Pastore: "Ho giocato sei partite di seguito ogni tre giorni e questo mi fa capire di stare bene"
Javier Pastore ha risposto alle domande dei tifosi che hanno utilizzato l'hashtag #AskPastore lanciato sui social dalla Roma. Queste le sue parole:
Come stai?
"Mi sento bene, sono felice per questo mio momento personale, sono contento. Sono però dispiaciuto per queste due ultime partite che non ci volevano. Stiamo lavorando bene e al rientro dalla nazionale faremo vedere delle cose molto buone in campo."
In che percentuale di forma ti senti in questo momento?
"Mi sento molto bene, credo di essere all'80-90%. Ho giocato sei partite di seguito ogni tre giorni e questo mi fa capire di stare bene."
Te lo aspettavi di giocare sei partite di seguito?
"Sinceramente no. Era da tanto che non lo facevo e gli infortuni degli altri compagni hanno condizionato questa cosa, ho dovuto giocare io ma mi hanno gestito molto bene durante gli allenamenti e sono felice di esser riuscito a farlo."
Questo miglioramento è frutto di una questione mentale o fisica?
"Sicuramente entrambe. L'arrivo di Fonseca quest'anno è stato molto importante, il suo rapporto che ha con i giocatori e questo mi ha aiutato molto, mi ha fatto spingere e allenare molto meglio. Sicuramente tutte e due le cose sono importanti. Un giocatore non gioca solo con il fisico ma anche con la testa. Sono in un momento bello in cui mi piace giocare e allenarmi."
A che età hai iniziato a giocare a calcio?
"Da quando mi ricordo a quattro anni avevo già la palla tra i piedi, a scuola, all'asilo, stavo sempre a calciarla. Mi raccontano che in tutti i momenti stavo sempre con la palla e mi piaceva fare solo quello. In un club sono entrato all'età di nove anni e mi allenavo tutti i giorni."
Dopo quanti anni hai iniziato a pensare questa cosa la posso fare seriamente?
"Da quando avevo nove anni. Tutti i miei pensieri erano di riuscire a giocare a calcio, arrivare in prima squadra. Ero malato di calcio diciamo, uscivo da scuola e andavo ad allenarmi, poi quando tornavo a casa uscivo di nuovo e giocavo sulla strada con gli amici. Le mie giornate erano cento per cento calcio."
Quanto eri più forte degli amici sotto casa?
"Per fortuna nel mio quartiere tanti giocavamo a calcio e tutti giocavano già in delle squadre. Così con la mia squadra andavamo a giocare contro gli altri quartieri vicini e vincevamo sempre perché eravamo forti."
Quale è stata la sfida più grande nel trasferimento da Parigi a Roma?
"Io avevo paura di lasciare una città come Parigi e non trovare una città in cui stare bene con la mia famiglia, come siamo stati per tanto tempo. Ma dopo due mesi che ero qua sinceramente ci siamo trovati molto bene, siamo felici con la mia famiglia e abbiamo lasciato nel passato l'esperienza in Francia. Qui si vive molto bene."
Quando segni?
"Ho creato tante occasioni, ho tirato tanto in porta. Non sono uno che tira troppo, ma in queste partite l'ho fatto, peccato non aver segnato. L'importante è stato vincere la maggior parte delle partite giocate. Ora mi allenerò di più e spero di arrivare pronto e fare il primo, quando ti sblocchi poi gli altri vengono da soli."
Ripensi mai a un bel tiro in porta parato dal portiere?
"Molte occasioni che ho sbagliato, tipo quella contro il Milan in cui Donnaruma ha parato molto bene, poi mi rimangono in testa. Non vivo per il gol ma mi piacerebbe iniziare a farlo. Quando segni la voglia e l'autostima sale tantissimo e ti aiuta a fare meglio anche nelle partite dopo. Ma va bene arriveranno."
Qual'è il tuo gol preferito?
"Uno dei miei preferiti è quello che ho fatto con il PSG contro il Chelsea. Dove sono entrato a 7 minuti dalla fine e ho driblato tre o quattro giocatori avversari e ho fatto gol."
Per te la soddisfazione di un assiste è paragonabile a quella di un gol?
"Sisi per me assolutamente. A me piace tantissimo fare assist, è come fare gol. Se poi la squadra vince con quell'azione lì sono molto felice poi."
Più bello il gol di tacco contro l'Atalanta o contro il Frosinone?
"Sono stati gol simili però il primo mi è piaciuto di più, e se non sbaglio credo sia il gol fatto contro il Frosinone."
Qual'è il tuo calciatore argentino preferito tra quelli che hanno giocato alla Roma?
"Alla Roma Batistuta. Da piccolo era il mio idolo, giocava sempre, faceva tanti gol, anche con la nazionale. Per la mia generazione lui è stato un simbolo molto importante. Ha fatto tanti gol, di forza, un giocatore molto bello da ricordare."
Sai giocare a golf?
"No sono andato qualche volta con i miei fratelli, ma così per passare la giornata. Per arrivare a una buca impiegavo trenta tiri."
In molti ti chiedono di fare di più, sei d'accordo?
"Penso che se mi hanno seguito nella mia carriera sanno che posso dare sempre di più. Normale che i tifosi chiedano sempre di più. Lo faccio anche io con la mia squadra del cuore in Argentina, immagina quelli che non giocano a calcio e seguono la Roma. Per noi è uno stimolo a continuare ad allenarci, a lavorare e migliorare. Senza questi stimoli saremmo una squadra piatta, e questa squadra vuole arrivare in alto e migliorare sotto tanti aspetti, abbiamo bisogno anche dei tifosi che ci chiedano di più. A Parma il fatto che i tifosi ci abbiano applaudito dopo la partita è un gesto che ci da tanta forza."
Ci rispiegi la rabona contro il Napoli?
"L'ho spiegata. Ho visto che hanno detto che l'ho fatta per denigrare la squadra avversaria, ma ero stanco, era la fine della partita, potevo calciare solo con il sinistro e il difensore stava arrivando da quel lato. Ho pensato che facendo la rabona poteva passare alla sua sinistra e non sarebbe arrivato a prendere la palla, mi sentivo più sicuro a fare il passaggio così. In molte partite ho fatto questo passaggio, delle volte non riesce, ma è un'opzione che valuto di volta in volta."
Che ne pensi di Zaniolo?
"Zaniolo è molto forte, si vede negli allenamenti. L'anno scorso quando è arrivato sembrava un ragazzino della primavera ma si allenava come uno della prima squadra. Fisicamente è molto forte e ha iniziato anche a far gol e questo è importante. Come ragazzo è molto educato, semplice e gentile e penso che possa arrivare molto lontano se continua a lavorare come sta facendo adesso, non deve ascoltare cosa dicono fuori ma pensare a cosa fare qua dentro, può arrivare a essere un fenomeno."
Tu come lo vivi il rapporto con il mondo esterno al campo?
"Ognuno è diverso. Quando hanno iniziato a parlare di me fuori dal campo ero abituato perché già mi accadeva in Argentina da piccolo. La prima partita tutti i giornali parlavano di me, ma per me era già passato tutto, non mi importa cosa dicono i giornali, per me era già tutto passato. Mi piace quando ti fanno sentire l'affetto in giro, per strada, quando ti fermano e ti chiedono una foto, però sino a lì. Dopo se vai oltre rischi di perdere la testa e dimenticare che devi ancora dimostrare tanto e c'è molto da fare."
Hai una playlist di canzoni preferite che ascolti in macchina?
"No io sono uno che ascolta un po' di tutto, non mi fisso con un genere di musica, ascolto molto Radio Italia, mi piacciono le canzoni italiane."
Ci fai un gol il 12 gennaio per Roma-Juve?
"Speriamo di segnare anche prima, ma poi quando arriviamo a quella partita se segno meglio così."
Qual'è il tuo miglior momento alla Roma?
"Questo mese per me è stato molto bello. Ho giocato tante partite e ho fatto bene, la squadra ha avuto risultati positivi e questa è la cosa importante. Quando uno gioca bene e la squadra vince significa che sta facendo le cose giuste e dobbiamo continuare per quella strada."
Allenamento Roma, Pellegrini e Mkhitaryan tornano in gruppo
La Roma di Paulo Fonseca torna sui campi di Trigoria in vista di Roma-Brescia. L'allenamento è cominciato con un torello, con i giallorossi che hanno poi svolto un lavoro atletico e tattica. Pellegrini e Mkhitaryan sono tornati ad allenarsi col gruppo mentre Perotti, Veretout e Pastore hanno svolto un lavoro individuale personalizzato.
Oggi Mkhitaryan e Pellegrini sono tornati ad allenarsi con il gruppo! #ASRoma pic.twitter.com/OneZPoYQlV
— AS Roma (@OfficialASRoma) 14 novembre 2019
Ag. Hysaj: "Scambio con Florenzi? Hysaj piace alla Roma, ma non so niente dello scambio"
Mario Giuffredi, agente di Elseid Hysaj, è intervenuto ai microfoni dell'emittente radiofonica RADIO PUNTO NUOVO per parlare della situazione del suo assistito. A quanto pare infatti il terzino del Napoli continua ad essere un obiettivo per la Roma in vista del mercato di gennaio. Queste le sue parole:
"Qualsiasi cosa succeda, arriveranno risultati importanti. Se andremo via, faremo quello che dovevamo fare in estate. Se non andremo via, il Napoli manderà il giocatore a parametro 0, ma noi cadiamo sempre in modo positivo. I partenoepi un anno e mezzo fa potevano prendere 50 milioni dal Chelsea."
Scambio con Florenzi?
“Non mi risulta, Hysaj piace alla Roma, ma non so niente dello scambio. La Roma ha bisogna di un terzino, Spinazzola è un giocatore forte, ma spesso ha problemi. Florenzi non è considerato un terzino, ma da quello che vedo non gli sta dando spazio in nessun altro ruolo”.
Sadiq: "Sabatini stravedeva per me"
Umar Sadiq, dopo un grande avvio di stagione col Partizan Belgrano, ha rilasciato una lunga intervista a GAZZETTA.IT, parlando anche della Roma, che detiene ancora il suo cartellino. Queste le sue parole:
(...)
Come ti trovi al Partizan?
Sto benissimo, ho trovato la continuità che mi mancava, serviva un po’ di fiducia.
(...)
Il rapporto con Sabatini?
A Roma Sabatini stravedeva per me. Quando lo incontrai per la prima volta era nervoso, la Roma aveva perso, mi strinse la mano e mi salutò. Stop. Poi il giorno dopo andai da lui e iniziammo a parlare, abbiamo un buon rapporto. Lui e Ricky Massara avevano molta fiducia in me, ogni volta che sbagliavo qualcosa a livello caratteriale Sabatini si arrabbiava e mi sgridava. Gli devo la carriera, queste persone resteranno sempre nel mio cuore.
Cosa ricordi del tuo esordio contro il Bologna?
Ricordo la faccia di De Rossi, incazzatissimo, stavamo perdendo. Mi guarda e fa ‘oh, dobbiamo annientarli! Forza!’. C’erano Pjanic, Salah, Dzeko, Nainggolan, il primo gol è stato magico.
E del primo gol?
Segno, corro e abbraccio Garcia, prima delle partite veniva sempre in camera mia per incoraggiarmi. “Umar, sei forte”, mi diceva, “Se segni tanta roba, se non segni va bene lo stesso”. Tutt’ora ci sentiamo spesso, andai a trovarlo quando allenava il Marsiglia.
(...)
Come descriveresti Totti?
Umile, sincero, scherzava sempre, anche con i più giovani. Una persona vera, difficile trovare gente come lui nel calcio. Sai, magari uno del suo livello, in altre circostanze, non avrebbe perso tempo a parlare coi giovani, invece lo faceva. Un campione vero.
Il derby è più caldo a Roma o a Belgrado?
A Roma se ne parla tutto l’anno, è vero, ma qui il biglietto è già introvabile dopo che esce il calendario. Il tifo è caldissimo, pensa che non riuscivo neanche a sentire i miei compagni in campo quando chiamavano il pallone.
Il futuro?
In pochi mi hanno dato l’opportunità di far vedere ciò che sono. Datemi una chance, come ha fatto Garcia, e vi faccio vedere io cosa posso fare. Giocare a Roma sarebbe un sogno, vediamo. L’importante è continuare a segnare come sto facendo.
Bosnia-Italia, Dzeko: "L'Italia ha una grande squadra. Abbiamo zero possibilità di qualificarci"
Edin Dzeko aspetta Bosnia-Italia. Nella conferenza stampa alla vigilia del match, prende la parola il giallorosso accanto al mister Prosinečki:
"L'Italia ha una grande squadra, non a caso ha vinto tutte le partite del girone di qualificazione disputate finora. Il loro obiettivo è di proseguire sulla strada della vittoria e magari battere pure il record: saranno motivati, malgrado abbiamo già la qualificazione in tasca. Noi, invece, abbiamo zero possibilità di qualificarci ma, nonostante questo, vogliamo vincere ugualmente. La partita di domani sarà importante per la Nations League. Faremo del nostro meglio per battere l’Italia".
"L'Italia ha diversi giocatori nuovi, ma otto partite di seguito non si vincono per caso".
Bonucci?
" Lo conosco bene, ma conosco anche gli altri giocatori azzurri. Se non ci siamo qualificati a Euro 2020 è colpa nostra, dovevamo essere secondi. Siamo delusi se la situazione di classifica non rispecchia il valore della squadra. E' evidente che non abbiamo giocato ai nostri livelli. Domani giocheremo contro una grande squadra, possiamo ritrovare fiducia. Proveremo a giocare bene e a vincere".
Conferenza stampa Bosnia-Italia, Bonucci: "Vogliamo mettere in difficoltà la Bosnia e continuare il nostro percorso"
Bonuccia e Mancini rispondono ai giornalisti in conferenza stampa.
Prende la parola il difensore azzurro:
"Siamo convinti che troveremo un'atmosfera molto calda, loro non aspettano altro che questa partita da parecchio tempo. Mancini ci ha dato un'identità ben precisa a prescindere dall'avversario, dovremo fare le stesse cose che abbiamo fatto nelle gare precedenti e che ci hanno permesso di qualificarci con largo anticipo. Vogliamo fare questo per mettere in difficoltà la Bosnia e continuare nel nostro percorso".
Dzeko?
"Il nemico pubblico numero 1 per gli azzurri sarà il romanista Edin Dzeko. E' un grandissimo giocatore a livello internazionale, non solo nella Nazionale . Ha fisicità, tecnica ed è forte sotto porta. Mi piace molto come attaccante e per questo ci aspetterà una partita difficile. La Bosnia all'andata ci ha messo in difficoltà, abbiamo studiato bene quella partita e ci aspettiamo un avversario sulla falsa riga dell'andata. Troveremo una squadra ricca di calciatori di livello internazionale, dovremo stare attenti in fase difensiva ma dobbiamo crearci anche opportunità per segnare".
Per Mancini: la formazione?
"Belotti partirà titolare, questo posso dirlo, per il resto ho due dubbi: uno a destra, nel ruolo di terzino, e uno a centrocampo. Zaniolo è un centrocampista, per ciò che può servire a noi, anche se per adesso gioca in un ruolo un po' diverso. Il nostro dubbio è questo perché ha giocato in quel ruolo contro il Lussemburgo, ma era un po' più semplice. Per giocare in quella zona del campo devi saper tenere la posizione e trovare soluzioni diverse rispetto a quando giochi un po' più esterno. Per me può fare entrambi i ruoli, ma ci serve in una posizione diversa rispetto a quella che occupa nella Roma".
Probabile addio Florenzi, Petrachi guarda Tete del Lione
Alessandro Florenzi potrebbe salutare la Roma. Alle calcagna del giallorosso ci sarebbero Fiorentina, Inter, Cagliari e Lione: secondo Tuttomercatoweb.com, Petrachi starebbe monitorando Kenny Tete del club francese.
Spinazzola "affaticato". Florenzi-Politano, si pensa ad uno scambio
IL MESSAGGERO - CARINA - Più che un affaticamento muscolare, si tratta di una piccola lesione. Per 7-10 giorni costringerà Spinazzola a svolgere lavoro a parte. L’ex juventino dovrebbe tornare in gruppo entro giovedì o venerdì della prossima settimana. In tempo, forse, per strappare una convocazione per il Brescia. Nel caso Spinazzola non dovesse farcela, è pronto Santon. Florenzi, infatti, è diventata la terza scelta. Gennaio è lontano ma qualcosa inizia a muoversi. Anche se l’Inter ha già bloccato Darmian, Conte aprirebbe all’arrivo di Alessandro (richiesto pure dalla Samp, in prestito) a patto che parta un altro elemento della rosa. L’indiziato è Politano. Toccherà agli agenti lavorare su un possibile scambio.Ma prima Perotti dovrà trovare un’altra sistemazione.
Roma, riecco Micki: assist per Fonseca
IL MESSAGGERO - ANGELONI - Ha quasi sempre fatto più assist che gol, Mkhitaryan. E questo dato diventa il simbolo della speranza per Fonseca (e per la Roma), che a Parma ha visto Dzekotroppo solo. E se non fa centro Edin, sono dolori; Perotti ha sempre segnato poco, Kluivert in questo deve migliorare tanto; Florenzi (cercato dalla Sampdoria, ma lui vuole la Juve o l'Inter) non viene utilizzato avanti (e a dire il vero nemmeno dietro), Kalinc è out e Under è sempre stato indisponibile. Non resta che sperare in Zaniolo, che sta segnando, ma non compensa il vuoto che c'è intorno, o nei rientri soprattutto di Mkhitaryan e di Pellegrini. L'armeno è il primo soccorso perché Dzeko smetta di sentirsi solo, per dare il cambio sugli esterni o al centro, come trequartista o falso nove.
MUSCOLI - Discorsi teorici, ovvio, molto dipenderà anche dalla sua condizione di salute. In passato Micki ha sofferto di guai muscolari, al piede, al ginocchio, non s'è mai fatto mancare niente. A Roma sta solo continuando su quel trend. Ed è stato preso proprio per aiutare Dzeko, che da un po' gioca lontano dalla porta e gli altri non lo sostituiscono, nei numeri, in zona gol. Miki è stato male e il rientro non sarà esplosivo:ha saltato la sfida con l'Atalanta, lo scorso 25 settembre, perché non stava bene, poi si è fatto male quattro giorni dopo a Lecce e da quel caldo pomeriggio salentino non lo abbiamo più visto. Un mese e mezzo in naftalina, a curare un problema simile (meno grave) a quello di Cristante. Micki ha rinunciato alla nazionale e per lui è solitamente un peso, ma ha capito che ora è il momento di spingere. Il futuro a Roma è tutto da decidere, il suo campionato comincia ora. Di partite ne ha saltate troppe, nove. Non ha mai giocato in Europa League, dopo la prima presenza solo in panchina contro Basaksehir non è più stato a disposizione. E' arrivato dopo il derby, avendo giocato tre spezzoni di gara in Premier con la maglia dell'Arsenal (84 minuti contro il Newcastle, 4 con il Liverpool e 23 col Tottenham), in A ha esordito con il Sassuolo, con gol, poi a Bologna, a Lecce (al Via del Mare ha lasciato un assist), più va aggiunta l'ultima parte della sfida contro l'Atalanta (25 minuti). Dopodiché, addio. E' stato un mese e mezzo di lavoro e di speranza. Con il Brescia, il 24, tornerà a disposizione, questo spera Paulo.
ESPERTO IN MATERIA - L'armeno doveva portare brillantezza all'attacco della Roma, assist e qualche gol. La sua assenza ha fatto crescere Kluivert e Zaniolo. Micki è uomo assist per eccellenza, basti pensare che nelle sue stagioni al Dortmund (le migliori della carriera) ha chiuso con più palle gol (49) che reti (41) nelle sue 140 presenze. Nell'ultima stagione in Premier sono più gli assist, 7, che le reti, 6. E sempre con i gunners ha chiuso con 13 assist e 9 reti. Se questa tendenza verrà mantenuta, Dzeko - e non solo - conterà i suoi benefici. Mkhitaryan in questa settimana tornerà ad allenarsi con il gruppo, così come Pellegrini, un altro che Fonseca attende con ansia. Perché Pastore c'è, ma non basta.
Pellegrini scalda i motori. E pensa al rinnovo fino al 2024
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Lunedì scorso Pellegrini ha avuto il via libera dai medici per tornare ad allenarsi con la squadra e se tutto andrà bene sarà in panchina alla ripresa contro il Brescia. Il ragazzo preme per rientrare e sarà importante per Fonseca per alternarlo a Pastore e far rifiatare Veretout a centrocampo, ma i tempi non devono essere affrettati. (...) Con il nuovo anno i suoi agenti e Petrachi cercheranno di mettere nero su bianco il rinnovo del contratto, l’attuale scade nel 2022 e ha una clausola rescissoria da 30 milioni pagabili in due rate. L’idea è quella di prolungare il contratto fino al 2024 e adeguare lo stipendio, con l’eliminazione della possibilità di svincolarsi unilateralmente.
Roma, sono 9 gli indispensabili: Kolarov e Smalling non si fermano mai
LA GAZZETTA DELLO SPORT - C’è un perché nella flessione finale della Roma ed è legato all’usura e alla stanchezza dei giocatori. In particolare dei 9 stakanovisti, quelli che il tour de force di 7 partite in venti giorni se lo sono fatto in pratica tutto. In 4 per intero (Pau Lopez, Kolarov, Smalling e Veretout), in tre quasi (Dzeko, Mancini e Zaniolo) e altri due per larga parte (Pastore e Kluivert). Nove giocatori che hanno giocato anche a Moenchengladbach ed a Parma, nelle ultime due partite della serie, quelle in cui la Roma è tornata a casa a mani vuote. (...) L’altro dato che emerge chiaramente è il maxi utilizzo di Kolarov, che è quello che in assoluto ha giocato di più di tutti. Il terzino serbo avrebbe bisogno di rifiatare, è stato evidente anche a Parma ed in Germania. Fonseca però a lui non vuole rinunciare e anche lui di fermarsi proprio non ne ha voglia. Ora sarà impegnato con la sua Serbia domani contro il Lussemburgo e domenica con l’Ucraina. Magari a Parma si poteva partire con Spinazzola a sinistra e Florenzi a destra, sempre ammesso e non concesso che Fonseca veda ancora il capitano giallorosso in quella posizione. Ma visto lo stop di Spinazzola, sarebbe comunque cambiato poco. Un altro che da quando è andato a regime fisicamente è un punto fisso è Chris Smalling, che ha riposato solo nella partita di Graz, con il Wolfsberg. Ma che nelle 7 ultime partite ha fatto percorso netto. E forse non è un caso che le uniche due partite in cui il difensore inglese ha faticato sono state proprio quelle di Moenchengladbach e Parma. Per lui, però, a differenza di Kolarov ora ci sarà la possibilità di tirare il fiato e ricaricare le pile.
Italia in fasce. I quattro esterni soffrono, Mancini però vota la fiducia
LA GAZZETTA DELLO SPORT - L’ottimismo della necessità. E anche della fiducia. Il campionato di Serie A dice che non è più un’Italia in fasce - non nel senso di giovane, ma di brillante sulle corsie -, il commissario tecnico Roberto Mancini dice che questo non è un problema. Neanche questo: il suo pensare positivo si propaga anche alla squadra per contaminazione (...) i parla di Lorenzo Insigne, Federico Chiesa, Federico Bernardeschi e Alessandro Florenzi. «Per loro non è un momento particolarmente felice, ma per noi sono importanti e quando vengono qui fanno sempre bene. Verranno tempi migliori, anche in campionato». Nell’attesa, il Mancio ha già trovato il modo di vedere quelle quattro bottiglie mezze piene: «Intanto stanno giocando, per me conta anzitutto questo». (...) Il vestito che Florenzi non riesce più a mettere con la Roma: sei panchine di seguito pesano, ma se le prime indicazioni non mentono, almeno a Zenica non resterà seduto. La linea difensiva dovrebbe essere con Bonucci, Acerbi e Emerson e il c.t. come sempre gli chiederà di alternarsi con il laterale del Chelsea nelle operazioni di spinta sulla fascia: «Alessandro è esperto e può fare diversi ruoli, pure esterno alto o interno di centrocampo, anche se ormai da tempo gioca terzino», ha detto l’altro giorno Mancini. Serafico anche nel commentare le sue esclusioni nella Roma, e pure un po’ profetico: «Si è riposato, sarà più fresco per noi...». E infatti basta vederlo negli allenamenti di questi giorni: è una furia.