Certi pomeriggi amari
(MASSIMO PAPITTO -INSIDEROMA.COM) - Partiamo dalla fine per analizzare la sconfitta di Parma e partiamo da un particolare: cavolo, Cornelius ci segna sempre. Sempre a noi. L’ultima volta era toccato con l’Atalanta nel primo anno di gestione Di Francesco e sempre per una sconfitta di 2-0 questa volta però all’Olimpico. Cornelius quando vede la Roma vede il diavolo. Non c’è nulla da fare e da dire. La storia giallorossa è piena di calciatori meteore o semi-meteore che sono diventati per una giornata carnefici. E’ incredibile.
Detto questo però, sarebbe ingeneroso pensare alla sconfitta di Parma come una sconfitta soltanto accostabile alla prestazione di Cornelius. C’è stato dell’altro: c’è stata una Roma che per la prima volta in stagione ha fatto veramente fatica a trovare la via della rete. Una Roma che ha fatto fatica a produrre azioni, gioco e che ha corso poco e male. Sarà stata stanchezza fisica come si sente dire anche da mister Fonseca? Può darsi di si. Stanchezza fisica e poi però anche mentale, perché non puoi giocare sempre a mille se tre giorni prima hai dovuto fronteggiare la prima in classifica nella Bundesliga (il Borussia Moenchengladbach) e che ha vinto di largo anche domenica all’ora di pranzo contro il Werder Brema consolidando il primato nel campionato tedesco.
La Roma in questo mese e più di emergenza ha fatto molto, forse troppo rispetto ai calciatori che aveva a disposizione e alle risorse che gli erano rimaste e forse appunto per questo le aspettative si erano alzate. Ha vinto partite inaspettate (quella con il Napoli ne è l’esempio) e ha vinto partite con grandissima naturalezza come ad Udine e con il Milan. Ha alzato l’asticella in un momento delicato facendo credere di essere forte anche in emergenza con un Dzeko infinito nonostante fosse “mascherato”, un Mancini straordinario nel ruolo di diga davanti alla difesa e un Pastore clamorosamente rigenerato. Tutte cose che avevano fatto pensare ad una Roma forte e indistruttibile senza pensare però al rovescio della medaglia che poi puntualmente è arrivato. A Parma la Roma ha accusato. Ha accusato di colpo tutta questa emergenza di giocatori infortunati e ha accusato la stanchezza di quelli che hanno dovuto “tirare” come matti per colmare l’assenza degli altri. Si è vista di botto una Roma prevedibile e non coraggiosa come la si era ammirata in precedenza. Si è tornati sulla terra e si è fatto i conti con la realtà.
La Roma se vorrà essere competitiva per i posti Champions da qua a fine stagione avrà bisogno di tutti i suoi calciatori più importanti (Pellegrini e Mkhitaryan su tutti). Avrà bisogno del miglior Dzeko in zona gol, avrà bisogno di Mancini in difesa accanto a Smalling e avrà bisogno di poter attingere alla panchina quando sarà necessario farlo. Il calcio oramai viaggia a ritmo di una partita ogni tre giorni e giocare sempre con gli stessi undici non è più immaginabile. A Parma, in un pomeriggio amaro, la Roma se ne è resa conto sulla propria pelle ma niente però è ancora irrecuperabile. Basta soltanto ritornare compatti e orgogliosi.
Bruno Peres torna a San Paolo dopo 14 minuti giocati
Bruno Peres il terzino il cui cartellino è di proprietà della Roma, ha rescisso il proprio contratto con lo Sport Recife, squadra di Serie B brasiliana in cui era stato mandato dal San Paolo che lo aveva messo fuori rosa. Il brasiliano torna così a San Paolo dopo soli 47 giorni e con soli 14 minuti giocati. Adesso a gennaio il suo prestito terminerà e Peres tornerà a Trigoria, dove spetterà a Fonseca scegliere se tenerlo o meno. Il commento del direttore sportivo dello Sport, Nelo Campos, fa capire come il rapporto tra giocatore e società non sia mai sbocciato. Queste le sue dichiarazioni:
"L'accordo è stato preso tra le due parti. È arrivato più tardi dei compagni, non era allo stesso livello di preparazione del gruppo, non poteva avere le loro stesse opportunità di giocare e tutto è stato risolto con tranquillità. Ora proseguirà la sua carriera".
Langeler: "Kluivert sta crescendo molto sotto Fonseca"
Art Langeler, direttore dello sviluppo delle nazionali giovanili olandesi, è intervenuto ai microfoni dell'emittente romana per parlare della crescita che il giovane Justin Kluivert sta avendo, della situazione di giocatori della nazionale come Karsdorp e de Ligt, concludendo con dei consigli sui giocatori orange su cui puntare durante il prossimo mercato. Queste le sue parole:
Mister, lei lo fece debuttare con l’Under 21 orange: che opinione ha di Justin Kluivert?
"Sta crescendo molto, è arrivato giovanissimo in Under 21, quando poteva esser convocato in U19 ma si vedeva che c’era talento. Ora sta facendo un percorso importante nella Roma."
Fonseca sta lavorando bene con lui? Ha visto le ultime partite della Roma?
"Kluivert è un grande talento, lo sta dimostrando anche nel campionato italiano. Fonseca sta lavorando molto bene sia con lui che con la sua squadra. Nelle ultime settimane ho visto alcune partite della Roma, specialmente quelle in cui cui c’era Justin in campo e ho visto un giocatore che sta imparando in fretta."
Qual è il vero potenziale di Kluivert?
"Non c’è molto da attendere, ha grandi qualità per affermarsi in Italia. I tifosi stiano tranquilli, manca poco."ma calcistico sta offrendo molti talenti.in questo momento. Per esempio la nostra U17, che sta giocando un ottimo mondiale in Brasile ed è approdata alle semifinali."
Cos’è successo a Karsdorp? Come mai ha fallito in giallorosso?
"Ha avuto un gravissimo infortunio, questo è il principale motivo per cui non ha funzionato la sua storia con la Roma. Ora è tornato al Feyenoord, un ambiente che conosce e dove può rilanciarsi. Infatti è tornato a giocare con una discreta continuità."
De Ligt ha avuto un inizio complicato in Serie A: quali sono le ragioni?
"E’ giovanissimo, ha bisogno di imparare, di ambientarsi, deve conoscere meglio il calcio italiano. Stiamo parlando però di un giocatore forte, molto forte, anche pericoloso quando va all’attacco. Ma ha bisogno di tempo."
Qual è il segreto della rinascita del calcio olandese, dopo anni complicati?
"Molto semplice, c’è stato un ricambio generazionale: i fenomeni di un tempo si sono ritirati tardi e hanno lasciato campo ai nuovi. Magari ci sono meno talenti, ma abbiamo ottimi prospetti, sui quali stiamo lavorando con i nostri tecnici. Non c’è nessun segreto, solo il lavoro fatto e che continueremo a fare."
Ci può suggerire qualche talento olandese? Noi stiamo seguendo con attenzione le gesta di Myron Boadu dell’AZ.
"Myron è molto forte, ma il nostro panora"
Spinazzola, nuovo ko muscolare: la lista degli infortuni sale a 17
IL MESSAGGERO - TRANI - Si interrompe la striscia di successi in campionato, si allunga quella delle presenze in infermeria. Bilancio aggiornato al Tardini, prima della pausa per gli impegni delle nazionali. Gli infortuni, con il 4° stop di Spinazzola, diventano 17: 12 muscolari e 5 traumatici. Il numero non conta per la scaramanzia e nemmeno per qualche altra (triste) trovata fuori dal tempo e dal contesto. Quei 17 ko pesano solo per Fonseca che, dall'inizio della stagione, convive con l'emergenza. Sotto la lente di ingrandimento, a Trigoria, ogni singolo caso. Ma a quanto pare non basta. L'ultimo esempio, la resa del terzino a metà del 1° tempo della partita contro il Parma, riapre il dibattito sulla gestione e sul recupero dei giocatori che si fermano, improvvisamente recuperano e rientrano in campo solo per qualche minuto. Partono e tornando indisponibili. Spinazzola non potrà rispondere alla chiamata di Mancini in Nazionale, a differenza di Florenzi, capitano non giocatore della Roma (sesta esclusione consecutiva) e comunque convocato dal ct azzurro che lo considera punto fermo del gruppo.
Niente Coverciano, dunque, per il compagno che, esentato per precauzione dalla trasferta in Germania (affaticamento al flessore sinistro: l'ecografia ha escluso la lesione) e di nuovo titolare al Tardini. A quanto pare, nessun rischio. Adesso, però, è vero il contrario. Il terzino si tocca la coscia già dopo 10 minuti e si arrende dopo 25. La gamba è la destra: la diagnosi, insomma, esclude la ricaduta. Come accadde il 20 ottobre a Cristante: stop dopo 5 minuti. Il distacco del tendine non c'entra con il fastidio di un paio di giorni prima. Zappacosta avrebbe dovuto invece giocare il derby: gli bastò il riscaldamento per farsi male al polpaccio. Oggi come ieri: dalla prevenzione alla superficialità. In controtendenza Pastore che, pure se stremato alla méta, ha contato 6 match di fila da titolare. Con la benedizione di Petrachi: «Merito di Fonseca per come lo ha gestito e come ci ha lavorato. E della società che, quando ci ha chiesto di rimanere, gli ha risposto «Va bene, adesso giocati le tue chance, però cerca di dare quel contributo che tutti si aspettano». Uno con le sue qualità e quello stipendio deve saper portare la croce addosso. E' ritrovato, non si deve fermare».
Turnover complicato e sgradito al tecnico: così Dzeko & Co. hanno pagato la fatica
IL MESSAGGERO - FERRETTI - E' sempre una pessima notizia quando perdi la partita e il tuo miglior uomo in campo è stato il portiere. In questi casi, lo suggerisce la logica, non puoi, anzi non devi accampare alcun tipo di alibi per spiegare la sconfitta. A Parma, la Roma ha infilato il secondo ko consecutivo della stagione, il terzo in totale, pagando la bravura degli avversari e, soprattutto, le proprie debolezze. Fisiche, soprattutto. I giallorossi sono apparsi stanchi, assai poco brillanti, scarsamente reattivi. Prima o poi, la fatica per i tanti impegni ravvicinati si doveva far sentire e a Parma se ne è avuta l'amara conferma. Troppi elementi, non solo quelli meno giovani, hanno infilato una prestazione insufficiente non tanto per l'impegno quanto per la (in)capacità di incidere sulla partita.
Paulo Fonseca non ama il turnover e, quindi, al Tardini ha confermato per dieci undicesimi la squadra che giovedì sera aveva perso a Moenchengladbach, con il solo Spinazzola al posto di Santon. Solo che l'ex atalantino si è presto (ri)fatto male, e così Santon è stato costretto a entrare già nel primo tempo. La stessa Roma di Germania, insomma. E pensare che il portoghese, vista la gente che aveva in panchina per ogni reparto, avrebbe potuto optare per una soluzione diversa: invece si è fidato dei soliti noti, ma non è stato ripagato. Ci si aspettava molto di più da chi era delegato a far gol, ma anche da chi avrebbe dovuto aiutare il gruppo a preparare la fase di finalizzazione. Sono mancate tante cose contro un Parma basso e abile nelle ripartenze. E soprattutto con una forza nelle gambe nettamente superiore a quella della Roma. Alla quale si chiedeva un ultimo sforzo prima della sosta, dopo il tanto giocare delle settimane precedenti, ma forse le si è chiesto troppo.
VECCHI E GIOVANI - Ovviamente nessuno sa cosa sarebbe accaduto se la Roma si fosse presentata al Tardini in una veste diversa, ma il dubbio che la squadra abbia pagato tanto (troppo...) i propri limiti di tenuta atletica resiste con forza. Dzeko, ad esempio, si è visto solo quando ha ripreso duramente questo o quel compagno, ma lui non può riposare non essendoci alternative. Kolarov è in debito di ossigeno, Pastore non è sembrato quello scintillante di una settimana fa: i meno giovani, dicevamo, hanno faticato più di altri che non possono e non devono sentirsi esenti da responsabilità. Anzi, proprio per essere più giovani avrebbero dovuto dare un contributo diverso, maggiore. Ha perso la Roma, in sintesi; non hanno perso questi o quelli. Ed è complicato nascondere la delusione.
La Roma scende dal podio
IL MESSAGGERO - TRANI - La Roma si ferma in Emilia. Non c'è da stupirsi, senza benzina viaggiare è impossibile. Così, dopo i 3 successi in campionato, stop pure in serie A dopo essere caduta giovedì in Europa League. I giocatori di Fonseca entrano al Tardini con la lingua di fuori e il Parma ne approfitta: 2-0. I giallorossi, insomma, fanno cilecca e scivolano fuori dalla zona Champions, retrocedendo dal 3° al 6° posto, dietro alla Lazio terza, al Cagliari quarto e all'Atalanta quinta (stessi punti, ma avanti per lo scontro diretto). Il 2° ko di fila (3° stagionale), pesa dunque in classifica come quello in Germania (perso il primato nel gruppo J per l'attuale 3° posto).
GRUPPO SFINITO - Esausti i big, a meno di 3 giorni dalla sfida al Borussia Park: Kolarov, Pastore e Dzeko ormai camminano. Ma Fonseca chiede pure a loro, testimonial della risalita in classifica, l'ultimo sforzo prima della sosta per gli impegni delle nazionali. Fiducia, dunque, al gruppo della ricorsa. Agli interpreti su quali, dal 24 ottobre e quindi da 18 giorni, ha insistito nella full immersion di 6 partite. Appena 15 giocatori, contando anche Cetin, squalificato per la trasferta in Emilia, Perotti, schierato solo in un caso dall'inizio, Santon, unica alternativa rimasta a Spinazzola, e Under, finora usato solo in corsa. Il capitano Florenzi, invece, ormai è panchinaro. Gli 11 di Parma sono attualmente i titolari, i migliori del momento che però non ce la fanno più. Azzerato o quasi il turnover: solo un cambio, come contro il Milan, quando è iniziata la striscia vincente in campionato che si è interrotta al Tardini. Entra, dopo la gara in Germania, Spinazzola per Santon, novità che dura mezzo tempo. Fuori il primo, di nuovo dentro il secondo. Staffetta tra terzini, a destra, ovviamente non scadenzata in partenza. Ferita, in contemporanea, pure per Fazio che rimane in campo con vistosa fasciatura alla testa.
ESIBIZIONE IN ALTALENA - Spinazzola si arrende nella fase del match in cui la Roma ha cominciato a rallentare, lasciando l'iniziativa al Parma e anche qualche ripartenza all'ex Gervinho che si fa male prima dell'intervallo, lasciando il posto a Sprocati che cambierà la storia del match (l'ex biancoceleste regalerà il sorpasso alla Lazio). Rischia inizialmente poco o niente Pau Lopez, chiamato a deviare solo il tiro di Cornelius, sporcato da Fazio e Kluivert, i giallorossi più pericolosi nel 1° tempo. Girata di testa a lato del difensore, conclusione centrale dell'attaccante (unica nello specchio della porta e nel finale).
ASSALTO INUTILE - La Roma accelera nella ripresa e schiaccia il 4-3-3 di D'Aversa. Kluivert, capace di sacrificarsi nei rientri, ribalta l'azione insieme con Zaniolo e Pastore. Veretout spinge in avanti e recupera dietro. Kolarov colpisce il palo su punizione, Sepe vola sul tiro di Pastore, richiamato poi in panchina. Entra Under per il 4-2-4, con Zaniolo adesso in linea con Dzeko. La nuova distrazione di Fazio regala il vantaggio al Parma proprio quando i giallorossi sono in pieno controllo (60 per cento il possesso palla): Sprocati, libero in area, gira sul palo scoperto. Ecco Diawara per Fazio, Mancini torna dietro, accanto a Smalling. I cambi di D'Aversa sono più efficaci: Barillà per Scozzarella e Bruno Alves per Gagliolo. A fine recupero, palla persa da Kluivert e raddoppio di Cornelius. I giallorossi, invece, fanno cilecca: 3° match senza far gol, dopo quelli contro l'Atalanta e la Sampdoria (1 punto in 3 gare).
Fonseca benedice la sosta. Smalling: «Meglio giocare»
IL MESSAGGERO - ANGELONI - Una voce fuori dal coro. Una serata dedicata, specie da Fonseca, alla «stanchezza» e alla «sosta benedetta», diventa invece per Chris Smalling l'occasione per esprimere la voglia di non fermarsi. Quindi, ma quale sosta? Guai a pronunciare l'orribile parola al difensore inglese, maglia numero 6 sulle spalle. Stanchi sì, ma fermarsi ora, giammai. Prevale la mentalità anglosassone: giocare sempre e comunque. «Quando si perde si vuole scendere in campo subito, per provare a riscattare la sconfitta. Non poter giocare aumenterà la frustrazione», le parole del centrale difensivo a Roma Tv. Chris quasi sorvola sui numerosi infortuni e l'impossibilità di cambiare formazione, fino ad arrivare a Parma senza benzina, la sua è una questione psicologica, di testa. «E' stato un mese lungo e difficile, ma prima di queste due partite anche positivo. Abbiamo perso nel nostro momento migliore, c'è un po' di frustrazione anche per aver perso posizioni in classifica». Smalling resta l'eroe di una partita che la Roma ha giocato a basso ritmo. Lui, pure qui a Parma, si è distinto come il solito leader, quello che Petrachi (e Fonseca) vuole incatenare a Trigoria. Smalling continua a essere uno dei migliori, ma stavolta il suo strapotere non è stato sufficiente. La Roma è per Smalling una magnifica avventura, utile per rigenerarsi; Smalling per la Roma è una luce che rischia di allontanarsi piano piano, perché Chris è solo in prestito e strapparlo al Manchester non è scontato. E' chiaro che prima si fa la trattativa con gli inglesi e più il costo resta accettabile, in caso contrario la Roma rischierà di pagarlo - se lo vorrà - la prossima estate a una cifra esorbitante. Lui per ora non si sbilancia, ma come è noto il gradimento c'è. «In questo momento la mia preoccupazione è fare bene con la Roma, l'obiettivo non è solo la qualificazione in Champions come ha detto Fonseca ma pure cercare di vincere un trofeo. A fine stagione vedremo». Di certo Chris e il Manchester United non hanno fretta, la Roma evidentemente sì.
PAULO STANCO, DZEKO E' SOLO -
Di tutt'altro avviso è Fonseca che esprime il suo buonumore, almeno per la sosta. «Penso sia chiaro che la squadra fosse stanca in questo momento. Abbiamo disputato tante partite e non è una questione di atteggiamento. Non siamo più veloci ed è un fatto che non abbiamo fatto una prestazione per vincere. La sosta arriva al momento giusto: abbiamo giocato sempre con gli stessi calciatori e non avevamo la possibilità di cambiare. Quindi, abbiamo pagato tutto questo». Dzeko troppo lontano dalla porta? «E' vero ma fa un grande lavoro per la squadra, stavolta era troppo solo là davanti. Non sono preoccupato, anche se pure lui è un po' stanco». L'ultimo gol segnato da Edin, contro il Milan. Alla Roma servono i suoi gol, alternativa a lui non c'è.
Fonseca: “Eravamo lenti e poco reattivi”
IL TEMPO - BIAFORA - La stanchezza ha condannato la Roma. 17 tiri e 563 passaggi non sono bastati ai giallorossi per abbattere il muro eretto dal Parma a protezione di Sepe, aiutato anche dalla dea bendata sulla punizione di Kolarov. La sentenza di Fonseca sui motivi del ko è netta e senza possibilità di appello: “La stanchezza è un fattore importantissimo in questo momento, la squadra era chiaramente stanca. I giocatori che sono andati in campo hanno giocato tutte le partite ultimamente, non è una questione di atteggiamenti, ma di stanchezza. I giocatori sono stati più lenti, non reattivi. Non abbiamo fatto una partita per vincere. Non abbiamo la possibilità di cambiare e penso che sia chiaro che abbiamo pagato tutto questo. Siamo stati lenti a pensare e a reagire. Ben venga la pausa”. In particolare il tecnico portoghese ha voluto sottolineare la serata storta di Pastore, poco ispirato in fase di rifinitura, e ha individuato l’origine della scarsa produzione offensiva nell’aver abbandonato troppo a sé stesso Dzeko: “La fase d’attacco è stata molto complicata, non abbiamo fatto superiorità nei corridoi laterali e non c’era spazio al centro. Pastore era stanco e non è stato molto influente e lui è un fattore determinante in attacco, dove è mancata reattività. Dzeko è stato molto solo in attacco, Javier era troppo lontano da lui. Che Edin non segni è una casualità, lavora molto per la squadra. Abbiamo avuto poche occasioni per segnare contro una squadra bassa che non ha lasciato spazi, per noi così è più difficile e anche per il nostro centravanti”. Qualche bacchettata anche alla difesa: “Non abbiamo fatto buone marcature preventive. Il Parma - l'ammissione di Fonseca - ha avuto molte occasioni e ha giocato in contropiede in modo pericoloso perché noi abbiamo rischiato. Sul primo gol non ho visto bene la situazione, era lontana da me, ma è anche quella una situazione di contropiede. Non abbiamo fatto bene nella transizione difensiva, anche nel primo tempo abbiamo avuto problemi". Raggiante D’Aversa, che grazie al successo è ottavo in classifica con il suo Parma: “I ragazzi hanno interpretato benissimo la gara, che non era semplice. E’ merito di tutti per questa vittoria. Ci voleva, i ragazzi meritavano questo risultato”.
Spinazzola si ferma e salta la nazionale
IL TEMPO - BIAFORA - Fonseca incrocia le dita per Spinazzola. L’allenatore della Roma, che ha fissato per domani la ripresa degli allenamenti, è stato costretto a cambiare l’esterno per un fastidio al flessore destro. Per stabilire l’entità dell’infortunio saranno necessari degli esami strumentali, ma un primo verdetto è già chiaro: il calciatore - out con il Gladbach per un affaticamento all’adduttore sinistro - non andrà in Nazionale. Fonseca, che non potrà contare su 10 nazionali, ritrova però Mkhitaryan, non convocato dall’Armenia e ormai pronto a tornare in gruppo. Da verificare giorno per giorno Pellegrini: l’obiettivo è essere convocato con il Brescia.
Fonseca: "Sconfitta meritata, tante gare sulle gambe"
LA GAZZETTA DELLO SPORT - In quattro giorni la Roma si è scoperta testa in giù. Due sconfitte di fila, infatti, all’improvviso hanno messo in bilico sia la qualificazione in Europa League che la caccia al posto in Champions, facendo tornare a galla tanti dubbi sulla profondità reale della rosa - basti pensare a Florenzi, che per la sesta volta di fila è rimasto in panchina - e sulla effettiva uscita dal tunnel degli infortuni, visto che Spinazzola ormai vive una stagione solo di «stop and go». Stavolta, a frenarlo, c’è stato un problema al flessore destro che non lo renderà disponibile per la Nazionale. «Il Parma ha meritato di vincere - dice Fonseca - ma si è visto nettamente che la mia squadra era stanca. Non è una questione di atteggiamento, ma tutto deriva dal fatto che i giocatori hanno disputato tante partite. Siamo stati lenti e poco reattivi, così non abbiamo fatto una gara per vincere. In effetti il match col Borussia ha pesato tanto, perché è stata una delle partite in cui abbiamo corso di più, e su un campo pesante. Così abbiamo pagato questo, i troppi infortuni e quindi l’impossibilità di cambiare. Ad esempio, io vorrei a volte tener fuori Dzeko e Kolarov, ma non ho nessuno da mettere al loro posto, senza contare che eravamo reduci da tre vittorie consecutive in campionato e perciò era normale che non volevo modificare troppo le scelte».
Smalling c'è: "Ma è stato un mese lungo e difficile"
LA GAZZETTA DELLO SPORT - A provare a spiegare tutto dopo la gara con il Parma ci pensa Chris Smalling: «Potevamo fare di più. E’ stato un mese lungo e difficile, ma positivo nel complesso. Poi la sconfitta all’ultimo contro il Borussia e quella di oggi ci hanno penalizzato. Siamo dispiaciuti di aver perso posizioni in classifica. Adesso non potremo giocare per due settimane per riscattarci. È sempre meglio tornare subito in campo per cancellare la sconfitta. Credo sia comunque immeritata per quanto fatto in campo». Il peso che ha nella Roma, però, Smalling lo ha chiaro. «Quando il club mi ha preso, si aspettava che io dessi un contributo dentro e fuori dal campo con la mia esperienza. Adesso cerchiamo di restare equilibrati e lavorare sodo. Sono sicuro che la Roma dimostrerà le sue qualità e si riprenderà in fretta».
Fonseca ammette: "Siamo stanchi". E difende Dzeko
LA REPUBBLICA FERRAZZA - Seconda sconfitta consecutiva dopo quella in Europa League. La Roma si ferma a Parma (2-0), viva ma poco lucida e senza la forza di infilare il quarto successo dopo i tre di fila Milan, Udinese, Napoli) collezionati in campionato, «La squadra è molto stanca in questo momento - spiega dispiaciuto Paulo Fonseca - i giocatori hanno fatto tutte le partite, non abbiamo tanti cambi. Non è stata una questione di atteggiamento. ma non siamo stati veloci nelle reazioni ed è un fatto che non abbiamo giocato in un modo che ci portasse a vincere la gara. Il Parma è stato sempre molto pericoloso in contropiede, creando situazioni da gol». Il tecnico portoghese difende i suoi, stremati da un ciclo asfissiante di partite. «Non è stata una questione di atteggiamento, perché i giocatori hanno corso molto. Il problema è che la squadra è stata lenta a pensare, a reagire, e il Parma ha meritato la vittoria». Fonseca difende poi Edin Dzeko che non fa gol da quattro match e ieri è stato tra i peggiori in campo- «È una casualità - dice il mister - oggi non abbiamo avuto molte occasioni contro una squadra sempre bassa e non avevamo molto spazio, quindi era più difficile per lui. Non si possono vedere solo i gol, per valutare Dzeko, perché lavora molto per la squadra». Ora (il bosniaco andrà in nazionale e quindi continuerà a non riposare, rischiando di rientrare ancora più stanco e senza un cambio naturale in rosa.
A Parma si è bloccato di nuovo Leonardo Spinazzola. Il terzino giallorosso ha raggiunto | compagni direttamente a Parma, saltando la trasferta europea in Germania a causa di un affaticamento. E ieri ha chiesto il cambio al Tardini intorno alla metà del primo tempo per fastidi muscolari la cui entità sarà valutate nelle prossime ore. Al suo posto è entrato Davide Santon, e non Alessandro Florenzi, uscito del tutto ormai dalle rotazioni decise da Fonseca per il ruolo di esterno basso, il capitano della Roma risponderà oggi alla chiamata in nazionale di Mancini che l'ha convocato nonostante non trovi spazio nel club.
Adesso il campionato si fermerà per rispettare la terza sosta stagionale. E a Trigoria si proveranno a sfruttare queste due settimane per recuperare qualche infortunato, Su tutti Mkhitaryan - chiamato per gli impegni dell'Armenia e Lorenzo Pellegrini. Quest'ultimo punta dritto la sfida del 24 novembre, contro il Brescia, proprio la gara in programma all'Olimpico dopo la sosta.
Intanto Gianluca Petrachi racconta cosa l'ha colpito di Paulo Fonseca e perché la scorsa estate ha deciso di portarlo alla Roma. «Quando ero al Torino seguivo un suo attaccante. Facundo Ferreyra -spiega il ds giallorosso - Avevo visto tre partite, vedendo una filosofia di gioco corta e con verticalizzazioni improvvise. Quando ci siamo Incontrati mi ha catturato perché mi ha fatto vedere tutto quello che applicava in campo e quali fossero i suoi principi».