La conferenza in diretta Rai, di Totti di più

LA STAMPA - BRUSORIO - Passi per il Salone d'Onore del Coni visto che Francesco Totti, fregiandosi del titolo di Campione del Mondo e del Collare d'Oro, massima onorificenza dello sport italiano, aveva comunque i crismi per chiedere ospitalità (comunque: un grande albergo di Roma no?), ma che oggi alle 14 Rai2 trasmetta in diretta la conferenza stampa dell'ex capitano e ora anche ex dirigente giallorosso (insomma, di un ex) ci sembra un segnale piuttosto chiaro di come sia persa ogni misura.

E che l'abbia perduta il servizio pubblico, che pure avrebbe un canale tutto sportivo, ci pare ancora più grave. Ora poi chi li avverte i cultori di Squadra omicidi Istanbul, telefilm cancellato per cause di forza (Roma) maggiore?


Malagò: "Il futuro di Totti? Penso che abbia la voglia di fare una cosa in cui si sente pienamente coinvolto"

Giovanni Malagò, presidente del CONI, è stato intervistato a margine del 'Premio Fair-Play Menarini' a proposito del probabile annuncio dell'addio di Totti dalla Roma che avverrà nel Salone d'Onore di Palazzo H. Queste le sue parole:

Il futuro di Francesco Totti?

"Penso che lui abbia, come tanti noi, la volontà di fare una cosa in cui si sente pienamente coinvolto e sicuro per quelli che sono i propri mezzi e le proprie capacità. Sarebbe un errore se io da presidente del Coni dicessi qualche cosa. L'unica cosa che dico è che lui ha chiesto di fare una conferenza all'Olimpico, ma c'era un concerto e mi e' sembrato doveroso concedergli il Salone d'Onore. Questo perché lui ha vinto il Collare d'Oro, la massima onorificenza sportiva, e poi perché è un campione del mondo. E' giusto che venga qui, questaè la casa dello sport italiano. E il mondo dello sport è grato ai campioni del mondo, di qualsiasi disciplina siano".


Agente di Veretout a casa Milan. Rossoneri hanno la priorità per il viola

Mario Giuffredi, agente di Jordan Veretout e Mario Rui, è atteso oggi in casa Milan per parlare di entrambi i suoi assistiti che interessano parecchio al club milanese. Secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, solo dopo questo appuntamento si capirà se Boban e Maldini saranno pronti ad accelerare. Se dovesse arrivare una proposta, il centrocampista francese porrebbe al centro delle proprie preferenze proprio i rossoneri, anche perché considera da tempo chiusa la sua esperienza alla Fiorentina. 


Addio Totti. Si muove la Questura in varie zone di Roma per mantenere l'ordine pubblico

L'annuncio del divorzio di Francesco Totti dalla Roma anche in vista di dirigente previsto per le ore 14 al Palazzo H del CONI potrebbe creare qualche problema di ordine pubblico. Per questo motivo, la Questura ha organizzato servizi di vigilanza davanti al Foro Italico e nei dintorni, dove è possibile che gruppi di tifosi giallorossi si riuniscano In questo caso per manifestare appoggio e solidarietà a Totti e anche per contestare il presidente e la dirigenza della Roma. Misure analoghe sono state prese sia davanti al centro sportivo di Trigoria sia di fronte alla sede amministrativa della società, che da febbraio è in viale Lev lblstoj, all'Eur. Pattugliato il ponte degli Annibaldi, a ridosso del Colosseo, negli ultimi tempi scelto dagli ultrà per lanciare messaggi, qualcuno dei quali a sfondo politico. D'altra parte già nei giorni scorsi sono stati numerosi gli interventi delle forze dell'ordine in tutta Roma per la scoperta di scritte sul muri con insulti a Pallotta.


Cotroneo: "Non siamo i Boston Celtics. Gestire la Roma significa rispettarne storia e tradizione. Totti la nostra storia più bella"

Roberto Cotroneo, scrittore e giornalista di 58 anni, è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport e ha espresso il suo parere anche in merito alla decisione di Totti di lasciare la Roma. Queste le sue parole:

E così la Roma ha lasciato andare prima De Rossi, ora Totti...

"Da non crederci, perché la Roma non è una squadra come un'altra. Con tutto il rispetto, non siamo i Boston Celtics. Gestire la Roma significa rispettarne la storia e la tradizione, e Totti è stata la nostra storia più bella, per trent'anni ci ha regalato meraviglie, perché non dargli il tempo di abituarsi alla nuova vita?».

Ma Pallotta gli aveva proposto il ruolo di direttore tecnico, cosa doveva fare di più?

"Rispettarlo, innanzitutto. E rispettarne la storia, che - ripeto - non è replicabile. Francesco avrà avuto le sue incertezze, non lo nego. E forse si sente ancora in una terra di mezzo, un po' calciatore e un po' dirigente. Ma meritava qualcosa in più che essere trattato come una figurina".


Gerson nel mirino del Bologna. Possibile prestito con diritto di riscatto

Dopo il prestito alla Fiorentina, il futuro di Gerson potrebbe nuovamente essere lontano da Trigoria. Il brasiliano infatti, come riferisce La Gazzetta dello Sport, piace molto a Walter Sabatini che verrà nominato Direttore Tecnico del Bologna. L'ex DS giallorosso vorrebbe Gerson nel suo Bologna, con pronta un'offerta di prestito con diritto di riscatto fissato a 10 milioni di euro.


Rosella Sensi: "Francesco parla da romano e romanista. Sta soffrendo molto"

Rosella Sensi, ex presidente della Roma e figlia di Franco, ha parlato della conferenza di Francesco Totti direttamente dagli studi Rai dove era ospite:

"E’ fondamentale che il presidente sia presente per tutto. Lo è per gestire i giocatori, ma anche i dirigenti. Francesco Totti ha messo anche oggi davanti la Roma ai suoi sentimenti. L’ho visto un po’ trattenuto, anche se andando avanti ha lasciato andare qualcosa. Si vede, nonostante le battute, sta soffrendo molto. Anche per me è stato un po’ come morire staccarmi dalla Roma. Ho avvertito chiramente anche io la sensazione che la proprietà americana volesse da subito realizzare una deromanizzazione. Francesco parla da romano e romanista. In lui c’è una profonda tristezza, sta soffrendo e avrà pensato moltissimo nel prendere questa decisione, è una scelta per lui anche più importante di smettere di giocare. La deromanizzazione non ha senso, non è stata una scelta intelligente. La prospettiva di questa società? Non l’ho capita, si tratta di comprendere il progetto a prescindere dallo Stadio, che la società Roma deve avere. C’è una perdita di un sentimento che i romanisti hanno sempre avuto. Totti e Baldini? Non ricordo un particolare rapporto tra loro due durante la presidenza Sensi, quando Franco faceva il direttore sportivo. Tra l’altro non ha mai ringraziato mio padre per l’opportunità che gli diede. Non capisco perché questa sorta di antipatia nei confronti di Francesco, che è sempre stato determinate all’interno della Roma. Il rapporto tra Totti e De Rossi? E’ stato sempre stato ottimo. Mi ha commosso l’immagine durante l’addio di De Rossi: Daniele, Francesco e Bruno Conti tutti insieme, quella è la romanità, è quello che i tifosi vogliono vedere".


La Sampdoria ha cercato Totti per un ruolo da dirigente

La Sampdoria ha cercato Francesco Totti per un ruolo da dirigente. A riferirlo su Twitter è il giornalista Nicolò Schira, in seguito alle dichirazioni in conferenza stampa dell'ex numero 10, secondo il quale alcuni club di Serie A lo avrebbero contattato per offrirgli un posto. Una "pazza idea" di Massimo Ferrero, che avrebbe provato a convincere anche Daniele De Rossi. 


Conferenza Stampa Totti: "Ho rassegnato le dimissioni. Non ho mai avuto la possibilità di lavorare operativamente. Non è un addio, ma un arrivederci"

Dal Salone D'Onore del Coni, con diretta su Rai 2, TGcom24 e Sky, andrà di scena la conferenza di addio alla Roma di Francesco Totti. Dopo due anni dalla fine della carriera da giocatore, l'ex capitano giallorosso lascerà anche il ruolo da dirigente e saluterà la sua amata Roma. Paolo Condò farà da moderatore alla conferenza. Non sarà presente nessun rappresentante della società Roma; mentre parteciperanno gli ex giallorossi Aquilani, Candela, Cassetti, Chierico e Nela.

"Ringrazio il presidente Malagò per avermi dato questa possibilità a questo posto bellissimo e importante per gli sportivi. La comunicazione è meno bella rispetto al posto. Alle 12:41 del 17 giugno 2019 ho mandato una email al CEO della Roma, dove ho scritto un po’ di parole e frasi per me impensabili ed inimmaginabili. Ho rassegnato le mie dimissioni dall’AS Roma. Speravo che questo giorno non ci fosse stato, ma è arrivato. Per me è un giorno brutto e pesante, ma viste le condizioni è stato doveroso e giusto prendere la decisione così brusca. Non ho avuto mai la possibilità di lavorare operativamente sull’area tecnica. L’ho pensata per mesi, ma è la più coerente e giusta. Davanti a tutti deve esserci la Roma, che è la squadra da amare. Non devono esserci fazioni pro Totti, Pallotta o Baldini. L’amore nei confronti di questi colori solamente. E’ normale che poi i presidenti, gli allenatori ed i giocatori passano, ma le bandiere no. Questo mi ha fatto pensare tanto ed ho preso questa decisione non per colpa mia. Non so più che dirvi poi".

Iniziano le domande dai giornalisti presenti

Hai fatto sognare Roma e sei nel mondo. Quando ti ho visto in giacca e cravatta ho pensato “ma chi gliel’ha fatto fare?”. Sei come Caravaggio, ci hai fatto sognare. Hai mai pensato, durante tutto questo periodo, “ma chi me l’ha fatto fare”? 
"No. La Roma l’ho messa davanti a tutto. E’ la mia seconda casa, se non la prima. Prendere questa scelta è stato difficilissimo. Li ho sempre voluti portare ad alti livelli e volevo fargli fare bella figura".

Di chi è stata la colpa? 
"Non è stata mia, perché non ho mai avuto la possibilità di esprimermi, non mi hanno mai coinvolto in un progetto tecnico. Il primo anno ci può stare, nel secondo già avevo capito che cosa volessi fare, ma non ci siamo mai trovati né aiutati l’uno con l’altro. Conoscevano la mia voglia e quello che volevo dare alla società, ma loro non hanno mai voluto: mi tenevano fuori da tutto".

La gente rimarrà traumatizzata. Quale messaggio vuoi mandare a coloro che sono disorientati?
"Alla gente di Roma devo dire solamente grazie per come mi hanno trattato. C’è stato sempre un reciproco rispetto sia in campo che fuori. Posso dire solamente di continuare a tifare questa squadra. Per me è la squadra più grande del mondo e vederla in difficoltà mi rattrista e mi dà fastidio. Roma è Roma. I tifosi sono diversi dagli altri: la passione e la voglia che mettono dentro questa squadra non potrà mai finire. Io continuerò sempre a tifare Roma. E’ un addio o un arrivederci? E’ un arrivederci, non un addio. Da fuori penso che è impossibile vedere Totti fuori dalla Roma e non posso pensare che accadrà. Io prenderò altre strade, è un momento significativo. Se un’altra proprietà punterà forte su di me sarò pronto".

Che hai deciso di fare? 
"Posso fare tante cose. Sto valutando tranquillamente, questo mese valuterò le offerte e quella che mi farà stare meglio la prenderò col tutto il cuore. Ho sempre dato il massimo e se prenderò una decisione sarà definitiva".

C’è qualcuno che è più colpevole di altri? 
"Non indico di chi è la colpa. E’ stato fatto un percorso che non è stato rispettato ed alla fine ho fatto questa scelta".

Ti avevano promesso qualcosa? 
"Tutti sappiamo che hanno voluto che io smettessi. Avevo un contratto di sei anni da dirigente, sono entrato in punta di piedi perché era un altro ruolo. Sono due cose completamente diverse anche nella stessa società. Di promesse ne sono state fatte tante, ma alla fine non mantenute. Loro sapevano che cosa io volessi. Col passare del tempo giudichi e valuti, anche io ho un carattere ed una personalità, non sto qui a fare quello che mi chiedono di fare. Lo facevo per la Roma, ma non volevo mettermi a disposizione di altre persone che non volevano facessi questa cosa".

C’è stata una sorta di “deromanizzazione”? E’ un’operazione congiunta o casuale? 
"E’ stato un pensiero fisso di alcune persone quello di togliere i romani dalla Roma. E’ prevalsa alla fine, perché hanno ottenuto quello che volevano. Da otto anni a questa parte, con gli americani, hanno cercato in tutti i modi di metterci da parte. Hanno cercato in tutti i modi di farlo. Hanno voluto questo e ci sono riusciti".

Che rapporto c’è con Franco Baldini? 
"Non c’è mai stato e mai ci sarà. Ho preso questa decisione anche per dei problemi interni. Andava scelto uno dei due, quindi mi sono fatto da parte io. Non servono troppi galli a cantare. Le persone che mettono bocca e fanno danni. Ognuno dovrebbe fare il suo. Quando canti da Trigoria, non senti mai il suono. L’ultima parola spettava sempre a Londra. Era inutile dire quello che volevi cambiare, era tempo perso".

Che futuro vedi per la squadra? 
"I problemi della società li conosciamo tutti, soprattutto per il fair play finanziario e le cessioni entro il 30 giugno. Hanno fatto questa scelta difficile, ovvero di vendere calciatori più forti, perché è più facile prendere soldi e tamponare i problemi. Bisogna essere trasparenti, soprattutto con i tifosi. Ho detto ai dirigenti: “Alla gente bisogna dire la verità, è brutta ma bisogna dire la verità”. Quando qualche anno fa dissi la verità, mi dissero che ero incompetente e che levo i soldi ai tifosi ed ai giocatori. Se dici la verità sei inattaccabile, io sono abituato a dire la verità. Se è così, io non posso stare qua dentro".

L’assenza di Pallotta pesa? 
"Per me pesa tantissimo. Il giocatore trova sempre un alibi, una scusa. Quando le cose vanno male dicono che manca il presidente, il direttore sportivo e così via. Questo va a dar problemi alla squadra ed alle partite. Per me crea un danno. Il presidente deve essere più sul posto: quando vedi un capo stai sull’attenti e lavori come dovresti lavorare. Quando non c’è il capo fanno tutti come gli pare. Quando ti alleni senza il mister, con il secondo allenatore fai lo stupido, col mister vai a 300 all’ora".

La Roma ti ha messo nelle condizioni di fare il tuo lavoro?
"Ho preso la decisione perché non ho potuto fare niente. Non potevo sopratutto sull’area tecnica. Non voglio fare il fenomeno, ma capisco di più rispetto a qualcuno a Trigoria. Ho le basi e l’occhio per guardare direttamente. Io penso di saperlo fare bene, anche sbagliando, ma la parola mia è diversa da quella della Roma. Ho sempre messo la faccia e sempre la metterò, sopratutto quando le cose vanno male come quest’anno".

Sei stato negli Emirati Arabi. Il Qatar può prendere la Roma?
"Ho girato spesso in vari continenti. Soprattutto in Kuwait, a Doha o Dubai. Ci sono tante persone che farebbero investimenti, ma se non c’è il nero su bianco non ci credo. La Roma è amata e stimata in tutto il mondo. Stare qui però a dire che c’è uno o l’altro è inutile. Non so niente su tutto ciò".

Qual è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso?
"Il vaso ormai si era riempito. Tante cose mi hanno fatto riflettere e pensare. Non sono mai stato reso partecipe, solamente quando erano in difficoltà. In due anni avrò fatto dieci riunioni, mi chiamavano sempre all’ultimo, come se volessero accantonarmi. Il cerchio si stringe dopo un po’ e subentra il rispetto verso la persona. Io ho cercato di mettermi a disposizione e di portare qualcosa in più alla società, ma dall’altra parte c’era un pensiero diverso".

Che cosa serve per riportarti alla Roma?
"Un’altra proprietà. Dipende poi se mi chiameranno e se crede nelle mie potenzialità e che posso fare qualcosa di buono. Non ho mai fatto né farò del male alla Roma, che viene prima di tutto, anche ora. Oggi potevo anche morire, era meglio che staccarmi dalla Roma. Meglio così, perché tanti dirigenti hanno detto che sono troppo ingombrante in questa società".

La proposta di direttore tecnico e la limitazione alle tue attività esterne è arrivata? 
"Non ho chiesto soldi, né mai di comandare tutto. Ho chiesto di dare un contributo e di metterci la faccia. Ho chiesto di decidere come gli altri. Fanno il direttore sportivo, l’allenatore e non mi chiamano. Non sono andato a Londra perché mi hanno avvertito due giorni prima. L’allenatore era già fatto, il ds quasi. Che vado a fare senza decidere? L’unico allenatore che ho chiamato è Antonio Conte. Sinisa, Gasperini, Gattuso e così via non li ho mai chiamati. Una persona ho chiamato: Conte. Se fanno passare che ho chiamato tutti e che l’unico che non ho chiamato è Fonseca non va bene. Io per stupido non ci passo. Questa è la realtà".

Se andasse via Baldini potresti tornare? 
"No. Se il vaso è rotto non si possono rimettere i cocci al posto giusto. Potevano fare questa scelta prima, è giusto che rimanga così se non ci hanno pensato prima. Rispetto, ma a malincuore".

Pallotta dice che hai avuto un peso nella scelta dell’allenatore. Seguendo quello che hai detto, Pallotta mente?
"Guido Fienga è l’unico che ci ha messo la faccia. E’ l’unico che mi ha fatto questa proposta, se non ci fosse stato lui sarei rimasto così. E’ inutile continuare su questa strada. L’unico che ho chiamato con Fienga è Claudio Ranieri. Oggi lo ringrazio Ranieri, perché ha fatto il massimo per noi ed è un uomo vero. Non abbiamo parlato di niente e mi ha detto “domani sono a Trigoria”. I tifosi gli hanno dato un contributo all’addio di Daniele ed è doveroso fargli un saluto. Le dichiarazioni di Pallotta? Non sono qui ad andare contro di lui, non mi serve dare bugie. A che pro? Dico la verità".

Non hai mai pensato a lavorare e ripartire da zero? 
"Fienga me lo disse qualche mese fa. Tutti sanno che avrei voluto fare il direttore tecnico. Se c’è però uno che ti mette il bastone tra le ruote e trovano ogni volta un intoppo… Io non sono stupido. Se io non avessi voluto Fonseca? L’ultimo parere tocca al DT. Hanno scelto tutto loro, se le cose vanno male che dico? Non ho scelto il direttore sportivo, non ho scelto Fonseca. Se fosse venuto Conte sarei rimasto, anche se mi avessero chiamato prima di scegliere l’allenatore. Avrei voluto vedere la fiducia in me. Con Conte è successo perché lo abbiamo fatto io e Guido Fienga. “L’unico che può cambiare la Roma in questo momento è Conte”, ho detto a Fienga. Lui ci aveva dato l’ok. In secondo piano l’ha saputo Pallotta ed era contento che si potesse fare".

Ti hanno chiesto un parere su De Rossi? 
"Io non ci ho mai messo bocca. Io già da settembre dissi: “Se pensate che è l’ultimo anno di De Rossi, diteglielo subito”. Lui va rispettato, tutti mi dicevano che dovevano valutare e così via. I risultati non venivano, c’era un contesto difficile. Il problema di Trigoria è che le cose vanno fatte subito. Lì però la gente ha paura a fare le cose, deve esserci uno che prende le decisioni. Io con Daniele ci ho parlato da amico, non da dirigente. Gli ho detto di guardare al di là, perché io pensavo che fosse il suo ultimo anno. Non potevo esprimermi più di tanto perché ero un dirigente e gli parlavo per fargli aprire gli occhi ed il problema è arrivato. Io non riesco ancora a capire se è voluta o se non ci pensano. Se è voluta è brutta, ma da quello che ho capito era quello che hanno sempre voluto: togliere i romani dalla Roma".

Hai parlato di Sarri?
"Io mai. Non so quali fossero i suoi obiettivi o le sue (di Baldini, ndr) idee. So che Sarri era un suo pupillo ed è un grande allenatore, che avrebbe fatto comodo. C’erano un po’ di problemi con il suo club, in questo momento però parliamo del nulla e dell’attualità. Fonseca deve trovare un ambiente sereno e tranquillo, senza intoppi. Deve essere bravo, lo è e spero che possa fare bene con la Roma".

Perché Conte doveva venire qui? 
"Perché non voleva rivoluzioni, ma una continuazione. In questo momento dovevi fare una squadra dal quarto posto in su".

Verrai allo stadio?
"Sì, perché no. Sono sempre tifoso della Roma, può darsi che vado in Curva Sud, anche se lì non si vede la partita. Anzi, prendo De Rossi e la vado a vedere da lì".

La proprietà americana avrebbe potuto fare di più? 
"E’ un dato di fatto. Se devi vendere perché sei a -50 devi vendere e la squadra si indebolisce. Da parte mia c’è sempre stato il 100% dell’impegno".

Hai qualcosa da rimproverarti? 
"Avrei potuto dare un contributo, non cambiarla, ma un contributo sicuramente. Di promesse ce ne sono state tante e da tifoso mi dispiace, ho dei sogni da tifoso. Avrei voluto vedere la Roma competere ad alti livelli".

E’ necessaria una società con Totti?
"Se io fossi il presidente della Roma ed ho due bandiere come Totti e De Rossi, gli darei in mano tutto. C’è la romanità, glielo possono spiegare che cosa significa. Si contornano di persone sbagliate, ascolta solo loro (Pallotta, ndr). Se sbaglio per otto anni, posso farmela una domanda? Io questo giudico come tifoso. Se sbagli dieci interviste, all’undicesima capisci che c’è qualcosa di sbagliato. In questo momento non ci sono altre risposte".

Qualcuno ti ha pugnalato dentro Trigoria? 
"Sì, ci sono persone che non vogliono che sia là dentro. Ci sono persone che fanno il male della Roma dentro Trigoria e Pallotta si fida di loro. Io conosco Trigoria come i miei jeans, conosco tutti e so come va gestita. Ci sono cresciuto là dentro: conosco i problemi e le soluzioni, chi parla male e chi parla bene. Come fai ad andare avanti ed essere coesi per aiutare una società? Ognuno fa il bene di sé stesso".

Che ruolo ha avuto Baldissoni nella tua carriera da dirigente? 
"E’ stato un dirigente della Roma. Ha cercato di indicarmi la strada, non so quale. Mi ha aiutato in qualche modo, ma non ce l’ho con lui. Lui fa parte dei dirigenti. E’ una carica importante quella del vice presidente".

Qualcuno dice che hai fatto troppe vacanze e troppo padel. Che rispondi? 
"Padel, calcetto e vacanze (ride, ndr). E’ normale che devo rispondere a queste cose? Io quando faccio beneficenza e partite, loro sono al corrente. Dicono che è importante perché porto la Roma nel mondo. Vogliamo parlare della settimana bianca? Tutti ci vanno. Il problema è che non li riconosce nessuno e non si sa. Io sono andato fuori tre giorni prima del derby, ma venerdì ero a Trigoria. Questo è quello che dite voi".

Come commenti l’email uscita su La Repubblica?
"Ci sta. Io mi fido al 100% di Daniele De Rossi, ci metto la mano sul fuoco che non è stato lui a dire queste cose".

Perché non sei riuscito a creare un rapporto diretto con Pallotta?
"Nelle ultime settimane ha cercato di trattenermi, sempre per terze persone. In due anni non ho mai sentito nessuno, né Pallotta né Baldini. Io che cosa devo pensare? Che sono benvoluto? Non è mai successo".

Se Pallotta rimane dieci anni? 
"Spero che possano vincere quello che dicono. Sono otto anni che lo dicono. Oggi sono 18 anni dallo scudetto".

Malagò vuole fare il presidente della Roma? 
"Spero che mi chiamerà in quel caso, mi basta un po’ più di potere. Quando dico io una cosa non va bene, io non voglio stare davanti a tutti, loro sì".

Ti fa più male essere considerato un freno o il fatto che loro non credessero nelle tue potenzialità di dirigente? 
"Io sono stato un peso per questa società. Mi hanno detto che sono troppo ingombrante, sia da calciatore o da dirigente. Mi hanno fatto male entrambi, ma questa è più significativa: quando ti stacchi dalla Mamma è dura".

Pallotta è qui per lo stadio o per la Roma? 
"Lo dovresti chiedere a lui. Non ti posso rispondere. La farei anche a lui, non posso entrare nel suo pensiero, è sbagliato quello che dirò".

Prenderesti in considerazione di andare in altri club? 
"Ci sono state alcune offerte da squadre italiane, una stamattina. Io sono libero. Tante cose le ho sapute leggendo i giornali: di alcuni allenatori, dirigenti o giocatori. Pensa che considerazione che avevo".

Vuoi ringraziare Pallotta per qualcosa? 
"Mi ha tenuto qui e mi ha fatto conoscere tante cose. Io non sputo sul piatto dove ho mangiato, è giusto che la Roma rimanga là su. Deve essere bravo a recuperare la fiducia della gente. Spero che gli diano consigli giusti".

Perché non viene Pallotta?
"Non ci ho mai parlato a quattrocchi, solamente dopo aver smesso a Londra. Dopo l’addio non ho mai avuto modo di parlarci. Mai".

Dopo le tue parole i dirigenti faranno autocritica o sarà accettata come la tua verità?
"L’effetto deve essere positivo, deve ripartire il progetto Roma. Deve capire i problemi dentro Trigoria, ma non ho mai avuto modo di fargli capire certe cose. La Roma è la Roma, il resto non conta. Lui deve essere bravo a cambiare registro".

Hai scelto il 17 giugno casualmente? 
"Sì, non era voluta. Pensavo ci fosse un solo 17 giugno. Non pensavo di poter dire “ciao Roma”, non lo avrei mai pensato".

Hai sentito Florenzi e Pellegrini?
"Florenzi no, Lorenzo sì. Non ci credeva, ma ci crederà. A lui ho promesso tante cose, che spero possano avverarsi, è un ragazzo speciale, può dre tanto a questa maglia. La onorerà fino alla fine. E’ tifoso della Roma e qualche romano dentro serve sempre. Vedere alcuni giocatori che quando perdono ridono, ti girano le palle. Alcuni tifosi queste cose non le sanno. Oppure dirigenti felici di perdere, di cui non farò mai i nomi. La Roma deve essere sempre davanti a tutti, se ci sono questi a Roma non vai da nessuna parte. Se siete uniti vai dritto, se qualcuno esce dal binario sei finito".

Roberto Mancini? 
"Ti saluta (ride, ndr). Ha una grande nazionale ed io che faccio l’Ambasciatore e cerco di dargli un aiuto".

Secondo te si sono resi conto di che cosa stanno togliendo alla Roma ed alla città?
"Non si rendono conto perché non vivono la quotidianità. Stando qua è completamente diverso, a loro arriva l’1% di quello che succede qui. Sarà una cosa diversa, sicuramente. Per la Roma e per me lo sarà, ma per loro in un’altra città non cambia niente. Spero che se ne possano rendere conto, ma è tardi".

Sei ex dirigente. Sembra che tu stia parlando da futuro dirigente… 
"No, io faccio la conferenza perché ci sono stati dei problemi tra me e i dirigenti. Se potessi rientrare, non adesso, ma con un’altra proprietà, io sarò dirigente a 360 gradi. Non c’era bisogno, se avessero fatto quello che ho chiesto, non mi sarei mai dimesso".

Le scelte? 
"Non nominerò i giocatori per rispetto. Tornavo dalle vacanze e mi hanno chiesto un parere riguardo un giocatore ed io ho detto che non avrebbe fatto bene. Di Francesco gioca col 4-3-3 e non gioca da un po’, per me andava preso un altro giocatore. Mi hanno detto che dico sempre di no, ma ho solamente risposto. Non chiedetemi il nome del giocatore però. Io ci avrei azzeccato però, perché l’altro è dell’Ajax".

Monchi? 
"Non l’ho sentito".

Nainggolan hai provato a tenerlo? 
"Ho preso posizioni forti, molti non volevano così. Nelle altre società non succede. Chi sbaglia paga, può essere anche Messi o Ronaldo. Nello spogliatoio deve esserci rispetto reciproco, se hai sbagliato è giusto che paghi".

Ai tempi dei Sensi, c’era già un ruolo definito? 
"Sì, Direttore Tecnico".

Dopo la semifinale c’era la sensazione che si sarebbe potuto fare qualcosa?
"Sì, c’era questa sensazione. Difendo Di Francesco ora, anche se l’ha scelto Monchi. Lui ha chiesto 4-5 giocatori, ma non glieli hanno mai presi. Le cose si devono sapere, è inutile nascondersi. La verità fa male. Io non sto difendendo il mister, che ha sbagliato scelte. Lui però ha chiesto 4,5 scelte e gliene hanno presi zero".

Che diresti ad un calciatore che vuole venire ora alla Roma? 
"La verità. Se vieni è una scelta tua, io non ti dico che è tutto bello ed i fiori. Dirò le cose belle e le cose brutte, poi la scelta sta a lui".

Quali sono le cose belle? 
"Città, mare, montagna ed i tifosi della Roma che sono i più belli di tutti".


Under 21, Pellegrini: "La nostra forza è il gruppo, continuiamo così. Totti? Lo ringrazio per le belle parole, mi mancherà"

Lorenzo Pellegrini, centrocampista della Roma, impegnato con l'Under 21, torna a parlare in vista della sfida di mercoledì contro la Polonia. Il giocatore giallorosso ha parlato anche dell'addio di Francesco Totti. Queste le sue parole:

"La mia presenza qui, per il mio punto di vista, era scontata. Se il mister mi chiama, io ci sono, contentissimo di essere qui. Ho trovato un gruppo fantastico, veramente. Ci stiamo divertendo, stiamo veramente bene. Spero che questa unione si veda anche in campo, perché fuori siamo un bel gruppo. Dobbiamo ragionare partita dopo partita, cercando di vincere come contro la Spagna. Dobbiamo dare seguito al risultato contro la Spagna. Ieri abbiamo fatto vedere che anche noi possiamo giocare e vincere. E' stata una partita impegnativa, siamo questi, dobbiamo dare intensità, ma ci siamo anche divertiti, e per divertirci dobbiamo avere il pallone. E' una rivoluzione che prima o poi doveva succedere. In questi anni abbiamo visto che chi mantiene il possesso, sbaglia meno passaggi, si diverte di più. Chi si diverte rende meglio. Dobbiamo migliorare ancora tanto, ieri la Spagna ci ha fatto vedere che sono fenomeni in questo. Dobbiamo continuare così. Ieri mi abbassavo per toccare di più il pallone, per non dare punti di riferimento. Stiamo tentando di dare importanza al nostro possesso palla. Poi è normale che dobbiamo essere incisivi davanti. Ma tenere il pallone e far correre gli altri è importante".

Su Chiesa...

"È un grandissimo ragazzo che fa parte del gruppo. Per quanto riguarda il giocatore, i fatti parlano per lui. Ieri, oltre i gol, ha avuto un atteggiamento da vero leader, aiutando molto, combattendo. Mi è piaciuto veramente tanto e gli ho fatto i complimenti. Siamo un bel gruppo e cerchiamo di avere il sorriso ogni volta che si può".

Sulla serata di ieri...

"Non era facile reagire ieri. Ora dobbiamo dare continuità ai nostri risultati. Il pubblico è stato pazzesco, sinceramente non me lo aspettavo. Quando canto l'inno mi vengono sempre i brividi. Giocare in casa davanti ai nostri tifosi è bella, e ci hanno dato importanza, non era scontato".

Sull'addio di Totti...

“Non entro nel merito delle sue parole ma sicuramente lui e Daniele De Rossi mi mancheranno molto. Volevo ringraziare Francesco per quello che ha detto su di me. Abbiamo un bel rapporto ed oggi era una giornata particolare per chi gli vuole bene”.

Sul gruppo dell'Under 21...

"Tutto il gruppo ha fatto benissimo, anche chi è subentrato. La nostra forza è il gruppo, dobbiamo continuare così. Siamo tutti bravi ragazzi. Giocare con i più grandi ha aiutato a crescere più in fretta".


Pallotta in attesa della traduzione della conferenza di Totti, poi possibile replica

Dopo la lunga conferenza stampa di Francesco Totti, dalla società non è ancora arrivata alcuna replica. Ma, come riferisce Sky Sport, il presidente James Pallotta è in attesa di ricevere la traduzione in inglese dell'ex numero 10. In seguito il numero uno del club giallorosso valuterà una risposta.


Arriva la risposta della Roma alla conferenza di Totti (leggi qui)

A seguito dell’annuncio in data odierna da parte di Francesco Totti di dimettersi dal Club e di non accettare il ruolo di Direttore Tecnico, l’AS Roma ha rilasciato la seguente nota ufficiale:

Il Club è estremamente amareggiato nell’apprendere che Francesco Totti ha annunciato di lasciare la Società e di non assumere la posizione di Direttore Tecnico dell'AS Roma. Gli avevamo proposto questo ruolo dopo la partenza di Monchi ed eravamo ancora in attesa di una risposta.

Riteniamo che il ruolo offerto a Francesco sia uno dei più alti nei nostri quadri dirigenziali: una posizione che ovviamente richiede dedizione e impegno totali, come ci si aspetta da tutti i dirigenti all'interno del Club.

Eravamo pronti a essere pazienti con Francesco e ad aiutarlo a mettere in pratica questa trasformazione da grande calciatore a grande dirigente. Il ruolo di Direttore Tecnico è la carica in cui credevamo potesse crescere e in cui ci siamo proposti di supportarlo durante la fase di adattamento.

Nonostante comprendiamo quanto sia stato difficile per lui decidere di lasciare l’AS Roma dopo trent’anni, non possiamo che rilevare come la sua percezione dei fatti e delle scelte adottate dal Club sia fantasiosa e lontana dalla realtà.

Riguardo ai ripetuti riferimenti al suo possibile ritorno con l’insediamento di una nuova proprietà, in aggiunta alle informazioni raccolte da lui stesso in tutto il mondo circa soggetti interessati al Club, ci auguriamo che questa non sia un’anticipazione inopportuna di un tentativo di acquisizione: scenario che potrebbe essere molto delicato in considerazione del fatto che l’AS Roma è una società quotata in borsa.

La proprietà non ha alcuna intenzione di mettere la Roma in vendita adesso o in futuro.

Auguriamo a Francesco buona fortuna per quello che deciderà di fare.