InsideRoma Daily News - Clausola Bennacer-Arsenal - Convocati. Tornano De Rossi, Florenzi e Perotti - Infortunio per Nzonzi
NOTIZIE DEL GIORNO | 12 APRILE 2019
QUI ROMA
- Ismael Bennacer piace molto alla Roma ed in particolare era un pupillo dell'ex allenatore giallorosso Eusebio Di Francesco, che a gennaio lo aveva definito calciatore rivelazione della stagione. Sul centrocampista franco-algerino c'è anche l'interesse di Lione e Napoli ma ci sarebbe una clausola di recompra a favore dell'Arsenal, qualora volesse riportarlo a Londra in estate. Questo è quanto fa sapere il portale francese le10sport.com, che spiega come al momento della cessione al club toscano, gli inglesi si erano cautelati in questo modo. Al momento, però, i Gunners non appaiono interessati a riportare il calciatore in Premier League.
- Kostas Manolas, difensore della Roma, è finito nel mirino del Manchester United, come riporta il giornalista de La Gazzetta dello Sport Nicolò Schira su Twitter. I dirigenti dei Red Devils avrebbero già avviato i contatti con Mino Raiola, agente del greco, per convincerlo a partire alla volta della Premier League in estate. Sul centrale giallorosso pende una clausola rescissoria di soli 36 milioni di euro che il Manchester sarebbe disposto a pagare.
- Claudio Ranieri, tecnico della Roma, ha reso nota la lista dei convocati per la sfida di domani pomeriggio contro l’Udinese. Di seguito l’elenco completo apparso nell'account Twitter dei giallorossi:
Portieri: Olsen, Fuzato, Mirante.
Difensori: Juan Jesus, Marcano, Fazio, Florenzi, Manolas.
Centrocampisti: Cristante, Pellegrini, De Rossi, Coric, Zaniolo, Pastore, Riccardi.
Attaccanti: Perotti, Dzeko, Schick, Under, Kluivert, El Shaarawy.
- Claudio Lotito, presidente della Lazio, è intervenuto in mattinata alla Relazione annuale sulla Pubblica Amministrazione, rilasciando anche alcune dichiarazioni in merito allo stadio della Roma. Queste le sue parole, riportate da Radio Radio:
“L’imprenditore deve avere dei tempi certi, la famosa certezza del diritto, e non quello che è successo fino ad oggi, con norme che dicono tutto e il contrario di tutto e devono essere interpretate. Mi sovviene alla memoria il detto <>. Questo non è possibile perché poi alla fine scoraggi le iniziative, crei responsabilità nei confronti della classe che è preposta ad assumere determinati provvedimenti, che soprattutto chi è meno coraggioso blocca, perché non vuole assumersi eventuali responsabilità. Un tipico esempio è quello che sta succedendo con lo stadio della Roma. Quell’intervento della magistratura è nato perché non c’è stato preventivo assenso. Ritengo che chi ha agito lo ha fatto in buona fede, il problema è la mancanza preventiva degli atti, serve un assenso che non è politico, ma tecnico, giuridico, amministrativo e contabile. Chi fa impresa deve avere certezze”.
- Steven Nzonzi, centrocampista della Roma, nel corso dell’allenamento odierno di rifinitura ha riportato un trauma al ginocchio sinistro e non è tra i convocati di mister Ranieri per la sfida di domani contro l’Udinese. Le condizioni del francese saranno valutate nei prossimi giorni.
- La Roma è scesa in campo alle 16:30 a Trigoria per effettuare la rifinitura in vista del match di domani contro l’Udinese, in programma alle 18:00 allo Stadio Olimpico. I giallorossi hanno iniziato in sala video per studiare l'avversario, per poi passare al lavoro tra palestra e campo. Individuale per Karsdorp e Santon. De Rossi e Florenzi sembrerebbero essere recuperati ma, a causa dell'emergenza terzini, il tecnico Claudio Ranieri ha provato Marcano sulla corsia sinistra durante la partitella finale.
- Paolo Berdini, ex assessore all'urbanistica di Roma, ha parlato del futuro Stadio della Roma ai microfoni di Radio Cusano Campus:
Sul progetto dello stadio della Roma a Tor di Valle, il Comune potrebbe incorrere in sanzioni se venisse meno l’interesse pubblico?
“Ma quando mai? Questa è una bugia atroce. La delibera di Marino diceva che la condizione assoluta per dire sì allo stadio era che la metà degli spostamenti degli spettatori dovevano essere garantiti dal ferro, questa condizione non è ancora stata ottemperata dalla Roma con i progetti. Quindi si può revocare l’interesse pubblico, senza nessuna penale, come bene ha fatto il IX Municipio ieri. Questo la Raggi lo sa benissimo, ma evidentemente non lo ha memorizzato bene. Io sono favorevole allo stadio, ho sempre detto che c’erano altri luoghi più adatti per costruirlo. Purtroppo però la buona amministrazione ha dovuto soccombere al malaffare. La sindaca dice che il M5S ha gli anticorpi? Lanzalone l’hanno chiamato loro, non è sceso da Marte. Chi ha lavorato insieme a me per sbloccare il progetto stadio è stato Ferdinando Imposimato, un uomo straordinario che ha dato la sua vita per la legalità di questo Paese. Imposimato era stato il candidato del M5S al Quirinale, è stato abbandonato dalla sindaca Raggi e sostituito con Lanzalone. La Raggi dovrebbe spiegare come mai ha sostituito un magistrato integerrimo come Imposimato con Lanzalone”.
Montino propone lo stadio a Fiumicino…
“No, lo stadio deve essere costruito a Roma e deve servire a riqualificare le periferie più brutte d’Europa –ha dichiarato Berdini-. Mi dispiace per Montino, ma questa è una risorsa della città di Roma”.
Sullo stato dello Stadio Flaminio...
“Stiamo abbandonando un gioiello di inestimabile valore della Roma degli anni 50/60, in un quartiere meraviglioso. Il Flaminio vive nel degrado più totale, è abbandonato ed è sempre peggio. Non siamo arrivati ancora al peggio ma se aspettiamo altri vent’anni di abbandono crollerà da solo, com’è stato per il Velodromo olimpico dell’Euro. Facciamo delle cose che lo rimettano ad uso di una città che ne ha bisogno, perché così si completano pezzo per pezzo i quartieri storici di Roma. Il pubblico deve tornare a pensare in grande alla sua città. Si può salvare ancora, si può ristrutturare senza abbatterlo, rispettando la meraviglia dell’architettura Nervi”.
La proprietà…
“Il Coni ha rinunciato alla gestione dello stadio, il Flaminio è del Comune che non fa niente per ristrutturarlo. Non lo fa, secondo me, per una mancanza di prospettive e di volontà perché per un luogo che sta a un chilometro da piazzale Flaminio, dai luoghi più belli di Roma, i soldi si trovano. La Fondazione Ghetti ha elaborato una proposta, anche loro potrebbero contribuire, altri sponsor potrebbero contribuire. Il problema è che se l’Amministrazione è ferma non ci sarà mai nessuno che investe. L’Amministrazione invece deve trovare forza per coinvolgere i privati che metterebbero dei soldi. I privati possono intervenire”.
Accordi tra pubblico e privato…
"I contratti tra pubblico e privato sono noti e utilizzati in ogni città del mondo. Una struttura si può dare in comodato d’suo, in affidamento. Ma bisogna avere un’idea generale, che riguarda tutto quel meraviglioso quartiere Flaminio, completarlo con l’uso dello stadio. Questa è un’opera che deve fare solo il Comune, solo la parte pubblico può avere una visione d’insieme. Poi i privati si possono coinvolgere ma se manca l’input pubblico tutto resta fermo. Io consiglierei a un privato di investire sullo Stadio Flaminio, il ritorno d’immagine sarebbe straordinario. Sarebbe un affare per la città, per il Comune e per colui che investe. Non siamo più capaci di rispolverare i nostri gioiello, li lasciamo marcire”.
- Steven Nzonzi, arrivato alla Roma in estate, non ha mai convinto a pieno la dirigenza giallorossa e potrebbe già lasciare il club al termine della stagione. A riferirlo è il giornalista Nicolò Schira, che sul suo profilo Twitterannuncia come Nzonzi sia finito nel mirino del Monaco. Il club francese avrebbe già sondato il terreno per il centrocampista, per capire se ci fossero le basi per intavolare una trattativa.
- La Roma sta pensando a Fernando dello Spartak Mosca. L'ex Sampdoria ha la scadenza del contratto nel 2021 e la sua valutazione è fattibile: intorno ai 15 milioni. Il club giallorosso, secondo La gazzetta dello Sport, non esclude però Meitè.
- Gianni Lemmetti, assessore al bilancio di Roma Capitale, è intervistato da Radio Radio in merito alle novità sullo stadio della Roma. Queste le sue dichiarazioni:
Lo stadio?
"Mi trova molto impreparato sullo stadio. La posizione della giunta è oggettivamente rigorosa per quanto riguarda lo studio della procedura sullo stadio. Io l’ho trovato quando sono arrivato, praticamente era già tutto deciso da quel punto di vista lì”.
C’è un aspetto che riguarda gli oneri edificatori che sono a carico dei proponenti qualora partissero i lavori, quindi se partissero, ci sarebbero dei soldi che arrivano per il bilancio di Roma. In questo senso si augura che parta presto questo progetto oppure no?
"E’ un corollario questo del progetto dello stadio, quindi dal mio punto di vista ho soldi a sufficienza per garantire lo sviluppo della città, con o senza lo stadio, quindi un buon amministratore fa questo. Io devo pensare a tutti i cittadini di Roma non solo a quelli che seguono lo stadio. I soldi provenienti dallo stadio sarebbero soldi in piu, potrebbe essere meglio ma potrei chiederli anche allo stato quindi non ci sono problemi".
- Hakim Ziyech, centrocampista dell'Ajax, è stato intervistato dal portale calciomercato.it e ha parlato anche della Roma, che lo aveva seguito la scorsa estate:
Negli anni hai giocato come mezzala, trequartista e attaccante esterno rendendo sempre bene. Dove preferisci giocare?
"Non ho una posizione preferita vera e propria, per me l'importante è giocare. Al momento mi piace giocare sugli esterni, ma se l'allenatore mi chiedesse di spostarmi al centro, lo farei volentieri".
L'estate scorsa sei stato molto vicino alla Roma. Molti tifosi ancora ti rimpiangono e chiedono di te sui social. Credi che sia un capitolo chiuso?
"No, non penso".
Sei ancora in contatto con Justin Kluivert? Ti ha detto qualcosa sulla Serie A?
"Sì, ci sentiamo regolarmente e sì, abbiamo parlato anche di questo".
Francia, Germania, Italia, Inghilterra, Spagna... Dove ti piacerebbe giocare se dovessi lasciare l'Ajax?
"Non c'è un campionato dove preferirei giocare. Dipende dal tipo di progetto che il club ha su di me. L'importante per me è continuare a crescere sempre come giocatore".
- Antonio Mirante, portiere della Roma, è stato intervistato da Sky Sport in vista della sfida di domani contro l'Udinese dove dovrebbe giocare titolare per la terza volta consecutiva. Queste le sue dichiarazioni:
L'Udinese?
"Udinese-Roma la ricordo bene, è stata la mia prima partita con la Roma. Abbiamo avuto molto possesso palla senza però trovare la giocata giusta. Nel secondo tempo siamo stati impazienti e ci siamo esposti al loro contropiede, che è l’arma migliore che hanno. Il cambio d’allenatore gli ha dato nuove motivazioni. Hanno recuperato pedine importanti, davanti hanno ottime individualità. Okaka e Lasagna sono forti".
Sulle ambizioni della Roma?
"Il risultato della settimana scorsa ci ha rilanciato in zona Champions, dobbiamo essere bravi a non accontentarci. Ranieri conosce ogni sfaccettatura del calcio, tutte le situazioni e le corde che vanno toccate. Abbiamo un’impostazione diversa, anche da quando inizia il portiere (l’azione ndr). Questo ti fa drizzare le antenne e se vogliamo lottare ancora per la Champions è fondamentale".
Sui portieri...
"Olsen è un gran portiere e una persona per bene. Con il nostro preparatore ci alleniamo sempre come se tutti e tre la domenica dovessimo scendere in campo".
- Igor Tudor,allenatore dell'Udinese, era presente oggi in conferenza stampa alla vigilia del match contro la Roma, in programma domani alle 18:00 allo stadio Olimpico. Queste le sue parole:
"Opoku è out, Behrami pure e un paio di giocatori con qualche problema. Fa parte del gioco anche se non fa mai piacere. Ci mancano un po' di pezzi ma andremo con gli undici più forti, pensando partita dopo partita".
La Roma?
"C'è un allenatore che ha fatto un'impresa storica nel mondo del calcio, in Inghilterra. Ha molta esperienza, mi piacciono i suoi modi, è un signore del calcio. Loro hanno grandi campioni, giocano in casa e lottano per la Champions, non sarà facile. La prepareremo al meglio".
Pericolo di accontentarsi?
"Nello sport quello che è successo ieri conta zero, l'ho detto ai ragazzi. Se siamo intelligenti sfruttiamo il vantaggio per lavorare meglio. Dobbiamo lavorare forte, con grande umiltà".
Hallfreðsson?
"Ha fatto un paio di allenamenti con noi ma ci vuole ancora tempo prima di averlo con noi. Vediamo se potrà aiutarci nelle ultime partite".
Pussetto?
"Ha avuto un problema al ginocchio subito dopo la partita. Ha saltato un paio di allenamenti ma poi si è ripreso, è tra i convocati".
La Roma giocherà a 3 o a 4?
"Contano atteggiamento, approccio e qualità. Non do importanza al resto anche se piace sempre discutere di questo".
Dopo la Roma avrete la Lazio. Avete sprecato molte energia con l'Empoli, possibile un turnover domani?
"Giocheremo con gli 11 migliori e vedremo cosa accadrà. Poi programmeremo le prossime partite".
C'è più tranquillità dopo gli ultimi risultati?
"Non credo nella tranquillità. O ci sei o non ci sei, o ti alleni al 100% o niente. Cambia tutto velocemente, poi possiamo parlare di confidenza, di consapevolezza della qualità ma tranquillità no".
Quaranta punti basteranno per la classifica?
"Non bisogna fare calcoli, anche solo guardare le partite delle concorrenti mi innervosisce".
- Sarà Marco Di Bello della sezione di Brindisi ad arbitrare il match tra Roma e Udinese, in programma domani pomeriggio alle 18 allo Stadio Olimpico. Il direttore di gara sarà coadiuvato dagli assistenti Tonolini e Tolfo e con Pezzuto IV uomo. Pairetto e Lo Cicero, invece, saranno in sala VAR.
- Igor Tudor, tecnico dell'Udinese, ha scelto i 20 convocati che affronteranno domani la Roma:
PORTIERI
Musso, Nicolas, Perisan
DIFENSORI
De Maio, Ekong, Samir, Stryger, Wilmot
CENTROCAMPISTI
Badu, D'Alessandro, De Paul, Fofana, Ingelsson, Mandragora, Micin, Sandro
ATTACCANTI
Lasagna, Okaka, Pussetto, Teodorczyk.
- Gennaro Gattuso, tecnico del Milan, ha voluto chiarire le voci di mercato che lo vorrebbero vicino alla Roma. Queste le sue parole in conferenza stampa:
Se ci sono stati contatti con Totti?
"Io con Totti non parlo da qualche mese, l'ho chiamato per fargli gli auguri quando è stato il suo compleanno. Io sono un professionista, legato al Milan per altri due anni di contratto, non posso parlare con altre società. Devo molto al Milan, non credete a queste cose che vengono scritte".
Totti-Tudor, quindici anni dopo "Zitto, sono 4, a casa" di nuovo di fronte all'Olimpico
INSIDEROMA.COM - MATTEO LUCIANI - Sabato prossimo, alle ore 18.00, la Roma di Claudio Ranieri tornerà in campo per affrontare l'Udinese nella trentaduesima giornata della Serie A 2018/2019. I giallorossi sono chiamati a dare continuità alla sofferta vittoria ottenuta sul campo della Sampdoria grazie al tap-in sotto porta del "condottiero" Daniele De Rossi. La sconfitta del Milan sul campo della Juventus e il contemporaneo pareggio dell'Atalanta a San Siro contro l'Inter di Luciano Spalletti nell'ultimo turno di campionato, infatti, hanno clamorosamente riacceso le speranze romaniste di arrivare al quarto posto, che vorrebbe dire qualificazione alla prossima Champions League.
Il compito della compagine capitolina non si presenta facile, innanzitutto a causa degli ancora troppi infortunati all'interno della rosa. Qualora Alessandro Florenzi non dovesse riuscire in un miracoloso recupero, si andrebbe verso un assurdo Juan Jesus, difensore centrale e mancino naturale, sul versante di destra di difesa, con Marcano, a sua volta centrale difensivo, sul versante opposto. Una difesa a quattro senza esterni puri, in pratica.
Inoltre, l'avversaria di turno, l'Udinese, è reduce da un trittico di match assai positivo (tre punti ottenuti contro il Genoa e l'Empoli, oltre al prezioso pareggio milanese contro i rossoneri di Gattuso); merito soprattutto del tecnico chiamato a sostituire Davide Nicola a partire dalla ventinovesima giornata, ovvero Igor Tudor.
Il quarantenne di Spalato aveva già condotto all'obiettivo della salvezza i friulani nello scorso campionato, quando era entrato in corsa (aprile 2018) in sostituzione di Massimo Oddo. Tuttavia, l'estate ha poi visto separarsi i destini dell'ex difensore juventino e dell'Udinese, decisa a puntare su un altro tecnico straniero come Velazquez.
I risultati non hanno dato ragione alla famiglia Pozzo, costretta dapprima a rimpiazzare lo spagnolo con il suddetto Nicola e ora lo stesso tecnico ex Crotone di nuovo con Igor Tudor.
Sabato prossimo lo Stadio Olimpico sarà anche teatro di un nuovo incontro proprio tra Tudor e Francesco Totti, colui che ormai quindici anni or sono fu protagonista di un siparietto entrato di diritto nella storia romanista nei riguardi dell'allora difensore della Juventus di Marcello Lippi.
Facciamo un passo indietro.
Domenica 8 febbraio 2004, l'Olimpico di Roma ospita il big match della ventesima giornata di Serie A tra i giallorossi di Fabio Capello e la Juventus di Lippi. Le due formazioni sono appaiate al secondo posto in classifica a quota 43 punti e vogliono vincere per 'eleggere' la vera rivale del Milan di Ancelotti, in testa con cinque lunghezze di vantaggio su entrambe le sfidanti.
La Roma non arriva alla sfida nel migliore dei modi, poiché è reduce da una brutta caduta sul campo del Brescia; la Juve, invece, nel turno precedente ha superato di misura un coriaceo Chievo Verona. Si parte in sostanziale equilibrio, ma ben presto si capisce che si tratta di una serata a senso unico, quello a tinte giallorosse.
Dopo tredici minuti, la squadra capitolina è già in vantaggio grazie a un tiro dal limite dell'area di Olivier Dacourt che passa tra svariate gambe prima di depositarsi alle spalle di Buffon. I minuti passano e la Roma è assoluta padrona del campo. Al 53', arriva il meritato raddoppio: ci pensa capitan Totti a battere l'amico Buffon con un preciso colpo dagli undici metri. Tra il 70' e l'85', infine, ha vita il Cassano-show, con il talento di Bari vecchia che realizza una doppietta da urlo, decidendo inoltre liberamente di spaccare in due con un calcio la bandierina che divide la Tribuna Monte Mario dalla Curva Nord.
Proprio sul 4-0, ecco l'episodio tra Totti e Tudor: il croato rivolge evidentemente qualche 'complimento' di troppo al numero dieci giallorosso, che per tutta risposta si volta all'indirizzo del croato e mima tre gesti che sarebbero poi finiti anche su delle magliette appositamente stampate per celebrare l'evento: "Zitto, sono 4, vai a casa".
A distanza di quindici anni, possiamo affermare senza ombra di dubbio che, visto il momento, sabato prossimo basterebbe anche uno striminzito 1-0 per poter continuare a credere nella rincorsa Champions.
Pochi dubbi di formazione per Ranieri nel match contro l'Udinese
INSIDEROMA. COM - MASSIMO DE CARIDI - La Roma torna in campo domani sera alle ore 18 nel match casalingo contro l'Udinese e punta a prendere punti su Milan e Lazio, impegnate nello scontro diretto di San Siro.
Mister Ranieri può contare finalmente su Florenzi e sarà nuovamente a disposizione Perotti con De Rossi che ha recuperato dal piccolo problema accusato dopo la gara vinta a Genova con la Sampdoria, di cui è stato protagonista. La notizia negativa riguarda l'infortunio di Steven Nzonzi, tanto per mantenere alta la media ma questa volta non si tratta di guaio muscolare ma di distorsione al ginocchio.
In porta, Mirante sembra aver definitivamente scavalcato Olsen, dopo le brutte prestazioni fornite nell'ultimo periodo dallo svedese e con l'ex Bologna che ha sempre risposto presente quando è stato chiamato in causa. Proprio nel match d'andata, il classe '83 partenopeo ha fatto il suo esordio con la maglia giallorossa anche se quella volta i giallorossi incassarono una sconfitta all'esordio sulla panchina di Davide Nicola, non più allenatore dei friulani e sostituito da Igor Tudor.
Kolarov sarà out per squalifica ed il suo posto verrà preso da Juan Jesus, poiché sia Santon che Karsdorp sono ai box almeno fino alla fine di aprile. Nell'ultima mezz'ora allo stadio Ferraris, il brasiliano aveva sostituito il terzino olandese sulla fascia destra e stavolta dovrà spostarsi sulla corsia opposta. Viene così premiata la sua duttilità tattica e preferito a Marcano, altro centrale mancino che può giocare anche sulla sinistra ma che in questo momento è meno considerato dal tecnico romano.
A centrocampo, la coppia sarà formata da De Rossi e Cristante, anche per mancanza di alternative ma questo è il miglior duo possibile, viste le caratteristiche dei giocatori in rosa. Sulla trequarti, invece, agiranno Zaniolo, Pellegrini e probabilmente El Shaarawy, che potrebbe vincere il duello con Kluivert, che ha ben figurato nelle partite in cui è stato impiegato nell'era Ranieri. L'ex Inter appare in vantaggio su Under per occupare la fascia destra ma il turco sembra finalmente pronto a riprendere il suo posto in squadra.
Davanti, continua il dualismo tra Dzeko e Schick e Ranieri ha messo una pietra tombale sulla possibilità di vederli insieme, vista anche la deludente prestazione di entrambi nella sfida di Ferrara contro la SPAL. Il centravanti bosniaco è in pole per partire dal primo minuto ed è ancora a caccia della prima rete stagionale in campionato tra le mura amiche. Questa per lui sarà la penultima occasione per chiudere decorosamente un'annata non certo da incorniciare e che potrebbe esser l'ultima in maglia giallorossa. Il ceco può esser un'arma importante in caso di necessità o per far rifiatare l'ex City a partita in corso, dipenderà dall'evolversi dell'incontro.
Tutto pronto per una gara che deve dare un minimo di continuità di risultati alla squadra di Ranieri per sperare di agguantare quel posto Champions, che ad oggi dista un solo punto ma vi sono altre 3 squadre agguerrite per arrivare a tale obiettivo.
Roma-Udinese, arbitra Di Bello. Giallorossi imbattuti in stagione col fischietto di Brindisi
INSIDEROMA.COM – ILARIA PROIETTI – Sarà Marco Di Bello della sezione di Brindisi ad arbitrare il match tra Roma e Udinese, in programma domani pomeriggio alle 18 allo Stadio Olimpico. Il direttore di gara sarà coadiuvato dagli assistenti Tonolini e Tolfo e con Pezzuto IV uomo. Pairetto e Lo Cicero, invece, saranno in sala VAR.
I PRECEDENTI – Score decisamente positivo per la Roma che in dieci partite di campionato dirette dal fischietto di Brindisi risulta imbattuta, con nove vittorie e un pareggio. Gli ultimi quattro successi giallorossi con Di Bello sono della stagione in corso: l’esordio ad agosto in casa del Torino (partita vinta 1-0 grazie all’eurogol di Dzeko) e le vittorie contro Frosinone (4-0) , Genoa (3-2) e Bologna (2-1) allo Stadio Olimpico. Due precedenti anche in Coppa Italia, decisamente più burrascosi rispetto agli incontri di Serie A. Sotto la direzione di Di Bello, infatti, i giallorossi registrano una vittoria e una sconfitta. Il successo risale alla partita vinta in extremis (grazie a un rigore di De Rossi realizzato durante i tempi supplementari) contro l’Empoli nel 2015, nell’incontro valido per gli ottavi di finale di Coppa Italia. La sconfitta fu la clamorosa debacle ai calci di rigore contro lo Spezia nel dicembre dello stesso anno, sempre negli ottavi di finale.
13 precedenti totali con Di Bello per l’Udinese: 2 vittorie, 4 pareggi e 7 sconfitte. Il fischietto di Brindisi ha diretto i bianconeri una sola volta nella stagione in corso: la sconfitta alla Dacia Arena per mano del Milan (0-1) dello scorso novembre.
Roma, scelta di Campos
IL MESSAGGERO - TRANI - C'è lo scatto di Campos, come ds o almeno da consulente di mercato. Ancora niente di ufficiale, ma Pallotta sembra davvero convinto di affidarsi al dirigente del Lille, seguendo come sempre il suggerimento di Baldini. Al tempo stesso, anche per non sminuire il management di Trigoria, prepara la conferma di Massara. Da 15 giorni, a Boston e nella Capitale, si lavora sull'accoppiata: lo straniero e l'italiano. Due anime per il rafforzamento della Roma. E per il compromesso dentro la società giallorossa. La soluzione in tandem piace al presidente e deve per forza star bene a chi vuole partecipare alla vita del club. Prendere o lasciare.
SPINTA ESTERNA Baldini, insomma, non arretra. Anzi, la scelta di Campos ne rafforza il ruolo: Pallotta lo considera il principale punto di riferimento per ogni decisione. Il presidente ascolta il manager che lavora tra Londra e Città del Capo. E che, con idee e appuntamenti, segue l'aspetto finanziario e quello sportivo. È lui che, come fece 6 anni fa indicando lo sceicco Al Qaddumi (e sbagliando completamente figura), ha aperto il contatto con il fondo QSI di al-Khelaifi (Pallotta ha smentito ogni trattativa). Ed è sempre Baldini che incontra Sarri per proporgli la panchina nella prossima stagione.
BRACCIO DI FERRO Se, al fianco del ds Massara, vedremo il consulente Campos, ecco che Totti uscirebbe ridimensionato o quantomeno resterebbe ancora fuori dalle stanze che contano. Così Francesco, sarebbe costretto a chiarire alla piazza di non essere stato preso in considerazione per la rifondazione. Come, andando a rileggere quanto detto nel prepartita di Roma-Napoli, avrebbe voluto. Totti sarebbe, dunque, tagliato fuori dal compromesso voluto da Pallotta per non creare strappi tra chi opera nella Capitale e chi lo fa dall'estero. Il suo ruolo è da definire e bisogna capire se lo accetterà. Il vicepresidente Baldissoni e il Ceo Fienga, invece, aspettano la scelta definitiva sull'erede di Monchi. A loro è già chiaro il piano della proprietà Usa.
PRIORITÀ ANNUNCIATA Il primo step è il ds, dopo si individuerà l'allenatore, magari aspettando, per l'incoronazione, di conoscere il piazzamento finale della Roma. Petrachi, pur avendo la possibilità di liberarsi dal Torino, è in ribasso: avrebbe capito di non potersi giocare l'amicizia di Conte, orientato su altri club. Baldini continua a insistere su Sarri che, per il profilo, metterebbe d'accordo ogni componente, interna ed esterna. Avrebbe già la disponibilità dell'allenatore e, a quanto pare, pure la certezza del divorzio dal Chelsea a fine stagione. Campos, affidandosi alla scuderia Mendes, può invece portare in dote Fonseca o Jardim. In teoria pure Mourinho, già proposto in Bundesliga.
SOLUZIONE INDIGENA Massara, come se niente fosse, fa il suo percorso. Nelle ultime ore l'incontro con il manager di Castagne (23 anni e terzino per entrambe le fasce) e Freuler (27 anni e mediano), titolari dell'Atalanta come Mancini (23 anni e difensore centrale), bloccato già prima di Natale, e Ilicic (31 anni e attaccante), nel mirino anche a gennaio. Se sono loro gli obiettivi, torna d'attualità Gasperini. Nella lista del ds (per ora a tempo determinato) anche Cragno del Cagliari (25 anni e portiere), Tonali del Brescia (19 anni e regista) e Belotti del Torino (25 anni e centravanti). Giampaolo resta l'alternativa a Gasperini, con la benedizione di Baldini.
La legge del tre. La sfida con l’Udinese è una miniera di gol: Dzeko, ti ricordi?
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Quasi tre gol a partita di media, di certo mai meno di due. Se c’è un dato che incoraggia la rimonta della Roma verso la Champions, è proprio questo. Sabato arriva l’Udinese, di solito la Roma all’Olimpico ci va a nozze. O, almeno, così succede da nove anni a questa parte, in cui i giallorossi hanno centrato otto vittorie su nove, perdendo solo una volta, con Zdenek Zeman in quel clamoroso 3-2 del 28 ottobre 2012, quando la doppietta iniziale di Lamela venne poi vanificata dal gol di Domizzi e le due reti di Di Natale (di cui quella decisiva all’89’). (…).
Per continuare sulla scia di quanto fatto, portando la serie in doppia cifra, la Roma ora ha assoluto bisogno che si sblocchi Edin Dzeko. Il centravanti bosniaco, infatti, in casa non segna oramai dal 28 aprile 2018, Roma-Chievo 4-1. Quasi un anno, roba da non crederci. Da quel giorno, Dzeko è sceso in campo altre 12 volte all’Olimpico, restando sempre a secco. Adesso però arriva l’Udinese ed allora potrebbe essere tutto diverso. Già, perché contro i friulani il bosniaco ha giocato finora sei volte, segnando in tre occasioni, di cui due proprio nelle tre sfide casalinghe, quelle giocate nello stadio amico. (…) Se c’è una possibilità in più per la Roma di poter sbarcare nella prossima Champions League, questa è proprio legata ai gol di Dzeko. Con quelli la Roma può sognare, senza è molto più difficile. Ma c’è un’altra chiave che può essere importante per battere l’Udinese di Tudor, il sacrificio degli esterni d’attacco. Sabato, infatti, ci sarà da dare coperture, sia che si giochi a quattro sia a tre. Ecco perché Stephan El Shaarawy sarà una delle pedine fondamentali, lui che tra gli esterni d’attacco giallorosso è quello che meglio sa sacrificarsi in fase difensiva. (…).E lo stesso El Shaarawy ieri ha provato a dare una scossa in più al gruppo, consapevole di quanto sia importante un’eventuale vittoria con l’Udinese, proprio prima della trasferta pasquale a San Siro, contro l’Inter. «Finora abbiamo lasciato tanti punti per strada, potevamo far meglio – ha detto il Faraone al sito della Roma – Ma la classifica ci lascia ancora delle possibilità, siamo ad un solo punto dalla Champions. E la vittoria con la Sampdoria ci ha dato convinzione, ha cambiato lo scenario. Ora dobbiamo essere bravi a sfruttare quest’occasione. Ci meritiamo di stare tra le grandi e vogliamo rivivere le emozioni della scorsa stagione europea». (…).
Tudor ritrova Totti e stavolta può davvero rivendicarsi
GAZZETTA - (…) Segnare 4 gol alla Juventus (senza subirne nessuno) è roba rarissima, quasi come un’eclissi lunare. Alla Roma sabato si accontenterebbero anche di molto meno, ciò che basti per battere l’Udinese. E si accontenterebbe anche Francesco Totti, che ritroverà Igor Tudor proprio dopo quel 4-0 di quindici anni fa. O forse è più giusto dire il contrario e cioè che è Tudor che ritroverà Totti, l’uomo che sul 4-0 – vedendolo protestare – lo sbeffeggiò con il dito dritto sul naso e quel gesto a dire: «Zitto, quattro gol e a casa». Dopo quell’8 febbraio del 2004 Totti e Tudor si sono ritrovati da avversari altre due volte, quando Tudor è passato al Siena. Nel 2005 ha vinto l’ex difensore croato all’Olimpico per 2-0 (reti di Maccarone e Chiesa, con Totti espulso a metà ripresa), nel 2006 ha vinto invece Totti a Siena con lo stesso risultato (marcature di De Rossi e Mancini, su assist di Totti). Sabato sarà la terza volta, la prima in giacca e cravatta per entrambi. Totti da dirigente, Tudor da allenatore. (…). Sabato, tra l’altro, hanno bisogno di vincere entrambe. La Roma per riuscirci deve ancora capire che difesa potrà schierare. Molto dipenderà da Alessandro Florenzi e dal suo possibile recupero. Il terzino destro ieri ha svolto lavoro individuale, oggi dovrebbe fare una parte con il gruppo. Lo si monitorerà fino a sabato mattina, quando verranno sciolte le riserve. In entrambi i casi, sembra che Ranierii sia comunque deciso a confermare la difesa a quattro, con Fazio e Manolas al centro e Juan Jesus a sinistra e Florenzi a destra. Se Florenzi, poi, non dovesse farcela, allora Jesus scivolerebbe a destra, con l’inserimento di Marcano dall’altra parte. (…).
Fake News o verità? Dalla Francia altre conferme: Il Qatar Fund vuole il club
LEGGO - BALZANI - Tra smentite e conferme non ufficiali l’intrigo Qatar si fa sempre più interessante. Ieri, infatti, l’Equipe ha rilanciato la notizia (bollata come “fake news” da Pallotta) di un interessamento concreto della Qatar sport investment per il pacchetto di maggioranza della Roma. Il quotidiano francese ha rilanciato l’indiscrezione e aggiunto: «Non è stata presentata un’offerta ufficiale, ma esiste l’interesse del Qatar e probabilmente del QSI. I consulenti e gli esperti del Qatar Investment Fund, presieduto da Nasser al-Khelaifi, stanno studiando il caso e la sua fattibilità». Altre conferme sono arrivate tramite Centro Suono Sport. Una fonte interna al fondo arabo avrebbe svelato all’emittente l’esistenza di una trattativa ‘long shot’, per la quale quindi ci vorrebbe qualche mese. L’affare rientrerebbe in un piano d’investimento che riguarda non solo la Roma, ma parte del comune di Fiumicino.
Paratici su Rabiot e Manolas: il futuro bianconero è iniziato
LA REPUBBLICA - CARDONE - Dalla Champions alla Champions, la Juve già programma il futuro. Da tempo Fabio Paratici, l’uomo-mercato bianconero, è al lavoro per migliorare una squadra fortissima ma che va rinnovata e ringiovanita. A partire dal centrocampo): preso il jolly Ramsey (contratto fino al 2023, ingaggio da 7 mili-ni a stagione più bonus), Paratici è in pressing per un altro campione in scadenza: Adrien Rabiot, 24 anni, formidabile mezzala moderna del Psg. Il club francese ha provato più volte a fargli rinnovare il contratto, ma la temutissima madre-agente, Veronique, non ne ha voluto sapere. A gennaio era praticamente fatto l'accordo con il Barcellona, poi l'ennesimo rilancio dei Rabiot ha sfiancato perfino la paziente dirigenza catalana. La pista è ancora valida, certo, ma nel frattempo Paratici è tornato all'assalto: servono più dei 10 milioni a stagione promessi dal Barca e la Juve del d.C. (dopo Cristiano) è ormai in grado di garantire simili stipendi. Più commissioni a livello Emre Can, preso l'estate scorsa dal Liverpool a parametro zero ma con 16 milioni versati ai suoi rappresentanti, E Rabiot si sta lasciando convincere, i segnali sono positivi: giocare con CR7 è prospettiva che affascina anche i talenti più contesi. Il francese lo è, perché a lui pensa pure il Real: quando può fare un dispetto ai rivali del Barca, Florentino Perez è sempre prontissimo. Ma per quel ruolo, Zidane ha chiesto Pogba e probabilmente lo otterrà, con il laziale Milinkovic come alternativa.
Ovviamente Paratici si muove su più tavoli, come dimostra il famoso "pizzino" lasciato in un ristorante milanese a fine gennaio. Per esempio piace ancora, e molto, il giovanissimo Tonali, regista del Brescia, così come nella lista della spesa - per lo stesso ruolo di Rabiot - c'è Zaniolo, il cui prezzo nel frattempo è andato ben oltre i 40 milioni scritti in quel foglietto. La Roma però è intenzionata a blindare il suo gioiello, le trattative per il rinnovo procedono e non sarà facile strapparlo ai giallorossi, almeno nel prossimo mercato. Diverso il discorso per Kostas Manolas, 28 anni a giugno: il suo contratto ha una clausola di rescissione da 36 milioni che favorisce i piani dei bianconeri. Tanto più che il regista dell'operazione è Mino Ralola, agente da anni vicino alla società di Agnelli. Per lo stesso ruolo di Manolas, già prenotato a gennaio Romero del Genoa. Resta caldo il nome di Savic, centrale dell'Atletico Madrid con un passato alla Fiorentina. Della rosa viola di oggi, è Federico Chiesa il giocatore più desiderato dalla Juve. L'asta con Inter e Roma è già partita, la certezza è che l'attaccante azzurro in estate lascerà Firenze e i bianconeri tenteranno di piazzare l'ennesimo colpo. Nel "pizzino" di Paratici, il numero scritto accanto al nome di Chiesa era 50, in realtà di milioni ne servivano 70 l'anno scorso e forse 80 quest'anno: un investimento che non potrà prescindere dalla cessione di Dybala allo stesso prezzo, in Liga o Premier se l'argentino non si farà convincere dall’Inter. I nerazzurri lo scambio con Icardi lo farebbero subito, ma l'esplosione di Kean può modificare i progammi di Paratici. Però i contatti con Wanda Nara proseguono, quindi la pista non è stata abbandonata, anzi: tutto è ancora aperto, il tormentone Maurito vivrà altri capitoli intriganti e la Juve c'è.
Milan, ancora guai: deferito per i bilanci in rosso
IL MESSAGGERO - RIGGIO - Ancora guai per il Milan. La Camera di Investigazione Uefa per il Controllo Finanziario dei Club ha deferito i rossoneri alla Camera Arbitrale per il mancato rispetto del pareggio di bilancio nella stagione 2018-19 e riguardante gli esercizi conclusi nel 2016, 2017 e 2018. Include quindi, in parte, conti già giudicati: il bilancio 2016 da -74,9milioni di euro e quello del primo semestre del 2017 da -32,6milioni di euro. Senza dimenticare che la gestione di Yonghong Li (1 luglio 2017-30 giugno 2018) si è chiusa con un rosso spaventoso: -126milioni. La società fa filtrare tranquillità, in quanto si tratta di «un passo formale obbligato nel percorso ancora lungo con la Uefa»,ma la situazione è comunque pericolosa. Già il 14 dicembre 2018 la Camera giudicante, per il triennio 2014-2017, aveva inflitto al Milan 12milioni di euro di multa, limiti alla rosa nelle coppe europee 2019-2020 e 2020-2021 e la necessità di raggiungere il pareggio del bilancio entro il 30 giugno 2021. Per questa decisione in via Aldo Rossi si sono appellati al Tas di Losanna, che non ha ancora fissato la data del dibattimento. Tra Uefa e Milan non c’è dialogo, si rischia il muro contromuro,ma il club cosa rischia? Altre sanzioni, sempre più pesanti. Sullo sfondo resta anche l’esclusione dalle coppe europee.
Quel talento sregolato che piace anche a Totti
IL MESSAGGERO - SATTA - Un successo c'è già: è la benedizione del Capitano. «Abbiamo mostrato il film in anteprima assoluta a Francesco Totti. E lui, alla fine, ci ha detto di aver riconosciuto il mondo del calcio. Alla proiezione c'era anche la moglie Illary che aveva gli occhi lucidi e ci ha scritto poi un bellissimo messaggio. Porteremo al cinema il nostro primogenito Christian, capirà molte cose, ci ha promesso la coppia d'oro del calcio italiano. Se Totti avesse bocciato il nostro lavoro, avremmo rinunciato a uscire nelle sale», raccontano ancora emozionati i registi Sydney Sibilia e Matteo Rovere che questa volta hanno il ruolo di produttori: il loro film Il campione, diretto dall'esordiente Leonardo D'Agostini, interpretato magnificamente da Stefano Accorsi e Andrea Carpenzano, sbarcherà nei cinema il 18 aprile. E sarà destinato a portare una ventata di originalità e professionalità nel cinema italiano, troppo spesso ripetitivo e penalizzato da sceneggiature zoppicanti.
L'AMICIZIA «Abbiamo voluto raccontare la storia di una rockstar: e in Europa le vere rockstar sono i calciatori», spiega il regista, romano «e romanista», 41 anni. Storia di formazione, ritratto di una bella amicizia, scambio di esperienze e sentimenti, il film ruota intorno a un attaccante della Roma, giovanissimo e arrogante, vergognosamente ricco e viziato (il 23enne Carpenzano) che, dopo l'ennesima bravata, una rissa in discoteca, viene costretto dalla Società sportiva a studiare con un professore (Accorsi, 48) incaricato di ripulirgli l'immagine, farlo studiare e portarlo a prendere la maturità. I due sono diametralmente opposti: il ragazzo, che quanto a sparate sembra un mix tra Mario Balotelli e Antonio Cassano, vive circondato di modelle e scrocconi in una villa faraonica, ha il garage pieno di Lamborghini e Ferrari mentre il suo precettore è dimesso, riservatissimo e provato dalla vita. Scopriremo che si porta dietro un doloroso segreto. Ma dopo le prime diffidenze si stabilirà tra loro un profondo legame fatto di complicità, comprensione reciproca, amicizia indistruttibile. E il giovane sarà pronto ad affrontare la sua sfida più difficile, che per una volta non si disputa sui campi di calcio. «Ho accettato di interpretare Il campione perché sono rimasto colpito dalla qualità della sceneggiatura», spiega Accorsi, «la storia descrive infatti un toccante e a volte doloroso rapporto tra un padre e un figlio. Anch'io, alle medie, ho avuto un paio di professori illuminati che mi hanno aperto gli occhi sul mondo».
LA SMANIA Carpenzano, romano di San Giovanni-Ostiense (l'abbiamo già visto in Tutto quello che vuoi e La terra dell'abbastanza) e anche romanista (ma lo ammette con un sospiro, dati i tempi), lunghi capelli e orecchino, confessa che all'inizio non avrebbe voluto interpretare il film: «Non so giocare a pallone e non mi riconoscevo nel mio personaggio, abituato a vivere sopra le righe e affamato di successo come tanti idoli del calcio», racconta. «Io non sono così, non ho la smania di arrivare. Ma poi il regista e i produttori mi hanno convinto e ora sono molto contento dell'esperienza».
TRIGORIA Il film (interpretato anche da Massimo Popolizio, Anita Caprioli, Ludovica Martino, Mario Sgueglia, Camilla Semino Favro) si svolge in buona parte a Trigoria, la mitica sede della Roma A. S. «Le riprese si sono svolte d'estate, quando i calciatori erano in vacanza», raccontano Sibilia e Rovere. «La Società ha suggerito delle piccolissime modifiche al copione e poi ci ha aperto generosamente le porte». Emozione nell'emozione: «Abbiamo girato nelle docce, negli spogliatoi, nelle palestre dei veri campioni», aggiunge D'Agostini. «L'entusiasmo della Roma ha poi contagiato altre squadre come Chievo, Fiorentina, Pisa e Sassuolo che hanno accettato di comparire nel film».
Champions League, Ajax-Juventus: fermati 120 tifosi bianconeri
IL MESSAGGERO - NIJHUIS - Gli ultrà italiani, quando si mettono in viaggio, cercano comunque di farsi riconoscere. Apprensione per il prepartita di Ajax-Juventus molto caldo ad Amsterdam, dove prima un centinaio di tifosi della Juventus sono stati fermati dalla polizia e poi una frangia di hooligan locali ha ingaggiato scontri con la polizia nelle immediate vicinanze dello stadio. Il gruppo degli italiani posti in stato di fermo, era in possesso di fuochi d'artificio, manganelli, spray al peperoncino e un coltello e si trovava nelle vicinanze della Johan Cruijff Arena, dove si è disputata l'andata dei quarti di finale di Champions. Sempre stando alla ricostruzione dei media olandesi che citano fonti vicine alle forze dell'ordine, i tifosi bianconeri sono stati fermati e trasferiti in autobus in un centro di detenzione. La notizia dell'avvenuto fermo degli juventini è stata data in Italia dal ministro dell'Interno Matteo Salvini che, in diretta Facebook, ha riferito di 120 supporter bianconeri fermati perché «avevano oggetti non esattamente appropriati per andare ad uno stadio». Salvini si è poi rivolto ai tifosi che si trovavano nella capitale olandese invitandoli a «tenere la testa sulle spalle». «Il calcio è bello, lo sport è bello - ha aggiunto - però a mani pulite a volto pulito senza far casino, mi raccomando». In serata gli ultrà sono stati poi rilasciati con il foglio di via immediato.
I FATTI La situazione sarebbe degenerata quando un folto gruppo di ultrà juventini avrebbe acceso fumogeni ed esploso petardi nelle vicinanze dello stadio, scatenando la reazione della polizia olandese che ha risposto con gli idranti. Molti tifosi bianconeri, inoltre, sarebbero arrivati in Olanda senza possedere il biglietto per la partita. La polizia è intervenuta anche in metropolitana dove sono stati trovati tifosi che portavano bastoni, mazze di ferro, bombolette di spray urticante e altri oggetti atti all'offesa. A collaborare con la polizia olandese anche agenti della Digos della Questura di Torino, partiti al seguito dei tifosi bianconeri. Tremila quelli con regolare biglietto per il settore ospiti (61 euro il prezzo del tagliando. Costerà 75 quello per l'Allianz Stadium al ritorno), cinquemila il numero approssimativo reale compresi i senza tagliando e il rischio di disordini era quindi elevato.
HOOLIGAN OLANDESI Le due tifoserie non sono mai venute a contatto, ma ad innalzare la tensione nei pressi dello stadio hanno contribuito gli hooligans dell'Ajax. È stata un'ora molto calda che ha costretto la polizia a ricorrere all'uso di idranti e lacrimogeni e a utilizzare le squadre a cavallo per disperdere i più violenti. All'arrivo degli autobus con le due squadre, la situazione era tornata alla normalità e quasi tutti i tifosi della Juventus erano già stati fatti entrare nel settore dell'Arena destinato a loro. Tifosi olandesi abbastanza scatenati anche martedì notte: un gruppetto di ultrà dell'Ajax ha infatti esploso petardi vicino allo stadio dove era in ritiro la Juventus per disturbare il sonno di Cristiano Ronaldo e compagni («Ma i miei giocatori non dormono lo stesso», aveva sdrammatizato Allegri in conferenza stampa). I tifosi dell'Ajax sono stati affrontati nei pressi dello stadio dalla polizia a cavallo che, con lacrimogeni e idranti, ha disperso i facinorosi. Non si segnalano feriti.