Causio: "Zaniolo ha talento, deve trovare un Boniperti che lo aiuti a crescere. Kluivert ha tutto per essere un giocatore top"
GAZZETTA DELLO SPORT - Franco Causio ha commentato i migliori talenti in circolazione in Italia, tra i quali i giallorossi Nicolò Zaniolo, Cengiz Under e Justin Kluivert. Le sue parole: «Zaniolo ha talento. Questo è evidente. Però mi è dispiaciuto per il comportamento che ha avuto agli Europei. Tra l’altro mi dicono che non è la prima volta che sbaglia atteggiamento. Per carità, un giovane può commettere qualche errore. E’ capitato anche a me, ai tempi della Juventus. Ma…».
Ma?
«Poi mi chiamava a rapporto Giampiero Boniperti ed erano dolori. Ho pagato fior di multe. Ma alla fine ho capito la lezione. Sono diventato un uomo. Zaniolo deve trovare un Boniperti che lo aiuti a crescere. Inoltre non sono convinto che sia un esterno. Lo vedo più a sua agio nel ruolo di mezzala».
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Nella Roma ci si aspetta molto da Under.
«Un giocatore interessante. Io, però, mi aspettavo molto di più dal figlio di Kluivert. Alla fine del prossimo campionato capiremo quanto vale veramente Kluivert. Sulla carta lui ha tutto per essere un giocatore top».
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Inter: oggi doppio incontro per Barella e Dzeko
GAZZETTA DELLO SPORT - Conte attende Lukaku, Barella e il giallorosso Edin Dzeko. [...] Oggi potrebbero esserci sviluppi per il cagliaritano e l'attaccante bosniaco della Roma. Marotta in Lega vedrà il presidente del Cagliari Tommaso Giulini e il Ceo della Roma Guido Fienga. Affari in via di definizione? Difficile dirlo, ma la sensazione è che il Cagliari stia valutando seriamente di dire sì all’offerta dell’Inter, vista la volontà di Nicolò di sbarcare da Conte [...].
Su Dzeko la strada è più lunga, vista la freddezza dei rapporti tra i club. «C’è una partita di scacchi in atto, il venditore cerca di essere più abile del compratore. Non nascondo che Edin è un obiettivo ma tutto va valutato. Il fatto che abbia dato l’assenso al trasferimento all’Inter non significa più di tanto, siamo in una fase interlocutoria», le parole di Marotta ieri in conferenza stampa.
In Lega arriva la proposta di Mediapro, oggi si vota
IL MESSAGGERO - BERNARDINI, RIGGIO - In via Rosellini è arrivata la proposta ufficiale di Mediapro per costituire una partnership con un solo obiettivo, tra l'altro mai nascosto: il canale tematico della Lega. Oggi pomeriggio, nell'assemblea in programma dalle 14, i club dovrebbero essere pronti a votare questa proposta (il condizionare, si sa, è d'obbligo), nonostante le perplessità mostrate da Juventus e Inter nei giorni scorsi. Sarebbe una vera e propria rivoluzione per l'intero sistema calcio. La Lega, con questo nuovo modello, distribuirebbe il prodotto con l'aiuto di un partner tecnico commerciale, Mediapro appunto. Chi è favorevole a questa soluzione pone l'accento sulla crescita sensibile avuta in Spagna e in Francia, nella Liga e nella Ligue1. Inoltre, con l'avvento della fibra e del 5G tutti i produttori di contenuti si stanno organizzando con canali propri verticali per distribuire il prodotto (un esempio sono Disney, Amazon Prime, Netflix). In questo modo anche la Lega di serie A diventerebbe un generatore di contenuti.
LA PROPOSTA - Nella sua offerta, fatta arrivare alla Lega e che appunto dovrebbe essere votata oggi (nel caso si discuterà su qualcosa di più concreto), Mediapro riconosce un minimo garantito di un miliardo e 150 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti i diritti d'autore (55 milioni): un bel balzo in avanti dal punto di vista degli introiti. Ora la nostra serie A è ferma a circa 973 milioni di euro (più bonus): con il colosso multimediale spagnolo-cinese ci sarebbe un incremento di 200 milioni di euro a stagione. Soldi che, ovviamente, fanno gola non solo a tutti i presidenti, ma anche al sistema sport in generale: il 10% dei proventi, infatti, viene per mutualità ridistribuito alle leghe minori e agli altri sport. Con l'avvento del canale - e questo è un altro vantaggio - la trasformazione digitale avrebbe una spinta maggiore. Infine, Mediapro con questa offerta apre al dialogo con gli altri broadcaster, soprattutto con Sky, che potrà diventare il partner principale di questo progetto ambizioso. Anche se da Santa Giulia aspettano di conoscere il piano nei dettagli.
Morte di Astori, inchiesta bis: spunta un certificato falso
GAZZETTA DELLO SPORT - Un documento falso realizzato ad arte per alleggerire il caso ed arrichire il dossier clinico. Un atto datato 10 luglio 2017 che certifica il test di «strain» effettuato sul cuore di Davide Astori ritenuto non vero dalla Procura, tanto da portare a una seconda inchiesta sulla morte del capitano della Fiorentina. Dettagli inquietanti rivelati da La Nazione che spiega il nuovo filone di indagine che ha portato nuovamente l’ex direttore della medicina sportiva di Careggi Giorgio Galanti all’iscrizione nel registro degli indagati. Assieme a lui è indagata una sua ex collaboratrice (assistita dagli avvocati Antonio Olmi e Chiara Bandini) come esecutrice materiale del presunto falso in quanto il certificato sarebbe stato costruito quando il prof Galanti era già in pensione.
[...] Secondo questo documento quindi, il 10 luglio 2017, giorno in cui il capitano viola ottenne l’idoneità sportiva (Astori morì nella notte tra il 3 ed il 4 marzo 2018), Davide era stato sottoposto a «strain», esame che permette il calcolo della deformazione del muscolo cardiaco, con valutazione dei risultati. Per l’accusa lo stesso documento sarebbe invece stato falsificato in quanto costruito oltre un mese dopo la morte di Astori («in data anteriore o prossima al 10 aprile 2019»). Il risultato dello «strain» per il pm Nastasi non sarebbe mai emerso durante le perquisizioni. [...]
ElSha ceduto allo Shanghai Shenhua per 16 milioni (Foto)
Stephan El Shaarawy è stato ceduto allo Shanghai Shenhua per 16 milioni. L'ufficialità della cessione dell'esterno giallorosso al club cinese arriva anche dalla Roma, che tramite un comunicato ufficiale annuncia sul sito asroma.com: "L’A.S. Roma S.p.A. rende noto di aver raggiunto un accordo per la cessione a titolo definitivo, allo Shanghai Greenland Shenhua FC, dei diritti alle prestazioni sportive del calciatore Stephan El Shaarawy, a fronte di un corrispettivo fisso di 16 milioni di euro. El Shaarawy, arrivato in giallorosso nel gennaio 2016, ha totalizzato 139 presenze e 40 reti con la maglia della Roma. Il Club augura a Stephan le migliori fortune per il futuro". Su Twitter, tramite un video che raccoglie i momenti salienti del faraone con la Roma, il club ha salutato il numero 92 con un post dedicato: "El Shaarawy ceduto a titolo definitivo allo Shanghai Shenhua Ciao Stephan, grazie per questi anni in giallorosso".
El Shaarawy ceduto a titolo definitivo allo Shanghai Shenhua
Ciao Stephan, grazie per questi anni in giallorosso #ASRoma pic.twitter.com/RxIBBAtY1R
— AS Roma (@OfficialASRoma) 8 luglio 2019
Villa Stuart, visite mediche di rito per i nazionali
Oggi alle 15:00 Paulo Fonseca, neo tecnico giallorosso, sarà presentato in conferenza stampa a Trigoria. In mattinata a Villa Stuart sono in programma le visite mediche di rito dei giocatori impegnati con le Nazionali nelle prime due settimane di giugno: Mirante, Olsen, Dzeko, Nzonzi, Under, Schick e Kolarov; Alessandro Florenzi e Bryan Cristante hanno già effettuto i controlli di rito nei giorni scorsi, mentre per Lorenzo Pellegrini e Nicolò Zaniolo sono in programma al rientro dalle vacanze. Domani invece è fissato il raduno al "Fulvio Bernardini". A Fiumicino, sempre in mattinata, sbarcherà il terzo acquisto della Roma targata Petrachi: il portiere Pau Lopez, in arrivo dal Betis Siviglia.
11.35 - Dzeko lascia la clinica trovando nuovo affetto dai tifosi presenti all'uscita che gli hanno dedicato cori e chiesto di rimanere. Uno di loro, inoltre, ha messo una sciarpa romanista al collo del numero 9 che è salito in macchina senza rilasciare alcuna dichiarazione. Poco dopo anche Kolarov ha lasciato la clinica di Villa Stuart.
11.20 - Kolarov si è intrattenuto con i tifosi per foto e autografi, ma non ha risposto alle domande sulla sua permanenza a Roma.
11.10 - E' arrivato anche Steven Nzonzi, incappucciato con i tifosi che hanno ironizzato: "Ma non hai caldo?". Il francese è in uscita dalla Roma.
11.04 - Dopo Under, anche Antonio Mirante, che oggi compie 36 anni, ha raggiunto la clinica romana. Il portiere ha anche scattato foto con i tifosi presenti, oltre che firmare qualche autografo.
10.56 - E' il momento di Cengiz Under a raggiungere la clinica.
10.29 - Anche Patrik Schick, dopo le visite effettuate, ha firmato autografi e ha scattato foto con i tifosi presenti.
10.20 - Olsen ha terminato i controlli e prima di lasciare la clinica si è intrattenuto con i tifosi per firmare autografi.
10.05 - Poco dopo l'attaccante bosniaco, è la volta di Aleksandar Kolarov a raggiungere Villa Stuart.
10.00 - In clinica è arrivato anche Edin Dzeko, che le indiscrezioni di mercato vogliono lontano dalla Roma e vicino al trasferimento all'Inter di Conte. "Rimani?", la domanda che un tifoso ha rivolto al bosniaco al momento dell'arrivo, Dzeko non ha risposto e ha tirato dritto.
9.30 - Gonalons ha terminato le visite ed ha lasciato la clinica.
9.05 - Dopo il portiere svedese, a Villa Stuart si vede Patrik Schick.
9.00 - Giunto anche Robin Olsen. Presenti anche Massimo Manara, nuovo medico sociale della Roma, Causarano, coordinatore e responsabile sanitario della prima squadra, e Vincenzo Costa, anche lui medico del club.
8.00 - Il primo ad arrivare in clinica è il francese Maxime Gonalons, per ultimare le visite effettuate già due settimane fa.
Pau Lopez è arrivato nella Capitale, ora le visite mediche a Villa Stuart
Pau Lopez è atterrato poco fa all'aeroporto di Fiumicino. Cronisti e tifosi presenti per accogliere il futuro portiere della Roma, terzo acquisto dell'era Petrachi - dopo Spinazzola e Diawara. L'estremo difensore è arrivato a Villa Stuart attorno alle 13:30 per sostenere le visite mediche.
Conferenza Fonseca: "L'obiettivo è tornare in Champions League. Sono motivato, voglio una Roma che renda orgogliosi i tifosi"
Paulo Fonseca, nuovo allenatore giallorosso, ha tenuto la sua conferenza stampa di presentazione nella sala conferenze del Centro Tecnico Fulvio Bernardini di Trigoria. Accanto a lui il ds Gianluca Petrachi, che ha così introdotto il tecnico:
“Oggi sono molto fiero di presentarvi il nostro allenatore. Sono molto felice ed onorato di presentare questo personaggio, che avrete modo di conoscere velocemente. Non vorrei aggiungere altro, ma mi sento di dire che inizialmente nelle mie valutazioni, anche in quelle della società, si pensava di andare su un profilo italiano, ma in realtà è un’opportunità lui. Sono contento di averlo preso, gli lascio la parola ed è tutto per voi”.
Ora le parole di Fonseca:
“Salve a tutti, sono molto felice di essere qui. Sono motivato per lavorare in questa città e squadra meravigliosa. Sto studiando per parlare con voi in italiano al più presto, ma oggi ancora in portoghese“.
Domani inizia la stagione della Roma. Come immagina la sua squadra?
"Non sarà la mia Roma, ma di tutti. Sono motivato, insieme alla dirigenza ed ai calciatori, per costruire una squadra ambiziosa e che renda orgogliosa i nostri tifosi".
Ha avuto modo di affrontare la Roma. Che ricordo ha dell’Olimpico e del tifo? Come si immagina il suo rapporto con loro?
"Ovviamente non ho un grande ricordo di quella serata, perché la mia squadra fu eliminata, ma fu sufficiente per capire l’aria che si respirava quel giorno. Mi piacerebbe cercare di motivare i tifosi per motivare l’ambiente che io, purtroppo, ho subito quel giorno".
Che incidenza penserà di avere sul mercato per rinforzare la squadra? Perché avete scelto Pau Lopez?
"Noi stiamo lavorando intensamente per costruire una squadra forte e stiamo studiando le questioni. Stiamo ponderando le scelte, per portare qualità nella squadra. Abbiamo fatto tre acquisti, quando faremo di nuovi ve lo comunicheremo. Stiamo ponderando le nostre scelte con criterio, per portare profili di qualità per rinforzare la squadra".
Higuain le piace?
"Sono in piena sintonia con Petrachi e con quanto ha detto lui. Non è mia intenzione parlare di giocatori che non sono presenti. Se dovesse arrivare ne parleremo, ma non voglio parlare di operazioni non concretizzate per quelli che sono presenti al momento".
Che obiettivo le ha dato Pallotta per questa stagione?
"Non ha fissato obiettivi concreti, ma io mi impongo di tornare subito in Champions League. Un’altra priorità è quella di costruire una squadra forte e ambiziosa. Vogliamo sempre vincere, ma quando non succede i tifosi devono essere orgogliosi. Se questa condizione è soddisfatta saremo più vicini al traguardo. Non faccio promesse, è una convinzione. Ho due anni di contratto più un altro, ma sono convinto che potremo vincere qualcosa. Non è una promessa ma una convinzione".
Ha parlato con Edin Dzeko? Cosa pensa di Zaniolo?
"Parto dalla questione di Zaniolo: è un calciatore di grande talento, in cui crediamo. Quel che sto per dire ora vale per lui e per tutti: contano solo presente e futuro, ogni giocatore deve dimostrare di meritare questa squadra. Al pari dei suoi compagni, lui gode della mia fiducia, ma quel che conta è la voglia di costruire qualcosa con giocatori che vogliano sacrificarsi per questa maglia, con giocatori che mettano i loro interessi dietro a quelli della squadra. Per quanto riguarda Dzeko, non ho ancora parlato con lui, ma so che Gianluca ha avuto modo di farlo. Voglio dire che restino qui soltanto i giocatori che sono felici di stare qui e che hanno voglia di lottare per questo club. È una condizione fondamentale avere calciatori dediti alla causa".
Ci sono dei calciatori della cui permanenza ha avuto la certezza? Teme che cambiamenti troppo grossi le possano portare via troppo tempo?
"Evidentemente ci sono dei giocatori che rappresentano delle certezze e che saranno pilastri del futuro. Giocatori che a pieno titolo fanno parte del progetto. Questo è il mio primo giorno nel club, inizieremo domani a lavorare. Mi aspetto che ci voglia un po' di tempo affinché determinati dettami vengano assimilati, sono positivo e ottimista, convinto che con chi c'è e chi arriverà si possa costruire una squadra forte".
Restano due romani in rosa, Florenzi e Pellegrini. In che ruolo vede i due?
"Conosco molto bene i due, li ho affrontati e ho visto tantissime partite della Roma. È importante conoscerli anche da un punto di vista caratteriale, come sono come uomini, è un aspetto molto importante. Un discorso che vale per loro e per tutti, è di fondamentale importanza. Il ruolo lo vedremo, analizzeremo le cose con calma, sperimenteremo e voi stessi ve ne renderete conto. Per concludere il discorso, molto spesso parliamo di esigenze. Io sono qui perché esigo determinate cose dai calciatori, il club lo stesso. Quello che conta è il livello di esigenza che il calciatore pone sulle proprie spalle e quelle del compagno. Portare la fascia di capitano ha un'importanza cruciale: essere leader significa questo e spero che ogni giocatore abbia questo livello di esigenza molto alto perché ritengo che questo tipo di sentimento possa aiutarci a vincere".
Per Petrachi: state considerando di poter cedere Florenzi e Zaniolo?
"Oggi è la giornata del mister, è giusto che il mister risponda alle domande sul campo. Parlare oggi di mercato è inopportuno, tre giorni fa credo di essere stato abbastanza esauriente. Quando parleremo di mercato lo farò ufficialmente".
È arrivato in una squadra che non vince tanto da molti anni. Pensa che ci siano realmente delle possibilità di poter vincere con la Roma?
"Sono qui perché ho la forte convinzione che possiamo elevare la Roma a un livello successivo. Disputiamo un campionato difficilissimo sul piano tattico, è una sfida affascinante. Ma soprattutto sono qui perché ritengo che possiamo costruire qualcosa di speciale. Poiché non faccio le mie scelte su base economica, ma sulle mie sensazioni, quando ho parlato con Gianluca, che mi ha offerto di venire qui alla Roma, non ho mai esitato o avuto dubbi. Ribadisco, possiamo costruire qualcosa di davvero speciale".
Ha già in testa un sistema di gioco per la sua squadra? Per quanto riguarda la fase difensiva, il suo Shakhtar era molto forte in campionato e meno nelle coppe. Qual è la sua opinione?
"Quella del sistema di gioco non è la questione più importante. Ciò che è importante sono le dinamiche di squadra. Le mie squadre si sdoppiano, nella costruzione i principi dell'allenatore sono fondamentali, poi bisogna fare i conti con le caratteristiche. Se mi chiedete se i calciatori attuali possano incasellarsi nei miei principi, io dico sì. Per quanto riguarda la questione difensiva, negli ultimi 12 anni ha sempre vinto la miglior difesa. Cureremo la fase difensiva, ma è un registro che cercheremo di migliorare. Difendere bene non significa avere una squadra permanentemente in fase difensiva. Il miglior modo di difendere è tenere il pallone. È fondamentale l'intensità in ogni momento di gioco, pur garantendo stabilità difensiva. Bisogna difendere lontano dalla porta. Se saremo solidi in fase difensiva, ci avvicineremo alla vittoria. Dirò di più: il gioco è diventato più strategico e servirà uno studio approfondito. In Italia si gioca a 4 o 5 in difesa, a 2 o 3 in attacco: servirà una preparazione dal punto di vista strategico. Se mi chiedete se la mia squadra giocherà sempre nello stesso modo, vi rispondo che la mia squadra giocherà in modo strategico per poter battere l'avversario".
Florenzi sarà il capitano della Roma?
"Florenzi era il capitano della squadra, è una questione che analizzeremo ma evidentemente la probabilità che continui a esserlo è elevatissima".
Lei è l'ottavo allenatore della gestione americana. È un aspetto che la preoccupa? Cosa crede di avere per riuscire dove altri hanno fallito?
"No, assolutamente. Non ho alcuna paura, è un sentimento che non conosco. Non mi piace parlare di me stesso, per gli allenatori parlano i risultati. Se ne faremo di buoni, vedrete chi sono. L'allenatore è i risultati, mi conoscerete così".
Pastore e Perotti rientrano nella sua idea di gioco?
"Se sono qui con noi, sono giocatori sui quali conto, che possono essere utili. Hanno qualità, vale il discorso di Zaniolo: bisognerà lavorare giorno per giorno per meritare di essere qui".
Che tipo di rapporto instaura col DS? Qual è l'attaccante ideale per Fonseca?
"L'attaccante ideale è quello che fa gol (ride, ndr). Per quanto riguarda il rapporto col DS, devo riconoscere che c'è una ottima complicità. Stiamo cercando di scegliere le opzioni migliori per la squadra. Ci sono due scenari: o Gianluca propone calciatori, o lo faccio io. Insieme, cerchiamo di prendere le decisioni migliori, contando anche le questioni finanziarie. Insieme stiamo cercando di scegliere le opzioni migliori".
Amichevole contro il Lille il 3 agosto alle 18
La Roma affronterà il Lille il 3 agosto alle ore 18:00 allo Stade Pierre Mauroy. Questo il comunicato ufficiale su asroma.com:
L'AS Roma giocherà un’amichevole sabato 3 agosto in casa del Lille. I giallorossi saranno impegnati allo Stade Pierre-Mauroy, in occasione del “LOSC FanDay”, con il calcio d’inizio del match in programma alle 18:00.
Il club rossoblù nello scorso campionato si è classificato al secondo posto dietro al PSG, guadagnando l’accesso diretto ai gironi della prossima Champions League.
La squadra francese inizierà la nuova stagione di Ligue 1 il 10 agosto, contro il Nantes.
Nei prossimi giorni saranno comunicate le modalità di acquisto dei biglietti per i tifosi giallorossi.
Ritiro Roma, appuntamento alle 9.30 a Trigoria
La Roma inizia il ritiro domani. Primo giorno di raduno e prima volta in campo a Trigoria per Paulo Fonseca da allenatore della squadra: i giallorossi si troveranno intorno alle 9.30 e l'allenamento sarà a porte chiuse. Inizialmente l'idea era quella di una doppia seduta ma l'opzione scelta è stata di un solo allenamento; per i prossimi giorni è tutto da pianificare.
Torna l'opzione Bailey
Leon Bailey torna nel mirino. La Roma deve colmare il vuoto del dopo El Shaarawy e riemerge il nome dell'attaccante giamaicano ancora al Bayern Leverkusen. La valutazione è alta ed è uno scoglio importante per l'intesa tra i club, ma la Roma potrebbe fare un tentativo.
Pau Lopez 'y sus compañeros', l'ex Betis è l'undicesimo spagnolo nella storia della Roma
INSIDEROMA.COM - MATTEO LUCIANI - Il portiere iberico Pau Lopez è sbarcato nella Capitale e si appresta ad iniziare la propria avventura in giallorosso dopo che il neo ds Gianluca Petrachi, su segnalazione diretta di mister Fonseca, ha convinto il Betis Siviglia con una somma vicina a trenta milioni di euro.
La porta della Roma, dunque, continuerà a 'parlare straniero' anche per la stagione 2019/2020; lo scorso anno fu lo svedese Robin Olsen a essere scelto dall'ex direttore sportivo Monchi come portiere (sulla carta, visto come andò a finire...) titolare per la compagine allora guidata da Eusebio Di Francesco. L'ex Copenhagen arrivò per rimpiazzare un altro 'numero uno' non italiano come Alisson Becker, che a sua volta aveva preso il posto del polacco Wojciech Szczęsny a partire dall'estate del 2017.
Per tornare alla scelta di un portiere nato nello 'Stivale' a cui affidare i gradi di titolare bisogna riferirsi addirittura al 2013, anno in cui Walter Sabatini scelse di puntare con decisione sull'esperto Morgan De Sanctis, in uscita dal Napoli, dove nel frattempo erano arrivati Rafa Benitez (in panchina) e il fido Pepe Reina (come nuovo estremo difensore titolare); per un puro scherzo del destino entrambi spagnoli come il nuovo acquisto giallorosso.
La Spagna e la Roma: un binomio già venuto alla luce nel corso degli otto anni di gestione americana sin qui trascorsi.
In principio, ci fu l'avvento di Luis Enrique in panchina. Voluto fortemente da Franco Baldini, l'ex centrocampista del Barcellona fu il primo tecnico della Roma made in Usa. Sembrava potesse essere il principio di una vera e propria 'rivoluzione culturale', ma si trattò alla fine di un'esperienza durata soltanto un anno, tra molti bassi e pochissimi alti.
Al di fuori del rettangolo di gioco, poi, la Roma tornò a parlare spagnolo a partire dalla primavera del 2017, quando James Pallotta scelse Monchi come nuovo direttore sportivo del club al posto di Walter Sabatini. Poco meno di un biennio, con una semifinale di Champions League e un terzo posto in Serie A ma anche una serie di acquisti quantomeno discutibili, per l'ex 'Re Mida' venuto da Siviglia e poi le dimissioni irrevocabili per fare ritorno a casa.
Dal punto di vista dei calciatori, invece, Pau Lopez sarà il primo portiere spagnolo nella storia della Roma; l'undicesimo nato nel paese iberico, tuttavia, a vestire i colori della società capitolina.
Il primo della lista fu Joaquín Peiró, che lasciò l'Inter di Herrera nell'estate del 1966 per approdare in giallorosso. A Roma rimase per quattro stagioni in cui, nonostante l'età non più verde, riuscì a mostrare molti sprazzi del suo talento cristallino e a entrare nel cuore dei tifosi, divenendo anche capitano della squadra.
Altro campione spagnolo giunto nella Capitale soltanto a fine carriera fu Luis Del Sol. Classe 1935, il centrocampista iberico arrivò alla corte di Helenio Herrera nell'estate del 1970, quindi a trentacinque anni, dopo otto stagioni con la Juventus. Il dinamismo che aveva contraddistinto l'intera sua carriera si era ormai drasticamente ridotto, ma in una Roma per nulla competitiva ad alti livelli, Del Sol ebbe comunque modo di offrire alcune prestazioni di livello e di vestire in più occasioni la fascia di capitano grazie alla sua esperienza.
Brevissima e anonima fu, invece, l'esperienza romanista di Bruno Nobili, di chiare origini italiane, ma nato in quel di Valencia. Si trattava di una mezz'ala, che disputò una sola gara con la maglia della Roma: una sfida contro il Varese del leggendario Armando Picchi nella stagione 1968/69.
Furono necessari poi quasi trent'anni per ritrovare dei calciatori spagnoli all'interno della rosa giallorossa.
Nell'estate del 1997, infatti, dalla penisola iberica arrivarono ben due elementi per il neo allenatore Zdenek Zeman: due casi completamente distinti, seppur entrambi segnalati proprio dal boemo. Si trattava di Ivan Helguera e di Cesar Gomez.
La trattativa per portare Helguera a Trigoria fu tutt’altro che facile anche a causa dell’improvviso (e scorretto) inserimento del Real Madrid, che fece infuriare l'allora presidente Sensi. Alla fine, comunque, il 14 giugno del 1997 Helguera diventò un giocatore della Roma per 5 miliardi di lire. Si pensava di aver trovato il metronomo perfetto per dettare i tempi del calcio zemaniano, ma la storia disse il contrario. Dopo un solo anno, il ragazzo fece così ritorno in patria (all'Espanyol) prima di diventare una leggenda del Real Madrid come difensore centrale.
Cesar Gomez, invece, ha avuto modo di entrare di prepotenza nella storia della Roma unicamente per il suo status di meteora e per la storia che si celerebbe dietro al suo acquisto. Tutto ebbe inizio nell'ottobre del 1996, quando la Lazio, allora allenata da Zeman, venne travolta per 5-3 in un match di Coppa Uefa sul campo del Tenerife, guidato in difesa dalla coppia centrale Paz-Gomez. Oltrepassato il Tevere, il mister boemo non dimenticò quella serata e consigliò alla società l'acquisto di 'quel difensore con la -z' che tanto bene aveva marcato Casiraghi. Visti i pessimi risultati di Cesar Gomez in giallorosso, negli anni in molti, tra tifosi e addetti ai lavori, hanno iniziato a narrare la storia (o leggenda metropolitana?) che il vero obiettivo fosse in realtà il compagno di reparto di Gomez, ovvero tale Pablo Paz, e che si verificò un grossolano errore da parte della dirigenza romanista e del tecnico.
Successivamente, toccò a Josep 'Pep' Guardiola. Leggenda del Barcellona dal 1990 al 2001, il centrocampista di Santpedor fu un grande colpo a costo zero messo a segno dal presidente del Brescia Corioni nell'estate del 2001. Poche partite con le 'Rondinelle' sembrarono bastare alla Roma per tesserarlo nella stagione successiva. Nella Capitale, però, Guardiola disputò soltanto sei partite, prima di fare ritorno (brevemente) ancora a Brescia e di volare poi alla volta dell'esotico calcio qatariota.
Da Barcellona arrivava anche Bojan Krkic. Era l'estate del 2011, la prima della Roma americana, e Walter Sabatini era alla ricerca di un grande colpo da regalare in attacco al nuovo mister Luis Enrique. Proprio l'allenatore iberico segnalò come primo nome sulla sua lista di gradimento quello del giovane blaugrana Bojan, che nelle giovanili del club catalano aveva fatto sfracelli, ma che allo stesso tempo aveva iniziato a faticare in prima squadra, dopo una stagione come debuttante da sogno. In giallorosso, Bojan continuò a mostrare ciò che non gli aveva permesso di sfondare in Catalogna: grande classe, ma anche eccessiva discontinuità. Dopo un solo anno, venne ceduto al Milan.
Sempre nel corso dell'estate del 2011, il club di Trigoria ebbe la necessità di sostituire il partente John Arne Riise con un nuovo terzino sinistro. Sabatini seguì ancora una volta le indicazioni di Luis Enrique e prelevò il giovane Josè Angel dallo Sporting Gijòn. Dopo le prime apparizioni, lo spagnolo sembrò stregare i fan romanisti grazie a entusiasmanti sgroppate e a un piede sinistro davvero delicato. Con il trascorrere della stagione, tuttavia, emersero i limiti difensivi e caratteriali del ragazzo, che concluse l'annata tra i fischi dei tifosi. La cessione divenne inevitabile e dopo un solo anno, Josè Angel fece ritorno in patria, precisamente alla Real Sociedad.
Quattro anni dopo la coppia Bojan-Josè Angel, la Roma tornò ad acquistare un calciatore spagnolo: Iago Falque. Reduce da una grande stagione con il Genoa di Gasperini, l'esterno offensivo di Vigo sembrava poter essere un innesto veramente importante per la squadra di Rudi Garcia, che gli diede fiducia sin dalle prime partite. A causa di diversi contrattempi fisici e del successivo avvicendamento in panchina tra il francese e Luciano Spalletti, con quest'ultimo che proprio non puntava sul ragazzo, l'attaccante non riuscì ad affermarsi nella Capitale e fu frettolosamente (troppo?) spedito al Torino, dove ha poi continuato a offrire ottime prestazioni e a siglare diversi gol.
Si giunge, dunque, alla precedente estate, quando l'ormai ex direttore sportivo Monchi sceglie di mettere sotto contratto il centrale difensivo Ivan Marcano, svincolatosi dal Porto. Difensore roccioso, ma anche abbastanza lento, Marcano viene raramente considerato da Eusebio Di Francesco, che non lo ritiene adatto al proprio calcio contraddistinto dalla difesa alta e da centrali preferibilmente rapidi. Dopo l'allontanamento del tecnico pescarese, tuttavia, il ragazzo si prende una piccola rivincita personale con Claudio Ranieri in panchina: grazie a una disposizione difensiva assai più accorta, infatti, l'ex Porto offre qualche prestazione di buon livello. Probabilmente un elemento non sufficiente per guadagnarsi la conferma anche per la stagione che sta per prendere il via, con Paulo Fonseca in panchina e il connazionale Pau Lopez in porta.