di euro cartellino, 35mila euro di commissione per il rinnovo del contratto, costo totale 35mila euro.

BIANDA – 6 milioni di euro cartellino, 245mila euro commissione, costo totale 6 milioni e 245mila euro.

BOUAH - 0 milioni di euro cartellino, 125mila euro di commissione per il rinnovo del contratto, costo totale 125mila euro.

BUSO – 0 milioni di euro cartellino, 30mila euro commissione, costo totale 30mila euro.

CALAFIORI – 0 milioni di euro cartellino, 35 mila euro di commissione per il rinnovo del contratto, costo totale 35mila euro.

CAPRADOSSI - 130mila euro cartellino, 60mila euro di commissione per il rinnovo del contratto, costo totale 190mila euro.

CENGIZ UNDER - 15,53 milioni di euro cartellino, 1,35 milione di euro commissione, costo totale 16,83 milioni di euro.

CORIC – 8 milioni di euro cartellino, 1 milione di euro commissione, costo totale 9 milioni di euro.

CRISTANTE – 27 milioni di euro cartellino, 600mila euro commissione, costo totale 27,6 milioni di euro.

FLORENZI – 2,5 milioni di euro cartellino, 2 milioni di euro di commissione per il rinnovo del contratto, costo totale 4,5 milioni di euro.

FUZATO – 500mila euro cartellino, 1 milione di euro commissione, costo totale 1,5 milioni di euro.

KLUIVERT – 17 milioni e 250mila euro cartellino, 4 milioni di euro commissione, costo totale 21,250 milioni di euro.

MARCANO – 0 milioni di euro cartellino, 2 milioni di euro commissione, costo totale 2 milioni di euro.

MIRANTE – 4 milioni di euro cartellino, 450mila euro commissione, costo totale 4,45 milioni di euro.

NZONZI – 27 milioni e 931mila euro cartellino, 1 milione e 500mila euro commissione, costo totale 29,431 milioni di euro.

OLSEN – 9 milioni di euro cartellino, 2 milioni e 300mila euro commissione, costo totale 11,3 milioni di euro.

PASTORE – 24 milioni e 661mila euro cartellino, 1 milione di euro commissione, costo totale 25,661 milioni di euro.

RICCARDI – 0 milioni di euro cartellino, 470 mila euro di commissione per i rinnovi del contratto, costo totale 470mila euro.

SANTON – 9 milioni e 500mila euro cartellino, 500mila euro commissione, costo totale 10 milioni di euro.

SCHICK – 38 milioni e 393mila euro cartellino, 2 milioni e 730mila euro commissione, costo totale 41,123 milioni di euro.

ZANIOLO – 4 milioni e 500mila euro cartellino, 1 milione e 200mila euro commissione, costo totale 5,7 milioni di euro.

REMUNERAZIONE DIRIGENTI - Oltre al progetto di bilancio il club ha pubblicato la relazione sulla remunerazione dei dirigenti. Da tale documento si evince che l’accordo di risoluzione (datato settembre 2018) del rapporto di lavoro tra la Roma e Gandini, ex amministratore delegato della società, ha stabilito che al dirigente spetta un ammontare lordo di 856.664 euro, da corrispondere in tredici rate mensili, a titolo di transazione. Per quanto riguarda gli altri dirigenti il 10 giugno 2019, il contratto del vice presidente esecutivo Baldissoni è stato ulteriormente esteso fino 30 giugno 2021 agli stessi termini e condizioni di quello da direttore generale, che stabiliva un compenso annuo lordo di 752mila euro e un premio annuo fino ad un importo massimo di 250mila euro legato al raggiungimento di determinati risultati sportivi e gestionali del club (non è scattato l’anno passato). Dal 1 gennaio Fienga è invece entrato in carica nel ruolo di ceo. Per il dirigente è stato stabilito un compenso annuale lordo su base fissa pari ad 840mila euro e un premio annuo fino ad un importo massimo di 250mila euro, legato al raggiungimento da parte della società di determinati risultati economici e sportivi. Viene poi ricordato che l’8 marzo 2019 il direttore sportivo Ramon Rodriguez Verdejo (Monchi) e la società hanno raggiunto un accordo per la risoluzione consensuale anticipata del contratto, convenendo che null’altro è economicamente dovuto al ds spagnolo oltre a quanto previsto sino alla data della risoluzione.

(...)

PROPRIETA’ DEL CLUB - Il capitale sociale della Roma è costituito da un totale di 628.882.320 azioni ordinarie. In base alle risultanze del libro soci gli unici soggetti che risultano, direttamente o indirettamente, titolari di azioni con diritto di voto in misura superiore del 5% del capitale sottoscritto e versato sono:

- AS Roma SPV, LLC che possiede 20.708.308 azioni ordinarie, pari al 3,293% del totale;

- Neep Roma Holding S.p.A. che possiede 523.760.227 azioni ordinarie, pari all’83,284% del totale.

NEEP Roma Holding S.p.A. è partecipata per il 100% dalla AS Roma SPV LLC, che a sua volta detiene in proprio il 3,293% delle azioni con diritto di voto di A.S. Roma S.p.A. AS Roma SPV, LLC ha quindi il controllo dell’86,577% della società.

PROCEDIMENTI GIUDIZIARI E CONTENZIOSI - La Roma è parte, attiva e passiva, di alcuni procedimenti giudiziari di cognizione ordinaria e d’ingiunzione, nonché di contenziosi di varia natura, il cui esito è, allo stato attuale, oggettivamente incerto, e che riguardano, in particolare, rapporti pregressi con calciatori, fornitori, collaboratori e consulenti; le valutazioni operate degli Amministratori in merito alle appostazioni di bilancio per i procedimenti e contenziosi passivi sono basate sulle loro migliori conoscenze alla data di redazione dello stesso. La Società, infatti, con l’assistenza dei propri legali, gestisce e monitora costantemente le controversie in corso e procede, qualora necessario, sulla base del prevedibile esito delle stesse, ad effettuare stanziamenti ad appositi fondi rischi.

1) Contenziosi tributari:

-  Periodo d’imposta 2000: è pendente in Cassazione il giudizio relativo a IVA per l’anno di imposta 2000. L’importo della controversia è pari a 0,4 milioni di euro, oltre sanzioni e interessi.

-  Periodo di imposta 2001: è pendente in Cassazione il giudizio relativo al presunto tardivo versamento della prima rata del condono ai sensi dell’art. 8 della legge n.289/2002. L’importo della controversia è pari a 0,5 milioni di euro a titolo di sanzioni e interessi, somme inizialmente versate dalla Società e successivamente alla stessa rimborsate a seguito della decisione dei giudici di secondo grado.

2) Contenzioso con Basic Italia (Kappa): con accordo sottoscritto in data 7 gennaio 2019, AS Roma, Soccer e Basic hanno convenuto di transigere la controversia tra loro insorta, rinunciando alle reciproche pretese, domande, ragioni e diritti azionati, con impegno congiunto a far estinguere il relativo giudizio per abbandono.

3) Contenzioso con Batistuta: Batistuta citava in giudizio la AS Roma al fine di dichiarare l’inadempimento delle società e condannare la società al risarcimento dei danni patiti dall’attore, quantificati in circa 7,9 milioni di euro e corrispondenti a quanto l’argentino avrebbe dovuto percepire in forza dell’accordo per cui è causa con la maggiorazione del 30 % prevista dallo stesso accordo e con gli interessi decorrenti dalle singole scadenze all’effettivo soddisfo; nonché al risarcimento dei danni per mancato guadagno, perdita di chance conseguente all’impossibilità di Batistuta di considerare offerte provenienti da società interessate alla sua immagine a causa del vincolo contrattuale, quantificabile in via equitativa in 1 milione di euro, ovvero nella diversa maggiorazione o minore somma che sarà di giustizia o provata in corso di causa. Con sentenza n. 20447/13 il Tribunale di Roma respingeva le domande attoree, condannando il Batistuta al pagamento delle spese di lite. In data 3 dicembre 2014, il Sig. Batistuta ha notificato l’atto di appello avverso detta sentenza e in data 28.09.2015 AS Roma si costituiva in giudizio. Il giudizio è stato aggiornato per la precisazione delle conclusioni all’udienza del 12 maggio 2020.

4) Contenzioso con Lubrano: con sentenza n. n. 2105/2019, depositata il 14 maggio 2019, la Corte di Appello di Milano riformando parte della sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Milano, ha parzialmente accolto l’appello proposto dal Prof. Avv. Filippo Lubrano, condannando l’AS Roma al pagamento della somma complessiva di Euro 1.079.740,00 in favore del Prof. Avv. Filippo Lubrano, oltre spese generali e oneri accessori di legge. A fronte della sentenza emessa dalla Corte di Appello di Milano, in data 17 maggio 2019 AS Roma ha attivato la manleva nei confronti di Unicredit S.p.A., in ragione degli accordi intercorsi tra le parti ai sensi del contratto denominato “Share Purchase Agreement” del 15 aprile 2011, avente ad oggetto l’acquisizione delle quote di maggioranza della Società.

5) Contenziosi di lavoro: si segnala che la Roma è parte di alcuni contenziosi aventi ad oggetto l'accertamento di differenze retributive, promossi nei confronti della Società. Il petitum complessivo è pari a circa 690 mila euro.

6) Altri contenziosi: sono state promosse circa 20 cause nell’ambito delle quali sono state avanzate richieste risarcitorie nei confronti del Gruppo AS Roma, per un petitum complessivo pari a 10 milioni di euro, per lo più riconducibili a contenziosi per inadempimenti contrattuali e risarcimento danni. A parere della società, anche alla luce di esperienze pregresse in simili procedimenti, il rischio di soccombenza in tali contenziosi risulta remoto e/o scarsamente significativo.

BILANCI SEPARATI

1) Il Risultato economico separato di A.S. Roma S.p.A al 30 giugno 2019 è negativo per 20 milioni di euro, rispetto alla perdita di 18,8 milioni di euro dell’esercizio precedente, con una variazione negativa di circa 1,2 milioni di euro. I ricavi complessivi, tenuto conto dei proventi della Gestione operativa calciatori, sono stati pari a 352,3 milioni di euro, rispetto a 289,3 milioni di euro al 30 giugno 2018, e l’EBITDA, calcolato tenendo conto della gestione operativa dei calciatori, è positivo per 87,7 milioni di euro, rispetto a 58,6 milioni di euro al 30 giugno 2018.

2)  Il Risultato economico separato di Soccer SaS al 30 giugno 2019 è negativo per 4,3 milioni di euro, rispetto alla perdita di 7 milioni di euro al 30 giugno 2018, con una variazione positiva di circa 2,7 milioni di euro. Il margine operativo Lordo (EBITDA) è negativo per 9,9 milioni di euro (14,4 milioni di euro, al 30 giugno 2018), con un miglioramento di 4,5 milioni di euro rispetto al precedente esercizio.

3)  L’esercizio 2018/19, si è chiuso con un Risultato positivo per 8,5 milioni di euro (10,7 milioni di euro, al giugno 2018). I Ricavi operativi sono pari a 22,8 milioni di euro, e sono relativi ai proventi riconosciuti da Soccer Sas nell’ambito del contratto di affitto di azienda. Il Margine operativo lordo al 30 giugno 2019 (EBITDA) è positivo per 22,5 milioni di euro. La gestione finanziaria netta è negativa per 6,6 milioni di euro, e tiene conto di interessi passivi, maturati sulla base del Contratto di Finanziamento, e attivi, maturati sulla base del contratto di finanziamento intercompany con Soccer SAS. La Gestione fiscale, infine, presenta un saldo negativo di 5,6 milioni di euro, per Imposte correnti e differite (passive).

4) L’esercizio 2018/19, si è chiuso con un Risultato positivo per 0,02 milioni di euro (0 milioni di euro, al giugno 2018). I Ricavi operativi, pari a 7,6 milioni di euro sono interamente riferibili ai servizi prestati dalla Società a favore di Soccer Sas. I Costi operativi dell’esercizio, pari a 7,4 milioni di euro, sono essenzialmente relativi ai costi del personale e delle forniture di servizi dedicate alla progettazione ed alla realizzazione delle attività di produzione, emissione e diffusione dei canali Roma TV e Roma Radio e di tutte le attività Media del Gruppo. Il Margine operativo lordo al 30 giugno 2019 (EBITDA) è positivo per 0,2 milioni di euro. La gestione finanziaria netta è negativa per 8 migliaia di euro, e le imposte correnti sono pari a 59 migliaia di euro.

CONSIDERAZIONI FINALI - La stagione 2018/19, secondo quanto scritto da


Italia-Grecia, Spinazzola probabile titolare

Domani sera, allo Stadio Olimpico di Roma, si giocherà la partita di qualificazione a EURO2020 tra Italia e Grecia. Tra i romanisti convocati, oltre a Zaniolo, Cristante e Mancini, c'è anche Spinazzola. Il terzino, secondo quanto riportato da Roma TV, dovrebbe iniziare la gara tra gli undici titolari scelti dal CT Roberto Mancini. 


Questo sono io: Chris Smalling

ASROMA.COM - Il rapporto tra Chris Smalling è il calcio è nato in tenera età. Da lì è andato avanti, tra momenti difficili e coincidenze positive che lo hanno portato a vestire tra le altre le maglie del Manchester United, della nazionale inglese fino a quella della Roma.

Lo abbiamo intervistato e lui ci ha raccontato tutto così...

Chris, partiamo dall’inizio. Quali sono i tuoi primi ricordi legati al calcio?
“Probabilmente, il mio primo ricordo legato al calcio è di quando mio fratello e io giocavamo in giardino. Mia madre ci iscrisse subito in una squadra a due passi da casa nostra, i Walderslade Boys, forse eravamo nell’Under 7. Penso che sia anche il mio primo ricordo in assoluto. Ho giocato lì fino all’Under 12 o Under 13. È stata una fortuna avere una squadra a due passi da casa. È così che tutto è cominciato”.

Quindi ti è sempre piaciuto il calcio?
“Certamente. E questo vale sia per me sia per mio fratello. Facevamo diversi sport, come rugby, cricket, atletica, ma avere la possibilità di iscriverci in un club di calcio, il nostro sport preferito, far parte di una vera squadra, con la divisa e tutto il resto, ci rendeva davvero felici e impazienti di arrivare al weekend. Era bellissimo".

E poi? Sei stato selezionato dalle giovanili di una squadra professionistica?

“Sì, giocavo sia nel Walderslade Boys, sia nella mia scuola. All’incirca 11 anni il mio insegnante mi segnalò per i provini della rappresentativa della contea del Kent. Riuscii a entrare in quella squadra che era molto seguita da vari osservatori, tanto che nel corso della stagione fui preso dal Millwall, dove ho giocato fino ai 15 o 16 anni. È stata la prima volta in cui ho attratto l’interesse di una squadra professionistica, tutto questo grazie al fatto di giocare nella rappresentativa della contea e grazie all’aiuto del mio insegnante, che mi ha anche accompagnato ai provini perché mia mamma non aveva la patente. Devo dire di essere stato molto fortunato perché ho trovato tanto aiuto nella mia fase di crescita”.

Prima di quei provini, eri già consapevole di essere un buon giocatore?
“Me ne ero reso conto nell’ambito della mia squadra e della mia scuola, mi sentivo tra i migliori in quelle realtà. Ma quando si è così piccoli non ci si pensa, non ci si mette pressione addosso, si pensa solo a divertirsi giocando a calcio. Ecco, fare tutto questo in maniera rilassata e senza troppe pressioni sicuramente aiuta a dimostrare al meglio ciò che si sa fare”.

Come è stata l’esperienza nelle giovanili del Millwall?
“Bellissima, passai dall’allenarmi e giocare una volta a settimana all’allenarmi due, tre volte alla settimana con altri giovani calciatori di talento. Tuttavia, sempre perché mia mamma non guidava, ero costretto a saltare alcuni allenamenti. Le strutture erano lontane da casa mia, quindi era difficile essere presente sempre e perciò a volte dovevo allenarmi con ragazzi più grandi di me di una o due categorie nei giorni in cui riuscivo a esserci. È stata durissima e ho fatto tanta fatica, anche perché il mio sviluppo fisico non era molto rapido a quei tempi, ma penso di aver imparato moltissimo, anche se è stata dura. Sono stati tempi difficili, ma credo che giocare con ragazzi più grandi di me mi abbia aiutato nel lungo periodo”.

Adesso puoi guardarti indietro e vederla come un qualcosa che ti ha aiutato, ma ai tempi deve essere stata durissima.
“Sì, era una lotta. Io volevo allenarmi tutti i giorni in cui anche i miei compagni lo facevano, ma invece dovevo saltare per forza degli allenamenti. Vedevo che gli altri stavano crescendo in modo costante e volevo farlo anch’io, quindi mi sembrava di star perdendo un’occasione. Alla fine sono stato escluso perché stavo crescendo troppo lentamente. L’ho vissuta come un’opportunità sprecata, ma poi sono andato a giocare in una squadra locale e ho solo pensato a divertirmi giocando a calcio”.

Ti aspettavi di essere escluso?
“Forse sì, in realtà, perché ho saltato tanti allenamenti. Diciamo che avevo bisogno di trovare qualcosa più vicino a casa, perché gli spostamenti stavano diventando sempre più gravosi. All’inizio c’era un compagno che viveva vicino a me che mi dava un sacco di passaggi, ma poi si è infortunato e non ho più potuto contare su di lui. Insomma, non era per niente una situazione ideale. Ovviamente rimasi molto deluso e sentii di aver perso una grandissima opportunità".

E poi? Sei tornato a giocare con la tua squadra locale e per la tua scuola?
“Ho continuato a giocare per la rappresentativa della contea, venivo sempre convocato e mi divertivo. Poi, sono andato al Maidstone United e avrei dovuto giocare nell’Under 16, ma sono stato subito promosso nell’Under 18 e nella Squadra Riserve e, poco dopo, sono finito in Prima Squadra. Quella è stata la mia prima esperienza nel calcio dei grandi. Altra cosa importante, ho avuto la possibilità di fare un provino per la Nazionale Scolastica dell’Inghilterra per poi essere convocato. È stata un’altra occasione per farmi vedere da tanti osservatori. I ragazzi della Nazionale Scolastica fanno parte di club dilettantistici, quindi gli osservatori vanno sempre a caccia di uno o due giocatori interessanti. È stato molto utile. Ho anche disputato partite in Prima Squadra col Maidstone, insomma, passi importanti in avanti nel mondo del calcio. Ai tempi ero magrolino e ho preso diversi colpi, anche perché gli attaccanti avversari mi vedevano come un potenziale punto debole, ma sono stati momenti chiave per la mia crescita".

Pensavi a questo quando sei andato al Maidstone? Oppure era solo la scelta migliore per continuare a giocare in una squadra un po’ più organizzata?

“Direi la seconda. Stavo andando avanti con gli studi e già pensavo all’Università. In termini calcistici, a me andava bene allenarmi due o tre volte alla settimana con una squadra semi-professionistica, vedere poi come stavo, quanto mi divertivo e che impegno mi avrebbe richiesto. Tuttavia, ero molto più concentrato sui libri di scuola. Ovviamente il calcio mi piaceva tantissimo ed è stata una grandissima sfida per me”.

Ti pagavano?
“All’inizio giocavo nell’Under 18 e poi con le riserve. Anche quando ho cominciato a entrare in prima squadra, credo che stessi ancora pagando la quota! Nella stagione successiva ero fisso in prima squadra, ma, in tutta onestà, non ricordo di essere stato pagato, mi pare che non avessi nemmeno uno straccio di contratto. Forse se fossi rimasto per la stagione successiva, avremmo trovato un accordo in tal senso".

A quel punto forse non pensavi più di poter diventare un calciatore professionista vero? Non ti sembra che questa possibilità sia sparita per poi ricomparire?
“Penso che quando ero molto più giovane e giocavo per la contea ed ero appena approdato al Millwall, diventare un professionista fosse un obiettivo realistico. Ovviamente, dopo essere stato tagliato ho avuto i miei dubbi, anche perché c’erano tanti giocatori bravi in tutte le categorie, ma anche con un po’ di fortuna, solo uno o due tra loro sarebbero poi riusciti ad arrivare fino in fondo. Quindi, sì, avevo cominciato ad abbandonare l’idea. Anche quando giocavo nel Maidstone e nella Nazionale Scolastica pensavo più a quale Università e quale corso di studi avrei frequentato. Pensavo perlopiù a far bene a scuola e, dopo gli esami finali, sono stato chiamato per due provini. Anche lì non mi sono lasciato prendere la mano, ho pensato soprattutto agli esami e ai voti per poi andare a fare questi provini senza alcuna pretesa. Ecco il perché della mia spensieratezza, sapere che già mi ero preparato un’altra strada mi ha fatto andare lì senza alcuna pressione. Se così non fosse stato, se non avessi avuto alternative, allora forse sarei stato troppo nervoso. Mi sono soltanto detto “proviamoci, se poi va bene, deciderò!”.

Se questi provini fossero stati sei o nove mesi dopo, avresti già cominciato l’università?
“Sì perché i provini si sono tenuti d’estate. Due mesi dopo avrei già cominciato a frequentare l’Università, quindi l’unico momento per farli era quello. La stagione calcistica delle scuole stava finendo in quel periodo, ecco perché facevano i provini in quei giorni. Probabilmente sarei andato all’Università e poi mi sarei unito a una squadretta del luogo, pensavo solo a quello. Diciamo che il tempismo è stato molto importante”.

E poi cosa è successo? 

“Sì perché alla fine fui scelto in entrambi i provini. Sono stato davvero fortunato col Middlesbrough, sono andato là e volevo rimanerci. Mio fratello e mia mamma mi hanno accompagnato e siamo rimasti davvero colpiti, volevo firmare subito perché il posto mi piaceva tantissimo. Poi, ho avuto la possibilità di andare al Fulham, una struttura altrettanto meravigliosa. All’improvviso, dal non avere altra scelta, ho potuto scegliere. È stato un vortice di emozioni”.

Hai parlato con l’allenatore dell’epoca del Fulham, Roy Hodgson?
“Sì, l’allenatore era Roy Hodgson, mentre sulla panchina del Middlesbrough c’era l’attuale CT dell’Inghilterra Gareth Southgate. Abbiamo parlato con entrambi in momenti diversi. Ero in prova al Fulham e ho giocato una partita di allenamento con la squadra riserve. L’ufficio di Roy dava proprio sul campetto di allenamento e, alla fine della partita, uno dei preparatori mi ha chiesto di andare in ufficio perché il mister voleva parlare con me. Una volta arrivato mi ha detto di avermi guardato e di essere rimasto molto colpito. Poi mi ha detto che anche lui aveva giocato nel Maidstone, ne abbiamo parlato un po’ e ci siamo trovati subito in sintonia. Mi sono sentito nel posto giusto al momento giusto. Certo, è davvero surreale vedere due allenatori di Premier League venire a parlare con te e dimostrare il loro interesse nei tuoi confronti”.

Al Fulham le cose sono state veloci, sei entrato quasi subito in prima squadra…
“Sì, è successo tutto in fretta. Dopo aver firmato, ho fatto una preparazione durissima, era la prima volta che affrontavo un precampionato così duro e il mio corpo stava davvero cadendo a pezzi! Mi allenavo tutti i giorni, per poi tornare a casa e addormentarmi. L’adattamento è stato duro ma necessario. Billy McKinley era l’allenatore delle riserve ed era davvero duro con noi, ma è stato un grande allenatore per me, mi ha fatto crescere tantissimo e velocemente in quel primo anno. A metà stagione sono diventato capitano della squadra riserve e, verso la fine del campionato, ho cominciato a viaggiare con la prima squadra. Facevo il diciannovesimo uomo, non giocavo ma vivevo l’esperienza delle partite. Ho debuttato all’ultima di campionato, anno in cui siamo arrivati settimi e ci siamo qualificati per l’Europa League. È stato molto importante perché dovevamo giocare più partite, perciò avevo più possibilità di giocare ancora in prima squadra”.

E a metà della stagione successiva, il Manchester United ha bussato alla porta e ti ha acquistato!
“Già, in quella stagione giocavo in Europa League, alcune partite di Premier e a Natale lo United ha raggiunto un accordo per acquistarmi, lasciandomi al Fulham in prestito fino a fine stagione, permettendomi di giocare altre partite per poi andarmene in estate”.

Come è successo? Si stava realizzando un sogno per te…

“Già, è vero, ha dell’incredibile. Anche perché quando leggete le notizie da fuori, sembra che siano cose che i giocatori sanno già da vari mesi, ma in realtà non è andata così. Sapevo di aver suscitato l’interesse dell’Arsenal e che si stavano intavolando delle trattative. Essendo io un tifoso dell’Arsenalne ero felicissimo. Tuttavia, il Manchester United è sbucato fuori dal nulla. Dovevamo giocare in trasferta col Blackburn e stavo scendendo dal pullman che ci aveva portato fin là. "All’improvviso, Roy mi chiama e mi dice: “il Manchester United ha formulato un’offerta per te. Sarà accettata. Sir Alex Ferguson vuole incontrarti nella tua stanza d’albergo fra 40 minuti”". “Bene, wow, ok”.   “Non riuscivo a crederci, ovviamente ho chiamato subito mia mamma per informarla, poi mi sono seduto nella mia stanza d’albergo. Mi guardavo intorno, assicurandomi che non ci fossero cose imbarazzanti o in disordine anche se avevo appena fatto il check-in! E tuttavia pensavo, dentro di me: ‘Di cosa parliamo? E se ci fosse un silenzio imbarazzante?’. Poi però Sir Alex è arrivato e mi ha messo subito a mio agio. Penso di aver parlato con lui per tre ore o forse di più. Erano passate almeno tre ore da quando avevo controllato il telefono l’ultima volta. È stata una conversazione molto piacevole, ovviamente lui era molto interessato a me per venire fin dove mi trovavo, specialmente considerando tutto ciò a cui doveva pensare in quel periodo. È stato davvero un grandissimo atto di fiducia”.

Non temevi che fosse un po’ troppo presto per una mossa del genere? Avevi appena cominciato a giocare nella prima squadra del Fulham…
“È una delle cose di cui abbiamo parlato. Prima di fare un altro trasferimento, dovevo pensarci bene. Non volevo rimanere chiuso, lo United ovviamente aveva tanti grandi difensori da cui potevo imparare, ma quello che uno vuole sapere è di avere una chance o meno. E lui è stato molto chiaro sin dall’inizio: ‘se continui a giocare come stai facendo adesso, avrai le tue chance’. Avevo giocato un buon numero di partite in quella stagione, più di 30, mi pare. 
Quindi, quella era l’unica cosa da prendere in considerazione: a quei tempi c’erano Rio Ferdinand e Nemanja Vidic, poi c’erano Wes Brown e Jonny Evans e anche John O’Shea. Tuttavia, lui mi ha trasmesso quella fiducia dicendomi che avrei avuto le mie chance e, allo stesso modo, ho sentito che poteva essere una sfida alla mia altezza, che avrei potuto giocare più partite di quante ne avessi disputate col Fulham in quella stagione. E forse alla fine ce l’ho anche fatta, perché Sir Alex è un uomo di parola. Forse le cose sarebbero state più facili se avessi aspettato un altro anno disputando una stagione intera al Fulham che stava andando alla grande. Ma io avevo bisogno di raccogliere quella sfida”.

Che allenatore era Sir Alex? È rimasto lo stesso dopo il vostro primo incontro?
“Sì, è una persona molto diretta, soprattutto perché avevamo un certo tipo di rosa, voglio dire, una rosa molto grande e piena di qualità, da cui era davvero difficile scegliere soltanto 11 giocatori. Ovviamente io ero molto giovane e non mi aspettavo di scendere in campo in ogni partita, ma, allo stesso modo, avevo tanta voglia di giocare e poi c’erano i giocatori con più esperienza che si aspettavano di giocare. Ma lui era un grande allenatore e riusciva sempre a farci rimanere concentrati su un obiettivo. 
Magari mi diceva che non avrei giocato nella partita successiva, ma che voleva che fossi pronto per martedì. Ha fatto così con me un paio di volte. Una di queste era il derby, che non pensavo che avrei giocato. Mi disse che mi avrebbe lasciato fuori nella partita precedente, per poi aggiungere ‘Perché voglio che tu sia pronto per il derby di sabato’. In questo modo riusciva a mantenere i suoi giocatori motivati e sull’attenti, ci incoraggiava a lavorare sempre un pochino di più, sul controllo palla o qualsiasi altra cosa, per migliorare ancora di più durante la settimana della partita. Comunque, quel derby è stato indimenticabile, la rovesciata di Wayne Rooney, la mia famiglia in tribuna… È una persona unica, perché non è facile tenere i calciatori a bada, specialmente quando ne hai tanti che vogliono giocare”.

Come si affronta la pressione che comporta giocare in un club di caratura mondiale come il Manchester United?

“Sicuramente c’è tanta attenzione in più, sia in Inghilterra sia nel resto del mondo. All’inizio, l’essere tra i più giovani in rosa mi ha tenuto un po’ al riparo, ma alla fine si finisce sempre sotto la lente di ingrandimento in termini di prestazioni e se non si è esattamente all’altezza si viene criticati e si ricevono ulteriori attenzioni. Questo fa parte del gioco, se un calciatore vuole durare in un club come lo United o la Roma, in cui si è sempre sotto la lente di ingrandimento, bisogna accettarlo, imparare e adattarsi. Tuttavia, in quel periodo giocavo molto e la squadra andava molto bene, quindi la transizione è stata più facile. Invece, quando non si gioca si rischia di agitarsi e di far montare la frustrazione in attesa di una chance, e questo rende le cose molto più difficili. Ma, per fortuna, sono stato bene per tutta la stagione e sono stato capace di integrarmi con i compagni e di adattarmi molto bene all’ambiente”.

E alla fine della prima stagione hai ottenuto una medaglia di campione della Premier League. Praticamente soltanto dopo quattro anni dalla tua ultima partita da dilettante hai vinto la Premier League e sei stato convocato in Nazionale. Cosa hai pensato?
“Nel calcio non c’è mai abbastanza tempo per fermarsi a pensare, tuttavia, ci sono stati dei momenti in cui mi è sembrato tutto un po’ assurdo, come quando avevo il trofeo della Premier League tra le mani, oppure scendendo in campo in partite importanti di Champions League. Ma nel calcio tutto scorre velocissimo, vinci una partita e poi tre giorni dopo ne devi affrontare un’altra che è più importante. Bisogna quindi seguire il flusso e poi fermarsi solo alla fine della propria carriera, sperando di essere davvero soddisfatti di quanto è stato ottenuto. Penso che il calcio sia così impegnativo che non ho mai avuto il tempo di godermi o riflettere su quanto fatto fino ad adesso”.

Quali sono i momenti migliori della tua esperienza al Manchester United?
“Forse il primo titolo di Premier League alla prima stagione, ho avuto modo di pensare alle delusioni avute da giovane e a tutti gli sforzi fatti per arrivare sin lì. È il sogno di tanti ragazzi, e realizzarlo è tra le cose migliori. Un’altra cosa molto importante per me è stata indossare la fascia di capitano in finale di Coppa di Lega e vincere. Poi c’è anche il gol nel derby che, specialmente per un difensore, è sempre una bella sensazione. Insomma, tante belle cose”.

In che modo sei cambiato come persona, dalla tua prima volta in campo fino a ciò che sei oggi, qui alla Roma?
“È il calcio. Il calcio è così veloce che passi dall’essere uno tra i più giovani a uno tra i più esperti in breve tempo. Io penso di averlo fatto ispirandomi ai giocatori più esperti, guardandoli e prendendo da loro le cose che facevano in allenamento e fuori dal campo. Adesso eccomi qua. Sono orgoglioso di come mi comporto fuori dal campo, so che ci sono alcuni giovani in squadra che prenderanno me come loro modello. Comunque mi piace questa transizione che mi porta a essere un giocatore maturo in ogni aspetto”.

Sapevi già in questa estate che, molto probabilmente, ti aspettava una nuova sfida?
“Domanda interessante, per cominciare direi che la porta è sempre stata aperta. Ovviamente ho firmato un rinnovo non molto tempo fa e parlavo spesso col mister, prima della preparazione, nel precampionato e all’inizio della stagione. Volevo mantenere un dialogo aperto e, sapendo le opportunità a disposizione, valutare cosa fosse meglio per me. Poi, quando ho detto al mister i miei desideri e di come vorrei sfruttare al massimo le stagioni che mi restano, credo che il panorama si sia fatto più chiaro. L’opportunità è arrivata quasi alla fine della finestra di mercato. Io volevo davvero far parte della squadra, avere un ruolo attivo in ogni partita e non solo ogni tanto. Ero in un momento in cui volevo scendere in campo in ogni occasione”.

Trasferirti all’estero è stato un elemento interessante di questa opportunità o solo un qualcosa in più?
“Non ho mai scartato alcuna ipotesi, andare all’estero o meno, la cosa più importante era il club, a cosa ambisce, quali sono gli obiettivi stagionali e se sono in linea con ciò che voglio io. Dopo aver parlato col mister sulla sua idea di gioco e su come mi avrebbe inserito, non ho avuto bisogno di altro. Poi penso che andare all’estero, in un Paese e una città di cui si parla un gran bene e in un club con una tifoseria meravigliosa… penso che sia un bonus non da poco poter giocare e sperimentare una nuova cultura”.

Sta andando tutto come ti aspettavi?

“Sì, forse anche meglio. Certo, ho saltato le prime due partite, ma stare bene adesso e, tocchiamo ferro, per il resto della stagione vuol dire poter essere determinante in campo, e questo rende il passaggio più facile per quanto riguarda la conoscenza dei compagni dentro e fuori dal campo. La mia famiglia mi ha raggiunto e abbiamo anche preso casa. Tutte le questioni extra-campo stanno andando al loro posto, quindi spero che continui ad andare tutto per il meglio”.

Gli allenamenti qua sono diversi dall’Inghilterra?
“In termini di strutture e programmi non sono molto diversi. Come allo United, anche qua giochiamo a pochi giorni di distanza tra una partita e l’altra, quindi l’allenamento infrasettimanale è perlopiù tattico e di recupero, invece di avere lunghe sessioni. Per quanto riguarda le partite, guardando molto di più la Serie A da quando sono arrivato e studiando le avversarie, credo che rispetto all’Inghilterra qui siano molte di più le squadre che giocano con due punte, il che causa molti più problemi. In Inghilterra spesso si ha a che fare con una sola punta avversaria, quindi l’altro centrale ti può coprire mentre qui spesso ci troviamo in situazioni di due contro due. Capita anche di salire molto più spesso da dietro. Sono tutte sfide nuove per me, ma mi piacciono, anche perché amo i contrasti e gli sprint con le punte, mi ci trovo bene”.

La partita in sé non è andata benissimo, ma contro l’Atalanta hai vinto un bel contrasto contro Zapata un bel biglietto da visita per i tuoi tifosi.
“Sì, abbiamo preparato quella partita e mi aspettavo che Zapata partisse titolare perché è uno dei calciatori più pericolosi dell’Atalanta. Ogni squadra comunque ha tante minacce, è come in Inghilterra, non esistono partite facili, sono le piccole cose a fare la differenza. Ecco perché bisogna sempre essere attenti e concentrati”.

C’è qualche compagno di squadra che ti sta particolarmente aiutando ad ambientarti?
“Sì, onestamente devo dire di essere stato fortunato anche con i preparatori che parlano un buon inglese, e anche tanti giocatori in squadra mi capiscono, una buona metà della rosa ha un ottimo livello di lingua. Tuttavia, voglio imparare l’italiano, sono ancora all’inizio. Per ora sono stato molto fortunato anche col resto, col cibo, con l’assistenza fuori dal campo, con il trasloco, è tutto perfetto.”

Hai già giocato in difesa insieme a Federico Fazio e Gianluca Mancini. Come sta andando?
“Credo che sia stato facile inserirmi nel gioco al loro fianco. In allenamento cambiamo e dividiamo spesso gli accoppiamenti per migliorare l’affiatamento e affrontare scenari diversi tra loro. La pausa per le nazionali ci dà veramente modo di lavorare sulla linea difensiva da mettere in campo, mantenere la posizione, andare in supporto, scambi e tutto il resto. Spesso, quando si gioca ogni tre giorni, è difficile potersi allenare seriamente, ecco perché la pausa per le nazionali ci permette di lavorare a fondo, specialmente per chi non c’era durante la preparazione. Spero quindi di poter giocare bene al fianco di chiunque.”

Come sta andando col mister dal vostro primo incontro in poi?
“Penso che sia molto intelligente. Abbiamo parlato per la prima volta al telefono, io ero ancora a Manchester e lui mi descriveva che tipo di difensore voleva, come le mie caratteristiche lo riflettessero e del fatto che mi volesse nella sua squadra. Me lo ha fatto proprio sentire, e una volta finita la chiamata, mi sono detto: ‘Facciamolo’. È bello lavorare con lui, credo che l’aggressività e il modo in cui vuole che giochiamo siano molto adatti a me. Inoltre, tutto lo staff ci incoraggia continuamente mostrandoci delle clip che descrivono su cosa e come dobbiamo lavorare e migliorare. Mi sembra di imparare qualcosa ogni giorno, mi sto trovando molto bene”.

Non so se lo sapevi, ma da quando sei arrivato la stampa ha parlato molto del fatto che sei vegano, spiegandone le ragioni, e del fatto che in tempi recenti hai usato la tua popolarità per richiamare l’attenzione su temi sociali. Cosa ti ha convinto a dire la tua su queste tematiche?

“Credo perch


Stadio della Roma, Magliaro: "Siamo vicini ad una fumata bianca"

Fernando Magliaro, giornalista de Il Tempo, è intervenuto ai microfoni di TeleRadioStereo per parlare dello Stadio della Roma. Di seguito le sue parole: 

“Al netto di possibili ricorsi, siamo davvero vicini alla fumata bianca, anche se è difficile ormai avventurarsi nei giudizi. Soprattutto perché le previsioni che si fanno possono essere influenzate da imprevisti. Però, essendo ottimisti, potremmo dire che entro sei mesi si potranno iniziare gli scavi per mettere così la prima pietra. Ci saranno ancora molti passi burocratici e degli adempimenti che devono essere portati avanti. Dopo tutto questo tempo che è passato è davvero difficile immaginare che oggi un consigliere qualsiasi possa alzarsi e bloccare tutto. La soluzione è molto vicina, ci stiamo spostando in avanti a piccoli passi, con tanta circospezione. Questa versione del progetto è una versione che potremmo definire pericolosa, soprattutto perché potrebbe non reggere alla prova dei fatti a livello di traffico. Spero però di sbagliarmi e che abbia ragione chi dice che sarà un qualcosa di bello e funzionale. Adesso servirà tanta calma, ma siamo davvero in attesa soltanto della chiamata con l’annuncio della fumata bianca. Ricordiamoci che in questi ultimi anni il cambio di Sindaco e le questioni Parnasi, Lanzalone e De Vito hanno rallentato tutto. Non siamo mai stati così vicini a una risposta concreta“.


Fonseca e l'idea Veretout

INSIDEROMA.COM - SARA BENEDETTI - Fonseca è di indole ottimista, pensa sempre in positivo. E lo aveva fatto anche giovedì sera quando si augurava di riavere a disposizione subito Pau Lopez e Smalling e dopo la sosta anche Under e Perotti. Il tecnico portoghese, però, non aveva ancora fatto i conti con la sfortuna che ieri gli ha tolto pure Zappacosta, riducendogli ancora di più le possibilità di scelta in vista del Cagliari (considerando che sono ancora fuori per un bel po’ sia Pellegrini sia Mkhitaryan). E nel rompicapo odierno, il problema vero sarà andare a capire chi schierare alle spalle di Dzeko. Insistere con Pastore o meno? L’infortunio dello stesso Zappacosta gli ha tolto una soluzione in più, quella magari di schierare lì Zaniolo, spostando magari Spinazzola alto e inserendo l’ex Chelsea come terzino destro. Ed allora, considerando quasi out Florenzi a causa della febbre, in alternativa a Pastore per il ruolo di trequartista centrale c’è al vaglio anche un’altra soluzione, quella di spostare alto Veretout. Già, perché poi Veretout quel ruolo lì in passato lo ha già fatto, anche se all’inizio della propria carriera. Nel Mondiale Under 20, ad esempio, quello vinto dalla Francia in Turchia nel 2013.

Ma da trequartista ha poi giocato anche alcune partite a Nantes e pure in Inghilterra, nell'esperienza vissuta all’Aston Villa. Perché all’epoca aveva una velocità maggiore rispetto a quella di oggi, dove è diventato invece più un centrocampista muscolare, ideale per il box to box. Fonseca potrebbe anche decidere di schierarlo lì, confermando in mezzo come coppia di mediani Cristante e Diawara. Questo, ovviamente, nel caso in cui Fonseca alla fine non decida di riaffidarsi ad Javier Pastore. Che, comunque, due partite così ravvicinate potrebbe soffrirle, considerando che anche il Cagliari in mezzo al campo ci metterà tanta energia ed intensità. Altre soluzioni, in caso, sembrano di difficile lettura. A meno che non recuperi Florenzi, appunto, ed allora Fonseca potrebbe anche spostare Zaniolo al centro e alzare il capitano giallorosso, con Kluivert dall'altra parte.


Fonseca un uomo solo a Trigoria

IL MESSAGGERO - TRANI - Meno male che arriva la sosta per le nazionali. Lo sentiamo dire da sempre, anche quando bisogna decidere il cambio di allenatore in corsa, come è successo al Milan e alla Sampdoria. La pausa è spesso sfruttata anche per i doverosi aggiornamenti sulla preparazione e ancora di più sulla tattica, oltre che al recupero di chi fino a domenica scorsa è rimasto a guardare. Di solito è così. Non a Trigoria, però. Fonseca, incassata la squalifica di 2 turni dal giudice sportivo, fatica a mettere in campo 11 giocatori e quindi ad addestrare la Roma. Che non è numericamente, di questi giorni, squadra. È superfluo aggiungere che il portoghese va comunque avanti con il suo lavoro come se niente fosse, ma è bene contare gli uomini a sua disposizione, con diversi ruoli tra l'altro scoperti, per capire quanto la situazione attuale sia di estrema precarietà.

GRUPPO AZZERATO - La rosa è di 26 calciatori: in 9 partite stagionali, l'allenatore ne ha già utilizzati addirittura 23, tra serie A ed Europa League. Perotti, Fuzato e Cetin, gli unici fin qui rimasti a guardare. Adesso Fonseca può contare al cento per cento solo su 9. E, dunque, si può dedicare solo a Mirante, Jesus, Fazio, Smalling, Santon, Pastore, Verteout, Antonucci e Kalinc. Estremizzando, gli unici titolari sono Smalling e Veretout. Anche se poi Fazio ha quasi sempre avuto spazio dall'inizio e Kalinic, se Dzeko non sarà disponibile domenica 20 ottobre a Marassi contro la Sampdoria, è pronto a prendersi il posto da centravanti alla ripresa del campionato.

PRIORITÀ ALLA PREVENZIONE - In questi giorni, però, il portoghese spera di riavere, a tempo pieno, qualche interprete in più. A cominciare da Florenzi che, dopo aver rinunciato alla convocazione del ct Mancini per l'influenza intestinale che lo ha debilitato, si appresta a riprendere gradualmente gli allenamenti. Lo stesso discorso vale per Mkhitaryan, Under e Perotti, anche se loro si sono fermati per problemi (diversi) muscolari. Scomparso spesso dai radar Cetin che ha dovuto affrontare un imprevisto dietro l'altro. Fuori dal gruppo restano Zappacosta, Pellegrini, Diawara e Dzeko, i 4 reduci da intervento chirurgico. Solo il centravanti ha la possibilità di vedere presto il campo: corsa e anche pallone, facendo attenzione ai contrasti, essendo stato operato allo zigomo destro (doppia frattura) solo lunedì. Il bollettino medico, dopo la seduta di ieri mattino, non fa altro che confermare l'emergenza con cui sta convivendo l'allenatore: allenamento differenziato per Florenzi, Perotti, Under e Mkhitarian, terapie per Zappacosta, Diawara e Pellegrini stanno svolgendo terapie e lavoro individuale, riposo per Dzeko. In campo vanno altri 8 giallorossi: Pau Lopez, Fuzato, Spinazzola, Mancini, Kolarov, Cristante, Kluivert e Zaniolo. Ma lontano dalla Capitale, con le rispettive nazionali.


Olimpico, c'è il derby capitale

IL MESSAGGERO - TENERANI - Un anticipo di derby a Coverciano, ma il laziale Acerbi e il giallorosso Spinazzola, in queste ore hanno pensieri solo azzurri, semmai con qualche sfumatura di verde. Si trovano in sintonia sulla valenza dell'Olimpico in una partita così importante per l'Italia: «Per noi - rispondono in coro i due giocatori - giocare lì è una emozione grandissima. Apparteniamo alle squadre della Capitale, davanti alla nostra gente daremo ancora di più perché la sensazione sarà straordinaria. Ci aspettiamo uno stadio pieno e siamo certi che sarà una festa. Sperando naturalmente di allungare la nostra serie di vittorie per chiudere il cerchio». 

IL BIANCOCELESTE - Sulla Lazio Acerbi non è stato tenero: «Ci manca la cattiveria delle grandi per fare il salto di qualità definitivo anche se abbiamo ottimi giocatori. Abbiamo cominciato bene poi però sono emersi gli stessi problemi da quando ci sono io: creiamo tanto, ma a volte perdiamo partite da non perdere. Non abbiamo la determinazione per portare a casa il risultato che invece hanno le squadre top, il desiderio di raggiungere gli obiettivi. Dobbiamo migliorare in fretta perché la classifica non è quella che ci aspettavamo». Spinazzola non ha drammatizzato sul momento particolare della Roma, ma ha puntualizzato qualcosa sul suo utilizzo: «Ci sono state partite in cui abbiamo creato molte palle gol e non abbiamo preso i tre punti, come col Cagliari, e altre come a  dobbiamo abbiamo vinto all'ultimo. Credo ci manchino solo 2-3 punti per colpa degli episodi e anche dei tanti infortuni, ma c'è tanto tempo per recuperare. E' tutta la vita che gioco a sinistra, penso che un motivo ci sarà. Però sono destro e allora se Fonseca mi vuole lì io accetto anche se il mio calcio cambia: parlo della coordinazione, postura del corpo, devo provare e riprovare le giocate per migliorare. Escludo di tornare a sinistra perché c'è Kolarov? Direi di no. Anche se riconosco che è fortissimo. Io esterno alto? Quel ruolo l'ho fatto sei anni fa, adesso mi sento di giocare più basso. Ho la fortuna o la sfortuna, infatti, di ricoprire più ruoli». 

BRIVIDI - Il laziale parla di sé, della sua malattia e fa venire i brividi, specie in vista della visita di oggi al Bambin Gesù: «Sono frangenti particolari perché vedi bambini che soffrono. Quando entro in questi reparti mi sento forse quasi a mio agio. Purtroppo ci sono passato anche io e mi piace dare una parola di conforto. Per loro siamo un punto di riferimento». Acerbi sogna l'Europeo che gli sfuggì nel 2016: «Con  avevo fatto tutto poi scelse altri uomini. Mancini gioca in modo che mi piace, ci divertiamo e si vede». Immobile e Belotti, dualismo in Nazionale. Ma chi li marca come li affronta? «Sono due grandi attaccanti, duri da marcare, ma io sono onorato di essere un loro compagno». Spinazzola è stato corteggiato a lungo dalla  poi scaricato. «Il club bianconero ha fatto una scelta ed io ne ho fatta un'altra perché sono andato in una grande squadra e se giocherò con continuità potrò dare tanto». Anche la Roma è in ritardo: «In queste ultime partite abbiamo creato moltissimo e guadagnato poco. La Roma in estate ha cambiato molto, a cominciare dall'allenatore. Fonseca ha portato un nuovo modulo e nuova visione del calcio. Lui crea tante aspettative anche dentro lo spogliatoio. Noi crediamo in lui».

VIALLI AMBASCIATORE - Mancini ieri ha proseguito le prove di  con qualche cambiamento rispetto al giorno prima. In difesa davanti a Donnarumma, D'Ambrosio, Bonucci, Acerbi e Spinazzola. In mediana prosegue il ballottaggio Bernardeschi-Barella con l'interista in leggero vantaggio, intoccabili Jorginho e Verratti. Davanti Chiesa, Immobile (avrebbe scavalcato Belotti) e Insigne. Al gruppo per i prossimi 4 giorni si aggregherà Gianluca Vialli come amabasciatore di euro 2020.


Il vento dell'est. Sorridi Roma: è l'ora di Under e Mkhitaryan

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Evidentemente, il vento dell’Est sa emozionare. C’è gente che ci ha girato dei film (Godard, Gorin e Martin: 1970), chi ci ha scritto libri (Kaye: 1963), chi ci ha scritto canzoni (Pieretti: 1966; Gianco e Battiato: 1989). Più prosaicamente, Paulo Fonseca vorrebbe sfruttarlo per costruire una Roma di qualità in vista della ripresa del campionato, quando i giallorossi saranno impegnati a Genova contro la Sampdoria. Per questo l’allenatore portoghese confida nel recupero di due assi dell’attacco, Henrik Mkhitaryan e Cengiz Under (...) Parliamo dell’attaccante turco, che il 5 settembre ha accusato, nel ritiro della sua nazionale, una lesione al bicipite femorale della coscia destra. Una tegola per la Roma, che ha perso il vero titolare di quella fascia. Adesso Under continua ancora a svolgere lavoro differenziato, ma nei prossimi giorni potrebbe finalmente ritornare in gruppo. Discorso diverso per Mkhitaryan, che ha problemi agli adduttori, accusati tra l’altro anche in passato all’. Il club giallorosso ne era conscio e quindi ha optato sempre per una gestione oculata del calciatore, (...) Il paradosso, in fondo, è che la produzione di tiri della squadra giallorossa è rimasta alta. , ad esempio, è il numero uno della Serie A, con 24 conclusioni effettuate. Quello che è mancato è la precisione, segno forse di una certa imperfezione anche nel servire il compagno nel modo giusto al momento giusto. In questo senso, i rientri di Under e Mkhitaryan potrebbero essere assai proficui per il fronte offensivo, anche perché la Sampdoria ha per il momento la peggiore difesa della Serie A. Per questo, visto che  potrebbe essere ai box per via della doppia frattura dello zigomo, e Kalinic è ancora alla ricerca della forma migliore, è il momento giusto per cercare alternative, sperando che anche  – in via di guarigione – possa tornare a disposizione dopo il lungo infortunio che lo sta tenendo fuori dall’inizio della stagione. 


Nuovo stadio, l'ora della svolta. E Pallotta cerca sponsor

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Ammettiamolo, il verde dell’erba e la palla che rotola rubano gli occhi e fanno volare la fantasia. Ma la Roma in questi giorni sta giocando altrove un altro paio di partite estremamente importanti, che riguardano in qualche modo il futuro delle ambizioni del club. Proprio mentre Guido Fienga, ceodei giallorossi, e Francesco Calvo, direttore commerciale della società, sono a Boston per fare il punto della situazione con il presidente Pallotta, la vicenda che riguarda il nuovo stadio che dovrebbe nascere a Tor di Valle entra in uno snodo decisivo. Entro il fine settimana – o al massimo i primi giorni della prossima – il Comune invierà alla Roma la bozza della Convenzione Urbanistica, che il club valuterà per eventuali correzioni. Resta il nodo cruciale della contestualità tra la realizzazione delle opere pubbliche e l’apertura del nuovo impianto, che la società giallorossa vorrebbe evitare perché la tempistica dei lavori non a carico del proponente (ma della Regione) difficilmente saranno allineati a quelli dello stadio, rendendo così complicato l’obiettivo finale di far arrivare allo stadio il 50% degli spettatori su «ferro» (treno Roma-Ostia). (...) Intanto a Boston si cerca di mettere in sicurezza il prossimo bilancio, che sarà privo dei ricavi della Champions. Dopo il «rosso» dell’ultimo esercizio per circa 24 milioni, si lavora su nuovi sponsor. Fra questi, persi gli introiti assicurati dal sito di scommesse Betwin per via del «decreto dignità» varato dal passato governo, si cercano proventi analoghi da partner asiatici, ed in prima fila c’è Awcbet.com. La partita, comunque, è ancora all’inizio.