Trequarti di Champions

MESSAGGERO - ANGELONI - E alla fine, una speranza - anche se non dal primo minuto - la culla anche Pastore, che non si vede in campo dal derby (era il 2 marzo, prima di allora sette panchine consecutive). Quel giorno, uno spezzone di gara quasi in trasparenza e un litigio in panchina con Di Francesco, che gli è costato l'allontanamento (con infortunio al seguito) da Porto-Roma. Mandato via DiFra, per Javier è cambiato davvero poco, anzi forse la situazione è pure peggiorata: cinque partite saltate per infortunio e due in panchina, totale dal suo arrivo a oggi, quattordici presenze - 644 minuti complessivi - due gol e un assist. Pochino per chi doveva ribaltare il centrocampo nel segno della qualità, delle idee. La mezz'ala non è riuscito a farla, il trequartista nemmeno, lo abbiamo visto anche (e male) da centravanti di movimento, sempre senza continuità. Ora, per mancanza di avversari, torna alla ribalta il suo nome per il ruolo che sente suo, quello dietro le punte: assenti Cristante, Zaniolo più De Rossi, chi gioca sulla trequarti nel 4-2-3-1? Oppure Ranieri valuterà l'idea di rimettersi 4-4-2 (o 4-4-1-1) con una seconda punta vicino a Dzeko e non un trequartista? Il dibattito è aperto. Vediamo le varie opzioni, con i pro e i contro.

OCCHIO A FLORENZI - Pastore, senza dubbio, è un'opzione in corsa, Ranieri lo sta studiando e valutando in questi giorni. Lui è a posto fisicamente e una chance pensa di meritarla. Ma Ranieri, che non vuole fare esperimenti in questa fase decisiva della stagione, ieri è stato chiaro e sta studiando altre soluzioni possibili. L'alternativa giusta. L'ipotesi più facile, anche se in passato non ha dato risultati entusiasmanti, è riproporre Schick vicino a Dzeko, in una sorta di 4-4-1-1 (quello contro la Spal, tanto per ricordare). Schick o Pastore (in corsa) per il Cagliari, insomma: la strana coppia da recuperare e rivitalizzare. Ranieri, appena arrivato, aveva puntato molto sul ceco, che ha risposto solo a intermittenza, come spesso gli è accaduto durante tutto il soggiorno romano. L'occasione si ripresenta e la scelta potrebbe cadere su di lui, magari pensando a Dzeko più trequartista che centravanti, con Schick a fare la punta. Patrik nelle sette gare con Ranieri, solo due volte è rimasto a guardare, con Fiorentina e Inter, le altre in un modo o nell'altro è sempre stato impiegato, segnando pure un gol, che sembrava ben augurante, nella prima ranieriana contro l'Empoli. Con la presenza di una seconda punta al fianco di Dzeko, il resto dell'attacco dovrebbe essere composto da El Shaarawy e Under, oppure Kluivert.
Un'altra ipotesi, provata in questi giorni, per non cambiare troppo fisionomia della squadra e lasciare un po' tutti al loro posto è: alzare in mediana Florenzi e schierare il tridente classico, composto da Under, Dzeko ed El Shaarawy. In questo 4-3-3 difranceschiano, Pellegrini agirebbe da mezz'ala, pronto ad alzarsi dietro le punte in alcune fasi della partita, Nzonzi sarebbe il centrale. Jesus ha già dimostrato di poter, all'occorrenza, fare il terzino destro (l'ha fatto con l'Udinese), e Florenzi si è sempre reso disponibile ad agire in vari ruoli, questa poi è la posizione che ricopriva all'inizio della sua avventura in giallorosso. Meno probabile vedere Perotti - che non ha ancora i 90 minuti nelle gambe - dietro Dzeko, così come El Shaarawy (con uno tra Diego e Kluivert nel ruolo di esterno sinistro alto). E Coric? Ranieri è stato chiaro: non viene preso in considerazione per l'undici titolare, come sempre in quest'annata piena di contraddizioni, cominciate proprio con i tanti trequartisti acquistati a un allenatore che non sapeva cosa farsene.


Conte, due settimane per dire si (o no) al presidente Pallotta

MESSAGGERO - CARINA - Ranieri non arretra. Tuttavia da professionista navigato e fine conoscitore degli alti e bassi mediatici che albergano in città, decide di far chiarezza. Il motivo è semplice: il tecnico è il primo a sapere che soltanto nel caso in cui la Roma non riuscisse a centrare uno dei prestigiosi obiettivi sui quali sta lavorando per la panchina del prossimo anno – Conte e subito a ruota Sarri – potrebbe tornare clamorosamente in corsa. Inutile quindi esporsi adesso. Della serie: vediamo prima cosa accade. Bisognerà considerare per il futuro anche l’eventuale piazzamento Champions. Tuttavia il piazzamento non viene considerato una ‘conditio sine qua non’ da Conte. È ciò che la Roma gli ha già proposto che farà la differenza. Senza andare troppo indietro nel tempo: nell’ultima sessione estiva, Monchi ha speso la bellezza di 145 milioni (senza considerare i bonus). Cosa sarebbe accaduto affidandoli a Conte? Una domanda alla quale il tecnico salentino s’è preso tempo per rispondere. L’attesa non dovrebbe superare le due settimane. Tempo necessario per giocarsi anche la carta Petrachi.


Cagliari, 1990: la filosofia di Ranieri «Il mio calcio che si ispira al basket»

MESSAGGERO - FERRETTI - Ultimo giorno di febbraio del 1990. Claudio Ranieri, 39 anni, allenatore emergente del calcio italiano, è alla guida del Cagliari appena portato dalla Serie C alla serie B e in procinto di salire in Serie A. In Sardegna tre anni solo di successi, prima del salto al Napoli. Lo raggiungiamo al Poetto, dove la squadra in quel periodo si allenava tra mille difficoltà (e su un campo di pozzolana...), per farci spiegare il suo calcio. Ranieri, terminato un allenamento molto ventoso (strano...), ci invita a salire sulla sua Volvo station vagon scura. «Ci andiamo a prendere un caffè e parliamo un po'?». Perfetto. E così, intorno a un tavolino del bar dell'hotel Mediterraneo, Claudio cominciò a raccontare e a raccontarsi. Un'ora abbondante di calcio, di ricordi, di sogni, di ambizioni. Come riportato su Il Messaggero del primo marzo. Un'intervista da leggere con attenzione, anche ventinove anni (abbondanti) dopo. Eccola. «Il compito di un allenatore oggi è soprattutto quello di entrare in sintonia con i propri giocatori, conquistare la loro fiducia. Capirsi. I moduli tattici servono a poco se non c'è, rispetto, se non esiste un feeling che guidi il lavoro. Se i ragazzi si fidano di me, giocano esattamente come voglio io. In caso contrario, avviene l'opposto. La vera forza di un allenatore è avere ragazzi che credono in lui. E poi è fondamentale dare l'esempio. Di un allenatore conta solo il comportamento. Inutile bluffare, perché i giocatori sanno esattamente tutto di chi li guida. Ai ragazzi io dico sempre: voi pensate a divertirvi, lo stress lasciatelo a me. Tanto alla fine pagano soltanto gli allenatori. Ecco perché vado avanti con le mie idee. Come è tatticamente il mio calcio? Due punte sempre, difesa in linea a quattro, e spesso anche un libero dietro, marcature a uomo alternate a quelle a zona che è creativa e che fa emergere le qualità dei singoli».

PLAYMAKER E VIDEO MIX - «Voglio una squadra organizzata, che non faccia mai calcoli, che dia sempre il massimo. La nostra manovra offensiva chiama in causa tutta la squadra, portiere compreso. Per difendere è fondamentale capire prima se siamo, o meno, padroni della situazione. Ai miei ragazzi chiedo intelligenza, chiedo di sapersela sbrigare in qualsiasi situazione. Da ragazzo ho giocato a basket e sto cercando di portare nel calcio la figura del playmaker, che oggi non c'è. Cioè colui che chiama lo schema, che fa il gioco. Ma ogni calciatore deve diventare playmaker quando entra in possesso del pallone. E nessuno deve avere paura di sbagliare. L'importante è provarci, sempre. Il videoregistratore? Ne ho quattro, più una centralina per montare le immagini delle partite. Così preparo dei filmati che faccio vedere alla squadra, con gli errori e pure con le cose belle. Tutto serve». Tutto è servito, sir Claudio.


Milan, Gattuso in bilico: per il futuro c'è anche il nome di Di Francesco

GAZZETTA DELLO SPORT - Il camminino altalenante in campionato, e l'uscita di scena dalla Coppa Italia, ha reso in bilico la posizione di Gennaro Gattuso al Milan. La società rosssonera si guarda intorno per il futuro, e accanto ai nomi dei vari Sarri, Jardim e Giampaolo, c'è anche quello dell'ex tecnico della Roma Eusebio DI Francesco. Dopo l'esonero dai giallorossi, ha ricevuto diverse offerte dall’estero (Russia, Turchia, Emirati Arabi, Siviglia) e un paio pure dall’Italia, ma l’interesse milanista lo inorgoglisce.


Petrachi sempre più vicino. E Manolas congela tutto

GAZZETTA DELLO SPORT - Se il nome del futuro allenatore della Roma è uno dei temi caldi dell’universo giallorosso, quello del futuro d.s. gli naviga a fianco, più o meno con l’ampollina del termometro ferma allo stesso livello. Anche perché dopo lo «strappo» di Petrachi di mercoledì sera, l’attuale d.s. del Torino è oramai in pole per prendere in mano la Roma del futuro. (...) È chiaro che se sarà davvero lui il nuovo d.s. della Roma, toccherà a lui decidere tante cose, ad iniziare anche dall’allenatore, scelta o gradimento che sia. Ma poi ci sono tutta un’altra serie di valutazioni in cui il futuro d.s. entrerà come parte in causa: dal ruolo da assegnare a Francesco Totti alle scelte immediate di mercato, soprattutto quelle in uscita, visto che entro il 30 giugno la Roma ha la necessità di fare circa 40-45 milioni di euro di plusvalenze. (...) Tra i possibili partenti, però, non dovrebbe esserci Nicolò Zaniolo, che la Roma nella prossima stagione vuole avere ancora con sé. Il baby talento giallorosso interessa a tante squadre e sembra che negli ultimi tempi abbiano preso informazioni anche in Inghilterra, tra Tottenham e Chelsea. Ma la Roma è pronta a fare scudo, più facile che a partite siano altri giocatori. Tra gli indiziati numero uno c’è Edin Dzeko ma anche Manolas, che piace in Italia ma pure in Premier League. Il difensore greco, però, negli ultimi giorni ha dato mandato al suo nuovo agente (Mino Raiola) di tenere tutto in stand-by, perché vuole prima capire se alla Roma possa arrivare davvero Antonio Conte o meno. (...)


Juan Jesus: "Il bicchiere è mezzo pieno"

GAZZETTA DELLO SPORT - L’ottimismo non manca. «Il pareggio con l’Inter mi fa vedere il bicchiere mezzo pieno – dice Juan Jesus –. Era importante dare continuità al percorso intrapreso. Sono contento di quello che sto facendo, ma devo migliorare ancora. Dal Porto a oggi ho giocato in 3-4 ruoli diversi, quindi dico che l’importante è dare sempre il 100% e aiutare la squadra. È il nostro dovere». (...)


Conte, Sarri, DiFra: che "A" sarebbe...

GAZZETTA DELLO SPORT - DI CARO - Lo scorso mercato fu quello dell'arrivo alla Juve del marziano, Cristiano Ronaldo, con Messi il più forte giocatore al mondo. Quasi impossibile avvicinarsi di nuovo a un colpo simile per la nostra serie A. Ma la prossima sessione estiva potrebbe comunque rivelarsi esaltante ed essere ricordata come quella del ritorno dei grandi allenatori sulle nostre panchine. (...)  rumors su Conte sono incessanti. Roma e Inter lo corteggiano. I giallorossi, dopo aver incassato l'iniziale gradimento del tecnico, aspettano che sciolga le riserve e dia una risposta: se affermativa comincerà la trattativa vera e propria su ingaggio e programmi. Ma la Roma sa già cosa chiede Conte, e Conte conosce già il progetto della società. Ma a premere c’è anche l’Inter che vede in lui l’unica alternativa a Spalletti. Pesano però per le casse nerazzurre il cumulo di ingaggi e le possibili richieste sul mercato dell’ex tecnico di Juve e Nazionale, che guarda anche all'estero (Psg e Bayern). In alternativa a Conte la Roma, che ha contattato diversi tecnici e non esclude la conferma di Ranieri, pensa a Sarri che potrebbe lasciare l’Inghilterra e piace molto al Milan se Gattuso non verrà confermato. Oltre all’ex tecnico del Napoli, crescono le quotazioni rossonere di Di Francesco, sponsorizzato da Arrigo Sacchi che lo considera un «giovane maestro». A metà maggio si scioglieranno molte riserve. Di certo, oltre ai grandi giocatori, per aumentare la qualità del nostro campionato servono tecnici con idee, innovativi e coraggiosi. Caratteristiche comuni a Conte, Sarri e Di Francesco...


Ranieri all'attacco: Dzeko ed ElSha sono le certezze

GAZZETTA DELLO SPORT - Dzeko ci sarà, esattamente come El Shaarawy. Loro due sono delle certezze, poi bisognerà invece capire chi gli girerà intorno. Già, perché domani pomeriggio Claudio Ranieri avrà a disposizione l’intera batteria di attaccanti, tutti mediamente in buone condizioni. (...) Di certo c’è, appunto, che si parte da Dzeko ed El Shaarawy, gli uomini che dopo i litigi di Ferrara stanno tenendo in vita la Roma nella corsa verso la Champions. Con i gol, ma non solo, perché El Shaarawy è fondamentale nei ripiegamenti difensivi e Dzeko, come al solito, lavora anche da regista offensivo. La gara con l’Inter, in tal senso, è stata esplicativa, quasi un manuale calcistico dei tanti movimenti che può mandare in scena il centravanti bosniaco durante una partita. «A San Siro, contro l’Inter, penso che Dzeko abbia dimostrato qual è il suo habitat naturale – dice Ranieri –. È un centravanti a cui piace venire incontro, partecipare alla manovra, essere un riferimento per i compagni di squadra che poi si possono inserire negli spazi. Gli può anche giocare accanto una punta, ma quella punta deve capire il suo gioco e inserirsi al momento giusto». (...) A sinistra, invece, ci sarà El Shaarawy, che non è solo il capocannoniere della Roma ma anche uno dei giocatori più in forma. «Sa fare gol e aiuta con delle ottime diagonali nella fase offensiva. Perotti, invece, non ha i 90 minuti nelle gambe». Dall’altra parte, a destra, dovrebbe invece esserci spazio per Kluivert, che Ranieri tiene sempre in ottima considerazione in virtù della sua velocità. L’alternativa, in caso, sarebbe Under. 


Luca Pellegrini, la Sardegna come trampolino: il futuro un rebus

GAZZETTA DELLO SPORT - Luca Pellegrini sa di essere atteso da una gara speciale. Calcio, testa e personalità. L’Olimpico, la Roma e la corsa verso la zona Champions. Il Cagliari, una salvezza oramai blindata e la voglia matta di cogliere quota 50. Il numero 3 ha dalla sua la fiducia di Rolando Maran e dei tifosi. Al rientro – con Pisacane e Barella – da un turno di stop per squalifica, il mancino può essere la chiave tattica a sinistra. Con una prova che può rivelarsi utile anche per dare uno sguardo al futuro. Il club rossoblù lo terrebbe volentieri. E la società di Pallotta deve fare il prezzo. Si vedrà. (...)  Il difensore ha collezionato in rossoblù – frenato da un fastidio al ginocchio – 9 presenze e 671’. Dai dati Opta emergono 37 palle recuperate, 33 giocate di testa, 15 lanci positivi e 12 respinte difensive. Dal singolo al collettivo, gli almanacchi raccontano di una sfida che non sorride ai sardi. La Roma ha colto in casa 32 punti, il Cagliari lontano dalla Sardegna ha racimolato solo 10 punti. «Luca Pellegrini ci piace, è un talento. Cercheremo di tenerlo, dovremo convincere la Roma a rinnovare il prestito» ha detto di recente il patron rossoblù, Tommaso Giulini. Il Cagliari lo scorso gennaio, dopo una serie infruttuosa di tentativi per coprire la fascia sinistra, ha preceduto la Spal nella corsa al terzino di Cinecittà cresciuto nella cantera della Roma. Buttato da subito nella mischia da Maran, il difensore ha colto nel segno. Corsa, determinazione, piede ben educato e quella voglia di mangiare erba e pallone che fa impazzire gli allenatori. (...)


I baby ad Empoli a caccia del secondo posto

GAZZETTA DELLO SPORT - Cinque punti di distanza dal 2o posto in classifica. La Roma Primavera vola in trasferta a Empoliper avvicinarsi all’Inter e alla qualificazione diretta delle semifinali scudetto. Dopo la cinquina rifilata al Torino sabato scorso, i ragazzi di De Rossi, in Toscana, cercano una continuità che li porterebbe momentaneamente al 3o posto, ai danni proprio dei granata (in attesa del match col Chievo di lunedì). (...) La Roma vive un momento ottimo sia per la forma fisica, con Celar capocannoniere da 25 reti, che mentale. «I ragazzi stanno facendo delle partite che rasentano la perfezione (Genoa e Torino, ndr), si stanno togliendo qualche difettuccio che ci è costato dei punti», ha detto de Rossiche vuole vendicare il 4-1 dell’andata.


Ranieri, avviso alla Roma: "Abbiamo tutto da perdere"

CORRIERE DELLA SERA - Roma-Cagliari avrà un sapore speciale per Claudio Ranieri. Il tecnico è consapevole in ogni caso che si tratta di una gara fondamentale in ottica quarto posto, quando ormai sono 5 i match che separano i giallorossi dalla fine del campionato: «Bisogna rispettare ogni avversario, ma la squadra sta lavorando bene per restare in corsa per questa benedetta Champions. Il Cagliari lotta e ha ottimi giocatori come Pavoletti e Cragno». (...) Dovrà, come sempre, far fronte a diverse assenze tra squalifiche e infortuni: «Pastore lo vedo bene, è motivato. Ma non so se potrà essere titolare. Perotti non ha ancora i 90 minuti nelle gambe, resto convinto che Schick possa diventare un campione. Under? Da lui mi aspetto molto».


Roma, Nura non ha l'idoneità sportiva. E si pensa a un ruolo in società

GAZZETTA.IT - ZUCCHELLI - Walter Sabatini se ne era innamorato cinque anni fa, vedendolo giocare a La Spezia insieme ad un altro ragazzo, Sadiq. Dei due, Abdullahi Nura, era quello che più lo aveva colpito, perché vedere un terzino destro di 17 anni con quei mezzi fisici non era cosa da tutti i giorni. Lo aveva portato a Trigoria per 2.5 milioni, convinto che presto sarebbe esploso. Così non è stato e Nura, in questi anni, il campo non lo ha praticamente mai visto. Problemi alle ginocchia e, soprattutto, al cuore, che infatti hanno frenato anche il prestito al Perugia. Per questo adesso la sua carriera sta per finire: a 21 anni Nura non riesce più ad ottenere l’idoneità sportiva, e quindi sta lavorando con la Roma alla rescissione del contratto che scade nel 2020

IL FUTURO — Ma il club giallorosso, che in questi anni si è legato al ragazzo (soprattutto il d.s. Massara, che lo portò a Roma con Sabatini), ha deciso di non lasciarlo solo. E quindi per aiutarlo, e soprattutto sostenerlo in un momento così difficile della sua vita, sta pensando ad un ruolo in società che gli consenta di continuare a lavorare a Trigoria. Probabilmente sarà nel settore giovanile, perché forse stando in mezzo ai ragazzi come lui, e anche più piccoli, Nura potrà riuscire a dimenticare quanto la sorte sia stata dura nei suoi confronti.