Carnevale: "La Roma deve sistemare la difesa e prendere una punta. Schick non lo vedo prima punta"

Andrea Carnevale, ex giocatore della Roma dal 1990 al 1993 ed oggi dirigente dell'Udinese, ha parlato della prima di campionato e di Schick ai microfoni di Tele Radio Stereo:

"Innanzitutto abbiamo vinto noi contro un non grandissimo Milan. Ha segnato Becao che diventerà un giocatore fortissimo. L’ho visto la prima volta a Praga e una seconda a Roma contro la Roma quando ha marcato Dzeko. Verrà convocato presto in nazionale".

Un parere sulla Roma?
"La Roma deve sistemare la difesa. Giocatori come Manolas non si trovano tutti i giorni".

Schick?
"Noi siamo stati i primi vicini all’acquisizione poi non si è fatto per motivi economici. Non lo vedo proprio come una prima punta, visto che spalle alla porta non sa tenere la palla, ha bisogno di una corsia esterna dove poter giocare col suo piede forte verso il centro del campo".

La griglia scudetto?
"La Juventus è ancora la squadra da battere ma Napoli e Inter sono subito dietro. La Roma deve fare ancora qualcosa sul mercato, tra cui un’altra punta a mio avviso".


Allenamento Roma, da domani a venerdì allenamenti alle ore 10

Dopo la ripresa degli allenamenti di questa mattina, la Roma continuerà il lavoro in vista del derby valido per la seconda giornata di campionato. Per i giallorossi, da domani a venerdì, solo sedute mattutine tutte fissate alle 10 di mattina.


Kalinic dice si alla Roma, ma prima deve partire Schick

Il passaggio di Nikola Kalinic dall'Atletico Madrid alla Roma è in dirittura d'arrivo. Dopo aver trovato l'accordo con il club spagnolo, prestito con diritto di riscatto, è arrivato anche il si del giocatore.
L'unico scoglio da superare è la partenza di Schick, che dovrebbe unirsi al Lipsia in prestito con obbligo di riscatto al raggiungimento di determinate condizioni. E sono proprio queste condizioni, come riferisce Sky Sport, a bloccare la trattaiva.
Roma e Lipsia stanno lavorando per limare questo dettaglio e permettere a Schick di raggiungere il suo nuovo club. Infatti l'arrivo di Kalinic è vincolato alla permanenza o meno del numero 14 giallorosso.


Ferrero: "Defrel ci da l'ok domani. Siamo più che fiduciosi"

Non solo Schick, anche Defrel è vicino all'addio alla Roma. A confermarlo è Massimo Ferrero, il patron della Sampdoria, ai microfoni dei cronisti che lo hanno intercettato a Milano. Queste le sue parole riportate da tuttomercatoweb.com:

"Ci dà l'ok domani perché essendo un grande giocatore ha un sacco di richieste. Se ho fiducia? Dobbiamo essere fiduciosi. Se viene alla Samp è perché è già stato alla Samp. Non siamo fiduciosi, di più".


La Roma è senza difesa

IL MESSAGGERO - TRANI - L'Olimpico si riempie solo per metà. E, alla fine, fischia (senza esagerare, però) la Roma che, dopo 26 anni, deve fare a meno contemporaneamente dei capitani Totti e De Rossi. Finisce un'era, ma non ne comincia un'altra. La nuova stagione parte come finì l'ultima. La difesa non tiene, perché addirittura peggiore, negli interpreti, di quella del campionato scorso: la tripla rimonta del Genoa (3-3) agevolata dalle gaffe di Fazio, Jesus e Mancini. Il gioco in verticale di Fonseca piace. Non è, però, sufficiente per andare a dama. I giallorossi, spregiudicati e convincenti davanti, crollano dietro. I calciatori arrivati a Trigoria durante l'estate non bastano per ritornare in Champions. Ma c'è ancora tempo per correggere questo gruppo incompleto e ridimensionato.

 
VECCHIA DECINA - Pau Lopez è l'unico rinforzo che parte titolare nella notte del debutto in campionato all'Olimpico. I 10 giocatori di movimento sono noti al pubblico, avendo fatto gia parte della rosa nella stagione scorsa. Il mercato di Petrachi ancora non si vede. Mancano alcune pedine nel 4-2-3-1, da prendere entro il 2 settembre. Una di sicuro. Dietro, come da richiesta anche in pubblico di Fonseca, è necessario l'acquisto di spessore che, in mezzo, sistemi la difesa dopo la partenza di Manolas. L'allenatore, nella scelta iniziale, indirizza il suo messaggio alla società: il giovane Mancini va inizialmente in panchina e la scommessa Cetin non entra nemmeno nella lista dei 21 convocati per la sfida contro il Genoa. Si riparte da Fazio e Jesus che confermano subito di non dare alcuna garanzia. E non c'entra il baricentro alto e la conseguente esposizione al contropiede rossoblu.

 
COPPIA DA BALLO - Fragile il tandem pure a difesa schierata, come si è visto sul cross di Criscito: Jesus permette a Romero di colpire di testa e Fazio chiude in ritardo su Pinamonti che gira di sinistro per il pari rispondendo presto a Under. E, per chi non ci crede, ecco che i due concedono il bis, vanificando la prodezza di Dzeko e azzerando quindi il nuovo vantaggio della Roma: Fazioperde il tempo nell'anticipo su Kouamé e Jesus usa la ghigliottina per fermare Pinamonti e regalare il secondo pareggio al Genoa che, prima dell'intervallo segna su rigore con Criscito. Nkoulou è l'obiettivo da centrare al più presto. Anche perché, quando a metà ripresa per salvaguardare l'ammonito Jesus, tocca a Mancini, la situazione non migliora. E Kouame, su invito di Ghiglione, fa centro proprio per la posizione sbagliata del nuovo entrato e la diagonale non effettuata da Florenzi, rendendo inutile la punizione di Kolarov per il momentaneo tris giallorosso.

 
AVANTI TUTTA - Fonseca, comunque, conosce bene i limiti della sua squadra. Ma, al tempo stesso, prende atto degli ulteriori progressi nella fase offensiva. Quando la Roma avanza, è divertente e soprattutto efficace. Under si muove bene a destra, Kluivert è dentro la partita quando entra dentro il campo da sinistra. Dzeko fa il rifinitore e il finalizzatore. C'è armonia e velocità nel rombo d'attacco. Vivace Zaniolo da trequartista, rapidi nella verticalizzazione i mediani Pellegrini e Cristante. Il ct Mancini apprezza i suoi azzurri che partecipano con qualità. Anche se nella ripresa i giallorossi vanno in altalena e si allungano, lasciando campo al 4-3-1-2 dell'ex Andreazzoli. Nervosismo in campo: discutono Pellegrini e Kolarov. Dentro Pastore per Kluivert che sembra stanco e debutto di Zappacosta per Florenzi, pure lui con la lingua di fuori. Zaniolo si sposta a sinistra, con Pastore che si sistema dietro a Dzeko. Nel recupero, su iniziativa di Pellegrini, proprio Zappacosta buca il pallone del possibile successo. E certifica che non è proprio la notte dei difensori.


Squadra da over ma è una cattiva notizia

IL MESSAGGERO - FERRETTI - Volgi lo sguardo verso la tribuna d'onore per scorgere il capoccione del Capitano: niente. Allora punti gli occhi verso il centro del campo per inquadrare almeno la sagoma truce ma rassicurante dell'Ultimo Capitano: niente. E così in un attimo trovi conferma, non senza un filo di batticuore, che la nuova Roma è davvero nuova. Inevitabilmente nuova. Anche se in campo all'inizio ce ne sono dieci che c'erano già nella passata, fallimentare stagione. A colpi di ricordi potremmo andare avanti per giorni, solo che urge l'esigenza di dare un giudizio sulla nuova/vecchia Roma vista contro il Genoa dell'ex Aurelio Andreazzoli, passato ingloriosamente alla storia per essersi fatto sbattere una coppa in faccia nel giorno del derby più derby della Capitale. E il giudizio, al fischio finale di Calvarese, racconta di una Roma ancora approssimativa, molto approssimativa e destinata a regalare sistematicamente l'over agli scommettitori. Che, se ci pensate bene, non è una riflessione dolce.

 
IMPIANTO FASULLO - Perché se tu, come accaduto ieri sera, segni tre reti e non conquisti i tre punti vuol dire che sei una squadra non equilibrata; che hai grossi problemi quando non hai la palla e che quei problemi non possono essere solo tecnici. Siamo in agosto, è vero, ma l'attuale brutta (vecchia?) realtà della Roma è sotto gli occhi di tutti. La Roma è andata tre volte in vantaggio ma non ha saputo vincere la partita perché ha dimostrato di essere troppo facilmente attaccabile e perforabile, e non soltanto passando attraverso le corsie laterali. Senza dimenticare, anzi sottolineando la pochezza di chi era delegato a difendere centralmente la porta giallorossa e che ha contribuito in maniera determinante a far fare bella figura al Genoa. Il portoghese Paulo Fonseca, che in avvio ha spedito il nuovo Mancini in panchina, si va sgolando da settimane per avere un altro difensore centrale: come dargli torto dopo aver visto lo scempio combinato da chi ieri sera stava davanti a Pau Lopez?

 
SERVONO INNESTI - Gente impresentabile che, ormai, dovrebbe dedicarsi a un altro sport. Se Mancini non può (ancora) fare il titolare, servono due nuovi innesti. Subito. Ma è l'intero impianto difensivo che merita un'immediata aggiustata, perché a forza di over si fa poca strada. E in arrivo c'è il derby.


Fonseca e i gol di troppo: «Perdiamo troppi duelli»

IL MESSAGGERO - CARINA -  Sono bastati 16 minuti a Fonseca per capire che l'Italia non è l'Ucraina. Con lo Shakhtar nella passata stagione, il tecnico aveva concluso il campionato (play-off inclusi) con ben 23 clean-sheet all'attivo nelle 32 gare disputate. Ieri in 40 minuti aveva già subito due gol. Saranno tre alla fine. Sul banco degli imputati salgono Fazio e Juan Jesus per le prime due reti. Sulla terza, Mancini non è esente da responsabilità. È però tutta la fase difensiva che lascia a desiderare come la scelta di non giocare (e nemmeno inserire durante la gara) un mediano di ruolo. Il portoghese è dispiaciuto per il pareggio ma ritiene, giustamente, che non sia tutto da buttare: «La fase offensiva è stata davvero molto buona, il problema è arrivato quando il Genoa ha cercato la profondità. Lì abbiamo avuto problemi nei duelli individuali, in particolare nel primo tempo. Non siamo riusciti a trovare l'equilibrio tra le due fasi. Il Genoa si è chiuso ed è ripartito bene. Dobbiamo migliorare. Quando la squadra prende gol non è solo un problema dei difensori. In questa partita le seconde palle erano importanti...». Spiega l'inserimento di Pastore nella ripresa: «Abbiamo cercato di migliorare nell'ultimo passaggio e Javier ha queste caratteristiche. Con gli spazi ridotti, poteva essere l'uomo giusto». E domenica, c'è già il derby: «Questo risultato non ci toglie fiducia, sappiamo quanto è importante per la nostra gente la gara contro i biancocelesti. La Lazio è molto forte ma faremo di tutto per vincere la partita. Dobbiamo prepararci bene anche in difesa per migliorare».

 
ALLARME ZANIOLO - Qualcosa da registrare c'è anche dal punto di vista atletico. La Roma dopo un ottimo primo tempo a livello di pressing, nella ripresa è parsa in calo, allungandosi a dismisura. Dopo Perotti (ko alla coscia: oggi gli esami) e Spinazzola, anche Zaniolo ha lasciato l'Olimpico fasciato alla coscia sinistra. Fonseca non sembra preoccupato: «Fisicamente ho visto bene la squadra. E' stata una partita con tanti ribaltamenti di fronte e quindi molto faticosa. Stiamo cercando di prevenire gli infortuni perché è noto quanto è successo lo scorso anno. Poi ci sono calciatori più suscettibili di altri, ma stiamo monitorando tutto».


Petrachi: ultimo pressing su Nkoulou. Cairo alza il prezzo, servono 30 milioni

IL MESSAGGERO - CARINA - Ormai più che un appello, quello di Fonseca sembra esser diventato un mantra: «È noto che stiamo cercando un centrale - ha ripetuto ieri sera dopo il 3-3 col Genoa - ma non deve essere un difensore qualsiasi bensì uno che possa aggiungere qualcosa alla squadra». A Petrachi è rimasta una settimana per accontentarlo. Ieri, a Torino, non è passata inosservata la tribuna riservata a Nkoulou. Il camerunese ha chiesto a Mazzarri di non prenderlo in considerazione per la gara col Sassuolo: «Mi ha detto che non c'era con la testa - ha spiegato l'allenatore - Ho provato a convincerlo a venire almeno in panchina ma non c'è stato nulla da fare. Se vuole restare? Chiedetelo a lui, noi stiamo facendo di tutto per convincerlo. Ma so so che la Roma ci sta provando tantissimo». Una rottura che si sposa con il pressing di Petrachi che, dopo il ko (2-3) in Europa League di giovedì della squadra di Mazzarri, ha rotto gli indugi. L'agente del difensore africano ha poi fatto il resto, chiedendo a Cairo - contestato allo stadio dai tifosi granata - di liberare il suo assistito. «Sono basito dal comportamento di Nkoulou: dovrà chiedere scusa a tutti» avverte il presidente del Torino che non intende piegarsi al volere del suo ex ds (con il quale i rapporti sono rimasti gelidi): la prima richiesta è stata di 30 milioni. La Roma è convinta che si possa limare qualcosa (scendere a 25 milioni), anche se l'età del calciatore (29 anni) induce a delle riflessioni. Nella settimana che porta al derby, l'ideale per Fonseca sarebbe avere il rinforzo il prima possibile. Difficile, però, che a breve possano esserci delle novità. I granata mercoledì partono per l'Inghilterra per giocare il ritorno contro il Wolverhampton. E ieri sera dal club granata trapelava il diktat che sino al rientro in Italia (previsto per venerdì) il mercato, sia in entrata che in uscita, è bloccato. Nkoulou è nuovamente il primo obiettivo. Rugani, per ora, rimane in stand-by. Pronto a tornare d'attualità se la trattativa per il camerunese non si dovesse sbloccare.


La Sud insulta ancora Pallotta ma fa pace con Florenzi

IL MESSAGGERO - La Curva Sud ha finalmente perdonato Alessandro Florenzi dopo le due stagioni in cui l’esterno è stato oggetto di critiche da parte del tifo organizzato. Durante l’ingresso in campo della squadra per il riscaldamento, la Sud ha esposto lo striscione firmato dal gruppo “Roma”: «Avanti con la tradizione della fascia a un romano…Al fianco di Florenzi Capitano». Un attestato di stima verso Alessandro che ha ringraziato con un applauso e in partita ha provato a trascinare, inutilmente, i compagni verso la vittoria: «Il nostro modello di gioco deve essere quello del Barcellona. Fonseca ci chiede di recuperare subito palla quando la perdiamo, dobbiamo essere degli animali. Il tecnico è vuole giocatori coraggiosi, che vengano a cercare la linea di passaggio per dare una mano al compagno», ha detto a fine partita. Florenzi ha raccolto l’eredità di De Rossi, ormai al Boca Juniors perché messo alla porta da Pallotta: «Lo striscione mi ha fatto piacere, mi sentivo come se stessi giocando la prima in Serie A».

 

CONTRO JIM - Ed è stato proprio il numero uno giallorosso ad essere per l’ennesima volta nel mirino dei tifosi con cori d’insulto. Di certo il mandato del presidente al ds Petrachi non è stato quello di fare un mercato pirotecnico e avvincente, ma questo non ha fermato il pubblico romanista che ha risposto presente all’Olimpico: 38.779 paganti (21.114 abbonati sommati a 17.665 biglietti venduti). Tra di loro anche Alex Zecca, il fedele braccio destro di Jim Pallotta, e David Pizarroaccolto come una star dalla Curva Sud: «Tengo tanto a questo Club, può essere la sorpresa del campionato». Poco prima del fischio d’inizio lo speaker ha presentato la formazione titolare in stile americano: gioco di luci all’annuncio dei nomi e durante l’inno. Fischiati Pastore e Schick, grande ovazione per Dzeko e per il neo tecnico Fonseca. A fine gara ancora fischi, ma questa volta per tutti.


Nkoulou, Rugani o Lovren: ultima settimana per scegliere

IL TEMPO - BIAFORA - La partita di ieri conferma la necessità di intervenire urgentemente sul mercato nel reparto difensivo, nonostante le parole di Petrachi, che lamenta un’eccessiva lunghezza della finestra estiva: “Così è un’agonia, non si può giocare la prima di campionato e avere ancora il mercato aperto. E’ un massacro assoluto, non è facile convivere con i ragazzi che hanno sempre in testa l’idea di rimanere o di andare via o di essere confermati. Copierei la Premier”. Il ds, che pensa anche ad un esterno e alla situazione del vice-Dzeko, ha ora la possibilità di mettere a disposizione di Fonseca un difensore che possa giocare subito titolare, visto che lo stesso tecnico ha definito Cetin una scommessa per il futuro. I nomi più caldi sulla lista sono quelli di Nkoulou, Rugani e Lovren e difficilmente si uscirà da quest’elenco. Sul fronte Nkoulou c’è da registrare la tribuna di ieri contro il Sassuolo e la presenza del suo procuratore in Piemonte. L’agente vuole accontentare il suo assistito, pronto a lasciare i granata: Cairo è disposto a cederlo soltanto in seguito ad un pagamento di 20-25 milioni, anche con formule dilazionate. I giallorossi stanno facendo un tentativo serio dopo averlo già trattato ad inizio luglio, ma eventuali accelerate potranno arrivare soltanto dopo la gara di ritorno con il Wolverhampton: l’eliminazione riaprirebbe le porte ad un addio nel reparto difensivo, che attualmente vede pure la presenza di Izzo, Lyanco, Bremer, Bonifazi e Djidji. Nessuna novità invece su Lovren, rimasto ancora una volta fuori dai convocati del Liverpool di Klopp, che non ha però voluto rispondere alle domande sul futuro del croato, offerto in tempo non sospetti a Petrachi. Impossibile mettere da parte il nome di Rugani, in forte pressing tramite il suo procuratore sulla Juventus: il classe 1994 ha ben capito che rischierebbe di non giocare per un anno intero e sta spingendo con i bianconeri affinché abbassino il prezzo chiesto alla Roma - ha già scelto la maglia 6 - per il trasferimento. La ritirata giallorossa ad un passo dalla chiusura è sembrata strategica a molti operatori di mercato: Petrachie Fienga conoscono bene la necessità di Paratici di reperire plusvalenze e di alleggerire la rosa e potrebbero tornare alla carica nelle ultime ore della sessione estiva. Oltre alla difesa si pensa all’attacco dove non c’è la totale convinzione di liberarsi di Schick per sostituirlo con Kalinic e l’infortunio di Perotti ha innescato una serie di riflessioni sulla possibilità di prendere un esterno. Nelle ultime ore è stato offerto Taison, che tornerebbe di corsa alla corte di Fonseca. A frenare l’affare ci sono le eccessive richieste dello Shakhtar Donetsk, che non scende da una valutazione di 30 milioni, ritenuta troppo alta per un giocatore di 31 anni. In uscita Coric è volato ad Almeria: le parti non hanno ancora l’accordo definitivo, ma la partenza del croato può accelerare il tutto. Ad un passo dall’addio Defrel, che si trasferirà alla Sampdoria in prestito con obbligo di riscatto, che dovrebbe scattare molto facilmente nel corso della stagione: da Genova si parla come condizione della conquista primo punto conquistato a febbraio.


La solita Rometta

IL TEMPO - AUSTINI - Bella davanti, fragilissima dietro. Una Roma a metà inizia la stagione con un pareggio poco incoraggiante in casa contro il modesto Genoa di Andreazzoli, e si conferma un cantiere a cielo aperto, con un derby che fa paura alle
porte e una settimana di mercato in cui cercare un paio di rinforzi necessari. All'Olimpico c'è un'energia diversa rispetto al finale triste della scorsa stagione. I tifosi cantano e incoraggiano con uno striscione il nuovo capitano Florenzi che eredita una fascia pesantissima, le luci si spengono durante l'annuncio delle formazioni con una presentazione modello Nba, palla al centro e la Romaparte con sette uomini sulla linea di

metà campo: è il messaggio modello zemaniano che Fonseca vuole dare innanzitutto ai suoi ma anche all'avversario. “Noi attacchiamo". E infatti il gol arriva subito, con una bellissima azione personale di Under che subito dopo manca il bis su splendido lancio di Pellegrini.

L'energia è spezzata dal gol “da polli” che la Roma concede a Pinamonti, la prima conferma di una tenuta difensiva  inesistente. Poi Dzeko, il più acclamato, “scherza” in area con Zapata & Co, e timbra il  2-1. Ma una scivolata esagerata di Juan, però, regala rigore e
pareggio al Genoa. Quattro gol in un tempo, it capisce subito che ci aspetta una stagione
da “over” fisso. E il copione non cambia nella ripresa, giallorossi di nuovo avanti con una punizione perfetta di Kolarov a cui la “goal line technology” dà il giusto premio, ma basta un'azione scolastica del Genoa di Andreazzoli per mettere a nudo, ancora una volta, i limiti di una difesa imbarazzante, poco protetta dagli altri due reparti; i centrocampisti sono tagliati fuori a piacimento dagli avversari, gli attaccanti pressano poco e male. Non è solo

una questione di singoli, perché a perdersi Kouame nell'occasione è il neo entrato Mancini. Semplicemente la serata ci mostra quanto sia facile far gol a questa Roma, che nonostante la spinta del pubblico e gli innesti di Pastore e Zappacesta (che scivola sul più bello) non riesce a trovare la zampata per dare un senso diverso all'avvio di campionato. Evidente come manchi qualcosa anche nella batteria di attaccanti, dove Perotti si è fermato prima di iniziare e Schick non è considerato da Fonseca un'arma reale. Ci sarà da soffrire. Parecchio.


La Roma nello sconforto. Fonseca: problemi in difesa

CORRIERE DELLA SERA - È iniziata con l’entusiasmo dei quasi 40 mila spettatori dell’Olimpico, è finita con i tifosi giallorossi che hanno abbandonato lo stadio delusi e sconfortati dal 3-3 di Roma-Genoa.  Si aspettavano un esordio differente, i romanisti, e per larghi tratti del match c’è stata la sensazione che la formazione giallorossa potesse portare a casa i tre punti. Soprattutto nel primo tempo è stata una Roma che ha creato molto: in vantaggio con un gran gol di Cengiz Under dopo appena 6 minuti - il turco non segnava dal 29 dicembre 2018 (a Parma)- nel finale del primo tempo è arrivato il gran gol di Edin Dzeko, il numero 88 con la maglia giallorossa in 180 partite, il numero 63 in campionato, superato Abel Balbo al settimo posto della classifica dei marcatori romanisti di tutti i tempi. In avvio di ripresa è andato a segno, su punizione, Kolarov (lo scorso anno 9 reti in stagione). Gli ingredienti per fare bene, insomma, c’erano tutti, con la formazione di Fonseca che è sempre stata avanti nel risultato, ma le clamorose amnesie difensive della coppia Fazio-Juan Jesus prima, di Mancini poi, hanno vanificato quanto di buono costruito i compagni.