Allenamento Napoli, si ferma Insigne. Difficile che ci sia contro la Roma

Il Napoli, prossimo avversario della Roma in campionato, si è allenato quest'oggi. Brutte notizie per Insigne, che ha dovuto interrompere la seduta per una contrattura all'adduttore della coscia destra. Difficile vederlo in campo contro la Roma. Questo il resoconto completo della seduta pubblicato sul sito sscnapoli.it:

"Seduta mattutina per il Napoli al Centro Tecnico Gli azzurri preparano il match contro la Roma in programma domenica 31 marzo all'Olimpico per la 29esima giornata di Serie A (ore 15). Come da programma è rientrato anche Koulibaly dagli impegni nazionali. La squadra ha svolto riscaldamento e attivazione con l'ausilio di ostacoli bassi. Successivamente partitina a porte piccole. Di seguito lavoro tattico con svolgimento di gioco e partitina a campo ridotto. Chiusura con esercitazioni su calci da fermo.

Insigne ha interrotto l'allenamento per una contrattura muscolare all'adduttore della coscia destra".


Julio Baptista: "Alla Roma tre anni bellissimi. Contro il Napoli feci due gol"

Julio Baptista, ex giocatore della Roma, ha parlato ai microfoni di Radio CRC della sua esperienza in giallorosso:

"Per me sono stati tre anni bellissimi in un campionato difficile. In campionato e in Champions ho fatto dei gol che non scorderò mai. Contro il Napoli feci due goal durante una partita bellissima. Quando una squadra vince tanto, diventa complicato tenere il ritmo. Arriva un momento in cui le altre squadre ti raggiungono".


Verde: "Totti è una persona stupenda. Mi ha dato consigli per migliorare il mio livello" (video)

Daniele Verde, di proprietà della Roma ma in prestito al Valladolid, ha parlato del suo periodo in giallorosso insieme a Francesco Totti in un video pubblicato sul profilo Twitter del club spagnolo:

"Non avrei mai pensato di condividere lo spogliatoio con una leggenda. Per me è una leggenda in tutto: come persona e come calciatore. Ti guida, ti parla e ti da i giusti consigli. Non mi sarei mai aspettato che una leggenda come Totti mi potesse dare consigli per migliorare il mio livello. È una persona stupenda".

 


Allenamento Roma, domani la rifinitura pre Napoli

Dopo l'allenamento odierno, la Roma tornerà ad allenarsi domani a Trigoria per la rifinitura in vista del match di domenica contro il Napoli. Appuntamento fissato alle ore 16:15.


Chivu: "Roma-Napoli? Speriamo di vedere una bella partita tra due squadre di qualità"

Christian Chivu, ex difensore della Roma, è stato intervistato dal portale gianlucadimarzio.com, a margine del torneo delle Sirene di Sorrento e ha parlato anche della sfida tra i giallorossi e il Napoli in programma domenica alle 15:00. Queste le sue dichiarazioni:

Roma-Napoli sarà una bella partita tra due squadre di qualità e che fanno un gran calcio, speriamo di vedere una bella partita”.


Ag. Antonucci: "Per il modo di giocare, mi ha sempre ricordato Kakà. In estate resterà alla Roma poi non so"

Mirko Antonucci giocatore del Pescara in prestito dalla Roma, oggi è stato protagonista di una grande partita ed è alla posizione numero 21 della classifica de “I 100 Giovani d’Italia” stilata da tuttomercatoweb.com. Paolo Paloni, agente del calciatore, è stato intervistato dal sito. Queste le sue parole:

Mi piace definire Mirko come talento allo stato puro e penso che Di Francesco, in questo senso, sia stato il tecnico che lo abbia capito meglio. Può giocare sia esterno d’attacco, ruolo in cui viene impiegato spesso, sia punta centrale ma anche da trequartista, posizione dove secondo me può esaltare al meglio le proprie qualità. A Pescara, poi, grazie al lavoro con un tecnico come Pillon, è migliorato molto anche nella fase difensiva".

Futuro?

"In estate rientrerà alla Roma, ma altro non so dire".

Un paragone?

"Per il modo di giocare mi ha sempre ricordato Kakà”.


A. De Rossi: "Genoa squadra forte e fisica. Dobbiamo ricominciare un cammino intrapreso prima della sconfitta di Milano"

Alberto De Rossi, allenatore della Primavera giallorossa, è stato intervistato da Roma Tv alla vigilia della sfida contro il Genoa. Queste le sue dichiarazioni:

"Con tutte le partite che abbiamo la Primavera è diventata una Prima squadra a tutti gli effetti, non riusciamo più ad allenarci come si dovrebbe. Queste tre settimane di pausa ci sono servite per riatletizzare i ragazzi che nell'ultimo periodo avevano fatto veramente poco".

Il Genoa?

"Squadra forte e fisica, cambiano spesso sistema di gioco quando serve. È stata protagonista assoluta al torneo di Viareggio, è arrivata fino in finale e ha perso solo ai rigori. Se da un lato saremo più freschi noi, dall'altro loro saranno già in ritmo partita, ma ci stiamo allenando per questo. Dobbiamo ricominciare un certo cammino che avevamo già intrapreso prima della sconfitta di Milano, abbiamo un ostacolo impegnativo domani e poi avremo altre partite molto importanti con altre squadre di alta classifica. È un momento fondamentale della stagione, tutti devono farsi trovare pronti perché altrimenti gli obiettivi cambiano".


Agnelli: "La Champions al weekend non è mai stata presa in considerazione"

Andrea Agnelli,  presidente della Juventus e dell'Eca, ha parlato nelc corso dell'evento ''Il Foglio a San Siro''. Queste le sue dichiarazioni:

''La parola 'weekend' per la Champions League del futuro non è mai stata presa in considerazione. È un tema irrilevante ora, che diverte solo il mondo dei media. l futuro del calcio è tutto da scrivere, ma è giunto pensarci oggi. Il tema è quello del calendario internazionale, che scade nel 2024: secondo me avremo bisogno di 12-18 mesi per arrivare ad un vero progetto del calcio europeo insieme alla Uefa. Serve armonizzare il calendario, creando un piano di sviluppo che metta d'accordo tutte le esigenze dei diversi paesi europei, e le leghe nazionali saranno centrali".

Mondiale per Club?

"Siamo d'accordo su rivedere format, ma prima bisogna arrivare ad accordo sul calendario''.


Il Watford interessato ad Olsen

Robin Olsen, portiere della Roma, potrebbe lasciare il club giallorosso dopo una sola stagione. Secondo quanto riporta il sito tuttomercatoweb.com, il Watford sarebbe interessato ad acquistare l'estremo difensore svedese. 


Agostini: "Sono convinto che la Roma possa arrivare nelle prime 4. Dzeko un top player che deve trascinare la squadra"

Massimo Agostini, doppio ex del match di domenica tra Roma e Napoli, è stato intervistato  dall'AS Roma Match Program e ha parlato della sfida tra le due compagini. Queste le sue dichiarazioni: 

Roma-Napoli, una partita importantissima per la Roma…
Sicuramente per la Roma sarà una gara fondamentale perché ha ancora parecchie possibilità per agganciare il terzo o quarto posto. Anche se Inter e Milan sono più avanti, ci sono scontri importanti tipo Inter-Lazio e Sampdoria-Milan. La Roma, gioca in casa, contro un Napoli che ultimamente non sta facendo benissimo. Ha vinto domenica scorsa in una partita dal risultato abbastanza prevedibile ma non sembra essere al massimo della forma. Io credo che la Roma in casa debba fare partita e risultato, altrimenti perderebbe credibilità rispetto a quanto fatto nella passata stagione, una semifinale importantissima e una postazione in campionato di tutto rispetto. Quest’anno le cose non sono andare bene con qualche cessione importante che non è stata ripianata con giocatori dello stesso calibro. È il derby del centro sud, una partita fondamentale sia per Ranieri che per tutti i giocatori, che devono dimostrare che tutto quello che è accaduto in questo periodo non è cosa vera. Sono una squadra forte con giocatori importanti che devono solamente ritrovarsi più a livello fisico che mentale. Roma-Napoli è sempre stata bella, sia in casa che in trasferta. Ho la fortuna di giocarle entrambe e ti prende molto, dopo la Lazio per i romanisti è un altro derby, in più in questo caso, per la Roma i punti in palio sono pesantissimi e non se li deve lasciare sfuggire".

Il Napoli in che momento è?
Dopo il derby di Milano la posizione in classifica del Napoli sembra essere più tranquilla, e sono convinto che la Roma mettendo in campo un po’ più di cattiveria di quella espressa in questo periodo, potrebbe uscire fuori con un finale di campionato importante”.

I partenopei avranno in testa l’Europa League…
Certo, nel mese di aprile hanno i quarti e con il margine di vantaggio che ha Ancelotti sulla terza, potrebbe anche provare giocatori che sono stati meno impegnati e far riposare chi ha giocato di più. La Roma deve, imperativo, deve portare a casa i tre punti”.

Crede che la sosta sia arrivata al momento giusto? Su cosa dovrà lavorare mister Ranieri?
Per un allenatore che entra in un gruppo dove ci sono state delle dinamiche, ci vuole del tempo per entrare nelle teste dei giocatori. Ognuna delle venticinque teste ha i suoi problemini. Ranieri con la professionalità e l’esperienza che ha, saprà toccare i punti giusti a livello mentale per stimolare e dare le motivazioni che servono ai suoi. Per chi non è andato in nazionale la sosta è servita per ricaricare le batterie. Mancano dieci partite, un tour de force, due mesi e mezzo nei quali devi tirare fino alla fine. Quindici giorni servono per mettere un po’ di benzina e resettare a livello mentale tutto quanto di negativo accaduto nell’ultimo mese. Ranieri dovrà essere un bravo psicologo, ottimo moderatore. Con la sua esperienza saprà toccare i punti giusti”.

Conoscere la piazza di Roma sarà utile per lui?
È romano e tifoso ed è stato evidente nelle sue prime parole in giallorosso. Parole con il cuore, gonfio di passione, non da allenatore. Le sue sono state esternazioni forti, è andato a toccare punti delicati. Parole che gli danno più forza nei confronti dei tifosi, che quando le cose vanno bene accettano tutto dai giocatori, ma quando le cose non girano e qualcuno corre un po’ meno dell’anno scorso, le questioni spinose vengono a galla. Ha cercato di spronarli facendo capire loro il valore della maglia”.

Crede possa essere un giocatore a prendere in mano la situazione oppure sia il gruppo a dover dare un segnale?
Di solito in queste situazioni è l’intero gruppo che si mette a cerchio, ma ci devono essere quei quattro o cinque giocatori che si prendono la responsabilità. Magari quelli che hanno più presenze con questa maglia… penso a Florenzi, De Rossi e anche Dzeko, è un top player che deve trascinare i più giovani, quelli che gli stanno dietro. Poi Kolarov, è stato in tante squadre importanti, un giocatore di esperienza, un nazionale. Sono questi i giocatori che devono prendere per mano gli altri. Far capire loro l’importanza della maglia, di quei colori che non possono uscire fuori in questa maniera dalla zona Champions League. Bisogna lottare con il coltello tra i denti anche durante gli allenamenti. Deve essere questa la sensazione che devono dare, di riscossa e voglia di arrivare ad un traguardo che per la Roma è importantissima”.

Dieci finali… insomma la Roma ce la può fare?
Sono convinto di sì. Ha un buon organico, certamente ci sono alcuni giocatori che non hanno girato al meglio, Dzeko, Schick… Il ceco lo stanno aspettando da due anni, ma fa ancora fatica, forse i suoi gol li ha fatti El Shaarawy… ha risolto un po’ il problema. Anche dietro alcuni giocatori che lo scorso anno hanno fatto benissimo stanno avendo dei passaggi a vuoto, che hanno compromesso dei risultati. Devono tornare quei quattro difensori massicci a cui si faceva fatica a fare gol”.

Juve e Napoli escluse, le altre due che andranno in Champions?
Bisogna aspettare il recupero della Lazio, ma penso che la corsa sarà a tre, Roma, Milan e Inter. Tre squadre per due posti. Bisogna stare sul pezzo e non mollare nulla”.

Anche nel suo primo anno alla Roma ci fu un avvicendamento tra allenatori, prima Eriksson e poi Sormani fino a fine stagione… Certi periodi sono difficili a Roma…
Sono arrivato giovanissimo nella Capitale e mi sono trovato benissimo con Eriksson. Purtroppo nel girone di ritorno le cose non sono andate bene e Roma in quel periodo era una piazza abituata a vincere. Abbiamo avuto parecchi problemi, Pruzzo prese cinque giornate di squalifica e io mi ruppi una caviglia, restando fuori due mesi e mezzo. Ci siamo trovati rimaneggiati e dal terzo posto siamo arrivati ottavi. L’anno dopo è tornato Liedholm e io ho avuto un po’ di problemi, due metodi di allenamento differenti, ma alla fine contano i risultati. Quell’anno lì siamo arrivati terzi! Lo spettacolo offerto era inferiore rispetto all’anno prima, ci fu una impressionante riduzione di spettatori. Ma alla fine ci qualificammo in Coppa Uefa”.

Quell’anno il progetto di calcio che cercava Eriksson fallì…
Il suo era un calcio totale. Sono certo che se avesse avuto il tempo e fosse stato assecondato avrebbe fatto una grande squadra. Purtroppo il calcio vive di risultati e se vengono meno bisogna prendere delle decisioni. Si è optato per Liedholm anche per tenere buono l’ambiente con chi negli anni prima aveva vinto qualcosa di importante, ma si è ritornati due passi indietro. Un po’ come oggi, da Di Francesco innovatore di un certo tipo di gioco con una forte mentalità di lavoro si è ritornati ad un allenatore che si basa più sulle motivazioni. Ci può stare un parallelismo con gli anni miei”.

Qual è il momento più bello vissuto in giallorosso?
Mi ricordo la doppietta al Pescara che ci fece passare il turno in Coppa Italia e poi l’1-0 all’Olimpico contro il Torino. Passaggio di Ancelotti e corsa sotto la Sud. Il bello in quegli anni era fare gol e andare a prendere l’abbraccio dei tifosi e urlare insieme a loro. Ho tanti bei ricordi, a Roma ho lasciato un pezzo del mio cuore. Ho tanti amici. Sarei potuto rimanere più anni, se solo ci fosse stato più feeling con il mister… ho preferito non dare fastidio e cambiare aria”.

Se tornasse indietro, cosa non farebbe?
Forse andare via subito, il primo anno. La scelta di tornare a Cesena avrei potuto rimandarla e invece allungare il contratto ancora un anno. Volevo giocarmi le mie carte in A con il Cesena, forse avrei potuto lavorare un anno con Liedholm e vedere cosa sarebbe potuto succedere. Quello forse il mio rammarico legato alla Roma. Altro episodio della mia carriera che mi è dispiaciuto è legato alla maglia azzurra.  L’anno di Eriksson venni convocato con l’Olimpica di Zoff, feci il primo raduno a Coverciano ma poi contro l’Empoli in campionato mi sono rotto la caviglia e al mio posto andarono Desideri e Rizzitelli. Sarei andato alle Olimpiadi”.

Al Napoli invece è approdato “da grande”.
“Ero verso fine carriera e avevo passato due anni ad Ancona, un anno in A e uno in B, 30 gol il mio bottino personale. Al Napoli era andato il mio ex allenatore Guerini, io ero tornato al Parma perché l’Ancona non aveva pagato la seconda metà del cartellino. Quando è arrivata la chiamata del Napoli non ho potuto dire di no, e ho accettato. Il primo anno è andata bene: tra coppa e campionato ho fatto 14 gol; l’anno dopo mi sono infortunato ad inizio stagione e sono stato fuori moltissimo. Comunque, a Napoli sono stato bene e non ho nulla da rimproverarmi. È stata dopo Roma un’altra piazza importantissima per il mio bagaglio culturale e professionale”.

Prima di salutarla: lei è stato allenatore di una squadra femminile, ha avuto modo di vedere la squadra giallorossa?
Ho allenato il Riviera di Romagna in Serie A. Sto seguendo la Roma, ho visto anche la partita contro l’Atalanta qualche giorno fa. L’ho vista su Roma TV la sera in replica, sapevo già il risultato, ma volevo vedere come era andata. Devo dire che per come era partita la Roma con tutte quelle sconfitte adesso è quarta in classifica, e ha un buon margine sull’Atalanta. Sicuramente come primo anno è stato importante per sentirne l’odore. Il prossimo anno potrà giocarsi i primi due posti per andare in Champions”.

Qual è la tua idea sul calcio femminile?
Sono favorevolissimo. Ho avuto anche una chiamata in Serie B con il Genoa però non si è concretizzato perché c’era la possibilità che andassi al Cesena in D. Ho voluto aspettare e non me la sono sentita… È l’ambiente più favorevole per un allenatore per lavorare, per sperimentare e aumentare il bagaglio di lavoro. Le ragazze sono delle spugne, assorbono tutto ciò che fai vedere loro e lo mettono in pratica. Mi piacerebbe un domani tornare a lavorare con il femminile… è un bel calcio con belle giocate”.

Non si è concretizzato femminile né Cesena, in cosa è affaccendato?
Sono ancora con il Club Italia, faccio il capo delegazione del Beach Soccer con la nazionale. Però se trovassi una sistemazione da allenatore la prenderei al volo, la mia passione è quella lì, ho tutti i patentini per poter allenare e se posso li voglio sfruttare. Ho ancora voglia di combattere in mezzo al campo, siamo guerrieri da campo, ancora facciamo fatica a metterci dietro alla scrivania”.


Romondini: "Zaniolo è stato la rivelazione, sa fare tutto e bene. Totti e De Rossi per me riferimenti autentici"

Fabrizio Romondini, ex calciatore della Roma nella stagione 1996/1997, è stato intervistato dall'AS Roma Match Program, e ha parlato della sfida di domenica tra i giallorossi ed il Napoli. Queste le sue dichiarazioni: 

Il tecnico del suo debutto fu Carlos Bianchi, di cui non tutti hanno un grande ricordo da queste parti, soprattutto perché avrebbe acconsentito alla cessione di Francesco Totti alla Sampdoria.
Quello fu un errore del mister, senza dubbio, anche perché Totti lo conosco da sempre, andavamo al campo insieme e siamo praticamente coetanei. Io ho un anno in meno di lui. Parliamo di uno dei calciatori più forti della storia del calcio italiano. Io, però, di Bianchi non posso che parlarne bene. Mi teneva in considerazione fin dall’estate in ritiro, ero praticamente l’unico ragazzo del settore giovanile che guardava con interesse. Non a caso mi fece debuttare, facendomi realizzare un sogno. Ecco, a proposito di Francesco posso citare un aneddoto che riguarda proprio il mio esordio…”.

Racconti.
Lui era già uscito dal campo, fu Annoni a prendere il suo posto. Quando Bianchi mi disse di iniziare a scaldarmi che poi sarei entrato, Francesco mi guardò e mi disse: “Oh, sbrigate prima che ce ripensa…”. Non ci ripensò e io in campo diedi tutto me stesso. Sfiorai anche il gol se Baldini – il difensore avversario – non si fosse messo nel posto giusto per ribattere la mia conclusione”.

A posteriori, ha mai pensato che il tecnico argentino abbia commesso degli errori nella gestione di quella stagione giallorossa?
Sì, ritengo che abbia sbagliato soprattutto in alcune metodologie di allenamento. Ci faceva lavorare tanto sulla forza, sia in palestra e sia sul campo di gioco. Sollecitavamo tanto le gambe, cercando di rinforzarle sensibilmente, ma poi quando si andava a giocare in partita, i carichi non venivano smaltiti completamente e le gambe non andavano come dovevano. Le sentivamo pesanti. Credo che quello fu uno degli errori in quell’annata”.

L’anno successivo il presidente Sensi ingaggiò Zeman e lei cambiò vita. Andò in Spagna, all’Albacete.
Fu un’esperienza interessante, ma non semplice. Venivo via da casa mia, da Trigoria, per andare in un campionato diverso, in un paese straniero di cui non conoscevo la lingua. Andavo a vivere da solo e fu tutt’altra cosa. Comunque, giocai abbastanza e la mia crescita da giocatore ne beneficiò. Insomma, mi fece crescere. E poi,  fammi dire, una fortuna particolare mi ha accompagnato per la carriera”.

Quale fortuna?
Quella di aver giocato praticamente sempre. Ho militato in piazze calde come Catania, Salernitana, Avellino, Padova, Venezia, Spezia, la stessa Cisco Roma. Non sono mai stato espulso. E ho dalla mia un record difficilmente superabile nel calcio: sono l'unico ad aver giocato in tutte le categorie, dalla Serie A alla Promozione”.

Dunque, si ritiene soddisfatto della sua carriera?
Ho giocato più di 500 partite tra i professionisti, tra Serie B e Lega Pro (o Serie C). Ho incrociato e affrontato tanti giocatori forti. Direi di sì...”.

Tra questi avversari risulta anche Igor Zaniolo, il papà di Nicolò.
Sì, ci sfiorammo pure alla Salernitana. Ma lui arrivò l’anno dopo di me. Ma in campo ci siamo incontrati più volte ed era veramente un attaccante di livello. Un Ibrahimovic in scala minore: forte fisicamente, abile nei duelli, e bravo tecnicamente”.

Il figlio sembra ancora più forte, lei da centrocampista dovrebbe intendersene.
Zaniolo è stato la rivelazione. Sa fare tutto, lo sa fare bene. Ha due caratteristica che rivedevo anche del padre: la personalità e la sfacciataggine”.

Lei ha 42 anni e ancora non ha nemmeno ipotizzato di appendere gli scarpini al chiodo.
Mi diverto, sono contento di quello che faccio. Quando vado al campo, per l’allenamento, lo faccio sempre volentieri. Non mi pesa mai. Cerco sempre di migliorarmi e di mettere la mia esperienza al servizio della squadra. I compagni mi ripagano con fiducia, vedendo in me un punto di riferimento”.

È capitano e numero 16 del Montespaccato. Sembra di rivedere qualcosa di conosciuto alle latitudini romaniste…
L’ho fatto proprio per omaggiare il mio amico Daniele. Gliel’ho anche detto a inizio stagione, che avrei scelto il suo numero. Lui e Francesco per me sono riferimenti autentici, sotto tutti i punti di vista”.

Di Totti ha quasi la stessa età ed ha dichiarato di averlo frequentato anche fuori dal campo. La conoscenza con De Rossi, di sei anni più piccolo, come nasce?
Il rapporto nasce nel settore giovanile della Roma. Oggi ci sentiamo spesso al telefono, qualche giorno fa l’ho incontrato al semaforo sulla Cristoforo Colombo. Mi ha suonato e ci siamo abbracciati per strada”.

Nel corso degli anni si è impegnato in prima persona con la nazionale attori, per scopi di beneficenza.
Sì, è un’esperienza che mi arricchisce. Alleno e gioco con la nazionale attori facendo beneficienza in giro per l’Italia. Ma pure con il Montespaccato contribuisco ad un'iniziativa”.

La spieghi.
È un progetto unico in Italia, all'interno di un quartiere non sempre facile. Si chiama Talento e Tenacia e consente ai ragazzi della zona l'inserimento nel mondo del sociale e del lavoro. Artefice del piano è il presidente, Massimiliano Monnanni. E io sono davvero fiero di poterne fare parte".


Milik: "Sfida a Dzeko? Grande giocare ed è un esempio per tanti"

Arkadiusz Milik, attaccante del Napoli, è stato intervistato da Sky Sport e ha parlato anche della sfida ai giallorossi ed in particolare del centravanti rivale del prossimo match: Edin Dzeko. Queste le sue parole:

La sfida con Dzeko? 

"Mi concentro su di me, ma lui è un grande giocatore e sta facendo bene, fa salire la squadra e giustamente è un esempio per tanti“.