Gasperini potrebbe ritrovare Rincon nella Capitale

Tomas Rincon nome nuovo per il centrocampo romanista. Secondo quanto riporta il sito calciomercato.it, il mediano del Torino potrebbe tornare a lavorare con Gasperini, che lo ha avuto con sè a Genova. Ad agevolare la trattativa, potrebbe esser Petrachi nel ruolo di DS, in entrata anche lui a Trigoria.


Ag. Gerson: "Futuro mio figlio? C'è affetto per la Fiorentina ma prima bisogna finire la stagione in modo dignitoso"

Marcao, padre e agente di Gerson, ha parlato al sito firenzeviola.it in merito al futuro del figlio attualmente in prestito alla società gigliata ma di proprietà della Roma. Queste le sue dichiarazioni:

È prematuro fare analisi sulla sua annata. La Fiorentina ha una partita molto importante il prossimo fine settimana e Gerson è totalmente concentrato sulla sfida contro il Genoa. Quello che posso dire è che mio figlio nutre un grande affetto per il club viola e ha cercato di dedicarsi ad esso giorno per giorno. Il suo futuro non è un argomento che abbiamo ancora affrontato. Il rispetto e l’affetto che ci legano alla Fiorentina in una fase del campionato così delicata non ci permettono di pensarci. Il nostro obiettivo è adesso è fare al meglio la partita di domenica col Genoa e finire la stagione in modo dignitoso. Solo dopo ci metteremo a sedere per parlare del suo futuro".


Roma, tra l'Europa League da programmare e le nuove idee di mercato

INSIDEROMA.COM – SARA BENEDETTI - Per sperare nel quarto posto servirebbe un miracolo all’ultima giornata: i giallorossi dovrebbero battere il Parma con cinque reti di scarto, sperando che nel frattempo l'Inter cada in casa con l'Empoli e il Milan venga fermato dalla Spal. A quel punto i rossoneri sarebbero sorpassati e ci sarebbe l'aggancio alla squadra di Spalletti, superandola però nella differenza reti generale: qualora a San Siro l'Empoli dovesse vincere con più gol di scarto alla Roma basterebbero meno reti nell’eventuale vittoria contro il Parma. L'unico altro caso possibile per raggiungere la quarta piazza è un arrivo a pari punti con Inter e Atalanta e contestuale sconfitta del Milan. Con il contemporaneo raggiungimento del traguardo a quattro squadre invece i giallorossi sarebbero sesti. Ragionando in termini più realistici bisogna guardare con maggiore interesse alla lotta per il quinto e il sesto posto, con il differente piazzamento che cambierebbe sostanzialmente i programmi estivi del club. La Roma può essere ancora virtualmente scavalcata dalla Lazio, attualmente a -5 dai cugini. I biancocelesti, avendo vinto la Coppa Italia, si sono però già aggiudicati il diritto di partecipare ai gironi della minore delle due coppe europee e quindi non ci sarebbero differenze nell’arrivare sesti o settimi. Tale risultato costringerebbe Florenzi e compagni a disputare il secondo e il terzo turno preliminare ed un playoff, per un  totale di sei partite per conquistare l’accesso ai gironi di Europa League. La Roma, che sarebbe testa di serie nei sorteggi del 19 giugno a
Nyon, conoscerebbe il proprio avversario la sera del 18 luglio, giorno in cui sarà disputato il ritorno del primo turno di qualificazione (le italiane non lo giocano). La stagione inizierebbe quindi il 25 luglio, mentre per la sera precedente è ad oggi fissata la terza sfida dell’ICC con il Benfica. La tournée, le cui date sono state svelate a fine marzo, prevede l'esordio  il 16 luglio con il Chivas, la seconda partita con l'Arsenal il 20 luglio e l'ultimo impegno è contro i portoghesi il 24 luglio. Per il momento la socità capitolina non ha preso alcuna decisione sul viaggio negli USA, preferendo rimandare ogni discorso a campionato terminato.

I PRIMI NOMI – Termina la Serie A ma ora arriva il mercato a scaldare l’estate dei pallonari. E così per il ruolo di portiere – che dovrà trovare un nuovo padrone dopo la prossima cessione di Olsen, probabilmente in Premier League – è stato monitorato anche Neto, portiere del Valencia ed ex della Juventus. Pista assai complicata, anche perché il cartellino del giocatore si aggira intorno ai 25 milioni e la squadra spagnola ha il fascino di poter giocare la Champions League nella prossima stagione. Ma non basta. Un altro uomo per la difesa che verrà potrebbe arrivare da Empoli. Piace il terzino destro Giovanni Di Lorenzo, 25 anni, che anche ieri contro il Torino è stato autore di una buona prestazione. Detto che sul terzino c’è anche il Napoli, l’interesse della Roma si potrebbe materializzare soprattutto se fosse ceduto Karsdorp, che ha offerte dall’estero.


Con l'Europa League cambia il programma: tournée a rischio

LA GAZZETTA DELLO SPORT - A meno di clamorosi colpi di scena, stavolta James Pallotta dovrà aspettare ancora molto per abbracciare la Roma. Perché domenica con il Parma non ci sarà e perché i giallorossi in America probabilmente quest’estate non ci andranno. Manca l’ufficialità, ma a si sta lavorando sul cambio di programma. [..] Si lavorerà quindi a Trigoria, come successo già nella scorsa stagione. Confermato il no al ritiro in montagna, dunque, la dirigenza giallorossa è convinta di avere dentro casa tutto ciò che serve per preparare le stagione. A prescindere da chi sarà il nuovo allenatore giallorosso e dalle sue idee in merito.


Svolta alla Roma: Totti diventerà direttore tecnico

LA GAZZETTA DELLO SPORT - La Roma da tempo sta programmando i nuovi quadri dirigenziali in vista della prossima stagione. E così, aspettando che il d.s. Petrachi trovi l’accordo col Torino per liberarsi, forse già la prossima settimana Francesco Totti sarà nominato direttore tecnico. Un passo avanti nella carriera che lo terrà a contatto con tutte le scelte di campo: dalla scelta dei giocatori al rapporto continuo con l'allenatore: ciò che predilige. Al presidente Pallotta e ai suoi dirigenti, però, non riuscirà quell’accoppiata di capitani che avevano studiato e che avrebbe mantenuto a Trigoria quei simboli e quella romanità che i tifosi pretendono, visto che De Rossi invece non ha accettato la proposta di fare il vice Ceo. Un incarico importante per una carriera che lo avrebbe portato a occuparsi di tutti i principali progetti del club, a contatto diretto con Pallotta (visto anche l'ottimo inglese di De Rossi) e a rappresentare la Roma anche nelle sedi istituzionali. In alternativa aveva la chance di fare il vice di un nuovo tecnico in panchina: ma Daniele ha scelto di giocare almeno un altro anno, con tutte le polemiche che ne sono seguite.


Lotito-Pallotta: 3-0 in un derby lungo sette anni

IL MESSAGGERO - CAPUTI - Per le due squadre romane gli esiti finali sono praticamente già scritti. La Lazio,vincendo la Coppa Italia, ha dato una svolta positiva alla stagione. Poteva e doveva fare di più in campionato, ma il successo con l’Atalanta nobilita, e come, l’annata. Per la Roma il bilancio è invece totalmente negativo. La certezza dell’Europa League è un’amara consolazione per chi era partito con ben altri obiettivi ed ambizioni. Il confronto cittadino mette l’accento su un’ulteriore contrapposizione: quella tra Lotito e Pallotta. Due personaggi con stili differenti per gestire le società. Padre/padrone il biancoceleste, business-man il giallorosso. Uno presente, vigile e operativo; l’altro distante, distaccato e portato a delegare. Lotito è presidente della Lazio da 15 anni, Pallotta da 7. Il biancoceleste,che prese il club nel 2004 sull’orlo del fallimento, ha una struttura societaria essenziale e snella, tiene i conti a posto, e per questo viene accusato di spendere con troppa parsimonia impedendo alla squadra il significativo salto di qualità. Il giallorosso è presidente da 7anni, ha dato alla società l’impronta di ”azienda”con più managerin ogni settore, comprato e venduto giocatori e puntato tutto sullo stadio. Nei sette anni digestione in parallelo, Lotito ha vinto 2 Coppe Italia e 1 Supercoppa italiana, Pallotta ha ottenuto piazzamenti in campionato e una semifinale di Champions League. Se nel calcio conta vincere, è facile stabilire chi ha fatto meglio.


Il futuro di Totti avvolto dal fumo di Londra

IL MESSAGGERO - FERRETTI - Chi sa le cose, assicura che dietro la sua assenza a Reggio Emilia non c’è stato, e non c’è, nulla di misterioso. O, ancor meglio,di polemico. Francesco Totti aveva avvisato da almeno tre settimane i colleghi dirigenti che non sarebbe stato al Mapei Stadium per motivi personali. Questo, però, non significa che Francesco sia felice e contento di quanto sta accadendo intorno a lui nella Roma. Troppe cose, ormai da due anni, non gli tornano ma - per ora - ha deciso di restare tranquillo. E in attesa. Non è il momento, questo, per ulteriori scossoni emotivi: il caso De Rossi ha sconquassato l’ambiente, ecco perché c’è necessità che la situazione torni un minimo normale. Totti resta in attesa che qualcuno lo investa di un ruolo operativo; che non lo consideri soltanto un gagliardetto da sventolare a secondo delle occasioni e delle necessità. Ma, con il vuoto di potere che oggi riempie Trigoria, sa che c’è ancora bisogno di tempo. Il tempo per definire, ad esempio, chi realmente comanda nella Roma. E stabilisce ruoli e compiti. Mai dimenticando, però, che chi muove le leve del comando non è esattamente (e da anni) un suo estimatore. E, forse, anche un suo sponsor. Tipo Franco Baldini.

 

NO AL GIOCO ALTRUI  - Totti ha in testa, praticamente dal giorno dopo il suo addio al calcio giocato, di dirigere il compartimento tecnico della Roma: si sente in grado di dare una mano, vorrebbe mettere al servizio del club la sua esperienza ma finora - tranne la telefonata di inizio marzo a Claudio Ranieri - è rimasto a guardare il lavoro altrui. Con un ricorrente pensiero in testa: perché? Perché, dopo due anni, non ho un ruolo? Le parole che indirettamente gli ha regalato il ceo Fienga durante la conferenza stampa di De Rossi, più che quelle dirette dell’ex compagno, l’hanno sorpreso: non si aspettava un ridimensionamento così pubblico,ma - ufficialmente -non ha accusato più di tanto la botta. Anche per non agevolare il gioco di chi vorrebbe fargli fare a vita il gagliardetto o addirittura l’ex dirigente,si sussurra. Ma tutto, anche nel calcio, ha un limite. Spesso la maniera migliore per risolvere dubbi, interrogativi e problemi è affidarsi alla sincerità. Alla chiarezza. Già, ma nella Roma chi è in grado di garantirla: uno che sta a Boston, uno che vive a Londra o un dirigente che oggi lavora a Torino? Sembra più una questione di voglia, però, che di lingua o geografia.


Sir Ranieri all'improvviso si rivela «picconatore»

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Sempre con la solita sincerità ed eleganza, ma senza tenersi mai niente dentro. Perché poi, a conti fatti, Claudio Ranieri  è fatto proprio così. Quel che pensa dice. [..] Le ultime bordate del tecnico della Roma sono arrivate nella pancia del Mapei Stadium, sabato sera, quando molto candidamente ha detto cosa pensa sul futuro del club: «La Roma deve sempre prima vendere, per poi fare delle cose. E c’era sempre la Champions, immagino che senza... Non penso che pronti via il prossimo anno si possa puntare ancora alla Champions, magari per l’Europa sì. Se poi un anno le cose gireranno bene, allora si potrà tornare in Champions. La scorsa stagione erano state fatte grandi cose, poi di punto in bianco sono stati venduti giocatori che avevano importanti ed al loro posto sono arrivati dei ragazzi validi, ma che devono fare esperienza. C’è stato un contraccolpo psicologico...». Ma Ranieri aveva «picconato» la società anche in settimana, quando parlando della vicenda che ha investito Daniele De Rossi  (con l’ufficialità del suo mancato rinnovo contrattuale), non ha avuto problemi a schierarsi dalla parte del suo capitano. «Se fossi rimasto io il prossimo anno, non avrei esitato a dire: “Io De Rossi lo voglio ancora con me”. Perché so che tipo di giocatore, uomo e capitano è, l’ideale per ogni allenatore. Essendo poi il simbolo della squadra ed un giocatore di quel livello, probabilmente la sua vicenda andava gestita in modo diverso». Concetto ribadito poi anche a Reggio Emilia, quando tornando sull’argomento ha detto: «Capisco perfettamente che la società voglia fare le cose in un certo modo, ma ci sono giocatori che non possono essere considerati come gli altri. E De Rossi è uno di questi, tutto ciò andava gestito in un’altra maniera. Tutto qua».


Il flop dell’attacco: si è salvato solo El Shaarawy

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Nell’anno da dimenticare delle punte romaniste si salva solo El Shaarawy e non è un caso che nell’aria di rifondazione che tira a Trigoria lui sia uno di quelli su cui la società vorrebbe e dovrebbe puntare il prossimo anno.  Difficilmente nella nuova stagione ci sarà ancora Dzeko. Il suo rapporto con la Roma è andato peggiorando di giorno in giorno: da una parte lui che ha giocato tanto ma ha segnato poco, dall’altra la società che non è riuscita a costruire una squadra all’altezza delle ambizioni del bosniaco. A certificare la crisi delle punte ci hanno pensato Perotti e Ünder, quelli che dovevano essere i cavalli di razza, capaci di correre, creare superiorità numerica e mettere a disposizione gol e fantasia, e invece spesso sono stati una zavorra per i tanti problemi fisici. L’argentino, in 14 partite, ha segnato appena 4 reti, mentre ilturco, che di gare ne ha giocate 32, ha realizzato 6 gol. Poco, troppo poco, per la Roma. E a farne le spese sono stati Di Francesco prima e Ranieri poi. Stesso discorso per quanto riguarda Schick e Kluivert: 23 anni il primo, 20 il secondo, non sono riusciti ad incidere per quanto la Roma si aspettava da loro. E se per il figlio d’arte ex Ajax, 2 reti, ci sono attenuanti (a partire dal primo anno fuori casa), per Schick, 5 gol, è difficile capire quale futuro potrà avere a Roma.


Roma, tecnico di consolazione

IL MESSAGGERO - TRANI -  Aritmeticamente la Roma rimane ancora in corsa per il 4° posto, anche se l'obiettivo è ormai quasi impossibile da centrare: l'Atalanta è davanti anche per gli scontri diretti (come il Milan quinto) el'Inter per la differenza reti (+6). Sicuro, invece, è lo sbarco in Europa League, con la spinta decisiva dell'ex Andreazzoli: il successo dell'Empoli contro il Torinorende meno amaro il finale di stagione. Ma la partecipazione alla coppa continentale di consolazione è l'unica certezza di questi giorni: non c'è ancora l'erede di Ranieri e si aspetta sempre l'ufficializzazione del nuovo ds. L'attesa, forzata per la complessità delle negoziazioni in fieri, coincide paradossalmente con la fretta, imposta dalla possibile full immersion di impegni. I giallorossi già sono consapevoli che l'estate diventerà lunga e comincerà prima. Dal 2° preliminare(25-1° agosto). In calendario, dunque, saranno 6 i match in più: 3° turno (8-15 agosto) e playoff (22-29 agosto). Percorso inedito per la proprietà Usa: mai successo nelle precedenti 7 stagioni di entrare in gioco dalla porta di servizio (in quella 2013/2014 c'è stata l'esclusione da entrambi i tornei).
EXIT STRATEGY - Bisogna, dunque, prendere atto della triste realtà che prevede il disturbo del 1° match ufficiale da giocare tra poco più di 2 mesi. La Roma parte come testa di serie numero 1. Da favorita, almeno nel tabellone, sia nei turni preliminari che nei play off. Minima soddisfazione per il ritorno in Europa League. Diventerebbe massima solo in caso di ribaltone. Non in classifica, ma a Nyon perché il Milan, se non dovesse centrare la qualificazione alla prossima Champions, vorrebbe accordarsi con l'Uefa: niente partecipazione all'Europa League in cambio dell'azzeramento di ogni sanzione ricevuta per le violazioni dei paletti del Financial Fair Play. Il club rossonero, avendo per ora congelato il ricorso al Tas, cerca il compromesso per poi ripartire pulito nella stagione 2020/2021. Soluzione giuridica che in Svizzera sono disposti a prendere in esame, senza però far distinzioni tra la Champions, alla quale il Milan non avrebbe alcuna intenzione di rinunciare, e l'Europa League. Se la sanzione fosse davvero l'anno di stop, i giallorossi, insieme con la Lazio, entrerebbero in scena, anche restando al 6° posto, nella fase a gironi. I preliminari toccherebbero al Torino che è attualmente out.
VIAGGIO ANNULLATO - La Roma, però, evita di illudersi e organizza il precampionato facendo riferimento al 2° turno preliminare di fine luglio. L'ultimo precedente dell'estate 2009 (di 4 gare e non 6, però), inizialmente con Spalletti in panchina, fece da trampolino di lancio: Ranieri entrò alla seconda giornata e arrivò quasi allo scudetto. Dal programma, intanto, scompare la tournée negli Usa (13-25 luglio), non essendo possibile la partecipazione parziale, trattandosi di torneo: il club giallorosso sarà quindi sostituito e perderà quasi 2 milioni. La preparazione estiva si svolgerà di nuovo a Trigoria e ovviamente ad inizio luglio. La scelta di restare nella Capitale è stata anticipata anche agli allenatori interpellati nelle ultime settimane.
SCELTA FINALE - Ancora 10 giorni prima di ufficializzare l'8° tecnico dell'éra Usa. Gasperini è davanti e punta a battere sul tempo il principale rivale, cioè Sarri: l'allenatore dell'Atalanta, se vuole, si libera prima di quello del Chelsea che, lusingato dall'interessamento della Juve e del Milan, è impegnato fino al 29 maggio con i Blues che affronteranno a Baku, nella finale di Europa League, l'Arsenal. Baldini resta in pressing su Sarri, ma in Inghilterra garantiscono che abbia parlato pure con Bielsa, ora al Leeds, pista smentita da chi opera nella Capitale. Non c'è da meravigliarsi, perché ognuno nella Roma continua ad agire in proprio. E spesso gli obiettivi non sono gli stessi. Inizia intanto il conto alla rovescia per Petrachi, pronto a salutare il Torino. Toccherà al nuovo ds, favorevole sia a Gasperini che a Sarri, indirizzare l'annunciato ridimensionamento tecnico. Ranieri ne ha parlato apertamente dopo il pari di sabato sera a Reggio Emilia: «L'anno prossimo la squadra non lotterà per la Champions». Avanti con i giovani, via i senatori. Dzeko è il testimonial del ricambio generazionale già in atto.


Sedotto e poi abbandonato: Ranieri saluta in stile Garcia

IL MESSAGGERO - ANGELONI - Eppure ci ha provato, questo non si può certo negare. Ci ha provato credendoci davvero, e in fondo i risultati quasi gli stavano dando ragione, basti pensare al pari beffa di Genova e a quel 2-2 in casa con la Fiorentina, e guardiamo oggi come sono i ridotti i viola, e il gioco Champions era fatto. Claudio Ranieri ha anche creduto di poter rimanere nella sua Roma e lo si è capito il giorno in cui aveva sorriso e ringraziato l'interlocutore che, in sala stampa durante la conferenza, lo aveva inserito nella lista dei pretendenti per la panchina della Roma nella prossima stagione. Pian piano, Claudio, ha capito che non c'era spazio per lui come allenatore(il dirigente non lo vuole fare, almeno per il momento) e ha cambiato atteggiamento. 

IL SIR ARRABBIATOAnche lui - con la consueta classe e signorilità - ha puntato il dito sulla società, che mai ha speso una parola per lui in questi mesi. E parliamo di uno che qualche giorno fa, sfidando la pioggia, si è messo a dare spiegazioni ai tifosi fuori Trigoria (chi glielo ha fatto fare, visto che tra poco se ne andrà?). Le frecciatine non sono mancate (il «testa grigia» regalato ai tifosi, con riferimento a Baldini e mai del tutto smentito, è l'esempio più eclatante), fino ad arrivare alle bordate pubbliche post Sassuolo. «La Roma non potrà lottare per la CHampions l'anno prossimo»; «La Roma prima di comprare deve vendere». «De Rossi lo avrei tenuto, la situazione andava gestita meglio», sono altri esempi. Insomma, un Ranieri alla Garcia (ricordate, quando disse che ci volevano grossi investimenti per raggiungere la Juventus?). Ma stavolta la Roma non ha la necessità di licenziare Claudio come fece con netto ritardo con Rudi. Qui Ranieri è arrivato già licenziato. Il problema è che il tecnico di San Saba se n'è accorto con qualche settimana di ritardo. Ma, visto che da licenziati diventa più facile parlare, ha tirato fuori tutta la sua verità. Amara.


Un viaggio on the road sulla vita di Daniele

IL MESSAGGERO - CARINA - Il 26 maggio si avvicina. Che oltre per il derby perso in Coppa Italia, da domenica - per il tifoso giallorosso - rappresenterà anche l’ultima gara di De Rossi con la Roma. Un addio inatteso e per questo traumatico. E così non trascorre giorno che non compaia uno striscione a favore di Daniele e di contestazione per la società in qualche angolo nascosto dell’Europa, dell’Asia o del Sud America. Ogni tifoso vuole manifestare il proprio disappunto. Ma c’è anche chi, come Leonardo Bocci degli Actual (produzione video che spopola sul web) e SandroBersani, ha deciso di omaggiare il campione romanista.

 

LE TAPPE - I due hanno infatti deciso di compiere un viaggio on the road che possa toccare tutti i posti che hanno segnato la carriera del centrocampista: «Ripercorreremo le tappe della vita di Daniele, ma sia chiaro che questo non è un epitaffio perché lui è vivo lotta con noi», spiega il duo nel filmato pubblicato sulla pagina Facebook de laroma24.it. La prima tappa è stata l’Ostiamare, la società in cui De Rossi ha militato prima di trasferirsi alla Roma. Secondo step obbligatorio loSporting Beach, lo stabilimento di Ostia frequentato dal numero 16 sin dall’età di 7 anni, e che ancora oggi frequenta. Ma non finisce qui. Perché a domenica mancano ancora 6 giorni e luoghi da visitare che hanno avuto (e hanno ancora oggi) un’importanza per Daniele non mancano. Il tutto corredato con interviste a tifosi, attori, presentatori tv e personaggi dello spettacolo che racconteranno aneddoti sul capitano giallorosso. Daniele, intanto, si prepara alla settimana più lunga (e triste) della sua carriera. Aspettando l’abbraccio dell’Olimpico. Previsto il sold out.