La Roma toglie il pallone a De Rossi
IL TEMPO - AUSTINI - La seconda bandiera ammainata, l’ennesimo colpo al cuore dei tifosi giallorossi. Due anni dopo lo struggente ritiro di Totti, tocca a De Rossi dire addio alla Roma da calciatore, con una differenza sostanziale: lui continuerà a giocare, come anticipato da Il Temposabato scorso, in un’altra squadra che ancora deve scegliere. Era nell’aria, De Rossi aveva capito tutto da giorni, ma solo lunedì pomeriggio è stato convocato del Ceo Guido Fienga per la comunicazione ufficiale della scelta presa dalla società: niente rinnovo da calciatore, il contratto scadrà il 30 giugno e non verrà prolungato. A quel punto si è deciso di rendere noto il tutto in modo da organizzare per tempo il giusto tributo per il suo addio tra due domeniche contro il Parma.
Il comunicato emesso dalla Roma sui social ieri mattina ha scosso un'intera città: «Quasi 18 anni fa - ha ricordato la società - un giovanissimo Daniele De Rossi faceva il suo debutto con la Roma contro l’Anderlecht. Con il Parma, all'Olimpico, giocherà la sua ultima partita con la nostra maglia. Sarà la fine di un'era». Allegate le parole di rito di Pallotta: «E stato il cuore pulsante della Roma - ha detto il presidente da Boston - ci commuoveremo tutti quando indosserà per l’ultima volta la maglia giallorossa e rispettiamo la decisione di proseguire la sua carriera da calciatore. Le porte della Roma per lui rimarranno aperte con un nuovo ruolo in qualsiasi momento».
Ecco, il nodo è tutto qui: il club ha proposto a De Rossi di proseguire il suo cammino a Trigoria in ogni veste possibile tranne quella che desiderava il ragazzo. La Roma lo avrebbe voluto allenatore, dirigente, tutto meno che calciatore. Una scelta dura, gestita con tempi e modi discutibili, di sicuro coraggiosa e altamente impopolare. Arriva al termine di una stagione semi-disastrosa e che ha già portato via un direttore sportivo e un allenatore, una decisione che De Rossi non condivide pur rispettandola. Così come aveva storto il naso per le cessioni dei vari big nelle ultime due estati e per alcune dinamiche in cui non si riconosce più (vedi la cacciata di medico e fisioterapista a cui è legatissimo): prese di posizione che lo hanno fatto allontanare dalla dirigenza, che nel frattempo ha deciso di varare l'ennesima rivoluzione della rosa, da cambiare, ringiovanire e rendere meno costosa: l’anno prossimo, salvo miracoli sportivi (o giuridici: l'esclusione del Milan da parte della Uefa) non ci saranno i soldi della Champions da sfruttare.
Qualsiasi allenatore arriverà, dovrà ripartire senza De Rossi e molto probabilmente Dzeko e Manolas, una prospettiva che non ha convinto Conte mentre sembra star bene a Gasperini: ora è il tecnico dell'Atalanta in primissima fila per la panchina dell’anno prossimo, lui che oggi sfiderà la Lazio in finale di Coppa Italia e una volta concluso il campionato chiederà a Percassi di andar via. Sta per nascere quindi la Roma di Petrachi (anche lui deve liberarsi dal Torino e dovrà lottare ancor più del tecnico) e di Gasperini, con la regia del nuovo uomo forte di Trigoria: Guido Fienga, colui che più di tutti fra i dirigenti ha forzato per lo strappo con De Rossi - ma anche gli altri da Pallottaa Baldini approvano la scelta - e ieri ci ha messo la faccia accanto al capitano. «L'azienda - spiega il Ceo - si è resa conto di dover cambiare una serie di scelte fatte nel recente passato, per consentirci di ripartire. Ho sperato che Daniele volesse restarmi accanto perché mai come ora mi avrebbe fatto comodo, lui ha espresso altre idee e spero che in futuro quanto prima accoglierà la nostra proposta». Ma adesso c'è una Roma da rifare, con tutto il mondo fuori contro.
E' solo l'inizio di un'altra rivoluzione
IL TEMPO - CARMELLINI - L'operazione è chiara e ha un nome solo: rivoluzione. La società giallorossa al termine di una stagione drammatica, decide di non giocare al ribasso ma di puntare forte, anzi fortissimo sul futuro. E lo fa senza mezze misure, perché quella del prossimo anno dovrà essere davvero una Roma nuova, quella della svolta con o senza lo
stadio. Perché l’operazione De Rossi, che significa rinunciare a un giocatore, ma soprattutto a un uomo della sua stazza, è rischiosissima: ai tifosi puoi anche far mandar giù le cessioni di Strootman e Nainggolan (lunga la lista degli addii dolorosi, tre dei quali disputeranno la prossima finale di Champions League), ma quando metti mano sulle pedine pesanti, quando tocchi il cuore, è tutta un’altra Cosa.
Con De Rossi la Roma perde un altro pezzo di casa, una stanza intera verrebbe da dire, un altro passo verso la «deromanizzazione» voluta fortemente dalla nuova società e iniziata con Totti: giusto o sbagliato che sia, non spetta a noi dirlo. Un principio, una voglia di strutturarsi come un grande club internazionale, che sarebbe anche condivisibile se
arrivassero i risultati. Il problema alla fine è tutto lì: se vinci puoi fare (quasi) tutto quello che vuoi, puoi permetterti il lusso di cacciare a calci nel sedere Del Piero, cambiare un allenatore che ha vinto tre scudetti consecutivi e anche metterne in discussione un altro che ha infilato in bacheca i cinque successivi. Ma se non vinci è dura da mandare giù. Resta così solo un addio doloroso, di un ragazzo per bene, con un'altra testa rispetto alla media e che presto vedremo allenare su qualche panchina pesante. Ma soprattutto di un romanista vero che mancherà infinitamente alla sua gente che lo ringrazia per questo diciotto anni di passione: nel bene e nel male.
Da parte nostra un «in bocca al lupo» vero per il suo futuro. E chissà un domani...
Conte: "De Rossi ha fatto la storia della Roma, da tifoso lo ringrazio"
Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha rilasciato una lunga intervista a La Gazzetta dello Sport. Il premier ha parlato anche dell'addio di De Rossi alla Roma:
Lei non è romano, quando è sbocciato il tifo per la Roma?
«Molto lentamente. Mi trasferii a Roma per gli studi universitari, ma i primi anni rimasi tiepido rispetto alle squadre romane. Mi portavo appresso il tifo per il Foggia dell’epopea zemaniana e ancora conservavo il ricordo della Fiorentina di Antognoni».
Ma chi le piacerebbe avere nella Roma?
«Stravedevo per Mahrez quando era al Leicester. Ora mi piace Ziyech, ma di esterni di attacco ne abbiamo parecchi…».
E nel passato della Roma, Totti a parte, chi l’ha entusiasmata più degli altri?
«Direi Cafu».
Ma lei quanto sport riesce a seguire per televisione?
«Beh, ormai non tanto».
L’ultima partita vista?
«Roma-Juve 2-0».
Ha saputo che De Rossi ha annunciato il suo addio alla Roma?
«Un grande calciatore che ha segnato la storia della Roma degli anni Duemila: forte fisicamente, indomito, di grande intelligenza tattica. Da tifoso lo ringrazio».
De Rossi piace al Boca e all'Argentina
Il Boca Juniors mira a De Rossi. Ancora non è arrivato l'addio del capitano, che già l'MLS e l'Argentina guardano al giallorosso: secondo Tuttomercatoweb.com, dopo la notizia del mancato rinnovo, il ds Nicolas Burdisso chiama l'ex compagno e avanza una proposta ancora sul nascere.
La probabile maglia pre-match per la stagione 2019/2020 (Foto)
Pubblicata la probabile maglia pre match della Roma. Per la stagione 2019/2020 la divisa potrebbe essere quella postata sul profilo twitter del sito turco:
AS Roma 19-20 maç önü forması resmi satış fotoğrafları sızdı!
AS Roma 19-20 pre-match shirt official pictures leaked! pic.twitter.com/WJ4ELCNyex— esvaphane (@esvaphane) 14 maggio 2019
Olsen saluta De Rossi: "Grande capitano, è stato un onore giocare con te" (Foto)
Robin Olsen saluta Daniele De Rossi su Instagram. Il portiere giallorosso pubblica una foto con il capitano e scrive: "Grande capitano! Che giocatore, che personalità, è stato un onore giocare con te".
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Visualizza questo post su InstagramGrande capitano What a player and personality, an honor to have played together with you
Un post condiviso da Robin Olsen (@robinolsen25) in data: Mag 15, 2019 at 12:55 PDT
Giallini sull'addio di De Rossi: "Una notizia così non la perdonerei neanche a mia madre" (Foto)
L'affetto a De Rossi viene anche dagli artisti. Marco Giallini commenta la notizia dell'addio su Instagram: "Mi chiedo dove sia finito il Cuore. Non può essere ,che persone ,dati gli interessi , i Giochi di “potere”, nella speranza di essere immortali, possano in qualche modo, dare ,con nonchalance , una notizia cosi, ad un PUBBLICO CALCISTICO , come quello della ROMA, Pubblico, che avrebbe Meritato ,nel corso della Storia, di avere Maggiori Soddisfazioni e di “soffrire” di Meno! ... Questa, non la Perdonerei nemmeno a MIA MADRE, . Figuriamoci, ad un Presidente che non conosco ... o a chi per lui . Basta, per me e’ “finita “ ... la -ROMA-, ha , da Oggi , uno di Meno ,che “soffre “( Calcisticamente parlando ) per una Squadra ,e per uno Sport , che ha disatteso le Sue aspettative di chiarezza , e di appartenenza a qualcosa, che avesse a che fare con il Cuore! CIAO DANIELE! Io lo so’ che Tu il Cuore ce ll’hai ... da venne . Allora Famo na cosa tra de noi ... (mi riferisco , a Tutti quelli, che hanno ancora , questo Organo Funzionante), TI VOGLIAMO BENE , SEI MIO FRATELLO , MIO AMICO ,LA PERSONA CON LA QUALE ,IO ,LA MIA FAMIGLIA E I MIEI AMICI ... (ANCHE QUELLI CHE NON CONOSCO) ABBIAMO CONDIVISO , LA PASSIONE, E LO SMISURATO AMORE PER UNA CITTA’ E PER LA SUA GENTE . TI VOGLIO BENE ,FRATELLO D’ELEZIONE ... MI MANCHERAI , NON SAI NEMMENO QUANTO . SEI UNO DEI PIU GRANDI CALCIATORI , CHE QUESTA SQUADRA ABBIA MAI AVUTO . TI MANDO E TI MANDIAMO , UN ABBRACCIO CON STRETTA DA FARE MALE ... NON VEDERE LA TUA FACCIA, prima e dopo LA PARTITA , ci priverà del “NOSTRO “Senso Vero dello Sport, e di questo Gioco ..CIAO DANIELE".
Visualizza questo post su InstagramUn post condiviso da Marco Giallini (@marco_giallini_official) in data: Mag 14, 2019 at 9:46 PDT
Shock a Roma: tutti in lacrime per Daniele
LA GAZZETTA DELLO SPORT - [..] I romanisti, per una volta, mettono da parte le divisioni che spesso li hanno caratterizzati in questi ultimi tempi, e iniziano a riversare un mare d’amore nei confronti del loro numero 16. L’addio fa male, perché improvviso, inaspettato, e perché, in fondo, in pochi pensavano che finisse qui. «E’ come quando ti muore una persona anziana vicina. Sai che succederà, ma non sei pronto», l’amaro commento di Gabriele. Nelle radio si piange, la caccia al biglietto parte subito (sold out previsto, possibile l’apertura dei Distinti Ospiti se il Parma dovesse essere già salvo), i social sono inondati d’amore. Dai compagni di oggi a quelli di ieri, dagli avversari (compreso il laziale Di Canio) ai bambini, che scoprono la notizia appena usciti da scuola e sono increduli. Come e quanto i grandi. Una maestra telefona ad una radio: «Ho visto un papà dire al figlio: andiamo a comprare i biglietti, gioca De Rossi per l’ultima volta. Il bambino ha pianto e il padre con lui». Sembra una sorta di funerale - sportivo - nei confronti della bandiera che tutti volevano ancora veder sventolare. Ancora un po’. Ancora per cercare di vincere qualcosa: «Non vogliono dare a De Rossi la possibilità di alzare un trofeo da capitano e vogliono delegittimare Totti che ha detto che avrebbe deciso Daniele. È il delitto perfetto, ci stanno riuscendo, e io - il commento di un diciottenne in una radio - mi sento davvero solo. Ma che possiamo fa’?». Non solo commozione, però. Se il suo amico Mastandrea chiede per De Rossi una festa in tutti i quartieri di Roma, e se lui, lasciando Trigoria con gli occhi lucidi, dice che ci sarà anche domani e nei prossimi giorni per autografi e foto, da Boston poco o nulla. Pallotta parla tramite comunicati, potrebbe arrivare a Roma per l’ultima contro il Parma, ma certezze non ce ne sono. Totti gli dedica un post, ma ai tifosi non basta. La stragrande maggioranza se la prende con la società, tanto che persino durante il Giro d’Italia compare uno striscione contro il presidente. «Avete cacciato Daniele da casa sua con un tweet», uno dei messaggi (riferibili) più ricorrenti. E poco, anzi pochissimo, importa che la società gli abbia subito offerto un ruolo dirigenziale. I tifosi lo volevano vedere in campo. Ancora un po’. «Ammazza che dolore Danie’ - gli scrive il cantante Daniele Silvestri -. Con Francesco se ne era andato un pilastro leggendario ed eterno, con te un fratello. E neanche ci hanno lasciato abituare all’idea. E tu, invece, ti sei dimostrato molto meglio di loro. Come sempre. Grazie per questi 18 anni». [..]
Cairo: “De Rossi giocatore di grandissimo livello, ma non lo prenderei"
Urbano Cairo, Presidente del Torino, presente all’evento Awards, ha parlato dell’addio di Daniele De Rossi dalla Roma. Queste le sue parole:
“De Rossi sicuramente è stato un grande giocatore e ha delle qualità umane notevolissime, poi noi cerchiamo di puntare su giocatori giovani anche se poi abbiamo calciatori come Moretti che ha due anni in più di Daniele e ha fatto cose strepitose quest’anno. Rimane un giocatore di altissimo livello ma non in linea con quello che vogliamo fare adesso. Lo stimo comunque moltissimo”.
Ti ho vissuto sulla pelle
INSIDEROMA.COM - MASSIMO PAPITTO - Ma che mese di maggio è? Sempre piovoso, minaccioso, freddo, pieno de nuvole. Sembra come se dovesse cambiare qualcosa. E così è. Cosi sarà. Purtroppo.
Ore 8:30 di mattina, Alessio Nardo e Valentina Catoni su Trs 92.7 nella loro trasmissione ad un certo punto dicono: “Daniele De Rossi a fine stagione dovrebbe lasciare la Roma. Stiamo verificando la notizia”. Tutto d’un tratto ti cade il mondo addosso. Appena sveglio. Ad inizio giornata. Realizzi che la Roma nel prossimo anno dopo diciotto stagioni vissute sulla pelle farà a meno del carisma, della classe e della forza umana e calcistica di Daniele De Rossi. Un vento forte improvviso che spazza via tutto in questo mese di maggio strano.
Daniele De Rossi lascia. Lascia uno che ha rappresentato la Roma, ha trovato il suo posto nel mondo stando a Roma, tra la sua gente e nella città più bella del mondo . E’ stato amatissimo dai romanisti e anche da chi ha sempre tifato per altre squadre. Dimostrazioni di affetto ne ha avute a migliaia e sempre ne avrà. E’ un campione romano e romanista ma anche italiano, di tutti, un patrimonio calcistico nazionale, uno dei più forti centrocampisti italiani di tutti i tempi. Un’icona, capace di mettere d’accordo tutti come è successo anche per Francesco Totti.
Da Roma non se ne è mai voluto andare. Roma è casa sua: San Pietro e Castel Sant’Angelo; piazza Navona. C’è Roma dentro di lui: in casa, nella testa, nelle parole. C’è il mondo, anche. Sia fuori, sia dentro: i luoghi che vede, quelli che avrebbe potuto vedere. Daniele De Rossi è il calcio di Roma alla pari o poco sotto di un gradino a Totti. Roma è tutto se stesso, soprattutto. “Qui sto bene. Sono felice. Ho tutto quello che voglio. Mi sono sempre sentito un calciatore di livello alto. Vero”.
In conferenza stampa poi alle 13 ha il volto serio di chi è lì per salutare e il volto serio di chi voleva ancora giocare con la Roma e non potrà farlo. Per colpa di chi è ora è meglio lasciar perdere. Non è questo il momento di trovare colpevoli. Non è il momento adatto.
Ora conta il calciatore. Daniele De Rossi è stato la Roma. E’ stato diverso da Francesco Totti. Francesco Totti è stato l’arte, la classe. Il genio. Daniele De Rossi è’ stato il tifoso romanista in campo. E’ stato un guerriero fiero e forte, capace anche di tackle furibondi in campo ma sempre con lealtà ed è stato rispettato da tutti. Quando si arriva ad apprezzare un calciatore così significa che prima di tutto è stato apprezzato l’uomo. Daniele De Rossi è sempre stato un vero. Un puro come ama dire con maestria il giornalista sportivo Paolo Condò. La storia di un uomo d’altri tempi prestato al calcio.
Roma-Parma sarà la sua ultima recita. Una recita d’autore con l’Olimpico stracolmo. Un cerchio che si chiude con Francesco Totti. Un Roma-Parma in comune per entrambi. Una storia tutta nostra. Tutta romanista.
Marchisio: "Volevamo convincere De Rossi a venire alla Juve, ma non è servito"
Claudio Marchisio, ex centrocampista della Nazionale italiana e della Juventus, in un'intervista rilasciata a Tuttosport ha parlato della fine della carriera di Daniele De Rossi con la maglia della Roma. Queste le sue parole:
"Lo ammiro tanto, restare per tanto tempo nello stesso posto non è semplice, succedono tante cose belle ma anche altre meno positive. Ai tempi di Conte, con Chiellini e Buffon in Nazionale lo pressavamo parecchio, volevamo convincerlo a venire da noi. Ma non è servito granché. Non ve l’aspettavate? Beh, a noi giocatori spesso tocca questo lavoro quando c’è di mezzo il calciomercato, anche se sono più numerose le volte che non ha funzionato".
Del Piero su De Rossi: "So come ti senti, sei una persona speciale" (Foto)
Alex Del Piero ha voluto dedicare un suo pensiero a Daniele De Rossi, ex compagno di squadra nell'Italia nel mondiale del 2006. Questo il commento apparso su Instagram:
“Sei stato un avversario leale e un compagno di momenti indimenticabili. Quello stadio, quei rigori. Campioni del Mondo! Ma sei soprattutto una persona speciale e profonda. So come ti senti e posso immaginare quanta voglia hai ancora di giocare, di divertirti e di trasmettere sul campo la tua grande passione per il calcio. E quando smetterai, so che sarai anche un bravissimo allenatore, se sarà quello che vorrai. Un abbraccio grande Daniele, oggi come a Berlino. Ale”.
Visualizza questo post su InstagramUn post condiviso da Alessandro Del Piero (@alessandrodelpiero) in data: Mag 15, 2019 at 4:43 PDT