Stadio della Roma, Sanvitto: "Cittadini e tifosi sono stati ingannati da più amministrazioni. Raggi? Una povera donna a cui le cose vengono imposte”

Francesco Sanvitto, architetto presidente del Tavolo della libera urbanistica, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Centro Suono Sport in merito ai recenti esposti fatti dall’associazione sul progetto Stadio della Roma. Queste le sue parole:

“I problemi dello stadio nascono dall’approvazione fatta dalla Giunta Marino. Si sono mescolate le carte e ci si dimentica del vero problema. Esistono due progetti, il progetto A e il progetto B. Il progetto A rispetta le norme. Il progetto B non è più invece un progetto per un impianto sportivo, ma la vera e propria variante del piano regolatore. Mettendoli insieme si confondono le acque e si vizia la procedura. Eurnova ha presentato una variante generale del piano regolatore. Ora c’è un progetto edilizio che non può essere approvato senza variante. La Raggi è una povera donna a cui vengono imposte delle cose e senza alcuna autonomia. Gli è stato imposto Lanzalone. Giampaoletti è stato messo lì da Lanzalone ed è ancora al suo posto. Il ponte di Traiano? Ci sono tante domande. Come è stata fatta la valutazione senza il progetto definitivo? E’ il sistema che è corrotto. I cittadini e i tifosi sono stati ingannati da più amministrazioni”.

 


Recapitata l'offerta a Conte, si parte da una base di 9 milioni di euro

Tre incontri, di cui uno a Londra col consulente Baldini e uno a Roma qualche giorno fa, questo riporta Calciomercato.com. Antonio Conte sta pensando seriamente se accettare o meno la proposta del club giallorosso. Importante sarà la qualificazione in Champions mentre da un punto di vista economico l'offerta della Roma è già allettante: triennale da 9,5 milioni a stagione più l'ingaggio di gran parte del suo staff tra cui il preparatore Bertelli. Uno stipendio importante, quello che dovrà assicurare il club giallorosso all’ex CT azzurro oltre a garantire un progetto tecnico concreto. Su questo punto può essere convincente l'amico Petrachi, vicino al ruolo di ds, e Totti che con l'ex ct ha un ottimo rapporto.


Giachetti: "Con il vecchio progetto, lo Stadio della Roma, avrebbe avuto già la sua prima pietra"

Roberto Giachetti, deputato del Pd, è intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus, argomento principale dell'intervista è lo Stadio. Queste le sue parole:

Sullo stadio della Roma…

 “Sono avvelenato che per lo stadio della Roma non sia stata messa ancora la prima pietra. Era un progetto approvato, che aveva fatto tutti i passaggi amministrativi necessari, era pronto per partire. Ancora una volta la furia ideologica degli incapaci del M5S ha buttato all’aria un progetto che avrebbe consentito davvero di mettere la prima pietra. Ha prodotto un progetto che non si tiene in piedi, è viziato da parecchi filoni che riguardano questioni giudiziarie che hanno fatto seguito al cambiamento del progetto iniziale. Questa storia della prima pietra va avanti da tre anni, ho sempre detto che questa prima pietra non si sarebbe mai messa. Come si stanno mettendo le prove sono stato facile profeta”.

Sulla Roma e la corsa alla Champions League…

“La Roma deve arrivare in Champions League. Io sabato sarò allo stadio in tribuna Tevere a tifare come sempre. Dopo Di Francesco, Claudio Ranieri era la persona giusta per traghettare la Roma fino a quest’obiettivo.  Io ho molta stima di Ranieri ma è chiaro che non si fanno i miracoli a fine campionato, speriamo comunque di riuscirci.”.


Allenamento Cagliari. Cacciatore in gruppo, personalizzato per Klavan

Continua la preparazione del Cagliari in vista della trasferta di sabato alle 18 all'Olimpico contro la Roma. Questa mattina, è andata in scena un'altra seduta d'allenamento agli ordini di Rolando Maran, partendo dall'attivazione fisica e esercizi di agilità, per poi passare ad un focus tattico sulla difesa. La seduta si è conclusa con una partitella a campo ridotto. Cacciatore si è allenato regolarmente con il gruppopersonalizzato per Klavan. Questo è quanto riporta il sito ufficiale del club sardo, cagliaricalcio.com.


Nainggolan: "A Roma sono più calorosi ed affettuosi di Milano verso la propria squadra"

Radja Nainggolan, passato in estate dalla Roma all'Inter, è stato intervistato da beIN Sports e ha espresso la sua opinione sull'affetto dei tifosi giallorossi e quelli nerazzurri. Queste le sue parole: 

A Roma sono molto più calorosi e affettuosi, soprattutto nei confronti della propria squadra. A Milano diciamo che gira tutto più intorno al business, è un po’ più competitiva. A Roma sono più sciolti, anche se quando andavo a fare una passeggiata la voce girava e allora cominciava ad arrivare uno, poi un altro... Mi avevano detto che Milano era molto più tranquilla, però se io faccio una passeggiata in centro ho lo stesso identico problema”.


Mourinho: "La mia prossima tappa da allenatore non sarà in Premier. Mi piace Mbappè"

José Mourinho, ex tecnico di Inter e Manchester United tra le altre, è stato intervistato nel corso del programma Linea Diletta in onda su DAZN  e ha parlato della sua carriera e del suo futuro. Queste le sue dichiarazioni:

"Vivo a Londra ed è la mia base di partenza: la prossima tappa non sarà in Premier League. I trofei sono la mia garanzia di successo anche contro quelli che fanno di tutto per dimenticarlo, ma non è possibile dimenticarlo: l'ultimo mio trofeo è l'Europa League, un anno e mezzo fa, molti pensano siano passati vent'anni ma ne è passato solo uno e mezzo. Certo, è passato e ora mi sto preparando per il futuro".

Lo Special One traccia il profilo di un calciatore moderno:

"Se devo dire il nome di un giocatore che ha un potenziale adatto al calcio di oggi che può cambiare le sorti di una squadra, è Mbappè. Mi piace".

Vizi e virtù?

"Tre virtù del mio carattere: conoscenza, esperienza ed ambizione senza limite. Difetti: orribile con la sconfitta, orribile con chi ha meno motivazione di me".


Buone notizie in casa Roma. Manolas pronto a tornare in gruppo da domani

Kostas Manolas non avverte più dolore e domani potrebbe tornare in gruppo. La notizia viene comunicata da ilmessaggero.it, che spiega come il difensore greco abbia superato il problema fisico che lo ha costretto a saltare la sfida con l'Inter proprio a pochi minuti dall'inizio. Dopo due giorni di lavoro individuale e terapia, ora il numero 44 giallorosso è pronto a riprendersi il suo posto al centro della difesa nell'incontro di sabato alle 18 contro il Cagliari.


La Raggi e lo Stadio: analisi sul presunto abuso d'ufficio

BLOGSPOT.COM - MAGLIARO - Su esposto presentato dall'architetto Francesco Sanvitto,assistito dall'avvocato Edoardo Mobrici, il Giudice per le Indagini preliminari ha respinto la richiesta di archiviazione proposta dalla Procura nei confronti del sindaco, Virginia Raggi, per il reato d'abuso d'ufficio.

L’ABUSO D’UFFICIO - Il primo passaggio è capo d’imputazione nei confronti del sindaco, Virginia Raggi: l’abuso d’ufficio. Questo è disciplinato dall’articolo 323 del codice penale.

1. Salvo che il fatto non costituisca un più grave reato, il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, nello svolgimento delle funzioni o del servizio, in violazione di norme di legge o di regolamento, ovvero omettendo di astenersi in presenza di un interesse proprio o di un prossimo congiunto o negli altri casi prescritti, intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arreca ad altri un danno ingiusto è punito con la reclusione da uno a quattro anni.
2. La pena è aumentata nei casi in cui il vantaggio o il danno hanno un carattere di rilevante gravità.
Gli elementi di base del reato sono:
A. essere un pubblico ufficiale o un incaricato di pubblico servizio
B. compiere il reato nell’esercizio delle funzioni
C. compiere il reato violando una legge o un regolamento procurando intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale per sé oppure arreca un danno ingiusto

Due riforme - legge 86/90 e legge 234/97 - hanno apportato sensibili modifiche alla norma rendendola più concreta: in sintesi, il reato si compie quando le condotte messe in atto dal pubblico ufficiale nell’esercizio del proprio dovere procurano intenzionalmente un danno ingiusto o un ingiusto vantaggio. Insomma, non basta un atto contrario in qualche modo ai doveri d’ufficio a prefigurare il reato ma occorre che questo abbia effetti economici/patrimoniali.

Tralasciando l’immensa produzione giurisprudenziale in merito al vantaggio/danno economico, un elemento - richiamato anche dallo stesso Gip nella sua ordinanza - è il concetto dell’intenzionalità, vale a dire quel richiamo, espresso nell’articolo 323, in cui si fa menzione del “procurare intenzionalmente” da parte del pubblico ufficiale l’ingiusto vantaggio/danno. Quello che, in termini giuridici, viene chiamato “elemento soggettivo” del reato.

Scrive il Gip: “udite le conclusioni formulate dalle parti all’udienza del 26.2.19; rilevato che il Pubblico Ministero, nella sua richiesta di archiviazione, ha fatto riferimento all’insussistenza dell’elemento soggettivo, con particolare riguardo alla necessaria intenzionalità del dolo che è previsto in tema di abuso d’ufficio”. Ovvero: la Procura chiede l’archiviazione perché a suo giudizio manca del tutto l’elemento soggettivo. La Raggi non ha intenzionalmente procurato a Parnasi un ingiusto vantaggio economico (traslando il caso dall’astratto al concreto).

La norma (legge 234/97) prevede che il pubblico ufficiale debba commettere intenzionalmente il reato: in questo modo divengono penalmente perseguibili solo quelle condotte con un grado certo di partecipazione da parte del pubblico ufficiale che, quindi, deve agire in modo specifico per procurare l’ingiusto vantaggio/svantaggio.
Nel caso specifico: la Raggi avrebbe dovuto lei personalmente assumere con intenzionalità la decisione di non procedere a un primo voto di adozione in Aula del verbale della Conferenza di Servizi al fine specifico di procurare un ingiusto vantaggio economico a Parnasi.

Infatti, il Gip aggiunge al successivo capoverso: "occorre approfondire da un lato la sussistenza e le eventuali ragioni di una evidente violazione di legge che, laddove ravvisata, supererebbero le argomentazioni del magistrato inquirente in tema di dolo intenzionale”. Ovvero: qualcuno deve “ravvisare” se esiste (sussistenza) e perché (le eventuali ragioni) di una evidente violazione di legge. Ora, da un punto di vista meramente logico, se è evidente la violazione di legge, la questione è: chi dovrebbe ravvisarla?

Va evidenziato come la questione Tor di Valle si basi sull'applicazione del combinato disposto quanto meno delle seguenti leggi: 147/2013, 96/2017, 1150/1942 e, in più, dello Statuto di Roma Capitale, del Regolamento di Roma Capitale, Regolamento sul Decentramento amministrativo e Regolamento dei Municipi (il IX lo ha adottato).

IL COMUNE: ITER ANCORA IN CORSO - Il combinato disposto di queste norme, secondo gli uffici comunali, comporta banalmente che l'iter sia ancora in fase di svolgimento e non ancora giunto ai pareri dei Municipi che precedono il voto in Aula Giulio Cesare. Perché il procedimento di variante, secondo gli uffici tecnici comunali, non è ancora giunto nella fase di discussione? Era necessario un primo passaggio in Aula, come l’esposto Sanvitto vorrebbe?

Scrive il Direttore del Dipartimento Urbanistica a proposito del medesimo punto sollevato da Sanvitto e ripreso dai consiglieri Grancio e Fassina nella loro proposta di delibera consiliare: "Relativamente a quanto osservato circa la procedura di approvazione della Variante urbanistica è doveroso fornire chiarimenti sull’iter procedurale tenuto conto della inesatta interpretazione degli atti e della normativa di riferimento. L’articolo 62 comma 2bis del D. Lgs 50/2017 stabilisce che “il verbale conclusivo della Conferenza di servizi decisoria costituisce, ove necessario, adozione di variante ed è trasmesso al sindaco che lo sottopone all’approvazione del consiglio comunale nella prima seduta utile".

Segue il riepilogo degli atti: Determinazione della Regione di chiusura della Conferenza, nota di trasmissione del verbale al Comune e via dicendo. "Per effetto del combinato disposto dell’articolo 62 comma 2bis D Lgs 50/2017 convertito con modificazioni dalla legge 96/2017 e dalla legge 1150/1942, l’Amministrazione ha proceduto alla pubblicazione dell’avviso di adozione della variante urbanistica al PRG. Nello specifico - prosegue il Direttore del Dipartimento Urbanistica - si evidenzia che la norma stabilisce nell’ipotesi di impianti sportivi privati che il verbale conclusivo della Conferenza di Servizi decisoria costituisca, ove necessario, adozione di variante allo strumento urbanistico comunale in deroga, dunque, alla norma ordinaria che attribuisce al Consiglio comunale tale competenza e prosegue poi prescrivendo la trasmissione di tale verbale al Sindaco “che lo sottopone all’approvazione del Consiglio comunale nella prima seduta utile. A tal proposito è importante chiarire che la norma fa riferimento alla “prima seduta utile” del Consiglio comunale e non alla prima effettiva in termini temporali del Consiglio comunale. Il legislatore, infatti, a garanzia del rispetto della fase pubblicistica e nel rispetto dei principi costituzionali di buon andamento dell’azione amministrativa e in particolare di tutti i principi che ne derivano, compreso il principio della partecipazione e della trasparenza dell’azione amministrativa, ha voluto contingentare i tempi della fase immediatamente successiva la pubblicazione (30 giorni) e di trasmissione delle osservazioni/opposizioni (ulteriori 30 giorni) a tutela dello spirito fondante della legge speciale 147/2013".

C’è anche un secondo passaggio, connesso con il primo, e che attiene all’adeguamento delle carte progettuali, il presunto “favore economico” incassato da Parnasi con l’abuso d’ufficio che viene contestato al Sindaco. Scrive il Dipartimento Urbanistica: "In merito a quanto osservato circa il mancato adeguamento del progetto alle prescrizioni/osservazioni formulate nella Conferenza di Servizi e alla mancata verifica di tali adeguamenti da parte dell’Assemblea Capitolina, si rappresenta quanto segue. L’acquisizione da parte dell’Amministrazione degli elaborati progettuali adeguati dal proponente alle osservazioni e prescrizioni formalizzate durante le sedute della Conferenza di Servizi e nei relativi Pareri Unici da parte di tutti gli enti partecipanti e la conseguente verifica dei suddetti adeguamenti avverrà, su formale richiesta dell’Amministrazione, ad esito delle controdeduzioni alle pervenute osservazioni relative alla variante urbanistica e agli avvisi inerenti l’avvio del procedimento espropriativo. Si chiarisce infatti che nell’ipotesi di accoglimento di eventuali osservazioni/opposizioni relative alla variante o connessi agli espropri, alcuni degli elaborati potrebbero subire ulteriori integrazioni prescrittive. Pertanto la separazione due diversi adeguamenti progettuali, l’uno scaturente dal recepimento delle prescrizioni della conferenza di servizi l’altro dall'accoglimento delle osservazioni di variante urbanistica o connesse agli espropri, comporterebbe inevitabilmente un aggravio della procedura operativa del progetto in oggetto, in spregio allo spirito di semplificazione della legge speciale 147/2013”.
HA RAGIONE IL COMUNE? - Qui si entra nel punto: non esiste giurisprudenza in materia. Quindi, qualunque interpretazione delle norme, purché non sia palesemente fantasiosa, potrebbe essere corretta. Quanto meno: è corretta fino a che non interverrà una pronuncia della magistratura amministrativa a far da faro guida. Ma il Tar e, poi, il Consiglio di Stato non intervengono in via preventiva ma solo dietro presentazione di ricorsi. Che, com’è noto, hanno un costo parametrato al valore della controversia. Se questo valore supera il milione di euro, il contributo di base è di 6mila euro. Al contrario, gli esposti in Procura sono gratuiti…

Detto questo, quindi, per districarsi nella giungla di norme e regolamenti, più che altro occorrerebbero sentenze giurisprudenziali amministrative. Ecco, infatti, che il Gip, saggiamente, inserisce nella sua ordinanza il “laddove ravvisata”.  Tuttavia, lo stesso Giudice per le Indagini preliminari chiede alla Procura di proseguire nelle indagini per accertare quella che il Gip ritiene essere una evidente violazione di legge in grado, se, appunto, accertata, di “superare le argomentazioni” del Pm. In sintesi: sarebbe così grave la violazione delle norme che anche l’assenza dell’intenzionalità dell’atto da parte del Sindaco potrebbe essere superata. Una interpretazione giuridica, diciamo, innovativa…

Proprio il combinato disposto delle norme sopra citate, secondo il Comune chiarisce in maniere inequivocabile due fatti:
1. il procedimento non è affatto concluso e, quindi, non vi è stato alcun vantaggio economico già concesso a Parnasi, visto che nei Municipi e, poi, in Aula, la variante urbanistica ancora deve andarci
2. Se il procedimento è ancora in corso, non vi può essere stata neanche l’”evidente violazione di legge” ipotizzata dal Gip

Vi è un terzo passaggio, incidentale: il vantaggio patrimoniale nei confronti di Parnasi, ancorché provocato con o senza intenzione da parte della Raggi, all’interno di un progetto del valore di minimo 800 milioni di euro, in cosa si sostanzia?  Nell'ipotesi - da qualcuno avanzata - che Parnasi abbia potuto "risparmiare" del tempo passando una sola volta in Consiglio Comunale?

Sarebbe un favore ben strano data la quantità di mesi persi e il rischio, qualora si fosse adottato in Consiglio il verbale come variante senza pubblicazione e osservazioni, di consegnare a Parnasi un diritto a costruire sancito dal Consiglio comunale cosa che, invece, non è avvenuta proprio grazie al passaggio della pubblicazione degli atti.
Oppure, questo presunto vantaggio patrimoniale si sostanzierebbe nel rifare, qualora necessario, una volta sola invece che due un certo numero di tavole dal costo, proporzionalmente, irrisorio di fronte a un progetto da 800milioni di euro?

La Conferenza di Servizi, infatti, ha già espresso il suo parere con il verbale e i proponenti dovranno comunque adeguare la progettazione delle opere di pubblico interesse entro le gare d’appalto e di quelle private entro la progettazione esecutiva.  Manca, a questo computo, ciò che potrebbe o non potrebbe uscire fuori dalle osservazioni presentate da cittadini e comitati alla variante urbanistica che ancora deve giungere in Aula per il voto. E, pertanto, non sappiamo ancora neanche se e quante di queste osservazioni saranno accolte. Sappiamo quante sono: 60, alcune delle quali multiple, ma che, anche venissero accolte tutte, porterebbero a ridisegnare un centinaio di tavole, duecento, su oltre 5mila…

Il Gip poi prosegue argomentando circa la necessità di “fare luce sul tema della mancata convocazione ed acquisizione del parere sulla commissione urbanistica nell’iter per l’approvazione della delibera, anche attraverso l’audizione del Presidente della Commissione Urbanistica e del Consigliere comunale indicati dall’opponente”.

Ora, tralasciando l’evidente errore materiale che indica in Paolo Barros la qualifica di consigliere comunale quando si tratta, in realtà, di Consigliere del IX Municipio, occorre partire da due questioni.

La prima, di merito. Se l’iter della variante non è ancora giunto ai passaggi antecedenti il voto d’Aula - passaggi che includono i Municipi - è ovvio che il IX Municipio non sia stato interpellato sulla variante stessa, né come Commissioni né come Aula.
La seconda questione è di metodo: il Municipio è chiamato ad esprimere pareri obbligatori ma non vincolanti. Si tratta dell’articolo 6 del Regolamento del Decentramento amministrativo che impone l’espressione obbligatoria di pareri ai Municipi per una serie di materia: Statuto, bilancio, urbanistica e via dicendo.

Tuttavia, lo stesso articolo 6, al comma 6 dispone che “decorsi i termini (30 giorni) senza che il parere sia stato comunicato, gli organi comunali adottano il provvedimento indipendentemente dall’acquisizione del parere stesso” e, al comma 7, si afferma che il “Consiglio comunale può deliberare in modo difforme con idonea motivazione”. Ovvero, i pareri non solo non sono vincolanti, esiste solo l’obbligo da parte degli organi centrali di sottoporre i provvedimenti ai pareri dei Municipi ma non pone in capo ai Municipi stessi l’obbligo di esprimersi.

Premesso, quindi, questo, appare evidente come non solo l’iter stesso semplicemente non sia giunto ancora alla espressione dei pareri dei Municipi, ma che questi pareri hanno comunque un valore pressoché limitato e formale, potendo non essere espressi o anche essere ignorati dagli organi centrali.

Tutto ciò, quindi, fa apparire quanto meno superflua l’audizione presso la Procura di due Consiglieri municipali.

CONCLUSIONE - La posizione del Comune, dunque, appare decisamente chiara: l’iter non è ancora giunto nella fase di esame dei Municipi e del Consiglio comunale, dovendo prima passare per la pubblicazione degli atti della variante, cosa avvenuta, e il recepimento delle osservazioni cui far seguire le controdeduzioni degli uffici.  Se questa interpretazione delle norme da parte degli uffici comunali fosse erronea, sarebbe spettanza della magistratura amministrativa stabilirlo. Resterebbe a quel punto aperta la questione se l’eventuale vantaggio economico sia stato intenzionalmente perseguito dal Sindaco, pubblico ufficiale, configurando così il reato di abuso d’ufficio. Oppure no.


La passione della Roma: Lecce homo

ILMESSAGGERO.IT - FERRETTI - Tutto risale a dicembre dello scorso anno quando, a cavallo tra Natale e San Silvestro, Monchi, allora ds della Roma, cominciò a spifferare in giro che a fine stagione avrebbe lasciato la Roma perché stanco di essere additato come il principale responsabile dell'annataccia dei giallorossi. In realtà, lui avrebbe voluto mollare tutto già in gennaio, poi si è fatto una ragione delle critiche della piazza in virtù del lauto assegno mensile che Jim Pallotta gli avrebbe accreditato in banca fino alla fine di giugno e si è tranquillizzato. Non sapeva (ma forse lo immaginava), che da lì ad un paio di mesi abbondanti sarebbe stato “costretto”a dimettersi, anche se solo i più tonti pensano che l'abbia fatto per rispetto di se stesso e non perché già contattato (contrattato?) dal Siviglia in cambio di uno stipendio due volte superiore a quello che percepiva a Trigoria.

Torniamo, però, alla fine di dicembre: una volta sparsasi la voce di Monchi in uscita dalla Roma, è cominciata in campo nazionale (e non solo) la caccia al prestigioso posto dell'ex portiere del Siviglia. Così, un ds si è affidato alla penna di un giornalista amico, un altro si è fatto sponsorizzare dal procuratore più elegante, un altro ancora ha fatto sapere di essere stato contattato già anni prima e c'è stato pure chi ha precisato che della Roma non gli fregava niente ma si vedeva da un chilometro di distanza che bluffava. E che, anzi, avrebbe pagato di suo per sistemarsi dietro una scrivania di viale Tolstoj, Roma Eur. Poi, c'è stato chi ha fatto trapelare in giro: prendete me, perché io vi porto Antonio Conte, mio concittadino di Lecce e mio grande amico. 'Lecce homo', verrebbe da dire. Gianluca Petrachi, attuale ds del Torino, ha usato questa strategia per ammaliare Pallotta e il suo management, compreso l'ideologo Franco Baldini. E, passo dopo passo, e sempre rigorosamente in assoluto silenzio (mai una conferma delle voci, ma neppure mai una smentita), Petrachi ha scavalcato più di un concorrente, al punto che oggi proprio lui viene indicato come il probabile, prossimo direttore sportivo della Roma.

Ma, adesso, scatta la domanda: Petrachi quindi porterà Conte, dal primo luglio liberissimo di scegliere dove andare, alla Roma? Va detta subito una cosa: se, qualche tempo fa, il tecnico salentino all'amico ha risposto «No, grazie», adesso siamo al «Possiamo parlarne». Cosa peraltro già accaduta. E frutto non solo del lavoro di Petrachi, ma anche di uomini della Roma e/o di fiducia della Roma. Conte, insomma, ha aperto alla possibilità di finire sulla panchina giallorossa, ma non è ancora convinto al cento per cento di dire sì. Non tanto (o forse non solo) per una questione di soldi, bensì di programmi. Di certezze, non di parole. Di garanzie certe, concrete. Si racconta che, in questi giorni, uomini della Roma e/o di fiducia della Roma stanno bombardando Conte a tappeto: promesse, mercato, acquisti e cessioni. Di tutto, di più. Un corteggiamento a tutto campo, senza esclusione di colpi di scena. Un quadro chiaro, anche se non va dimenticato che sulle tracce di Conte ci sono almeno un paio di ricchissimi club stranieri smaniosi di porre rimedio al disastro Champions dei mesi passati e uno italiano di proprietà straniera che non ha (ancora) deciso se mollare il costoso allenatore attuale e spendere qualcosa come una trentina di milioni euro (lordi) nella prossima stagione, e non solo, per due allenatori. Ma il tempo della verità non è lontano, ormai.

La cosa singolare è che, di fatto, chi sta cercando di ingaggiare il prossimo allenatore della Roma oggi non lavora per la Roma. Ma in un club in cui il primo collaboratore di Pallotta risiede tra Londra e Città del Capo, tutto sembra far parte di una consumata strategia aziendale. Con l'avanzare, però, dell'ipotesi di uno scenario pittoresco: e se Petrachi, che aveva assicurato l'ingaggio di Conte, arrivasse alla Roma senza Conte?

Dovesse accadere questo, la contromossa della Roma sarebbe già pronta: Conte???? E chi l'ha mai cercato. Petrachi??? Lo seguivamo già prima che prendessimo Monchi. Il nuovo allenatore XY? E' sempre stato la nostra prima scelta. E il pallone continuerà a rimbalzare. Come sempre.

Capitolo Totti. Al di là delle assicurazioni (?) partorite dal Mondo Roma dopo il recente viaggio di Massara a Boston, il Capitano continua ancora a essere più un gagliardetto che un dirigente operativo della società giallorossa. Novità, sotto questo aspetto, potrebbero esserci solo dopo aver conosciuto il nome del nuovo allenatore: di certo, qualora toccasse a Sarri (non libero il prossimo primo luglio di scegliere dove andare a lavorare), che è identificato come uomo strettamente legato a Baldini, Totti continuerebbe a fare soltanto quello che sta facendo adesso; qualora arrivasse un altro tecnico, tipo Conte, molto meno legato a Baldini, per Francesco potrebbero/dovrebbero aprirsi altre prospettive.

Finalino su De Rossi: tra poco più di due mesi, a Daniele scadrà il contratto con la Roma e ancora nessuno a Trigoria o via Tolstoj gli si è avvicinato per parlare di futuro (o anche di non futuro). Baldini, specialista nel trattare (decidere) i fine carriera dei capitani della Roma, perché non fa un salto a Roma, zona Eur Laurentina?


Il Tribunale di Roma non approva la richiesta di archiviazione per la Raggi (Foto)

Il Tribunale di Roma non approva la richiesta di archiviazione nei confronti della sindaca di Roma Virginia Raggi, accusata di abuso d'ufficio. Questo è quanto riporta Fernando  Magliaro, che poi aggiunge che non è valido il parere del IX Municipio in merito alla delibera Grancio-Fassina. Ecco i tweet del giornalista:  

 


Non sarà Campos il prossimo ds della Roma (Foto)

Non sarà Luis Campos il sostituto di Monchi come prossimo direttore sportivo della Roma. Ad affermarlo è la giornalista portoghese Claudia Garcia, che spiega come il ds del Lille sarebbe praticamente uscito di scena tra i papabili per la candidatura in giallorosso. Questo il suo tweet:

 

 


Petrachi: "Mi spiace constatare che Cairo non ha più fiducia nei miei confronti"

Gianluca Petrachi, ds del Torino, ha parlato all'ANSA e ha così risposto alle dichiarazioni del suo presidente Urbano Cairo

"Dopo dieci anni di rapporto professionale con il Torino, non credo sia giusto mettere in discussione la mia lealtà e la mia professionalità. Trovo quindi ingiuste le dichiarazioni del presidente Cairo e avrei preferito un chiarimento di persona".

Il patron granata aveva detto:

"Sarebbe una cosa grave" se ci fossero contatti tra il direttore sportivo e la Roma.

Petrachi ha poi aggiunto:

"Il rapporto fra il presidente e un suo dirigente deve essere fondato sulla fiducia reciproca e il rispetto per i ruoli. Non capisco in che modo potrebbe concretizzarsi tale conflitto di interessi e l'eventuale avvicinamento di un'altra società è semplicemente la prova che il lavoro svolto sia stato di primo livello e il 'mio' presidente ne dovrebbe solo essere orgoglioso. Mi dispiace constatare, che forse è il presidente Cairo che non ha più fiducia nei miei confronti".