Saluto a Sabatini, gol e speranza. De Rossi: "Ora siamo squadra"

IL TEMPO - BIAFORA - Non molla mai. Daniele De Rossi come un condottiero (copyright Ranieri) guida la Roma alla vittoria, nella prima delle otto battaglie rimaste da qui a fine campionato. Il capitano, autore della prima rete stagionale in campionato dopo quella in Champions Leaguecontro il Porto, ha regalato tre punti fondamentali ai giallorossi nella corsa al quarto posto, ora distante solo un punto dopo il ko di ieri del Milan all’Allianz Stadium. In attesa delle partite di oggi di Lazio e Atalanta il numero 16 si gode il successo ritrovato a Marassi contro la Sampdoria dopo sei anni: “Fa bene alla classifica, ma anche al morale della squadra e della gente, erano entusiasti. Siamo contentissimi, si devono portare a casa più punti possibili”. La foto della serata di De Rossi è senza dubbio quella dell’esultanza sorridente sotto al settore occupato dai tifosi romanisti, accompagnato dall’abbraccio scatenato di Zaniolo. Dopo l’esplosione di gioia vissuta insieme agli oltre mille fan, si è palesato qualche istante di timore per l’intervento del VAR. Guida ha però poi confermato la posizione regolare: decisiva la mancata salita di Gabbiadini sul corner impattato da Schick e poi ribadito in rete da DDR. “Ben venga il fatto che l’arbitro controlli e che non si subisca un furto - il commento del match-winner sulla tecnologia -. Si sono eliminati tanti problemi, ingiustizie e polemiche. Quando esulti credi sempre di fare la figura da scemo se lo annullano. Penso che in pochi anni arriveremo alla perfezione”. De Rossi autore di una prestazione fatta di tanto cuore e spirito di sacrificio, soprattutto nel finale tutto targato Sampdoria, ha scaricato la rabbia di una stagione travagliata andando ad esultare nuovamente sotto allo spicchio di Marassitutto tinto di giallorosso. Il capitano ha parole di elogio per tutti i compagni, bravi a tirare fuori gli attributi nella terza partita della settimana, e manda un avvertimento alle avversarie: “Magari non giochiamo benissimo, ma i punti si fanno così e ce li teniamo stretti. Per gli altri non sarà facile venire all'Olimpico a passeggiare come è successo in passato”. Il mediano di Ostia, durante il riscaldamento pre-partita, ha avuto un gesto di grande sentimento nei confronti di Sabatini, suo ex direttore sportivo, accolto con calore anche da Manolas: “Lo saluto sempre con affetto, ci siamo promessi di fare un pranzo nel prossimo futuro. Mi fa piacere che stia bene”. Dopo la sudata vittoria De Rossi ha dribblato le insistenti domande su un possibile futuro da tecnico, visto che la voglia di giocare è ancora tanta. Il numero 16 della Roma ha lasciato all’amico fraterno Totti, che ha parlato a pochi minuto dal fischio di inizio, l’incombenza di rispondere sul domani: “Se dovesse fare l’allenatore, incitare ed esultare non sono le cose migliori da fare. Sappiamo tutti il suo carisma ed essendo romanista ha qualcosa di più. La sua veemenza verso questi colori risalta da questi risultati. Ci piace vederlo così”. Parole quasi profetiche per come è andata poi la partita.


Per diesse e allenatore continuano le "primarie"

IL TEMPO - BIAFORA - È ancora nebuloso il cielo sulla poltrona di direttore sportivo della Roma. Domani sarà un mese esatto dalla rescissione consensuale dell’accordo con Monchi e non è ancora chiaro chi sarà l’uomo chiamato a raccoglierne la pesante eredità. I nomi che vengono fatti con maggiore frequenza, in vista di una decisione finale attesa entro aprile, sono quelli Massara, Campos e Petrachi. Le quotazioni del dirigente del Torino sono in calo negli ultimi giorni, la volontà di Cairo infatti sembra quella di non liberarlo per il salto in una big. Restano quindi due i candidati in pole position: l’attuale diesse giallorosso e l’uomo mercato del Lille. Dal Portogallo è rimbalzata la notizia della presenza di una clausola rescissoria da tre milioni di euro nel contratto di collaborazione che lega Campos ai francesi, impegnati nella corsa alla Champions League in Ligue 1. I «mastini» hanno quattro punti di vantaggio sul terzo posto del Lione e mantenendo la seconda piazza raggiungerebbero la qualificazione diretta al torneo europeo, con la partecipazione ai gironi di Champions che manca dall’epoca Garcia. Il piano del dirigente portoghese è quello di pensare prima a raggiungere l’obiettivo con il suo club attuale per poi dedicarsi ad ogni eventuale trattativa per un approdo in giallorosso o in qualsiasi altra società. Oltre all’interesse della Roma, sotto la regia di Baldini, c’è da segnalare quello di Chelsea (nei Blues il ruolo è vacante dalla rottura con Emenalo) e Marsiglia, che potrebbe perdere il ds Zubizarreta, attratto dalla proposta dell’Arsenal. Detto di Campos, non è da sottovalutare la posizione di Massara, promosso nuovamente direttore sportivo dopo l’addio di Monchi alla Capitale e il contestuale ritorno a Siviglia. Il «sabaudo», come lo definiva Sabatini, ha portato a termine il rinnovo fino al 2023 del giovane Riccardi, si sta occupando del contratto di Zaniolo e ha avviato numerose trattative in entrata e in uscita. Non è certamente da scartare l’ipotesi di una sua conferma, magari affiancato da Totti nella veste di direttore tecnico. Situazione in stand-by pure sul fronte allenatore. Conte (cercato da tutte le big italiane) e Sarri sono i profili preferiti, Gasperini, Giampaolo e Gattuso le opzioni di riserva. Difficile fare previsioni: tranne il salentino sono tutti allenatori con un contratto anche per la prossima stagione e prima di qualche  settimana risulta difficile parlare di accordi  chiusi. Per quanto riguarda i movimenti di mercato dei calciatori, è in forse il riscatto di Defrel da parte della Samp. I blucerchiati hanno acquistato a titolo definitivo Gabbiadini a gennaio e non sembrano intenzionati a spendere i 12,75 milioni di euro (un milione già pagato per il prestito oneroso annuale) previsti per completare l’acquisizione della punta di proprietà dei giallorossi. Da tenere d’occhio la situazione legata a Dzeko, che piace in Premier League e all’Inter, che ha messo gli occhi pure su Lorenzo Pellegrini. Il centrocampista di Cinecittà ha una clausola di 30 milioni di euro pagabile in due rate che fa gola a più di una squadra. Tutti i nodi saranno però sbrogliati solo dopo la nomina definitiva di un ds e di un allenatore.


Roma, c'è ancora speranza

IL MESSAGGERO - TRANI - Improvvisamente la Roma. Che, a 7 tappe dal traguardo, riappare nella corsa Champions. La vittoria di Marassi contro la Sampdoria (0-1), dopo il ko del Milan allo Stadium contro la Juventus, è pesantissima. Basta guardare la classifica per rendersene conto: Ranieri sale a - 1 dal 4° posto. De Rossi, ritrovando il gol in serie A dopo 13 mesi, riapre dunque la stagione dei giallorossi che, tornando a vincere in trasferta dopo 3 ko di fila (compreso quello di Oporto), riescono finalmente a uscire dal campo imbattuti. L'ultima volta due mesi fa, l'8 febbraio al Bentegodi contro il Chievo (0-3).

MODULO SCHERMATO - La prestazione è da provinciale, ma di sostanza. Con equilibrio e carattere. Senza mai scoprirsi. Il successo è costruito sulla pazienza e sull'attenzione. E con la distribuzione delle energie fisiche e mentali. L'ingresso di Dzeko per Pellegrini, a metà della ripresa, risulterà decisivo. In partenza Ranieri, pur cambiando la metà dei giocatori di movimento dopo il pari inutile di mercoledì contro la Fiorentina, ha riproposto lo stesso sistema di gioco, cioè il 4-2-3-1. Ma sempre truccato. Perché, in fase di non possesso palla, è sempre scattato il programma più gettonato in questo periodo: indietro tutta. Baricentro basso, Zaniolo e Kluivert in linea con De Rossi e Cristante, Pellegrini qualche passo dietro Schick a guardare a vista il play avversario Viera o al massimo a salire su Tonelli, i 4 quattro difensori appostati davanti all'area di rigore, con Karsdorp e Kolarov sentinelle sui lati del fortino e con Manolas e Fazio a presidiarlo in mezzo. Dietro di loro, il cannone caricato a salve: Mirante obbligato a calciare sempre oltre la metà campo, sempre su Schick che fa il possibile per controllarlo o indirizzarlo. Entrano, dunque, in 5: Karsdorp, Manolas, De Rossi, Pellegrini e Schick. Infortuni e impegni ravvicinati impongono la rotazione. Il 4-3-1-2 della Sampdoria è abbastanza organizzato, ma senza Ekdal la gestione è senza ritmo. Solo Saponara, chiamando il fluidificante Murru in avanti, prova ad accelerare.

EX PERICOLOSO - La Roma rischia meno del solito tant'è vero che chiude con il 6° clean sheet stagionale. L'assetto sembra meglio calibrato negli interpreti. La serata di Manolas e Fazio è chic. L'ex Defrel, schierato da Giampaolo accanto a Quagliarella, calcia da fuori e chiama al volo Mirante. E' la chance più spettacolare del 1° tempo, anche se in avvio c'è la conclusione ravvicinata e pericolosa di Quagliarella a sfiorare la traversa e più tardi quella larga di Cristante. L'unico giallorosso a inquadrare la porta è Kluivert: tiretto sporcato e centrale. Pellegrini sale ad aiutare Schick, ma di testa sbaglia sul più bello.

SVOLTA FINALE - Si fa male, subito dopo l'intervallo, Karsdorp: ecco Jesus. Giampaolo va all'attacco: dentro Jankto e Gabbiadini rispettivamente per Linetty e Saponara. Defrel arretra da trequartista. Ranieri replica con Dzeko per Pellegrini, chiedendo a Schick di mettersi dietro al centravanti. Dentro anche El Shaarawy per Kluivert. Il doppio intervento fa la differenza. Dal corner di Kolarov, spizzata di Schick e respinta di Audero. De Rossi irrompe e accompagna, con gli addominali, la palla in porta per il vantaggio. Mazzoleni ha l'ok dal Var: Gabbiadini tiene in gioco il capitano giallorosso. Che firma il 1° successo esterno con il nuovo allenatore: l'ultimo, un mese e mezzo fa, il 23 febbraio a Frosinone. Gol di Dzeko, simile proprio a quello del capitano.


Schick, dolore e gioia. Mette la testa a posto

IL MESSAGGERO - FERRETTI - Ci pensa il capitano, il malconcio De Rossi a tenere in vita la Roma verso la zona Champions. Una gran bella storia di sport, se vogliamo, Ed è giusto che la firma sulla vittoria sia quella del simbolo della Roma. Un uomo infinito. Anche di sentimenti, vedi il sincero abbraccio pre gara all’ex Walter Sabatini. Un successo tutto da raccontare, anche per la storia di un protagonista diretto/indiretto dei tre punti: Patrik Schick, prima dolore e poi gioia della gente romanista.

LA METAMORFOSI - Come per magia, Roma - nella prima frazione - più squadra rispetto alle ultime, orribili prestazioni. Un po’di ordine tattico,qualche lampo di gioco, un paio di giocate e l’uomo campa. Solo che, nonostante tutto questo, pochi pericoli per Audero, aitante portieredoriano. E, sotto questo aspetto, non si può non dire qualcosa sulla prestazione di Schick, chiamato a guidare l’attacco con Dzeko (inizialmente) in panchina. Ci si aspettava, per una dose infinita di motivi,che il ceco riuscisse finalmente a proporre una partita vera, da protagonista contro la sua ex squadra; invece, Patrik per un tempo non si è presentato. O meglio; c’era ma non si è visto. E quandosi è visto, è stato solo per alcune giocate al rallentatore o avviate verso l’inutilità. E, allora, uno fa l’ennesima riflessione,stavolta dettata anche dal più o meno recente passato: sta a vedere che ‘sto ragazzo è davvero più un peso che una risorsa per la Roma? Se gioca in tandem con Dzeko non la becca mai; se gioca da solo al centro dell’attacco idem. Da sempre, o quasi. E, quindi, a che cosa serve?E il discorso, proprio perché legato alla partita contro la “sua” Sampdoria, assume una connotazione più critica. Per forza di cose. Non ci possono; anzi, non ci devono essere sempre giustificazioni per analizzare la faccenda. Una domanda, però, sì: ma il suo mental coach è andato in pensione? Poi, però, le partite possono cambiare in un attimo.E tutto quello che è brutto diventa bello. Al volo. Schick nella ripresa diventa un altro, con Dzeko dentro forse sente meno responsabilità si inventa un paio di cose buone nel gioco aereo, si fa vedere, fa capire a compagni e avversari che lui c’è. E la rete di De Rossi nasce proprio grazie ad una sua capocciata, con pallone poi toccato dal capitano alle spalle di Audero. Un miracolo sportivo? No, solo questione di logica. Che nel calcio è spesso illogica.


«Daniele anima di questa Roma»

IL MESSAGGERO - TRANI - «Daniele ci piace vederlo ancora in campo». L'assist di Totti è no look. Cioè prima del match e di sapere che De Rossi avrebbe firmato il successo della Roma contro la Sampdoria. Francesco, da dirigente, allunga la carriera all'amico. Lo vede sempre giocatore, non c'è fretta di promuoverlo allenatore. Il capitano di oggi dà subito ragione a quello di ieri. E, ritrovando dopo 13 mesi il gol in serie A (l'ultimo contro il Torino il 9 marzo del 2018), rilancia i giallorossi nella corsa per il 4° posto. Segnò lui, la notte dell'eliminazione all'Estadio Dragao contro il Porto, il rigore del momentaneo pari. Quella prima di far centro a Marassi, era stata l'unica rete stagionale. Proprio al momento di dare l'addio alla Champions. Che adesso vuole ritrovare con i compagni. «Abbiamo vissuto questa sfida come una battaglia. Loro, giocano bene. L'intensità doveva essere più alta di quella messa in campo con il Napoli, dovevamo fare di più. Abbiamo lottato e dato tutto quello che avevamo» spiega il protagonista. Che crede nella ricorsa: «Con questi 3 punti tornano l'entusiasmo e la consapevolezza che possiamo fare anche noi partite da squadra vera. Con gli attributi. Il Milan ha perso, c'è Inter-Atalanta e non possono vincere entrambe. Il nostro successo vale il doppio». L'esultanza senza aspettare la verifica del Var: «Pensi di fare la figura dello scemo se poi lo annullano. Però ben vengano questi strumenti che aiutano a sapere se il gol è buono o no, evitando furti e polemiche. Abbiamo esultato poco perché ci siamo un po' trattenuti per la paura che potesse esserci fuorigioco».

RIVINCITA PERSONALE - Dal rosso contro il Genoa, nel torneo scorso, alla rete da 3 punti contro la Sampdoria. De Rossi adesso sorride: «Questo successo fa bene alla classifica, al morale della squadra, della gente. Nel campionato passato ero venuto qui in conferenza spiegando l'espulsione che ci era costata due punti, quest'anno vengo a raccontare un gol che ne è valso due. Ok l'approccio della squadra, si può giocare meglio e ci arriveremo. Dobbiamo portare a casa più punti possibili. Purtroppo c'è mancata la continuità: partite del genere le avevamo già fatte».

NUOVO CORSO - «Non faccio l'allenatore in campo, ma il portavoce: riporto le indicazioni dell'allenatore». Daniele sminuisce il suo ruolo. Ci pensa Ranieri a esaltarlo: «E' il nostro condottiero, l'anima della squadra. Ho bisogno di leader come lui». E' la notte più bella per l'allenatore che, al 5° match, vede finalmente la Roma non subire reti dopo averne prese 9 in 4 partite. Il gol di De Rossi viene da corner: il 21° di questo torneo su calcio piazzato, nessuna squadra in A ha fatto meglio dei giallorossi. «Sono felice per lo spirito del gruppo. Ho visto i giocatori aiutarsi uno con l'altro. Ho chiesto la compattezza e qui l'abbiamo trovata, anche se abbiamo rischiato di prendere gol al novantacinquesimo su rinvio del nostro portiere» ha ammesso. I giallorossi subirono così il pari alla Sardegna Arena contro il Cagliari. A Marassi si è invece riaperta per la zona Champions: «Non guardo la classifica, anche se i ragazzi ci pensano. Facciamo un passo alla volta, poi tireremo le somme alla fine».


Lo stadio a Tor di Valle, De Vito sceglie il silenzio. I giudici: "resti in carcere"

IL MESSAGGERO - ERRANTE - Istanze respinte. Il presidente del Consiglio comunale Marcello De Vito e l'avvocato Camillo Mezzacapo, ritenuto dalla procura il suo braccio destro nella realizzazione di un «format» corruttivo per facilitare alcuni imprenditori romani - da Parnasi ai fratelli Toti - restano in carcere. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame, che ha confermato anche i domiciliari per Gianluca Bardelli l'influencer Cinquestelle, e per l'architetto Fortunato Pititto, del gruppo Statuto.

L'INTERROGATORIO - Le motivazioni dei giudici non arriveranno prima di un mese e se per il Tribunale del Riesame il pericolo di inquinamento probatorio e reiterazione del reato è ancora concreto, adesso sarà proprio il presidente del Consiglio comunale, che davanti al gip si era avvalso della facoltà di non rispondere, a tentare di alleggerire la propria posizione. Il suo silenzio evidentemente non è piaciuto e in questa settimana, De Vito risponderà alle domande dei pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli. Il suo avvocato, Angelo Di Lorenzo, aveva sollecitato un interrogatorio ancor prima della decisione del Riesame. Se fornisse elementi utili alle indagini potrebbe ottenere un'attenuazione della misura cautelare, ma è chiaro che per ottenere un simile risultato non potrà limitarsi a giustificare le contestazioni mosse dalla procura.

LA RETE - A fronte dell'assoluta mancanza di collaborazione da parte degli indagati (nessuno dei tre, finora, ha fornito elementi utili all'indagine) a rendere concreto il pericolo di reiterazione del reato, anche per il Tribunale, è probabilmente la rete di relazioni di cui aveva parlato il gip nell'ordinanza lo scorso 20 marzo. «I legami che De Vito e Mezzacapo con il contesto illecito di riferimento», scriveva il giudice Maria Paola Tomaselli, che aveva parlato di «una rete di relazioni, spesso opache», all'interno della quale si sarebbero mossi il presidente del Consiglio Comunale e il suo braccio destro. Quei contatti avrebbero potuto, e probabilmente secondo il Tribunale delle Libertà potrebbero ancora, consentire «lo svolgimento dell'illecita attività attraverso i molteplici appoggi che i due indagati hanno dimostrato di avere all'interno dell'amministrazione comunale e che sono in grado di attivare anche ricorrendo all'ausilio di terzi». Dagli atti emergerebbe come il pressing sui consiglieri comunali abbia consentito a De Vito di portare avanti i progetti dei costruttori disposti ad affidare a Mezzacapa cospicue consulenze. Un sistema di corruzione che la procura ha già contestato per il progetto dello stadio di Tor di Valle a Luca Parnasi e a Luca Lanzalone, il consulente plenipotenziario del Comune, a processo.
Ma c'è anche un altro aspetto che pesa sicuramente sulla decisione di ieri e riguarda le indagini ancora in corso. Le acquisizioni successive agli arresti non hanno attenuato la gravità del quadro indiziario. Gabriella Raggi, capo segreteria dell'assessore all'Urbanistica Luca Montuori ha raccontato come De Vito e Mezzacapo le chiedessero informazioni sui progetti.


«Vittoria rubacchiata. Totti? Meglio da giocatore»

IL MESSAGGERO - LENGUA - Il lungo abbraccio tra l’ex ds giallorosso Walter Sabatini e Daniele De Rossi poco prima del fischio d’inizio di Samp-Roma, non si è riproposto a fine partita quando il dirigente blucerchiato intercettato in zona mista ha polemizzato con il sorriso sul match vinto dai giallorossi: «La Roma ha po’ rubacchiato, ma non contesterò mai gli episodi. Il calcio italiano deve avere la Roma protagonista. Il prossimo ds giallorosso? Potrei saperlo, ma non lo dirò mai. Totti dirigente non credo che riuscirà a ripetere la carriera avuta in campo. È capitato in un brutto momento». Un altro abbraccio Sabatini lo ha concesso a Fazio: «Mancano sette finali, non siamo dove vogliamo, ma l’obiettivo è vicino. De Rossi?Spero di continuare ad averlo come compagno e non come allenatore. Si fa sentire con grinta ed esperienza. Degli infortuni non mi interessa, voglio pensare positivo».


Sampdoria vs Roma, le pagelle dei quotidiani

INSIDEROMA.COM - La Roma torna a vincere e a sperare nella rincorsa alla Champions. A Marassi l'eroe giallorosso è stato Daniele De Rossi, capace di guidare i compagni "da vero condottiero della Roma", come ha affermato mister Ranieri nel post gara e autore del gol decisivo. Molato bene anche Manolas e Mirante. Unica insufficienza per Lorenzo Pellegrini. Promosso anche Ranieri.

IL MESSAGGERO

Mirante 6,5
Karsdorp 6
Manolas 7
Fazio 7
Kolarov 6,5
De Rossi 7,5
Cristante 6,5
Pellegrini 5,5
Zaniolo 6
Schick 6,5
Kluivert 6

Juan Jesus 6,5
Dzeko 6,5
El Shaarawy 6

Ranieri 7

LA GAZZETTA DELLO SPORT

Mirante 6,5
Karsdorp 6
Manolas 7
Fazio 7
Kolarov 6,5
De Rossi 7
Cristante 6,5
Pellegrini 6
Zaniolo 6,5
Schick 6,5
Kluivert 6

Juan Jesus 6
Dzeko 6
El Shaarawy 6

Ranieri 6,5

CORRIERE DELLO SPORT

Mirante 7
Karsdorp 6,5
Manolas 7
Fazio 6,5
Kolarov 6,5
De Rossi 7
Cristante 6,5
Pellegrini 6
Zaniolo 6,5
Schick 6
Kluivert 6

Juan Jesus 6,5
Dzeko 6
El Shaarawy 6

Ranieri 6,5

IL TEMPO

Mirante 7
Karsdorp 6,5
Manolas 7
Fazio 6,5
Kolarov 6
De Rossi 8
Cristante 7
Pellegrini 6
Zaniolo 6,5
Schick 6
Kluivert 6

Juan Jesus 6
Dzeko 6,5
El Shaarawy NG

Ranieri 7

CORRIERE DELLA SERA

Mirante 6
Karsdorp 6
Manolas 7
Fazio 6,5
Kolarov 6,5
De Rossi 8
Cristante 6
Pellegrini 5,5
Zaniolo 6
Schick 6,5
Kluivert 6

Juan Jesus 6,5
Dzeko 6
El Shaarawy NG

Ranieri 6,5

IL ROMANISTA

Mirante 6,5
Karsdorp 6,5
Manolas 7
Fazio 6,5
Kolarov 6,5
De Rossi 7
Cristante 6,5
Pellegrini 6
Zaniolo 6
Schick 6,5
Kluivert 6,5

Juan Jesus 6,5
Dzeko 6
El Shaarawy 6

Ranieri 6,5


Karsdorp è il ko numero 44: difesa a pezzi

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Con il k.o. di Karsdorp, la situazione degli infortunati della Roma sfiora il parossismo. Il problema del terzino olandese porta infatti al raggiungimento della spaventosa quota 44 negli infortuni muscolari. La difesa giallorossa è la più falcidiata e per Ranieri si pone il problema di chi schierare come terzino destro sabato pomeriggio in casa contro l’Udinese, visto che Santon starà fuori per 3-4 settimane almeno. Insomma, Ranieri spera nel recupero di Florenzi, altrimenti tutti gli esterni difensivi di ruolo saranno fuori causa e magari dovrà varale la difesa a tre o adattare Juan Jesus a destra e Marcano a sinistra. Ma per il tecnico: questo «è l’ultimo dei problemi».

 


Ci pensa il capitano: zampata di De Rossi, Roma ancora viva

LA REPUBBLICA - PINCI - Sembrava l’ennesima occasione persa, ancora contro una squadra ormai a pancia piena, ancora dopo un passo falso del Milan. Se stavolta la Roma vince, deve ringraziare quel De Rossi che qualcuno aveva fretta di pensionare. Il gol dell’1-0 alla Samp, la vittoria dopo tre turni in cui era mancata e la possibilità di ritrovarsi in corsa per un posto in Champions, ad un solo punto da Gattuso e Piatek, cinque dall’Inter del nemico Spalletti, terza e avversaria tra due settimane. Insomma, la stagione da buttare all’improvviso torna a offrire una speranza concreta e soprattutto un obiettivo più gustoso dell’insipida Europa League. Quella che la Sampdoria saluta, forse definitivamente: chissà che effetto deve aver fatto a Ranieri rimetter piede nello stadio che giusto otto anni fa gli era costato le dimissioni e in cui non aveva messo più piede. Curioso che a salvarlo sia stato l’unico superstite di quella squadra: Daniele De Rossi. Buttando in porta anche se con la pancia un pallone che Audero aveva tolto dal destino glorioso a cui l’aveva affidato Schick. Ma pure rimediando la spintarella che ha cancellato il pareggio di Andersen una manciata di minuti più tardi. E poi strappando via palloni a Gabbiadini o ruzzolando per guadagnare qualche istante dorato. Non aveva mai chiuso un campionato senza reti, ma non segnava su azione da un anno e 28 giorni, e in questa stagione l’unico gol era il rigore maledettamente inutile di Oporto nel giorno dell’eliminazione dalla Champions. Questo potrebbe essere la base per giocarla di nuovo. Anche per lui che, nonostante un polpaccio fastidioso e un ginocchio capriccioso, di smettere non avrebbe voglia e anzi spera di rinnovare il contratto in scadenza. Totti pare pensarla come lui: «Daniele allenatore? Alla Roma serve da calciatore e ci piace vederlo così». Certo per vincere la corsa con Milan, Lazio, Atalanta e Torino servirà altro. Perché la Roma è stata a lungo un equivoco. Chiedeva a Zaniolo, il miglior trequartista della squadra, di fare l’ala che non è. E a Schick di sfidare in quota i giganti. In più la consueta maledizione degli infortuni le toglieva pure l’ultimo terzino destro rimasto, Karsdorp, 43° guaio muscolare di una stagione in cui il turnover non è più un dialogo tra campo e panchina ma con l’infermeria. E alla prossima, con l’Udinese, dovrà giocare senza nemmeno un terzino di ruolo, visto che Kolarov sarà squalificato. Ma proprio quando la luce pareva spegnersi, Ranieri ha trovato il modo di riaccenderla inserendo Dzeko accanto al ceco. Diventato improvvisamente più che utile, addirittura determinante. La mossa ha spiazzato la Samp, che pure avrebbe potuto sfruttare l’ennesima amnesia romanista nel recupero: in un’azione pressoché identica, Sau a Cagliari la fece piangere, ieri invece Quagliarella è arrivato in ritardo. Il primo vero segno tangibile, forse, del cambio tra Di Francesco e Ranieri.


De Rossi senza età, la Roma sorride «Vittoria che ci ridà entusiasmo»

CORRIERE DELLA SERA - La vena che si gonfia e la corsa sotto il settore dei tifosi giallorossi per festeggiare con la sua gente: nel momento decisivo della stagione, è stato Daniele De Rossi a regalare alla Roma una vittoria fondamentale per le ambizioni europee. In campionato, il capitano non segnava da più di un anno, esattamente dal 9 marzo 2018 all’Olimpico contro il Torino, in questa stagione aveva realizzato nella gara di ritorno con il Porto in Champions League un gol inutile ai fini della qualificazione. Quello di ieri sera, invece, può rappresentare una svolta. «L’abbiamo vissuta come una battaglia - le sue parole al termine della gara - la Sampdoria è un’ottima squadra e noi sapevamo che dovevamo avere più intensità rispetto alle gare precedenti. Abbiamo dato tutto quello che avevamo». Dopo il gol sono passati alcuni interminabili secondi prima che l’arbitro convalidasse. «L’attesa è la stessa che proviamo anche quando stiamo davanti alla televisione, ma va bene perché ti dà la certezza di eliminare ingiustizie e polemiche. L’abbraccio con Walter Sabatini? Lo saluto sempre con affetto, mi fa piacere vedere che sta bene e che crea ancora squadre forti come ha fatto anche alla Roma».

 


De Rossi: "E' il momento di giocare gare maschie, il resto verrà"

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Un lampo. Quello di ieri contro la Samp, quello che sancisce la perfetta consonanza d’interessi tra la Roma e se stesso. Sì, è ancora possibile credere al quarto posto, che porta in dote la qualificazione per l’Europa che conta e, perché no, quel rinnovo di contratto che prolungherebbe ancora per un anno la favola di un infinito Capitan Futuro. Lui lo vuole e la società è pronta ad accontentarlo, se il fisico (provato) reggerà.  Non è un caso che Ranieri dica di De Rossi: «È l’anima di questa squadra, il capitano, l’uomo che si gasa e gasa i compagni. È un condottiero, io ho bisogno di leader, tutti lo seguono. È importante per Roma e per la squadra». Proprio vero, ed infatti le parole di De Rossi - che in campionato non segnava dal marzo 2018 e in trasferta dal maggio 2017 - sono uno squillo di tromba. «Seguo quello che dice il mister, faccio il portavoce. La vittoria serve al morale della squadra e della gente. Siamo contentissimi, l’altro anno ero venuto qui a spiegare in conferenza un’espulsione che c’era costata due punti e quest’anno c’è stato un gol che ce ne dà due in più. Sono contento dell’approccio, si può giocare meglio e ci arriveremo, ma c’è poco tempo, si devono portare a casa più punti possibili. Ci dispiace essere usciti dalla Champions ma questo ci permette di preparare le gare e rifiatare. Forse non si gioca ancora come vorremmo, ma se mettiamo tutto sarà difficile per gli avversari venire a Roma e passeggiare. Lo spirito di stavolta finora è mancato. Quando c’è poco tempo per arrivare a mettere in difficoltà le squadre col gioco, allora bisogna tirare fuori quello che c’è dentro per fare partite maschie».