La Roma vuole blindare il giovane Cangiano

Gianmarco Cangiano si è messo in mostra in questa stagione con la maglia della Roma Primavera. L'esterno offensivo 17enne, nel giro della nazionale Under 18, ha messo a segno 15 reti tra campionato e Youth League alla sua prima stagione dopo il salto di categoria. Un ottimo bottino personale e ottime prestazioni che gli sono valse l'interesse di vari club, anche esteri. Ma la Roma, come riferito da tuttomercatoweb.com, è pronta a blindarlo e rinnovargli il contratto per altri quattro anni. La firma sembra essere molto vicina.


La Roma rifiuta delle offerte per Under. Ritenute troppo basse

Il mercato sta iniziando ad entrare piano piano nel vivo, con la Roma che oltre a dover rinforzare la rosa dovrà anche trattenere i giocatori migliori. Uno dei giallorossi che piace molto e potrebbe partire è Cengiz Under, richiesto soprattutto all'estero. Sul giocatore, come riferisce La Gazzetta della Sport, vi sono le inglesi Tottenham ed Arsenal e la tedesca Borussia Dortmund. Ma la Roma al momento non vuole privarsi del giocare, o non per cifre troppo basse. Infatti pare sia già stata rifiutata un'offerta di 28 milioni da parte dell'Everton. Under, da parte sua, si concentra sulle partite da disputare con la nazionale come ammesso dal ritiro della Turchia: "Voglio e devo crescere con la Nazionale e in generale. Non è stato un anno semplice con la Roma, ma ora voglio fare bene".


Percassi: "Con Gasperini avevamo già un accordo, ho bluffato"

La Roma ha seguito a lungo Gasperini per la panchina, ma il tecnico ha preferito rimanere all'Atalanta per giocarsi le proprie chance in Champions League. Un accordo che è andato un pò per le lunghe, anche se il presidente Percassi ammette di come sia stato tutto un bluff. Queste le sue parole riportate da calciomercato.it: "Su Gasperini ho bluffato. Avevo detto che dovevamo ancora decidere, ma ci eravamo già abbracciati trovando un accordo, ci siamo parlati decidendo cosa fare, ma non posso rivelarvi tutto. Stiamo sondando le cose per allestire una squadra competitiva, siamo già al lavoro".


Ceferin: "Il Fair Play Finanziario potrebbe cambiare. Ad ognuno lo stesso trattamento"

Aleksander Ceferin, presidente dell'Uefa, ha parlato in una lunga intervista al Daily Mail del Fair Play Finanziario e della rivisitazione delle regole per allegerirlo. Inoltre ha menzionato la possibilità di introdurre una tassa di lusso, così come avviene in MLB (campionato di baseball americano). Questa tassa prevede, qualora si superasse i 100 milioni di sterline in traferienti o stipendi per il club, di versare una cifra uguale in un piatto comune a favore degli altri club. Queste le parole di Ceferin: "Il Fair Play Finanziario è fondamentale per l’Europa, ma potrebbe cambiare. Abbiamo degli organismi indipendenti che stanno decidendo. Manchester City? Sarà trattato allo stesso modo di tutti gli altri club, non cambia nulla se è più o meno ricco, ad ognuno lo stesso trattamento".


Kluivert: "Non vedo l'ora inizi il prossimo campionato. Voglio fare più gol e assist"

Justin Kluivert, giocatore della Roma e della nazionale olandese, ha parlato della sua stagione in giallorosso. Queste le sue parole riportare da NOS:

"È stata una stagione altalenante, abbiamo avuto alti e bassi, anche perché eravamo una squadra molto giovane. Personalmente non posso però lamentarmi, considerando che per me era il primo anno in Italia. Quello che volevo forse era giocare di più, fare magari più gol e assist, come un attaccante dovrebbe. Proprio per questo non vedo l’ora che inizi il prossimo campionato. L'addio di De Rossi? È stata una giornata emozionante. Tra vent’anni potrò dire ai miei figli di aver giocato con lui. Questo significa molto per me. Spero anche, dall’altra parte, che lui possa dire magari "Ascolta, io ho giocato con quel Justin". Lavorerò per questo".


La Notte dei Re': Ovazione per Totti al Foro Italico: "Bello vedere tutti questi campioni dal vivo" - Video

Ovazione per Francesco Totti al suo ingresso al Centrale del Foro italico. L'ex capitano giallorosso: "Bello vedere tutti questi campioni dal vivo"

TEAM TOTTI: Francesco Totti, Angelo Peruzzi, Morgan De Sanctis, Gianluca Zambrotta, Aldair, Cristian Chivu, Marco Cassetti, Vincent Candela, Simone Perrotta, Damiano Tommasi, Alberto Aquilani, David Pizarro, Andrea Pirlo, Antonio Cassano, Luca Toni e Marco Borriello.

TEAM FIGO: Luis Figo, Julio Cesar, Vitor Baia, Michel Salgado, Fernando Hierro, Marco Materazzi, Roberto Carlos, Esteban Cambiasso, Dejan Stankovic, Gaizka Mendieta, Clarence Seedorf, Simao, Robert Pires, Hernan Crespo, Nuno Gomes e Patrick Kluivert.

Manca poco all'inizio del match "La Notte de RE" e Franceso Totti si scalda giocando a Paddle nei campi allestiti fuori dal centrale del Foro Italio, sede della partita di questa sera.


Burdisso (DS del Boca): "De Rossi mi darà una risposta la prossima settimana"

"De Rossi mi darà una risposta la prossima settimana, non so dire una percentuale sul suo arrivo", queste le parole di Nicolas Burdisso, ds del Boca Juniors, in relazione al fatto che Daniele De Rossi, possa andare a giocare nella squadra argentina.


L’inter fa la spesa a Roma ha in mano il sì di Dzeko e punta forte su Kolarov

GAZZETTA - ANGIONI - Perisic può restare, Kolarov è più di un’idea. La nuova Inter sta iniziando a prendere forma e due nomi, uno già a Milano, l’altro in arrivo da Roma, stuzzicano i tifosi. Il primo è Ivan. A gennaio aveva le valigie già pronte destinazione Premier League. Sino alla settimana scorsa era sicuro di essere nella lista partenti insieme a Icardi. Ora il suo futuro è vicino a prendere una piega del tutto inaspettata, perché piace ad Antonio Conte e il nuovo tecnico vuole rigenerarlo dandogli un nuovo ruolo, con più responsabilità difensive. Il secondo è Aleksandar, in uscita dalla Roma: l’Inter ci sta facendo un pensiero e l’amicizia con Edinz Dzeko (oltre che con lo stesso Perisic..), praticamente certo di sbarcare alla corte di Conte, potrebbe dare un aiuto concreto all’operazione.

Piace il serbo

Dopo aver preso Radja Nainggolan un’estate fa, l’Inter prova a «saccheggiare» la Roma anche quest’anno. L’affare Dzeko è a buon punto, c’è l’accordo col giocatore ma serve ancora parlare con il club giallorosso. Ora, però, sul tavolo può finire anche Aleksandar Kolarov: il mancino serbo, 33 anni, è un jolly che potrebbe davvero fare al caso di Conte, anche sui calci piazzati, vero tallone d’Achille dell’ultima Inter spallettiana. Amico di Dzeko, l’uomo giusto per fare crescere Lautaro Martinez, Aleksandar è dato in uscita da Trigoria: esterno di grande esperienza, compagno di Edin anche al Manchester City, può fare il quinto di centrocampo ma anche il terzo in difesa.

Ivan cambia

Sul versante Perisic nessuno avrebbe potuto immaginare un cambio di rotta così improvviso e deciso. Troppo altalenante la sua ultima stagione, troppo forti le sirene arrivate dall’Inghilterra durante il mercato di gennaio, troppo intenzionato a cambiare aria lo stesso Ivan qualche mese fa. Nei giorni scorsi è venuta fuori anche la possibilità di inserirlo nella trattativa per Romelu Lukaku, come pedina utile per abbassare le eventuali richieste di cash dello United. Poi, però, sono bastati i primi discorsi veri sull’Inter che verrà per cambiare le strategie. I nerazzurri giocheranno pesanti al tavolo di Chiesa, questa è una certezza per alzare il tasso tecnico sulla destra, ma sulla fascia sinistra avrà un ruolo importante anche Perisic. Ma non solo, perché Conte ha già in testa un’idea per rivitalizzarlo dopo un anno da 45 partite e 9 gol e tante serate anonime. Nel 3-5-2, Ivan potrà avere la patente da «tuttafascia», giocando da quinto a sinistra. Per il croato ci sarebbero sulla carta più compiti difensivi, ma anche più possibilità di correre. Nella mente dei tifosi interisti un ruolo del genere richiama il nome di Samuel Eto’o, che nella magica stagione del Triplete fece anche il terzino per Mou e in quella posizione fu fondamentale in Champions. Perisic alla Eto’o insomma? Sì, se i piani dell’Inter non venissero stravolti da offerte troppo importanti per potere dire di no. Un’estate fa Ausilio aveva deciso di rifiutare i 50 milioni dello United, ora è verosimile che l’ultima stagione altalenante abbia abbassato la quotazione di Ivan, vendibile a 30 milioni. Basterebbero a convincere l’Inter a lasciarlo andare? Difficile dirlo, anche perché sulla testa del club pende la necessità di fare circa 40 milioni di plusvalenze entro il 30 giugno. Se non sarà obbligata a farlo andare, però, l’Inter di Conte punterà di nuovo su Ivan il Terribile.


Elsha pensa al futuro: «Mettiamo un punto e ripartiamo»

GAZZETTA - ZUCCHELLI - Mentre tanti giocatori, prima della Nazionale, sono volati con mogli e fidanzate per una breve vacanza, Stephan El Shaarawy è rimasto a Roma e si è divertito, (lui più di loro, senza dubbio), a giocare a calcio con dei bambini speciali. Bellissime le immagini dell’attaccante che insegna ai piccoli con disabilità a fare colpi di tacco e stop, dolcissimi i sorrisi quando mostra loro come si esulta. Ieri, invece, si è dedicato a se stesso (con tanto di incontro con Nainggolan dal parrucchiere) e ne ha approfittato per ripercorrere, a Roma Tv, la stagione sua e dei compagni. La buona notizia, per i tifosi, è che mentre molti suoi compagni sembrano avere voglia solo di essere a centinaia di chilometri di distanza da Trigoria, El Shaarawy è già proiettato al futuro: «È stata una stagione negativa però da qui dobbiamo ripartire, mettere un punto e cercare di proiettarci subito alla prossima per fare meglio. Siamo sempre stati in Champions e l’obiettivo della Roma è di arrivare sempre a giocare in competizioni importanti e fare bene lì».

Scambio con Perin?

Il suo contratto scade tra un anno, non appena si insedierà il nuovo d.s. prolungarlo sarà una priorità, anche se ancora vanno discussi durata, stipendio e diritti d’immagine. Di certo, dopo tre anni e mezzo, El Shaarawy inizia davvero a sentirsi romanista e la voglia di proseguire insieme c’è. Anche se il mercato può cambiare le carte in tavola da un momento all’altro: piace alla Juventus, che potrebbe proporre uno scambio con Perin, e da qui a luglio tutto può ancora succedere. Di sicuro, per ora, Stephan parla da romanista: «Credo di essere maturato molto da quando sono arrivato: tre anni in crescendo, dove ho acquisito maturità a livello calcistico e mentale. Questo ha fatto la differenza. Ho trovato la continuità che mi è sempre mancata e credo che sia stata un’annata positiva per me».

Leader

I numeri gli danno ragione, visti gli undici gol in campionato, come mai ne aveva segnati negli ultimi sei anni. Adesso però dovrà confermarsi e, soprattutto, provare a diventare leader di una squadra orfana, dopo 26 anni, di Totti e De Rossi contemporaneamente: «Daniele è un vero capitano, un leader, che ha sempre dato anima e corpo per questa maglia. Anche nelle ultime settimane si è sempre allenato a mille. Un grande esempio per tutti, un esempio di romanismo e mancherà a tutti». Ecco perché adesso, a rinnovo firmato, toccherà, ancora di più a lui, caricarsi la Roma sulle spalle. Juventus permettendo, naturalmente.


«Roma, ho sbagliato. non mollo e rilancio» irrompe Pallotta

GAZZETTA - CECCHINI - È un po’ il «Guerra e pace» delle dichiarazioni presidenziali. Gli esegeti hanno contato 17.181 battute che – nel proprio genere – avrebbe trovato l’approvazione anche di Lev Tolstoj. Insomma, è passato un po’ di tempo, ma James Pallotta si è ripreso la scena, vergando una lettera fiume in cui ripercorre le tappe salienti del suo impegno e soprattutto dell’ultima, malinconica stagione. Una lettera a cuore aperto i cui destinatari sono i tifosi della Roma, per i quali il messaggio è chiaro: vuole ricostruire per vincere.

Rabbia e ambizione

Su alcuni dei personaggi principali abbiamo sintetizzato sopra le dichiarazioni chiave, ma c’è davvero molto altro. «Che mi crediate o meno – esordisce – non penso ci sia stato nessuno, in società, più deluso, più depresso e più arrabbiato di me per come sono andate le cose alla Roma negli ultimi 18 mesi.Mi dispiace per gli errori che abbiamo commesso, uno di questi si è rivelato molto grave a livello sportivo. È stato probabilmente uno dei più grandi errori che abbia mai commesso nella mia intera carriera e alla fine sono io che me ne devo assumere la responsabilità». L’accenno è a Monchi che – pur non replicando («Non è il mio stile fare del male alla Roma») – quasi in contemporanea ha messo come foto del suo profilo le 5 Europa League vinte col Siviglia. Come dire: non sono poi così male. Ma Pallotta prosegue. «Stiamo lavorando per ingaggiare persone di talento, che ci aiuteranno a riportare la Roma dove deve stare: ovvero a giocare sui più grandi palcoscenici, a competere per i trofei e a rendere orgogliosi i nostri tifosi. A coloro che dicono “bla bla bla”, rispondo di essere fermamente convinto che negli ultimi 4-5 anni, abbiamo allestito squadre molto competitive, ma non è stato sufficiente per vincere un trofeo. Questo è un mio grande rimpianto, perché alla fine il motivo per cui sono qui è vincere trofei. L’ultima stagione secondo me è stata un completo disastro, però abbiamo investito e i numeri e i fatti parlano da soli. Con i miei investitori, ho versato centinaia di milioni di euro. Se qualcuno pensa che io sia interessato solo a fare soldi con la Roma, non potrebbe commettere errore peggiore». E infatti spiega come non volesse vendere né Salah né Alisson, ma sono stati loro a chiedere di andare via. D’altronde, c’è il fair play finanziario. «Non ci piace ma è una realtà che ci ha condizionato. So che alcuni club non lo hanno preso sul serio. L’ho segnalato col Milan e ora sono sotto la lente di ingrandimento per quanto fatto».

Tecnico e squadra

Si capisce come la contestazione lo abbia ferito. «È stancante ma lo accetto, Quello che non posso accettare sono le centinaia di persone che hanno insultato le mie sorelle definendole troie, puttane e maiali». Inqualificabile. Meglio parlare di calcio e dell’onore delle armi concesso a De Rossi e Di Francesco, anche se Pallotta non smentisce tutta la ricostruzione di «Repubblica» di due giorni fa. «Daniele per 18 anni è stato un guerriero per la Roma. Vogliamo che faccia parte del club per sempre e speriamo che questo succeda. L’ho invitato a passare del tempo con me alla fine delle sue vacanze. Lui e Di Francesco? Daniele mi ha chiesto di continuare con lui fino a fine stagione. Il mio errore è stato questo: a dicembre avrei voluto operare dei cambiamenti, ma sono stato convinto a non farlo. Quell’indecisione, forse, ci è costata un posto in Champions».

Stadio e futuro

I titoli di coda sono chiari. «Ho già speso quasi 90 milioni di euro in un progetto per lo stadio che avrebbe dovuto essere approvato anni fa: se vogliamo competere con i maggiori club europei, ne abbiamo bisogno». E quindi non molla. Con una promessa. « Non sono venuto a Roma nell’ultimo anno, ma è stato un grave errore, la prossima stagione ci sarò. Ci sono alcune persone che sono insoddisfatte perché non potranno mai manipolarmi, minacciarmi o attaccarmi al punto da farmi vendere il club. Vogliamo costruire qualcosa di grande qui. Sfortunatamente per loro non andrò da nessuna parte. A me interessa solo costruire una Roma grande e vincente: niente e nessuno mi impedirà di perseguire questo obiettivo».


Adesso si aspetta Totti d.t. tecnico: Miha sfida Fonseca

GAZZETTA - CECCHINI - L’ora delle scelte. Dure, decise, divisive, quelle che potrebbero anche sfiorare l’impopolarità. Il mantra della Roma è chiaro: occorre un allenatore che faccia voltare pagina in fretta. Diversi sono stati contattati, ma i profili che si delineano per anestetizzare un ambiente bollente e consentire di lavorare in serenità, sono essenzialmente due: un guerriero che abbia spalle larghe nei confronti dei pregiudizi e che sappia dare ritmo, gioco e carattere allo spogliatoio. Oppure un «marziano» in stile Garcia, che piombi sul pianeta Trigoria totalmente disinteressato della bufera che ha soffiato finora e proprio per questo riesca a distaccarsi da qualsiasi cascame psicologico ereditato dal passato recente. I due profili portano a Sinisa Mihajlovic e Paulo Fonseca. Il primo è un gladiatore della panchina che col tempo ha sempre più raffinato il proprio bagaglio di conoscenze. Che una parte della tifoseria giallorossa lo contesti (tanti gli striscioni apparsi contro di lui in città) per il suo passato laziale non lo impressiona affatto, perché uno che è stato c.t. serbo, al Milan e all’Inter come vice, conosce la tempesta. Fonseca ha addosso le stimmate del secondo profilo. Allo Shakhtar ha fatto assai bene, ma il club ucraino è pronto a liberarlo per una sorta di accordo morale. Occhio, però, perché restano in corsa anche De Zerbi che sarebbe stato contattato e piace Gattuso per grinta, carattere e comportamenti.

Il ruolo di Totti

Chiunque sarà il prescelto, questi avrà senz’altro bisogno di una cosa: dell’appoggio unanime della dirigenza. Soprattutto di Totti, per questo si attende la nomina a direttore tecnico il prima possibile. Solo la sua garanzia può far metabolizzare profili che, per un verso o per un altro, non convinceranno mai tutta la tifoseria. Eppure bisognerà pure ricominciare. E questo a Trigoria lo sanno.


De Rossi: «Mai agito come dice Repubblica, ora querelo»

GAZZETTA - Daniele De Rossi risponde all’articolo di Repubblica con una nota all’Ansa. «Intendo esprimere tutta la mia indignazione per la distorta, se non addirittura falsa, ricostruzione di alcuni fatti ed episodi che mi riguardano – attacca DDR –. Mi vengono attribuiti comportamenti mai avuti e frasi mai dette. Scrivere che il sottoscritto, insieme ad altri straordinari e leali professionisti che hanno dato il cuore per la Roma, abbia posto in essere quei comportamenti è semplicemente ridicolo, oltre che spudoratamente falso». «Questo articolo – continua – risulta ancor più grottesco se si pensa che la As Roma - pochi giorni fa - mi ha offerto un ruolo dirigenziale delicato e rilevante vicino all’a.d., onorandomi con un’offerta che ho declinato per i motivi a tutti noti. Darò mandato ai miei legali di richiedere un legittimo risarcimento danni in Tribunale, che devolverò integralmente in beneficenza ad un noto ospedale pediatrico di Roma. Un’ultima cosa - conclude De Rossi -: non è la prima volta che per motivi a me ignoti vengono gettate ombre sulla Amicizia tra me e Francesco (Totti, ndr). Vi dico: impegnatevi di più che così non basta».