C’è la difesa titolare, El Shaarawy ok
IL TEMPO - BIAFORA - Ranieri ha scelto di ripartire dal 4-2-3-1 con Dzeko riferimento centrale. Il tecnico della Roma ha messo da parte l’esperimento del doppio centravanti e stasera contro l’Inter proporrà una squadra simile a quella vista nel secondo tempo della scorsa giornata. Davanti a Mirante agirà la difesa titolare, con il ritorno di Florenzi e Kolarov ai lati di Manolas e Fazio. In mediana Pellegrini raccoglierà l’eredità di De Rossi, abbassandosi di qualche metro a fianco di Cristante. Alle spalle del bomber bosniaco ci sarà Zaniolo in posizione di trequartista, El Shaarawy sulla fascia sinistra (nessun problema fisico per lui), mentre sulla destra Kluivert è favorito nel ballottaggio con Under. Panchina per Nzonzi, tornato tra i convocati. In casa nerazzurra il grande dubbio di Spalletti, che ha optato per portare la squadra in ritiro in un hotel nei pressi di San Siro, è quello della prima punta, ma Icardi è in leggero vantaggio su Lautaro. Da valutare le condizioni di Borja Valero, non al meglio dopo l’infortunio accusato con il Frosinone, assente invece Brozovic. Se lo spagnolo non dovesse essere pronto ci sarà Gagliardini accanto a Vecino per coprire Politano, Nainggolan e Perisic. Confermato il pacchetto arretrato in protezione di Handanovic: D’Ambrosio e Asamoah i terzini, Skiriniar e De Vrij i centrali. Sugli spalti del Meazza ci saranno 60mila tifosi, di cui circa 1200 romanisti. Alla vigilia sono arrivate le parole di Pellegrini sul suo futuro in un’intervista a Sky: “Non so che cosa succederà, a Roma sto bene e io non cerco altro. Sarei onorato di rimanere, ma si sa a volte ci sono delle dinamiche che non sei l’unico a gestire”.
Inter-Roma duello totale: i due club si sfidano su Conte
IL TEMPO - AUSTINI - Per chi tifa Antonio Conte stasera? A San Siro c’è Inter-Roma, duellanti per un posto in Champions e... per l’allenatore più ambito sul mercato italiano. Una sfida totale, tra presente e futuro, che inizia a parti invertite rispetto al trend delle ultime stagioni.
Roma, assalto alla Champions
IL MESSAGGERO - TRANI - Il Meazza accende i riflettori sulla corsa Champions, d'attualità anche alla vigilia di Pasqua: l'Inter ospita la Roma, nell'unico scontro diretto della giornata. Che può incidere sulla volata finale, pure se mancano ancora 6 tappe al traguardo. Spalletti sa che questa può essere la notte ideale per blindare il 3° posto e al tempo stesso per sbarrare la strada alla sua ex squadra verso il 4°. Ranieri, invece, si presenta con la convinzione che, a prescindere dal verdetto, la sfida non sarà decisiva. È, però, anche consapevole di avere la chance per tentare il ribaltone: il collega sta al sicuro con 6 punti di vantaggio, non lo sarebbe più se perdesse stasera contro i giallorossi. E i posti da assegnare raddoppierebbero: da 1 a 2. Entrambi gli allenatori, dunque, giocano per il presente più che per il futuro. Cercano il piazzamento, più che la conferma. Zhang e Pallotta trattano, già da tempo, con altri tecnici.
DUELLO ALLO SPECCHIO - Stesso destino in panchina e stessa traccia in campo: l'Inter e la Roma, almeno in fase offensiva, utilizzano il 4-2-3-1. È, del resto, il sistema di gioco che Spalletticonosce meglio. Basta pensare al raccolto con la Roma, nella sua prima esperienza a Trigoria, e con Totti centravanti mascherato. Ranieri, anche per le caratteristiche dei suoi interpreti, lo propone in modo diverso, passando in corsa, quando i giallorossi sono chiamati a difendersi, al 4-4-2 (o 4-4-1-1) e quindi all'assetto sui cui ha costruito la carriera. Modifica utile alla squadra, fragile e impaurita, per ritrovare l'equilibrio e la compattezza. Con il 4-2-3-1 ha iniziato 5 delle sue 6 gare in giallorosso. Il bilancio parziale gli ha dato ragione: 3 successi, 1 pari e 1 ko.
FORMULA SPREGIUDICATA - La Roma, mai in stagione al 4° posto, entrerà in campo conoscendo il risultato del lunch match al Tardini tra il Parma e il Milan. Gattuso vuole difendere il punto di vantaggio in classifica. Ranieri, imbattuto nei 4 precedenti in serie A contro Spalletti (3 vittorie e 1 pari)però, è pronto a rilanciare a San Siro. Senza De Rossi e con Nzonzi appena recuperato, punta contemporaneamente sui 3 azzurri: a centrocampo: Pellegrini e Cristante in mediana, Zaniolo dietro a Dzeko. In difesa rientrano i terzini Florenzi e Kolarov. El Shaarawy è tra i 22 convocati: il ballottaggio, in attacco, è quindi tra Under e Kluivert.
INCROCIO DI MERCATO - Pellegrini, interpellato sul suo futuro, è stato sincero. «Non lo so». Il centrocampista è nel mirino proprio dell'Inter: «Qui sto bene, sto a casa, la Roma è una delle piazze più importanti d'Italia e io non cerco altro. A volte ci sono delle dinamiche che non sei l'unico a gestire». La clausola di 30 milioni, pagabile in 2 anni, invoglia il club nerazzurro. Che, studierà da vicino, anche Dzeko, indicato come il possibile sostituto di Icardi che stasera potrebbe lasciare il posto all'amico Lautaro. Il centravanti giallorosso è dato in partenza proprio adesso che Pallottavorrebbe il top coach a Trigoria, cioè Sarri o Conte che rispettivamente chiamarono Dzeko al Napolie al Chelsea.
La strada di Conte verso Trigoria: conferma dei big e più ambizione
IL MESSAGGERO - S. CARINA - Il futuro di Antonio Conte deve essere ancora scritto. Al di là di dove allenerà, una cosa è certa: la Roma sta provando a convincere l'ex ct. E proprio per questo a Trigoria sono abbastanza infastiditi quando, nell'accostare il tecnico salentino ai giallorossi, vengono utilizzati i termini sogno o suggestione. Pur consapevoli dell'Everest da scalare, degli avversari da superare e del programma da presentare, la volontà di non lasciare nulla per intentato esiste, è reale. Poi riuscirci è un'altra cosa. Paradossalmente l'ingaggio è l'ultimo dei problemi. Perché un club che si appresta a salutare Dzeko e proverà a piazzare Pastore in estate, non avrebbe poi problemi ad accontentare Conte. Le difficoltà sono altre e riguardano soprattutto il programma. O per dirla con le parole dell'allenatore, il famigerato «progetto». In questi 8 anni di gestione Usa, la società s'è sempre contraddistinta per un trading di calciatori molto aggressivo. Non che non si sia speso (per intenderci: nell'ultima sessione estiva, Monchi ha investito la bellezza di 145 milioni, senza considerare i bonus) ma spesso ci si è privati degli elementi migliori, quelli più richiesti dal mercato. E anche quest'anno, soprattutto se non venisse centrata la qualificazione alla Champions, il copione sarebbe lo stesso, con big quali Manolas, Dzeko, Under e Pellegrini in bilico.
NON SOLO SOLDI - Operazioni che servirebbero non tanto per rientrare nei parametri finanziari entro il 30 giugno (dove a bilancio figurano già le cessioni di Strootman e di Alisson) ma in ottica futura, sapendo di non poter contare sui milioni della maggiore competizione europea per club. Una falsa partenza che rischia di minare in partenza il corteggiamento a Conte. Che però, ama lavorare circondato da persone di assoluta fiducia. E a Trigoria ritroverebbe Totti, Vito Scala, De Rossi e Florenzi, con le quali in nazionale ha legato molto. Senza contare che in ballo c'è ancora la questione legata a Petrachi, suo amico fraterno. La differenza quindi la farà cosa Pallotta (che al nome di Conte in privato, fa finta di non conoscerlo, ndc) sarà in grado di garantirgli. Se Sarri, probabilmente al momento il candidato in pole per la panchina giallorossa, è un tecnico che più volte ha dichiarato (pubblicamente e in privato) di essere abituato a lavorare con il materiale che il club gli mette a disposizione, Conte è stato capace nel 2004 (dopo aver vinto 3 scudetti consecutivi) di lasciare la Juventus, «perché non puoi sederti al ristorante da 100 euro con 10 euro in tasca». In una parola: ambizione. E la domanda, senza girarci troppo intorno, è proprio questa: la Roma è ambiziosa quanto Conte?
Vietato perdere con i nerazzurri
IL MESSAGGERO - LIGUORI - Claudio Ranieri mette le mani avanti: con l’Inter il risultato può essere determinante soltanto in caso di vittoria. Sarà vero, però una sconfitta renderebbe inutili i risultati strappati nelle ultime due giornate. E poi non si possono passare le settimane a discutere dei nuovi tecnici e dei possibili acquisti in una costante corsa al ribasso. Per i gioielli giallorossi c’è forte domanda, ad esempio Pellegrini e Zaniolo, per la nuova rosa i nomi che circolano mettono tristezza. Tra l’altro, sarà un caso ma appena il Tottenham si è liberato dei preziosi consigli di Baldini ha cominciato a volare: terza in Premier e in semifinale Champions. Il connubio con Pallotta finora è misterioso e a farne le spese è sempre Totti, l’unico giallorosso vivente nello staff dirigenziale. A conti fatti si sono accorti che Dzeko vale molto di più carico che demoralizzato, in procinto di essere rottamato e ceduto. E sarebbe ben difficile sostituirlo ai prezzi stracciati che la Roma rischia di dover sopportare senza il 4° posto. Dunque, avanti tutta per fare risultato con l’Inter, anche se non è facile. Si è già detto e sarà così anche stavolta: la Roma di Ranieri si difenderà e spererà nei guai di Spalletti, che resta il più bravo di tutti a procurarseli in casa.
Lucio: «Totti dirigente? Lui sa cosa fare»
IL MESSAGGERO - Quella contro la Roma è una sfida Champions che l’Inter non può perdere. «Se ci troviamo a questo punto, a lottare con la Roma, significa avere ridotto il gap. Per noi è un momento importantissimo»,
ammette Luciano
Spalletti. «Penso ai
tre punti, poi ricordo
le stagioni fatte sulla panchina giallorossa,
tutte in maniera molto sentita, vissuta». Spalletti ritroverà Totti: «Di lui si parla di un futuro dirigenziale? Mi rimane difficile andare in casa d’altri a dare consigli. Alla Roma sanno come fare. Totti sa cosa fare. Preferisco non entrarci dentro. Il mio ruolo ora è un altro e loro rimarranno una delle società forti qualsiasi cosa farà». Su Dzeko, obiettivo di mercato del club nerazzurro,l’allenatore dell’Inter ha poi concluso: «Parlo dei nostri di calciatori. Abbiamo un avversario temibilissimo e noi in quel ruolo abbiamo Lautaro Martinez e Icardi che stanno facendo entrambi bene. Per il mercato chiedete ad Ausilio». Saranno proprio Icardi e Lautaro Martinez (in vantaggio) a giocarsi un posto da titolare in attacco.
Panchina, mercato e ricavi: l’Inter gioca anche per il futuro
GAZZETTA DELLO SPORT - STOPPINI - Vinci e poi decidi. Scegli. Pianifichi, chiarisci. In una parola: progetti. Ecco perché questo Inter-Roma è un acceleratore di gravità, una porta sul futuro. Match point, perché una vittoria vorrebbe dire gioco partita e incontro per il club nerazzurro, certezza (anche se non ancora matematica) della qualificazione alla prossima Champions. Con tre conseguenze più o meno immediate. La prima è la schiarita sul fronte allenatore, ruolo sul quale sono in corso ragionamenti societari nonostante un contratto leghi Spalletti al club ancora per altre due stagioni. La seconda è sul mercato, perché la vittoria oggi garantirebbe all’Inter un anticipo di programmazione rispetto alle avversarie. Logica conseguenza del terzo punto, che poi è quel che più interessa a Suning, ovvero la conferma del trend di crescita nel fatturato garantito anche per il bilancio 2020 (quello 2019 beneficerà degli introiti della Champions già giocata), alla ricerca dell’obiettivo dei 400 milioni entro il 2021: questo prevede il piano Zhang. Lo prevede dopo aver superato lo scoglio del fair play finanziario, che ieri Spalletti in conferenza ha definito «il nostro socio di maggioranza», come a ricordare i paletti dell’Inter che è stata e dell’Inter che verrà, per la quota plusvalenza di circa 40 milioni comunque da coprire entro il 30 giugno.
Panchina Il discorso allenatore è quello centrale. E l’incertezza non può durare all’infinito. L’Inter ha deciso che mollerà Spalletti solo per due potenziali profili: il primo è quello di Antonio Conte, il secondo porta il nome di Massimiliano Allegri, pista evidentemente percorribile solo in caso di rottura con la Juventus. Spalletti ha però diverse carte da giocarsi. E Zhang Jindong non sarebbe così convinto della svolta tecnica, anche per ragioni economiche. Ragioni in fondo non così distanti da quelle che hanno spinto ieri Spalletti a difendere il lavoro del d.s. Piero Ausilio della scorsa estate: «Lo scambio Zaniolo-Nainggolan? Abbiamo dovuto prendere delle decisioni per salire un gradino in maniera veloce, Zaniolo era un sacrificio necessario per avere una differenza immediata di risultato». Differenza cha lo stesso Spalletti ha tenuto a sottolineare, per rimarcare il suo lavoro: «Se siamo qui a sei giornate dalla fine, vuol dire aver ridotto il gap con squadre che sono state stabilmente sul podio negli ultimi anni, ovvero Roma e Napoli. Le nostre avversarie europee in semifinale? L’eliminazione con l’Eintracht non mi crea nessun imbarazzo, eravamo in difficoltà di formazione come lo è stato il Napoli con l’Arsenal o la Juve con l’Ajax. Piuttosto, siamo stati bravi a rialzarci». E ancora, un altro paio di passaggi significativi dopo il dribbling su Totti («Lui dirigente? Preferisco non dire nulla, comunque vada la Roma sarà forte»). Il primo è una frecciata a Ranieri, che ha più volte detto di non apprezzare il gioco costruito con il portiere: «Nei migliori club europei se il portiere non sa giocare con i piedi non viene nemmeno guardato in faccia, e noi continuiamo a dire che la costruzione bassa è un danno». Il secondo è sulla partita: «La nostra corda è tirata al punto giunto, l’obiettivo è la vittoria».
Zhang a San Siro Vittoria che vorrebbe gustarsi anche il presedente Zhang, tornato a Milano e oggi presente in tribuna a San Siro. Naturale che la prossima settimana potrebbe essere quella buona per affrontare anche discorsi di mercato. Che Dzeko sia l’obiettivo numero uno in attacco e che Icardi sia in uscita non ci piove. Che la Champions possa dare lo slancio per altri colpi alla Godin, pure. L’Inter insegue un grande colpo a centrocampo, quel che la scorsa estate non è stato Modric: Rakitic, Barella e Pellegrini sono nella lista della spesa. Per provare a salire altri gradini: in cima alla montagna, in fondo, ci si arriva un po’ alla volta.
Lautaro più Icardi e Wanda: «Saremo qui pure l'anno prossimo»
GAZZETTA DELLO SPORT - ANGIONILa domandona è la stessa anche stavolta: Lautaro o Icardi, chi giocherà dal primo minuto contro la Roma? Per la seconda settimana di fila, dopo il reintegro di Maurito e il ritorno dall’infortunio del Toro, Spalletti si ritrova con tutti e due gli attaccanti. A Frosinone domenica scorsa ha scelto l’ex capitano anche perché il diffidato Lautaro arrivava da soli tre giorni di allenamenti in gruppo. Stasera l’allenatore potrebbe seguire le nuove gerarchie, che danno il numero 10 in vantaggio per il presente ma anche per il futuro nerazzurro. Niente anticipazioni, però. «Mi viene difficile dover dire chi giocherà tra Icardi e Lautaro perché vanno fatte delle valutazioni – ha detto Luciano Spalletti nella conferenza stampa della vigilia –. Stanno bene tutti e due, la scelta sarà fatta in maniera coerente ma sarà difficile perché tutti e due meriterebbero di giocare contro la Roma».
IN RIALZO Luciano parla di «coerenza» e forse si riferisce a quello che è successo negli ultimi mesi: ecco perché le quotazioni di Lautaro puntano verso l’alto in questo sabato pre-pasquale. Viste le risposte del 21enne attaccante ex Racing di Avellaneda durante la «latitanza» di Icardi, sembra difficile che avendolo recuperato al 100% Spalletti pensi di farlo tornare in panchina, riportandolo al ruolo avuto prima di metà febbraio. È vero che Mauro alla Roma ha già segnato 6 gol (compreso l’ultimo realizzato su azione, nell’andata del 2 dicembre), ma stavolta potrebbe entrare a partita in corso in caso di necessità. Lautaro all’Olimpico quasi 5 mesi fa giocò 9’, subentrando a Perisic, però ora all’Inter i tempi sono cambiati e il Toro è maturo per affrontare un nuovo spareggio Champions da titolare, proprio come nel derby, ultima sua apparizione in Serie A, datata 17 marzo e bagnata con il rigore che ha fatto la differenza.
PANCA Vedere Icardi in panchina, comunque, è una vera rarità: quest’anno il numero 9 non è stato titolare con Parma, Cagliari, Genoa e Frosinone ed è rimasto tutti i 90 minuti a sedere solo contro i rossoblù sardi e i rossoblù genovesi. Per il resto, al di là delle partite saltate durante il braccio di ferro con la società (6 quando era ancora sul lettino, una quando era già rientrato nel gruppo), Icardi è sempre stato un giocatore che all’Inter si fa tutta la partita. E intanto di Maurito è tornata a parlare Wanda. A Verissimo, che andrà in onda oggi dalle 16.10 su Canale 5, la moglie-agente dell’argentino ha detto: «Mauro continua a segnare. Lui va avanti perché è il forte della famiglia. Adesso è più sereno. Abbraccia tutti perché ha sempre avuto un rapporto bellissimo con tutti. Saremo qui anche il prossimo anno». Parole concilianti, anche per il futuro prossimo dell’ex capitano. Ma la realtà, al momento, è molto diversa: le strade dell’Inter e di Mauro, se non ci saranno clamorose sorprese, si divideranno a fine stagione. Perché su Lautaro non ci sono più dubbi.
Prospettiva Europa. Da Sarri a Conte: il futuro è a San Siro
GAZZETTA DELLO SPORT - CECCHINI - L’impressione è che Franco Baldini dovrà stare attento alla linea, perché, stando alla vulgata Romana, le recenti cene che è costretto ad organizzare per parlare coi possibili allenatori della Roma – da Sarri a Conte – potrebbero lasciare il segno sulla bilancia, visto gli eccellenti ristoranti in cui si svolgono. Tra l’altro, un collega londinese con ottimo «sense of humor» ci fa presente che di sicuro avrà diviso il desco più spesso con Pochettino (del Tottenham), anche se al momento non viene avvicinato al club giallorosso, ma non disperiamo che possa accadere.
CONTE E PETRACHI Come si può capire, la situazione è fluida. La dirigenza giallorossa si tiene aperta tutte le porte parlando con tutti i candidati, quelli nominati, più Giampaolo e Gasperini, così come tornerebbero di attualità Jardim e Fonseca, se Campos dicesse sì a Pallotta. E a proposito di d.s., è ovvio che anche la candidatura di Petrachi resti forte, pur se c’è da sottolineare che il presidente del Torino, Urbano Cairo, ha tutta la volontà di confermarlo (e c’è un contratto in essere).
NO A PLENIPOTENZIARI Una cosa è certa: da Trigoria filtra il messaggio che è finita l’era dei plenipotenziari alla Sabatini o Monchi, così come non si cerca un allenatore che faccia l’onnipotente Ferguson dei tempi d’oro dello United. Il mantra che si ripete è: gioco di squadra e progetto condiviso. Con un piano A e un piano B, che significa con o senza qualificazione in Champions. Per questo la sfida di stasera contro l’Inter – col gruppo giallorosso che alla partenza è stato acclamato dai tifosi (Dzeko e Totti su tutti) – sarà un bivio importante. Il futuro, cene o meno, passa da qui.
Lo. Pellegrini: «Roma, voglio restare ma certe dinamiche non le gestisco io»
GAZZETTA DELLO SPORT - CECCHINI - Occhio ai testacoda, sulla strada come nella vita, perché potrebbe capitare di ritrovarsi proprio nella direzione opposta da quella in cui si è partiti. Lorenzo Pellegrini lo sa e così stasera gioca contro l’Inter una partita non certo come le altre, visto che sfiderà quel club che in estate farebbe carte false per averlo. Insomma, il paradosso è dietro l’angolo, anche perché in ballo c’è un posto per la Champions League della prossima stagione.
DINAMICHE «La partita arriva nel momento migliore per la Roma – dice il centrocampista –. Oltre a d aver vinto, sono due partite che va bene e non prendiamo gol. Dobbiamo continuare così, cercando di vincere anche a Milano, nonostante sappiamo che l’Inter vorrà fare lo stesso. Speriamo di arrivare in Champions perché altrimenti sarebbe un grande dispiacere». Lo stesso potrebbero dire i nerazzurri, che lo stanno corteggiando da tempo, forti del fatto che la clausola di rescissione da circa 30 milioni, per giunta pagabile in due anni, è abbordabile. «Il futuro non lo so – ammette Pellegrini –. Io l’ho detto tante volte: qui sto bene. Sono a casa, la Roma è una delle società più importanti d’Italia e non cerco altro. Vediamo, io l’ho sempre detto che rimanere qui mi renderebbe molto orgoglioso, ma si sa a volte ci sono delle dinamiche che non sei l’unico a gestire».
COMPATTEZZA Il mercato, però, per il momento non è al centro dei suoi pensieri. D’altronde, con l’Inter alle porte, ogni punto può essere prezioso. «Il match non sarà decisivo, però è molto importante, visto che ci permetterebbe di accorciare sull’Inter, anche perché siamo tutti in pochi punti e può succedere di tutto. Il nostro obiettivo è entrare in Champions». Secondo Pellegrini, adesso è più facile con Ranieri in panchina. «Siamo sicuramente più compatti di prima – spiega –. Lavoriamo in settimana molto sullo stare corti, ma questo lo provavamo anche con Di Francesco, anche se forse nell’ultimo periodo ci è mancata un po’ di compattezza. Poi è normale che con le vittorie, ci sia un po’ di serenità. In questo Ranieri è veramente forte, perché ci ha dato la giusta tranquillità per venire al campo ed allenarci». Meglio così, perché dovrà vedersela con l’amico Nainggolan, con cui è rimasto in contatto «Sono contento che stia bene. So che ha avuto qualche problemino; speriamo che contro di noi non sia al top».
MEDIANA AZZURRA Dopo i complimenti a Zaniolo, Pellegrini sa bene come il centrocampo della Roma – che conta anche Cristante – sia sempre sotto gli occhi del c.t. Mancini. «In questa stagione mi sono tolto qualche soddisfazione, però non è stata come me l’aspettavo. Non sono mai però riuscito a giocare sempre per gli infortuni. In generale, però, credo che Mancini sia contento se tutti e tre riusciamo a trovare la giusta continuità. Il fatto che dei giovani giochino in una squadra importante è ottimo per la Nazionale». Proprio vero, ma l’azzurro oggi sarà alternato al nero. E non saranno colori amici. Almeno per una notte.
In 35.000 spingono la Lazio in Champions e oltre la Roma
GAZZETTA DELLO SPORT - CIERI - Operazione Pasqua felice. Inzaghi e i suoi giocatori ci credono, confidando in un calendario che sembra voler sorridere ai biancocelesti. La Lazio affronta in casa il Chievo ultimo, già aritmeticamente retrocesso in Serie B e inoltre imbottito di giovani (la società veronese vuole sfruttare il finale di stagione per far fare esperienza a qualche ragazzo che potrà tornare utile il prossimo anno). La partita ideale, insomma, per aggiungere altri tre punti alla propria classifica dopo quelli presi mercoledì nel recupero con l’Udinese. Nel frattempo le rivali che la precedono in classifica hanno tutte impegni non facili. A cominciare dall’Atalanta, che lunedì gioca al San Paolo col Napoli, per continuare con la Roma, che sfida stasera l’Inter a San Siro, per finire col Milan, di scena oggi a Parma nel lunch match.
LA SPINTA DEL PUBBLICO C’è dunque la possibilità per i biancocelesti di scalare una o più posizioni e di avvicinarsi ulteriormente alla zona Champions. Inutile negare che ciò che intriga maggiormente i tifosi è l’eventuale sorpasso sulla Roma (possibile se i giallorossi perdono e la Lazio vince), ma anche l’aggancio (in caso di pareggio della squadra di Ranieri) andrebbe benissimo. La Lazio ci prova, il suo pubblico ci crede. Ed è per questo che oggi si presenterà numeroso all’Olimpico. Sono attesi 35 mila spettatori, cifra notevole considerando che non si tratta di una partita di grande richiamo. Ma la Lazio di Inzaghi, al di là dei risultati che sta ottenendo, è stata capace di ricreare una empatia con il suo popolo che in precedenza si era persa. Anche la società, però, è venuta incontro a questa nuova voglia di stadio con alcune lodevoli iniziative. Da alcune partite è stato istituito un servizio navetta gratuito (si chiama Businsieme) che consente ai tifosi di evitare il terno al lotto del parcheggio nei pressi dello stadio (quasi impossibile da quando ci sono le norme sicurezza) e recarsi all'Olimpico da alcuni punti della città situati nei pressi di grandi parcheggi. L’altra iniziativa che ha favorito il ritorno allo stadio è quella dell’ingresso gratuito per gli under 14 purché accompagnati da un genitore o adulto che abbia il biglietto.
TURN OVER Gli ingredienti perché quella di oggi sia una festa ci sono insomma tutti. E questo, comprensibilmente, allarma Simone Inzaghi. «Il Chievo, benché già retrocesso, non ci renderà la vita facile - avverte l’allenatore -. Anzi, avendo la mente libera, potrà crearci parecchi grattacapi. Dovremo essere bravi a mantenere alta la concentrazione e a conservare la giusta cattiveria agonistica per l’intera gara. Con l’Udinese lo abbiamo fatto nel primo tempo, meno nella ripresa». E, proprio per evitare cali di tensione, il tecnico ha deciso di cambiare mezza formazione rispetto alla squadra che ha battuto l’Udinese tre giorni fa. In difesa la novità è Radu (rileva Luiz Felipe), a centrocampo cambiano i due esterni (Marusic e Durmisi per Romulo e Lulic), un interno (Luis Alberto al posto di Parolo) e il centrale (Badelj sostituisce lo squalificato Leiva). In attacco invece confermata la coppia Caicedo-Immobile. Sul momento di Ciro Inzaghi dice: «Sbagliato giudicarlo solo dai gol. Le sue sono sempre state ottime prestazioni. Non posso che essere soddisfatto del suo rendimento». Infine, novità nei quadri societari. L’ex Questore di Roma Nicolò D’Angelo è il nuovo security manager del club. Curerà tutte le attività inerenti la sicurezza dei dipendenti e dei dati societari.
Gara da 70 milioni. Pellegrini carica: “Vinciamo noi”
LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Complicato non caricare di significati la partita con l’Inter di stasera. Ci ha provato Ranieri, due giorni fa, presentando la gara come non decisiva, e tentano di farlo i giocatori, scontrandosi però con una evidente realtà: la Roma ha a disposizione la possibilità di portarsi a tre punti dal terzo posto occupato proprio dai nerazzurri. Non è possibile fare calcoli, viene ripetuto dentro Trigoria, ma tutti sono consapevoli di quanto sia vitale poter disputare la Champions anche la prossima stagione. E i motivi sono riassunti nella settantina di milioni che la competizione ha portato nelle casse giallorosse in questa stagione. Non poter fare affidamento su un introito così elevato per il bilancio, porterebbe a fare delle scelte drastiche sul mercato, legate alle cessioni e al poco appeal da presentare per la panchina a un tecnico di livello. Mentre prosegue il corteggiamento ad Antonio Conte – strattonato per la giacca da più club – l’improvvisa riapertura della corsa alla zona Champions spalanca quindi la strada alle motivazioni di un gruppo che sembrava ormai non avere più nulla da dare a questa stagione. «Non è una partita decisiva, però molto importante – fa i conti Lorenzo Pellegrini – vincere ci permetterebbe di accorciare sull’Inter. Non prendiamo gol da due gare consecutive, speriamo di continuare così, poi, se arriveremo terzi o quarti, farà poca differenza». La società nerazzurra è tra i club che sarebbero disposti a pagare la clausola rescissoria di 30 milioni pur di avere Pellegrini la prossima stagione. Il ragazzo prende tempo, ribadendo però il suo attaccamento alla Roma. «Sono in una delle squadre più importanti in Italia e non cerco altro – le sue parole a Sky – poi ci sono delle dinamiche che non sei l’unico a gestire, ma restare mi renderebbe orgoglioso». Orgoglioso di tornare a San Siro da protagonista lo è Zaniolo. Ceduto la scorsa estate dall’Inter, all’interno del trasferimento a Milano di Nainggolan, il talento giallorosso partirà titolare (probabilmente da esterno destro), con l’obiettivo di far rimpiangere la sua partenza. Ha recuperato, ed è partito con i compagni, El Shaarawy. L’attaccante aveva avvertito un paio di giorni fa un fastidio al polpaccio, ma ieri ha lavorato in gruppo e stasera dovrebbe partire nella formazione titolare. A meno che Ranieri non preferisca non rischiarlo, mettendolo inizialmente in panchina. Dopo aver ritrovato, a distanza di un anno, il gol all’Olimpico in campionato, Dzeko cerca la rete a San Siro, stadio nel quale è andato a segno tre volte. Mai, però, contro l’Inter. E dopo aver interrotto il digiuno casalingo, al centravanti piacerebbe essere decisivo contro la squadra che tanto lo sta corteggiando per averlo la prossima stagione al posto di Icardi.