Spinazzola: "Mi trovo benissimo con la squadra. Ci è piaciuto da subito il gioco del mister" (video)

Leonardo Spinazzola, arrivato alla Roma in estate dalla Juventus, ha parlato ai microfoni di RomaTV+ del suo inizio di stagione con i colori giallorossi:

Il mister ha trasmesso fiducia…
"Le vittorie portano serenità ma c’è sempre da stare sul pezzo. È un attimo che cadi giù nel rendimento. Ci vuole sempre equilibrio, il mister è da luglio che lo dice. Dice di essere l’uomo più equilibrato e di farcelo percepire. Senza equilibrio non si va da nessuna parte. Oggi abbiamo visto gli errori fatti contro il Napoli. Quando perdi vedi gli errori che hai fatto e quando vinci lo stesso. Si parla sempre di una linea sottilissima. Se vinci e c’è gioco sei felice e sereno, se perdi e c’è gioco dici di continuare così perché le vittorie arriveranno. Quando ti manca carattere e atteggiamento è un allarme".

Come ti trovi con la squadra?
"Benissimo. Tre mesi che faccio interviste, tre mesi che lo dico. Tanti li conoscevo, chi no, sono ragazzi bravissimi. Si sta veramente bene".

Che tipo di musica ascoltate?
"Kluivert e Jesus sono i DJ dello spogliatoio. Mettono latino americano e hip pop. A tratti metto i cappelli da rapper, dipende da come mi sveglio la mattina (ride, ndr). Anche canzoni italiane come Ultimo. Svario molto".

Hai qualche gruppo rock che ti piace?
"I Queen anche se non è il mio genere".

Sei favorevole o contrario al VAR?
"Favorevole ma non eccessivamente. Aiuta in certe situazioni come il fuorigioco. Tipo il fallo di mano, come De Ligt, non sono mai rigori. Sono sempre spizzate. Impossibile andare a difendere in area con le mani dietro. Normale che se prendi una palla col braccio largo ci sta. Penso che l’arbitro deve decidere".

Ti senti a tuo agio con la filosofia tattica di Fonseca?
"Benissimo veramente. A parte che è il nostro gioco dei terzini che attaccano, siamo tutti gente con gamba e propensa ad attaccare. Il gioco del mister sin dall’inizio ci è piaciuto subito. Normale poi, come contro il Genoa, che tutti dicevano che siamo poco equilibrati, non era una questione tattica".

Sapere di avere Mancini tra i mediani vi fa stare più tranquilli per fare un passo in avanti?
"Più giochi e più prendi confidenza e ti vengono automatiche le cose che ti chiede il mister. Le posizione degli esterni non sono da esterni puri. Devono stare in una posizione non comodissima per quanto riguarda un esterno perché giochi spalle alla porta. Non è come Under che gioca sulla linea. Dipende anche dalle caratteristiche".

Quanti tatuaggi hai e quale è stato il primo?
"Ne ho due, uno grande e uno piccolo con mia moglie. Nello stesso anno ho fatto entrambi (ride, ndr). Quello grande ha tutto un significato tra famiglia etc".

Ti ha sorpreso il rendimento di Mancini come centrocampista?
"No, anche con lui stiamo sempre insieme. Non pensavo che corresse così tanto (ride, ndr). Sapevo che aveva il piede per fare quei lanci. Fisicamente è un animale. Anche a Bergamo ho visto certe sfide. Tecnicamente anche è molto pulito, sempre con la testa alta, è forte. Ha fatto quello scavetto per Pastore incredibile (ride, ndr)".

La Roma si è schierata al fianco di Balotelli. Che ne pensi di questi casi?
"E’ una vergogna. Stiamo nel 2020 e non si possono sentire ancora queste cose. Chi sbaglia, abbiamo tutte le telecamere possibili, paga. Senza che paghi tutta la cruva dove ci sono famiglie".

Quale delle maglie ti piace di più?
"La rossa classica anche se la blu… Podio rossa, blu, bianca".

Piatto romano preferito?
"Amatriciana, cacio e pepe. Mamma mi cucinava sempre la prima e dico quella".

Come ti trovi a Roma in città? Ci sono zone che ti piacciono?
"Molto. Si sa che è una delle città più belle del mondo. All’inizio ho avuto un attimo, un pochino di difficoltà col traffico. La mattina so le strade per arrivare a Trigoria tranquillamente (ride, ndr). Vengo da Foligno, poi Bergamo e Torino, sono vivibili e le giri in 20 minuti".

La canzone di Foligno…
"Florenzi me la cantava sempre e quindi la cantavo anche io".

 


L'idillio con Fonseca, sorrisi e gol d'autore: così Zaniolo è tornato al centro della Roma

IL MESSAGGERO - ANGELONI - Poco più di un anno fa, era il 3 novembre, Nicolò Zaniolofaceva la sua prima da titolare in campionato, a Firenze. La prima assoluta, qualche tempo prima, a settembre, il 19, addirittura sul campo del Real Madrid, in Champions. Quella Champions che oggi è costretto a inseguire, perché la Roma non c'è l'ha, perché a Trigoria - e non solo - se ne sente l'assoluta necessità, sia per prestigio sia per ragioni economiche. La Champions oggi c'è, per quel terzo posto che però non è definitivo. Zaniolo ha quella faccia da Champions, perché lì è nato, perché in una notte è diventato re, con una doppietta al Porto, all'Olimpico, che ormai sente casa sua («una serata dalla emozioni forti, che non mi toglierò mai dalla testa»). Zaniolo è un ragazzo giovane, per qualcuno un ragazzaccio (ma chissà che avrà combinato mai?), uno che prende strade sbagliate. Capello, ecco appunto, ne parlò in questi termini, fino poi, come ieri, tornare sui suoi passi. «Sono un ammiratore di Zaniolo, dico che è il più grande talento che abbiamo in Italia. Forse ho dimenticato di aggiungere il nome di Kean quando ne ho parlato. Ho avuto giovani che si sono persi, anche Cassano ha fatto le cassanate», le sue parole a Radio Rai 1. Da quella sera in cui il tecnico del terzo scudetto si lasciò andare a dichiarazioni non proprio piacevoli per Zaniolo, questi ha cominciato una corsa inarrestabile: Gol al Mönchengladbach, gol al Milan, gol all'Udinese e gol al Napoli.

LA SVOLTA Ha smesso di prendere ammonizioni dopo le tre in quattro partite nel mese di settembre con Lazio, Bologna e Atalanta. Nicolò si è ripreso la Roma, che aveva un po' mollato proprio da quella magica serata contro il Porto, il 12 febbraio scorso. Da lì solo una rete quasi a fine campionato, contro la Fiorentina, quando ormai i giochi (l'esonero di Di Francesco e il posto in Champions ormai lontano) erano fatti. Con Ranieri non s'era preso, con Fonseca sta tirando fuori il meglio. Zaniolo ha messo via le critiche e ora va a testa bassa, direzione Champions. E' uno Zaniolo in grande spolvero, nell'anno che porterà all'Europeo e molte partite dell'Italia si giocheranno all'Olimpico, dove ha segnato quasi tutti i suoi gol con la maglia della Roma: dal primo con il Sassuolo all'ultimo con il Napoli, dieci su undici, l'unico in trasferta mercoledì scorso a Udine. Sei in totale lo scorso anno (quattro in campionato con Sassuolo, Torino, Milan e Fiorentina, più i due in Champions con il Porto) e cinque quest'anno (tre in campionato con Milan, Udinese e Napoli, due in Europa League con Basaksehir e Mönchengladbach). Il ct Mancini osserva e lo aspetta, dopo avergli dato una bella strigliata, non convocandolo nella penultima occasione dopo i fatti dell'estate con l'Under 21 (giustiziati sia lui sia Kean, ma con i giovani si fa così). «La Roma quest'anno è cambiata ma in positivo perché siamo un gruppo giovane con giocatori più esperti e forti, che aiutano i più giovani. E' il giusto mix per fare una grande annata. Sta a noi giocare bene per riportare la Roma nei posti in cui merita», le parole di Zaniolo al sito della Uefa. «Questa può essere la stagione giusta per vincere? Sì. Dipende da solo noi. Le vittorie non si costruiscono in un giorno. Credo però che abbiamo tutto per poter dire la nostra. La 10 di Totti? Non ci penserei neanche. Terrei la mia, è una forma di rispetto verso il capitano».


Troppi infortuni? E’ arrivata la benedizione dei campi

IL MESSAGGERO - CARINA -  Chissà se a Trigoria, dopo l’ecatombe di infortuni che ha colpito la Roma negli ultimi due anni e mezzo, non abbiano letto di sfuggita le parole di Feuerbach. Il filosofo tedesco amava infatti ricordare che «se per la teologia solo ciò che è sacro è vero, per la filosofia solo ciò che è vero è sacro». Fatto sta, per non lasciare nulla d’intentato, la Roma - che aveva già fatto benedire la sede dell’Eur il giorno dell’inaugurazione - ha concesso il bis con i nuovi campi del centro sportivo Fulvio Bernardini. Il tutto - come rivelato da Teleradiostereo - è accaduto prima della gara contro il Milan, venerdì 25 ottobre alla presenza del Monsignor Rino Fisichellache, scherzando nell'occasione, ha voluto rimarcare come lui fosse anche «un esorcista». Ora, per non mischiare il sacro con il profano, va detto che qualche giorno dopo Juan Jesus s’è fermato per un risentimento muscolare, saltando così la trasferta di Udine. «Risentimento ma non lesione», ha voluto rimarcare scherzando qualche tifoso che ha ricordato come la Roma abbia inanellato da quel giorno tre successi in altrettante gare. Lo scorso febbraio, una situazione analoga s’era verificata a Formello, con un prete chiamato dal presidente Lotito per benedire il centro sportivo biancoceleste.


La Serie A emigra: partite all’estero

IL MESSAGGERO - BUFFONI - Il calcio è sempre più televisivo, ma è guardando le partite dal vivo che si resta rapiti dalla sua magia. Lo sa benissimo la Lega di serie A che, attraverso il suo amministratore delegato Luigi De Siervo, auspica «almeno una partita a stagione da far disputare all'estero». Il perché non è un segreto per nessuno: aumentare il fatturato. «La nostra sfida e quella delle altre leghe europee - spiega De Siervo - è di andare a conquistare nuovi mercati e questo lo si fa andando a giocare partite all'estero e creando un percorso di avvicinamento al nostro campionato e al nostro Paese». La serie A si candida a esportare i suoi gol da tre punti e non più quelli di amichevoli di lusso o eventi straordinari, come la finale di Supercoppa che già da anni varca i confini nazionali (anche quest'anno si giocherà a Riad, Arabia Saudita). La Nba già da anni porta in giro per il mondo i suoi giganti. Sabato scorso sono stati 29 anni dalla prima volta: 2 novembre 1990, Phoenix Suns-Utah Jazz si affrontarono a Tokyo. Dal 2011 la Nba ha nella O2 Arena di Londra il suo quartier generale europeo. Anche la Nfl, football americano, dal 2007 emigra e anche per la palla ovale la meta preferita è Londra, stadio Wembley, dove giusto domenica scorsa gli Houston Texans hanno battuto 26-3 i Jacksonville Jaguars. Il calcio europeo ci sta provando. L'anno scorso è stata la Liga spagnola ad andarci vicino: Girona-Barcellona il 26 gennaio scorso si sarebbe dovuta giocare a Miami, in Florida. Era già stato pianificato tutto, compresi rimborso e ospitalità (volo e hotel) per gli abbonati o i possessori del biglietto del Girona. Saltò tutto a un mese dall'evento, ufficialmente per mancato accordo fra gli organizzatori. In realtà pare fu la Fifa a opporsi. Politici e tifosi, invece, bloccarono l'export delle partite di Premier League inglesi. «Stiamo aspettando che prima Fifa e poi Uefa creino delle regole certe», conferma De Siervo.

DIRITTI TV E PIRATERIA Calcio sempre più evento tv, si diceva. E le tv sono sempre più al centro del terreno di gioco. Ieri Sky e Dazn (detentori dei diritti fino al 2021) sono state ricevute dal Consiglio di Lega, a cui hanno presentato il loro impegno a sostegno del campionato italiano. «E' stato un fatto molto positivo - ha commentato l'ad di Lega - Sky ha presentato il nuovo management, con il nuovo ad (Maximo Ibarra, ndr) che ha ribadito l'interesse Sky verso la serie A. Dazn ci ha illustrato un piano industriale che vede il nostro campionato al centro dello sviluppo in Italia e in altri 7 paesi esteri». Sullo sfondo c'è la partita per l'assegnazione dei diritti per il triennio 2021-2024, per assegnare i quali è atteso il bando. Tornano in scena gli spagnoli di Mediapro, che ieri hanno consegnato la loro proposta di partnership per la realizzazione di un canale della Lega: «L'analizzeremo con calma - spiega De Siervo - e la porteremo in assemblea entro fine mese». Pay tv fa purtroppo rima con la guerra alla pirateria, ingaggiata con decisione dal calcio italiano. «Sul cosiddetto pezzotto - conferma De Siervo - è cominciata, lo dico con ironia, una caccia all'uomo o alla donna e a chiunque pensi di poterla fare franca. Il consumo digitale di materiale illegale lascia una traccia indelebile, un filo di Arianna digitale. Le autorità a ritroso stanno rintracciando tutte le persone e stanno arrivando le prime multe pesanti e anche i primi arresti».


Lopez campione "normale". Giallorossi in buone mani

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Qualcuno, a Roma, non si fa problemi a chiamarlo il «Normal One». Probabilmente la definizione è quanto mai indovinata perché Pau Lopez da una parte è un numero uno tra i pali, dall’altra è un comunissimo ragazzo fuori dal campo (…).Lo spagnolo è un portiere bravo, a tratti bravissimo, pur senza essere il numero uno al mondo come il brasiliano Alisson. Al tempo stesso, dà a tutti i compagni quel senso di sicurezza che lo scorso anno con Olsen si era perso. Ama parlare ai difensori, ha imparato l’italiano in poche settimane — e continua a studiarlo con la moglie — ed è diventato amico stretto di Fazio e Pastore (…).Contro il Napoli a osservarlo c’erano Moreno e Pol, allenatore e preparatore della Spagna, e Pau Lopez ci teneva a fare bene (…). Finora ha incassato 13 reti, è rimasto imbattuto 4 volte (3 in campionato e una in coppa) e sta dimostrando una continuità (…).A Roma sta mostrando una sicurezza che raramente si era vista in carriera. Merito del preparatore Savorani «che mi sta facendo lavorare come mai prima», di compagni che si affidano a lui, e di una famiglia che lo segue passo dopo passo (…).

Sul passato, Pau Lopez a Movistar ha confidato (…): «(…) Sarei dovuto andare via dall’Espanyol in altro modo. Ho perso l’affetto e il rispetto delle persone, ma spero di guadagnarli di nuovo». Intanto, settimana dopo settimana, sta conquistando i romanisti. Il resto potrebbe essere una conseguenza.


Diawara già a disposizione. Tutti a Parma da venerdì

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Buone notizie per Paulo Fonseca che ieri ha ritrovato in gruppo Amadou Diawara (…). Contro il Parma, quindi, il centrocampista tornerà sicuramente tra i convocati, ma è possibile che anche in Europa League contro il Borussia possa essere tra i calciatori in partenza.

Dopo la partita in Germania, in calendario alle ore 21 di giovedì, il giorno successivo la squadra si allenerà a Moenchengladbach in mattinata per poi partire alla volta di Bologna e andare a dormire a Parma. Il sabato, quindi, la rifinitura sarà svolta in Emilia, così come la conferenza dell'allenatore, prevista intorno all'ora di pranzo (…). Il tecnico, intanto, lavora alla formazione da schierare in Europa League. Probabile i rientri dal primo minuto di Florenzi per Spinazzola, Fazio per Cetine Perotti per Pastore, con Zaniolo spostato sulla trequarti.


Nuovo cinema Pastore: «Ora mi sento importante»

LA GAZZETTA DELLO SPORT - I problemi dello scorso anno sono ormai archiviati, così come il rapporto difficile con il club (a volte voleva allenarsi da solo, ma non c’erano preparatori o fisioterapisti) e con Di Francesco (…). Adesso sembra che Javier Pastore abbia messo tutto da parte: Fonseca lo gestisce bene, in estate gli ha consentito di mettere benzina nelle gambe pensando alla preparazione e non alle amichevoli e lo ha fermato quando era il momento opportuno, i tifosi lo fermano per strada e l’Olimpico gli ha riservato un vero tributo quando contro il Napoli ha corso per cinquanta metri per recuperare un pallone (…).La testa viaggia veloce, le gambe ancora di più: «Ma la cosa più importante è la fiducia che ci dà il tecnico e il modo in cui ci parla. Io ho avuto diversi allenatori e ho appreso tanto da tutti: questo staff ha un’enorme voglia di far bene e di vincere. Sono tutti giovani, hanno convinzioni importanti e ce le trasmettono. Per la Roma che vuole puntare in alto tutto questo è fondamentale». Ma la strada è lunghissima (…).


Zaniogol: «Roma, tranquilla non mi monto la testa e voglio segnare tanto»

LA GAZZETTA DELLO SPORT - «I miei idoli calcistici sono sempre stati Kakà e Ronaldinho — ha detto Zaniolo al sito Uefa —. Al primo mi ispiro come modo di giocare e abbiamo più o meno la stessa posizione in campo, anche se le sue qualità erano immense.Il secondo, invece, mi divertivo solo a vederlo giocare. Guardavo soprattutto per lui». Oggi, magari, c’è un bambino che sogna di diventare Zaniolo, che a Roma qualcuno immagina possa essere il nuovo Totti. «Penso che per qualsiasi giovane essere accostato a lui sia una grandissima emozione. Però devo dire che io sono Nicolò Zaniolo, devo migliorare, e tanto: di Totti ce n’è uno (…). Devo essere bravo a non sedermi e a continuare a fare altri gol». E a chi gli chiede se accetterebbe il «10» di Totti, risponde sicuro: «No, non ci penserei neanche. Terrei la mia, è una forma di rispetto verso il capitano. Non proverei nemmeno a dire di sì». In comune, comunque, c’è di sicuro il desiderio d’interrompere quel sortilegio che vede la Roma senza successi dal 2008. «(…). Penso che questa possa essere la stagione giusta per tornare a vincere. Dipende tutto da noi, da come approcciamo le partite, da come ci alleniamo giorno dopo giorno (…)».

Nonostante sia stato — a torto — considerato un antipatizzante, ieri Fabio Capello è tornato a riempire di elogi Nicolò, spiegandosi ancor meglio sui problemi comportamentali. «Io sono un ammiratore di Zaniolo — ha detto a Radio Rai — , è il più forte talento che abbiamo in Italia (…)».


Formula Fonseca, l’alieno normale

CORRIERE DELLA SERA - DI CARO - Serviva un alieno, che arrivasse da un altro mondo e non sapesse nulla del buco nero che aveva inghiottito la Roma. E serviva una persona normale per tirar fuori da big e giovani promettenti, da riserve di livello e titolari certi, una squadra all'altezza di un obiettivo tanto essenziale quanto alla portata come il quarto posto. Serviva insomma Paulo Fonseca, l’alieno normale, a questa Roma.


Zaniolo: «Di Totti ce n’è uno. Non accetterei la 10 per rispetto del Capitano»

CORRIERE DELLA SERA - Anche la Uefa si è accorta dello straordinario talento di Zaniolo. Lo dimostra l’intervista rilasciata al sito ufficiale in vista di Borussia M’GladbachRoma di Europa League, dopodomani. Tutto Nicolò, a 360 gradi (…). Il debutto con la Roma: «Di Francesco mi chiamò la mattina e mi chiese se ero pronto a giocare contro il Real Madrid. Incredulo, gli ho risposto: “Certo, mister”. Ero ancora inconsapevole di quello cui stavo andando incontro. Si giocava alle 21 e sono rimasto tutto il pomeriggio a guardare il soffitto, dopo aver chiamato i miei genitori per chiedere conforto (…)».La doppietta in Champions contro il Porto: «Quella sera non la dimenticherò mai (…). Devo essere bravo a non sedermi sugli allori e continuare a giocare bene per questa maglia» (…). Il paragone con Totti: «Per qualsiasi giovane essere accostato – o solo avvicinato – a Francesco Totti è una grandissima emozione. Però devo dire che io sono Nicolò Zaniolo, devo migliorare e tanto. Di Totti ce n’è uno… Io devo solo continuare su questa strada». La maglia numero 10: «Non l’accetterei. Non ci penserei neanche e mi terrei la mia. È una forma di rispetto verso il Capitano. Non ci proverei nemmeno a dire di sì». Obiettivo vittoria: «È la stagione giusta per portare a casa un trofeo? Sì, potrebbe essere. Dipende tutto da noi (…)».


Zaniolo giura: «Mai la 10 di Totti»

IL TEMPO - BIAFORA - Cinquanta presenze e 11 gol con la maglia della Roma ad appena vent'anni. Zaniolo sta confermando quanto di buono aveva fatto vedere nella sua prima stagione in giallorosso, ma, nonostante quattro reti nelle ultime quattro partite, mantiene i piedi ben saldi a terra: «Non direi che sono un giocatore affermato, devo continuare così, lavorare in campo per affermarmi in futuro». Il numero 22, che ha ormai conquistato un posto da titolare fisso e sarà probabilmente tra i convocati dell'Italia per Euro2020, non si lascia lusingare da chi vuole consegnargli la maglia numero 10, quella indossata da Totti per lungo tempo: «Non ci penserei neanche, non proverei nemmeno a dire di sì. È - ha dichiarato al sito della Uefa - una forma di rispetto verso il capitano. Essere accostato a lui è una grandissima emozione per qualsiasi giovane. Però devo dire che io sono Nicolò Zaniolo, devo migliorare e tanto. Di Totti ce n'è uno, io devo continuare su questa strada». Nel suo discorso da calciatore maturo e navigato non vengono persi di vista gli obiettivi di squadra: «Questa può essere la stagione giusta per vincere. Le vittorie si costruiscono non in un giorno, ma in anni. Abbiamo tutto per poter dire la nostra. La Roma è cambiata molto, ma penso sia cambiata in positivo perché siamo un gruppo giovane con al fianco giocatori più esperti e forti, che aiutano i più giovani. È il giusto mix per fare una grande stagione. Adesso - ha concluso Zaniolo - tocca a noi giocare bene per risollevare la Roma e portarla nei posti in cui merita».


Forze fresche per la Roma

IL TEMPO - AUSTINI - Visti i precedenti meglio dirselo a bassa voce. Ma a quanto pare la Romasta meglio, da ogni punto di vista. Dopo i progressi certificati da tre vittorie in una settimana (e che vittorie), i giallorossi si preparano alla trasferta in casa del Borussia Mönchengladbach con l'infermeria che, piano piano, inizia a svuotarsi. Perotti ha già giocato 53 minuti col Milan e altri 4 spezzoni di partite, ora si candida a giocare titolare giovedì in Germania, concedendo magari un turno di riposo al connazionale Pastore. Under è pronto a mettere altri minuti nelle gambe, Florenzi chiede una chance a Fonseca, intenzionato però a utilizzarlo solo da esterno avanzato. Se quindi il tecnico volesse far rifiatare Kolarov, toccherebbe a Santon e Spinazzola presidiare le fasce in difesa. Il capitano ha parlato con il tecnico che gli ha motivato le sue scelte, ha capito e ha accettato, ovviamente è deluso dalla sua retrocessione nelle gerarchie, ma l'impressione è che che Florenzi partirà dal 1' in una delle prossime due partite prima della sosta: se non sarà in Europa League, magari toccherà a lui domenica a Parma.

Lo spostamento di Zaniolo da trequartista centrale (con Pastore in panchina) libererebbe un altro posto sulle corsie, dove non può ancora giocare Mkhitaryan. Il recupero dell'armeno è stato più lento del previsto, la fastidiosa lesione tendinea all'adduttore rimediata il 29 settembre a Leccedoveva guarire in tre settimane e invece non ne basteranno cinque: tornerà direttamente il 24 novembre col Brescia. Quella data se l'è segnata in rosso Pellegrini, che ieri ha avuto il via libera per l'ultima fase del recupero dopo un consulto a Villa Stuart. Ha già iniziato a correre sul campo nei giorni scorsi e ora potrà forzare, testando le condizioni del piede: si era fermato anche lui a Lecce per una frattura del quinto metatarso che lo ha costretto ad operarsi. Non dovrà invece finire sotto i ferri Cristante: il professore finlandese Orava ha analizzato gli ultimi esami, confermando il consiglio di proseguire la terapia conservativa per il tendine. Appuntamento a gennaio mentre il primo centrocampista a rientrare sarà Diawara: ieri si è allenato in gruppo con i giocatori non impegnati contro il Napoli e se non ci saranno intoppi partirà con la squadra domani alla volta di Moenchengladbach. Visti i posti limitati in panchina nelle competizioni Uefa (solo 7), sarà più facile rivederlo nella distinta domenica a Parma, dove la Roma arriverà senza ripassare per Trigoria. Fonseca ha infatti deciso di far allenare la squadra anche venerdì in Germania (nello stadio del Borussia) all'indomani della partita e di spostarsi in giornata in Emilia con un volo per Bologna. Quindi convocazione unica per due match, la rifinitura della gara contro gli uomini di D'Aversaverrà svolta sabato a Parma. Una sorta di ritiro allungato, con una tensione decisamente minore rispetto alla clausura ordinata da De Laurentiis al Napoli.