Torino, Cairo scherza su Petrachi: "Dobbiamo stare insieme ancora molto tempo"

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Hanno voluto esserci tutti, ieri sera, alla festa di compleanno di Urbano Cairo, evento organizzato tra i giardini e le colonne razionaliste della splendida villa Necchi Campiglio, a Milano, scelta per festeggiare i 62 anni del numero uno del Torino nonché presidente di Rcs Mediagroup. (...) I dirigenti del club sono arrivati dal capoluogo piemontese per abbracciare il presidente Cairo, tutti uniti da un orgoglio granata cementato da una stagione da record vissuta da protagonisti, nonostante la delusione per la mancata qualificazione in Europa: dall’allenatore Walter Mazzarri al diirettore generale Antonio Comi, dal direttore operativo Alberto Barile al capo della comunicazione Piero Venera, dal direttore del settore giovanile Massimo Bava al responsabile della scuola calcio del Toro Silvano Benedetti, dal segretario generale Pantaleo Longo al direttore sportivo Gianluca Petrachi. Simpatico siparietto tra Cairo e Uberto Fornara (a.d. della Cairo Communication): «Con Uberto siamo assieme da trent’anni, vedi Petrachi quanto tempo dobbiamo stare ancora insieme...». (...)


Montali: "Incredibile lasciar andar via De Rossi, Si poteva costruire un percorso triennale con lui"

“De Rossi? Faccio molta fatica a capire come sia stato possibile arrivare a una situazione di questo tipo e come non si sia capito che tipo di importanza strategica abbia una persona come lui nella Roma”. Questo il commento di Gian Paolo Montali sulla situazione legata al capitano romanista. L’ex dirigente giallorosso, in esclusiva su Retesport, ha aggiunto:  "Ho lavorato solo in due squadre di calcio, Roma e Juventus, ma ho visto molti giocatori importanti. Pochi hanno dimostrato di avere lo spessore morale, umano e professionale di De Rossi”.

Nel 2011, Montali ha rescisso consensualmente il contratto con la Roma. “Volevo rimanere alla Roma, ma ho capito che c’erano dinamiche completamente diverse e c’era un progetto nel quale non mi sono riconosciuto. Io non sono uno che rimane in un posto per lo stipendio e a dispetto dei santi. C’erano delle idee che non condividevo e che poi ho portato all’altra anima della società, che era Unicredit, perché non ritenevo assolutamente che ci fossero le condizioni per far fare il salto di qualità alla squadra e me ne sono andato, in punta di piedi. Se le persone che deleghi per comandare non hanno un imprinting per poter governare una squadra così importante come la Roma sicuramente anche la figura del presidente ne risente. Io credo che il presidente non debba essere necessariamente presente per ottenere risultati. Basti vedere il Manchester United, il Manchester City, l’Arsenal. Club che scelgono delle eccellenze, settore per settore, che hanno delle qualità, che si affidano a straordinari professionisti e dove c’è un’idea chiara. E’ possibile avere una società distante, ma deve delegare a un management importante. Specie in una squadra come la Roma che deve giocare per vincere”. 

Montali torna poi su De Rossi"Ho allenato i migliori giocatori del mondo, solo una volta mi è capitato un giocatore, De Rossi appunto, che mi ha detto: ‘Sa qual è il mio unico cruccio direttore? Non avere due vite da dedicare alla Roma’. Come si fa a non capire il valore di un elemento così? Perché non preparare un percorso triennale con lui. Farlo giocare ancora un anno, affiancarlo un biennio al nuovo allenatore e poi affidargli il progetto in prima persona? Non è una cosa complicata da capire e da programmare”. Non dà ulteriori consigli Montali, ma si limita ad un’ultima raccomandazione: “Le componenti fondamentali per vincere sono tre: società, allenatore e giocatori, in ordine di importanza. Ma chi le fa le scelte nella Roma? Chi rappresenta la società? Di sicuro la Roma merita un allenatore di primissimo livello, che venga qui non solo per piazzarsi, ma per vincere”. 


Zaniolo in bilico tra Juventus e Tottenham

Nicolò Zaniolo è in bilico. Secondo TuttoSport lunedì il direttore sportivo bianconero Paratici è stato visto insieme all'agente del romanista classe '99, Claudio Vigorelli. I due si sono incontrati in occasione del premio Gentleman ma l'incontro pone in vantaggio il club juventino rispetto al Tottenham che offrono, d'altrocanto, 50 milioni per il classe '99.


Allenamento Roma, individuale per Zaniolo e Manolas

La Roma si allena a Trigoria in mattinata. In vista dell'ultimo match contro il Parma di domenica, la squadra inizia con il riscaldamento a cui seguono le esercitazioni tattiche a tutto campo. Lavoro individuale per Zaniolo e Manolas, Fazio ha superato l'influenza di ieri.


Le maglie firmate Nike per la prossima stagione (Foto)

Pubblicate le foto delle t-shirt per la prossima stagione. Il sito Footyheadlines.com ha reso noto il materiale della Nike per il prossimo anno, con la maglia Home e il dettaglio del fulmine nella parte superiore.

Le immagini nel sito seguente:
https://www.footyheadlines.com/2019/05/new-nike-style-nike-as-roma-19-20-kit-t-shirt-leaked.html


Panucci: "Chi sulla panchina della Roma? Prima bisogna capire il progetto della società"

Christian Panucci, ex difensore della Roma per 8 stagioni, è stato intervistato da Sky Sport e parlato anche del momento del club capitolino. Queste le sue dichiarazioni in merito:

Chi per la panchina giallorossa?

"Io credo che bisogna capire prima il progetto della società, perché puoi mettere qualsiasi allenatore, ma se non c'è una chiarezza di quello che si vuole fare diventa tutto molto difficile, anche con il più forte del mondo in panchina. I nomi che si fanno sono nomi di tutti allenatori bravi, ma è il progetto che conta. Roma è una piazza che ha fame".


Sarri: "Sono felice di rimanere in Premier. Non riesco a capire perché si parli di un mio ritorno in Italia"

Maurizio Sarri, attuale tecnico del Chelsea, era presente quest'oggi in conferenza stampa alla vigilia della finale di Europa League che i Blues giocheranno domani a Baku contro l'Arsenal. Tra i vari argomenti, ha parlato anche del suo futuro, che lo vedrebbe di ritorno in Italia con Juve e Roma sulle sue tracce. Queste le sue dichiarazioni riportate da Sky Sport 24:

Futuro?

"Come ho già detto, io sono felice di rimanere in Premier League ed il Chelsea è uno dei club più importanti di questo campionato. Sono felice, ma dobbiamo discutere e confrontarsi con il club, come sempre accade alla fine di ogni stagione".

Più felice di tornare in Italia?

"Qualcuno lo dice, ma non riesco a capire perché".


Garcia si dimette. Non è più il tecnico del Marsiglia

Rudi Garcia ha rassegnato le sue dimissioni da tecnico dell'Olympique Marsiglia. La notizia era nell'aria da giorni dopo un'annata deludente sia in campionato che nelle coppe e l'ex allenatore della Roma ha deciso di non continuare la sua esperienza con il club francese e lo ha comunicato in una conferenza stampa indetta oggi pomeriggio:

"Ho deciso di andarmene. Ho proposto questa soluzione al presidente, che l'ha accettata".

Garcia era arrivato all'OM nel 2016 e lascia il club dopo la mancata qualificazione alle coppe europee (l'OM ha chiuso al sesto posto, a -7 dal Saint-Etienne).


Impazza la protesta dei tifosi romanisti verso Pallotta. Sito USA tempestato di messaggi

I tifosi della Roma si stanno facendo sentire attraverso i tanti striscioni apparsi in tutto il mondo nei confronti di James Pallotta e Franco Baldini per la decisione di non rinnovare il contratto a Daniele De Rossi. La protesta, però, non finisce qui e nei giorni scorsi i social network di varie testate americane e di Boston in particolare sono state invase da messaggi di supporter romanisti che prendevano di mira l'attuale numero 1 del club giallorosso. A ricevere tantissimi messaggi è stato il sito boston.com, che oggi ha pubblicato un articolo in merito alla faccenda. Il portale statunitense  conta oltre 390.000 fan e dopo alcuni giorni, la testata americana ha approfondito l’argomento e pubblicato un articolo a riguardo firmato dal giornalista Hayden Bird:

Ecco perché i tifosi di calcio italiano hanno bombardato di commenti la pagina Facebook di Boston.com“.

Luca Martano, vicepresidente del Roma Club New York, ha parlato di quanto sta accadendo:

“Eravamo al nostro top (la semifinale di Champions, ndc), in un anno abbiamo raggiunto il punto più basso. Per noi, soprattutto per noi tifosi romanisti di Roma come me, De Rossi è uno di noi. È un tifoso in campo, che festeggia i gol esattamente come facciamo noi. Questo è un cambiamento che non vogliamo accettare e non accetteremo“.

Anche Peter Gianascol Olson, fondatore del Roma Club di Boston, ha espresso il suo parere:

Credo che il problema di De Rossi sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha fatto perdere la pazienza“.

James Pallotta è stato chiamato dal sito per avere la sua opinione ma non ha voluto rispondere. Questa mancata comunicazione non ha fatto altro che aumentare la rabbia sulle pagine Facebook dei romanisti che le hanno esternate ai media di Boston come appunto boston.com, The Boston Globe, The Boston Herald, WBZ.

Lo stesso Martano ha poi aggiunto:

Sono ancora sorpresoCredo che neanche Pallotta se lo aspettasse. Comunque mi concentrerei di più sugli striscioni apparsi in tutto il mondo. Lo abbiamo fatto qui a New York, così come a Londra, in Germania, in Australia. Ieri abbiamo ricevuto un messaggio da un tifoso della Roma in Siria. E soprattutto a Roma. È qualcosa che non credo sia mai successa prima, qualcosa di unico. Spero che Pallotta prenda il tutto in considerazione, ma non ne sono così sicuro“.


Il Tottenham fa sul serio per Zaniolo, ma la Roma vuole trattenerlo in rosa

Dopo una stragione giocata ad alti livelli, in cui ha messo in mostra tutto il suo talento ed i suoi margini di crescita, la Roma dovrà fare di tutto per mantenere in rosa Nicolò Zaniolo. Il giovane talento, come riferisce Sky Sport 24, è finito nel mirino del Tottenham che sarebbe pronto a sferrare l'attacco decisivo subito dopo la finale di Champions League. La Roma, d'altra parte, non vuole perdere Zaniolo e sta organizzando un incontro con il suo entourage per discutere di adeguamento contrattuale.


Allenamento Parma, terapie per Gervinho, Inglese e Rigoni

Il Parma, prossimo avversario della Roma, si è allenato in vista del match di domenica prossima all'Olimpico. I ducali, come riferisce il sito parmacalcio1913.com, hanno cominciato la seduta con il riscaldamento per poi concentrarsi su tecnica, possesso palla e partitella a campo ridotto. Risentimento muscolare per Gervinho, che è in dubbio per la Roma e ha sostenuto terapie insieme ad Inglese e Rigoni. Personalizzato per Sierralta.


Ranieri: "Questa squadra ha futuro e potrà far bene. Per carattere non mollo mai"

Claudio Ranieri, attuale tecnico della Roma, ha rilasciato una lunga intervista per il sito ufficiale della società giallorossa (asroma.com).
Queste le sue parole:

Mister, a quasi tre mesi dall’inizio di questa esperienza che bilancio si sente di poter fare in vista di Roma-Parma?
Il bilancio è positivo. Al momento del mio arrivo avevo trovato una situazione di scoramento generale della squadra, i ragazzi erano abbattuti perché speravano di fare meglio. Devo dire che qui a Trigoria ho avuto l’appoggio di tutti. E anche della squadra, perché ha saputo reagire, è stata positiva e vogliosa. Non si arriva con la bacchetta magica. Alla prima partita siamo stati molto fortunati contro l’Empoli, più avanti ci sono state SPAL e Napoli e da lì in poi abbiamo cambiato la strategia tattica. Avevo la necessità di far sentire più sicuri i difensori e piano piano le cose sono migliorate. Questa squadra ha un futuro, perché ci sono dei giovani molto interessanti: sono sicuro che potrà far bene”.

Quali sono gli aspetti positivi e quelli che l’hanno delusa?
Gli aspetti positivi sono proprio legati alla solidità difensiva, che prima mancava. Un aspetto negativo è il gol subito a Genova nei minuti di recupero. Anche se Mirante, poi, ci ha fatto quella parata sul calcio di rigore. Oltre a Sassuolo-Roma, in cui abbiamo creato più occasioni di ogni altra partita senza tuttavia riuscire a segnare. C’è ancora una possibilità remota di entrare in Champions League. Bisognerà fare cinque gol e vedere ai risultati delle altre? E noi ci proveremo. Io sono fatto così, come carattere non mollo mai e devo provarci fino in fondo. Se non ci riusciremo faremo i complimenti agli altri”.

Quanto ha inciso la situazione della squadra sul tipo di calcio che ha scelto in queste settimane?
Quando si arriva in corsa, verso il finale di stagione, tutto è condizionante. Io sono un allenatore che chiede organizzazione ed equilibrio tattico. Tutto questo incide sul mio modo di vedere il calcio. È logico che anche a me piace pressare novanta minuti in avanti e poi ripiegarsi, ma credo sia meglio non tenere troppo palla, perché l’altra squadra si chiude e poi devi trovare il modo di aprire le difese. Anche per questi motivi, cerco sempre di giocare in velocità. So che fare il mio calcio non è facile e per questo sono contento di quello che hanno fatto i miei giocatori”.

Ha cambiato spesso il sistema di gioco, a dimostrazione che nella sua idea di calcio non esiste solo un modo di schierare la squadra in campo.
“Io ho iniziato a fare i miei cambiamenti sul sistema di gioco quando allenavo il Cagliari nel 1990. Nel girone di andata eravamo straultimi in classifica e tutti ci davano come retrocessi. All’epoca si giocava con il 3-5-2 e solo il Milan di Sacchi si schierava con il 4-4-2. Io nella seconda parte di campionato cambiai diverse volte tra 4-4-2 e 3-5-2 e mi salvai con una giornata di anticipo. Mi piace cambiare, ma dipende sempre dalla squadra e da quanto si può lavorare con i ragazzi. Ho preso in mano una squadra esperta, che sapeva già il fatto suo. Se noi lottiamo fino all’ultima giornata è perché prima è stato fatto bene. Che poi non sia stato tutto così fruttifero ci sta, fa parte delle annate. Il mondo del calcio è così”.

Qual è partita che le lascia il ricordo migliore?
Forse quella contro la Juventus, è stata molto bella. È vero che Mirante ha fatto tre capolavori, ma un portiere è lì anche per quello: l’anno scorso quanti ne ha fatti Alisson? Siamo stati bravi ad approfittarne al momento giusto e siamo riusciti a vincere la partita, regalando una bella soddisfazione ai nostri tifosi presenti allo Stadio Olimpico”.

Qual è il calciatore da cui ha avuto maggiori soddisfazioni in termini di crescita?
Io credo che Fazio e Nzonzi abbiano fatto vedere le loro capacità. Federico lo conoscevamo già. Steven non aveva incontrato i favori del pubblico. Io lo avevo già cercato al Leicester, una volta partito Kanté volevamo prenderlo. Forse sapere che già lo stimavo gli ha dato quel quid in più per far vedere di che pasta è fatto. Gioca sempre a due tocchi e riesce a recuperare delle palle incredibili come una piovra. Certo, nel calcio italiano deve migliorare nella verticalizzazione, lui invece rischia di meno e gioca sempre per il compagno. Mi sembra di rivedere Thiago Motta all’Inter, non perde mai la bussola, è sempre calmo e a disposizione della squadra. Credo che la Roma con lui abbia fatto un ottimo acquisto”.

È Genoa-Roma la partita che le lascia più rimpianti per come sono andate le cose?
Sì. Non era facile vincere e avevamo trovato il varco giusto per far gol. Prendere il pareggio su palla inattiva considerate le caratteristiche della nostra difesa mi è dispiaciuto molto. Ci avrebbe proiettati all’Olimpico contro la Juventus con un tifo ancora più appassionato. E poi con due punti avremmo avuto più possibilità di entrare in Champions League”.

Cosa si sente di dire in vista di una partita che rischia di non poter permettere alla squadra di raggiungere quell’obiettivo?
Questa squadra ha lottato per cercare di entrare in Champions League. Come ho già detto, ci sono delle annate positive e negative. È come in agricoltura: il contadino può fare sempre lo stesso lavoro, ma ci sono annate in cui il vino è meraviglioso e annate in cui esce diverso da come lo si vorrebbe. Dipende da mille fattori. Purtroppo è andata così, ma l’impegno, l’abnegazione e il senso di appartenenza ci sono sempre stati”.

Nell’ultimo post partita alcune sue parole hanno fatto discutere: ha parlato di una Roma che dalla prossima stagione potrebbe non essere pronta a giocarsi un posto in Champions. Ci approfondisce questo pensiero?
Bisogna vedere come cambierà la squadra del prossimo anno e capire che allenatore verrà. Questo gruppo sta lottando fino in fondo in un’annata che è andata male. Io non voglio caricare di responsabilità il mio successore. Sarebbe troppo facile. Io dico che questa è una buona squadra e che negli ultimi anni è sempre andata in Champions. E allora diciamo che la prossima squadra dovrà entrare in Europa League, voliamo più in basso. Se poi c’è l’anno buono, vorrà dire che entrerà in Champions League e sarà una bella sorpresa. Io sono sempre stato così, meglio non caricare di aspettative i tifosi e, di conseguenza, allenatori, Società e tutto il sistema. Se contro il Parma riuscissimo a entrare in Champions ovviamente entrerebbero più soldi. Questa Società ha sempre messo in chiaro di voler mantenere il bilancio a posto e credo che sia giusto. Quando sono tornato ho visto tantissimi cambiamenti, tante cose che prima non c’erano, vuol dire che i soldi qui sono stati spesi e le cose sono state fatte bene. Ovviamente ai tifosi di tutto ciò che che non si vede non importa nulla, loro vogliono vedere solo la squadra lottare sul campo. Un tifoso giustamente pensa così. Io che sono allenatore dico che qui c’è un’ottima struttura, c’è una grande Società e c’è una grande crescita”.

Quanto la emoziona vivere in panchina l’ultima partita da allenatore della Roma?
Io mi emoziono sempre sulla panchina della Roma. Entro in campo dopo l’inno perché altrimenti mi emoziono troppo. Voglio restare freddo e lucido fino in fondo. Dato che è l’ultima ci tengo a ringraziare il Presidente perché mi ha dato l’opportunità di guidare ancora una volta la squadra del mio cuore”.

E sarà anche l’ultima partita in giallorosso di Daniele, è un’emozione in più?
Lo sarà per lui, per i tifosi che vedranno Daniele per l’ultima volta con la fascia da Capitano sul campo e con la maglia della Roma. Ogni tifoso si è identificato in lui, per quella voglia che ha, per quello spirito combattivo che ha sempre fatto vedere. Mi auguro che domenica sia una giornata caratterizzata da un saluto pieno di amore”.

Cosa ha rappresentato per la sua carriera, nella quale ha raggiunto il traguardo più clamoroso della storia del calcio contemporaneo, mettersi in gioco per questi tre mesi per la Roma?
Per me Roma rappresenta tutto. Quale tifoso non accetterebbe di guidare la propria squadra del cuore anche solo per una partita? Io sono stato chiamato in un momento difficile. Fosse stata un’altra squadra non avrei mai accettato. Non mi sarei messo a rischiare così. Immaginate se dopo SPAL e Napoli avessimo continuato a perdere: le critiche sarebbero andate tutte su di me. Io queste cose le ho pensate, ma l’amore ti porta oltre il ragionamento pratico e freddo. Ho accettato prendendomi i rischi. Tutta la mia carriera è stata così, prima del Leicester sono arrivato secondo con la Roma, con la Juventus, con il Monaco, ma quelle sono piazze in cui sono arrivato sempre in un momento di necessità: non mi è mai stata costruita una squadra attorno”.

Che differenze vede oggi tra il calcio italiano e il calcio inglese?
Le differenze sono date da tanti fattori. La Premier League genera tanti soldi. E poi noi siamo ancorati troppo nei tatticisimi. Questo rallenta il gioco. Se un giocatore viene da lì, in Italia non rende subito. Ci vuole del tempo per capire il calcio italiano, quel mezzo metro più avanti, quella diagonale ben fatta. In Inghilterra, in Spagna e in Francia non sono così ingabbiati. In Premier amano la competizione e le squadre devono lottare dal primo al novantesimo. Ci si allena meno che in Italia, ma si fa tutto a mille all’ora. Nelle partitine se ne danno di santa ragione. Lo spirito che i tifosi vogliono è quello: vivere emozioni. E le emozioni si creano solo correndo e lottando su ogni pallone”.

È tornato spesso sul tema dello Stadio di proprietà: dalla sua esperienza diretta quanto incide nella crescita di un Club?
Io non riesco a capire come in Italia ci siano tutte queste difficoltà. Se penso che a Londra, tra tutte le categorie, ogni quartiere ha il suo stadio mi chiedo come è possibile che qui non ci riusciamo. Non solo a Roma, ma in tutta Italia. Ma per quale motivo? Io non lo capisco. Così si ferma il Paese, così si ferma tutto. Qual è la causa? La paura della corruzione? E allora state con gli occhi aperti”.

È quella la chiave per far crescere il calcio del nostro Paese?
Serve a mettere a posto i conti, altrimenti con il Fair Play Finanziario si blocca tutto. Guardate la Juventus. Chi fa uno stadio di proprietà è già un passo avanti”.

In più circostanze l'hanno chiamata in causa sul ruolo di Francesco Totti e lei ha spiegato che i giocatori hanno bisogno di tempo per imparare a diventare dirigenti. Ci fa capire il suo pensiero?
Spesso si pensa che giocare a calcio e fare il dirigente siano le stesse cose. Non è così, sono due mestieri diversi. Questo accade in tutti i lavori. Io non potrei fare il giornalista. Francesco ha smesso di giocare e lui sa cosa sente e cosa vuole fare, ma la crescita è graduale, non si nasce imparati. Certo è che lui di calcio ne sa”.

Al suo arrivo ci ha raccontato che due giorni prima aveva fatto un grande tifo per la squadra contro il Porto: da lunedì cosa succede, si rimette i panni del tifoso?
Non me li sono mai tolti. Sono e sarò sempre tifoso”.