Fonseca vuole Ismaily

Paulo Fonseca, neo tecnico della Roma, vuole portare nella capitale il terzino sinistro Ismaily, in forza allo Shakhtar. Secondo quanto riporta Sky Sport, il brasiliano potrebbe essere uno dei principali rinforzi per la difesa giallorossa. 


Barella: "Futuro? Sono concentrato sull'Under 21, non penso al mercato"

Nicolò Barella, centrocampista del Cagliari impegnato ora con la nazionale Under 21, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito al suo futuro. Su di lui è forte il pressing di Inter e Roma, alle quali sembrerebbe essersi aggiunto anche il PSG. Queste le sue parole:

Ogni giorno sei sui giornali: che sensazioni hai?
"È un'occasione troppo importante per leggere i giornali o le pagelle. Il prezzo del mio cartellino non lo faccio io, lo fanno le società. Non penso al mercato". 


La stampa turca rivela un accordo tra Kolarov e il Fenerbahçe

Aleksandar Kolarov, terzino della Roma, sarebbe a un passo dal lasciare la Capitale. Secondo quanto riportato da haberturk.com, il Fenerbahçe e il serbo avrebbero trovato l'accordo per il suo passaggioin Turchia. Il terzino firmerebbe un contratto da due anni (con opzione per la terza stagione) con ingaggio a 2,8 milioni di euro. Manca ancora l'eventuale accordo con la Roma. 


Igor Zaniolo: "De Rossi e Totti sono stati fondamentali nell'inserimento di Nicolò alla Roma. Rinnovo? Penso che saremo i primi ad essere chiamati dal nuovo ds"

Igor Zaniolo, padre del centrocampista della Roma Nicolò, ha rilasciato un'intervista a Centro Suono Sport. Queste le sue dichiarazioni:

La prima domanda: più forte Igor o Nicolò?
“Sicuramente Nicolò (ride). Lo dimostrano i fatti, ha esordito in Nazionale, in Serie A, ha segnato in Champions. Un inizio splendido. Quando esordii io in Serie A a Messina, decisi poi di andare a Salerno in B, perchè non avrei trovato spazio con Zampagna ed altri arrivi. Ho giocato a Roma con la Cisco, ho conosciuto tanto tempo fa questa squadra”.

Sta montando una certa critica nei confronti di Nicolò, perchè a tuo giudizio?
“Nicolò sono due anni che non fa vacanze, l’anno scorso giocava in Primavera, si è ritrovato a vivere di tutto a livello emozionale, ci sta che arrivi un po’ scarico a fine anno, poi a volte a mio giudizio ha giocato fuori ruolo, ma ci può stare un calo di rendimento. Ci vuole equilibrio, dal dargli la maglia numero 10 a definirlo un bluff, mi sembra esagerato”.

Il ruolo migliore per Zaniolo?
“Secondo me lui dovrebbe giocare a sinistra nel suo piede, come mezzala in un centrocampo a tre. Diversi tecnici lo considerano tale, soprattutto Mancini. Poi nella Roma con Di Francesco e Ranieriper necessità si è adattato in altri ruoli, ha un impatto fisico importante ci sta che venisse adattato sulla fascia rispetto ad altri ragazzi, ad esempio Pellegrini non poteva finire sulla fascia”.

Come sta vivendo queste ore un po’ complicate Nicolò?
“E’ tranquillo, non avverte il peso delle critiche, ci sta un momento particolare, come accade a tutti i calciatori, basta solo attendere che passi il temporale. Quello che ha fatto non gliel’ha regalato nessuno, è lui che fa la doppietta al Porto, i gol in A, gli esordi con giocate importanti”.

Quando avete saputo che avrebbe esordito in Champions contro il Real?
“Ho pensato che fosse uno scherzo, all’inizio non l’ho vissuta benissimo perchè temevo che potesse andare nel pallone subito, contro i mostri sacri del Real, invece ha retto il colpo bene e da lì è partita”.

Si parla di scarso integramento dei nuovi compresi i giovani nel gruppo dei senatori della Roma. E’ vero?
“Per quello che ha vissuto Nicolò no, anzi. Ha da subito instaurato un rapporto forte con i big della Roma. Io so che era un gruppo abbastanza coeso, poi per tanti motivi non ha reso per quanto poteva e doveva, ma il gruppo era ottimo”.

Perchè all’Inter non hanno puntato su Nicolò?
“Lì è stata scaltra la Roma, l’Inter voleva Nainggolan a tutti i costi e la Roma è stata brava a prendersi Nicolò”.

Quanto è stato importante per l’inserimento di Zaniolo, l’ausilio di Totti e De Rossi?
“Sono stati fondamentali, li hanno sempre consigliato, gli sono sempre stati vicino, gli hanno sempre dato consigli utili, accompagnandolo nella sua esperienza romana, facendogli capire cosa fosse la Roma”.

Un primo Zaniolo in campo con Di Francesco lo abbiamo visto volare, poi con Ranieri un po’ meno. E’ importante il modulo? Con Fonseca potrà tornare ad esprimersi al massimo?
“Per un giovane è fondamentale la fiducia, Di Francesco ha capito che Nicolò avesse bisogno di fiducia, gliel’ha data mentre Ranieri per varie contingenze gliene ha data meno. Conosco poco Fonseca, ma vorrà una squadra di corsa, fresca, con un gioco offensivo, che si sposa perfettamente con le caratteristiche di Nicolò”.

Si sente di dire qualcosa ai tifosi della Roma?
“Date fiducia alla società, perchè peggio dell’anno scorso non può andare, l’obiettivo è tornare in Champions e quindi siate fiduciosi. C’è bisogno di esser tutti uniti per arrivare ai risultati, Roma non è una piazza facile".

Rimarrà Zaniolo?
“Ha un contratto di quattro anni, non vedo motivo di pensare che vada via. Poi se ci sono altri problemi societari non dipende da lui, ha 4 anni di contratto e non vedo motivo per cambiare. Al momento non sappiamo ancora con chi parlare, il direttore sportivo non è stato ancora ufficializzato, appena messo apposto l’organigramma della società sicuramente saremo i primi ad essere chiamati”.


La Roma offre Luca Pellegrini e Defrel per arrivare a Barella. Ok del Cagliari, manca quello del giocatore

L'interesse della Roma per Nicolò Barella fa concreti passi avanti. Secondo quanto riportato da Sky Sport, i giallorossi sarebbero pronti a inserire i cartellini di Grégoire Defrel e Luca Pellegrini come contropartite tecniche nella trattativa con il Cagliari, oltre ad una quota cash da pagare per arrivare al centrocampista. Il club sardo accetterebbe ben volentieri l'offerta della Roma, ma Barella preferirebbe mantenere la promessa fatta all'Inter nei mesi scorsi. I nerazzurri, se fallisse l'operazione, ripiegherebbero su Stefano Sensi, di proprietà del Sassuolo.


Oggi incontro con il Bologna per Defrel

Secondo quanto riferisce SKY sport, il Bologna vuole accelerare la negoziazione con la Roma per aggiudicarsi Gregoire Defrel. L'attaccante ex Sassuolo, di rientro dal prestito con la Sampdoria, è uno dei primissimi obbiettivi del neo direttore tecnico emiliano ed ex Roma, Walter Sabatini. Oggi i dirigenti di Roma e Bologna hanno avuto un incontro per discutere i dettagli. 


Europa League, sentenza del Tas sul Milan in ritardo per tempi tecnici

Tarda ad arrivare il verdetto dell’UEFA sul Milan. La sentenza che tiene ancora in ballo la partecipazione dei rossoneri alla prossima Europa League interessa anche a Roma e Torino che sono vigili ed in attesa. Come riferisce l’Ansa, ci sarebbero dei tempi tecnici e dei passaggi da rispettare davanti al Tribunale Arbitrale dello Sport. Oggi a Losanna erano in programma due udienze ma non quella tra gli avvocati del Milan e i funzionari della Camera Giudicante della Uefa. La comunicazione del Tas potrebbe quindi arrivare con tempi più lunghi rispetto a quanto preannunciato. «Questione di giorni» e non più di «ore», come invece trapelava ad inizio settimana.


U17, I nerazzurri vincono la finale Scudetto con la tripletta di Esposito, 3 a 1 il risultato

La Roma Under 17 ha affrontato l’Inter di pari età nella finale scudetto. I nerazzurri hanno vinto per 3-1 grazie alla tripletta di Esposito. Per i giallorossi è andato in gol Ciervo.


Totti e la Roma divorziano ma le altre bandiere resistono

INSIDEROMA.COM - ILARIA PROIETTI - Francesco Totti ha dovuto dire addio alla Roma due volte in due anni. Nel 2017 ha abbandonato il calcio giocato all'età di quasi 41 anni, con la sensazione e l'amaro in bocca che qualcuno lo avesse portato a farlo. Lo stesso qualcuno che sarebbe anche la causa del secondo addio del pupone alla società giallorossa. Questo club (pardon, azienda) era diventato troppo piccolo per tutti e due. Così l'eterno capitano ha deciso di fare un passo indietro e lasciare la sua Roma

L'addio stavolta è stato più composto, più consapevole, più distaccato. Niente lacrime e più di una risata amara. Nella Sala d'Onore del CONI, gentilmente offerta dall'amico Malagò, Francesco ha spiegato le sue ragioni, in quasi un'ora e mezza di botta e risposta con i numerosissimi giornalisti presenti. Tra frecciatine più o meno esplicite, ha detto la sua verità: mi hanno tagliato fuori. Ha spiegato che il ruolo di direttore tecnico offertogli dalla Roma, al quale aspirava da quando ha appeso gli scarpini al chiodo, fosse di pura facciata, per niente operativo, men che meno incisivo.

L'accusa più grave mossa al club è stata quella di voler estirpare il romanismo da Trigoria, tagliando fuori uno ad uno tutti i suoi rappresentati, con De Rossi ultima vittima. Il club ha debolmente ribattuto alla conferenza stampa di Totti prima con un comunicato in cui smentiva ogni accusa, giudicando la sua ricostruzione molto lontana dalla realtà, poi con delle dichirazioni del poliziotto buono Baldissoni. I tifosi sono ormai rimasti senza alcun punto di riferimento nella Roma di proprietà americana che ad oggi appare più distante che mai (Pallotta non si vede nella Capitale da oltre un anno). Non puntare sul beniamino dei tifosi sembra essere un autogol clamoroso, soprattutto considerando che molti altri club, invece, hanno scelto di trattenere alcune delle loro bandiere e affidargli un ruolo ben preciso

Basti pensare a Javier Zanetti. Dopo quasi 19 stagioni all'Inter e 13 anni passati con la fascia da capitano al braccio, si ritira nel maggio 2014. Il neo presidente, l'indonesiano Erick Thohir, decide subito che Zanetti sarà il suo vice. L'argentino è tuttora vice-presidente dell'Inter, nonostante la proprietà sia passata al gruppo Suning. Altro esempio lampante è Pavel Nedvěd. Nel 2009 lascia il calcio al termine di quasi 10 anni di Juventus. A poco più di un anno dal suo ritiro, nell'ottobre 2010, entra a far parte del CdA bianconero, diventando uno degli undici componenti del board della società. Cinque anni dopo viene nominato vice-presidente della Juventus, diventando a tutti gli effetti braccio destro di Andrea AgnelliAnche lo storico capitano Paolo Maldini è tornato a far parte del Milan. I rossoneri già in passato avevano fatto una corte spietata all'ex difensore, ma soltanto lo scorso anno sono riusciti a riportarlo a Milanello. Il 5 agosto 2018 viene annunciato il suo ingresso nell'organigramma societario del Milan come direttore sviluppo strategico area sport. La settimana scorsa, invece, è stato investito del ruolo di direttore tecnico, in sostituzione del dimissionario Leonardo. Altra vecchia conoscenza in casa Milan è Zvonimir Boban. Il croato ha militato con i rossoneri dal 1992 al 2001 e, dopo essere stato vicesegretario generale della FIFA per lo sviluppo del calcio e l'organizzazione delle competizioni, è tornato a Milano per ricoprire il ruolo di Chief Football Officer. La Fiorentina, invece, fresca di proprietà americana, vorrebbe riportare a Firenze Batistuta. Il Re Leone sembrerebbe più che favorevole ad entrare nella società viola e nella giornata di ieri ha avuto un colloquio più che positivo con Joe Barone, il braccio destro del neo patron della Fiorentina Commisso. L'ex bomber è a un passo dal ritorno a Firenze e per lui sembra prospettarsi un ruolo tutt'altro che marginale. 


Milan, niente Europa League: la Roma si gode le ferie

IL MESSAGGERO - RIGGIO - Oggi, o al massimo nelle prossime ore, il Milan si attende di essere escluso dalla prossima Europa League. Se arriverà l’ufficialità la Roma sarà ammessa direttamente ai gironi e il Torino farà i preliminari del 25 luglio. Non si tratta di una rinuncia del club, ma di una punizione vera e propria. L’Uefa il 5 giugno aveva deciso di sospendere il procedimento sulla violazione del fair play finanziario per il periodo transitorio 2017-2018 e attendere la risposta Tas di Losanna, invece ora potrebbe aver cambiato idea. La reazione sarà una sola: accettare la sentenza e non fare ricorso.


Diawara colpo di luglio

IL MESSAGGERO - CARINA - Preliminare o meno di Europa Legue, la Roma dopo lo tsunami (Totti) che l'ha investita, deve programmare la prossima stagione. E farlo in fretta. In quest'ottica, ieri è andata in scena una riunione operativa tra il ceo Fienga e il ds in pectore Petrachi. Sul tavolo di lavoro soprattutto le cessioni da effettuare entro il 30 di giugno. Dzeko e Manolassaranno i due calciatori sacrificati dal club per iniziare a rientrare dei 40-45 milioni di plusvalenze (Totti ha parlato di 50-60 milioni, ndc) necessari al bilancio. Il greco è ad un passo dal Napoli. Trovata l'intesa sul contratto e sull'annosa questione legata ai diritti d'immagine tanto cara a De Laurentiis, il club partenopeo pagherà la clausola rescissoria di 36 milioni garantendo così alla Roma una plusvalenza di una trentina di milioni. Ma gli affari non finiranno qui. Perché in un'operazione che invece finirà nel bilancio della prossima stagione a Trigoria sbarcherà Diawara. Classe 97, mediano della Guinea, la Roma sta discutendo con il Napoli per definire la valutazione del cartellino. Intanto gli agenti del ragazzo, ascoltano le offerte che gli arrivano. Ieri è stato il turno del Milan che tuttavia sembra una possibilità venuta meno sul nascere: «La vedo una cosa complicata, la società è in attesa delle decisioni sul Fair Play Finanziario», le parole del procuratore. La Roma al momento è in pole. Poi toccherà affrontare la questione Dzeko. Il bosniaco ha deciso: vuole l'Inter. E forte di questa volontà, il club nerazzurro gioca al ribasso. A Trigoria, partiti da una valutazione del cartellino di 25 milioni, sono scesi a 20. La proprietà cinese è ferma all'offerta di 12 più il cartellino del giovane Merola.

AFFARE TORO - Aspettando che Petrachi venga ufficializzato (nomina attesa per il 1 luglio), da Torino è stato manifestato un timido interesse per Juan Jesus e Gonalons. Considerando la delicata posizione del ds - comunque in via di definizione - non va escluso che uno dei due possa rappresentare il riavvicinamento diplomatico' tra la Roma e il presidente Cairo. Non serve che diventino una pedina scambio: basterebbe una valutazione del cartellino meno onerosa di quella attuale. L'alternativa rimane il giovane Cangiano. Dalla Turchia rimbalza un pressing del Fenerbahce per Kolarov (ultima parola al serbo) e del Besiktas (anch'esso in passato interessato a Juan Jesus) per Bruno Peres, di rientro dal San Paolo. In difesa la Roma ha le idee chiare. Piacciono i due centrali Vavro (Copenaghen) e Verissimo (Santos). Con una postilla: per intavolare una trattativa per il brasiliano, si vuole avere la certezza di non cadere nuovamente nella rete della miriade di procuratori che affermano di rappresentare il ragazzo. Questione che un anno fa fece saltare in extremis il trasferimento del difensore in granata. Per la porta, il preferito rimane Pau Lopez per il quale il Betis Siviglia ha rifiutato una prima offerta di poco meno di 20 milioni. Petrachi però insiste.


"È una sconfitta di tutti"

IL MESSAGGERO - TRANI - «Non è vero che abbiamo voluto allontanare Totti». Parla da tifoso, Mauro Baldissoni, anche se deve smentire il Grande Accusatore. Lo chiama sempre o quasi Francesco perché «idolo della mia infanzia», quando cerca di fare chiarezza nell'intervista del day after a Sky. Senza mai affondare il colpo e con la voce meno sicura del solito, smonta ogni critica rivolta dall'ex dirigente, lunedì nel Salone d'Onore del Coni, alla proprietà Usa. Manca la domanda su Baldini, cioè la pietra dello scandalo. Ma fa parte del copione. Tanto al consigliere occulto, in ogni intervento, è Pallotta a concedere visibilità. In abbondanza. A ricomporre i cocci, insomma, non è Fienga, nonostante sia il ceo ad avere il quadro esatto dello strappo. E lo conferma proprio il vicepresidente esecutivo: «Io non lavoro nell'area tecnica e quindi non ho molti punti di confronto». Lo ripeterà più volte, rendendo di fatto parziale e non completa la ricostruzione. «Così non so se, come ci ha detto lui, alcune sue indicazioni sono state meno considerate». Sono bastate per rifiutare la carica di dt.

TUTELA CAPITALE - Baldissoni non nasconde «l'amarezza e il dispiacere» per l'addio di Totti, da ieri in vacanza. «È una sconfitta di tutti quando non si riesce a trattenere quello che è un grandissimo patrimonio per la Roma». Ma la storia della squadra deromanizzata non gli va giù: «Sarebbe totalmente sciocco e autolesionista». E' «la sua percezione». Che contesta: «Con i fatti. Francesco ha avuto due contratti da giocatore e uno da dirigente, con la proposta di diventare direttore tecnico. De Rossi due da calciatore, poi l'offerta di cominciare un percorso in società. Abbiamo riportato a casa Florenzi e Pellegrini». In più ricorda l'Hall Fame e il coinvolgimento degli ex Desideri, Nela, Rizzitelli e Righetti. E che nel cambio di status da giocatore a dirigente «abbiamo avuto pazienza, sperando che potesse crescere in quello che è un lavoro di squadra. Nessuno può decidere da solo». Il vicepresidente, tra l'altro, gli riconosce il merito di aver convinto Ranieri e trattato Conte.

DIFESA A OLTRANZA - «I principali tornei europei li hanno vinti il Liverpool e il Chelsea: andate a verificare quante volte Henry o Abramovic siano stati presenti nella sede della società». Non conta la presenza di Pallotta nella Capitale ma la sua ambizione: «Ha completato un risanamento e ha investito portando risultati piuttosto buoni: 5 qualificazioni consecutive in Champions, due ottavi di finale e una semifinale. Quest'anno abbiamo ammesso di aver sbagliato. Siamo, però, tra le 10 società che hanno speso di più in calciatori». Ribadisce che non c'è alcuna trattativa per la cessione del club. E nemmeno l'intenzione: «Il presidente è sempre stato chiaro: la Roma non è in vendita. Giusto che i mercati lo sappiano. Noi non potevamo fare a meno di notare il ripetuto riferimento di Francesco a un potenziale ritorno con una nuova proprietà. Abbiamo voluto ricordare che qualsiasi iniziativa deve essere condotta nei modi corretti- La nostra è una società quotata che deve rispettare le rigidissime e importantissime regole finanziarie». Il possibile reato è turbativa d'asta (art. 353 del codice penale». Nella nota della Roma di lunedì sera il riferimento è preciso: «Ci auguriamo che questa non sia un'anticipazione inopportuna di un tentativo di acquisizione: scenario che potrebbe essere molto delicato in considerazione del fatto che l'AS Roma è una società quotata in borsa». Pallotta, su Twitter, ha però smentito di poter adire le vie legali: «Falso». Probabilmente dimenticando quando inserito nel comunicato del giorno prima. Oppure, semplicemente, certificando di non aver partecipato alla stesura. Baldissoni chiude sullo stadio «amplificatore di ricavi, necessari per incrementare la capacità competitiva. Senza, sarà impossibile sfidare la Juve. Se alla lunga il presidente vedrà che non gli viene consentito di poter passare attraverso quello che è un investimento enorme, potrebbe pensare che forse non vale la pena farlo».