Stadio, fronte del "no" M5S: manca l'interesse pubblico

IL MESSAGGERO - DE CICCO - Sembra ormai diventata anche, soprattutto, una questione di soldi. Il terrore che monta tra i consiglieri stellati che siedono in Assemblea capitolina è che possano ritrovarsi, tra due anni, quando sarà terminata l'avventura a Palazzo Senatorio, con lo spettro di un conto milionario a rincorrerli da privati cittadini. L'ultima gruccia che tiene in piedi la sciagurata operazione stadio - invisa ai grillini fino al 2017 e poi, con giravolta dialettica e una mezza sforbiciata alle cubature monstre, accettata per compromesso - sarebbero, a detta di molti consiglieri, principalmente le penali che i proponenti minacciano di reclamare se si arriverà allo stop del progetto, data la ridda di arresti e indagati che si è vista sin qui. Molti grillini lo dicono, anche a microfoni aperti: «Il punto è quello, le penali». Non a caso, in queste giornate di riunioni e chattate convulse, si cercano esperti di diritto amministrativo che possano mettere per iscritto che annullare tutto è nelle piene facoltà dell'amministrazione comunale. E che non si rischia quindi, più in là, di dover toccare il conto in banca.
Chi può votare a cuor leggero, come i consiglieri dei municipi - hanno un ruolo solo consultivo - ha già ratificato senza remore il passo indietro: si torna al caro, vecchio No a Tor di Valle. Quello degli inizi, della lotta alla «speculazione di Parnasi» come diceva, prima della conversione sulla via del Mare, Marcello De Vito. Ieri la Commissione Urbanistica del IX Municipio, il distretto dell'Eur dove dovrebbe nascere lo stadio e il mega-complesso di negozi, uffici e alberghi, ha approvato una delibera per annullare «in autotutela il pubblico interesse» del progetto. Sì all'unanimità, M5Scompreso, su proposta della consigliera comunale Cristina Grancio, la pasionaria espulsa del Movimento per non avere tradito la linea delle origini, e del collega Stefano Fassina.

È un segnale che pesa, nel mondo grillino. Perché dopo le dichiarazioni di diversi big - dai parlamentari Carla Ruocco e Nicola Morra alla capogruppo in Regione, Roberta Lombardi - per la prima volta, con un voto, il M5S si riposiziona sul No. E viene per giunta dal territorio che dovrebbe sopportare il peso di un intervento che il Politecnico di Torino ha definito «catastrofico», senza correttivi che stravolgano tutta la mobilità cittadina.
«Terremo conto di questo parere, è ovvio che il clima è cambiato - ragiona il presidente della Commissione Sport del Campidoglio, Angelo Diario - È logico chiedersi, leggendo quanto emerge dall'inchiesta, perché abbiano provato a corrompere così tante persone, se il progetto era valido... Mi fido della sindaca, che ha avviato un'altra due diligence, aspettiamo. A questo punto dobbiamo anche valutare le penali, l'obiettivo è minimizzare i danni».

RAGGI IN QATAR - C'è chi, come Maria Teresa Zotta, altra grillina di peso, presidente della Commissione Scuola, sta leggendo le dichiarazioni di Gianluigi Pellegrino. Avvocato tra i massimi esperti di diritto amministrativo, due giorni fa ha detto a un'emittente locale che il «Comune non è obbligato a realizzare il progetto e sono da escludere risarcimenti milionari, nessun diritto acquisito». «Farò approfondire queste dichiarazioni», fa sapere Zotta. Cauto Marco Terranova, capo della Commissione Bilancio: «Il punto sono le penali, non possiamo agire finché non c'è la certezza matematica che non sia penalizzata l'amministrazione. E anche tanti consiglieri, siamo onesti, non potrebbero permetterselo...».
Raggi, per ora, prende tempo. Ieri è stata in Qatar, mentre i vertici della Roma erano a Doha. «Ma non c'è nessun nesso», hanno detto fonti dell'emirato. «Si è parlato solo di progetti futuri per Roma», la versione del Campidoglio. E un assessore confida: «La verità? Nessuno sa che piega prenderà la vicenda».


Da oggi si torna a ranghi completi: anche Under a disposizione di Claudio

IL MESSAGGERO - Finalmente Claudio Ranieri avrà a disposizione tutta la squadra per preparare la partita contro il Napoli di domenica pomeriggio (ore 15, venduti 10 mila biglietti). Questa mattina a Trigoria ci saranno anche gli ultimi calciatori rimasti in Nazionale, tra cui Dzekoche avrebbe giocato la partita tra Bosnia e Grecia (2-2) con le infiltrazioni per ridurre il dolore dovuto a un problema muscolare. A riportarlo sono stati media bosniaci, una notizia che ha colto di sorpresa lo staff medico giallorosso non allertato della contromisura presa in Bosnia. Solo al rientro dell’attaccante sarà possibile fare delle valutazioni più precise circa la sua condizione fisica. Se la notizia, però, dovesse essere confermata si tratterebbe del terzo infortunio a un calciatore della Roma in Nazionale: la scorsa settimana Florenzi è stato costretto a rientrare nella Capitale per una lesione al
polpaccio, stesso problema per El Shaarawy tornato a Trigoria domenica scorsa. Entrambi out per una ventina di giorni.

RIECCO CENGIZ - In settimana Ranieri ha recuperato Under che ieri ha svolto l’intero
allenamento con la squadra e spera di avere pronto Kolarov che ancora si divide tra campo e terapie, ma stringendo i denti potrebbe riuscire a strappare un posto da titolare. Al momento restano in infermeria Pellegrini, De Rossi, Pastore e Manolas, ma oggi il tecnico avrà le idee più chiare sui recuperi. Capitolo direttore sportivo: Campos è in pole, ma alcune sue dichiarazioni rilasciate durante un’intervista a Telefoot pubblicata lo scorso 12
gennaio ha fatto storcere il naso i tifosi: «Mi piace la musica dell’inno della Lazio, anche la curva è straordinaria». Sorteggiate le squadre che affronteranno la Roma questa estate nell’International Champions Cup: Chivas di Guadalajara (16 luglio, Chicago), Arsenal
(20 luglio, Charlotte), Benfica (24 luglio, NewYork).


Mistero Dzeko: affaticamento o guaio serio?

LEGGO - BALZANI - Il giallo Dzeko tiene in ansia Ranieri. Dopo aver perso Florenzi e ElShaarawy durante la sosta delle nazionali, in vista del Napoli il tecnico rischia di dover fare a meno pure di Dzeko. Almeno stando a sentire i media bosniaci. Il noto portale scsport.ba ha scritto, infatti, che l’attaccante ha giocato la partita tra la sua Bosnia e la Grecia  (terminata 2 a 2) con delle infiltrazioni per ridurre il dolore causato da un problema fisico che Edin si porta dietro da alcuni giorni. Da Trigoria però sono arrivate smentite riguardo l’uso di infiltrazioni da parte dei medici bosniaci. La verità verrà scoperta oggi quando Dzeko sarà valutato dallo staff romanista a Trigoria.

Buone notizie, intanto, arrivano da Kolarov che ieri ha svolto parte dell’allenamento in gruppo e quindi potrebbe essere a disposizione contro il Napoli domenica all’Olimpico. La stampa estera non ha risparmiato nemmeno Kluivert. Un giornalista olandese in un editoriale sul quotidiano Algemeen Dagblad, ha analizzato il carattere dell’ex Ajax con critiche pesanti: “È un bambino in un mondo troppo grande per lui. A Roma sembra spaesato, fa pena”. Confermata ufficialmente, infine, la tournée americana della Roma che vedrà i giallorossi impegnati contro Chivas (16 luglio), Arsenal (20) e Benfica (24).

 

 

 

Sprofondo Olsen. Momento no anche in Nazionale e Ranieri ora pensa a Mirante

LEGGO - BALZANI - Meglio mettere una mucca in porta. In Svezia i tifosi non usano troppi giri di parole. Bersaglio facile viste le due papere nel derby scandinavo contro la Norvegia, è quel Robin Olsen già criticato dai media locali in passato. Il portiere romanista ha avuto un'incertezza palese in uscita su Johnsen e anche sul raddoppio ha lasciato la palla passare lenta e centrale. Un momento decisamente nero per il portiere che dopo le delusioni con la Roma cercava conforto dall'aria di casa. Levate quel lampione dalla porta, è stato uno dei commenti meno offensivi apparsi sui social della nazionale svedese. Sotto accusa pure gli AirPods (le cuffiette per la musica, che Olsen è solito usare durante ogni spostamento). Le porta anche durante la partita?, ha scritto un tifoso su Twitter. Critiche feroci e una parabola discendente che Olsen attraversa pure a Roma. Dopo un inizio complicato, vista anche la pesante eredità lasciata da Alisson, il portiere sembrava essersi ambientato. Ma negli ultimi due mesi la situazione è crollata di nuovo tra incertezze tra i pali, poco dialogo coi compagni e un senso di precarietà permanente. La Roma ha subito 58 gol, troppi per non pensare a responsabilità dirette di Olsen (che da solo ne ha beccati 54 in 34 gare tra campionato e coppe) scelto da Monchi la scorsa estate tra tanti dubbi visto il passato non certo illustre dello svedese (Paok Salonicco e Copenaghen).

Alle sue spalle nella Roma c'è Mirante, portiere non eccelso ma di sicura affidabilità. Di Francescoaveva pensato al cambio in porta prima della gara di ritorno col Porto, poi ci ha ripensato. E ora al cambio di guardia potrebbe pensarci Ranieri che in questi giorni di sosta ha lavorato quotidianamente con Mirante ottenendo ottime risposte. Col Napoli potrebbe essere il turno dell'ex estremo difensore del Bologna. Il futuro della porta romanista è comunque destinato a cambiare padrone ancora una volta. Dopo Stekelenburg, Goicoechea, De Sanctis, Szczesny, Alisson e Olsen sembra essere arrivato il turno di un giovane italiano. E tutti gli indizi portano a Cragno del Cagliari che a 24 anni è pronto al grande salto. Il portiere azzurro è stato fatto visionare in più di un'occasione ed è valutato circa 25 milioni


Pallotta: “Spero in tre anni di avere lo stadio"

James Pallotta, ha rilasciato un'intervista all’emittente Real Vision: si parla prevalentemente dello stadio, queste le sue parole

Sei Presidente della Roma dal 2012. Adesso si guarda avanti per l’apertura dello stadio…
Lo spero. In tre anni o giù di lì. Inizieremo a costruire alla fine dell’anno, poi ci vorranno circa 28 mesi prima dell’apertura. Voglio dire, penso che la mia entrata sia stata interessante per la Roma. Sono arrivato come uno dei tre investitori passivi. Ho pensato, è Roma, potrebbe essere divertente e potremmo aiutarla a far crescere un marchio globale della città di Roma. La verità è che pensavo che il calcio fosse il peggiore sport nella storia.

C’è la volontà di fare lo stadio, hai cambiato il logo, quali sono le altre tue iniziative per far crescere il marchio?
Quando abbiamo comprato la squadra, la squadra era in grave difficoltà finanziaria. I precedenti proprietari, mentre potevano aver fatto un buon lavoro in alcuni anni sul campo, prendevano in prestito da altre imprese e hanno avuto grandi quantità di debito. Fondamentalmente Unicredit penso che in pratica sia stato il proprietario della squadra. Quindi abbiamo avuto molto da fare per cambiare subito questa cosa. Penso di aver passato i primi due anni quasi combattendo esclusivamente con le banche per questo motivo, anche se avevamo un accordo e cosa si sarebbe dovuto fare. Ti ricordi in Europa in quel periodo di tempo, la crisi finanziaria in Europa colpì davvero due o tre, quattro anni dopo con le banche di quanto non fosse negli Stati Uniti. Quindi le banche erano davvero molto difficili dal punto di vista economico e anche dal lato delle azioni. E anche se avevamo un contratto che diceva, devi farlo, non lo stavano facendo. Qualunque cosa era una lotta. Quindi alla fine, dopo alcuni anni, li abbiamo liberati da tutti i debiti. Abbiamo comprato il debito da loro con uno sconto e abbiamo ottenuto anche il capitale con uno sconto sostanziale.

Dal tuo punto di vista si va nella direzione giusta, ma in Italia sembra ci siano sempre tanti problemi. Cosa vedi adesso guardando avanti?
Lo capisco. L’Italia ha avuto tipi di problemi come questo per centinaia e migliaia di anni. Devi ricordare, nel suo complesso, che l’Italia ha solo circa 160 anni. Voglio dire, gli Stati Uniti come paese hanno 100 anni in più. Nel nostro caso, non otteniamo denaro per le infrastrutture, non otteniamo soldi per lo stadio. Quindi lo guardi e dici che è un’operazione finanziata privatamente e che sarà l’impianto più utilizzata in tutta l’Europa meridionale: costruiremo uno stadio da 54.000 posti, 270.000 quadrati piedi dello spazio di intrattenimento. Quindi spero sia tutto fatto per la fine di maggio e potremo iniziare a costruire alla fine dell’anno.

 


Certezza giallorossa: la tournée negli Usa

GAZZETTA - ZUCCHELLI - Kolarov sì, Ünder sì, De Rossi, Manolas, Pastore e Pellegrini forse. La Roma a Trigoria continua a lavorare per la partita contro il Napoli di domenica alle 15 (circa 33mila i biglietti venduti fino a questo momento), ma soltanto da oggi Ranieri ritroverà i nazionali al completo e potrà fare la conta dei presenti e degli assenti. El Shaarawy e Florenzi sicuramente non ci saranno, mentre buone notizie arrivano da Kolarov che si è allenato prima da solo e poi in gruppo. Under migliora e due mesi e mezzo dopo l’ultima volta dovrebbe essere disponibile almeno per la panchina, mentre Manolas, Pastore, De Rossi e Pellegrini non sanno neppure se saranno convocati. Tra oggi e domani dovrebbero provare a forzare per tornare a lavorare con i compagni, ma forse soltanto il greco ha reali possibilità di scendere in campo. Altrimenti, se non dovesse farcela, accanto a Fazio Ranieri darà ancora fiducia a Marcano, non fosse altro perché, rispetto agli altri compagni, sembra più in condizione.

ROAD TO USA In attesa di sapere come andrà la rincorsa al quarto posto - e in questo senso le due sfide casalinghe contro Napoli e Fiorentina potrebbero rappresentare uno snodo cruciale -, la Roma sa già per certo che a luglio volerà negli Stati Uniti per partecipare all’International Champions Cup. Ieri sono state sorteggiate le partite (con Riise come testimonial) e la Roma affronterà l’Arsenal, il Benfica e i messicani del Chivas di Guadalajara. Il debutto sarà il 16 luglio contro il Chivas al SeatGeek Stadium di Bridgeview, Illinois, a Chicago. Poi il 20 luglio appuntamento a Charlotte contro l’Arsenal, mentre il 24 è in programma l’ultima sfida col Benfica alla Red Bull Arena di Harrison, a due passi da New York. La Roma quest’anno non dovrebbe fare tappa a Boston, in casa del presidente Pallotta, e dovrebbe restare negli States una decina di giorni, qualcosa in meno rispetto alle ultime volte. A meno che il nuovo allenatore non decida di prolungare il soggiorno, ma sembra una possibilità poco concreta, visto che al momento il rientro è stato fissato il giorno dopo l’ultima partita. Tutto sarà deciso nelle prossime settimane, compresa la sede del ritiro americano, magari quando a Trigoria avranno le idee più chiare sul tecnico e su quello che aspetta la Roma nella prossima stagione.


La Roma a Doha, con Totti eterna superstar

GAZZETTA - E’ iniziato ieri a Doha il workshop della Roma «Together As Roma». La star, neanche a dirlo, tra ospiti italiani e internazionali, è stata Francesco Totti. Con gli sponsor l’atteggiamento non cambia, anche se poi quando le attività ludiche e ricreative lasciano spazio ai momenti seri, Totti è il primo a raccontare come il marchio della Roma sia cresciuto, e stia crescendo, nel mondo. D’altronde, considerando che è a Trigoria da 30 anni, nessuno lo sa meglio di lui. A Doha è presente anche lo stato maggiore del club: il vice presidente Baldissoni, l’ad Fienga e il responsabile area marketing Calvo, in Qatar col suo staff. Oggi la seconda giornata di lavoro, da domani di nuovo tutti a Roma perché poi domenica è in programma l’importantissima partita con il Napoli.


L’autogol del diesse Campos: “Amo l’inno e la curva della Lazio”

IL TEMPO - SCHITO - “Mi piace la musica dell’inno della Lazio, anche la curva è straordinaria”. Con queste parole tratte dall’intervista di qualche mese fa, rilasciata al canale YouTube “Telefoot”, Luis Campos si chiama fuori dalla corsa al ruolo di nuovo direttore sportivo della Roma. Dopo l’addio di Monchi e l’incarico ad interim di Massara, l’attuale diesse del Lille era tra i nomi più accreditati per accasarsi con la società giallorossa, ma dopo questa dichiarazione d’amore all’altra sponda del Tevere, sembra complesso che la tifoseria romanista possa accettarlo. Il ruolo, giá di per sé, non è dei più agevoli, il portoghese in caso partirebbe ancor più in salita


Il calendario della tournée americana

IL TEMPO - MENGHI - Sarà la Roma a rompere il ghiaccio nell’International Champions Cupcon la sfida inedita contro i messicani del Chivas il 16 luglio a Bridgeview, nell’Illinois. Quattro giorni dopo l’Arsenal a Charlotte, in Carolina del Nord, poi il Benfica il 24 luglio, in chiusura di tournée, alla Red Bull Arena di Harrison. In tutto una decina di giorni negli States, 3 partite e spostamenti limitati a confronto con le altre italiane impegnate nel torneo, vedi la Juve che se la vedrà a Singapore contro il Tottenham, in Cina con l’Inter e a Stoccolma con l’Atletico. Tra Usa ed Europa il Milan.

Tra Buenos Aires e Roma è scoppiata una polemica che ha protagonista Perotti: tutto nasce dalla visita di Burdisso, diesse del Boca Juniors, a Massara e dalle parole del papà Hugo, che aveva ventilato la possibilità di un ritorno in Argentina del figlio. “Per il momento non torno, ho ancora 2 anni di contratto qui. Mio padre - replica il romanista a Tyc Sports - ha fatto un casino e alla Roma si sono arrabbiati”. Ma i rapporti con il club restano ottimi


Dzeko e Olsen in crisi. Ranieri cerca la cura

IL TEMPO - MENGHI - Torna a casa una Roma triste dalle nazionali. L’auspicata infusione di fiducia non c’è stata e Ranieri deve far da sé, rimboccarsi le maniche e dare un uovo slancio ad uno spogliatoio malconcio e nervoso in vista del Napoli e di una corsa Champions ancora possibile. Dzeko e Schick sono rimasti a secco, Olsen ha la coscienza sporca come la sua rete, soprattutto dopo la brutta prova contro la Norvegia, Kluivert è rimasto in ombra con l’Under 21 dell’Olanda, nei sei gol dell’Italia al Liechtenstein non c’è nemmeno una traccia giallorossa, Cristante era in panchina, Florenzi ed El Shaarawy a curare le ferite che li hanno costretti a rientrare in anticipo e Zaniolo, unica eccezione felice di questa pausa e di questa strana annata, in campo ad arricchire il curriculum azzurro. Il bilancio, insomma, pende in negativo e la vetrina internazionale è stata per i romanisti lo specchio della stagione con il club.

 

La scommessa di Ranieri è il 4-4-2, ma si ritrova con due centravanti che faticano a fare gol e stanno ancora lavorando sul feeling. Il bosniaco non segna da più di un mese e gli restano sei chance per fare centro in casa, evitando di chiudere l’anno senza gol all’Olimpico in campionato. Senza quello che poi potrebbe essere un ultimo saluto, perché il contratto dice 2020 ma se dovesse arrivare la squadra (e l’offerta) giusta il rapporto potrebbe chiudersi prima della scadenza, vista la frustrazione manifestata dal bomber ex City e i suoi 33 anni. Ieri è tornato a Roma, ma è rimasto a riposo perché la Bosnia l’ha spremuto per 90 minuti (sostituito solo nel recupero) contro la Grecia. Smentito da Trigoria il ricorso ad infiltrazioni, Dzeko sarà valutato oggi assieme agli altri prima dell’allenamento in programma alle 11.

 

Meno faticoso l’impegno di Schick con la Repubblica Ceca, 52 minuti in amichevole contro il Brasile e un assist vincente del numero 14, che col tacco ci ha preso gusto e ha servito Pavelka per il gol del momentaneo vantaggio. Olsen ha commesso errori pesanti nel 3-3 contro la Norvegia: prima l’uscita insicura che ha lasciato spazio alla rete di Johnsen, poi la parata sul colpo di testa di King senza riuscire peró ad evitare il raddoppio e infine l’incertezza sull’azione che ha portato al tris di Kamara. Sulla scia dei pasticci in giallorosso, il portiere (insultato dai tifosi svedesi) è stato incalzato nel post partita e se l’è presa col terreno di gioco: “Un campo imbarazzante. Mercato? Non ne so nulla”.  Mirante ora prova a ribaltare le gerarchie e il futuro della porta rischia di essere un nuovo rebus. Entusiasmo social per Kluivert: “Ho avuto una buona pausa”, ma il resoconto dice 90 minuti senza squilli e una panchina. Zaniolo, invece, fa festa dopo l’esordio in azzurro col bis: “Grande gruppo, grande vittoria e soprattutto grande Italia”.

 

Da oggi si torna a lavoro per provare a fare grande anche la Roma, con il tecnico che potrà riabbracciare i nazionali dopo aver riaccolto in gruppo Under e da ieri pure Kolarov (parzialmente). De Rossi, Pellegrini, Pastore e Manolas sono entrati nella fase finale del recupero e verranno testati da qui al Napoli per capire chi di loro potrà essere convocato e strappare almeno un sorriso a Ranieri

 


Torino, Belotti non pensa alla Roma: "Il mio futuro è a Torino"

Andrea Belotti è stato recentemente accostato alla Roma. Il calciatore del Torino risponde a La Gazzetta dello Sport sul suo futuro:

Dove immagina il suo futuro? A Torino o da un’altra parte?
"Lo immagino qui perché sono quattro anni che mi trovo benissimo a Torino. Sono in una grande piazza, in una grande società, con dei compagni fantastici. E io ho sempre pensato che Torino sia una città bellissima. Se devo dire un posto dove immagino il mio futuro dico sicuramente Torino".


Un altro manager M5S finisce sotto inchiesta: è presidente di Eur Spa

IL MESSAGGERO - Arriva da Torino l'ultima indagine che coinvolge il panorama politico-amministrativo romano. L'architetto Alberto Sasso, dallo scorso ottobre presidente di Eur spa - società partecipata al 10 per cento dal Campidoglio e al 90 dal ministero dell'Economia - risulta indagato dalla Procura piemontese, con l'ipotesi di reato di turbativa d'asta, per una vicenda collegata alla candidatura torinese per le Olimpiadi invernali del 2026. Sasso, vicino al M5S e da anni amico di Beppe Grillo, è stato nominato al vertice dell'Eur al posto di Roberto Diacetti. Alle ultime elezioni politiche è stato anche candidato con i pentastellati nel collegio uninominale, arrivando però terzo. Nella Capitale aveva già lavorato come consulente "nella mediazione e facilitazione per il Comune di Roma dello stadio e della riduzione volumetrica del business park di Tor di Valle", come riportato sul suo sito personale.

L'ACCUSA - Il pm Gianfranco Colace contesta all'architetto torinese e ad altre cinque persone l'incarico di redigere il dossier olimpico, affidato dall'Unione Montana dei Comuni olimpici della Via Lattea al professionista. Al vaglio dei magistrati, in particolare, ci sarebbe la congruità del compenso - 49.990 euro lordi, 39.400 netti, quindi al di sotto della soglia oltre cui la legge impone di indire una procedura di evidenza pubblica - rispetto al lavoro svolto e il ruolo che l'amministrazione comunale del capoluogo piemontese avrebbe avuto nell'indicare per questo incarico l'attuale numero uno di Eur spa. La cifra, secondo i magistrati, potrebbe essere stata calcolata ad hoc proprio per evitare il bando pubblico.

LA REPLICA - Sasso, dal canto suo, precisa, «di aver messo a disposizione della Procura della Repubblica tutta la documentazione relativa all'incarico oggetto d'indagine», spiega l'avvocato Gian Piero Chieppa. «Avendo agito nell'esclusivo interesse pubblico - aggiunge il legale - il mio assistito è estremamente sereno ed è a completa disposizione dell'Autorità giudiziaria per qualsiasi approfondimento o chiarimento sulla vicenda». Ma il Pd attacca: «Il Comune, che insieme al Ministero del Tesoro detiene i pacchetti azionari di Eur Spa non può fingere di ignorare la gravità delle accuse mosse a carico della presidenza di una società così importante nel gruppo capitolino - scrivono il capogruppo dem Antongiulio Pelonzi e la consigliera Ilaria Piccolo - Cosa intende fare la sindaca Raggi?».