Figo: "Zaniolo? Grandissimo". E Di Biagio: "Il futuro? Lo sa lui"
GAZZETTA - La Roma vorrebbe che ci fosse silenzio intorno a lui, ma Nicolò Zaniolo continua a essere al centro di mille voci, tra mercato e programmi sul futuro. Ieri, nell’ordine, ne hanno parlato Figo e Di Biagio. Queste le parole del portoghese: “È un grandissimo, credo che abbia qualità. Deve seguire il suo cammino per fare una grande carriera. Il Real su di lui? Non seguo il mercato. Però quando si tratta di un giocatore bravo, le grandi squadre lo vogliono acquistare“. (...) In serata poi sono arrivate anche le dichiarazioni del c.t. dell’Under 21: “Zaniolo è un grande giocatore ed è esploso in maniera incredibile – dice a Sky -. Se resta alla Roma? Quello che farà Zaniolo lo deve sentire lui“.
Ed è di nuovo amore: in 40mila contro l'Udinese
GAZZETTA - Il successo di Genova, l’orario comodo (sabato alle 18) e i prezzi popolari: la Roma spera che contro l’Udinese l’Olimpico possa essere un valore aggiunto. Per adesso sono già 30mila i tifosi che sicuramente andranno a vedere la partita contro la squadra di Tudor nel fine settimana. La sensazione è che si possa arrivare a quota 40mila; non tantissimi ma neppure pochi mettendo in conto i mesi a dir poco complicati vissuti dai giallorossi. (...) La squadra di Ranieri ha bisogno del supporto dei propri tifosi, che anche grazie alle richieste dell’allenatore romano hanno portato avanti una contestazione molto più leggera rispetto al passato, per centrare un quarto posto che ora sembra possibile.
Ranieri a caccia di un terzino
IL TEMPO - BIAFORA - Emergenza in difesa. Dopo aver perso Santon per una lesione miotendinea al bicipite femorale sinistro (oltre un mese di stop), la Roma dovrà fare a meno di Karsdorp. Ieri pomeriggio l'olandese, costretto ad uscire in anticipo dal campo con la Samp, ha svolto gli esami strumentali per verificare l'entità dell’infortunio e il responso è stato piuttosto pesante. A causa di una lesione al bicipite femorale destro il laterale difensivo sarà costretto a restare lontano fuori per almeno tre-quattro settimane. L'obiettivo è recuperarlo per la Juventus, ma adesso la testa di Ranieri è focalizzata sull’Udinese. Per l'impegno di sabato, al momento, il tecnico giallorosso non ha terzini destri a disposizione, visto che Florenzi non è ancora rientrato in gruppo e nel primo allenamento settimanale si è limitato ad un lavoro individuale. Il numero 24, infortunatosi al polpaccio durante l’ultimo impegno con la Nazionale, sta migliorando ogni giorno e non è azzardato ipotizzare un suo recupero per la sfida ai friulani. Florenzi, per forza di cose, non sarà al massimo della condizione fisica e se giocherà lo farà stringendo i denti. Con la squalifica di Kolarov sulla sinistra agirà Juan Jesus, pronto a scalare sulla fascia opposta in caso di emergenza a gara in corso. Il reparto sarà completato da Manolas e Fazio, autori di un'ottima prova a Marassi, con Marcano unico difensore in panchina (è probabile la chiamata di qualche giovane della Primavera di De Rossi). Per quanto riguarda gli altri infortunati, ci sono chance di vedere Perotti e Pastore nella lista dei convocati: entrambi saranno valutati giorno per giorno dallo staff medico e si cercherà di portarli almeno in panchina. Tutto ok per Under, che sabato scorso era rimasto a guardare i proprio compagni per una lombalgia. Il turco sta faticando più del previsto a rivedere la luce dopo la lunga assenza dai campi e, considerato l'ottimo momento di Zaniolo, è destinato ancora una volta a restare fuori dai titolari. In attacco dovrebbero tornare dal primo minuto Dzeko ed El Shaarawy, elogiato a gran voce da Ranieri per i recuperi difensivi contro i blucerchiati.
Barcellona un anno dopo
IL TEMPO - BIAFORA - E un anno dopo è cambiato tutto. Domani saranno passati esattamente 365 giorni di Roma-Barcellona, punto più alto della recente storia romanista. Dell’entusiasmo e della magia di quella sera, con la qualificazione alla semifinale di Champions, è rimasto però ben poco. Le strade della Capitale erano piene di tifosi scatenati tra cori, urla, fumogeni e festeggiamenti, a cui sì era aggiunto anche Pallotta , autore di un indimenticabile tuffo nella fontana di Piazza del Popolo. La sbronza collettiva causata dalla decisiva rete di Manolas ha illuso tutta la piazza, lasciando postumi più che dolorosi. Allora la Roma occupava il terzo posto in classifica in coabitazione con la Lazio, a più uno dall'Inter, e sulla panchina era seduto Di Francesco, considerato il leader della squadra e un allenatore visionario per l’idea di rimontare il ko dell'andata con un'inedita difesa a tre. Al suo fianco, alla guida della direzione sportiva, c’era Monchi, dirigente arrivato appena un anno prima e apprezzato per la capacità di dare un'impronta immediata nel confronto quotidiano con i giocatori. Di quella gioia, di quello spirito di gruppo e di molti dei protagonisti di quella splendida nottata si sono perse le tracce ad un anno di distanza. Di Francesco, che ha vissuto tutta l’attuale stagione in bilico tra l’esonero ela conferma, è stato mandato via dopo l'eliminazione contro il Porto e al suo posto è stato richiamato Ranieri. In rapida successione Monchi ha deciso, di comune accordo con la società, di rescindere il contratto e poi di tornare al Siviglia. Il presidente Pallotta è invece assente da Roma dall’ 11 giugno del 2018 e non sono previsti viaggi a breve giro di posta. Guardando alla squadra di quel ritorno dei quarti di finale di Champions, oggi in rosa ci sono ben dieci dei tredici giocatori che hanno calcato il terreno di gioco per la storica impresa. Gli eroi e goleador del 10 aprile, Dzeko, De Rossi e Manolas, sono tutti alloro posto. Dei titolari col Barca sono solo in tre ad aver lasciato la maglia giallorossa: Alisson si è accasato al Liverpool per 72,5 milioni totali, Nainggolan è finito nel mega-scambio con l'Inter che ha coinvolto anche Santon e Zaniolo, infine Strootman ha firmato per il Marsiglia ad agosto inoltrato. Dei calciatori in panchina sono andati via Gonalons, Bruno Peres, Skorupski e Gerson, sostituiti dai dodici acquisti estivi di Monchi. Ritornando all'attualità la Roma di Ranieri staziona in sesta posizione in classifica, alle spalle di Inter, Milan e Atalanta, davanti alla Lazio di due lunghezze (i biancocelesti devono però recuperare una partita). Il futuro, sperando di raggiungere l'accesso all'Europa che conta, prevede una rivoluzione estiva: arriveranno l’ennesimo allenatore e un nuovo direttore sportivo, tanti calciatori andranno via e tanti altri sbarcheranno tra Fiumicino e Ciampino. L'auspicio dei tifosi è quello di rivedere una squadra in grado di regalare una nuova notte di ordinaria follia e di rivivere quelle emozioni indelebili.
È sempre emergenza in difesa: Karsdorp out, Florenzi ci prova
GAZZETTA - Se non ci fosse stata un’emergenza, Alessandro Florenzi contro l’Udinese non avrebbe sicuramente giocato. Invece, adesso, il vice capitano della Roma proverà a forzare per essere in campo visto che, dopo Kolarov (squalificato) e Santon (infortunato) è arrivato anche il responso per Karsdorp. L’olandese è alle prese con l’ennesimo infortunio del suo calvario romano: lesione al bicipite femorale destro, almeno quattro le settimane di stop (...) e Florenzi dovesse farcela, ma è molto complicato, giocherà lui a destra, Juan Jesus a sinistra e la coppia Fazio-Manolas al centro. Se, invece, non dovesse recuperare dalla lesione al polpaccio, a destra andrebbe Juan Jesus (che ci ha già giocato due anni fa contro l’Inter), a sinistra invece Marcano. Quattro centrali, gli esterni out, la speranza che il centrocampo, dove dovrebbe essere confermato De Rossi, dia una mano e la squadra mostri la stessa compattezza di Genova. (...)
Il futuro del calcio capitale
CORRIERE DELLA SERA - Un anno fa la Roma preparava la notte magica contro il Barcellona, in Champions, e aveva 9 punti in più in campionato dopo 31 giornate. La Lazio era +8 in 30 partite (il 17 aprile dovrà recuperare quella contro l’Udinese) e aveva un piede nelle semifinali di Europa League dopo il 4-2a l Salisburgo, che avrebbe però ribaltato il risultato il 12 aprile (4-1). (...) Detto che la stagione della Roma è più deludente di quella della Lazio-che ha anche vinto l’ultimo derby 3-0-rimane una domanda: dobbiamo aspettarci due ridimensionamenti? Il presidente giallorosso James Pallotta pensa giustamente allo stadio di proprietà come volano per aumentare i ricavi. Ma non può essere l’unico obiettivo, così come non sarebbe una strategia vendere Manolas e Under per trattenere Zaniolo. Si vince aumentando la qualità, non sostituendo giocatori sperando di non sbagliare. (...)
Totti e Figo, «Notte dei Re» il 2 giugno
CORRIERE DELLA SERA - Francesco Totti e Luis Figo saranno i capitani ma non gli unici campioni che il 2 giugno, sul Centrale del Foro Italico, si sfideranno nella «Notte dei Re», presentata ieri a Roma. L’evento è patrocinato dal Coni (presente il presidente Giovanni Malagò) e l’incasso sarà devoluto in beneficenza all’Ospedale Bambino Gesù per la realizzazione dell’Istituto dei Tumori e dei Trapianti. Parteciperanno tanti campioni del passato: Candela e Pirlo i nomi svelati da Totti, Casillas quello annunciato dal portoghese (...) «Per quello che ha fatto in campo, Francesco avrebbe meritato di vincere il Pallone d’Oro», è stato il sincero riconoscimento di Figo. (...)
Non è ancora il momento del «Tutti a casa»
CORRIERE DELLA SERA - A metà di Samp-Roma mi è apparso un flash: la scena finale di «Tutti a casa» di Comencini, quando Alberto Sordi - alias sottotenente Innocenzi - in rotta verso Sud dopo lo sfaldamento dell’esercito seguito all’8 settembre assiste impotente all’uccisione dell’amico Ceccarelli per mano dei tedeschi, durante la rivolta popolare di Napoli (...) L’attimo che fa decidere al soldato Sordi che non tutto è finito e lo porta ad unirsi ai partigiani contro i nazisti perché «non si può stare sempre a guardare» Con le molto dovute proporzioni, dopo un campionato sconcertante e il rompete le righe davanti a Spal e Napoli, è arrivata anche per la Roma l’ora in cui tutto può riprendere un senso. Almeno per riconciliarsi con se stessi e con il pubblico. Mancano 7 giornate. E no, «non si può stare sempre a guardare».
Omicidio Esposito, i giudici: «De Santis voleva uccidere»
IL MESSAGGERO - ALLEGRI - Nessuna legittima difesa: quando ha sparato verso il tifoso napoletano Ciro Esposito, l'ultrà della Roma, Daniele De Santis, ha esploso cinque colpi «ad altezza uomo». È scritto nelle motivazioni con cui la Cassazione, il 25 settembre scorso, lo ha condannato a 16 anni di carcere per l'omicidio di Ciro. Per i giudici, «De Santis aveva provocato la situazione di pericolo» e «aveva poi assunto una reazione non proporzionata all'offesa». Ha sparato più colpi «in rapida successione» e quattro proiettili hanno colpito e ucciso la vittima, a Roma, poco prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli, nel maggio 2014. Confermando la sentenza d'Appello, la I sezione penale sottolinea che ci fu «un contatto fisico» tra il giovane napoletano e De Santis. Probabilmente Ciro aveva dato un pugno all'ultrà che, cadendo, si era rotto una gamba. Il sangue del romanista era finito sul cappellino di Ciro e sulla pistola usata per uccidere.
LA RISSA - I giudici respingono la tesi della legittima difesa sostenuta dei legali dell'imputato: secondo la Cassazione, gli spari non erano stati una risposta all'aggressione fatta da un gruppo di napoletani. La rissa, infatti, sarebbe scoppiata dopo l'esplosione dei colpi. De Santis, si legge nella sentenza, «si trovava a fronteggiare un gruppetto sparuto di tifosi disarmati». Non solo. Per gli ermellini, l'ultrà «aveva provocato una situazione di pericolo, scagliando oggetti contro il pullman dei napoletani, mettendo in conto una possibile reazione». L'uso dell'arma «fu posto in essere deliberatamente», sottolineano ancora i giudici. De Santis, infatti, «non si servì della pistola per dissuadere i soggetti che si avvicinavano. Né sparò in aria per intimorirli. Sparò ripetutamente e ad altezza d'uomo».
«Sapevamo già com'erano andate le cose, ce lo ha raccontato Ciro. Una parte di giustizia è stata fatta. È stato un omicidio volontario», ha commentato Antonella Leardi, madre di Esposito.
Rincorsa Capitale: fattore Ranieri, esperto di rimonte. Ma c'è il rebus infortunati
LEGGO - BALZANI - Fino a sabato sembrava un'impresa, una settimana era quasi fantascienza. Invece la risalita della Roma, complici le cadute improvvise della concorrenza e la vittoria di Genova, ha riportato i giallorossi a -1 dal 4° posto e tante speranze di centrare la qualificazione in Champions per il quinto anno consecutivo proprio quando tutto sembrava perduto. De Rossi e compagni possono contare su una garanzia in tema di rimonte: Claudio Ranieri. Il tecnico, chiamato il 7 marzo a sostituire Di Francesco, non è nuovo a imprese in corsa. Nel 2000 prese il posto di Vialli e portò il Chelsea in Europa lanciando ex giovani come Terry, Lampard e Gallas. Poi ci sono le rimonte italiane: la miracolosa salvezza col Parma nel 2007 e il quasi scudetto con la Roma nel 2010. Esperienza è la parola chiave, non solo per quel che riguarda Ranieri. Il club giallorosso è abituato a lottare per le prime posizioni e ha recuperato giocatori esperti in questo campo come De Rossi, Kolarov o Manolas. Poi c'è il calendario che strizza l'occhio. Trasferta con l'Inter a parte (20 aprile, e possibilità di accorciare anche sui nerazzurri) gli impegni sono tutt'altro che proibitivi. In casa: Udinese, Cagliari, Juve (già campione) e Sassuolo. In trasferta Genoa e Parma. Partite morbide, ma solo sulla carta. Perché la Roma - e qui passiamo alle dolenti note - ha dimostrato di avere crolli improvvisi anche dopo segnali confortanti di ripresa. È accaduto a ottobre e febbraio. Proseguono anche gli infortuni muscolari figli di una condizione fisica allo stremo. Quello di Karsdorp è il 45° stop muscolare in stagione: lesione al bicipite femorale e tempi di recupero tra i 20 e i 30 giorni. Poi c'è la classifica in salita. In questo momento Milan e Atalanta sono avanti di un punto ma, visti gli scontri diretti e la differenza reti, i punti virtuali sono due. Alle due lombarde potrebbe aggiungersi la Lazio se dovesse vincere il recupero con l'Udinese.
Nella qualificazione in Champions spera ovviamente Totti che ieri, al fianco di Figo («Ti ho rubato il Pallone d'Oro, lo meritavi», ha scherzato il portoghese), ha presentato la partita amichevole La Notte dei Re che si giocherà il 2 giugno al Foro Italico con incasso devoluto al Bambin Gesù. Parteciperanno Cassano, Pirlo, Rivaldo e molti altri.
Stadio della Roma, la revoca costerebbe troppo. Meglio un commissario ad hoc
IL TEMPO - MAGLIARO - L'Avvocatura comunale è stata nettissima: l'ipotesi di annullamento d'’ufficio {o in autotutela) della Delibera Raggi sul pubblico interesse alla costruzione dello Stadio della Roma di Tor di Valle non è una strada percorribile. I 18 mesi che la legge identifica come il termine massimo entro cui il Comune può esercitare questo diritto sono trascorsi (11 dicembre 2018) e non è intervenuto nessun fatto, ignoto prima, che possa giustificare la deroga a questo termine.
DELIBERA GRANCIO-FASSINA
È questa la posizione ufficiale degli Avvocati del Campidoglio ed è stata illustrata ai Consiglieri 5Stelle nella riunione della scorsa settimana che era stata convocata per esaminare la proposta di delibera Grancio/Fassina che chiede proprio l’annullamento d'ufficio della Delibera Raggi. Spazio per accogliere quella delibera non c'è.
REVOCARE NON È GRATIS
Esiste, però, una componente - sono sempre da 3 a 5 i consiglieri comunali contrari allo Stadio - degli eletti grillini che vorrebbe cassare il progetto. La strada che l'Avvocatura indica come difficile, ma ipoteticamente percorribile, è quella delle revoca. Solo che la revoca ha dei costi. Che non è ancora possibile quantificare. In sostanza, gli Avvocati del Comune hanno spiegato: la legge 241 del 1990 prevede la possibilità di revocare il pubblico interesse. Ma è una strada stretta: la revoca va istruita e, soprattutto, fortemente motivata. E comunque è alto il rischio che non sia affatto gratis come qualcuno si è incautamente affrettato a dire. In realtà, nelle analisi affrontate, ancora non è stato chiarito se sia possibile
“utilizzare” l'arresto di Parnasi come elemento di colpevolezza nel provvedimento di revoca, né quale sia l’esatta portata dei diritti acquisiti dalla Roma e quali risarcimenti questi potrebbero provocare. Perché un dato è sicuro: la revoca non è gratis e la legge prevede che vi sia un indennizzo parametrato al danno emergente. A oggi la Roma ha dichiarato di aver già speso fra i 75 e gli 80 milioni di euro, ma bisognerebbe vedere il danno d'immagine o gli eventuali danni patrimoniali quanto potrebbero “cubare”. Altro dettaglio che per qualche consigliere non è ancora chiaro: la delibera di revoca necessita di un iter complesso (non dissimile da quello seguito per quella di pubblico interesse) che prevede una condivisione del processo con il soggetto proponente. Iter che, qualora i consiglieri decidessero in questo senso, dovrebbe essere completato prima di quello che dovrebbe portare al voto per variante e convenzione urbanistica.
ANCORA LAVORI TECNICI
I lavori tecnici preparatori di Variante e Convenzione vanno avanti senza particolari scossoni. Da quanto trapela, rimane confermata la possibilità che questa fase si concluda per fine mese e questo fatto, unito alle reiterate dichiarazioni del sindaco Virginia Raggi e del facente funzione di presidente del Consiglio comunale Enrico Stefàno, lascia sostanzialmente tranquilla la Roma circa l’incluttabilità dcl la conclusione positiva dell’iter. Anche perché se il Campidoglio intendesse seriamente percorrere la strada della revoca dovrebbe interrompere questi incontri tecnici e avviare, come da legge, quelli per cancellare il tutto.
IL TAR
Nessuno ha intenzione di forzare i tempi o di alzare il livello della tensione. Anzi, sì argo-
menta in casa giallorossa, le fibrillazioni politiche tutte interne ai Cinque Stelle sono questioni della maggioranza grillina e non spostano i fatti. Tuttavia, nonostante sia ritenuta un'ipotesi assolutamente residuale, si studia anche la possibilità di rivolgersi al Tar per la nomina di un commissario «ad acta» nel caso in cui, terminati positivamente i colloqui preparatori, la Raggi tentennasse troppo nel portare al voto in Consiglio comunale i vari testi. Perché c’è il voto su variante e convenzione urbanistica con la Roma, ma c'è anche da votare i testi delle convenzioni urbanistiche che il Comune sta concludendo con la Città Metropolitana perla via del Mare/Ostiense e con la Regione per la ferrovia Roma-Lido di
Ostia. Due atti che dovranno essere votati prima degli altri perché entreranno a far parte del più globale accordo fra tutti gli attori di questo procedimento complesso.
VARIANTE ATTO-DOVUTO
A sostegno della posizione della Roma sui «diritti acquisiti» c'è un altro dettaglio: tutti i vertici tecnici capitolini (segretariato generale, avvocatura, dipartimento urbanistica) ritengono che la variante urbanistica debba essere considerata un atto dovuto: la discrezionalità formale dei Consiglieri comunali nell’esprimere il voto si sarebbe esaurita
quando essi hanno espresso il voto favorevole alla delibera di pubblico interesse a giugno 2017. Tutti elementi che lasciano tranquilla la società giallorossa.
Totti ricarica la sua Roma: "I nostri azzurri sono il futuro"
GAZZETTA - Magari non gli avrebbe dato il suo, ma un altro sicuramente sì. Perché tra un Pallone d’oro vinto e uno solo accarezzato c’è un abisso. A volte colmo di ingiustizie. Esattamente quelle che non hanno mai permesso a Francesco Totti di vincere il trofeo che ha invece portato a casa Luis Figo. E che per la stella portoghese Totti avrebbe avuto pienamente diritto a esporre nella sua bacheca personale. «Francesco lo avrebbe meritato davvero – dice Figo alla presentazione de La Notte dei Re, la partita tra leggende che si giocherà il 2 giugno a Roma, al Foro Italico – A volte il Pallone d’oro lo si vince per la fortuna del momento, a volte non conta neanche quello che fai negli anni ma alcune condizioni che non puoi davvero controllare». (...) E lì Francesco si è raccontato tramite BeIn Sports. «Da dirigente è un lavoro diverso, più difficile per alcuni versi, ma lo faccio come se facessi ancora il calciatore – ha detto –. Del campo non mi manca niente, perché vado tutti i giorni a Trigoria e sto sempre con la squadra. L’unica cosa che mi manca è spogliarmi la domenica». Poi i ricordi, almeno quelli più belli: lo scudetto e il Mondiale («Indimenticabili: il mio sogno da bambino e qualcosa di eccezionale»), gli allenatori («All’inizio avevo paura di Zeman, poi ho scoperto una persona vera e sincera. Capello? Un vincente» (...) Poi, però, Totti è andato sull’attualità. Che in Italia non può trascendere dalla Juventus, la squadra che sta per vincere l’ottavo titolo di fila. «Speriamo che dal prossimo anno questa scia di vittorie possa fermarsi, anche se sarà dura, la Juventus è strutturata per vincere. Va presa come esempio, è forte in tutto. Ha uno stadio, ha più disponibilità, può vendere e comprare e rispetto ad altre è facilitata. È la migliore in Italia e una delle migliori in Europa. Ha comprato Ronaldo, l’obiettivo penso sia vincere la Champions». Già, esattamente dove la Roma punta invece a restare il prossimo anno. E per farlo si affida anche ai suoi tanti azzurri. «Mancini sta facendo un buon lavoro con la nazionale, per fortuna tra i tanti talenti che ha ci sono anche molti romanisti: Cristante, Pellegrini, El Shaarawy, Florenzi e Zaniolo. Giocatori fondamentali per la Roma e per la Nazionale. Che deve tornare sul tetto del mondo» (...).