Serie A, Atalanta-Hellas Verona 3-2. Il Napoli pareggia 1-1 ad Udine
Alle 15 sono scese in campo a Bergamo Atalanta e Hellas Verona. Passano in vantaggio gli ospiti con Di Carmine al 23', prima del pari di Malinovskyi al 44'. Nella ripresa è sempre Di Carmine a portare di nuovo avanti i suoi, ma prima Muriel su calcio di rigore fissa il 2-2, poi Djimsiti, con il Verona in 10 dall'85' per l'espulsione di Dawidowicz, nel recupero sigla il 3-2 finale.
Alle 18, invece, sono scese in campo Napoli e Udinese alla Dacia Arena. Gli uomini di Ancelotti continuano il digiuno di vittorie e rimangono largamente staccati dalla zona Champions pareggiando con i bianconeri: gol di Lasagna al 32' e di Zielinski al 69'.
Quegli intrecci diventati groviglio
IL MESSAGGERO - LIGUORI - Quella di stasera è una prova che va oltre la semplice partita, almeno per Paulo Fonseca. Perché di lui si dice molto bene in questi giorni a Roma e io non sono davvero il tipo di guastafeste che entra a piedi uniti per fare male. Mi limito ad osservare, come tutti, che il rientro di Pellegrini ha determinato un salto di qualità, ma Lorenzo era già fonte del gioco, quando si è fatto male al piede. Ora, Fonseca è chiamato a dimostrare, contro la prima in classifica, che è capace di imporre il suo gioco a chiunque.
Scrivono (anche a sproposito) che il tema della serata sarà lo scontro tra due amici e colleghi allo United, Lukaku e Smailing, ma non è così. Molto più protagonisti altri due in campo: Conte, che era desiderato e rifiutò la Roma e voleva ad ogni costo Dzeko. che sembrava già nerazzurro ed è stato fino ad oggi pilastro e capitano giallorosso. E quel Nicolò Zaniolo che arrivò alla Roma come conguaglio nella cessione di Nainggolan. Una serie di intrecci, un groviglio senza fine che rende la partita molto interessante, anche alla luce della classifica delle due squadre.
«Black Friday»: giornalisti "daspati". Rappresaglia di Pallotta e del Milan
IL MESSAGGERO - CARINA - Nelle intenzioni voleva essere «un titolo innocente, peraltro perfettamente argomentato nell’articolo», come ha spiegato il direttore del Corriere dello Sport, Zazzaroni. S'è rivelato invece un boomerang. La Roma ha così deciso di condannare pubblicamente il titolo “Black Friday” (con le foto di Smalling e Lukaku), apparso ieri in prima pagina sul quotidiano, negando ai giornalisti che vi lavorano «l’accesso ai centri di allenamento per il resto dell'anno» e stabilendo che «i giocatori non svolgeranno alcuna attività mediatica con il giornale durante questo periodo».Il comunicato è stato congiunto: al club giallorosso s'è unito anche il Milan che adotterà la stessa disposizione per quanto riguarda le strutture rossonere. Non è un caso. Le due proprietà sono entrambe statunitensi e negli Usa la rigidità nell'affrontare determinate tematiche è netta.
IRA DEI GIOCATORI - Sulla vicenda sono intervenuti anche i calciatori interessati: «Quanto accaduto è sbagliato e insensibile. Spero che (...) si prendano le proprie responsabilità e capiscano il potere che hanno attraverso le parole e l'impatto che potrebbero avere», il giudizio di Smalling. Duro Lukaku: «Uno dei titoli più stupidi che abbia mai visto. Così si alimenta il razzismo».
Roma, esame da big contro la capolista
IL MESSAGGERO - TRANI - San Siro, ore 20,45: tocca all'Inter, da domenica nuova capolista del campionato, fare l'esame di maturità alla Roma. Che, in 14 gare del torneo, ha battuto solo le big decadute, il Milan ormai da anni e il Napoli dell'attuale stagione. Gli altri risultati in altalena: il pari sofferto contro la Lazio terza, il ko interno con l'Atalanta (adesso) sesta e il pari casalingo contro il Cagliari quarto (davanti ai giallorossi solo per la differenza reti: +1). Conte, rifiutata nella scorsa primavera l'offerta di Pallotta, pesa insomma il lavoro di Fonseca che, pur non essendo stato la prima scelta del management italiano della proprietà Usa, sta lasciando la sua impronta pure in serie A dopo aver festeggiato 7 titoli nei 3 anni in Ucraina con lo Shakhtar Donetsk. «È un onore se hanno parlato con lui e oggi il tecnico di questa squadra sono io» precisa il portoghese.
OLTRE L'EMERGENZA - La sfida, anche per il rendimento in rialzo della Roma (5 successi nelle ultime 6 partite), è da vertice. Entrambe le squadre, guardando al campionato scorso, hanno 8 punti in più. Non contano, dunque, i 9 che le separano in classifica. E, a sentire i diretti interessati, nemmeno chi è fuori per infortunio. L'allenatore nerazzurro non piange, e lo rimarca in pubblico, per le assenze. Gli mancano, oltre all'attaccante di lusso Sanchez, i centrocampisti azzurri Barella e Sensi. E Gagliardini. Nel bel mezzo del suo 3-5-2, userà i ricambi. Non sta messo meglio il collega giallorosso che, pur recuperando al fotofinish Dzeko (solo alla vigilia in campo dopo l'attacco influenzale), perde Fazio (risentimento all'adduttore: 22° infortunio stagionale) che si aggiunge a Zappacosta, Cristante, Pastore e Kluivert. Ma nemmeno il portoghese si lamenta. Anzi, avverte: «È il tipo di partita che noi vogliamo giocare. Contro queste squadre. Abbiamo la grande chance di dimostrare che siamo in un buon momento».
SHOW OFFENSIVO - «Daje bomber, copriti!». Dzeko sale sul treno a Termini, coccolato e protetto dalla sua gente. E da Fonseca che se lo tiene stretto: «È pronto, gioca». Davanti il portoghese vuole andare sul sicuro. È quindi la notte per ripresentare l'ex nerazzurro Zaniolo da esterno offensivo a destra e rilanciare Mkhitaryan, provato da centravanti (soluzione in corsa), sulla corsia sinistra (ballottaggio con Perotti). Scontate le 2 novità in attacco e probabile il ritorno di Spinazzola da terzino destro. Così Florenzi, il capitano, rischia di non avere nuovamente spazio dall'inizio, anche se fino all'ultimo si augura di essere preso in considerazione dal tecnico, dietro o avanti, dove i posti sono ancora in palio. Conte, invece, interviene forzatamente a centrocampo per sostituire Gagliardini: l'unico play disponibile è Borja Valero. Possibile anche il rientro di Biraghi sulla fascia sinistra. L'Inter da record (12 successi nelle prime 14 gare, mai successo nella storia nerazzurra: solo la Juve, in 4 tornei, ha contato fino a 13 in 15) è soprattutto Lautaro e Lukaku: l'attacco, da 10 match (Champions compresa), segna minimo 2 reti a partita. Merito del tandem e del collettivo (11° marcatori diversi in campionato, come la Roma e il Cagliari). I giallorossi, però, sanno che proprio a San Siro la capolista si è già fermata (ha perso punti solo in casa), cadendo contro i campioni d'Italia e pareggiando con il Parma. Fonseca anticipa alla platea il menù per la serata di gala: «Useremo il solito nostro coraggio, ma anche il rigore difensivo».
Luci a San Siro
LEGGO - E' quello che poteva essere (Conte) contro quello che è (Fonseca). E' la coppia terribile Lukaku-Lautaro contro il muro Smalling-Mancini. E' Zaniolo contro il suo recente passato. Ma soprattutto è la sfida, in attesa di Lazio-Juve, che può ribaltare il podio del campionato. E' Inter-Roma, una partita che non è mai stata banale e che vivrà stasera a San Siro uno dei suoi capitoli più caldi.
I nerazzurri, infatti, ci arrivano da primi della classe nonostante il centrocampo dimezzato mentre i giallorossi sono rinfrancati dalle 6 vittorie nelle ultime 8 partite e dal recupero lampo di Dzeko che ha smaltito la febbre. «Potrà giocare - sentenzia Fonseca anche se poi scherza -. Mi chiedete se giocherà titolare? Vabbè allora dico di no». Sereno il portoghese ma estremamente concentrato anche quando si parla del contatto Conte-Roma in estate: «Non parlo del passato, ma per me è un onore se i dirigenti giallorossi hanno parlato di Conte per la Roma e oggi sono io qui ad allenare. È un grande tecnico. L'Inter ha un'idea di gioco molto precisa. Iniziano la costruzione con tre giocatori, ma hanno una dinamica molto interessante».
Conte da Milano ringrazia e ammette di essere stato vicino alla Roma: «Fonseca è bravissimo e si è adattato subito. In estate Totti mi ha chiamato per allenare la Roma. Ho fatto delle valutazioni in maniera molto serena e non ho sentito fosse il momento giusto pur sapendo che Roma è una grandissima piazza e sarebbe un'esperienza incredibile».
Ma torniamo a Fonseca e a una gara (con 3500 tifosi al seguito) che potrebbe riaccendere anche i sogni scudetto: «Non mi interessa Lazio-Juve. È il tipo di gara che noi vogliamo giocare. Per me è una grande opportunità per la nostra squadra di dimostrare che siamo in un buon momento. Dal punto di vista personale però non cambia niente: è vero che giochiamo contro una delle migliori squadre italiane in un grande stadio con tanti tifosi, ma non è speciale per me».
Non ci sarà Fazio, fermato da un problema all'adduttore, mentre davanti al posto di Kluivert sarà ballottaggio: «Perotti e Mkhitaryan stanno bene e sono pronti. Anche Florenzi può giocare alto. Under invece deve migliorare soprattutto in fase difensiva».
Il titolo vola e Friedkin si avvicina
LEGGO - Il titolo in Borsa della Roma scoppia. Ieri nuova giornata frenetica per il club i cui titoli sono entrati in asta di volatilità quando in mattinata avevano già fatto registrare un incremento del 10,26% portando il proprio valore a 0,602 euro (alle 11.30 il titolo è stato sospeso). Ben 3 milioni le azioni passate di mano in poche ore. A scuotere il mercato le notizie di un imminente passaggio di mano per Eurnova, eventualità che accelererebbe la questione stadio, in un periodo in cui Pallotta sta discutendo con Friedkin il passaggio di quote della Roma.
Inter-Roma, le probabili formazioni dei quotidiani nazionali
La Roma, guidata in panchina da mister Fonseca sfiderà l’Inter di Antonio Conte, vediamo le probabili formazioni dei maggiori quotidiani nazionali:
LA GAZZETTA DELLO SPORT
Pau Lopez; Spinazzola, Mancini, Smalling, Kolarov; Veretout, Diawara; Zaniolo, Pellegrini, Mkhitaryan; Dzeko.
LEGGO
Pau Lopez; Spinazzola, Smalling, Mancini, Kolarov; Diawara, Veretout; Zaniolo, Pellegrini, Mkhitaryan; Dzeko.
CORRIERE DELLO SPORT
Pau Lopez; Spinazzola, Mancini, Smalling, Kolarov; Diawara, Veretout; Mkhitaryan, Pellegrini, Perotti; Zaniolo.
TUTTOSPORT
Pau Lopez; Spinazzola, Mancini, Smalling, Kolarov; Diawara; Zaniolo, Pellegrini, Veretout, Mkhitaryan; Dzeko.
CORRIERE DELLA SERA
Pau Lopez; Spinazzola, Mancini, Smalling, Kolarov; Diawara, Veretout; Zaniolo, Pellegrini, Mkhitaryan; Dzeko.
LA REPUBBLICA
Pau Lopez; Santon, Mancini, Smalling, Kolarov; Diawara, Veretout; Zaniolo, Pellegrini, Perotti; Dzeko.
IL TEMPO
Pau Lopez; Santon, Mancini, Smalling, Kolarov; Diawara, Veretout; Zaniolo, Pellegrini, Perotti; Dzeko.
IL GIORNALE
Pau Lopez; Spinazzola, Mancini, Smalling, Kolarov; Diawara, Veretout; Zaniolo, Pellegrini, Mkhitaryan; Dzeko.
LA STAMPA
Pau Lopez; Santon, Mancini, Smalling, Kolarov; Diawara, Veretout; Zaniolo, Pellegrini, Perotti; Dzeko.
IL MESSAGGERO
Pau Lopez; Spinazzola, Mancini, Smalling, Kolarov; Diawara; Zaniolo, Pellegrini, Veretout, Mkhitaryan; Dzeko.
Roma a San Siro: momento della verità
IL TEMPO - CARMELLINI - Ci siamo! Stasera inizia il weekend più importante di questa prima parte del campionato per le due squadre della Capitale. Roma e Lazio affrontano le due prime della classe Inter e Juve. Iniziano oggi i giallorossi che avranno a che fare a San Siro con la capolista e con quello che poteva essere il loro allenatore: Antonio Conte. C'è tutto in questa sfida fatta di tradizioni antiche ma anche di rivalse recenti a partire proprio dal «no» del tecnico nerazzurro che ha glissato l'invito giallorosso preferendo la piazza meneghina.
I risultati per il momento gli stanno dando ragione, ma stasera la Rama ce la metterà tutta per fargli rimpiangere una decisione che comunque nella Capitale nessuno rimpiange perché ha portato poi all'arrivo di Paulo Fonseca: l'uomo nuovo in grado di cambiare le macchinose meccaniche giallorosse e di mettere alle spalle una crisi che sembrava irreversibile. La Roma non recrimina le scelte del tecnico pugliese, anzi si tiene strettissimo l'allenatore lusitano capace di rimetterla in piedi e di trasmettere la mentalità giusta a un gruppo che sembrava scollato e in cerca di una rifondazione. Non ce ne è stato bisogno perché Fonseca ha saputo intervenire e rimettere le cose a posto senza scalpori con il suo modo composto di affrontare le cose, pur facendo le sue scelte sacrificando qualcuno, rimettendo i pezzi al loro posto secondo le sue dinamiche e i suoi equilibri Ma è chiaro che Inter e Roma hanno di partenza obiettivi diversi: anche dichiarati dai rispettivi tecnici.
I nerazzurri giocano per lo scudetto, la Roma per tornare a calcare il palcoscenico della Champions. In mezzo Juventus e Lazio che domani sera se le daranno di santa ragione all'Olimpico. Intanto stasera toccherà a Fonseca e Conte, così simili ma allo stesso tempo così diametralmente opposti. Entrambi amano un calcio aggressivo, offensivo che copre tutti gli spazi e tanto possesso palla, ma hanno due maniere molto diverse di interpretarlo e di trasmetterlo ai propri giocatori. Uno è fobico, l'altro più metodico. Uno gioca sempre all'attacco anche nella vita e nei rapporti con il suo club, l'altro è più riflessivo e preferisce il fare al dire.
I bookmakers non hanno dubbi su quale sia la favorita per il big maich da sera, ma anche quote Roma non sono poi così male. Grande attenzione anche sul fronte arbitri. in questo momento molto caldo per la Var bombardata da tutte le parti. Il designatore ha optato per Calvarese «bocciando» di fatto Rocchi che lo scorso anno era stato protagonista in negativo sull'episodio del rigore non concesso a Zaniolo. Insomma stasera nessuno vuole correre rischi, c'è grande fair play anche se le società hanno reagito in maniera diversa a un titolo uscito ieri su un quotidiano sportivo. Quel «black friday» non è piaciuto ai due protagonisti «colored» della sfida Lukaku e Smalling ritratti in copertina ed è stato criticato pesantemente dal dub giallorosso mentre l'Inter ci è andata molto più soft. Imbufaliti i due giocatori che oggi però avranno ben altro per la testa perché in palio oltre a tre punti pesantissimi per la classifica ci sarà anche la voglia di primeggiare l'uno sull'altro. E una volta in campo le battute di discutibile gusto e il colore della pelle non conteranno granché.IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Ci siamo! Stasera inizia il weekend più importante di questa prima parte del campionato per le due squadre della Capitale. Roma e Lazio affrontano le due prime della classe Inter e Juve. Iniziano oggi i giallorossi che avranno a che fare a San Siro con la capolista e con quello che poteva essere il loro allenatore: Antonio Conte. C'è tutto in questa sfida fatta di tradizioni antiche ma anche di rivalse recenti a partire proprio dal «no» del tecnico nerazzurro che ha glissato l'invito giallorosso preferendo la piazza meneghina.
I risultati per il momento gli stanno dando ragione, ma stasera la Rama ce la metterà tutta per fargli rimpiangere una decisione che comunque nella Capitale nessuno rimpiange perché ha portato poi all'arrivo di Paulo Fonseca: l'uomo nuovo in grado di cambiare le macchinose meccaniche giallorosse e di mettere alle spalle una crisi che sembrava irreversibile. La Roma non recrimina le scelte del tecnico pugliese, anzi si tiene strettissimo l'allenatore lusitano capace di rimetterla in piedi e di trasmettere la mentalità giusta a un gruppo che sembrava scollato e in cerca di una rifondazione. Non ce ne è stato bisogno perché Fonseca ha saputo intervenire e rimettere le cose a posto senza scalpori con il suo modo composto di affrontare le cose, pur facendo le sue scelte sacrificando qualcuno, rimettendo i pezzi al loro posto secondo le sue dinamiche e i suoi equilibri Ma è chiaro che Inter e Roma hanno di partenza obiettivi diversi: anche dichiarati dai rispettivi tecnici.
I nerazzurri giocano per lo scudetto, la Roma per tornare a calcare il palcoscenico della Champions. In mezzo Juventus e Lazio che domani sera se le daranno di santa ragione all'Olimpico. Intanto stasera toccherà a Fonseca e Conte, così simili ma allo stesso tempo così diametralmente opposti. Entrambi amano un calcio aggressivo, offensivo che copre tutti gli spazi e tanto possesso palla, ma hanno due maniere molto diverse di interpretarlo e di trasmetterlo ai propri giocatori. Uno è fobico, l'altro più metodico. Uno gioca sempre all'attacco anche nella vita e nei rapporti con il suo club, l'altro è più riflessivo e preferisce il fare al dire.
I bookmakers non hanno dubbi su quale sia la favorita per il big maich da sera, ma anche quote Roma non sono poi così male. Grande attenzione anche sul fronte arbitri. in questo momento molto caldo per la Var bombardata da tutte le parti. Il designatore ha optato per Calvarese «bocciando» di fatto Rocchi che lo scorso anno era stato protagonista in negativo sull'episodio del rigore non concesso a Zaniolo. Insomma stasera nessuno vuole correre rischi, c'è grande fair play anche se le società hanno reagito in maniera diversa a un titolo uscito ieri su un quotidiano sportivo. Quel «black friday» non è piaciuto ai due protagonisti «colored» della sfida Lukaku e Smalling ritratti in copertina ed è stato criticato pesantemente dal dub giallorosso mentre l'Inter ci è andata molto più soft. Imbufaliti i due giocatori che oggi però avranno ben altro per la testa perché in palio oltre a tre punti pesantissimi per la classifica ci sarà anche la voglia di primeggiare l'uno sull'altro. E una volta in campo le battute di discutibile gusto e il colore della pelle non conteranno granché.
IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Ci siamo! Stasera inizia il weekend più importante di questa prima parte del campionato per le due squadre della Capitale. Roma e Lazio affrontano le due prime della classe Inter e Juve. Iniziano oggi i giallorossi che avranno a che fare a San Siro con la capolista e con quello che poteva essere il loro allenatore: Antonio Conte. C'è tutto in questa sfida fatta di tradizioni antiche ma anche di rivalse recenti a partire proprio dal «no» del tecnico nerazzurro che ha glissato l'invito giallorosso preferendo la piazza meneghina.
I risultati per il momento gli stanno dando ragione, ma stasera la Rama ce la metterà tutta per fargli rimpiangere una decisione che comunque nella Capitale nessuno rimpiange perché ha portato poi all'arrivo di Paulo Fonseca: l'uomo nuovo in grado di cambiare le macchinose meccaniche giallorosse e di mettere alle spalle una crisi che sembrava irreversibile. La Roma non recrimina le scelte del tecnico pugliese, anzi si tiene strettissimo l'allenatore lusitano capace di rimetterla in piedi e di trasmettere la mentalità giusta a un gruppo che sembrava scollato e in cerca di una rifondazione. Non ce ne è stato bisogno perché Fonseca ha saputo intervenire e rimettere le cose a posto senza scalpori con il suo modo composto di affrontare le cose, pur facendo le sue scelte sacrificando qualcuno, rimettendo i pezzi al loro posto secondo le sue dinamiche e i suoi equilibri Ma è chiaro che Inter e Roma hanno di partenza obiettivi diversi: anche dichiarati dai rispettivi tecnici.
I nerazzurri giocano per lo scudetto, la Roma per tornare a calcare il palcoscenico della Champions. In mezzo Juventus e Lazio che domani sera se le daranno di santa ragione all'Olimpico. Intanto stasera toccherà a Fonseca e Conte, così simili ma allo stesso tempo così diametralmente opposti. Entrambi amano un calcio aggressivo, offensivo che copre tutti gli spazi e tanto possesso palla, ma hanno due maniere molto diverse di interpretarlo e di trasmetterlo ai propri giocatori. Uno è fobico, l'altro più metodico. Uno gioca sempre all'attacco anche nella vita e nei rapporti con il suo club, l'altro è più riflessivo e preferisce il fare al dire.
I bookmakers non hanno dubbi su quale sia la favorita per il big maich da sera, ma anche quote Roma non sono poi così male. Grande attenzione anche sul fronte arbitri. in questo momento molto caldo per la Var bombardata da tutte le parti. Il designatore ha optato per Calvarese «bocciando» di fatto Rocchi che lo scorso anno era stato protagonista in negativo sull'episodio del rigore non concesso a Zaniolo. Insomma stasera nessuno vuole correre rischi, c'è grande fair play anche se le società hanno reagito in maniera diversa a un titolo uscito ieri su un quotidiano sportivo. Quel «black friday» non è piaciuto ai due protagonisti «colored» della sfida Lukaku e Smalling ritratti in copertina ed è stato criticato pesantemente dal dub giallorosso mentre l'Inter ci è andata molto più soft. Imbufaliti i due giocatori che oggi però avranno ben altro per la testa perché in palio oltre a tre punti pesantissimi per la classifica ci sarà anche la voglia di primeggiare l'uno sull'altro. E una volta in campo le battute di discutibile gusto e il colore della pelle non conteranno granché.
Dzeko gioca, Perotti favorito su Mkhitaryan
IL TEMPO - ZOTTI - Edin Dzeko ci sarà. Ieri il bosniaco ha svolto lavoro individuale a Trigoria ma è stato regolarmente convocato da Fonseca ed è partito per Milano - imbacuccato con cappello di lana e giubbotto pesante - da Termini insieme al resto della squadra. Sarà ancora una volta lui a guidare l'attacco giallorosso nel big match di San Siro contro l'Inter, supportato da Zaniolo, Pellegrini e Perotti, in vantaggio nel ballottaggio con Mkhitaryan. Confermati Diawara e Veretout davanti alla difesa composta da Santon (favorito su Spinazzola e Florenzi), Mancini, Smalling e Kolarov. In porta come sempre Pau Lopez.
Non convocati invece Kluivert, Pastore e Fazio, rimasto a casa precauzionalmente per un fastidio all'adduttore. Trai nerazzurri non ci saranno - oltre al lungodegente Sanchez - Sensi, Barella e Gagliardini. Conte però non vuole sentire parlare di emergenza. L'allenatore interista dovrebbe mettere in campo il solito 3-5-2 con D'Ambrosio (preferito a Godin), De Vrij e Skriniar davanti ad Handanovic. In mediana insieme a Candreva, per una maglia da titolare, spazio a Vecino, Borja Valero, Brozovic e Biraghi con la possibile sorpresa Asamoah come mezzala. A cercare di scardinare la difesa romanista ci sarà la coppia-rivelazione della Serie A, formata da Lukaku e Lautaro Martinez. Previsto un nutrito gruppo di romanisti nel settore ospiti: saranno 2800 i tifosi provenienti dalla capitale.
Friedkin accelera. E il titolo vola
IL TEMPO - Friedkin va avanti a passo spedito nella trattativa per entrare nella proprietà della Roma. Il magnate texano, presentatosi lo scorso mese nella Capitale, sta portando avanti personalmente in queste ore le discussioni con il presidente giallorosso Pallotta. Il futuro del club giallorosso si decide quindi negli Stati Uniti e i passi avanti formali sono attesi per la prossima settimana: una volta raggiunta un'intesa tra i diretti interessati i legali delle parti saranno chiamati a scrivere gli accordi su tale base.
Intanto ieri, sulla scia delle notizie che vogliono sviluppi più che concreti entro Natale, è volato il titolo delle Roma in Borsa. Le azioni giallorosse hanno aperto la giornata a quota 0,546 euro per azione, chiudendo, con un rialzo del 16,48%, a 0,636 euro per azione, il miglior dato dopo quello registrato nell'aprile 2018, periodo in cui era stata raggiunta la semifinale di Champions League. Oltre al rialzo del titolo (sospeso durante la mattinata) va segnalato che sono passati di mano oltre 6,2 milioni di azioni, a fronte di una media di 2,2 milioni in un'intera seduta dell'ultimo mese.
Fonseca: «Io dopo di lui? Un onore»
IL TEMPO - BIAFORA - Un profilo basso per puntare all'impresa. Paulo Fonseca è consapevole che quella con l'Inter è la partita adatta per far compiere alla sua Roma il salto di qualità, soprattutto dal punto di vista mentale. I giallorossi sono ben consci che sarebbe deleterio parlare di scudetto o di lotta per il titolo in caso di risultato positivo, ma una prestazione convincente a San Siro darebbe un'iniezione di fiducia fondamentale per il resto della stagione e per la rincorsa verso l'obiettivo principale, che resta sempre quello di ritrovare la Champions.
Nelle prime 14 giornate di campionato il tecnico ha ben superato gli ostacoli rappresentati da Napoli e Milan, è riuscito a dribblare il pericolo del derby alla seconda giornata, perdendo soltanto lo scontro diretto contro l’Atalanta. Stasera davanti agli occhi di Fonseca e dei suoi ragazzi, che hanno dimostrato di aver formato un gruppo compatto come non si vedeva da tempo, si paleserà invece il muro costruito da Conte, un tecnico verso il quale l’allenatore giallorosso nutre un profondo rispetto: «Antonio è un grandissimo allenatore, è molto bravo. È un onore se hanno parlato di Conte per la Rama ed j qui ci sono io. L'inter è in un grande momento, ha un'idea di gioco molto caratteristi- ca e molto ben elabora- ta. Sono sicuro che sarà una partita molto difficile, perché loro sono forti in ogni momento della gara. Abbiamo giocato molte volte contro squadre che giocano con tre difensori centrali. Servi- ranno coraggio e rigore difensivo».
Fonseca, che ha annunciato senza troppi giri di parole che Dzeko giocherà dopo tre giorni di gestione per influenza, si affaccerà per la prima volta al Meazza, ma non proverà alcuna emozione particolare, convinto dei mezzi della propria squadra: «Questo è il tipo di partita che noi vogliamo giocare, contro questo tipo di squadre. È una grande opportunità per la nostra squadra, per dimostrare che siamo in un buon momento. Non provo un’emozione particolare in vista di questa gara, è vero che giochiamo contro una delle migliori squadre italiane, in un grande stadio, con molti tifosi, ma per me non è speciale». L'atteggiamento di Fonseca non vuol essere in alcun modo spavaldo: l'allenatore portoghese sa bene che sarebbe soltanto controproducente caricare la partita di aspettative e di emozioni. Impossibile poi non affrontare il tema relativo al caso riguardante la coppia Smalling-Lukaku: «Quando parliamo di queste situazioni di razzismo dobbiamo avere attenzione. Non sono state usate parole felici in questo momento»
«Ecco perché ho detto no alla Roma»
IL TEMPO - AUSTINI - Mezze verità. A sei mesi di distanza Antonio Conte dà la sua versione sul dilemma dell’estate, che lo ha visto avvicinarsi alla Roma per qualche settimana mentre però pensava già all'Inter e, soprattutto, aspettava una nuova chiamata dalla Juventus. È stato Totti a raccontare per primo della trattativa, anche lui con qualche dettaglio un po’ forzato (l'allenatore salentino non ha mai detto «sì» alla Roma. neppure per un giorno) e ieri il tecnico è tornato sulla vicenda. «Sono legato a Totti da un'amicizia nata ai tempi dell'Europeo - spiega Conte - mi ha chiamato per illustrarmi la situazione e poi io ho fatto delle valutazioni. Non ho sentito fosse il momento giusto, non c'era in quel momento l'Inter. È stata una mia sensazione. Ho deciso di declinare in maniera molto rispettosa, sapendo che la Capitale è una grandissima piazza e un giorno mi augurerei un'esperienza lì».
Dunque la Roma era meno pronta dell'Inter a vincere, questa la tara fatta da Conte in quei giorni di rillessione e la classifica attuale gli sta dando ragione. Ma nel suo racconto, non coincidono i tempi: l'Inter lo aveva chiamato eccome prima dei giallorossi e infatti spiegò a Fienga e Totti che doveva dare una risposta anche a Marotta. Acqua passata ormai, adesso conta solo una gara che può dare tanta forza a chi la vince. «La Roma ha entusiasmo, forma e fiducia - prosegue l'allenatore interista - e ha raggiunto maturità e forza per cui bisogna fa- re grande attenzione. Sappiamo che ci sarà da re e dovremo esse- re precisi in fase realizza- tiva». Poi fa i complimenti al collega Fonseca e all'amico Petrachi. «Il portoghese si sta dimostrando un bravissimo allenatore. È stato molto bravo a portare la sua idea e modellarla, adattandosi al calcio italiano. Complimenti a chi ha allestito l'organico perché è molto competitivo, folto, fatto di giocatori forti e con grande futuro. Per me non è una sorpresa. Roma e Lazio hanno allenatori e rose pronte per competere».
Guardando in casa propria e agli infortuni Conte ricorda che «mancano ancora quattro partite alla fine di questo ciclo e dobbiamo afirontariea o in fuori. Non c'è tempo per piangersi addosso o accampare scuse e nascondersi. Diamo il massimo e poi vediamo cosa succede». Battuta finale per un doppio ex, che oggi non ci sarà. «Ho grande affetto per Nainggolan, volevo portarlo al Chelsea e lui lo sa benissimo. Penso che la scelta migliore per lui sia stata andare a Cagliari. È giusto però che si faccia delle domande sul perché non è all'Inter». Acqua passata, anche questa.