Romanzo Ranieri: la Roma, il Cagliari e un cuore diviso a metà

GAZZETTA DELLO SPORT - CECCHINI - Se aveva ragione Plinio il Vecchio, sabato prossimo Claudio Ranieri avrà l’anima divisa a metà e un paio di Imu sentimentali da pagare. «La casa è dove si trova il cuore», spiegava infatti il sapiente uomo di lettere e di scienza campano, ed in effetti l’allenatore giallorosso non più tardi di una settimana fa ha ammesso: «Ho allenato tante squadre, ma a me brillano gli occhi soltanto per due: la Roma e il Cagliari. Nel cuore ho queste».

QUESTIONE DI FEELING C’è da sorprendersi che un allenatore capace di lavorare e vincere al Leicester come al Valencia, alla Fiorentina come al Monaco, e poi in grado di guidare corazzate come Juventus, Inter, Napoli, Chelsea e Atletico Madrid, abbia i sentimenti incagliati per sempre in Sardegna? Non proprio, perché gli imprinting emozionali prescindono dall’importanza degli stimoli, ma agiscono sulle fasce d’età. Così, se Roma è la città che il destino generosamente ha dato in sorte a Ranieri al momento della nascita, Cagliari è quella che lo ha scelto e adottato. Lo si capisce rivedendo il filmato del suo addio, dopo tre stagioni che per Ranieri hanno rappresentato una sorta di rito di passaggio nel mondo adulto degli allenatori di calcio. Il matrimonio, iniziato in Serie C1 nel 1988 si stava concludendo gioiosamente nel 1991 in Serie A, con un bilancio di due promozioni consecutive (con vittoria della Coppa Italia di Serie C) e una salvezza nel massimo campionato. Giacca grigia, camicia azzurra e cravatta scura, il giorno che annunciò il suo addio, Ranieri sembrava non stesse salutando solo Cagliari ma il tramonto della sua seconda giovinezza, dopo che la prima si era consumata nella carriera da calciatore. «Ringrazio la famiglia Orrù e il d.s Longo – aveva detto – che hanno avuto il coraggio di puntare su di me dopo che ero retrocesso con la Puteolana», diceva compunto.

L’ADDIO Quel giorno i riccioli di Claudio erano ancora scuri, così come la sua malinconia. Stava dicendo addio alla sua casa in centro, nei pressi del palazzo di giustizia (la seconda dopo quella a Bonaria), ai pranzi e le cene al ristorante «La Balena», ed è inutile dire che si mangiasse solo pesce, anche se senza primi. E poi ad un manipolo di calciatori che, in stagioni diverse erano diventati i suoi scudieri, da Ivo Pulga ad Aldo Firicano e Lucio Pellegrini. Ranieri era arrivato a Cagliari a 37 anni, irrobustitosi solo sulle panchine della Vigor Lamezia in Interregionale e della Puteolana, in C. «Qualcuno mi diceva che potevo bruciarmi, ma nella vita bisogna rischiare. Io l’ho fatto e, su indicazione della società, sono diventato anche uomo immagine del Cagliari», spiegò con voce commossa. Ma aveva fatto tutto così bene da meritare un biglietto di sola andata per una grande piazza come Napoli, prima panchina importante dove piantare radici ma non lasciare il cuore. Quello era altrove. «La mia fortuna è stata il Cagliari – ha infatti ammesso nel dicembre scorso –. Il triplo salto alla C alla A rappresentò la svolta della mia carriera. Cagliari mi emoziona ancora perché fu il mio trampolino di lancio: non ci sarebbe stata Leicester senza Cagliari». E allora come meravigliarsi se ogni (frequente) ritorno «a casa» di Ranieri rappresenti un evento da festeggiare?

IL DISCORSO Sarà per questo che a Trigoria sussurrano come Ranieri in questi giorni sia più nervoso. Ieri tra l’altro ha voluto parlare alla squadra chiarendo questi concetti: «Adesso dobbiamo mettercela tutta. Agguantare la zona Champions è possibile. Il nostro obiettivo ora è vincerle tutte. Dobbiamo crederci». Lui ci crede, ed in cuor suo non è affatto dispiaciuto che il Cagliari arrivi all’Olimpico con la salvezza virtualmente alle porte, visto gli undici punti di distanza che ha dalla zona pericolo. Certo, gli allenatori sono dei professionisti, il bene della squadra che si dirige viene prima di qualsiasi cosa e il «mors tua vita mea» è la legge non scritta che regola i rapporti di forza dello sport. Ma non si può chiedere a Ranieri di guardare le maglie rossoblù senza provare sentimenti. Nel lungo viaggio da Roma a Roma è stata proprio Cagliari a rappresentare la tappa del cuore. E guai a dimenticarlo.


Di Livio: "A Conte piace l'idea Roma"

IL TEMPO - AUSTINI - Passano i giorni, aumentano gli indizi. Il sogno della Roma di portare Conte sulla panchina giallorossa il prossimo anno è concreto. Dopo l'incontro in gran segreto a Siena con un dirigente, la presunta cena con Baldini a Londra e i messaggi inviati da Totti, un altro aggiornamento interessante lo fornisce Angelo Di Livio, ex compagno del leccese alla Juventus e suo amico. "Ho sentito Antonio con i "messaggini"l'ultima volta dieci giorni fa - ha raccontato l'ex centrocampista romano, ora speaker a Teleradiostereo - non posso essere diretto e dire le cose come stanno, sarei un traditore. Ma secondo me la Roma fa bene a provarci per Conte. Lui sta cercando un progetto serio, una squadra in cui posse partire dal ba-so e portarla in alto per costruire cose importanti".I due, a quanto pare, hanno già parlato di alcuni giocatori che l'allenatore vorrebbe ritrovare a Trigoria oltre i tre azzurri (De Rossi, Florenzi ed El Shaarawy) che portò agli Europei del 2016. "Secondo me - dice ancora Di Livio - Manolas guidato da Conte farebbe la miglior stagione della carriera. Anche Nzonzi gli place". Qualche giorno fa si era già sbilanciato, sempre parlando in radio: "Roma è una piazza che a Conte è sempre piaciuta, lo dico perché lo so. Qui è tanto che non si vince, la potrebbe prendere come una belle sfida. Non c'è bisogno di fare un grandissimo mercato - il pensiero di Di Livio - la squadra ha una base buona, bisogna solo lavo-rare sui giocatori e allenarli in una certa maniera".

Di sicuro dovrebbe ripartire da una difesa più solida e in questo senso la conferma di Manolassarebbe un bell'inizio: il greco può liberarsi a luglio con una clausola rescissoria da 38 milioni, il suo agente Raiola sta parlando con la Juventus ma Kostas non si è ancora impegnato con nessuno, perché in cuor suo vorrebbe restare. Con Conte ancora di più. Ma non è fatta, anzi. Il tecnico si è preso del tempo per capire davvero quali siano le alternative: Inter, un clamoroso ritorno alla Juventus o il Bayern? La Roma non corre da sola ma inizia a crederci. Un altro indizio, che fa quasi una prova, sono i contatti in corso con Petrachi, uno dei migliori amici di Conte, per affidargli la direzione sportiva. Il diesse in uscita dal Torino viene dato in risalita negli ultimi giorni da più fronti e avrebbe sorpassato Campos. Non ancora Massara, che continua a giocarsi le sue chance di restare come "primo" ma non è riuscito a convincere del tutto Pallotta a Boston.

Petrachi sarebbe l'alleato perfetto di Conte a Trigoria, un punto di riferimento con cui condividere le scelte di mercato. Ed è soprattutto per questo che la Roma, su input di Baldini, sta pensando a lui. Ma prima deve svincolarsi da Cairo, che ha deciso di sostituirlo ma vuole monetizzare, il suo addio con un anno d'anticipo rispetto al contratto. In questo senso vanno interpretate le parole di ieri del presidente granata a RMC: "Petrachi alla Roma? Non sarebbe bello se ci fossero davvero del contatti perché i giallorossi sono in lotta con noi per un posto in Europa. Sarebbe un conflitto di interessi". Uno dei tanti nel calcio.

 

 

 

Petrachi-Massara: c'è l'ok, blitz a Boston

GAZZETTA DELLO SPORT - CECCHINI - La forma a volte diventa anche sostanza. E così è difficile dar torto al Torino e alla Roma che, ufficialmente, mettono la sordina su un argomento che pure nella Capitale è di stretta attualità: il nuovo d.s. giallorosso. Non è un mistero che Gianluca Petrachi sia in prima fila nei «desiderata» del club, che però si guarda bene dall’ufficializzarlo (pur avendolo contattato da tempo) appunto per una questione di stile, esplicitata ieri dal presidente Urbano Cairo (vedi l’intervista a pagina 19) con cui Petrachi potrebbe parlare la prossima settimana. «Petrachi alla Roma? Non sarebbe bello se ci fossero davvero dei contatti perché i giallorossi sono in lotta con noi per un posto in Europa. Sarebbe un conflitto di interessi. Spero che queste voci non siano vere. Per me Petrachi resterà un altro anno».

il viaggio e i poteri L’impressione è che difficile che accada, tant’è che da Trigoria non escludano come ai primi di maggio il d.s. possa effettuare un blitz a Boston per incontrare Pallotta. La convivenza con l’attuale d.s. Massara non sarà un problema. Ciò che Petrachi vuole, pur senza mettere in discussione il ruolo di consigliere di Baldini, è avere carta bianca nel suo lavoro. Sembra proprio che gli sarà assicurata, anche se scardinare la formula dei «tre centri di potere» (Roma, Londra e Boston) cara a Sabatini non sarà facile. E sul tema i suoi predecessori Sabatini e Monchi potrebbero scrivere un romanzo. Ma Petrachi viene descritto come un lottatore ed un sognatore. Così tanto grande che i tifosi vorrebbero portasse il suo amico Conte. Ci proverà, ma è dura. Psg e Inter sono in pole.


Francesco & Cristian: "Sogno da realizzare"

GAZZETTA DELLO SPORT - CECCHINI - Piccoli Totti crescono, e se lo dice papà Francesco c’è a crederci. L’ex capitano della Roma, durante le feste pasquali, era in Sardegna per assistere al «Sardinia Talent Trophy», a cui ha partecipato anche suo figlio Cristian, la cui squadra (giallorossa, naturalmente) si è piazzata al 4° posto dietro il Bayern Monaco, il Genoa e il Cagliari. «Sono venuto a vedere mio figlio e magari qualche altro giovane interessante. Vederli fa sempre un certo effetto. I settori giovanili sono fondamentali. Possono far scoprire ragazzi che magari hanno tanto futuro. Speriamo che si possa tornare come un tempo. Cristian? Cresce come tutti gli altri, con tranquillità e divertimento. Se ha i mezzi per continuare lo farà, altrimenti cambierà rotta. Io più forte? Ognuno ha il suo percorso, inutile fare confronti. Lui si sta divertendo e non deve pensare a nient’altro. Come tutti i ragazzi ha il suo sogno e spero lo possa realizzare».

 

 


Kluivert tatuato: Cappella Sistina sul braccio

GAZZETTA DELLO SPORT - [...] Primo giorno a Trigoria e solita conta per Ranieri degli assenti: contro il Cagliari mancheranno De Rossi, Karsdorp e Santon (infortunati), oltre agli squalificati Cristante e Zaniolo. In dubbio Manolas [...]. Dovranno stringere i denti Nzonzi e Pellegrini, oltre a El Shaarawy, alle prese con qualche acciacco. Stesso discorso per Florenzi, che continua a gestire un fastidio al ginocchio.

La Roma ha bisogno di tutti [...]. E chissà che una mano non arrivi dall’alto, vista l’immagine dellaCappella Sistina che Kluivert si è tatuato sul braccio.


Un premio per i rapporti con i tifosi

GAZZETTA DELLO SPORT - «Un rapporto duraturo tra brand e clienti». E’ questa la motivazione con cui la Roma si è aggiudicata, insieme ad Advice Group, il Brand Loyalty Award, assegnato a Milano il 16 aprile. Il riconoscimento è dedicato ai progetti di «loyalty» e di «reward» che mirano ad instaurare un rapporto continuo e duraturo tra marchi e clienti, e a generare coinvolgimento e partecipazione in tutte le fasi della relazione. Cuore del programma è la nuova piattaforma digitale romaunicograndeamore.com [...]


Dzeko e Schick di nuovo insieme. Patrik cerca l'ennesimo riscatto

GAZZETTA DELLO SPORT - Ha scelto di riposarsi a Pasqua e Pasquetta in un hotel sul mare a Ladispoli insieme alla fidanzata. [...] Che Patrik Schick sia un professionista esemplare, a Trigoria, è risaputo: mai un eccesso o un comportamento fuori posto. Il problema, forse, potrebbe essere proprio questo: troppo bravo ragazzo, il ceco, per prendersi il posto nella Roma con le unghie e con i denti. Soprattutto a dispetto di Dzeko [...]. Anche sabato contro il Cagliari, nonostante le assenze di De Rossi, Cristante e Zaniolo, Schick non è sicuro del posto.

 

Se Ranieri dovesse cambiare modulo, decidendo di tornare al 4-4-2 viste le defezioni in mezzo al campo, Schick potrebbe e dovrebbe giocare in coppia con Dzeko. [...] Hanno fatto coppia contro laSpal, contro il Napoli Schick era l’esterno insieme a Perotti, contro la Samp, invece, nel secondo tempo Patrik si è sistemato alle spalle del bosniaco, contro l’Udinese ha giocato appena 45’, con l’Inter è rimasto in panchina. [...].  Ranieri deciderà se dargli ancora fiducia o se schierare Pastore con El Shaarawy e Perotti dietro a Dzeko [...].

A fine stagione lui e i suoi agenti, sempre molto attivi, decideranno con la Roma cosa fare. Il complicato contratto stipulato nel 2017 con la Samp prevede che Schick non possa essere svenduto, più facile che possa andare in prestito con un riscatto già fissato intorno ai 20 milioni. In Germania piace al Borussia Dortmund e al Lipsia, ma per il momento Schick preferirebbe una destinazione italiana. La Roma resta una priorità, aspetta di conoscere il nome del nuovo allenatore [...], altrimenti sarebbe pronto a scendere di livello pur di ritrovare se stesso. [...]


Cairo aria d'Europa: «Toro allo sprint, Mazzarri è super e su Petrachi...»

GAZZETTA DELLO SPORT - CECERE - «Siamo come un ciclista giunto sulla dirittura d’arrivo della Milano-Sanremo: adesso si deve piazzare lo sprint vincente». Urbano Cairo è appassionato anche delle due ruote, certo, ma il paragone con la classica corsa di primavera gli serve per illustrare il momento del suo Torino. Che domenica sera affronta in casa lo spareggio Champions col Milan con la consapevolezza di attraversare un periodo di benessere atletico e mentale che lo ha portato a competere per entrare nel massimo torneo continentale. Cosa mai accaduta nell’ultimo quarto di secolo, da quando cioè la Coppa Campioni ha cambiato formula e nome. E’ il Torino più brillante dopo quello anni Settanta dello scudetto di Radice e quello ‘92 della finale Uefa di Mondonico, insomma.

UNA PER VOLTA «Più che pensare ad un obiettivo europeo, di un certo tipo o dell’altro, conta pensare partita per partita: lo avevamo detto a inizio campionato e lo facciamo anche oggi. Se poi dobbiamo parlare della Champions, tre punti avanti a noi c’è un’Atalanta che va fortissimo e poi c’è il Milan sempre a più tre e la Roma a più due. Sono tanti, considerato che i punti disponibili sono quindici. Quindi ripetiamo che il nostro impegno dev’essere quello di giocare tutte le partite con la stessa voglia e determinazione, per fare risultato. Alla fine conteremo i punti e vedremo dove saremo. Lo dico io, da inizio stagione, lo ripetono l’allenatore e i giocatori».

IL RITORNO Cautela, prudenza, vietato esaltarsi e va bene. Ciò non toglie che il Toro stia viaggiando a ritmi elevati. «Sì stiamo facendo un buonissimo girone di ritorno, al passo delle tre-quattro di vertice. C’è questa difesa dal rendimento-record illustrato dalle 29 reti subite. Era da 27 anni che non facevamo così bene. Mazzarri ha fatto un lavoro splendido, sono molto contento di lui e dei giocatori».

A SINISTRA Gli viene chiesto un bilancio della sua gestione. «Quattordici anni... Ci sono stati momenti meno belli, vedi il 2009 quando retrocedemmo, anche per decisioni arbitrali negative ma fu colpa anche mia, perché feci degli errori. Poi ritornammo in A con Ventura e ora viviamo anni molto belli. Siamo stabilmente dalla parte sinistra della classifica e lottiamo per qualcosa d’importante. Le promesse le ho mantenute e spero di fare ancora meglio: mai porsi limiti. La squadra è stata rinforzata con giovani di prospettiva, sono soddisfatto di tutti. Zaza? Ha avuto un’annata per il momento un po’ sfortunata, come si è visto col Cagliari. La squadra c’è, il mister è fortissimo e la società è cresciuta bene. Però tutto quello che è stato fatto conta poco se non facciamo le ultime cinque partite possibilmente in un crescendo fondamentale per ottenere l’obbiettivo».

LA QUESTIONE PETRACHI «Roma interessata a Petrachi? Ho già detto che con noi ha ancora un anno di contratto e dovrebbe bastare. Sarebbe una cosa non bella se davvero ci fossero questi contatti con la Roma, che è in lotta con noi per l’Europa. Vorrebbe dire che c’è un conflitto d’interessi e sarebbe davvero una cosa spiacevole: uno come fa a essere direttore di una squadra e a parlare con un’altra squadra che compete per lo stesso obbiettivo? Non ci voglio credere e continuo a dire che Petrachi è il nostro direttore sportivo e dovrebbe esserlo ancora per un anno. Però queste voci durano da un mese e mezzo e mi stupiscono un po’».

 

 


Esposti e Convenzione: doppio fronte per la Raggi

GAZZETTA DELLO SPORT - Una cosa è certa: per il nuovo stadio della Roma si combatte una battaglia su due fronti, quello legale e quello economico. Cominciamo dalla Procura che, secondo quanto disposto dal gip Costantino De Robbio non archiviando l’accusa di abuso d’ufficio per la sindaca Raggi, ha tempo fino al 17 giugno per svolgere ulteriori indagini. Com’è noto, tutto nasce da un esposto presentato dal Tavolo della Libera Urbanistica presieduta dall’architetto Francesco Sanvitto, che denunciava una velocizzazione dell’iter del progetto per favorire privati, tesi respinta dagli avvocati della Raggi.

[...] Ci sono altri due esposti che la Procura sta esaminando. Il primo riguarda la compravendita dei terreni di Tor di Valle da parte del gruppo Parnasi, per il sospetto di una bancarotta fraudolenta. Il secondo invece concerne il principio che un imprenditore privato non possa presentare una richiesta di variazione del piano regolatore. [...]

Ma c’è anche «la battaglia del grano» a cui far fronte. Il testo della Convenzione Urbanistica inviato dalla Roma al Comune deve essere limato in alcuni punti. [...] Non solo. Anche i ritardi nell’appalto per i lavori e l’acquisto dei treni per la Roma-Lido preoccupa, così come i tempi per un eventuale esproprio (da circa 20 milioni) per l’unificazione della via del Mare con l’Ostiense. [...]


Schick e Under in attacco dietro a Dzeko

CORRIERE DELLA SERA - Contro il Cagliari, Ranieri non potrà schierare Cristante e Zaniolo, squalificati ieri per un turno dal giudice sportivo, e difficilmente potrà recuperare De Rossi [...]. In mezzo al campo dovrebbe giocare la coppia Nzonzi-Pellegrini, con Under, Schick ed El Shaarawy alle spalle di Dzeko. Lavoro personalizzato anche per Manolas, che però nelle prossime ore tornerà in gruppo.


Stadio della Roma, trattativa sui treni. C’è una via per il «sì»

CORRIERE DELLA SERA - Si profilano due mesi decisivi sul fronte politico-giudiziario per la vicenda stadio. E nel confronto tra il Comune e il proponente sulla convenzione urbanistica emerge un altro nodo controverso: i 45 milioni di contributo di costo di costruzione, che nel 2017 il Campidoglio ha deciso di destinare all’acquisto di nuovi treni per la ferrovia Roma-Lido. La questione intorno alla quale ruota il negoziato riguarda le modalità di versamento della somma: la società vorrebbe dilazionarla per l’intera durata del permesso a costruire, mentre l’amministrazione vorrebbe incassarla in un’unica tranche. [...] Da Palazzo Senatorio, però, smontano il teorema e ribadiscono: «Gli oneri di urbanizzazione sono previsti dalla delibera 32 che sancisce l’interesse pubblico. L’amministrazione ha già assunto un impegno di spesa e ha piena autonomia nella gestione delle poste di bilancio». Dunque, nessun margine di trattativa viene lasciato al proponente.

[...] Dopo che il gip Costantino De Robbio ha deciso di riaprire l’indagine sulla sindaca Raggi [...] Nel frattempo, il Campidoglio sembra deciso a portare a dama l’iter di approvazione, che potrebbe approdare in Consiglio prima dell’estate. [...]  Nel frattempo in Procura si lavora alla questione riaperta dal gip De Robbio. [...] Non è tutto. Novità potrebbero emergere da altri due approfondimenti in corso, nati da altri due esposti dell’architetto Francesco Sanvitto, assistito dall’avvocato Edoardo Mobrici: il primo relativo alla bancarotta fraudolenta della Sais, la società proprietaria dei terreni di Tor di Valle. [...] Più complessi gli approfondimenti che riguardano l’altro esposto: una denuncia su una serie di irregolarità che riguardano il progetto stadio a partire dal «Ponte dei Congressi». La sua costruzione è prevista in tre anni, senza però indicare la data di partenza dell’opera, giudicata essenziale per la viabilità. Altra lacuna: il mancato rispetto della normativa ambientale. L’area di Tor di Valle è considerata «R3», cioè ad alto rischio idrogeologico. La procedura corretta per costruire richiederebbe il declassamento a «R2», come fatto per l’aggiornamento del bacino nel tratto tra Castel Giubileo e la foce. Passaggio mai avvenuto nel progetto.


Sarri, l'insulto dal Burnley non è british: «Italiano di m...»

IL MESSAGGERO - BUFFONI - L'evoluzione del sarrismo: rimpianto a Napoli; criticato, espulso e insultato a Londra. Maurizio Sarri non sembra più essere l'uomo giusto nel posto giusto e, sulla sua pelle, si è abbattuta l'ondata di razzismo e xenofobia che agita la società inglese, dilaniata dalla travagliata Brexit. «Italiano di m...», così l'allenatore dei portieri del Burnley, tale Billy Mercer,avrebbe apostrofato il tecnico toscano durante il match giocato lunedì sera a Stamford Bridge e finito 2-2. L'allenatore del Chelsea, dunque, discriminato come l'egiziano del Liverpool Salah, chiamato «bombarolo» in quanto musulmano e, secondo la logica distorta degli ultrà, terrorista. Il preparatore dei portieri del Burnley, però, non è un ragazzotto in preda al delirio da tifo, ma un cinquantenne ex-calciatore (in carriera ha difeso le porte dei campi della periferia britannica) . Mercer si è accanito contro un Sarri già espulso dall'arbitro Friend, che amico proprio non si è dimostrato stando anche alla ricostruzione fatta da Gianfranco Zola che dell'ex allenatore del Napoliè vice. «Sarri è stato espulso dopo essere stato offeso - ha detto l'ex Magic Box -. Dopo quanto successo in campo, non ha ritenuto che parlare con la stampa fosse la cosa giusta. Penso che gli sia stato detto qualcosa dalla panchina del Burnley. Vedremo cosa fare a riguardo. Credo che la vicenda avrà un seguito: capiamo che l'adrenalina possa giocare brutti scherzi, ma era rattristito».La Football Association valuterà il rapporto del direttore di gara, ma quasi sicuramente oltre al danno si aggiungerà la beffa di una squalifica, di una multa o di entrambe le sanzioni.

Va detto che Sarri in panchina non si è mai distinto per la sua tranquillità. Fu clamorosa la lite con Roberto Mancini in un Napoli-Inter di Coppa Italia del 19 gennaio 2016: «Sarri è razzista - denuncio l'attuale ct dopo il match - mi ha dato del finocchio». E il tecnico toscano si beccò poco più di un anno fa le accuse di sessismo quando a una giornalista in sala stampa disse: «Sei una donna, sei carina e per questi due motivi non ti mando a fare in c...». Lunedì nero anche nel risultato, che mette a serio rischio la qualificazione Champions per il Chelsea e nel rapporto col pupillo Higuainapparso molto nervoso (eufemismo) al momento della sostituzione. Forse anche lui rimpiangerà Napoli ora.