Smalling piace, pure allo United. Mancini: «Si, ora mi diverto»

GAZZETTA DELLO SPORT - Nella notte di San Siro hanno sovrastato Lukaku e Lautaro. Se l’Inter per la prima volta in questa stagione non è riuscita a fare gol, il merito va soprattutto a Chris Smalling e Gianluca Mancini. Dall'Inghilterra è arrivato un messaggio forte e chiaro da Solskjaer: «L’estate prossima tornerà qui». Occhio, però, perché il club giallorosso è pronto a mettere 15 milioni sul piatto per il difensore inglese, che già ha dato la propria disponibilità a restare in Italia. Alla finestra della Serie A pure altre società (la Juve, ma si parla anche stessa Inter?) e lo United non vuole scendere meno di 20 milioni per il difensore, che sogna di tornare in nazionale per l’Europeo (ieri a vederlo c’era il vice c.t inglese) Mancini salta la Spal

Chi ha il futuro azzurro blindato, invece, è Mancini. «Mi sono divertito nel duello con Lautaro - ha detto - . Usciamo soddisfatti. La nostra dimensione è lottare per la Champions. Siamo un bel gruppo, allenati da un ottimo allenatore. Siamo forti, dobbiamo pensarlo ogni domenica, contro chiunque».


L'elogio di Fonseca: «Abbiamo attaccato con coraggio e senza paura»

IL MESSAGGERO - ANGELONI - La Roma cresce, soprattuto nella personalità. Crescono i suoi giocatori, vedi Mancini («prima attaccavamo solo e difendevamo male, ora no», Gianluca dixit) e Smalling (presente in tribuna il ct della Nazionale inglese e Solskjær, tecnico dello United ha detto che lo rivuole a Manchester), così come i vecchi, da Kolarov a Pellegrini fino a Zaniolo. Pian piano la Roma vive di gioco e non di giocate. E’ sempre più squadra, forse Fonseca stesso non pensava di arrivarci così presto, specie davanti a mille difficoltà legate soprattutto agli infortuni.

La Roma vista contro l’Inter ha dimostrato solidità difensiva, nelle ultime tre di campionato ha preso solo un gol e non ne ha incassati soprattutto contro la squadra di Conte, sempre a segno in tutte le gare ufficiali precedentemente disputate. «Peccato stavolta non essere stati bravi davanti alla porta. Abbiamo sempre cercato di giocare con una buona circolazione, poi abbiamo sbagliato le ultime scelte e questo ha fatto la differenza. Non volevamo solo difenderci. È vero, le occasioni dell’Inter sono nate da errori nostri nella fase di costruzione ma abbiamo sempre provato ad attaccare con coraggio e senza paura, come voglio io, a giocare e a volte abbiamo sbagliato».

Fonseca se ne torna a casa con il solito carretto di infortunati. Santon ha un fastidio al flessore sinistro, sarà verificato nelle prossime ore, Pau Lopez rimasto fuori per un vecchio problema muscolare. In Europa dovrebbe tornare Dzeko, Pastore ancora out.


Il muro della Roma ferma la capolista

IL TEMPO - T. CARMELLINI - A testa alta, contro la prima della classe. La Roma esce indenne da San Siro tiene botta all'Inter capolista e porta via un punto importantissimo per la classifica ma soprattutto per la testa. Serviva una prova convincente e la Roma a Milano gioca e piace per lunghi tratti: anche al ct Mancini che in tribuna applaude più volte.

Ma è stata una gara di sofferenza contro l'Inter costruita per vincere lo scudetto e che per la prima volta non segna un gol quest'anno in campionato: a dimostrazione che la difesa giallorossa, ha tenuto eccome. La squadra di Fonseca parte forte, gioca una grande prima mezz'ora poi rallenta perché alla distanza escono i padroni di casa che al momento sono più squadra dei giallorossi decimati dagli infortuni. L'allenatore portoghese non sa più cosa fare e a che santo votarsi. Perde bomber e portiere titolari alla vigilia. Si ritrova con Dzeko influenzato in panchina e Pau Lopez addirittura in tribuna. Basta? No, perché quindici minuti dopo il fischio di avvio di un ottimo Calvarese, perde anche Santon ed è costretto a mettere dentro uno Spinazzola ancora lontano dalla forma migliore.

Le assenze costringono il tecnico lusitano a cambiare le carte in tavola: Zaniolo parte da attaccante centrale (e almeno in avvio non fa male per niente: sua una delle due occasioni della serata giallorossa), Pellegrini per la prima volta con la fascia al braccio da capitano della «sua» Roma. La profezia si avvera ma al giovane centrocampista romano, non riesce di mettere la ciliegina sulla torta di San Siro. Perché l'Inter quando affonda fa paura e ci vuole uno Smalling in formato stellare per fermare Lukaku: l’inglese, anche lui «osservato» dal ct inglese Southgate venuto a Milano per seguirlo, non sbaglia nulla esce dal campo come migliore dei suoi, annullando il poderoso fisico del rivale. Insomma è suo quello che alla vigilia qualcuno aveva maldestramente definito il «black friday» di San Siro.

L'abbraccio tra i due tecnici a fine partita mostra la stima reciproca, Conte sa di avere incontrato un rivale all’altezza e gli concede gli onori di casa. Certo, la Roma soprattutto nella ripresa ha sofferto, si è spesso chiusa dietro e ha trovato anche un Mirante in grado di dire «no» almeno un paio di volte ai padroni di casa. Ma va bene così.

Il bilancio è un pareggio per il quale in molti avrebbero pagato prima della partita. Un punto che forse all'Inter va un po' più stretto, alla Roma benissimo. Ma Conte sa bene che stasera all'Olimpico anche per la Juve sarà tutt'altro che una passeggiata contro la lanciatissima Lazio di Inzaghi. Ma quella è tutta un'altra storia.


Mancini-Smalling, la coppia da Champions

IL TEMPO - BIAFORA - La Roma di Fonseca ha blindato la difesa, facendo rimanere per la prima volta in stagione a secco l'Inter. I giallorossi hanno trovato il giusto affiatamento collettivo in fase di non possesso, soprattutto grazie alla coppia formata da Mancini e Smalling, due autentici muri a protezione del portiere.

Quello contro i nerazzurri di Conte è stato il settimo clean sheet da agosto: le tre reti subite nella partita di esordio contro il Genoa sembrano un ricordo più che lontano. A spiegare i miglioramenti, in primis individuali, è lo stesso Mancini, che salterà il prossimo impegno con la Spal per via della squalifica: «Mi sono divertito contro Lautaro e Lukaku. Questi uno contro  uno a campo aperto mi caricano, è bello giocare contro questi attaccanti, ti aiuta a migliorare. Ho fatto qualche errore ma per fortuna c’era Spinazzola dietro che mi ha dato una mano. Sapevo delle possibili difficoltà iniziali dopo il passaggio dall’Atalanta alla Roma e le ho avute, è stato un cambiamento radicale. Quello di Gasperini è un grande gioco, ma particolare. Ci ho messo dedizione, guardavo video, ho cercato di imparare velocemente, non si può perdere tempo, grazie ai miei compagni e allo staff ho capito velocemente cosa mi chiedeva Fonseca».

L'altra stella del reparto è Smalling, che ha letteralmente annullato Lukaku sotto gli occhi di Steve Holland, assistente del ct dell’Inghilterra Southgate: il gigante inglese spera di ritrovare una convocazione in nazionale che manca dal 2017. Da segnalare poi che nella partita pareggiata contro l’Inter Lorenzo Pellegrini ha indossato per la prima volta la fascia da capitano della squadra giallorossa. La dinastia romana e romanista continua.


La notte dei miracoli di Mirante, il ragioniere non va in pensione

LA REPUBBLICA - PINCI - Ora il primo posto dovrà difenderlo seduto davanti alla tv sul divano di casa. Quasi il contrappasso per un irrequieto come Antonio Conte, che le ultime energie della sua partita le ha spese per manifestare una frustrazione rabbiosa. Probabile che il destinatario del suo nervosismo che a fine partita quasi gli faceva dimenticare il consueto saluto al tecnico rivale, fosse un portiere di 36 anni che Conte ha conosciuto ragazzino nella Juve e che a San Siro non avrebbe nemmeno dovuto giocare. Oggi Antonio Mirante è l’uomo che ha interrotto la serie dell’Inter, sempre a segno in questa stagione, 19 partite di fila trovando almeno un gol, e che ha offerto alla squadra che aveva accompagnato anche in B - giocò 7 incontri con la Juve del dopo Calciopoli - l’occasione di tornare davanti.

Eppure nelle immagini che i calciatori interisti studiavano da giorni il suo volto non compariva mai. Il posto ad Antonio Mirante lo ha liberato solo giovedì mattina un infortunio muscolare capitato a Pau Lopez, il portiere da 23 milioni di euro che Fonseca aveva preteso in estate per la capacità di costruire il gioco segnando il nuovo record di spesa della società per quel ruolo. La differenza l’ha fatta la mano distesa da Mirante tra Vecino e il gol, dopo 180 secondi della ripresa. Un tuffo mica male per una “riserva” che a Bologna avevano pensionato già 18 mesi fa, spedendolo a Trigoria insieme a un assegno  per assicurarsi il polacco Skorupski. E invece a Roma continuano a scoprire quanto Antonio sia ancora utilissimo, lì tra i pali, pur senza piedi da regista come vorrebbe Fonseca. E già un anno fa convinse Ranieri a preferirlo a Olsen.

In fondo non è mai troppo tardi per Mirante, che il diploma da ragioniere lo ha preso nel 2013, a 30 anni suonati, e per assaggiare la Champions League ha dovuto aspettare addirittura i 35, quando molti suoi coetanei sono già da tempo a fare i conti con la “pensione”. Eppure da ragazzino era un enfant prodige: la Juve lo prese nel 2000 dal Club Napoli Castellammare, lo stesso club da cui 13 anni dopo il Milan prelevò Donnarumma. Conte è stato il suo capitano fino al 2004, da terzo di una squadra che aveva già Buffon. E a cui oggi offre l'occasione insperata di un nuovo sorpasso in classifica. L’ultimo regalo alla squadra in cui è cresciuto. Mirante s’è preso la soddisfazione di fermare Lukaku e Lautaro, due che, prima della serata di ieri, in campo insieme marciavano al ritmo di un gol ogni 54 minuti. Poteva finire male e invece è stato un piccolo trionfo personale. Ma in fondo, per Antonio, non è mai troppo tardi.


Fonseca: «Difesa ok, in attacco si poteva fare meglio»

IL TEMPO - SCHITO - È mancato solo l'acuto agli uomini di Paulo Fonseca per festeggiare alla Scala del calcio. La Roma si è presentata a San Siro con grande personalità, tenendo testa all'Inter di Antonio Conte, fallendo però nei metri finali. Orfana di Dzeko per più di 65', con Zaniolo reinventato come falso nove, la squadra giallorossa non è riuscita a concretizzare quanto di buono costruito: «Negli ultimi metri - ammette il tecnico lusitano - abbiamo sbagliato le decisioni finali ma abbiamo fatto una buona partita. La nostra intenzione era giocare a viso aperto e ci sono stati momenti in cui siamo stati in totale controllo della partita. Le occasioni dell’Inter sono nate da errori nostri nella fase di costruzione ma abbiamo sempre provato con coraggio e senza paura, come voglio io, a giocare e a volte abbiamo sbagliato».

Fonseca sta trasformando la squadra, chiede coraggio e personalità, ma la Roma ha regalato troppo ai nerazzurri con qualche azzardo palla a terra: le occasioni di Lukaku e Brozovic nel primo tempo e di Vecino nel secondo potevano costare molto caro a Smalling e compagni. Nonostante questo, il tecnico portoghese vede il bicchiere mezzo pie    no: «Difensivamente la nostra strategia ha funzionato bene, Mancini e Smalling hanno fatto una bella partita sicura, ma penso che tutta la squadra ha difeso bene. Noi non partiamo per difendere ma contro l'Inter non è facile». Decisivo Mirante: «Antonio è un buon portiere. Ha fatto una bella partita, molto bene».

Quella che torna nella capitale è una squadra in fiducia, ancora più consapevole di poter giocare alla pari contro tutti e di poter puntare ai posti al sole della classifica: «La squadra è migliorata molto in tutti i reparti - ribadisce Fonseca - e per giocare contro una squadra come l'Inter avevamo bisogno di essere coraggiosi. È importante avere la palla contro queste squadre, abbiamo sempre cercato di giocare con una buona circolazione, poi abbiamo sbagliato le ultime scelte e questo può fare la differenza».

Positività nello spogliatoio giallorosso ma senza guardare la classifica, pensando soltanto alla prossima gara: «Adesso non è importante la posizione, la cosa più importante è la prossima partita. Adesso - conclude Fonseca - abbiamo una partita decisiva contro il Wolfsberg ed è la cosa più importante». Appuntamento giovedì all'Olimpico.

 

 


In tribuna c’è Totti: “debutto” fuori casa

IL MESSAGGERO - Totti torna in tribuna. Dopo aver seguito la Roma nella partita dell’Olimpico contro il Milan (27 ottobre, 2-1 per i giallorossi), Francesco ieri ha esordito in trasferta presentandosi a San Siro. L’ex capitano si è intrattenuto a parlare per qualche minuto con Guido Fienga, Ceo del club capitolino, con il quale è rimasto in ottimi rapporti. In tribuna anche il ct RobertoMancini.


Roma solida, Zaniolo e Pellegrini brillano sotto gli occhi di Totti

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Esce indenne dal confronto con l’Inter, la Roma, portando a casa un pareggio a reti inviolate (0-0) preziosissimo. Resta in panchina a San Siro, Edin Dzeko, visibilmente provato dal duro attacco influenzale che lo ha colpito negli ultimi giorni. Il bosniaco ha provato a stringere i denti, partendo comunque per Milano, nonostante non fosse al meglio dal punto di vista fisico. Ma Fonseca ha preferito non rischiare nulla, lasciandolo inizialmente fuori a favore dell’avanzamento di Nicolò Zaniolo come “falso nueve”, ruolo che, per presenza scenica, il ragazzo ricopre con personalità, rievocando inevitabilmente la trasformazione che Spalletti fece di  Totti, reinventandolo centravanti.

E Francesco ha seguito l’esperimento dal vivo, dallo stadio, godendosi anche Lorenzo Pellegrini, il suo prediletto, ieri con la fascia da capitano. L'ex numero 10 ha infatti indicato, prima di lasciare la Roma sbattendo la porta, il centrocampista come un predestinato, giocato    re adatto a raccogliere la sua eredità. Totti ha assistito alla partita dalla tribuna, dopo aver incontrato e salutato cordialmente Guido Fienga, ceo e ad del club giallorosso che, gli aveva proposto una poltrona da . direttore tecnico.  In pratica, Pellegrini e Zaniolo sono diventati l’anima di una squadra della quale rappresentano il presente e il futuro, nel segno di una continuità sia di tradizioni (la fascia sul braccio di un romano), sia di simboli a cui i tifosi si aggrappano.

Dzeko entra poi gli ultimi venti minuti contro l’Inter, al posto di Perotti. Davvero un incubo quello degli infortuni in casa Roma, con gli ultimi ko legati a Pau Lopez — neanche in panchina ieri sera — e Davide Santon, costretto a lasciare il campo dopo un quarto d’ora dall’inizio. Il difensore giocava contro la sua ex squadra e, al momento del cambio, è stato applaudito dai tifosi. Al suo posto è entrato Spinazzola, con Florenzi rimasto a guardare, e tifare, i compagni dalla panchina (è entrato, sì, ma negli ultimissimi minuti al posto di Mikhitaryan).

Con quello di Santon a Trigoria si è arrivati a 22 infortuni stagionali — sedicesimo cambio forzato in corsa — numeri che pesano sul rendimento della squadra, con Fonseca costretto a inventarsi sempre soluzioni diverse (sono rimasti nella capitale anche gli acciaccati Fazio, Pastore e Kluivert). Un problema che con il rifacimento dei campi di Trigoria la Roma sta cercando di gestire, sperando che la sosta natalizia aiuti a recuperare energie e uomini.

Ma prima delle feste il calendario dei giallorossi non consentirà troppo riposo: giovedì prossimo all’Olimpico arriverà il Wolfsberg, per l’ultima gara del girone d’Europa League, già praticamente superato dagli uomini di Fonseca.  Subito a seguire, la domenica dopo, sempre all'Olimpico, si presenterà la Spal, prima dell’ultimo turno di campionato del 2019, a Firenze, di venerdì sera (20 dicembre). «Abbiamo un obiettivo ben chiaro da raggiungere — spiega il vice-ds De Sanctis — tornare in Champions e stiamo lavorando per riuscirci».

 

 


Si fermano anche Santon e Pau Lopez

IL TEMPO - BIAFORA - Si allunga la lista degli infortunati in casa Roma. A poche ore dalla partita contro l' è stato Pau Lopez a dare forfait, non riuscendo neanche ad andare in panchina, con il giovane Cardinali inserito tra le riserve. Il  spagnolo ha accusato un fastidio ad una vecchia cicatrice al quadricipite della coscia sinistra dopo l'allenamento di mercoledì, saltando anche la rifinitura: l'estremo difensore, che ha lasciato spazio a Mirante (per giovedì tornerà nella lista Uefa al posto di Fuzato), era comunque partito con i compagni per Milano, provando a stringere i denti fino all'ultimo.

Oltre a Pau Lopez va aggiunto anche il nome di Santon a quello dei giocatori della Roma colpiti da almeno un problema fisico in questa stagione, dove sembra non essersi interrotta la clamorosa striscia negativa dell’anno passato. Il terzino, che sarà rivalutato alla ripresa degli allenamenti, ha dovuto lasciare il campo nel primo tempo per un fastidio al flessore della coscia sinistra.


Allenamento Roma, seduta di recupero in palestra. Ripresa lunedì alle 11

Dopo il match di ieri sera contro l'Inter, terminato in un pareggio a reti bianche, la Roma è tornata ad allenarsi a Trigoria. La squadra ha svolto una seduta di recupero in palestra. Per la giornata di domani mister Fonseca ha concesso un giorno di riposo, gli allenamenti riprenderanno lunedì alle 11. 


Primavera, De Rossi: "Dopo il match contro il Sassuolo i ragazzi sono più sereni. Dobbiamo migliorare in difesa"

Alberto De Rossi, tecnico della Roma Primavera, ha parlato ai microfoni di Roma TV alla vigilia della sfida contro l'Empoli. Queste le sue parole:

"Dopo la bella prestazione contro il Sassuolo, i ragazzi sono più sereni, perché la delusione per il derby era rimasta. Dobbiamo stare attenti all'Empoli, abbiamo un problema di squadra e individuale per quel che riguarda la difesa, prendiamo troppi gol. Dobbiamo anche evidenziare i tanti pregi che ha questa squadra, siamo moderatamente soddisfatti. La squadra gioca bene quando sviluppa l'azione, partecipano tutti e diventiamo imprevedibili. Meno bene, invece, quando non abbiamo il possesso, tutti devono dare di più dagli esterni d'attacco ai centrocampisti, la difesa non deve essere lasciata da sola. Fermo restando che tutti individualmente dobbiamo migliorare, soprattutto per la mentalità".

Che Empoli troverete?
"È una squadra strana, fa ottime prestazioni alternate ad altre anonime. Hanno giocatori molto tecnici ed interessanti, veloci e che possono metterti in difficoltà in ogni momento. Abbiamo cercato di allenare ed allertare la squadra sulle loro capacità. Cercheremo di vincere la gara, ma non sarà facile".