Panchina, mercato e ricavi: l’Inter gioca anche per il futuro

GAZZETTA DELLO SPORT - STOPPINI - Vinci e poi decidi. Scegli. Pianifichi, chiarisci. In una parola: progetti. Ecco perché questo Inter-Roma è un acceleratore di gravità, una porta sul futuro. Match point, perché una vittoria vorrebbe dire gioco partita e incontro per il club nerazzurro, certezza (anche se non ancora matematica) della qualificazione alla prossima Champions. Con tre conseguenze più o meno immediate. La prima è la schiarita sul fronte allenatore, ruolo sul quale sono in corso ragionamenti societari nonostante un contratto leghi Spalletti al club ancora per altre due stagioni. La seconda è sul mercato, perché la vittoria oggi garantirebbe all’Inter un anticipo di programmazione rispetto alle avversarie. Logica conseguenza del terzo punto, che poi è quel che più interessa a Suning, ovvero la conferma del trend di crescita nel fatturato garantito anche per il bilancio 2020 (quello 2019 beneficerà degli introiti della Champions già giocata), alla ricerca dell’obiettivo dei 400 milioni entro il 2021: questo prevede il piano Zhang. Lo prevede dopo aver superato lo scoglio del fair play finanziario, che ieri Spalletti in conferenza ha definito «il nostro socio di maggioranza», come a ricordare i paletti dell’Inter che è stata e dell’Inter che verrà, per la quota plusvalenza di circa 40 milioni comunque da coprire entro il 30 giugno.

Panchina Il discorso allenatore è quello centrale. E l’incertezza non può durare all’infinito. L’Inter ha deciso che mollerà Spalletti solo per due potenziali profili: il primo è quello di Antonio Conte, il secondo porta il nome di Massimiliano Allegri, pista evidentemente percorribile solo in caso di rottura con la Juventus. Spalletti ha però diverse carte da giocarsi. E Zhang Jindong non sarebbe così convinto della svolta tecnica, anche per ragioni economiche. Ragioni in fondo non così distanti da quelle che hanno spinto ieri Spalletti a difendere il lavoro del d.s. Piero Ausilio della scorsa estate: «Lo scambio Zaniolo-Nainggolan? Abbiamo dovuto prendere delle decisioni per salire un gradino in maniera veloce, Zaniolo era un sacrificio necessario per avere una differenza immediata di risultato». Differenza cha lo stesso Spalletti ha tenuto a sottolineare, per rimarcare il suo lavoro: «Se siamo qui a sei giornate dalla fine, vuol dire aver ridotto il gap con squadre che sono state stabilmente sul podio negli ultimi anni, ovvero Roma e Napoli. Le nostre avversarie europee in semifinale? L’eliminazione con l’Eintracht non mi crea nessun imbarazzo, eravamo in difficoltà di formazione come lo è stato il Napoli con l’Arsenal o la Juve con l’Ajax. Piuttosto, siamo stati bravi a rialzarci». E ancora, un altro paio di passaggi significativi dopo il dribbling su Totti («Lui dirigente? Preferisco non dire nulla, comunque vada la Roma sarà forte»). Il primo è una frecciata a Ranieri, che ha più volte detto di non apprezzare il gioco costruito con il portiere: «Nei migliori club europei se il portiere non sa giocare con i piedi non viene nemmeno guardato in faccia, e noi continuiamo a dire che la costruzione bassa è un danno». Il secondo è sulla partita: «La nostra corda è tirata al punto giunto, l’obiettivo è la vittoria».

Zhang a San Siro Vittoria che vorrebbe gustarsi anche il presedente Zhang, tornato a Milano e oggi presente in tribuna a San Siro. Naturale che la prossima settimana potrebbe essere quella buona per affrontare anche discorsi di mercato. Che Dzeko sia l’obiettivo numero uno in attacco e che Icardi sia in uscita non ci piove. Che la Champions possa dare lo slancio per altri colpi alla Godin, pure. L’Inter insegue un grande colpo a centrocampo, quel che la scorsa estate non è stato Modric: Rakitic, Barella e Pellegrini sono nella lista della spesa. Per provare a salire altri gradini: in cima alla montagna, in fondo, ci si arriva un po’ alla volta.

 

 


Lautaro più Icardi e Wanda: «Saremo qui pure l'anno prossimo»

GAZZETTA DELLO SPORT - ANGIONILa domandona è la stessa anche stavolta: Lautaro o Icardi, chi giocherà dal primo minuto contro la Roma? Per la seconda settimana di fila, dopo il reintegro di Maurito e il ritorno dall’infortunio del Toro, Spalletti si ritrova con tutti e due gli attaccanti. A Frosinone domenica scorsa ha scelto l’ex capitano anche perché il diffidato Lautaro arrivava da soli tre giorni di allenamenti in gruppo. Stasera l’allenatore potrebbe seguire le nuove gerarchie, che danno il numero 10 in vantaggio per il presente ma anche per il futuro nerazzurro. Niente anticipazioni, però. «Mi viene difficile dover dire chi giocherà tra Icardi e Lautaro perché vanno fatte delle valutazioni – ha detto Luciano Spalletti nella conferenza stampa della vigilia –. Stanno bene tutti e due, la scelta sarà fatta in maniera coerente ma sarà difficile perché tutti e due meriterebbero di giocare contro la Roma».

IN RIALZO Luciano parla di «coerenza» e forse si riferisce a quello che è successo negli ultimi mesi: ecco perché le quotazioni di Lautaro puntano verso l’alto in questo sabato pre-pasquale. Viste le risposte del 21enne attaccante ex Racing di Avellaneda durante la «latitanza» di Icardi, sembra difficile che avendolo recuperato al 100% Spalletti pensi di farlo tornare in panchina, riportandolo al ruolo avuto prima di metà febbraio. È vero che Mauro alla Roma ha già segnato 6 gol (compreso l’ultimo realizzato su azione, nell’andata del 2 dicembre), ma stavolta potrebbe entrare a partita in corso in caso di necessità. Lautaro all’Olimpico quasi 5 mesi fa giocò 9’, subentrando a Perisic, però ora all’Inter i tempi sono cambiati e il Toro è maturo per affrontare un nuovo spareggio Champions da titolare, proprio come nel derby, ultima sua apparizione in Serie A, datata 17 marzo e bagnata con il rigore che ha fatto la differenza.

PANCA Vedere Icardi in panchina, comunque, è una vera rarità: quest’anno il numero 9 non è stato titolare con Parma, Cagliari, Genoa e Frosinone ed è rimasto tutti i 90 minuti a sedere solo contro i rossoblù sardi e i rossoblù genovesi. Per il resto, al di là delle partite saltate durante il braccio di ferro con la società (6 quando era ancora sul lettino, una quando era già rientrato nel gruppo), Icardi è sempre stato un giocatore che all’Inter si fa tutta la partita. E intanto di Maurito è tornata a parlare Wanda. A Verissimo, che andrà in onda oggi dalle 16.10 su Canale 5, la moglie-agente dell’argentino ha detto: «Mauro continua a segnare. Lui va avanti perché è il forte della famiglia. Adesso è più sereno. Abbraccia tutti perché ha sempre avuto un rapporto bellissimo con tutti. Saremo qui anche il prossimo anno». Parole concilianti, anche per il futuro prossimo dell’ex capitano. Ma la realtà, al momento, è molto diversa: le strade dell’Inter e di Mauro, se non ci saranno clamorose sorprese, si divideranno a fine stagione. Perché su Lautaro non ci sono più dubbi.

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Prospettiva Europa. Da Sarri a Conte: il futuro è a San Siro

GAZZETTA DELLO SPORT - CECCHINI - L’impressione è che Franco Baldini dovrà stare attento alla linea, perché, stando alla vulgata Romana, le recenti cene che è costretto ad organizzare per parlare coi possibili allenatori della Roma – da Sarri a Conte – potrebbero lasciare il segno sulla bilancia, visto gli eccellenti ristoranti in cui si svolgono. Tra l’altro, un collega londinese con ottimo «sense of humor» ci fa presente che di sicuro avrà diviso il desco più spesso con Pochettino (del Tottenham), anche se al momento non viene avvicinato al club giallorosso, ma non disperiamo che possa accadere.

CONTE E PETRACHI Come si può capire, la situazione è fluida. La dirigenza giallorossa si tiene aperta tutte le porte parlando con tutti i candidati, quelli nominati, più Giampaolo e Gasperini, così come tornerebbero di attualità Jardim e Fonseca, se Campos dicesse sì a Pallotta. E a proposito di d.s., è ovvio che anche la candidatura di Petrachi resti forte, pur se c’è da sottolineare che il presidente del Torino, Urbano Cairo, ha tutta la volontà di confermarlo (e c’è un contratto in essere).

NO A PLENIPOTENZIARI Una cosa è certa: da Trigoria filtra il messaggio che è finita l’era dei plenipotenziari alla Sabatini o Monchi, così come non si cerca un allenatore che faccia l’onnipotente Ferguson dei tempi d’oro dello United. Il mantra che si ripete è: gioco di squadra e progetto condiviso. Con un piano A e un piano B, che significa con o senza qualificazione in Champions. Per questo la sfida di stasera contro l’Inter – col gruppo giallorosso che alla partenza è stato acclamato dai tifosi (Dzeko e Totti su tutti) – sarà un bivio importante. Il futuro, cene o meno, passa da qui.


Lo. Pellegrini: «Roma, voglio restare ma certe dinamiche non le gestisco io»

GAZZETTA DELLO SPORT - CECCHINI - Occhio ai testacoda, sulla strada come nella vita, perché potrebbe capitare di ritrovarsi proprio nella direzione opposta da quella in cui si è partiti. Lorenzo Pellegrini lo sa e così stasera gioca contro l’Inter una partita non certo come le altre, visto che sfiderà quel club che in estate farebbe carte false per averlo. Insomma, il paradosso è dietro l’angolo, anche perché in ballo c’è un posto per la Champions League della prossima stagione.

DINAMICHE «La partita arriva nel momento migliore per la Roma – dice il centrocampista –. Oltre a d aver vinto, sono due partite che va bene e non prendiamo gol. Dobbiamo continuare così, cercando di vincere anche a Milano, nonostante sappiamo che l’Inter vorrà fare lo stesso. Speriamo di arrivare in Champions perché altrimenti sarebbe un grande dispiacere». Lo stesso potrebbero dire i nerazzurri, che lo stanno corteggiando da tempo, forti del fatto che la clausola di rescissione da circa 30 milioni, per giunta pagabile in due anni, è abbordabile. «Il futuro non lo so – ammette Pellegrini –. Io l’ho detto tante volte: qui sto bene. Sono a casa, la Roma è una delle società più importanti d’Italia e non cerco altro. Vediamo, io l’ho sempre detto che rimanere qui mi renderebbe molto orgoglioso, ma si sa a volte ci sono delle dinamiche che non sei l’unico a gestire».

COMPATTEZZA Il mercato, però, per il momento non è al centro dei suoi pensieri. D’altronde, con l’Inter alle porte, ogni punto può essere prezioso. «Il match non sarà decisivo, però è molto importante, visto che ci permetterebbe di accorciare sull’Inter, anche perché siamo tutti in pochi punti e può succedere di tutto. Il nostro obiettivo è entrare in Champions». Secondo Pellegrini, adesso è più facile con Ranieri in panchina. «Siamo sicuramente più compatti di prima – spiega –. Lavoriamo in settimana molto sullo stare corti, ma questo lo provavamo anche con Di Francesco, anche se forse nell’ultimo periodo ci è mancata un po’ di compattezza. Poi è normale che con le vittorie, ci sia un po’ di serenità. In questo Ranieri è veramente forte, perché ci ha dato la giusta tranquillità per venire al campo ed allenarci». Meglio così, perché dovrà vedersela con l’amico Nainggolan, con cui è rimasto in contatto «Sono contento che stia bene. So che ha avuto qualche problemino; speriamo che contro di noi non sia al top».

MEDIANA AZZURRA Dopo i complimenti a Zaniolo, Pellegrini sa bene come il centrocampo della Roma – che conta anche Cristante – sia sempre sotto gli occhi del c.t. Mancini. «In questa stagione mi sono tolto qualche soddisfazione, però non è stata come me l’aspettavo. Non sono mai però riuscito a giocare sempre per gli infortuni. In generale, però, credo che Mancini sia contento se tutti e tre riusciamo a trovare la giusta continuità. Il fatto che dei giovani giochino in una squadra importante è ottimo per la Nazionale». Proprio vero, ma l’azzurro oggi sarà alternato al nero. E non saranno colori amici. Almeno per una notte.

 

 


In 35.000 spingono la Lazio in Champions e oltre la Roma

GAZZETTA DELLO SPORT - CIERI - Operazione Pasqua felice. Inzaghi e i suoi giocatori ci credono, confidando in un calendario che sembra voler sorridere ai biancocelesti. La Lazio affronta in casa il Chievo ultimo, già aritmeticamente retrocesso in Serie B e inoltre imbottito di giovani (la società veronese vuole sfruttare il finale di stagione per far fare esperienza a qualche ragazzo che potrà tornare utile il prossimo anno). La partita ideale, insomma, per aggiungere altri tre punti alla propria classifica dopo quelli presi mercoledì nel recupero con l’Udinese. Nel frattempo le rivali che la precedono in classifica hanno tutte impegni non facili. A cominciare dall’Atalanta, che lunedì gioca al San Paolo col Napoli, per continuare con la Roma, che sfida stasera l’Inter a San Siro, per finire col Milan, di scena oggi a Parma nel lunch match.

LA SPINTA DEL PUBBLICO C’è dunque la possibilità per i biancocelesti di scalare una o più posizioni e di avvicinarsi ulteriormente alla zona Champions. Inutile negare che ciò che intriga maggiormente i tifosi è l’eventuale sorpasso sulla Roma (possibile se i giallorossi perdono e la Lazio vince), ma anche l’aggancio (in caso di pareggio della squadra di Ranieri) andrebbe benissimo. La Lazio ci prova, il suo pubblico ci crede. Ed è per questo che oggi si presenterà numeroso all’Olimpico. Sono attesi 35 mila spettatori, cifra notevole considerando che non si tratta di una partita di grande richiamo. Ma la Lazio di Inzaghi, al di là dei risultati che sta ottenendo, è stata capace di ricreare una empatia con il suo popolo che in precedenza si era persa. Anche la società, però, è venuta incontro a questa nuova voglia di stadio con alcune lodevoli iniziative. Da alcune partite è stato istituito un servizio navetta gratuito (si chiama Businsieme) che consente ai tifosi di evitare il terno al lotto del parcheggio nei pressi dello stadio (quasi impossibile da quando ci sono le norme sicurezza) e recarsi all'Olimpico da alcuni punti della città situati nei pressi di grandi parcheggi. L’altra iniziativa che ha favorito il ritorno allo stadio è quella dell’ingresso gratuito per gli under 14 purché accompagnati da un genitore o adulto che abbia il biglietto.

TURN OVER Gli ingredienti perché quella di oggi sia una festa ci sono insomma tutti. E questo, comprensibilmente, allarma Simone Inzaghi. «Il Chievo, benché già retrocesso, non ci renderà la vita facile - avverte l’allenatore -. Anzi, avendo la mente libera, potrà crearci parecchi grattacapi. Dovremo essere bravi a mantenere alta la concentrazione e a conservare la giusta cattiveria agonistica per l’intera gara. Con l’Udinese lo abbiamo fatto nel primo tempo, meno nella ripresa». E, proprio per evitare cali di tensione, il tecnico ha deciso di cambiare mezza formazione rispetto alla squadra che ha battuto l’Udinese tre giorni fa. In difesa la novità è Radu (rileva Luiz Felipe), a centrocampo cambiano i due esterni (Marusic e Durmisi per Romulo e Lulic), un interno (Luis Alberto al posto di Parolo) e il centrale (Badelj sostituisce lo squalificato Leiva). In attacco invece confermata la coppia Caicedo-Immobile. Sul momento di Ciro Inzaghi dice: «Sbagliato giudicarlo solo dai gol. Le sue sono sempre state ottime prestazioni. Non posso che essere soddisfatto del suo rendimento». Infine, novità nei quadri societari. L’ex Questore di Roma Nicolò D’Angelo è il nuovo security manager del club. Curerà tutte le attività inerenti la sicurezza dei dipendenti e dei dati societari.


Gara da 70 milioni. Pellegrini carica: “Vinciamo noi”

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Complicato non caricare di significati la partita con l’Inter di stasera. Ci ha provato Ranieri, due giorni fa, presentando la gara come non decisiva, e tentano di farlo i giocatori, scontrandosi però con una evidente realtà: la Roma ha a disposizione la possibilità di portarsi a tre punti dal terzo posto occupato proprio dai nerazzurri. Non è possibile fare calcoli, viene ripetuto dentro Trigoria, ma tutti sono consapevoli di quanto sia vitale poter disputare la Champions anche la prossima stagione. E i motivi sono riassunti nella settantina di milioni che la competizione ha portato nelle casse giallorosse in questa stagione. Non poter fare affidamento su un introito così elevato per il bilancio, porterebbe a fare delle scelte drastiche sul mercato, legate alle cessioni e al poco appeal da presentare per la panchina a un tecnico di livello. Mentre prosegue il corteggiamento ad Antonio Conte – strattonato per la giacca da più club – l’improvvisa riapertura della corsa alla zona Champions spalanca quindi la strada alle motivazioni di un gruppo che sembrava ormai non avere più nulla da dare a questa stagione. «Non è una partita decisiva, però molto importante – fa i conti Lorenzo Pellegrini – vincere ci permetterebbe di accorciare sull’Inter. Non prendiamo gol da due gare consecutive, speriamo di continuare così, poi, se arriveremo terzi o quarti, farà poca differenza». La società nerazzurra è tra i club che sarebbero disposti a pagare la clausola rescissoria di 30 milioni pur di avere Pellegrini la prossima stagione. Il ragazzo prende tempo, ribadendo però il suo attaccamento alla Roma. «Sono in una delle squadre più importanti in Italia e non cerco altro – le sue parole a Sky – poi ci sono delle dinamiche che non sei l’unico a gestire, ma restare mi renderebbe orgoglioso». Orgoglioso di tornare a San Siro da protagonista lo è Zaniolo. Ceduto la scorsa estate dall’Inter, all’interno del trasferimento a Milano di Nainggolan, il talento giallorosso partirà titolare (probabilmente da esterno destro), con l’obiettivo di far rimpiangere la sua partenza. Ha recuperato, ed è partito con i compagni, El Shaarawy. L’attaccante aveva avvertito un paio di giorni fa un fastidio al polpaccio, ma ieri ha lavorato in gruppo e stasera dovrebbe partire nella formazione titolare. A meno che Ranieri non preferisca non rischiarlo, mettendolo inizialmente in panchina. Dopo aver ritrovato, a distanza di un anno, il gol all’Olimpico in campionato, Dzeko cerca la rete a San Siro, stadio nel quale è andato a segno tre volte. Mai, però, contro l’Inter. E dopo aver interrotto il digiuno casalingo, al centravanti piacerebbe essere decisivo contro la squadra che tanto lo sta corteggiando per averlo la prossima stagione al posto di Icardi.

 

 

 

Dzeko e il tabù nerazzurro

CORRIERE DELLA SERA - Tre curiosità legate dallo «zero». I gol di Dzeko a San Siro: 3 partite a secco per Edin. Le vittorie di Kolarov in campionato con l’Inter: 3 pari e 6 k.o. Le sconfitte di Ranieri contro Spalletti: 3 vittorie e un pari per il tecnico romano.


Lo. Pellegrini: «Roma, casa mia»

CORRIERE DELLA SERA - Il bene della Roma, prima di tutto. La sfida Champions contro l’Inter - stasera a San Siro, ore 20.30 è una tappa decisiva anche se a Trigoria, per togliere un po’ di pressione, tutti dicono il contrario. E proprio per questo servono giocatori pronti a dare il 101%, in una gara senza domani. Cresce così la possibilità di vedere Pellegrini con Cristante davanti alla difesa e Zaniolotrequartista. Lorenzo non è certo tipo da tirarsi indietro per un cambio di ruolo. Per lui, con l’Interche lo corteggia, non sarà certo una partita come le altre: «Vincere ci permetterebbe di accorciare sull’Inter, ma il nostro obiettivo è entrare in Champions, non importa se da terzi o da quarti. Mi sono tolto qualche soddisfazione, ma non sono mai riuscito a giocare con continuità per colpa degli infortuni. Andavo forteemi dovevo fermare nuovamente. Non conosco il mio futuro, ma qui sto bene, sono a casa mia. La Roma è una delle piazze più importanti d’Italia e io non cerco altro. A volte, però, ci sono delle dinamiche che non sei l’unico a gestire».


Fra Inter e Roma c’è di mezzo Conte

LA REPUBBLICA - G. CARDONE - F. VANNI - A unire Inter e sposti a farsi da parte. Luciano Spalletti (che la Roma l’ha guidata a lungo) vincendo questa sera e puntellando il terzo posto metterebbe un carico pesante sulla sua permanenza all’Inter. rivali stasera a San Siro, sono rapporti, destini e suggestioni. Il mercato, anzitutto. È noto da tempo l’interesse dell’Inter per i romanisti Lorenzo Pellegrini ed Edin Dzeko. Il bosniaco potrebbe arrivare a Milano se Mauro Icardi lascerà Milano a fine stagione. Un addio che sembra inevitabile, anche se la moglie-procuratrice Wanda Nara assicura: «Restiamo qui». Molto più prudente è Spalletti, che non ha nemmeno chiarito se Maurito giocherà questa sera, o se gli preferirà Lautaro Martinez. A legare le due squadre è anche il ballo degli ex. Radja Nainggolan a San Siro ha finora segnato 2 gol con la maglia giallorossa e 2 con quella dell’Inter. E proprio per avere Nainggolan la squadra milanese ha ceduto alla Roma Nicolò Zaniolo. Altro legame fra i due club è il nome di Antonio Conte come possibile futuro allenatore. L’ex ct piace a entrambe le società, ma i titolari delle due panchine non sono disposti a farsi da parte. Luciano Spalletti (che la Roma l’ha guidata a lungo) vincendo questa sera e puntellando il terzo posto metterebbe un carico pesante sulla sua permanenza all’Inter. Ranieri (che all’Inter è stato solo un anno) alla Roma ha fatto capire di non sentirsi pronto per fare il dirigente.  Ranieri, che domanda retorico «quante squadre che partono da dietro arrivano in gol?», risponde Spalletti: «L’Ajax con la Juve ha vinto salendo dalla difesa». Ed è proprio dalla difesa che l’Inter parte nel progettare il prossimo mercato. Dopo Diego Godin, in arrivo dall’Atletico Madrid, è in trattativa avanzata con il Manchester City per il terzino Danilo. Il brasiliano, valutato 20 milioni, ne chiede per sé 4 netti a stagione.


Il Real Madrid collaborerà con Adidas fino al 2031, previsti 120 milioni a stagione

Il Real Madrid stipula un nuovo accordo di sponsorizzazione con Adidas. Fino al 2031 collaboreranno insieme ed è previsto un introito di 1600 milioni nei prossimi 12 anni con un fisso di 120 milioni a stagione. Il Real si aggiudica il ruolo di club più pagato dal gruppo tedesco.


La Roma punta Cragno (Foto)

Alessio Cragno è nel mirino della Roma. Il club capitolino ha bisogno di un nuovo portiere per la prossima stagione e potrebbe essere una valida opzione il giovane del Cagliari.
Nicolò Schira, giornalista de La Gazzetta dello Sport, fa sapere su Twitter che proseguono i contatti tra la società giallorossa e l'entourage del classe '94.


Niente Roma per Hazard, conteso tra Borussia Moenchengladbach e Dortmund

Potrebbe svanire la possibilità di Hazard alla Roma. Il giocatore del Borussia Moenchengladbach potrebbe partire per il Borussia Dortmund: secondo Sportbild.bild.de, manca l'accordo tra i due club. Il Borussia offre 25 milioni ma il Gladbach ne vuole 40. Il direttore sportivo Max Eberl afferma: "Se non si trova l’accordo vuol dire che terremo un campione come Hazard un anno in più. Di certo non ci dispiace".