Stadio, il magnate ceco Vitek stringe ma manca l’intesa sui debiti di Parnasi
IL MESSAGGERO - “Hanno chiuso“, “No, ancora no“. La trattativa sullo stadio della Roma procede a ritmi sempre più serrati, tra gossip, indiscrezioni e smentite. L’ultima è di ieri: tra il miliardario ceko Radovan Vitek (patrimonio personale di 3,4 miliardi di euro, il 617esimo uomo più ricco del pianeta) e Unicredit ci sarebbe l’accordo per l’acquisto da parte del magnate dei crediti vantati dalla banca nei confronti di Luca Parnasi. Trattativa in corso già da qualche settimana, e già emersa sugli organi di stampa nei giorni scorsi. La notizia della chiusura dell’accordo, però, non trova conferma ufficiale da parte dell’istituto di credito. Che, anzi, informalmente fa sapere che la distanza tra le parti c’è ancora e che servirà – ammesso che tutto vada a buon fine – ancora del tempo.
Primavera, Empoli-Roma 2-1
Altro passo fasso per la Roma Primavera. I ragazzi di Alberto De Rossi, impegnati oggi ad Empoli, subiscono la sconfitta per 2-1. Iniziale vantaggio giallorosso, con il gol di Tall al 4', poi rimontato dalle reti di Cannavò (al 50' su calcio di rigore) e Merola (88') a siglare il definitivo 2-1.
Primavera, De Rossi: "Dispiace uscire dal campo sconfitti, di nuovo, dopo una partita del genere"
Il tecnico della Roma Primavera, Alberto De Rossi, ha parlato ai microfoni di Roma TV al termine di Empoli-Roma. Queste le sue dichiarazioni:
Cosa non ha funzionato in questa partita?
"Di nuovo l'equilibrio, nel primo tempo siamo stati troppo bassi, mentre nella ripresa troppo alti e abbiamo preso gol. Purtroppo perdiamo equilibrio e ci esponiamo ai contropiede avversari, è una situazione ricorrente che abbiamo già affrontato con la squadra. Le ripartenze per noi sono micidiali, forse anche per le caratteristiche dei nostri difensori. Qualsiasi risultato ci sia, non dobbiamo perdere identità".
Il campo molto stretto non favoriva il gioco?
"Questo secondo me va lasciato da parte, non possiamo sceglierci i campi. Per crescere e finire la nostra formazione dobbiamo imparare a giocare in ogni condizione. La squadra non ha fatto male, ha creato diverse occasioni, ma siamo qui ancora una volta a valutare una gara che abbiamo portato avanti noi ma non ci rimane nulla. Dispiace uscire dal campo sconfitti, di nuovo, dopo una partita del genere".
Come preparare ora la partita alla Juventus?
"Il risultato di oggi non cambia nulla sulla preparazione della gara contro la Juventus, abbiamo sempre la stessa mentalità ed obiettivi. Devo prima analizzare bene questa gara, abbiamo commesso i soliti errori, è assurdo perdere una partita del genere. Prima analizziamo questa, poi prepariamo quella contro la Juventus".
Femminile, Inter-Roma 1-4
Grande successo della Roma Femminile contro l'Inter. Le ragazze di Betty Bavagnoli passano a Milano con un netto 4-1 grazie alla doppietta di Andressa Alves, alla rete di Lindsey Thomas e al sigillo finale di Amalie Thestrup. A nulla serve il momentaneo pareggio di Tarenzi.
Serie A, Lecce-Genoa 2-2
Un anticipo delle 12.30 spettacolare quello tra Lecce e Genoa che termina sul 2-2. Nel primo tempo un gol clamoroso di Pandev apre le danze e il rigore di Criscito le continua. Nella seconda frazione si accendono i padroni di casa che prima accorciano con una magia di Falco e poi pareggiano con Tabanelli, servito sempre dal fantasista giallorosso.
Serie A, pareggio tra Sassuolo e Cagliari. Il Brescia vince con la Spal, ancora sconfitta la Fiorentina
Si sono concluse le partite delle 15 valide per la 15esima giornata di Serie A. Il Cagliari, vera sorpresa di questo inizio di campionato, si ferma sul campo del Sassuolo, pareggiando per 2-2. Di Berardi e Djuricic le reti dei neroverdi, di João Pedro e Ragatzuquella dei sardi. La Fiorentina di Montella perde ancora, questa volta per 2-1 contro il Torino. Segnano Zaza e Ansaldi da una parte e Caceres dall’altra. È di Mario Balotelli invece il gol che regala la vittoria al Brescia di Corini, al ritorno in panchina, contro la Spal.
Fiorentina, Montella confermato dalla società
La crisi della Fiorentina non si arresta ma per Vincenzo Montella arriva la conferma della società. Il ds viola Daniele Pradé ha difeso così il tecnico dopo il ko con il Torino: "L'allenatore non è uno stupido, vede anche lui cosa succede in campo e capisce bene che è un problema che va valutato insieme. Ci manca quella sicurezza che avevamo ad inizio stagione. La fiducia che gli ha dato il presidente è massima, ora vediamo nelle prossime due gare. Con Inter e Roma Montella sarà in panchina - ha dichiarato in zona mista -. Sono preoccupato per la classifica, è ovvio, ma saranno gli uomini che abbiamo in rosa a tirarci fuori da questa situazione".
Sampdoria-Parma 0-1. Decide la sfida la rete di Kucka (21')
Il Parma torna alla vittoria mentre la crisi della Samp non si arresta, i gialoblù vincono per 1-0 a Marassi. Decide la sfida la rete nel primo tempo di Kucka (21'). Tre punti pesanti per la formazione di D'Aversa, che sale a 21 punti e aggancia il Napoli al settimo posto, mentre i blucerchiati restano in zona retrocessione a quota 12 punti.
Totti: “Contento che Fonseca abbia capito cosa vuol dire essere della Roma”
NICOLA VENTURINI - Francesco Totti, ex dirigente della Roma, è intervenuto durante la presentazione del libro di Paolo Condò nella rassegna “Più libri più liberi” ed ha parlato anche dei giallorossi. Queste le sue parole:
“Sono contento dell’andamento della squadra, sono contento che mister Fonseca abbia capito cosa vuol dire essere della Roma, ha saputo trasmettere energia alla squadra, che all’inizio aveva difficoltà. Speriamo che sia un percorso positivo, la Roma è e deve restare un top club in Europa. Indossare un’unica maglia in carriera è stato sia una responsabilità sia una gioia, era il mio sogno sin da quando ero piccolo. Questa è stata la vittoria più bella per me. Sono strafelice di quanto ho dato in tutta la mia carriera alla società AS Roma. Ricordo anche i momenti più difficili con tanto piacere. Passare venticinque anni in una squadra dove quasi tutti sono di passaggio è un’esperienza unica. Per me è stato gratificante essere a Trigoria per tutto questo tempo, spero di essere stato un esempio. Non vorrei mai rivivere l’ultimo anno da calciatore, ma solo per tutto quello che vissuto: ero il capro espiatorio di tutto. In realtà io ero parte integrante del gruppo della Roma“.
“In allenamento prima della partita con l’Olanda ci scherzavamo molto, dissi che se fosse capitata l’occasione l’avrei tirato in quel modo e nessuno mi prendeva sul serio”.
Sul Numero 10…
“Nel calcio è un numero diverso da tutti gli altri, ha qualcosa di speciale, non tutti se lo possono permettere”.
Su Lorenzo Pellegrini…
“Mi piace tanto Pellegrini, sono contento che abbia indossato la fascia per la prima volta domenica, senza nulla togliere a Florenzi”.
Sui suoi modelli e i suoi sogni…
“Era il mio sogno diventare come Giuseppe Giannini, lo ammiravo tanto da giovane e sono felicissimo di esserci riuscito. Poi, vincere il Mondiale è stato un enorme coronamento. Nel 2006 trovammo allenatore, squadra e momento giusto per trionfare. Ecco, un allenatore in una squadra è fondamentale. Marcello Lippi è stato perfetto, è un grande allenatore e un grande uomo, ha saputo gestire tante situazioni complesse. Anche lui mi ha aiutato con tutte le altre persone che mi sono state vicine durante il periodo del mio infortunio, quando ho scoperto una nuova parte di me”.
Su Carlo Mazzone…
“Cosa è stato Mazzone per me? Un secondo padre. Mi ha protetto, mi ha insegnato tanto, mi ha direzionato verso la strada giusta, in campo e fuori: aver trovato lui, romano e romanista come me, è stato bellissimo. Prima di una sfida con la Sampdoria evitò di farmi parlare alla stampa, mi sgridò e mi ordinò di andare a fare la doccia”.
Conferenza Stampa Fonseca: "Partita difensiva quasi perfetta. Siamo stati coraggiosi"
Paulo Fonseca, tecnico della Roma, ha parlato in conferenza stampa dopo la partita contro l'Inter:
Come ti spieghi le poche palle gol create. Zaniolo come lo hai visto?
"Zaniolo ha giocato centravanti perché Dzeko non stava bene. Abbiamo fatto un gioco con una buona circolazione, abbiamo sbagliato l’ultimo passaggio ma non è facile contro l’Inter".
È mancata convinzione negli ultimi 16 metri?
"Sì, è vero. Io ho parlato di questo, avevamo situazioni in cui potevamo crossare con convinzione e non l’abbiamo fatto. Lavoriamo per migliorare".
Aveva detto che per affrontare Lukaku e Martinez la Roma avrebbe dovuto avere coraggio.
"Difensivamente la nostra partita è stata quasi perfetta, le occasioni dell’Inter sono arrivate da nostri errori in uscita di palla. Abbiamo fatto una buona partita a livello difensivo".
Zaniolo e Mkhitaryan insieme per la prima volta, è stata questa la principale difficoltà per voi?
"No, la difficoltà più grande è stata l’Inter che difende molto bene".
Nel primo tempo avete fatto molto bene, è mancato lì il terminale? E come spiega il secondo tempo?
"Io sono felice quando vinco, non ci siamo accontentati. Non abbiamo giocato contro una squadra qualsiasi, non ricordo squadre che hanno giocato come noi contro l’Inter stasera. Siamo stati coraggiosi con e senza palla, abbiamo avuto personalità. Dzeko? Dzeko è Dzeko, Zaniolo non è un attaccante".
Due parole su Smalling. E Mancini?
"Partita perfetta. Mancini ha giocato una grande partita, non è facile giocare contro Lautaro che sta bene. È migliorato molto, è un ragazzo bravo e intelligente: ha un atteggiamento perfetto".
Mirante come l’ha visto?
"Perfetto, Antonio è un portiere che ha fatto una bellissima partita. Aveva fiducia, sono felice per la sua prestazione".
Ci spiega le scelte di formazione?
"È importante pensare alla partita che andiamo ad affrontare, le mie decisioni sono in funzione della gara".
L’Italia l’ha costretta a diventare più difensivo?
"È difficile, le squadre hanno una buona organizzazione difensiva. Tutte hanno qualità in questo momento, ma non abbiamo cambiato niente. È vero che giocare con Napoli, Inter e Milano sono gare diverse; con le altre non è facile perché si difendono in tanti".
Fonseca: «Sono felice solo quando vinco»
GAZZETTA DELLO SPORT - A fine partita il suo volto è soddisfatto, ma l’impressione è che, per un allenatore ambizioso come lui, non sia ancora il migliore dei mondi possibili. Paulo Fonseca è contento della sua Roma, però forse l’Inter stavolta era alla portata. «Abbiamo fatto circolare bene la palla, ma sbagliato le decisioni finali negli ultimi metri - spiega - anche se abbiamo fatto una buona partita. Eravamo intenzionati a giocare a viso aperto e l’abbiamo fatto. Le principali occasioni nerazzurre sono arrivate per errori nostri in fase di costruzione, ma abbiamo tentato sempre d’iniziare il gioco con coraggio, a costo di sbagliare, però io preferisco così. Tatticamente siamo stati quasi perfetti. Non ricordo molte squadre che hanno giocato contro l’Inter come abbiamo fatto noi. Ho visto che giocare in Italia non è mai facile».
Edin e la maledetta febbre del venerdì sera
IL MESSAGGERO - FERRETTI - Maledetto calendario. Come non insultarlo pensando che se la partita contro l’Inter si fosse giocata - come da antica tradizione - di domenica, probabilmente Edin Dzeko sarebbe stato regolarmente al suo posto dal primo minuto? Un paio di giorni in più di convalescenza avrebbero annullato la febbre d’inizio settimana e la conseguente fiacca, e avrebbero restituito il bosniaco in buona forma a Paulo Fonseca fin dal fischio d’avvio di Calvarese. Invece, partita di venerdì e il pallido Edin ben coperto in panchina.
Roma ancora una volta in emergenza (Kluivert, Fazio, Cristante, Pastore e Zappacosta a casa, Pau Lopez in tribuna e Santon presto negli spogliatoi...) contro la prima della classe. Roma inedita, e non solo tecnicamente, con Zaniolo nel ruolo di centravanti a fare a botte nel cuore della difesa di Antonio Conte. Compito non facile per Nicolò, per unmilione dimotivi,ma assolto – nella prima parte della prima frazione – con buona personalità. Come quella della Roma tutta, capace di complicarsi la vita solo regalando sistematicamente occasioni ai nerazzurri. Una Roma che ha saputo gestire tanto e bene il pallone ma che non è riuscita a mettere davvero paura a Handanovic. E in quei momenti si è sentita, tanto, l’assenza di un finalizzatore come Dzeko.
Non per dare colpe a Zaniolo, questo deve esser chiaro, ma perché Edin è un giocatore unico. E non soltanto nella Roma. Nel momento di maggior confidenza con la partita, la Roma non è stata brava a produrre occasioni vere, con Zaniolo troppo spesso costretto a giocare da solo. Maledetta febbre...
GLI INSOLITI NOTI Edin in campo solo nell’ultima mezzora, con Zaniolo riportato a destra, ma con la Roma non più padronadellasituazione. Scarso il gioco d’attacco, poca personalità, Edin impalpabile. Che peccato... Così sono venuti alla ribalta un paio di giocatori che non ti aspettavi, tipo Diawara a centrocampo e Mirante, già molto bravo nella prima frazione, tra i pali. Segno che il gruppo, al di là delle tante, tantissime assenze è di qualità, e che Fonseca può contare sempre e comunque su gente in grado di reggere l’urto anche della prima in classifica. Una Roma che a Milano ha confermato di essere ormai una squadra vera, e con Dzeko meno pallido in campo anche in quel primo tempo probabilmente lo avrebbe dimostrato ancora di più.