De Rossi è out, Nzonzi torna in regia

IL MESSAGGERO - Cinquantesimo infortunio muscolare. Si ferma De Rossi per almeno 20 giorni. La diagnosi: lesione di primo grado al bicipite femorale della coscia destra. Calendario alla mano, il capitano salterà i match con l’Inter e il Cagliari e difficilmente riuscirà a tornare per la trasferta contro il Genoa. Spazio contro l’Inter al 4-2-3-1 che in fase difensiva si trasforma spesso e volentieri in un 4-4-2 con Zaniolo vicino a Dzeko. I dubbi – con il rientro in difesa di Florenzi e Kolarov dal primo minuto – riguardano perlopiù la mediana e chi tra Pellegrini e Nzonziaffiancherà Cristante.


Stadio, imbarazzo M5S: slitta il voto su Tor di Valle

IL MESSAGGERO - PIRAS - Per lo stadio della Roma torna lo streaming. Ieri in commissione Sport si è cominciato a discutere la delibera di annullamento dell'interesse pubblico ed è stato trasmesso tutto in diretta, con commenti di questo tenore: «Avete mai chiesto ai residenti di quel quadrante cosa ne pensano? No perché altrimenti queste pagliacciate le avreste evitate».  La commissione non si è conclusa con un voto: ormai la questione stadio scotta, si prende tempo, si chiedono pareri su pareri perché se la Procura è già intervenuta con indagini, e arresti eccellenti, anche i politici vogliono capire cosa c'è dietro l'opera. Protagonista della commissione è stata la consigliera Cristina Grancio, espulsa dal M5S perché aveva fatto troppe domande sullo stadio. Ma ora quelle domande se le fanno tutti, anche i suoi ex colleghi del M5S. Ieri c'erano due grandi assenti pentastellati: Gemma Guerrini che si è fatta sostituire da Pietro Calabrese e il capogruppo Giuliano Pacetti. La giustificazione ufficiale è che erano impegnati con la Città Metropolitana.

OPPOSIZIONI - Erano presenti invece il presidente di commissione Angelo Diario per cui lo stadio «prima si fa e meglio è», Daniele Diaco poco interessato alla grana, Sara Seccia che alza le mani: «Io non sono un'urbanista, qui ci occupiamo di sport», ma capendo che la situazione è delicatissima ha sposato in toto la richiesta delle opposizioni di avere tutti i pareri ma soprattutto di desecretare il parere dell'Avvocatura prodotto da Andrea Magnanelli sui profili di illegittimità del progetto e delle delibere che stabiliscono l'interesse pubblico. Su questo le opposizioni sono state durissime: «É urgente renderlo subito trasparente». Grancio ne ha letto dei passaggi in commissione. I più scottanti riguardano la scelta dell'area di  come «difetto di motivazione». «È prioritario - c'è scritto nel parere Magnanelli letto da Grancio - per il legislatore il recupero degli impianti esistenti e realizzate in aree già edificate. La scelta di realizzare un impianto del tutto nuovo in area non edificata richiede un'adeguata ed esauriente motivazione». Altrimenti «l'intero procedimento si porrà al rischio di annullamento nelle competenti sedi giuridiche e giurisdizionali. Nella deliberazione in esame, così come nello studio di fattibilità, la questione non viene minimamente trattata con evidente violazione degli obblighi di motivazione, se non anche come avremo modo di dire: violazione di legge».
«Il mio voto non è scontato, bisogna capire e leggere bene tutte le carte», dice la new entry M5S, l'architetto 
Carlo Maria Chiossi. Ad assistere alla seduta si è presentato anche l'ex capogruppo M5S Paolo Ferrara. Grancio ha scritto anche al Dipartimento Urbanistica chiedendo perché «i valori di trasformazione non sono aggiornati, fermi al 2014 e identici alla delibera di Marino. Perché può aver significato un regalo di decine di migliaia di metri cubi alla società di  ed un potenziale danno erariale», spiega Grancio che nella lettera avverte: «Se non avrò riscontri manderò tutto alla Procura». Pietro Calabrese non è mai intervenuto, pur essendo uno strenuo difensore del progetto stadio. Ma ha lasciato i lavori della commissione prima degli altri per andare in commissione Mobilità a parlare delle tre fermate metro A chiuse. Perché mentre ieri si discuteva di un'opera che non esiste e che il Politecnico di Torino ha giudicato catastrofica dal punto di vista dell'impatto viabilistico, fuori la realtà è una Capitale con le tre principali fermate metro del centro storico chiuse, una addirittura da ottobre.


De Rossi si rivede a Maggio

“Lesione di primo grado al bicipite femorale della coscia destra“: è questo il responso impietoso degli esami strumentali a cui si è sottoposto ieri Daniele De Rossi. Il capitano giallorosso rimarrà fuori tre settimane.  Il suo ritorno è dunque da ipotizzare per la sfida di Marassi contro il Genoa il 5 maggio o più probabilmente per la settimana successiva, per il match casalingo contro la Juventus. Questo infortunio, l’ennesimo della sua stagione, mina le certezze del numero 16 per il futuro. (...) Che cosa farà nei prossimi mesi la bandiera romanista sarà uno degli argomenti che discuteranno a Boston Pallotta, Baldini e Massara. (...) I primi punti all’ordine del giorno riguarderanno però l’area tecnica: da definire se Campos lavorerà con o senza Massara e quale sarà il ruolo di Totti.


Un talento ribelle: e il calcio conquista il cinema

GAZZETTA DELLO SPORT - Christian Ferro gioca nella Roma, ha vent’anni e non conosce paura, rispetto e disciplina. Vive in una lussuosa casa bianca, arredi essenziali ed enorme piscina, guida Ferrari e Lamborghini, ha una fidanzata che insegue follower e un maialino da compagnia. Christian Ferro è idolatrato dai tifosi, amato dalle donne, riverito dagli amici che puntano a vivere di luce riflessa ed eternamente affiancato da un procuratore che conta soldi. Christian Ferro non esiste, eppure il calcio ne è pieno. Christian Ferro dal Trullo è Il campione del film di Leonardo D’Agostini, prodotto da Matteo Rovere e Sydney Sibilia con Rai Cinema, al cinema da giovedì 18 aprile. Un’opera che si immerge nel mondo del pallone per raccontare il percorso di formazione di un ragazzo con un passato difficile e un presente tutto apparenza e zero radici. (...) Ferro, interpretato da un eccezionale Andrea Carpenzano (già visto in Tutto quello che vuoi di Bruni e ne La Terra dell’Abbastanza dei fratelli D’Innocenzo), è cresciuto alla periferia di Roma, ha perso la mamma quand’era un ragazzino e ritrovato il padre solo dopo la firma del contratto da tre milioni di euro con la Roma. Christian è uno che non abbassa mai la testa, finisce spesso sui giornali per incidenti stradali, risse e addirittura un furto in un centro commerciale, mentre in campo alterna giocate da fuoriclasse a cartellini rossi. (...) Fare un film sul calcio di oggi però non è facile, il rischio è quello di perdere il contatto con la realtà. Per questo la produzione ha cercato la collaborazione della Roma che, dopo aver letto la sceneggiatura, ha dato l’ok al progetto. Per Il campione si sono così aperte le porte di Trigoria e dell’Olimpico, sulle maglie è apparso il logo ufficiale e le gare, grazie anche alla collaborazione di altre società (dalla Lazio al Sassuolo, gli avversari in campo) e del Pisa (i cui giocatori hanno interpretato quelli della Roma), hanno assunto la potenza della credibilità. Anche le telecronache hanno qui le voci note di Caressa o Trevisani, i commenti in tv sono quelli di Bonan o Pardo e le notizie di mercato vengono da Di Marzio. (...).


Atalanta, sorpasso fallito: i giallorossi ora sono a +1

L MESSAGGERO - VAVASSORI - Un pareggio che sa di fiele dopo un gara d'attacco e una miriade infinita di opportunità, con 45 tiri verso la porta avversaria. Il coraggioso bunker dell'Empoli resiste e l'Atalanta si morde le mani per una succulenta occasione sprecata. Quella di agguantare il Milan al quinto posto con una vittoria casalinga invece sfumata. I nerazzurri, malgrado una gara di cuore, di agonismo e di slanci offensivi, restano sesti a quota 53, a -1 dalla Roma. A Pasquetta la trasferta a Napoli rischia di allontanarli ancor di più dall'Europa dei grandi. Rimane la buona prestazione, ma anche la delusione bruciante. Il canovaccio della gara si intuisce sin dall'uscita dai blocchi: L'Atalanta fa la partita e l'Empoli contiene e riparte puntando sulla rapidità negli spazi di Caputo e Farias.

PORTA BLINDATA - Al 3' infatti ficcante contropiede dell'Empoli e fiammata di Farias: scatto, dribbling e destro a rientrare su cui Gollini mette la prima pezza della partita deviando in angolo. L'Atalanta risponde con una combinazione quasi letale al 9': Gomez ricama sulla trequarti, Ilicic rifinisce al volo in mezzo per Hateboer che spreca tutto. Al 14' si fa male Antonelli: dentro Pasqual. Al 23' ci prova de Roon con un siluro dal limite: Dragowski c'è. Cresce l'Atalanta che cerca nell'intesa Ilicic-Gomez il grimaldello-fantasia per scardinare le retrovie toscane. Al 25' azione concitata nell'area dell'Empoli con un doppio tentativo di Freuler e zampata d Zapata, ma la difesa si salva e anche il controllo Var su un presunto fallo di mano in area di Traore, accerta, giustamente, che il rigore non c'è. Al 28' Dragowski è ancora un muro sulla rasoiata di Ilicic. Ma il match in questa fase è una sorta di assedio alla porta dell'Empoli che non riesce ad allentare la pressione. Al 32' capocciata di Mancini nel mucchio: palla fuori di poco. L'Atalanta assalta, ma non sfonda. Al 41' anche Farias esce per infortunio: dentro Oberlin. Si va al riposo con il risultato che non si schioda dallo 0-0. La ripresa si avvia sugli stessi binari del primo tempo. L'Atalanta che attacca e spreca (subito due chance non sfruttate da Hateboer e Zapata) e l'Empoli che soffre, stringe i denti, ma resta in partita. E si aggrappa a Dragowski che al 10' compie un autentico prodigio d'istinto sul colpo di testa ravvicinato e a botta sicura di Hateboer. La porta dell'Empoli sembra stregata per l'Atalanta. E al 37' quasi quasi ci scappa la beffa con una conclusione sporca di Di Lorenzo che in area non trova lo specchio. Sarebbe stato troppo. Anche perché al 45' Dragowski è ancora reattivo su Ilicic. L'Atalanta non pesca il jolly. 94' minuti d'attacco contro un muro chiamato Dragowski.


Rincorsa Champions: ecco la ricetta vincente di Ranieri

GAZZETTA DELLO SPORT - Compattezza, semplicità ed autostima. Sono i tre concetti su cui ha iniziato a lavorare Claudio Ranieri appena si è impossessato della Roma e che oggi, 40 giorni dopo il suo ritorno sulla panchina giallorossa, iniziano a dare effettivamente i loro frutti. Sono i tre concetti con cui Ranieriha risollevato la Roma, ridandogli anche la speranza di poter ancora agguantare il passo per la prossima Champions League. Il primo passo è stato ovviamente la compattezza difensiva, che ha trovato la sua eccellenza nei due clean sheet consecutivi con Sampdoria e Udinese, che di fatto hanno permesso alla Roma di vincere le due partite e portare a casa sei punti decisivi. (...) Poi Ranieri ha chiesto a tutti i giocatori di fare in campo sempre la cosa più semplice possibile. Meglio un passaggio banale e scontato che un tentativo pregevole, ma con il rischio di perdere il pallone. Insomma, giocare semplici, per aiutare anche a prendere fiducia a livello individuale ed evitare invece di demoralizzarsi. Un concetto su cui il tecnico della Roma ha deciso di lavorare subito per migliorare la sfera psicologica dei giocatori e, di conseguenza, anche della squadra. Quando ha preso la Roma Ranieri ha capito subito che quello giallorosso era un gruppo per alcuni versi impaurito, timoroso. E che aveva invece bisogno di fiducia per rialzarsi nel modo giusto. (...) Ranieriha deciso di cambiare portiere, perché Olsen in questo momento non aveva un’autostima eccelsa di se stesso, considerando anche i tanti errori in cui si era imbattuto ultimamente. Al contrario di Mirante, che ha invece anche una serenità di base diversa. Così, con il portiere campano sono arrivati 7 punti in 9 partite e forse non è neanche un caso, al di là dei due clean sheet. E se la Roma dovesse fare risultato anche a San Siro con l’Inter, sabato sera, allora la ricetta sarebbe a tutti gli effetti quella giusta.


Stadio, per ora è rinvio. Mancano pareri pesanti

GAZZETTA DELLO SPORT - È stato rinviato a dopo Pasqua il parere sulla proposta di delibera Grancio-Fassina di annullamento d’ufficio (in autotutela) sul pubblico interesse alla costruzione dello Stadio della Roma. La motivazione è l’assenza dei pareri degli uffici Sport, Patrimonio, Mobilità e Lavori pubblici, questi ultimi due politicamente importanti. È arrivato, invece, il parere dell’Urbanistica, contrario alla proposta contro la delibera Raggi del 2017. Dopo Pasqua, quindi, verrà espresso il parere obbligatorio non vincolante, anche se già quello contrario dell’Urbanistica fissa dei paletti importanti nei confronti della proposta Grancio-Fassina. (...) Durante la riunione, la consigliera ex 5 Stelle, ora Gruppo Misto, Cristina Grancio, ha fatto presente le obiezioni ai rilievi del Dipartimento Urbanistica utilizzando, nel discorso, il «parere Magnanelli», consegnato alla sindaca Raggi a fine gennaio 2017 sulla possibilità di annullamento in autotutela della delibera Marino. In mezzo, però, e ciò non va sottovalutato, c’è stata l’approvazione da parte della conferenza dei servizi. A questo punto, una volta arrivato il parere della commissione Sport e di tutte le altre che verranno chiamate in causa, i tifosi si chiedono quando ci sarà la decisiva approvazione della variante urbanistica, con la quale il progetto Tor di Valle potrebbe davvero spiccare il volo. (...) Pallotta si augura che si cominci a fine 2019, massimo gennaio 2020, ma sono date indicative. Non ci sono certezze, neppure sui tempi di costruzione vera e propria dell’impianto, ma considerando quanto si sia complicato l’iter nel corso degli anni qualche mese di differenza conterebbe poco.


Giallorosse che peccato: ko ai rigori

GAZZETTA DELLO SPORT - Sconfitta ai rigori per la Primavera femminile di Flavio Melillo. Nella finale Scudetto disputata ieri al Centro tecnico federale di Coverciano, ad alzare il trofeo dopo 120′ è stata l’Inter di mister Ruocco. Le giallorosse si sono battute in partita, concludendo le due ore di gioco sul 2-2. La lotteria dei rigori ha però premiato le nerazzurre, che l’hanno spuntata per 9-8 a causa degli errori di Corelli, Labate e Tarantino.


A Boston si decide il futuro

IL TEMPO - BIAFORA - È arrivata l’ora della verità per il futuro della direzione sportiva della Roma. Intorno alle 21 italiane di ieri (ci sono sei ore di fuso orario) è atterrato a Boston Massara, sbarcato negli Stati Uniti con il volo Iberia 6165 dopo aver fatto scalo a Madrid. L'attuale ds giallorosso, in seguito ad un leggero riposo, ha svolto a cena il primo faccia a faccia con Pallotta e Baldini, anche se sarà oggi la giornata decisiva, quelle delle scelte definitive. Il numero uno del club, felice per la vittoria dei suoi Celtics su Indiana nel primo turno dei playoff NBA, proporrà al dirigente piemontese di restare in carica a Trigoria, venendo affiancato da Campos (c’è già stato un contatto tra i due). Il portoghese, suggerito fortemente da Baldini e incontrato personalmente dal presidente nelle scorse settimane, dovrebbe svolgere il ruolo di consulente a distanza, mantenendo la residenza a Montecarlo. Il vero nodo da sciogliere è legato a ciò che deciderà di fare Massara, che dopo aver affiancato prima Sabatini e poi Monchi si sentirebbe pronto a svolgere il ruolo di primo violino. Le opzioni sul tavolo per lui sono due: accettare il piano della proprietà, occupandosi del mercato insieme al collega del Lille e della quotidianità del campo e dello

spogliatoio, oppure rifiutare l'offerta e lasciare il club. A quel punto Massara potrebbe scegliere di andare a fare il direttore sportivo in un’altra società o di seguire ancora una volta Sabatini, in procinto di accasarsi al Bologna. Con un suo eventuale addio tornerebbe in corsa Petrachi: il dirigente è in rotta col Torino di Cairo e non avrebbe troppi problemi a firmare peri giallorossi, lavorando a stretto contatto con Campos.

 

Oltre a quella dirigenziale c'è da risolvere la questione legata all'allenatore della prossima stagione. I nomi sono sempre quelli di Conte, Sarri, Gasperini e Giampaolo, ma non è da escludere un suggerimento diretto del probabile nuovo consulente portoghese, molto vicino all'agenzia di Mendes. Quello di Conte è il profilo in cima alla lista della società capitolina e gli approcci con il salentino vanno avanti dopo l’incontro andato in scena in Toscana. Con il tecnico il problema non sarebbe tanto quello legato all’ingaggio: c'è stata una precisa richiesta di avere pieni poteri e di poter intervenire attivamente nelle decisioni operative. Una decisione finale sarà presa solo dopo aver risolto il problema ds. Nel corso del summit di Boston andrà anche definita la figura di Totti, rimasto in Italia insieme al vice-presidente Baldissoni e all’amministratore delegato Fienga. Per quanto riguarda il settore giovanile c'è invece la concreta possibilità di un addio del responsabile Tarantino.

 


Da Campos a Sarri: la Roma secondo Jim

IL MESSAGGERO - TRANI - Pallotta volta ancora pagina e prepara la nuova (ennesima) rifondazione della Roma. Interviene e decide, come sempre, da lontano e dall'estero, a 6.600 km dalla Capitale. Ogni strategia parte da Boston. È lì che ha convocato Baldini, oggi più che mai il suo interlocutore di fiducia, e Massara, il ds chiamato a prendere in corsa il posto del dimissionario Monchi, oltre a Calvo responsabile del marketing. Il presidente, nella full immersion di un giorno e mezzo (ieri pomeriggio e l'intera giornata odierna), dovrà indicare il nuovo percorso. Cambierà i suoi collaboratori, con priorità all'area tecnica, da potenziare con l'ingresso di un responsabile del mercato. Ufficializzato il punto di riferimento della proprietà Usa per le operazioni in entrata e in uscita, il neo staff si dovrà dedicare all'individuazione dell'erede di Ranieri.

STEP QUASI SCONTATO - Magari, già nelle prossime ore, verrà subito annunciata la promozione definitiva di Massara. Sulla figura dell'ex vice di Sabatini c'è la piena condivisione di chi attualmente lavora per la Roma. È ok per l'anima italiana che governa a Trigoria e per quella straniera che comanda fuori dai nostri confini. Massara dovrà solo accettare di far coppia con Campos che, non ancora liberato dal suo presidente Lopez che se lo terrebbe stretto a Lille, è pronto alla nuova esperienza. Lo ha suggerito e contattato Baldini, è piaciuto a Pallotta. Non si può dire che però abbia il gradimento di chi sta nella Capitale. Niente di personale nei confronti del portoghese che preferisce restare distante dal Bernardini, cioè a Montecarlo. Consulente esterno, dunque, ma influente. Esperto in plusvalenze e quindi di trading. Proprio la continuità che, sul mercato, pretende il presidente, nonostante abbia poi chiuso male i rapporti sia con Sabatini che con Monchi. Il manager in esilio non convince. Ecco perché l'ad Fienga si è mosso in prima persona con Petrachi, il ds del Torino che, la scorsa settimana, ha dato la disponibilità pure a Baldini. La fumata bianca, con l'incarico a Campos, ancora non c'è. Staremo a vedere se si alzerà proprio nel cielo di Boston.

PROFILO INDIGENO - Stand by, invece, sull'allenatore. Chiari i candidati, non il prescelto. Baldini vota Sarri e non si scopre adesso: gioco e metodo, secondo il suggeritore di Pallotta, sono quelli giusti per la Roma. Con o senza la Champions. Baldini è certo che il Chelsea lo allontanerà a fine stagione. A Trigoria, però, non si arrendono per Conte. Che, però, aspetta la prossima mossa di Allegri. L'Inter, avversaria dei giallorossi sabato a San Siro, può incidere addirittura sul futuro di tre club. Marotta, ieri mattina, ha confermato Spalletti: «Resta qui, merita la nostra fiducia». L'uscita dell'ad nerazzurro non è casuale: la proprietà cinese non vuole pagare 28 milioni di euro (lordi) a vuoto per l'attuale tecnico e il suo staff in caso di esonero. Marotta, tuttavia, prenderebbe Allegri. Più di Conte che tornerebbe subito alla Juve. Campos spinge, invece, per la soluzione straniera: Fonseca o Jardim. O qualcun altro della scuderia Mendes. Nella Capitale insistono perché il tecnica sia italiano e hanno come alleato Baldini. Che, se Sarri resterà vincolato ad Abramovic, si prepara a virare su Giampaolo, perché Gasperini e l'Atalanta fanno resistenza. Totti, da Trigoria, osserva quanto sta accadendo in Italia e negli Usa. Solo quando saprà con chi dovrà confrontarsi ogni giorno, allora dirà la sua. E non è detto che sposi a priori il nuovo corso.


Stadio a Tor di Valle: è tutto rimandato

IL TEMPO - MAGLIARO - Per la proposta di delibera Grancio/Fassina di annullamento d'ufficio (in autotutela) della delibera Raggi 2017 sul pubblico interesse alla costruzione dello Stadio della Roma, tutto rinviato almeno alla prossima settimana. Nella seduta della Commissione Sport che, ieri mattina, avrebbe dovuto esprimere il proprio parere - a seguire quello delle altre Commissioni: urbanistica, mobilità, lavori pubblici - nulla di deciso: erano, infatti, arrivati solo i pareri del Dipartimento Urbanistica e della Ragioneria generale. Per la Ragioneria generale la proposta Grancio/Fassina non ha rilievi contabili. Per il Dipartimento Urbanistica, invece, bocciatura su tutta la linea: come già scritto ieri da Il Tempo la proposta Grancio/Fassina è sbagliata. Non a caso, nella seduta della Commissione  la consigliera ex 5Stelle, ora Gruppo Misto, Cristina Grancio, ha illustrato più che la sua proposta, le obiezioni ai rilievi del Dipartimento Urbanistica utilizzando, in un paio di occasioni, il famoso «parere Magnanelli», quello reso al sindaco Raggi a fine gennaio 2017 sulla possibilità di annullamento in autotutela della delibera Marino. La Grancio ha deciso di non consegnare copia di questo parere alla Commissione in modo che siano i consiglieri stessi a chiedere alla Raggi di produrlo ufficialmente agli atti. Per Stefano Fassina, l’altro cofirmatario della proposta di delibera, la Raggi «se non ha nulla da nascondere deve desecretare il parere dell’Avvocatura», cioè quello dell’avvocato Andrea Magnanelli. Stesso discorso anche per il Pd (Marco Palumbo, «un segreto di Fatima») e perla civica Svetlana Celli. Un parere che, in realtà, oramai non sposta più nulla: da quell'epoca, si sono succeduti: l’uscita di Paolo Berdini dalla Giunta, il nuovo accordo conla Roma, la nuova Delibera di pubblico interesse e, soprattutto, il via libera della Conferenza di Servizi decisoria. Insomma, il mondo non si è fermato a gennaio 2017.


De Rossi in viaggio verso Barcellona per curarsi la lesione muscolare

De Rossi proprio in queste ore, è in volo per Barcellona. Il capitano della Roma si è fermato per una lesione di primo grado al bicipite femorale della coscia destra, durante la partita contro l'Udinese. DDR, come confermato anche dalla Roma, andrà in Catalogna per farsi curare nella Corachan, dove già in passato si erano recati Pastore e Perotti.