Premio Bearzot. Vince Mancini davanti a Gasperini e Gattuso

La nona edizione del Premio Enzo Bearzot la vince Roberto Mancini. L'annuncio ufficiale è arrivato oggi nel corso della conferenza organizzata nella sede della Figc a Roma, alla presenza del presidente federale, Gabriele Gravina, e del numero uno dell'Us Acli Damiano Lembo, che presiedono la giuria. Il CT azzurro ha battuto la concorrenza di Gian Piero Gasperini Rino Gattuso.

"Innamorato del calcio giocato bene e dei giovani, Roberto Mancini è l'uomo giusto per rilanciare l'amore degli italiani verso la Nazionale", si legge nella motivazione del premio.

"Lo sta facendo in questa fase della sua nuova esperienza azzurra e la speranza è che possa continuare a farlo ripercorrendo le orme del grande Enzo Bearzot, con cui pure non ebbe un rapporto facile da giocatore ma che anche per lui rappresenta un modello da seguire nel ruolo di commissario tecnico". Il premio lo scorso anno era stato vinto da Eusebio Di Francesco e la cerimonia avverrà il 7 maggio al Salone d'Onore del Coni.


Idea Mourinho per la panchina giallorossa. Telefonata della Roma al tecnico portoghese (foto)

Idea Mourinho per la panchina giallorossa. Questa è la news filtrata oggi da Mariangela Pira su Twitter. La giornalista di Sky Tg24 racconta di una telefonata tra il management della Roma ed il tecnico portoghese. 

 


Milano Finanza, Mondellini: "Il Fondo del Qatar oltre alla Roma, è interessato alla costruzione del nuovo stadio"

Luciano Mondellini, giornalista di Mf-Milano Finanza, è intervenuto ai microfoni di Centro Suono Sport, ritornando sul suo articolo di oggi. Queste le sue dichiarazioni:

“Il Qatar sta puntando la Serie A, ma in particolare l’obiettivo principale di questa iniziale valutazione è il club capitolino: in primo luogo perché i fondi qatarini preferiscono agire sulle capitali e questo è già avvenuto su Parigi col PSG. In più c’è da capire la situazione della Roma dal punto di vista manageriale e proprietaria, con la questione stadio sullo sfondo. L’obiettivo principale sarebbe proprio la Roma da quanto abbiamo appurato. Ritengo che la sponsorizzazione con la compagnia aerea nazionale sia stato un grimaldello per aprire ulteriori porte per il prossimo futuro”.

Dopo l’acquisto del 49% di Air Italy, la Roma potrebbe essere dunque un secondo vettore di ingresso in Italia?
“Sì assolutamente, hanno fatto un’operazione simile anche a Parigi dove hanno interessi commerciali molto forti. Il calcio è un veicolo di promozione incredibile e di riflesso a livello di potere. A Parigi sono entrati in un asset molto popolare, con un soft power, un potere dolce, utilizzando il vettore calcistico per accedere a stanze di potere importanti”.

Il recente viaggio della dirigenza della Roma a Doha può esser letto come una tappa preliminare per eventuali nuovi contatti? Quale potrebbe essere una valutazione realistica della Roma?
“La mia notizia nasce da una fonte non buona, stra-buona, sicuramente un ambasciatore migliore di Totti credo non ci sia al mondo, non è da escludere. Al di là dell’ingresso in Champions e la variabile stadio, la Roma ha un grande patrimonio, nei suoi giovani, nei suoi tifosi, è un club che ha una valutazione importante, ma è difficile stabilirne il valore assoluto, anche perché Pallotta può chiedere qualsiasi cifra”.

Quanto può incidere sulla vicenda il sì al progetto dello stadio?
“Tanto, perché avere una casa – in questo caso lo stadio – vuol dire avere un asset patrimoniale fondamentale, in questa eventuale transazione potrebbe avere un peso importante, ma a mia sensazione il fondo qatarino sta valutando il dossier Roma a prescindere dall’impianto di proprietà. Dispongono di una liquidità incredibile, basta vedere quello che è successo a Parigi sponda PSG in questi ultimi anni”.


Mancini: "Zaniolo è giovane e deve giocare"

 "Se è consigliabile per Zaniolo restare alla Roma anche se i giallorossi non dovessero qualificarsi alla prossima Champions League? Non lo so, lui è un bravo giocatore, un ragazzo giovane che deve imparare ancora tanto e deve crescere e migliorare. La cosa più importante per lui è giocare, e giocare sempre come sta facendo adesso". Queste le parole del CT azzurro, Roberto Mancini, a margine di un incontro organizzato dall'Unicef di cui è ambasciatore.


Bellinazzo: "La Roma è una società modello, ma deve fare lo stadio"

Marco Bellinazzo, giornalista economico-sportivo de Il Sole 24 Ore, intervistato da Reporter Nuovoha parlato di alcuni argomenti legati al mondo economico e del calcio, soffermandosi sulla Roma. Queste le sue parole: “In Italia abbiamo avuto circa 800 milioni di plusvalenze, è un problema di sistema. Attraverso questo meccanismo, le società possono ‘alterare’. il bilancio mascherandolo con guadagni fittizi. E’ normale che gli affari della Juventus risaltino di più. È una crisi che si riflette sulla lega, c’è un problema serio accentuato anche dal diritto di recompra. Bisognerebbe istituire un sistema contabile che limiti le plusvalenze sul bilancio, altrimenti si rischia di trovarsi in una situazione non rimediabile. C’è una situazione complessa, ma la Roma deve fare lo stadio. Per i giallorossi è essenziale. Certo, sarà faticoso reggere l’investimento di un miliardo, ma una parte sarà recuperata con il business park. Il fatturato della Roma oscilla dai 20 ai 30 milioni quando fa la Champions, e aspira a confrontarsi con realtà che fatturano 5 volte tanto. Senza stadio non possono risalire. I giallorossi sono una società modello: sono avanti sia nel marketing che sui social, hanno account in varie lingue, più di 17 milioni di follower e un brand consolidato. La semifinale di Champions dell’anno scorso ha incrementato il valore della maglia, ora parliamo di circa 22 milioni grazie a sponsor come Qatar Airways e Hyundai.


Multa dell’Uefa a Roma e Porto: per i giallorossi sono 5 mila euro

La Commissione Disciplinare della Uefa ha sanzionato la Roma con una multa di 5.000euro per gli “atti di danneggiamento” dei tifosi giallorossi durante la gara di ritorno contro il Porto. La Roma dovrà contattare i portoghesi per stabilire l’entità dei danni causati lo scorso 6 marzo. 28.500 euro di multa ai padroni di casa per l’accensione di artifici pirotecnici, l’esposizione di uno striscione illecito, il blocco dell’accesso alle scale e l’organizzazione insufficiente dell’evento.

QUI IL COMUNICATO ORIGINALE


Sassuolo-Chievo 4-0: doppietta di Demiral e reti di Locatelli e Berardi, l'Atalanta schianta il Bologna in 15 minuti

SASSUOLO-CHIEVO - Il Sassuolo cala il poker e si toglie, almeno provvisoriamente, dalla lotta salvezza: a 35 punti, adesso, si respira. Al di là del rotondo 4-0 finale, la sfida contro il Chievo ha comunque creato qualche problema ai ragazzi di De Zerbi, soprattutto in avvio di partita. La doppietta di uno stopper (Demiral), la sapienza tecnica di Berardi e la costanza di Locatelli consentono agli emiliani di guardare al futuro con maggiore spensieratezza. 

ATALANTA - BOLOGNA - ove minuti (secondo più secondo meno) e il Bologna si polverizza davanti a un’Atalanta più corrosiva di sempre e che adesso è a un punto dalla zona Champions League. Quindici minuti e, poi, la polverizzazione diventa sparizione totale dei rossoblù. Ilicic mette un uno-due da grande star (con Lyanco e Krejci imbarazzanti e fermi) poi Hateboer fa 3-0 in diagonale e buonanotte a Mihajlovic in un solo battito di partita. Avvio polverizzante, col Bologna poi martoriato da Zapata che dopo un quarto d’ora (una volta bevuto Gonzalez) infila il 4-0


Roma-Fiorentina, Mirante ora o mai più

INSIDEROMA.COM – SARA BENEDETTI – La partita che si gioca questa sera all’Olimpico tra Roma e Fiorentina è di vitale importanza per i capitolini. Infatti, nonostante un rendimento a dir poco pessimo nell’ultimo periodo, il pareggio interno del Milan contro l’Udinese, regala ai giallorossi l’ennesima possibilità di riavvicinarsi alla zona Champions, anche se ad oggi, oltre a Inter e Milan, ci sono davanti sia la Lazio che l’Atalanta. Novanta minuti decisivi, o si vince o si vince, non c’è sconfitta e non c’è pareggio. Si decide tutto questa sera.

MALE OLSEN – Oltre al ritorno tra i titolari di Cengiz Under e di Zaniolo, a tenere banco in casa Roma è la questione portiere. Non è un caso che già prima della gara contro il Napoli in conferenza stampa Ranieri fosse stato incalzato sulla figura di Robin Olsen, in questa stagione troppo discontinuo e protagonista di svarioni che a molti hanno riportato alla mente l’estremo difensore uruguagio Goicoechea. Nonostante ciò l’allenatore testaccino era stato rassicurante, spiegando ai giornalisti presenti quanto lui contasse su Olsen. Certo che nessuno poteva aspettarsi, appena 24 ore dopo le parole di Ranieri, l’errore madornale in occasione del secondo gol del Napoli, con un facile passaggio rasoterra che si va ad infilare sotto le braccia del portiere svedese e lascia la porta totalmente sguarnita. Un gioco da ragazzi per Mertens che deve fare solo lo sforzo di metterci il piede destro per portare i partenopei in vantaggio prima della goleada finale. Inoltre, nonostante le smentite da parte del club inglese, è notizia degli ultimi giorni anche l’interessamento per l’ex Copenaghen da parte del Watford. Insomma, tra rassicurazioni e smentite, chi segue il calcio lo sa bene, queste cose non sono casuali e che se ne dica, ci stupiremmo se nella prossima stagione a difendere i pali del club di Trigoria ci fosse ancora, almeno come primo portiere, Olsen.

MIRANTE E’ PRONTO - Intanto Antonio Mirante scalpita. Il classe ’83, 35 anni suonati, arrivato in estate dal Bologna nell’operazione che ha portato in Emilia Skorupski si è fatto trovare pronto nelle poche occasioni stagionali avute. Appena 360 minuti totali giocati divisi tra 180 in Champions, con Viktoria Plzen e Porto all’andata ed in campionato con Udinese e Chievo Verona. Due sconfitte, quelle con Plzen ed Udinese e due vittorie, con il Porto (anche se inutile poi considerando il ritorno ndr) e con il Chievo. Quando chiamato in causa il ragazzo di Castellammare di Stabia si è fatto trovare pronto, tra parate e passaggi ai difensori che hanno saputo trasmettere calma e sicurezza ai tifosi giallorossi. Già da tempo molti lo invocano come titolare e sembra proprio che stasera, dopo l’ennesimo erroraccio di Olsen, possa essere la volta buona. La Roma si gioca tutto oggi e punta sulle proprie certezze, ed ecco che, inaspettatamente, un un 35enne arrivato per fare la riserva nella capitale, può giocarsi il suo ruolo da pedina fondamentale. Ora o mai più.


Claudio naviga nella semplicità

IL MESSAGGERO - CARINA - All'insegna della semplicità. Per una Roma in difficoltà, atleticamente e tecnicamente, Ranieri prepara la gara contro la Fiorentina senza troppi fronzoli tattici: «Ai ragazzi non chiedo nulla quando abbiamo la palla per poter andare, gli dico di non giocarla nella nostra metà campo, perché sono pochissime le squadre che partendo da dietro riescono a fare gol». La traduzione calcistica è quanto visto nei primi 270 minuti con Empoli, Spal e Napoli: totale affidamento ai lanci lunghi, sperando che sulle seconde palle gli attaccanti sappiano crearsi l'occasione.

Il problema è che Dzeko non sta benissimo (noie all'anca e alla caviglia) mentre Under è da valutare se farlo partire dall'inizio o impiegarlo in corsa. Per questo il tecnico è costretto a fare «il lavoro del farmacista - spiega - Devo valutare bene chi può giocare dall'inizio e chi deve subentrare, perché ho solo 3 cambi». Il riferimento al turco, Pellegrini e De Rossi, appare scontato. Claudio cerca «la compattezza» per poi ammettere sconsolato: «Il problema è che non riusciamo ad esserlo. Per questo motivo bisogna restare corti e non dare la possibilità agli avversari di infilarci». Anche in questo caso la lettura delle sue parole è semplice: squadra attendista, pallino ai viola per poi essere pronti a sfruttare gli errori dei ragazzi di Pioli.

Intanto la fiducia per Olsen, manifestata appena 4 giorni fa, vacilla pericolosamente: «Deciderò all'ultimo chi far giocare in porta». Mirante è pronto. Il momento è delicato. Ranieri, oltre al solito appello al pubblico (venduti appena 4500 tagliandi), stavolta si rivolge anche al gruppo: «Voglio degli uomini in campo che sappiano reagire alle avversità». Magari ricordandosi di giocare anche a pallone.


Ranieri: «Roma, c'è un problema di fiducia. Ne usciamo facendo gli uomini»

LEGGO - BALZANI - Vendicare il 7-1 è diventato l'obiettivo minore. La Roma, a tre giorni dalla batosta col Napoli, stasera avrà ben altri pensieri in un Olimpico semivuoto (previsti 30 mila spettatori) contro la Fiorentina che la umiliò due mesi fa in coppa Italia dando di fatto inizio al tracollo della squadra giallorossa. Solo una vittoria riaccenderebbe una flebile speranza per la Champions. Una nuova sconfitta, in attesa pure dell'impegno di sabato con la Samp, potrebbe portare invece Ranieri a interrompere dopo appena un mese il rapporto e metterebbe la Roma nei guai pure per l'Europa League. Il tecnico - che si è scusato per aver tardato appena 5' in conferenza - dice di pensare alla Roma «25 ore al giorno per risolvere i problemi». Che sono tanti: dalla tenuta difensiva al disordine tattico passando per i tracolli mentali e una forma fisica disastrosa. Ranieridice pure di non aver sentito Pallotta dopo la disfatta con il Napoli e ammette che «c'è una perdita di fiducia, ma io voglio una squadra di uomini che reagisce alle avversità». Una frase già sentita dopo Ferrara e alla vigilia della sfida al Napoli«Mi auguro che quelle sconfitte oltre al 7-1 di coppa Italia possano essere la benzina utile per reagire». Reazione che Ranieri non ha ottenuto da Olsen. Lo svedese stasera dovrebbe sedersi in panchina: «Sto valutando se far giocare lui o Mirante. Deciderò in queste ore». In dubbio, per motivi fisici, c'è pure Dzeko anche perché l'intesa con Schick sembra proprio non voler arrivare: «Uno dei due potrebbe andare in panchina. Edin ha un grosso versamento all'anca quindi dovrò vedere come sta. In questo momento sono come un farmacista: devo capire chi può giocare dall'inizio, chi può giocare 30 minuti e chi non posso rischiare».

Dito puntato ancora una volta su preparazione e recupero infortuni. Tornano Pellegrini e Under(solo il turco può giocare dal 1'), ancora in forse De Rossi. Ranieri boccia pure l'ipotesi di affidarsi ai giovani: «Quando le cose vanno così serve esperienza, oltre che i giovani, e serve una squadra corta, compatta. Il Napoli ha corso quanto noi, ma da squadra. Noi no. Non capisco perché tutti vogliono imitare il tiki taka, non bisogna correre rischi». Battute finali sul futuro dei due simboli, De Rossi e Totti: «Daniele penserà se continuare a giocare o allenare. E' una sua scelta. Francesco è già un punto di riferimento importante per noi. Ha iniziato un anno e mezzo fa come dirigente e sta proseguendo un percorso». Nella Fiorentina di Pioli (che a giugno dovrebbe essere sostituito da Di Francesco) è ancora in dubbio Chiesa che però è stato convocato.


Meno tiki-taka, più corsa: per Ranieri è tutta colpa del governo precedente

LA REPUBBLICA - PINCI - Il clima è da resa finale. Nonostante la gara con Fiorentina evochi la rabbia per il 7-1 di gennaio in Coppa Italia, sembra quasi l’incrocio non generi oscillazioni nell’umore della Roma, distratta dai pensieri sul futuro. L’unico che pare ancora aggrappato al presente è Claudio Ranieri. «A come sollevare la squadra penso 25 ore al giorno. Ma è difficile».L’allenatore ci ha provato puntando l’indice contro il passato recente: il nuovo nemico è il “vecchio”Di Francesco, obiettivo ricorrente. Domenica Ranieri aveva posto l’accento sulla preparazione: «I ragazzi mi dicono che si allenavano poco». Ieri ha accusato il gioco del predecessore: «Imitiamo tutti il tiki-taka ormai, ai giocatori sto chiedendo di non farlo più». Lui chiede invece semplicità, rinunciando anche a dare un’identità: non c’è tempo e nessuno pare aver la testa per applicarsi e imparare, in una squadra che ha già mollato.

La convinzione è questa a che a Trigoria, dove inizia a farsi strada l’idea che la politica dei cambi vorticosi abbia finito per spogliare di un’anima il gruppo. A veder partire i migliori ogni anno tanti hanno finito per perdere gli stimoli: 2 sconfitte di fila maturate senza fiatare, con un unico slancio di nervosismo, l’arcinota litigata a Ferrara nell’intervallo. Chi c’è oggi si sente di passaggio, sa che se qualcosa non funzionerà potrà chiudere la valigia e ricominciare altrove senza incontrare ostacoli da parte della società e non è disposto a fare nemmeno un passo nella direzione del compagno: anni fa, era il il 2015, l’ex ds Sabatini disse che mancava «il mutuo soccorso tra i giocatori». Ieri Ranieriha usato parole fin troppo simili: «Quando le cose vanno male i calciatori devono sapersi aiutare l’un l’altro». Passa il tempo ma i guai restano gli stessi.

La tentazione per il futuro è di azzerare gli errori del mai rimpianto ds Monchi e ricostruire. Una squadra di giovani e italiani, da affidare a Gattuso o Sarri: è vicino Tonali del Brescia, piace Belotti, piace tantissimo Barella che potrebbe sostituire Pellegrini (a molti fa gola la clausola da 30 milioni). Uomo cardine sarà Zaniolo: domani il primo incontro per il rinnovo.

 

 

 

La società ha perso la testa

IL MESSAGGERO - LIGUORI - Sembra un incubo, invece è tutto vero: Roma disfatta, sull’orlo del disastro, fuori dall’Europa; un presidente assente e lontano insulta i giocatori, dopo aver schiantato due allenatori e il direttore sportivo. Ma chi consiglia Pallotta, l’altrettanto assente Baldini? Stento a crederlo, perché di errori così clamorosi neppure Baldini sarebbe capace. Hanno semplicemente perso la testa: Pallotta si è concentrato sul suo unico interesse, lo Stadio, e ha messo insieme un pasticcio enorme anche qui, condizionato dalla sua avidità. Quando nel calcio si perde la testa, si rischia una rottura veloce e totale.

E le sconfitte di Ranieri hanno avuto il sapore amaro di una disfatta, proprio per la mancanza di una reazione da parte di tutte le componenti. Giocatori stanchi, ma di sentire bugie e assurdità, a cominciare da quelle dette e scritte su Di Francesco. I più forti di loro sono anche i più arrabbiati e - a eccezione di De Rossi, per motivi storici - non trovano grande attrazione nell’attuale conduzione del club. Non resta che Totti, dicono in molti, ma forse è tardi anche per lui.