Graziani: "Fonseca ha entusiasmo e voglia di fare. Schick? Lo manderei in prestito, soffre caratterialmente la piazza"

Ciccio Graziani ha parlato a tuttomercatoweb.com le mosse della Fiorentina e della Roma. Lo ha fatto a Pitti, la rassegna internazionale di moda in corso a Firenze.

La Fiorentina?
"Commisso ha una faccia simpatica e l'impatto è stato meraviglioso: poi col tempo si valuterà il lavoro ma certamente vorrà far bene. Peggio di quest'anno comunque non si potrà fare. Se oltre ad Antognoni arriveranno anche Batistuta e altri ex che possono dire la loro sul piano tecnico è fondamentale. A Commisso dico comunque che se hanno bisogno di un portaborse sono pronto, eventualmente anche a fare il magazziniere (ride, ndr). Chiesa? Se ti danno 70-80 milioni vanno presi perché reinvestendoli si può fare una squadra ancora più forte".

La Roma di Fonseca come la giudica?
"Ha entusiasmo e voglia di far bene. Dipenderà molto dal mercato, ma ci sono i presupposti per far bene. La logica mi fa pensare che qualche calciatore se lo voglia portare dallo Shakhtar. Dzeko? Quello visto quest'anno, se va via non mi farebbe strappare i capelli. Schick lo manderei a giocare, soffre caratterialmente la piazza. Come sostituto di Dzeko prenderei Belotti ma serve un bell'investimento. Quanto a Manolas ha fatto una stagione altamente negativa".


Totti: "A breve chiarirò il mio punto di vista nella giusta sede" (foto)

Francesco Totti, attualmente dirigente della Roma senza un ruolo ben preciso, ha pubblicato un messaggio per fare chiarezza sulle voci che lo vorrebbero prossimo direttore tecnico della società giallorossa e di un suo possibile rifiuto. Queste le parole dell'ex capitano su Twitter

 


Calciomercato Roma: il Torino chiede Pastore ai giallorossi

LA REPUBBLICA - In casa granata si respira l’atmosfera della possibile beffa europea. A questo punto, a meno che non presenti richiesta di procedimento d’urgenza, il Milan parteciperà regolarmente all’Europa League e le speranze di ripescaggio granata sembrano tramontate. In questo quadro prosegue il braccio di ferro fra Cairo e Petrachiche ieri potrebbero essersi incontrati a Milano. Se il presidente granata non ha alcuna fretta, più nervosismo si scorge in casa giallorossa con i video che hanno sorpreso Petrachi di rientro da Madrid - e di fatto già al lavoro per la Roma nonostante il contratto con il Toro – ad irrigidire le parti. Ecco perché adesso si cerca una strada che porti ad una risoluzione pacifica. Serve una mossa di mercato a titolo di risarcimento; ma al Toro potrebbe non bastare la cessione del giovane Gianmarco Cangiano, e dalle stanze romane spunta l’ipotesi Flaco. Javier Pastore ha fallito la stagione giallorossa e vuole un rilancio. Il prestito al Toro potrebbe essere la soluzione: perché Pastore ha le qualità per far fare il salto di qualità all’attacco granata ma anche perché la Roma deve trovare una soluzione per non depauperare l’investimento di un anno fa, quei 24,7 milioni di euro pagati al Psg. La soluzione ideale, vista da Roma, potrebbe essere il prestito con diritto di riscatto ma anche con una sostanziosa partecipazione al pagamento del pesante ingaggio, 4 milioni a stagione fino al 2023. Il Toro per ora resta alla finestra e Cairo si concentra sul resto del mercato: «Abbiamo riscattato tutti i giocatori che avevamo in prestito e adesso sono tutti di proprietà. Abbiamo le idee chiare su cosa ci servirebbe, ma per ora non voglio svelare le nostre carte» (…).


Stadio, Baldissoni incontra il sindaco di Fiumicino

ANSA - Una delegazione della As Roma, guidata dal vicepresidente Mauro Baldissoni, ha incontrato nel pomeriggio il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, nella sede comunale di via Portuense. Al centro del colloquio la questione dello stadio del club giallorosso, per il quale il primo cittadino da tempo si è reso disponibile a verificare la fattibilità su un'area di circa 350 ettari, che si trova nel quadrante a ridosso del parco commerciale Da Vinci. A quanto si è appreso il colloquio è durato meno di un'ora: vi hanno preso parte anche due esponenti statunitensi ed un progettista.Nulla trapela sul contenuto specifico dell'incontro e non ci sono dichiarazioni da parte del sindaco, che già tempo fa aveva incontrato una rappresentanza giallorossa in una «visita di cortesia».


La Roma Under 15 conquista il titolo: i giallorossi vincono contro il Milan per 2 a 0

La formazione Under 15 della Roma si è laureata campione d'Italia. La squadra allenata da mister Tugberk Tanrivermis ha vinto il titolo di categoria battendo per 2-0 i pari età del Milan nella finale che si è giocata a  Ravenna. Le reti di Koffi al 52' e di Cherubini al 56'


C'era solo un capitano

INSIDEROMA.COM - MATTEO LUCIANI - 28 maggio del 2017: la Roma saluta la sua più grande leggenda. Francesco Totti dice addio al calcio giocato al termine di una meravigliosa carriera con addosso soltanto una maglietta, ma anche di una stagione colma di veleni con la società e l'allenatore Luciano Spalletti.

L'estate seguente trascorre con la certezza che l'ex numero dieci sarebbe sin da subito entrato a far parte dei quadri dirigenziali della società, forte dell'accordo pluriennale siglato precedentemente con Pallotta, tuttavia con ancora scarsa chiarezza in merito al ruolo che avrebbe dovuto ricoprire.

Prima dell'avvio della stagione sportiva 207/2018, lo stesso Totti, in un'intervista alla tv ufficiale del club, afferma di voler innanzitutto muoversi all'interno di Trigoria (e non) nel modo più libero possibile per comprendere in prima persona cosa "voler fare da grande".

Il debutto in giacca e cravatta per Totti avviene allo stadio Atleti Azzurri d'Italia di Bergamo il 20 agosto del 2017, quando la prima Roma di Eusebio Di Francesco passa di misura contro i nerazzurri grazie alla rete di Kolarov.

Nel corso dell'annata, in più di un'occasione Francesco Totti è occupato nei sorteggi di Champions League in quel di Nyon, ma spesso pure in manifestazioni sportive dedicate ad ex calciatori: insomma, almeno in questa prima fase, l'ex capitano ricopre più il ruolo di brand ambassador giallorosso in giro per l'Italia e per il mondo che non di elemento appartenente ai quadri dirigenziali.

D'altronde, anche per un monumento come Totti esiste la necessità di 'farsi le ossa' in un ruolo del tutto nuovo.

Conclusa la stagione con un buon terzo posto, ma soprattutto la beffarda semifinale di Champions League contro il Liverpool, Francesco Totti appare maggiormente pronto a iniziare a fare la differenza anche al di fuori del rettangolo verde per la 'sua' Roma.

L'estate del 2018, comunque, conduce all'ennesima rivoluzione in quel di Trigoria: tante partenze, anche dolorose (vedi Alisson, Nainggolan e Strootman su tutte) e altrettanti arrivi. Il potere decisionale nell'area sportiva è tutto (o quasi...) sulle spalle del ds spagnolo Monchi, l'uomo su cui James Pallotta ha puntato forte per cominciare a vedere qualche trofeo dalle parti della Capitale, che si trova alla sua prima, vera campagna di rafforzamento in giallorosso.

Si rivelerà un fiasco clamoroso.

Quelli che avrebbero dovuto essere i 'colpi' del dirigente iberico, come Olsen, Pastore e Nzonzi, sul campo si mostrano non all'altezza della situazione (eufemismo) e già in primavera, con la Roma a forte rischio di esclusione dalla Champions League dell'anno seguente, sulla sponda giallorossa della Città Eterna l'aria diventa irrespirabile: mentre la nave sta fragorosamente affondando, Monchi fa in fretta e furia le valigie, tornando a Siviglia e a prendere in mano le redini della situazione sembra pensarci finalmente proprio Francesco Totti.

Al momento dell'esonero di Eusebio Di Francesco, l'onnipresente (ma invisibile) Franco Baldini spinge per portare in giallorosso l'ex Fiorentina Paulo Sousa; Totti, dal canto suo, ritiene che in un momento tanto delicato non sia il caso di proporre esperimenti, ma di puntare su un usato sicuro. Alla fine, la spunta il 'Totti-pensiero' e a Trigoria torna il testaccino Claudio Ranieri.

Siamo alla fine dello scorso marzo e si tratta del momento in cui maggiormente si ha l'impressione che Francesco Totti inizi a ricoprire un ruolo di assoluta importanza all'interno della dirigenza del club.

In questa fase, l'ex capitano si reca spesso davanti alle telecamere nei pre o post partita televisivi, entrando nel dettaglio dei casi più spinosi, come quello di Zaniolo ("a breve discuteremo del suo rinnovo di contratto") e di De Rossi ("deciderà lui cosa fare a fine anno"), ma facendo anche chiaramente capire che si sentirebbe ormai pronto per ricoprire un ruolo ben definito e importante in società.

"Vedremo cosa succederà: se dovessi assumere un ruolo di maggiore responsabilità, cambierò qualcosa. Ne ho già parlato con chi di dovere, ma questo non è il momento adatto per affrontare la questione", sono queste le dichiarazioni di Francesco Totti prima della sfida tra Roma e Napoli del 31 marzo.

Passano le settimane, la Roma continua a stentare e la presenza di Totti sembra affievolirsi sempre di più. Si sarebbe ben presto capito il motivo.

Il 14 maggio, Daniele De Rossi, in assoluta controtendenza con quanto affermato proprio da Francesco Totti soltanto un mese e mezzo prima, viene messo alla porta (come calciatore) dalla Roma, che ritiene il percorso in campo del numero sedici ormai esaurito e offre al classe 1983 di Ostia di diventare sin da subito vicepresidente esecutivo del club. Durante la conferenza stampa di addio, la risposta di De Rossi a tale proposta tira in ballo anche Totti: "Fare il dirigente non mi attira particolarmente, anche se qui a Roma avrebbe un senso diverso. La sensazione è che, anche guardando chi mi ha preceduto (volgendo lo sguardo verso l'ex compagno ndr), ancora si possa incidere poco, si possa mettere poco in un ambiente che conosciamo bene. Faccio fare il lavoro sporco a Francesco e un giorno se cambierò idea lo raggiungerò".

Gioco, partita, incontro.

Le parole di Daniele De Rossi rappresentano un macigno anche per Totti, che pare iniziare a riflettere seriamente sul senso di restare all'interno di una società dove conta poco o nulla, anche a causa dell'ingombrante presenza del 'nemico giurato' Franco Baldini.

Nonostante l'invocazione ad 'uscire fuori' da parte di un'ampia fetta del popolo giallorosso, Francesco Totti preferisce la strada del silenzio per non innescare eventuali polemiche in un frangente già tanto delicato.

A inizio giugno, si inizia a parlare di un Totti possibile nuovo direttore tecnico della Roma; anche in questo caso, tuttavia, i contorni del ruolo andrebbero definiti in maniera precisa, poiché l'ex capitano non sembra intenzionato a restare in sella senza avere il minimo potere decisionale.

Intanto, i giallorossi scelgono il nuovo allenatore e dopo i tanti rifiuti, il nome è quello dell'ex Shakhtar Donetsk Paulo Fonseca

Visto il profilo per cui si è optato, la scelta del tecnico per la stagione 2019/2020 è da considerare puramente 'baldiniana' e il fatto che nel meeting londinese per pianificare la prossima annata, con la dirigenza giallorossa al completo e lo stesso mister Fonseca, Francesco Totti risulti assente fa rumore.

Sembra proprio essere arrivati a un punto di non ritorno tra Totti e la 'sua' Roma.

C'era solo un capitano e speriamo che ci sia ancora.


Stadio e manette, spunta un cavillo: processo da rifare

LA REPUBBLICA - VINCENZI - Tutto da rifare, il processo sullo stadio della Roma che, esattamente un anno fa aveva portato agli arresti di nove persone (e di moltissime iscrizioni), deve ripartite. Ieri mattina, al termine dell'udienza preliminare, i difensori dell'uomo chiave dell'inchiesta hanno sollevato una questione di incompatibilità rispetto al giudice: il magistrato Costantino De Robbio l'estate scorsa, in sostituzione di un collega in ferie, aveva firmato una proroga di intercettazioni richiesta dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pubblico ministero Barbara Zuin.E questo lo rende incompatibile. Il che vuole dire che si ricomincia da capo.

Davanti al giudice, che aveva fissato un calendario strettissimo di udienze, erano imputate quattordici persone tra cui, oltre all'imprenditore Luca Parnasi, Adriano Palozzi, ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio di Forza Italia, Michele Civita, consigliere regionale del Pd, il soprintendente al beni culturali di Roma, Francesco Prosperetti e Davide Bordoni e consigliere comunale di Forza Italia per la vicenda sul nuovo stadio della Roma. Mai nelle udienze precedenti era emerso alcunché su questa incompatibilità: la stessa difesa di Parnasi, affidata all'avvocato Emilio Ricci, ha detto di essersi accorta soltanto ieri di quel decreto nascosto nel mare di carte che compone questo processo. Tanto è bastato perché il giudice comunicasse la sua incompatibilità. Ora sarà lui a inviare il fascicolo al presidente del tribunale che dovrà affidare il procedimento ad un altro giudice. II che, vuole dire, appunto, ripartire da zero. Non solo.

Il colpo di scena di ieri farà slittare a dopo l'estate la decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura e sui patteggiamenti a due anni di reclusione chiesti da tre ex manager della società Eurnova: Luca Caporilli, Giulio Mangosi e Simone Contasta (e sui quali il magistrato aveva aspettato a pronunciarsi per non incorrere in una incompatibilità). Nei confronti degli imputati i reati contestati dalla procura che ha coordinato le indagini dei carabinieri di via in Selci, a seconda delle posizioni, sono associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e finanziamento illecito. Tutto legato al nuovo impianto giallorosso che dovrebbe sorgere a Tor di Valle. Eurnova, società del costruttore Luca Parnasi, è proprietaria dei terreni.

Questa battuta d'arresto non sembra compromettere, almeno per ora, il processo: si è ancora ben lontani dalla prescrizione, anche se andrà rifatto tutto, comprese le costituzioni di parte civile (tra le quali Comune e Regione) che hanno preso non poco tempo finora. Ora bisognerà augurarsi che il nuovo giudice al quale verrà affidato il fascicolo abbia la stessa voglia che aveva avuto De Robbio di arrivare a una soluzione in tempi celeri. Perché altrimenti sarà inevitabile un'ulteriore perdita dl tempo. Che potrebbe avere ripercussioni anche sui tempi del processo: non va dimenticato che ancora ci sono davanti tre gradi di giudizio.


Rivoluzione Fonseca: cambiare la Roma a partire da Trigoria

LA REPUBBLICA - PINCI - Ha pagato un milione e mezzo per liberarlo dal contratto con lo Shakhtar, aggiungendoci pure l'incasso di una futura amichevole. Ora che Paulo Fonseca è ufficialmente il suo nuovo allenatore, la Roma deve costruire una squadra adatta a lui. Ma l'allenatore è soltanto il primo tassello di una rivoluzione sostanziale, che stravolgerà oltre alto staff tecnico, anche la rete di osservatori e scouting. Due difensori centrali, un regista, un centravanti: queste le priorità elencate ai dirigenti dal tecnico portoghese, che ha firmato via Pec un contratto per 2 anni piu opzione sul terzo a 2 milioni più facili bonus, comunque molto meno dei 4 complessivi percepiti nell'ultimo anno in Ucraina. Ieri Fonseca era a Milano all'hotel Westing Palace, oggi sarà a Londra per conoscere il presidente Pallotta, a cui ha già detto che "insieme a Roma potremo creare qualcosa di speciale". Ieri cena tra il n.1, il Ceo Fienga, il consulente ombra Baldini, il direttore commerciale Calvo. Non Totti, che invitato solo nelle ultime ore, ha preferito declinare la proposta.

Il grande acquisto sarà però l'attaccante. Per sostituire Dzeko, promesso all'Inter che tenta di spuntare la cifra più bassa possibile, la Roma vuole assicurarsi una stella da presentare alla piazza. Un "nome" insomma, che sia però anche efficace. Icardi era una pista che non è decollata a causa del "no" del giocatore. In attesa del nome giusto, il Cagliari ha offerto Pavoletti in cambio di Defrel. Uno scambio che potrebbe anche prendere quota: i sardi hanno provato a richiamare la Roma nella corsa a Barella per inserire nell'affare proprio Defrel, ma il centrocampista vuole solo l'Inter e i giallorossi hanno perso interesse, viste le sue caratteristiche.

A Fonseca infatti serve più un regista. Come Bruno Guimaraes, 21enne brasiliano che l'Atletico Paranaense valuta 30 milioni. Offerto Thiago Mendes del Lille, 27 anni, valutato cifre lievemente più basse. Per la difesa seguiti Vavro (Copenaghen) e Verissimo (Santos) ma la prima scelta è Lyanco del Torino. Che presenta due criticità: lui ha dei dubbi sul "salto" in una big così caotica. E i rapporti tra Cairo e la Roma sono gelidi a causa di Petrachi, ds in pectore dei giallorossi ma ancora a libro paga del Toro. Petrachi ha comunque già avviato la rivoluzione di Trigoria. Che costerà il posto a tutte e 10 le persone dell'area scouting. «Da Balzaretti in giù licambio tutti», ha confidato il neo ds agli amici. Balzaretti ha già salutato, via anche Vallone, capo degli osservatori, nonostante due anni di contratto. Affiderà il ruolo al fidato Antonio Cavallo e sta cercando nomi per integrare l'area. Altri tasselli nel mosaico romanista.


Stadio, l'As Roma vuole procedere. Già fissato un altro vertice

LA REPUBBLICA - D'ALBERGO -  La Roma non fa una piega. La notizia del rinvio del processo sul filone principale dell'indagine nata attorno alla trattativa per il nuovo stadio dei giallorossi non pare minacciare l'iter avviato con il Campidoglio. Dopo il via libera, seppur con forti prescrizioni, del Politecnico di Torino sulla mobilità e la conclusione positiva delle verifiche amministrative avviate dagli uffici su richiesta della sindaca Virginia Raggi, i proponenti si dicono “sicuri” di poter andare avanti senza ulteriori intoppi.

I punti fermi sono due. Come specificato più volte dal pm di piazzale Clodio, la procedura non è stata viziata dalle indagini. In più Eurnova, dopo l'arresto del proprietario e costruttore Luca Parnasi per corruzione, ha cambiato assetto societario. Anche i terreni di Tor di Valle di cui la società è titolare, insomma, non sono a rischio. Sotto, allora, con i nuovi incontri. Il prossimo sarà calendarizzato a breve e si terrà all'Eur, negli uffici del dipartimento Urbanistica, entro la prima metà della prossima settimana Sul tavolo resta sempre la questione delle opere pubbliche. Da una parte c'è la Roma che non vuole legare l'apertura dell'impianto alla conclusione degli appalti che il Comune bandirà per l'unificazione di via del Mare e di via Ostiense e per l'acquisto dei nuovi treni per la Roma-Lido. Dall'altra il Campidoglio a trazione grillina che ritiene indispensabile realizzare prima le opere pubbliche per poi inaugurare solo in un secondo momento lo stadio. La trattativa è aperta, il braccio di ferro pure.


Nasce la Roma di Fonseca

IL MESSAGGERO - CARINA - Paulo Fonseca è il nuovo allenatore della Roma«Responsabile tecnico» per rispettare la dicitura apparsa sul comunicato del club che ha confermato il contratto biennale (con opzione per il terzo) con il quale il tecnico si lega alla società giallorossa. Il portoghese ieri era a Milano dove ha incontrato Petrachi: i due oggi sono attesi a Londra. A pranzo il 46enne ex Shakhtar conoscerà il presidente Pallotta e rivedrà nuovamente Franco Baldini, già incrociato prima del summit di Madrid. Presenti anche il Ceo Fienga e il Chief Revenue Officer,Calvo. Assente invece TottiInizialmente convocato da Fienga a partecipare, Francesco ha declinato l'invito. La motivazione che trapelava ieri era che il summit servirà esclusivamente per far conoscere l'allenatore a Pallotta, ma non verranno affrontate tematiche di mercato. Spiegazione che verrebbe a cadere se, come sembra, sarà confermata la presenza di Petrachi (che la società, per chiari motivi d'opportunità, nega). Il fatto è che Totti attende ancora di capire il margine d'azione che avrà quando (e se) verrà ufficializzata la carica di responsabile dell'area tecnica. E a proposito di gialli: ieri sera De Rossi è stato avvistato a Londra nello stesso ristorante dove ha cenato Pallotta. Uscendo il calciatore (insieme alla figlia) ha assicurato di non aver incrociato il presidente anche se la circostanza appare quantomeno curiosa. Nelle ultime ore dagli Usa era rimbalzata l'indiscrezione di una sua firma con i Los Angeles Fc, smentita però dall'entourage di Daniele.

PAU LOPEZ PER LA PORTA -  Intanto Fonseca ha già le idee molto chiare: «Insieme faremo qualcosa di speciale», ha voluto promettere ai tifosi. Pur consapevole che dovrà rinunciare a dei calciatori che nella sua idea di calcio sarebbero stati molto utili (Dzeko e Manolas), è comunque convinto che la Roma possa allestire una squadra competitiva. Si ripartirà dal portiere. La Roma sta lavorando su una rosa ristretta di nomi: Cragno, Gollini e lo spagnolo Pau Lopez. Le piste italiane, almeno per ora, sono molto onerose. Gollini tra l'altro giocherà la Champions con l'Atalanta che non intende privarsene. Per il numero uno del Cagliari invece è soltanto una questione di soldi: il contratto rinnovato pochi giorni fa sino al 2022 non aiuta. C'è poi il profilo del portiere del Betis Siviglia, accostato nelle settimane scorse addirittura al Barcellona. Un anno fa (quando militava nell'Espanyol) si prendeva a parametro zero e Monchi ci aveva fatto un pensiero. Poi il Betis ha anticipato la concorrenza facendogli sottoscrivere un quinquennale. E' reduce da un'ottima stagione che gli ha permesso di entrare nel giro della nazionale iberica. Non costa poco (20 milioni) ma sempre meno di Cragno e Gollini ed è un profilo che piace molto a Petrachi.

Con la presumibile partenza di Manolas (direzione Juve) andrà ricostruito anche il pacchetto difensivo. Al momento il ds salentino è orientato a non chiudere le operazioni (Mancini e Guedes)che Monchi aveva impostato a gennaio, perché i profili prioritari vengono considerati altri. In primisquelli di Verissimo (Santos) e Vavro, classe 96 (Copenaghen). Sono entrambi due difensori molto alti (1,93 lo slovacco, 1,89 il brasiliano) e bravi nell'impostazione da dietro, una delle caratteristiche principali del gioco di Fonseca che ama anche avere in mezzo al campo un palleggiatore. La Roma è entrata di prepotenza nella corsa a Veretout non tralasciando altre piste (Florentino e B. Guimaraes). In attacco si attende la cessione di Dzeko all'Inter. Chieste informazioni su Petagna: la Spal lo valuta 25 milioni.


Il rock, la moda e Katerina: Fonseca, un uomo dalle passioni forti

IL MESSAGGERO - L'opportunità del momento in casa Roma si chiama Paulo Fonseca. L'arrivo in giallorosso rappresenta per il portoghese un'occasione per dimostrare il valore del suo metodo ed esportare in Serie A un calcio volto all'attacco. Uno dei motivi che ha convinto Jim Pallotta a ingaggiarlo è la capacità del tecnico di adattare i calciatori al suo stile gioco, questo permetterà alla Roma di operare con più serenità sul mercato in entrata e in uscita. I rimpianti sulle cessioni sono ormai storia a Trigoria, con il metodo Fonseca tutti i giocatori saranno sfruttati per le loro caratteristiche e adattati a rendere al meglio. Come? Tanto possesso e circolazione palla, la squadra non dovrà limitarsi a difendere, ma dovrà creare spazi per inserimenti, verticalizzazioni e giocate sulle fasce con terzini di spinta. Il modulo sarà il 4-2-3-1, ma le mezzali non avranno vita facile, sarà quindi complicato per calciatori come Zaniolo (trequartista adattato), Cristante (non è un regista) e Lorenzo Pellegrini (non è un mediano) reinventarsi trovando nuove collocazioni.

IMPRESA CHAMPIONS - Partendo dalla difesa, al neoallenatore servirà un portiere preciso con i piedi che sappia dare il via all'azione, un centrale capace di impostare e due terzini di spinta che si andranno a sovrapporre agli esterni d'attacco. Per questo ultimo compito sembrano già prontiFlorenzi e Under, mentre il centravanti di Fonseca non è un solista, ma un calciatore che dialoghi con la squadra per creare trame di gioco. Carismatico e trascinatore, il portoghese è salito agli onori della cronaca per aver battuto il Manchester City nel 2017 ed essersi qualificato agli ottavi di Champions. Un successo - da cui è scaturito il travestimento da Zorro - ottenuto grazie a uno studio minuzioso degli avversari spiegato con tanto di lavagna tattica e video durante un'intervista. La sua strategia, però, quest'anno non ha ingannato Guardiola che lo ha battuto segnando un totale di 9 gol tra andata e ritorno nei gironi di Champions.

CHE STILE - Ma giocare la coppa più importante d'Europa per Paulo era solo un sogno all'età di 14 anni, quando si è trasferito a Barreiro dal Mozambico, dove è nato. In Portogallo ha cominciato la sua carriera d'allenatore fino ad arrivare al Porto e al Braga. È amante della moda, degli abiti su misura e della musica rock (adora gli U2 e suona la batteria). Dal primo matrimonio con Sandra nel 1995 ha avuto due figli Diego e Beatriz, ma il colpo di fulmine con Katerina Ostroushko, capo ufficio stampa dello Shakhtar, gli ha cambiato la vita: la coppia è convolata a nozze sulle sponde del lago di Como nel 2018 ed è in attesa di un bambino.


Scelta del giudice errata: il processo Parnasi deve ripartire da zero

IL MESSAGGERO - ERRANTE - L'obiezione che fa ripartire da zero l'udienza preliminare, gli avvocati di Luca Parnasi, Fabrizio Merluzzi ed Emilio Ricci, l'hanno riservata per una delle ultime udienze davanti al gup. L'incompatibilità del giudice Costantino De Robbio, che non potrà decidere se mandare a processo i quattordici imputati, perché durante le indagini preliminari era intervenuto nel ruolo di gip, firmando un decreto di intercettazione, è stata riconosciuto in un'ordinanza trasmessa al capo dei giudici. Un atto firmato dallo stesso De Robbio in seguito all'istanza dei legali del costruttore, accusato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al traffico di influenze per il progetto dello stadio di Tor di Valle. Adesso dovrà essere individuato un nuovo giudice e l'udienza preliminare ricomincerà da zero. Il colpo di scena, che arriva dopo il mancato accordo tra gli avvocati di Parnasi e la procura sul patteggiamento dell'imputato principale, allunga i tempi. Di certo l'udienza preliminare sarà fissata in autunno, quando la Corte Costituzionale è chiamata a pronunciarsi sulla retroattività della cosiddetta Spazzacorrotti, la legge colpirebbe anche Parnasi, sebbene l'approvazione sia successiva ai reati contestati, pregiudicando pene più miti (in caso di un rito alternativo) e, soprattutto, escludendo misure alternative al carcere in caso di condanna.

GLI ALTRI IMPUTATISono tredici, oltre che per Parnasi, finito intanto sotto accusa anche nell'altra inchiesta per corruzione, che ha portato all'arresto dell'ex presidente del consiglio comunale, Marcello De Vito, la pm Barbara Zuin ha chiesto il processo per altre tredici persone. Tra loro c'è anche Adriano Palozzi, ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio di Forza Italia, Michele Civita, ex assessore e oggi consigliere regionale del Pd, il soprintendente ai Beni culturali di Roma, Francesco Prosperetti e l'ex capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale Davide Bordoni.
All'autunno slittano anche i patteggiamenti a due anni di reclusione, chiesti da tre ex manager della società Eurnova: Luca Caporilli, Giulio Mangosi e Simone Contasta, accusati di associazione a delinquere insieme a Parnasi.

IL PROCESSOÈ già a processo, invece, l'ex superconsulente della sindaca Virginia Raggi, l'avvocato genovese Luca Lanzalone, ingaggiato senza contratto ufficiale, ma incaricato di seguire i dossier più delicati, in particolare quello su Tor di Valle. Il sindaco ombra, è una delle figure chiave dell'inchiesta. Per lui, la procura ha chiesto e ottenuto l'immediato cautelare (è ai domiciliari da luglio scorso). E a processo sono anche per il suo socio Luciano Costantini e il commissario straordinario dell'Ipa, Fabio Serini: le accuse sono corruzione e traffico di influenze.