Jesus e la Roma: daspo al razzismo

IL MESSAGGERO - CARINA - Espulso a vita. È questa la risposta da parte della Roma al tifoso che ieri, via Instagram, ha pesantemente insultato Juan Jesus, utilizzando epiteti razzisti: «Stai meglio al giardino zoologico li mort... tua. Un'altra volta, maledetto scimmione. Negro». Una presa di posizione forte e decisa da parte del club giallorosso che vieta quindi al soggetto (le cui iniziali sono A.D.A.: non risulta attualmente essere abbonato e non ha comprato tagliandi per assistere alle gare con GenoaSassuolo e Basaksehir) l'entrata a vita per le partite casalinghe dei giallorossi.

IL COMUNICATO - Questo il comunicato del club, apparso su Twitter in serata: «Il gestore di questo account Instagram (Pomatinho, il nick name, ndc) ha inviato insulti razzisti disgustosi a Juan Jesus, attraverso un messaggio diretto. Abbiamo segnalato l'account alla Polizia e a Instagram. La persona responsabile sarà daspata a vita dalle partite della Roma». Un'iniziativa che in qualche modo Juan Jesus s'era augurato nella replica garbata avuta sul social. Inizialmente il difensore brasiliano ha risposto girando la conversazione sul profilo ufficiale del club giallorosso, per poi aggiungere il proprio commento: «Sapete già cosa fare con un tifoso così. Orgoglioso di essere quello che sono».

APPLAUSO - La reazione veemente da parte della Roma merita un plauso. Tra l'altro è la prosecuzione di un lavoro da parte della società che già da tempo (più o meno un anno) aveva recepito il protocollo del Ministero riguardo al fatto che i club dovessero dotarsi all'interno dello stadio di un regolamento di condotta.

IL ROSSO - In questo è previsto anche l'espulsione in caso di atteggiamenti razzisti. Ieri la Roma, arbitrariamente, ha deciso di estenderlo per la prima volta anche all'esterno. Una mossa, questo è l'augurio, che possa essere replicata anche da altre società, molte delle quali alle prese con episodi di razzismo, vedi il caso Lukaku. In Inghilterra, ad esempio, il Manchester United era intervenuto in passato dopo che Pogba era stato insultato pesantemente su Twitter dopo un rigore sbagliato. I Red Devils avevano incontrato la delegazione di Twitter, chiedendo alla piattaforma di stoppare gli insulti di matrice discriminatoria. La Roma ha fatto di più. Nel giro di poche ore è risalita all'autore delle offese e lo ha daspato a vita dallo stadio. Un esempio da seguire. Quando ormai il caos non era più calmo, il tifoso in questione ha pubblicato un post nel quale spiegava di non essere lui e che «erano entrati nel mio account e hanno scritto insulti razzisti a più giocatori. Non sono io ovviamente». Ma il ragazzo comunque, anche in vecchi post, c'era ricaduto.


Fonseca: il tatticismo “italiano” riporta la squadra nell’anonimato

IL MESSAGGERO - ANGELONI - L'esaltazione, poi la depressione. Fenomeni, poi scarsi. La Roma torna nella marea, alti e bassi frenetici. Sempre a caccia dell'equilibrio. Sensazioni, queste, di tifosi di ogni squadra, qui sono acuite perché c'è astinenza da vittoria e questo è frustrante. Ma al di là di certi discorsi di pancia, c'è un qualcosa da analizzare dopo la sconfitta contro l'Atalanta. Intanto, diciamo che nulla è perduto e consideriamo la sconfitta di mercoledì come un incidente. Da cui ripartire. Ciò che emerge non è tanto la sconfitta, che può capitare, ma come è arrivata. «Non abbiamo mai avuto il controllo del gioco», questo Fonseca dopo la gara. Parole indicative, figlie di una scelta che non ha pagato. E la scelta non è legata al modulo con la difesa a tre, ma all'atteggiamento. Questo termine - riferimento fatto dal tecnico - italianizzazione chissà per quanto ce lo porteremo dietro. Che vuol dire essersi italianizzato? Giocare con tre (cinque) difensori? No, lo fa l'Inter, che comunque produce un calcio offensivo. L'Italia del catenaccio è morta e sepolta, oggi qui ci sono tecnici all'avanguardia, Fonseca lo è. La Roma non ha giocato in quel modo, ma sicuramente non ha provato a fare il calcio che Fonseca conosce e per il quale è stato ingaggiato. Ha creato una squadra sulla base degli avversari e a un certo punto, pur volendo invertire la rotta, non c'è riuscito. Risultato: la squadra ha giocato male, è stata passiva e ha spesso lasciato iniziativa all'avversario, in più ha subito. La difesa a tre è un falso problema. Se invece con questo, la squadra ha ricevuto un messaggio negativo, allora il problema c'è, e va risolto al più presto. Il coraggio di cui l'allenatore ha sempre parlato, non si è visto, specie nei due scontri diretti fin qui giocati, con la Lazio e, appunto, con l'Atalanta. Se questo è il trend, non osiamo pensare alla Roma sul campo di Napoli, Inter o Juventus.

DIFESA BALLERINA - 
Questo non è stato garanzia di successo, né di una prestazione senza rischi: la squadra giallorossa ha subito due reti, che sommati ai tre col Genoa e ai due con il Sassuolo, fanno sette. All'Olimpico, dunque, la Roma ha mostrato una fragilità insolita. Solo una volta in 92 anni di storia, il dato è peggiore: stagione 1947-1948, i giallorossi in casa avevano subito, dopo tre partite casalinghe, 8 reti. Sette di queste, incassate contro il Grande Torino. Qualche settimana fa, Petrachi, il ds della Roma, aveva raccontato di un suo colloquio con l'allenatore, era poco dopo il derby, e in quell'occasione gli aveva consigliato di andare avanti per la sua strada, con le sue idee. Cambiare, specialmente ora, non ha senso, significa trasmettere negatività alla squadra, toglierle certezze che stava acquisendo pian piano. I problemi difensivi dovranno essere comunque risolti di squadra, ma è innegabile come Chris Smalling, vista la prestazione incoraggiante dell'altro giorno, possa dare una mano. Un pacchetto difensivo che sta ancora aspettando il pieno ambientamento di Mancini, preso la scorsa estate proprio dall'Atalanta. Fazio sta andando a corrente alternata, così come Jesus. Per chiudere la porta di Pau Lopez, che fino a ora ha preso nove gol in campionato, ci vuole una mentaltà di squadra. I gol fatti sono gli stessi dell'Inter, ovvero dieci; la differenza sta in quelli subiti, la squadra di Conte è ferma a 1. Otto, dunque, la differenza con i giallorossi. L'Inter è prima, la Roma settima. C'è un italiano sbagliato tra i due tecnici.


Ok all’aumento di capitale di 150 milioni

IL TEMPO - BIAFORA - Oltre ad essere a caccia di un rilancio sul campo la Roma cercherà di dare maggiore stabilità alle risorse finanziarie del club, sempre in attesa del futuro stadio. Ieri a Trigoria si è infatti riunito il consiglio d’amministrazione della società che ha convocato per il 28 ottobre l’assemblea degli azionisti, che avrà come punti all’ordine del giorno l’approvazione del progetto di bilancio chiuso al 30 giugno scorso (i ricavi saranno sopra ai 200 milioni grazie alle entrate della Champions League), la relazione sulla remunerazione dei dirigenti e soprattutto la deliberazione sull’aumento di capitale fino ad un massimo di 150 milioni di euro. Con questa mossa, utile a rimpinguare il patrimonio netto pari a 7.5 milioni dopo l’ultima assemblea straordinaria, il presidente Pallotta e i suoi soci, che tramite AS Roma Spv Llc posseggono l’86.577% delle azioni della Roma, investiranno almeno altri 129 milioni nella società giallorossa, arrivando a quota tre aumenti di capitale da quando nel 2011 hanno rilevato la proprietà da Unicredit. Intanto guardando al campo Fonseca incrocia le dita per Spinazzola, che oggi si sottoporrà alla risonanza magnetica al flessore della coscia sinistra per valutare l’entità dell’infortunio. Il laterale difficilmente ce la farà per il Lecce (sarà out anche Zappacosta), ma la speranza è che non ci sia alcuna lesione. Sui social invece Jesus ha denunciato un “tifoso” che gli aveva rivolti insulti razzisti: “Roma, sapete già cosa fare con un tifoso così. Orgoglioso - ha scritto il difensore su Instagram - di quello che sono”. Curiosità dal Brasile: Bruno Peres passa in prestito dal San Paolo allo Sport Recife, club della seconda divisione, fino a fine anno, quando tornerà nella Capitale.


Fonseca resta sereno e studia le soluzioni

IL TEMPO - BIAFORA - Non trasformare una meritata sconfitta in un dramma. Alla quinta giornata del campionato è arrivato il primo ko della Roma di Fonseca, in quella che poteva essere la partita del definitivo rilancio della formazione giallorossa nelle zone alte della classifica. Il successo dell’Atalanta di Gasperini non deve cancellare quanto di buono si era iniziato a vedere nelle ultime settimane, soprattutto con Sassuolo e Istanbul Basaksehir dal punto di vista del gioco e con il Bologna per quanto riguarda una crescita mentale della squadra. “Non siamo diventati i peggiori per questa partita come non eravamo i migliori prima” la dichiarazione a caldo, più che azzeccata, del tecnico portoghese, che già alla vigilia del turno infrasettimanale aveva avvertito un eccessivo entusiasmo per le tre vittorie consecutive. Dopo la battuta d’arresto con l’Atalanta, la Roma ha in programma prima della sosta per le nazionali le sfide con Lecce e Cagliari, oltre alla trasferta di Europa League contro il Wolfsberg, secondo nel campionato austriaco e reduce da otto successi di fila comprese le coppe. In vista di questa serie ravvicinata di impegni, Fonseca dovrà lavorare su alcune lacune mostrate dai suoi uomini, in particolare per quanto riguarda la fase difensiva. La statistica che più salta all’occhio è ovviamente quella dei gol subiti, nove in cinque partite, il dato peggiore, in coabitazione con il Napoli, prendendo in considerazione le prime tredici della classifica di Serie A. Le reti al passivo sono probabilmente troppe ed è stato inoltre eguagliato il record negativo del 1947/48, con sette gol presi (3 con il Genoa, 2 con il Sassuolo e 2 con l’Atalanta) nelle prime tre partite casalinghe della stagione. L’auspicio di Fonseca è che l’intera rosa possa migliorare nel proteggere la porta di Pau Lopez - i meccanismi del pressing offensivo sono ancora da oliare al meglio - e che il recupero di Smalling regali una maggiore stabilità alla linea difensiva. Il centrale inglese, oltre a spiccare con qualche interessante passaggio verticale, non ha subito alcun dribbling contro i bergamaschi e ha vinto tutti e quattro i contrasti tentati: nella speciale classifica dei contrasti vinti la Roma è all’ultimo posto in Italia con 59 esiti positivi su 91 tentativi, mentre la stessa Atalanta, che basa tanto del suo gioco sui duelli individuali, è prima con 97 contrasti positivi. Un altro punto su cui Fonseca dovrà mettere mano è la “Dzekodipendenza”: quando il bosniaco non è in serata la Roma ha più difficoltà a trovare la via del gol, anche se riesce comunque a costruire un numero importante di occasioni. Il centravanti contro l’Atalanta ha sofferto la marcatura stretta di Kjaer e non ha aiutato la squadra a conquistare metri sul campo, vincendo soltanto la metà dei duelli aerei andati in scena oltre la linea di centrocampo. Di certo segnare non è uno dei problemi principali dei giallorossi, che hanno totalizzato buoni dati per quanto riguarda dribbling riusciti, tiri tentati e numero di palloni persi, ma servirebbe una migliore gestione del possesso palla, aumentando la qualità dei passaggi. Questo difetto potrebbe essere in parte riconducibile alla mancanza di un vero e proprio regista in mediana: con lo spostamento di Pellegrini sulla linea dei trequartisti, Fonseca ha utilizzato quasi sempre la coppia formata da Cristante e Veretout, con Diawara, il calciatore con le migliori caratteristiche di palleggio e con la maggiore visione di gioco, impiegato soltanto in Europa e al momento un po’ in ombra in campionato. L’ultimo neo di questo avvio di stagione, che comunque lascia buone speranze per il futuro, riguarda gli infortuni, che hanno troppe volte limitato le scelte di Fonseca.


Campo Testaccio: spazio al degrado

IL TEMPO - Un progetto pilota per il riciclo del terreno di Campo Testaccio. A darne notizia, qualche giorno fa, è stato l'assessore capitolino allo Sport, Daniele Frongia, rimarcando: «Si lavora per migliorare il territorio ottimizzando i costi per Roma Capitale». «Il primario impegno del Dipartimento Sport, cui è ancora in carico la struttura in attesa di trasferimento al Municipio I, come da nuova classificazione degli impianti capitolini - spiegava una nota - era di restituire gli spazi mettendo in atto le azioni preliminari alla messa in sicurezza dell'area, stanziando circa 250mila euro per coprire in parte le buche presenti», Specificando: «La novità è che, grazie a un importante lavoro congiunto tra Dipartimento Sport e Dipartimento Tutela Ambientale, si prevede di proporre Campo Testaccio come progetto pilota per il riutilizzo di terre da scavo nel rispetto della normativa di settore e del principi dell'economia circolare». Intanto, l'ex glorioso stadio dell'As Roma in primo Municipio, dopo la bonifica di settembre dello scorso anno, che ha consentito la rimozione di cumuli di rifiuti, lo smantellamento di insediamenti abusivi e lo sfalcio dell'erba, sembra un bosco: un ammasso di sterpaglia secca dove proliferano rifiuti a dismisura sia all’interno che all'esterno della struttura. Cumuli di bottiglie, ammassi di cartoni davanti all'ingresso, e il terreno invaso da erbacce ricresciute, ora ad altezza uomo, su sfondo dei soliti graffiti che deturpano i muri cadenti. Sporgendosi dalle grate o affacciandosi dalle finestre della confinante scuola media, è un tripudio di degrado e pericoli dietro l'angolo. Tra gabbiotti elettrici aperti e divelti accanto a rami e tubi caduti. Si era detto «entro la fine dell'anno i lavori saranno conclusi». I residenti dubbiosi - e la città tutta - attendono comunque fiduciosi.


Fonseca è già sotto esame: troppe lacune difensive da rivedere

LA REPUBBLICA - MORRONE - Era stato profetico Paulo Fonseca nell'avvertire l'ambiente romanista sui pericoli di un'eccessiva euforia dopo la sofferta vittoria di Bologna. Alla fine ha avuto ragione il tecnico portoghese, sia quando ha invitato a rimanere coni piedi per terra sia quando ha ammesso di aver iniziato ad italianizzarsi. Il guaio è che il passo indietro registrato contro Atalanta ha ferito profondamente le ambizioni della sua Roma, che ha perso 7 punti in 5 giornate e si vede ora costretta a rialzare la testa il prima possibile.

Per sua fortuna il calendario le viene in soccorso, perché domenica è in programma la trasferta contro il Lecce neo promosso in Serie A, mentre giovedì volerà in Austria per la seconda giornata di Europa League contro il piccolo Wolfsberger. Sulla carta, non dovrebbero destare particolari patemi d'animo neanche le altre due gare di campionato all'orizzonte, ovvero quella di domenica prossima all'Olimpico contro il Cagliari (che è addirittura avanti in classifica) e quella dopo la sosta per le nazionali quando i giallorossi affronteranno la Sampdoria dell'ex tecnico Di Francesco, attualmente ultima in classifica.

In ogni caso, per rimettersi in carreggiata e tornare stabilmente nei primi quattro posti che valgono la Champions, la Roma dovrà dare una bella sistemata alla difesa. La buona prestazione di Smalling, che contro l'Atalanta faceva il suo debutto in maglia giallorossa, lascia intravedere segnali di speranza, proprio mentre Fazio e Juan Jesus sembrano sempre più in crisi, «È stata una bellissima sensazione scendere in campo con la maglia della Roma - ha scritto il difensore inglese sui social - peccato solo per il risultato». I nove gol incassati in cinque partite restano comunque un campanello d'allarme che Fonseca non può ignorare.

Nel frattempo, continua ad aggirarsi come uno spettro per Trigoria l’incubo degli infortuni. Contro l'Atalanta è stato costretto a fermarsi pure Spinazzola, bloccato da un guaio all'adduttore che a Trigoria non sanno più come maledire. Dopo quelle di Pastore, Under, Zappacosta, Smalling e Perotti, questo era ll settimo infortunio muscolare, poiché Spinazzola si era già fermato una volta. Di questo passo, si rischia di superare perfino il record negativo della scorta stagione quando gli stop muscolari furono addirittura più di cinquanta.


Insulti razzisti a Juan Jesus. La Roma: daspo a vita all'autore, tolleranza zero

GAZZETTA DELLO SPORT - Daspato a vita dalle partite della Roma. Se in Italia serviva e si voleva un segnale per combattere l’ignoranza del razzismo, ieri ci ha pensato la Roma a lanciarne uno. Mettendo al bando per sempre dalle partite casalinghe della squadra giallorossa Andrea Dell’Aquila, il tifoso romanista (ex giocatore di pallavolo in Serie B con l’Asp Civitavecchia, ruolo palleggiatore) che ieri non ha trovato di meglio che mandare a Juan Jesus un messaggio privato del genere dal proprio account Instagram: «Stai meglio al giardino zoologico, li mortacci tua un’altra volta. Maledetto scimmione. Negro». Un messaggio vergognoso, che si commenta da solo e che ha scatenato subito la rabbia di Juan Jesus. E, ovviamente, anche della Roma.

Il difensore brasiliano ha postato una storia su Instagram pubblicando il messaggio razzista ricevuto dall’account di Dell’Aquila e taggando anche l’account ufficiale della Roma. «Sapete già cosa fare con uno così», il messaggio del difensore giallorosso, con tanto di hashtag #notoracism e il successivo messaggio: «Orgoglioso di essere quello che sono», con cuoricino finale. La Roma ovviamente si è subito mossa a livello dirigenziale, confrontandosi con il presidente James Pallotta sul da farsi. Verificata la possibilità legale di daspare il tifoso.

Dall’Aquila, una volta avvertito il rischio della bufera, ha prima reso privato il proprio account Instagram e poi si è affrettato a scrivere un post su quello Facebook: «Regà, mi sono entrati nell’account Instagram, hanno scritto insulti razzisti a più giocatori. Non sono io ovviamente». Difficile crederci, soprattutto scorrendo a ritroso lo stesso profilo. Questo il post del 15 aprile, a commento dell’episodio che coinvolse Acerbi, schernito da Kessie e Bakayoko alla fine di Milan-Lazio. «Se Acerbi fosse stato meno strafottente probabilmente quelle due scimmie non gli avrebbero dato addosso con quel gesto. Scegliere da che parte stare, tra un laziale e due negri è dura...». Insomma, la vena razzista di Dall’Aquila è evidente, tanto che in molti gli hanno ricordato – in modo ilare – come i suoi profili fossero già stati hackerati in passato.


Bivio Fonseca: italianizzarsi senza tradire le proprie idee

GAZZETTA DELLO SPORT - La partita contro l’Atalanta è stato un risveglio fin troppo brusco anche per coloro che, col passare delle settimane, aveva notato gli accorgimenti che Fonseca metteva in atto per tonificare una difesa sempre sotto scacco. Niente più terzini entrambi arrembanti ma uno all’assalto e l’altro prudentemente in linea; niente più pressing offensivo asfissiante ma solo in determinati contesti. Quanto basta perché, dopo la vittoria di Bologna, il tecnico dicesse soddisfatto: «Il bel gioco mi piace, ma sono realista. Occorre vincere. Mi sono italianizzato».  Ma la difesa a tre improvvisata domenica dopo appena un quarto d’ora, dai tifosi giallorossi è stata accolta una resa ideologica, con quell’unico schema offensivo diventato: lancio lungo su Dzeko e attacco alle “seconde palle” con Zaniolo e Pellegrini. Un po’ poco, tant’è che persino dei calciatori in privato abbiano manifestato perplessità. Morale: non occorre che Fonseca venga arruolato nella «querelle» giochisti contro risultatisti, né che divenga l’erede di Zeman oppure di Rocco. Il segreto, forse, è che cresca (in fretta), ma senza tagliare il cordone ombelicale che lega l’estetica delle sue idee alla loro duttilità.


Liverani: "Bello il mio Lecce coraggioso, con la Roma però mi basta un punto"

GAZZETTA DELLO SPORT - Fabio Liverani, tecnico del Lecce di dichiarata fede romanista, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano sportivo dove, tra i vari temi trattati, ha parlato anche della prossima gara di campionato in programma domenica contro la Roma di Fonseca. Queste alcune delle parole del tecnico della squadra salentina in vista del match contro i giallorossi:

Quanto fanno paura i prossimi impegni contro Roma, Atalanta, Milan e Juventus?
«Sulla carta, sono avversari inavvicinabili per il Lecce. Ma questo avvio ci dà coraggio, le vittorie fanno aumentare la consapevolezza nei giocatori. Rispettiamo tutti, però ce la giochiamo senza ansia, tentando di essere spensierati nel proporre il nostro gioco».

Domenica contro la Roma le andrebbe bene un punto?
«Contro una grande squadra, ovviamente sarebbe ben accetto. Meglio se fosse il frutto di una prestazione positiva».

Liverani, tifoso romanista, si emozionerà nell’incrociare la squadra del cuore?
«No. Provai sensazioni speciali quando affrontai la Roma da calciatore della Lazio, dove sono stato anche capitano, dimostrando per 5 anni il mio attaccamento alla maglia. Mi emozionerò di più quando rivedrò Lazio e Fiorentina, i club nei quali ho giocato».

Quali novità ha portato Fonseca?
«Mentalità offensiva, comando della partita, conquista della metà campo avversaria. Fonseca ha saputo trattenere Dzeko. Mi piace la sua Roma, anche se avrà bisogno di tempo. Non è pronta per la lotta per lo scudetto, un affare ristretto a Juventus, ancora superiore a tutte, Inter e Napoli».

Da tifoso, chi considerava il simbolo della sua Roma?
«Falcao».

Ora chi incarna lo spirito della Roma?
«Lorenzo Pellegrini. Stravedo per lui, da quando, sotto età, giocava nella Primavera: lo ammirai nella fase finale dello scudetto Primavera contro la Lazio. E’ universale, può fare tutto. Sarà protagonista anche in Nazionale per tanti anni».

Per la sfida con la Roma ci saranno almeno 26.000 spettatori. Ci vorrà un’impresa per strappare il primo risultato positivo in casa?
«I nostri tifosi meritano la prima gioia in casa. Magari...».


Difesa bocciata: troppi gol presi. E pure decimata, Spinazzola out

GAZZETTA DELLO SPORT - Smalling ha voluto ribadire di nuovo che lui e la Roma sono concentrati sulla gara con il Lecce.  La squadra di Fonseca ha un grande bisogno della forza del difensore inglese, perché la retroguardia, con 9 reti incassate in 5 partite, sta dando segnali dì una piccola grande crisi. Adesso per Fonseca il compito si fa difficile: da una parte deve incassare meno reti. dall'altra deve cercare di non perdere brillantezza e spensieratezza offensiva. Anche perché gli infortuni continuano: oggi controlli per Spinazzola, costretto ad uscire contro l'Atalanta per un problema al flessore sinistro. K.o. a cui si sommano quelli di Smalling e Zappacosta, che tornerà dopo la sosta. Il reparto difensivo è il più colpito, altro aspetto che costringe Fonseca a dover chiedere gli straordinari a Florenzi e all'insostituibile Kolarov.


Gli errori di Paulo

LEGGO - BALZANI - Passare da fenomeni a brocchi (o viceversa) nell'arco di pochi giorni a Roma è un percorso abituale. Non poteva scampare Fonseca (quota esonero crollata a 4) che dopo la sconfitta con l'Atalanta ha incassato le prime critiche della piazza, forse troppo ottimista dopo la vittoria in extremis al Dall'Ara. In primis per il cambio modulo a partita in corso che ha snaturato i pregi di una squadra che con Sassuolo e Bologna sembrava aver trovato i giusti equilibri. Poi per i cambi in corsa (in particolare quello di Zaniolo) che hanno peggiorato le cose ed evidenziato la bravura nella lettura della partita di Gasperini che con Zapata (gol) e Pasalic (assist) ha trovato le carte vincenti. Anche le parole nel post partita, in cui è stata esaltata la superiorità dell'Atalanta, non hanno convinto. Insomma il percorso di crescita di Fonseca è ancora lungo ma può sfruttare già domenica col Lecce l'effetto positivo del calendario.

Va detto, però, che la Roma nei due scontri diretti per la Champions con Lazio e Atalanta si è dimostrata inferiore. Urge quindi autocritica e analisi di alcuni aspetti. Il primo riguarda i giocatori impiegati fuori ruolo. L'esempio più lampante è quello di un Florenzi sempre più anonimo che contro l'Atalanta ha cambiato tre posizioni: esterno alto a destra, poi terzino poi esterno a sinistra. Non è un caso, poi, ma rischia di diventarlo Zaniolo apparso di nuovo nervoso (3 gialli in 3 partite) e ancora una volta sostituito. Da registrare pure la fase difensiva visto che la Roma continua a prendere la media di 1,8 gol a partita. Preoccupa anche la tenuta fisica. Ieri Spinazzola è uscito dolorante all'adduttore. Oggi si sottoporrà agli esami ma il rischio è che si tratti di lesione. E' il settimo ko in un mese per la rosa di Fonseca. Pastore, Spinazzola (2 volte), Perotti, Under, Zappacosta e Smalling. Già a rischio il triste record di 50 stop muscolari dello scorso anno. E a rischio pure il turn over. A Lecce saranno pochi i cambi. A centrocampo probabile presenza di Diawara, mentre in attacco tornerà Kluivert al posto di uno stanco Pellegrini.

POST RAZZISTA - Pesante episodio di razzismo che ha coinvolto ieri Juan Jesus. Un tifoso, Andrea Dell'Aquila, ha insultato gravemente Juan Jesus su Instagram: Il tuo posto è lo zoo. Maledetto scimmione negro. Il difensore ha risposto con stile: No Racism, orgoglioso di essere quello che sono. Finita qui? Per fortuna no. La Roma ha segnalato l'episodio alla Polizia Postale e qualche ora dopo ha pubblicato un post su Twitter: La persona responsabile sarà daspata a vita dalle partite dell'ASRoma. Un gesto inedito che non solo testimonia la vicinanza all'ex Inter, ma che manda un chiaro segnale contro il razzismo in tutto il Paese.


Di Biagio: «Ok, la strada è giusta»

LEGGO - BALZANI - «Tranquilli, la Roma è in crescita». Nel giorno delle prime accuse a Fonseca arriva la difesa di Gigi Di Biagio (114 partite e 16 gol in giallorosso). L'ex ct azzurro invita alla calma all'indomani del pesante ko con l'Atalanta e sottolinea i meriti del portoghese: «La Roma sta facendo un percorso giusto, una partita non può modificare il giudizio. Il cambio modulo? Ho la sensazione che Fonseca lo avesse preparato al decimo del primo tempo per togliere i punti di riferimento all'avversario. Ci sono allenatori che iniziano con un modulo diverso per qualche minuto per sorprendere l'avversario per poi tornare dopo 10-15 minuti al modulo classico. Non è un azzardo anche se è andata male». «Semmai - ha aggiunto Di Biagio a Te la do io Tokyo - nel secondo tempo ho visto una squadra stanca che forse non riesce a giocare ogni 3 giorni. Un altro difetto, se così lo vogliamo chiamare, è l'abitudine a voler sempre uscire palla al piede dall'area di rigore. Lanciare il pallone avanti non è sempre un male, se fatto con criterio va bene, serve per uscire da una situazione di pressing visto che ormai tutti tendono a pressare alto».
Spazio anche ai due pupilli di Di Biagio: Pellegrini e Zaniolo. Due giocatori cresciuti in Under 21 da Gigi e che oggi rappresentano presente e futuro della Roma. «Lorenzo è il centrocampista italiano più forte in assoluto. Secondo me a Roma siamo troppo severi nei giudizi con lui, è davvero forte questo ragazzo. Se un giorno, speriamo mai, dovesse andar via, ci renderemo conto di che giocatore è e di cosa ha perso la Roma. Su Zaniolo va fatto un discorso a parte perché secondo me non sta giocando nel suo ruolo ideale. Per me è un classico trequartista o mezzala, fatica a fare il quarto, però capisco Fonseca che volendo mettere tutti i giocatori più forti in campo lo adatta a destra. Detto ciò lo sto vedendo bene, sta tornando allo stato di forma che aveva un anno fa. Mi piace il fatto che i giovani giocano nella Roma mentre mi fa rabbia vedere Bernardeschi fuori. Uno come lui deve giocare sempre, mi chiedo sempre perché sia rimasto alla Juve. Veretout? Dopo Bologna era un fenomeno, oggi è un brocco. Ci vuole più equilibrio nei giudizi». Infine un pronostico sul campionato: «Secondo me la Juventus lo rivincerà, resta la più forte. Non nascondo però che mi piacerebbe lo vincesse l'Inter. Dai mi butto,la classifica finale sarà: Juventus prima, Inter seconda, Napoli terzo e Roma quarta».