Cuore diviso per l'ex diesse Sabatini
IL TEMPO - BIAFORA - A quasi sei mesi di distanza dall’ultimo confronto, le strade della Roma e di Walter Sabatini tornano ad incrociarsi. Il responsabile tecnico del Bologna sfiderà per la quinta volta la sua ex squadra, da quando, il 6 ottobre del 2016, ha rescisso consensualmente il contratto che lo legava ai giallorossi.
Lo score recita una vittoria e un pareggio per Sabatini ai tempi dell'Inter e due successi della Roma nella passata stagione, quando la squadra diretta dal dirigente umbro, accolto nella gara di ritorno dai calorosi abbracci di Manolas e De Rossi, era la Sampdoria. Quello tra l’ex ala del Perugia e il club capitolino è stato un matrimonio burrascoso, fatto di tanti alti e bassi, soprattutto nei rapporti con Pallotta, ma il dirigente umbro avrà per sempre nel cuore i cinque anni vissuti come ds dei giallorossi: «Emotivamente e sentimentalmente - ha dichiarato a TRS qualche mese fa - sentirò la Roma sempre mia, perché tutto quello che è successo poi è un prosieguo di quanto è successo prima. La Roma è una cosa che mi riguarda e mi riguarderà sempre».
Per l'occasione domani al Dall'Ara Sabatini ha invitato familiari e amici allo stadio: una sfida col cuore diviso. Un altro ex della partita sarà Destro, che a Roma ha siglato 29 gol (gli stessi segnati in maglia rossoblù) in 68 presenze, prima di essere ceduto in prestito al Milan allo stesso Bologna. Non la vivrà direttamente dalla panchina per via delle cure mediche a cui è sottoposto, ma domani sarà un match particolare anche per Mihajlovic, ad un passo dal diventare il primo tecnico scelto da Petrachi nell’avventura romana a fine maggio.
Fonseca, non solo attacco: ora si lavora al bunker
LA GAZZETTA DELLO SPORT - L’esordio in Europa League ha regalato ai tifosi una Roma non solo prolifica, ma anche ragionevolmente accorta in difesa: per la prima volta non ha subito nessuna rete e nello specchio della porta è arrivato un solo tiro dai turchi dell’Istanbul Basaksehir. Un grande passo in avanti per una squadra che aveva subito 6 gol nei primi 3 incontri.
«In Italia si vince soprattutto lavorando bene in difesa», aveva detto Fonseca. Tant'è che i gol incassati (3 reti ad opera del Genoa, quella della Lazio nel derby e le 2 inflitte dal Sassuolo) erano parsi troppi. In realtà Fonseca (si dice anche lavorando a stretto contato col d.s. Petrachi) ha rivisto alcune idee iniziali, apportando cambiamenti non banali, innanzitutto sul fronte dei terzini. Adesso gli esterni generalmente salgono a turno, mentre il posizionamento dei centrocampisti senza palla sembra più efficace, in principal modo quando il primo pressing alto finisce superato.
Si passa secondo punto tattico: niente più aggressività esasperata sugli avversari, ma al momento giusto, così da non farsi scavalcare troppo facilmente. Infine il terzo aspetto, legato strettamente agli uomini. La scelta di far avanzare Pellegrini sulla linea dei trequartisti, ha fatto calare ancor più nel ruolo di mediano Bryan Cristante.
Pastore rinasce e piano piano riconquista i tifosi
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Prove tecniche di ripresa per Javier Pastore. L'argentino ha cercato, in queste settimane, di evitare qualsiasi tipo di stress per farsi trovare pronto da Fonseca. In estate ha rinunciato a tornare a casa in estate per restare in Italia (Sardegna) e Europa (Spagna) ed evitare lunghi viaggi. «Datemi una possibilità», ha chiesto alla Roma e a Fonseca. Ed è stato accontentato.
Fonseca lo ha messo in campo sempre, ha chiesto a Petrachi di poterci lavorare e con il suo staff ha previsto un piano personalizzato. Al primo accenno di fastidio fisico, Pastore è stato fermato, non gli sono stati chiesti esercizi che potevano essere dannosi per lui, anche se in alcuni test recenti ha dimostrato una forma più che buona. E' stato considerato a tutti gli effetti uno del gruppo, non un esubero. Le risposte, per adesso, viaggiano nella direzione sperata da tutti.
Smalling out, torna Miki. Partnership con la Nigeria, c'è l'idea amichevole
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Cambi in arrivo. Dopo il turnover in Europa League, Fonseca prepara qualche cambio per la trasferta di Bologna. Rientrano Florenzi, Mancini, Veretout e Mkhitaryan, mentre Smalling non sembra ancora pronto.
Intanto la Roma ha annunciato una partnership triennale con la Federcalcio nigeriana. Pallottapensa anche ad una amichevole da disputare proprio in Nigeria.
Conferenza stampa De Leo: "Con la Roma squadra spavalda ma sempre concentrata". Tanjga: "Con la Roma fondamentale l'apporto del pubblico"
Miroslav Tanjga, vice di Sinisa Mihajlovic, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Bologna-Roma. Ecco le sue dichiarazioni:
"Ogni partita fa storia a sé. Noi anche contro la Roma cercheremo di tenere vivo il pallino del gioco e di seguire i nostri principi fondamentali. Il primo tempo di Brescia? La partita è iniziata male poi ci sono stati errori a livello individuale. Siamo stati fortunati a rimanere in 11 contro 10 e la squadra anche per questo ha cambiato totalmente registro. Siamo stati molto più aggressivi e reattivi. Tutte le squadre di A sono di buon livello, anche quelle che abbiamo affrontato. Non abbiamo paura nello sfidare la Roma, siamo convinti del nostro livello di gioco. Abbiamo possibilità di vincere anche grazie all'apporto del pubblico".
Insieme a lui anche Emilio De Leo, collaboratore di Sinisa Mihajlovic. Le sue parole:
"Io credo che nella sostanza sia stata un'esperienza la partita di Brescia che serve per crescere. Un processo che è iniziato a gennaio dell'anno scorso e sta proseguendo. È normale che ci siano delle difficoltà in una partita. A Brescia sapevamo che avremmo dovuto partire con un atteggiamento diverso e maggiore concentrazione; quando poi ci siamo trovati di fronte al dover rimontare ci siamo ritrovati. Per me è importante dare un cambio di marcia quando le cose non vanno bene. Fare la partita contro la Roma? Abbiamo quella leggerezza che non ci deve mai mancare. La squadra deve essere spavalda in modo sano e magari incosciente ma sempre concentrati. Per un gruppo giovane e coraggioso la spavalderia non deve mai mancare. Senza naturalmente dimenticare le qualità degli avversari ma consci delle nostre. La partita contro il Brescia? Il nostro gruppo diventa squadra nel momento in cui tutti pensano con la stessa testa. A Brescia non eravamo tutti concentrati sul momento, sul qui e ora. Se davanti non ci sono tempi corretti di pressione a ruota tutti i reparti vanno in difficoltà e la squadra si allunga. Nella ripresa, oltre alla superiorità numerica, c'è stato un coinvolgimento di tutti e abbiamo recuperato. Chi giocherà in avanti? Ah, il nome non lo dirò (ride, ndr). Sono tutti molto calati nel nostro lavoro. Credo che le loro risposte sono state professionali e legati al lavoro che si sta facendo. Ci aspetta una partita complicata, bisognerà cambiare spartito e quindi proveremo a sfruttare le caratteristiche di ognuno. In difesa Bani e Denswil ci sono, poi avremo nei prossimi giorni anche Danilo. Soriano in mediana? È chiaro che lo possiamo usare quando dobbiamo recuperare ma è importante un concetto: noi non abbiamo preclusioni nello giocare con tanti giocatori offensivi ma dobbiamo avere umiltà ed equilibrio tattico. Saremmo fin troppo spavaldi e sprovveduti".
Allenamento Roma, rifinitura in vista del Bologna. Parte del lavoro in gruppo per Smalling, ancora individuale per Perotti, Under e Zappacosta
La Roma ha svolto stamattina l'allenamento di rifinitura in vista del match di domani contro il Bologna. La sessione odierna è iniziata in sala video, la parte in campo ha visto la squadra effettuare il riscaldamento di rito per poi proseguire con un focus tattico. Particolare attenzione sui calci da fermo. Smalling ha sostenuto parte del lavoro in gruppo e parte personalizzato. Individuale per gli infortunati Under, Perotti e Zappacosta. Lo riporta Roma TV.
Sabatini senza filtro: «Al derby del 26 maggio ho pensato di morire. A Bologna la mia 'bolla di felicità'»
IL FOGLIO - BURREDDU - Cominciò con l’odore di cioccolata e tabacco: suo padre tornava dal turno alla Perugina e lui lo abbracciava mescolando dentro tutti quegli aromi. “Papà fumava le Esportazione senza filtro, le nazionali col pacchetto verde, e quando le spegneva all’ultimo respiro, per non risparmiare nemmeno quel mezzo centimetro, rimaneva del tabacco nel portacenere. Allora io rubavo le cicche, le rompevo, recuperavo il tabacco e lo mettevo nei pezzi di giornale, li arrotolavo e andavo a fumarmeli in bagno. La prima sigaretta fu un pezzo di cartone, in garage. Lo accesi, lo tiravo come una fisarmonica, venivano certe folate aspre che mi girava la testa, ma provavo un’eccitazione enorme, uno stordimento bellissimo”.
Nel nostro immaginario Walter Sabatini ha la sigaretta in bocca, la tiene fra due dita mentre pensa altrove, come nel quadro che tiene nel suo ufficio di Roma. Nel quadro fumano tutti, Van Gogh e Rita Hayworth, Mastroianni e Audrey Hepburn, Marlon Brando e ovviamente Sabatini. Però Walter - oggi coordinatore delle aree tecniche del Bologna e del Montréal Impact di Joey Saputo - le sigarette non può toccarle più, “ho fatto una promessa a mio figlio, non posso disattenderla”, racconta al Foglio Sportivo.
Il mercante del talento è ancora l’uomo che succhia l’esistenza in ogni sua forma, in ogni suo momento. Dall’odore di cioccolata e tabacco di suo padre, a un certo punto il fumo è diventato persino di più, la sua misurazione del mondo, di tutto, delle sue giornate, del tempo, delle sue alterazioni sensoriali, di una qualche gravità momentanea, del calcio. E dunque la sua condanna. “Giocavo in B, il venerdì smettevo educatamente di fumare perché la domenica c’era la partita, quando andavo in ritiro mi mettevano in camera con un senior, Vanara, che aveva dieci anni più di me. Tossiva come un bolso tutta la notte e un giorno mi fa: “Tanto lo so che fumi, tira fuori le sigarette, testa di cazzo”. Una volta il rapporto tra i giocatori grandi e i giovani era diverso, ti mettevano sotto, gli portavi la valigia. Tirai fuori un pacchetto di Muratti. “Queste non so’ sigarette, le Marlboro devi fumare”. La volta dopo per fare bella figura mi presentai con quelle, lì mi sono condannato a morte”.
E da questa dolcissima, invidiabile celebrazione del fumo che Sabatini ha imparato a vivere, a resistere, perfino a sognare. Fumava tre pacchetti al giorno, la scorta la teneva nei cassetti, nei ripostigli, sulle mensole. “Ogni sigaretta per me ha rappresentato qualcosa. Avevo quella celebrativa, lenta, di una voluttà incredibile, e mentre la fumavo rivedevo i fotogrammi di una partita nella testa. E poi c’era quella consolatoria, fumata disperatamente ogni volta dopo una sconfitta. O quella introduttiva del mattino con il caffè. Quella immaginifica, quando non hai niente da fare e pensi a un grande campionato o a una bella donna”. Quando stava alla Roma teneva la porta del suo ufficio aperta giorno e notte, e c’era sempre una bottiglia di champagne, di Berlucchi o di Ferrari. “Io sono un festaiolo, mi trovo bene con la mia gente, sempre pronto a cazzeggiare perché il calcio ha un lato divertente. Non quando perdi, quando perdi non c’è niente di divertente. Ma il calcio non è drammaticità”. Da allora è cambiato tutto, “sono cambiate le mie frequentazioni, i miei ristoranti, è cambiata tutta la mia vita. Quando sto in mezzo alla gente a un certo punto mi folgora l’idea delle sigarette, allora sciolgo la seduta, mi alzo e me ne vado”.
Quello che non è mai cambiato è l’idea del calcio, “per quelli della mia generazione Coverciano era Camelot, quando ci sono andato la prima volta pensavo che non esistesse, i pochissimi fotogrammi che avevo visto erano in bianco e nero, quando mi hanno aperto il cancello ho pensato mo’ svengo. Ero stato selezionato come miglior calciatore giovane della mia categoria in Umbria, nei Nagc, e invece fu la mia più grande delusione calcistica, quando ho sentito che non ero tra i primi tre qualificati di quella infornata di gioca tori mi si è spaccata la bottiglia dentro, sono andato in frantumi”. Calcio, sempre calcio, “che non capisco come possa non essere fumoso, può esistere un direttore sportivo che non fuma? O un allenatore? Qualche giorno fa ho chiamato Sarri. "Non ti dico di smettere di fumare, non te lo posso dire proprio io, però rallenta", gli ho detto, "non ti condizionare tutta la vita futura". "Ma come cazzo faccio?", mi ha risposto "Io non lo so, ho smesso anche di prendere il caffè perché non posso fumarci la sigaretta". Zeman era uno che mi stava dietro, quando veniva nel mio ufficio nessuno si azzardava a entrare, c’era una cortina di fumo. Ma come uno possa allenare senza fumare non l’ho mai capito”.
Lo hanno chiamato santone, pazzo, scellerato, genio, guru, illuminista, edonista, alchimista del pallone, ma Sabatini è solo un uomo accerchiato dai sentimenti. E il calcio glieli ha amplificati. “Ho fumato più sigarette per Nainggolan che per tutti gli altri: passai la notte al telefono con il direttore sportivo del Cagliari, con Cellino dall’altra parte che spaccava la trattativa, ma sentivo che la voleva fare. Finì alle cinque del mattino, fu dura e fumosa. La sigaretta più dolorosa è stata per il derby Lazio-Roma di Coppa Italia all’Olimpico, ho pensato di morire, se non avessi avuto le sigarette sarei morto realmente”.
Invece tutto in Sabatini è vita, vita esagerata, amata, strapazzata, quella vita che ti afferra e ti scuote, ti squassa, ti stordisce. Così forte che nemmeno la morte è riuscita a portarselo via, un anno fa. “Mi sono sentito male a casa, ho avuto la certezza di morire. Ma non mi ricordo se ho avuto paura. Sentivo la dottoressa nell’ambulanza che diceva non ce la facciamo, non ce la facciamo, e io cercavo di darle dei calci, stai zitta, e poi mi giravo verso il mio dottore e chiedevo: “Ma è vero?”, e lui mi rispondeva: “No, non stasera, non adesso”.
Se Roma gli è entrata dentro con tutta quella intensità, a Bologna Sabatini sta cercando un’altra dimensione, “una bolla di felicità” la chiama lui. Prima che cominciasse il campionato è salito su un palcoscenico in mezzo a Piazza Verdi, la piazza del teatro, assieme al suo amico Giorgio Comaschi, hanno fatto uno spettacolo letterario e lui ha letto un brano di Pasolini. Ha tossito un po’, il fiato era corto. Ha chiesto scusa al pubblico, ma si vedeva che si divertiva. Bologna per Sabatini è una sorta di regressione all’infanzia, a un calcio antico, che ricorda negli slogan e nelle trovate di Gino Villani, uno dei tifosi più coloriti della storia rossoblù. “A Bologna ho trovato una grandissima organizzazione sportiva. Qualsiasi cosa sia stata detta qui, in passato, io posso dire quello che ho visto e quello che ho visto io vale: Bigon e Di Vaio hanno una maniera di fare il calcio molto evoluta, e io sono un fruitore finale del lavoro che hanno fatto loro due. Skov Olsen, Tomiyasu li avevano già presi, io ho solo avallato le scelte. Se il Bologna farà grandi cose non sarà stato merito mio, ci sono grandi presupposti per cui questa cosa possa avere luogo, perché si realizzi questa mia necessità di essere felice”.
Prima si perdeva in una nuvola di fumo, adesso si accontenta di una bolla di felicità. “Mihajlovic è un soggetto difficile da replicare. A Verona, quando è uscito la prima volta dall’ospedale, l’ho trovato in questo stanzone, su una sedia, da solo. Entro e mi fa: vuoi la sedia? Ma come, tu che non stai in piedi... Provo un desiderio fortissimo di poterlo aiutare, assecondare, cosa che farò e che faremo tutti. Della vita ho capito parecchie cose, non tutte, ho capito che bisogna vivere lealmente e con generosità. Trascuro di dire l’onestà che per me non è una qualità, è la normalità. Alle sigarette ci penso sempre, è un pensiero fisso, anche stamattina mi sono svegliato alle 4.Oh, se ci fosse mia moglie si arrabbierebbe molto per questa chiacchierata. Speriamo che non legga il Foglio”.
Conferenza stampa Fonseca: "La squadra sta bene ed è motivata. A Bologna sarà complesso ma siamo pronti"
Paulo Fonseca, tecnico della Roma, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia del match di campionato contro il Bologna. Queste le sue parole:
Come ha trovato la squadra dopo l'impegno di Europa League?
"La squadra sta bene fisicamente, è motivata, abbiamo avuto il vantaggio di cambiare alcuni giocatori nella gara di coppa. Domani giocheranno alcuni giocatori che non sono stati utilizzati".
Prima gara in trasferta, quali insidie nasconde la partita contro il Bologna?
"È un test eccellente per misurare le nostre capacità, affrontiamo una squadra motivata e che sta bene, una squadra ancora imbattuta che ha collezionato due vittorie ed un pareggio. Hanno giocatori buoni ed è una squadra che riflette il carattere del mistre. Sarà complesso, ma siamo pronti".
Sui mediani: la coppia Cristante-Veretout le dà più garanzie?
"La partita di Europa League aveva caratteristiche differenti rispetto a quelle di campionato, ho scelto un giocatore più fisico come Diawara. In campionato è meglio avere due mediani e domani giocheranno Cristante e Veretout. Su come schierare il centrocampo: dipende, oltre che dall'avversario, dalla fase di gioco. Alcune volte, quando vogliamo pressare alti, giochiamo con un solo mediano, mentre quando costruiamo ne usiamo due. È dinamico come sistema di gioco".
Mkhitaryan contro il Sassuolo è calato, contro il Bologna è in condizione di mantenere la prestazione per tutta la gara?
"Sta bene fisicamente ed è arrivato in ottime condizioni, del resto aveva già giocato con l'Arsenal. Quella contro il Sassuolo è stata la prima partita e c'erano state poche occasioni per allenarci insieme. Ha già fatto bene, ma il suo margine di miglioramento è notevole".
Fazio e Kolarov devono riposare? Le condizioni di Smalling?
"Su Smalling: dopo la partita in Europa ha ripreso ad allenarsi con noi, ma non è al top. Ho optato per un allenamento personalizzato in questi giorni per averlo al top contro l'Atalanta. Kolarov ha sempre giocato, ma non possiamo risparmiare tutti. Vedremo domani se sarà del match oppure no".
Cambierà qualcosa contro il Bologna?
"Conosciamo la qualità del Bologna e il buon momento che sta attraversando, ma noi non cambieremo il nostro modo di affrontare la partita e l'identità di questa squadra".
Sul possesso palla.
"In Italia non è facile fare molto possesso palla, per la qualità nel palleggio delle squadra. Siamo migliorati su questo dato, ma dipende anche di partita in partita. È un aspetto su cui dobbiamo lavorare e migliorare".
Sulle condizioni di Mihajlovic.
"Ho appreso con tristezza la notizia sul suo stato di salute. Sinisa è un lottatore, in campo e fuori, gli auguro una pronta guarigione e sono certo che riuscirà a vincere questa battaglia, molto più importante del calcio".
Vede Spinazzola più a destra che a sinistra?
"Sì l'ho utilizzato a destra, ma può essere un'alternativa anche a sinistra. Per ora abbiamo dovuto ragionare anche considerando l'infortunio di Zappacosta".
Come ha lavorato sul morale della squadra?
"Siamo ancora all'inizio del percorso per fare una valutazione. Quest'aspetto ha molto a che fare con il nostro modo di essere. Io sono positivo e ottimista e cerco di trasmetterlo. L'importante è rimanere equilibrato. Nelle vittorie non è detto che tutto vada bene così come non va tutto male quando si perde. Questo messaggio deve passare ai nostri calciatori, se nella vita non crediamo in quello che facciamo è difficile conquistare qualcosa. È sempre importante poi l'equilibrio e questo è stato un gruppo che si è mostrato sempre aperto e positivo in ogni situazione".
Bologna e Atalanta sono due squadre molto fisiche, chiederà alla sua squadra di accettare il duello o cambierà qualcosa?
"Sono due squadre molto forti dal punto di vista fisico, in diversi momenti della gara possono giocare uomo contro uomo e noi ci siamo focalizzati su questo. Anche se abbiamo avuto poco tempo, abbiamo lavorato su questi concetti, evidentemente serve essere forti e presenti nei duelli fisici oltre a essere molto mobili. Credo la squadra sia pronta".
Bologna-Roma, i convocati di Fonseca. Ancora out Smalling
Dopo la conferenza stampa pre partita, Paulo Fonseca, allenatore della Roma, ha resto nota la lista dei convocati per il match di domani contro il Bologna.
Portieri: Pau Lopez, Fuzato, Mirante.
Difensori: Juan Jesus, Kolarov, Santon, Fazio, Mancini, Florenzi, Spinazzola.
Centrocampisti: Cristante, Pellegrini, Veretout, Zaniolo, Pastore, Diawara, Mkhitaryan.
Attaccanti: Dzeko, Kalinic, Antonucci, Kluivert.
Roma Femminile, Bavagnoli: "Non dobbiamo riproporre lo stesso atteggiamento visto contro il Milan"
Betty Bavagnoli, allenatrice della Roma Femminile, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Roma TV alla vigilia del match contro la Fiorentina. Queste le sue parole:
"L’umore dopo la partita contro il Milan non era alto ma c’è subito un’altra partita che ci permette di riproporci, non c’è tempo di essere abbattute. Abbiamo lavorato bene in settimana, abbiamo cercato di capire i nostri errori e questo ci permetterà di andare a Firenze a proporre una prestazione diversa. Dal punto di vista dell’atteggiamento non dobbiamo riproporre la stessa partita; la mentalità e l’atteggiamento fanno tanto, abbiamo commesso errori tattici ma soprattutto abbiamo disputato una partita un po’ troppo timorosa. Se noi vogliamo fare il salto di qualità adesso dobbiamo dimostrare che siamo pronte e lo dobbiamo dimostrare soprattutto dal punto di vista della mentalità. È importantissima la performance, la prestazione".
Bologna-Roma, i convocati di Mihajlovic
Sinisa Mihajlovic, tecnico del Bologna, ha reso nota la lista dei convocati per il match di domani contro la Roma.
Portieri: Da Costa, Sarr, Skorupski.
Difensori: Bani, Corbo, Denswil, Dijks, Krejci, Mbaye, Paz, Tomiyasu.
Centrocampisti: Dzemaili, Poli, Medel, Schouten, Soriano, Svanberg.
Attaccanti: Destro, Orsolini, Palacio, Sansone, Santander, Skov Olsen.
Serie A, passa il Brescia alla Dacia Arena grazie al gol di Romulo
Si conclude il match delle 15 di questa quarta giornata di campionato con in campo Udinese e Brescia. Alla Dacia Arena sono i neopromossi a portare a casa i tre punti grazie ad un gol di Romulo (57'). Pessimo lo score degli uomini di Tudor, fermi a soli 3 punti in classifica.