Bavagnoli, all. Roma femminile: "Risultato dell'andata non ci deve far pensare di avere la qualificazione in tasca"

Elisabetta Bavagnoli, allenatrice della squadra femminile giallorossa, ha parlato ai microfoni di Roma Tv alla vigilia del match di Coppa Italia contro la Roma CF. Queste le sue dichiarazioni:

Il risultato largo dell’andata non ci deve far pensare di avere la qualificazione in tasca, non dovremo abbassare la guardia. Abbiamo delle infortunate, quindi anche domani ci sarà turnover. Dopo la partita di domani ci saranno 20 giorni di pausa che ci permetteranno di lavorare sui recuperi delle infortunate e di andare a recuperare le energie sia dal punto di vista fisico e mentale. Vedere così tante giocatrici convocate delle nazionali è motivo di grande orgoglio“.


Champions League. Doppio 0-0 in Lione-Barcellona e Liverpool-Bayern Monaco

Questa sera, si sono disputate altre gare di Champions League dopo quelle delle settimana scorsa ed in attesa delle sfide di domani tra Atletico Madrid e Juventus ed il Manchester City di Guardiola che ospiterà lo Schalke 04. Ad Anfield Road, il Liverpool non va oltre il pareggio contro il Bayern Monaco e dovrà quindi segnare e non perdere al ritorno se vorrà passare il turno. Stesso risultato al Parc OL, con i padroni di casa del Lione che resistono all'assalto del Barcellona di Messi. Anche qui, tutto rimandato all'incontro al Camp Nou.


L'ora di Justin

INSIDEROMA.COM – SARA BENEDETTI – La partita che andrà in scena questa sera tra Roma e Bologna diventa fondamentale per il proseguio della stagione giallorossa. Il Milan dopo la vittoria fuori casa contro l’Atalanta sembra essere sempre più lanciato verso il quarto posto ma la classifica dice che la distanza tra i i capitolini ed i rossoneri è di appena quattro punti (la Roma ha una partita in meno, quella con il Bologna ndr). La situazione infortuni non è delle migliori ma ormai i tifosi della Roma ci hanno fatto il callo. E’ infatti dall’inizio della stagione che strappo qui, distorsione lì, e ancora, problemi al ginocchio di rito, la formazione di Eusebio Di Francesco è rimaneggiata. Contro il Bologna non c’è eccezione a questo filo conduttore che per ora ha caratterizzato la stagione del club di Trigoria ed ecco che in attacco è “emergenza”. El Shaarawy non al meglio, come spiegato dallo stesso allenatore nella conferenza stampa di rito nella giornata di ieri e Cengiz Under appena recuperato dopo lo stop di un mese, sommati all’assenza di Schick a causa di un problema al flessore sinistro, aprono le porte della titolarità ad uno di quelli che il campo, almeno dal primo minuto, lo ha visto davvero poco: Justin Kluivert.

LA GIUSTA OCCASIONE – L’olandese classe ’99 arrivato dall’Ajax durante il mercato estivo, ha dovuto abituarsi nei suoi primi mesi italiani ad un ritmo calcistico totalmente diverso rispetto a quello che si respira dalle parti di Amsterdam. Spazi di gioco più ristretti e difese ben più chiuse rispetto a quelle di VVV Venlo, Vitesse e Zwolle, per dire e non ce ne vogliano. Per ora quando è stato chiamato in causa da Di Francesco, il più delle volte Kluivert è sceso in campo sulla fascia destra, andando a rimpiazzare o a sostituire a partita in corso Cengiz Under. Un ruolo non naturale per un destro come Justin che all’Ajax aveva infatti giocato quasi sempre sulla corsia opposta. Diciotto partite totali giocate in Serire A, per lo più a spezzoni, condite da un gol e tre assist, ai quali va inoltre sommato un gol in Champions League nelle sue cinque apparizioni europee in giallorosso. Ci si poteva aspettare di più fino ad ora? Forse sì, forse no, o forse ancora, non è neanche troppo giusto starselo a chiedere per un ragazzo di appena 19 anni alla sua prima stagione in Italia. Con il Bologna la grande occasione per farsi vedere, dopo le parole di Di Francesco che ieri a Trigoria ha spiegato: “Justin sta bene, mi piace molto come sta interpretando gli ultimi allenamenti, con il Bologna ci sarà dal primo minuto”. Un’occasione da non farsi scappare, per lui e per la Roma, per una gara che ha in palio molto più dei tre punti, dopo la vittoria del Milan e allo stesso tempo le sconfitte di Atalanta e Lazio. Uno sguardo alla Champions, per uno figlio di chi la Champions, il papà Patrick, l’ha vinta. E’ arrivata l’ora di Justin.


Di Francesco: «Il Milan è la squadra da battere»

MESSAGGERO - CARINA - Una zona Champions da conquistare. Perse al momento per strada Lazio e Atalanta, Di Francesco non ammette distrazioni: «Abbiamo speso tanto con il Porto siamentalmente che fisicamentema quella partita deve essere un punto di partenza e non di arrivo. I progressi dobbiamo portarli avanti anche con il Bologna». Il 23 settembre, proprio il ko contro la squadra rossoblù, ha rischiato dimettere la parola fine alla sua esperienza a Trigoria. «Quanto accaduto all’andata è un ricordo non bello. Hanno comunque cambiato allenatore, tanti giocatori nuovi e lavorano in maniera differente rispetto a prima».

Intanto il ritorno al 4-3-3 sembra aver regalato più compattezza alla Roma: «Il centrocampo a tre regala maggior copertura, il sistema di gioco può aiutare. L’importante è avere una mentalità giusta, ora difendiamo meglio e la linea difensiva lavora meglio». Modulo che garantisce la presenza in campo di uno soltanto tra De Rossi e Nzonzi: «Non ricominciamo a parlare di titolari e panchinari - supplica il tecnico - È giusto avere tanti giocatori. Nzonzi può giocare omeno, come vale per tutti, è la normalità. Kluivert? Si sta adattando, alti e bassi fanno parte della crescita». Chi sicuramente è cresciuto è ilMilan: «Complimenti a loro, hanno dimostrato grande compattezza. Paquetà e Piatek hanno dato nuova linfa alla squadra».


Riecco Perotti: all’andata l’unica presenza da 90 minuti

LEGGO - BALZANI - Contro il Bologna, all’andata, Perotti ha giocato l’unica partita da 90’ di questo campionato. Questo per rendere l’idea sulle enormi difficoltà incontrate dall’argentino in questa stagione. Ben quattro gli infortuni che hanno colpito: caviglia, flessore e polpaccio. L’ultimo stop il più duro di tutti: doveva giocare da capitano con l’Entella in Coppa Italia, si è fatto male nel riscaldamento ed è rimasto fuori altre 4 settimane.

Oggi tornerà all’Olimpico, in panchina. Con la speranza, magari, di mettere qualche minuto nelle gambe. L’obiettivo è chiaro: poter aiutare la squadra sabato prossimo a Frosinone e, soprattutto, esserci nella settimana di fuoco contro Lazio e Porto. Di Francesco lo aspetta, lui non aspetta altro perché, come ha detto suo padre Hugo: «Diego vuole fare bene e terminare il suo contratto con la Roma». Se ci riuscirà è tutto da dimostrare, ma non è tempo questo per pensare al futuro. Il presente è troppo importante. Il passato invece, a partire dalla pessima prova contro il Bologna un girone fa, va solo dimenticato.


Sprint per il 4° posto, Roma obbligata a battere il Bologna

LEGGO - BALZANI - È passato un girone, e forse pure la crisi. Quella aperta lo scorso settembre con la sconfitta per 2-0 a Bologna che scatenò l'ira di Pallotta facendo traballare per la prima volta la panchina di Di Francesco. A non esserci stasera, nella rivincita dell'Olimpico, sarà però l'esonerato Pippo Inzaghi mentre Eusebio spera di «ripartire dalla bella prestazione col Porto» per restare agganciato al treno Champions. «Quest'anno i momenti si sono un po' alternati, abbiamo risalito la china e poi siamo tornati in basso - ha ammesso il tecnico - Adesso bisogna sbagliare il meno possibile. Quello dell'andata è un ricordo non bello però ci deve servire per non tornare indietro». Chi va avanti a passi spediti è Zaniolo: «Anche stavolta devo per forza di cose tenerlo in considerazione per il ruolo di esterno destro, perché è in dubbio anche El Shaarawy e già mancano Schick e Under. Ha preso un colpo all'anca. Per Nicolò faccio un appello generale: fatelo rimanere sereno. È un ragazzo di 19 anni, non deve avere addosso troppe responsabilità. Si è parlato anche di dargli la maglia numero 10. È un discorso di crescita, gli sta benissimo la 22 in questo momento».

Un giovane che non riesce a sfondare, invece, è Kluivert che potrebbe avere una nuova chance da titolare: «Viene da un contesto differente, alti e bassi fanno parte della crescita di questi ragazzi. A volte si subiscono le pressioni, guardano troppo i social e danno troppa importanza alle voci intorno a loro, ma invece dovrebbero ascoltare solo le voci all'interno di Trigoria. Justin si sta allenando molto bene in questo periodo». Dopo i complimenti al Milan per la vittoria di Bergamo («Paquetà e Piatek hanno dato nuova linfa»), Di Francesco si gode i ritrovati numeri difensivi: «Siamo più compatti e meno allungati. I tre a centrocampo danno un po' più di copertura ed è un vantaggio. Il sistema di gioco può aiutare, ma tutto è giusto quando ci sono la mentalità giusta e il modo giusto di difendere da squadra. De Rossi? Potrebbe giocare con Nzonzi, ma la gestione delle sue condizioni varia di giorno in giorno». Difficile possa essere del match dall'inizio mentre in difesa è ballottaggio tra Marcano e Juan Jesus. In attacco Dzeko cerca un gol in casa che in campionato manca dal 28 aprile scorso.


La Roma ha in mano il jolly

MESSAGGERO - TRANI - Questo weekend, appena finito, sicuramente andrà a incidere nella corsa alla zona Champions. Il 24° turno del campionato, però, si conclude stasera all’Olimpico: in campo la Roma che, nel monday night, ospita il Bologna e ha l’obbligo di rispondere alMilan quarto (da sabato a +4). E al tempo stesso di sfruttare i ko dell’Atalanta e della Lazio. I giallorossi non possono, dunque, sbagliare: contro le piccole hanno già buttato 13 punti nel girone d’andata. Perseverare, nella fase cruciale della stagione, sarebbe imperdonabile. Di Francesco, insomma, deve restare in scia di Gattuso e anche di Spalletti, ora più che mai individuati come i principali rivali da qui al traguardo per i 2 posti ancora non assegnati.

NUOVA CHANCE È la notte in cui c’è quindi la possibilità di staccare le altre pretendenti, mettendo in classifica un vantaggio di 3 punti sull’Atalanta e la Lazio. La Roma, però, non deve dare niente per scontato, soprattutto sottovalutando il Bologna, già capace di vincere il match del 23 settembre al Dall’Ara e dimettere in bilico Di Francesco. Tra l’altro la scelta di Saputo di puntare su Mihajlovic, dopo l’esonero di Pippo Inzaghi, sta pagando: 4 punti in 2 partite. Così, nonostante sia terzultimo in classifica e chiaramente decimato nella rosa (assenti lo squalificato Palacio e gli infortunati Lyanco, Mattiello, Orsolini, Destro e Gonzalez), va affrontato con la compattezza e la concentrazione mostrata contro il Porto. I giallorossi devono ripartire proprio dal match d’andata degli ottavi di Champions, anche per allungare la serie utile in campionato: 4 vittorie e 2 pareggi nelle ultime 6 partite.

EFFICACIA OFFENSIVA Di Francesco, pur avendo poca scelta davanti, punta proprio sull’alto rendimento dell’attacco nelle gare casalinghe: la Roma, all’Olimpico, ha festeggiato 28 gol in 11 partite, gli stessi realizzati dalla Juventus leader del torneo nelle sue 13 partite allo Stadium. Nessuno in serie A, sul proprio campo, ha la media dei giallorossi che, però, aspettano il 1° gol di Dzeko: il centravanti, in campionato, ha fatto centro (5 reti) esclusivamente in trasferta. Nella Capitale è a digiuno dal match contro il Chievo del 28 aprile, avendo lasciato il segno (5 gol) solo in Champions.

ROTAZIONE AL MINIMO L’intenzione di Di Francesco, e non solo per tenere il ritmo dell’ Inter e del Milan, è di riproporre più o meno la Roma che, nella prestazione e nel risultato, ha convinto martedì contro il Porto. Rientra Olsen in porta, riprendendosi il posto da titolare. L’altra novità diventa scontata per il quasi forfait di El Shaarawy che, frenato da un affaticamento muscolare al retto femorale, oggi farà un provino per andare almeno in panchina. Toccherà a Kluivert, come ha spiegato lo stesso allenatore, perché è l’unico attaccante rimasto a disposizione. Perotti, del resto, è appena rientrato tra i convocati (pure Celar tra i 22) e Under ancora out. Ecco che Zaniolo dovrà restare a destra, da esterno alto. Florenzi, al momento, rimane dietro, da terzino, cioè non avanza nè a destra nè a sinistra, come è successo in altre gare di questa stagione. Insomma, in partenza, sicuri solo 2 innesti nel 4-1-4-1 (o 4-3-3, fa lo stesso). Diventerebbero 3 se Nzonzi, al fotofinish, entrasse da play al posto di De Rossi. Confermati al centro della difesa Manolas e Fazio per limitare Santander, pericoloso nel gioco aereo.


Zaniolo, il ragazzo rimandato in turn over

MESSAGGERO - ANGELONI - E’ strano parlare di riposo quando ci si riferisce a un ragazzotto di nemmeno 20 anni. Perché a quell’età devi avere (e ce l’hai) la forza di reggere lo sforzo, la serie sostenuta di partite una dietro l’altra. Una ogni tre/quattro giorni. Se la sbagli, non è perché sei stanco, ma la sbagli e basta. Eppure stavolta, per Nicolò Zaniolo, Di Francesco aveva pensato a un turno di riposo, perché nell’ultimo periodo aveva giocato davvero tanto, sempre a mille, subendo anche qualche responsabilità e pressione di troppo: l’ultima, il tampinamento delle Iene, che lo hanno pizzicato con la mamma Francesca, con la quale litiga - in tv - per via del Grande Fratello. Lei si è mezzo proposta, lui non vuole: «Basta che dici di no».

LE IENE Nella stessa ’intervista', Nicolò ha ribadito di non sentirsi Totti ma che il Capitano gli ha detto «di rimanere con i piedi per terra perché il bello deve ancora venire. Che ho già fatto ,ma tanto devo ancora fare». Con il Bologna doveva stare in panchina, invece, niente. Un altro sforzo e sempre da esterno alto, il ruolo che per ora sta occupando per mancanza di avversari, ma che male addosso non gli si cuce, sarà perché in questo periodo gli va bene tutto, è toccato dalla magia oltreché dal talento. Rieccolo all’Olimpico, lac asa dei (sui) gol. Zaniolo fino a ora ha realizzato cinque reti, tre in campionato e due in Champions League e tutti all’Olimpico, sempre più stadio dei sogni, dove il 2 dicembre scorso ha vestito per la prima volta in campionato la maglia da titolare casalinga(Roma-Inter).

L’APPELLO Zaniolo sembra reggere bene le pressioni, gli sbalzi di umore della piazza. I tifosi lo coccolano, capiscono il talento, gli danno amore e non chiedono niente. Ma di lui parlano tanti ma per certi versi è anche normale, ex allenatori, quelli che lo hanno visto in fasce, chi gli ha dato il primo biberon, chi la prima playstation, etc etc. C’è la fila. Ma alla fine, l’Inter lo ha lasciato andare, Mancini lo ha convocato e Di Francesco lo sta facendo giocare. Ed è il primo a proteggerlo, per possibile. «Faccio un appello: fatelo rimanere sereno. Non deve avere troppe responsabilità. La 10? Gli sta benissimo la 22 in questo momento con queste prestazioni. Dobbiamo essere bravi noi e l’ambiente a farlo crescere. E’ un giocatore di grande prospettiva ma che deve ancora dimostrare tante cose». Ecco.


Alla ricerca dell’amore

MESSAGGERO - LIGUORI - Non basta Zaniolo, il ragazzo è bravissimo, bello a vedersi e anche umile. Ma un ventenne non può sostenere una squadra che ancora corre in Champions e per il quarto posto in Campionato.

A dire la verità, con il ritorno del suo modulo- il 4-3-3 - Difra ci ha fatto rivedere anche una bella Roma. Ha sfruttato il bel ritorno di De Rossi e le magnifiche condizioni di Dzeko. Su Edin accetto critiche, a me però, non a lui, perché ho una vera fissazione per questo tipo di giocatore: contro il Porto è sembrato magnifico e ha bisogno al suo fianco di altri realizzatori. E qui torniamo a Zaniolo, che non può essere l’unico. In due mesi i tifosi capiranno per quale tipo di squadra ci potremo appassionare ancora.

L’allenatore ha già fatto il suo miracolo, superando l’handicap creato da Monchi con il suo mercato stravagante. In difesa, ha fatto il massimo possibile, considerando che è sempre mancato un terzo centrale di qualità. Però il logorio dei titolari indispensabili è forte e può manifestarsi sotto forma di infortuni, oltreché di errori banali, che troppo spesso sono definite distrazioni. Ricambi e rinforzi la Roma non ne ha avuti: va bene così, ripetono da Trigoria, può darsi, al momento, per il quinto posto che un vittoria stasera con il Bologna non modificherebbe. Naturalmente, tifiamo Roma per la maglia, ma una società importante dovrebbe farsi anche amare e rispettare. E non è il caso della Roma in questo momento. Chi ci leva dalla testa che già pensano alle plusvlenze di Manolas, Pellegrini e Under?


Mihajlovic: «Non siamo qui per vedere il Colosseo»

LEGGO - BALZANI - «Tifo Lazio e non torno a Roma per vedere il Colosseo». Chiaro come sempreMihajlovic che nella capitale ha giocato per 8 stagioni: 2 in giallorosso e sei in biancoceleste. Dopo Conceiçao, quindi, un altro ex laziale campione d’Italia cercherà di rovinare i piani della Roma. Sinisa sa però che per il suo Bologna sarà dura: «Sappiamo come e dove metterli in difficoltà. Non andiamo a Roma a salutare il Papa e guardare il Colosseo, non sarà una partita facile per noi ma nemmeno per loro, se abbiamo coraggio sappiamo di poter far risultato. È successo con l’Inter e può succedere pure con la Roma anche se i giallorossi mi sembrano più in forma. Per noi però non cambia nulla».

Sulla sua fede laziale: «Mia moglie è romana e romanista, ma il mio cuore è per la Lazio. Non l’ho mai nascosto, però sono un professionista e cerco sempre di fare il massimo per la società per la quale lavoro. Non ho nessun tipo di rivincita da prendermi, sono passati tanti anni da quei derby».Mihajlovic ne ha pure per Zaniolo: «Non so a chi somigli, avrà qualche idolo ma non mi piace paragonarlo a qualcun altro. Deve pensare solo a sé stesso, non montarsi la testa e migliorare. Detto ciò, spero non stia troppo bene contro di noi».

Tante le assenze nel Bologna: lo squalificato Palacio e gli infortunati Mattiello, Orsolini e l’ex Destro. Quella di stasera sarà la 17ª volta per Sinisa contro la Roma che diventa così la squadra più affrontata, da allenatore, dal serbo: 3 vittorie, 4 pareggi e 9 sconfitte. Con Di Francesco, invece, il bilancio è positivo e parla di 4 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte. L’ultimo successo l’anno scorso in coppa Italia col Torino.


Roma, inverno da Champions. Ma con il Bologna non può sbagliare

GAZZETTA DELLO SPORT - Con l'inizio dell'inverno la Roma ha cambiato passo in campionato. Da dicembre infatti la squadra di Di Francesco in campionato ha fatto peggio solo della Juve, raccogliendo 17 punti in 8 giornate, contro i 20 raccolti, dai bianconeri.

Sembra lontano quell’infausto settembre culminato nel 2-0 di Bologna, che ha aperto la prima vera crisi stagionale della Roma. «In questa stagione i momenti si sono un po’ alternati – ammette Di Francesco –, ad un certo punto abbiamo risalito la china e poi siamo tornati in basso. Adesso bisogna sbagliare il meno possibile».


Mihajlovic: «Tifo Lazio ma non cerco rivincite»

MESSAGGERO - «La Roma è più forte, ma possiamo metterla in difficoltà. Non partiamo battuti: anche se all’Olimpico, per fare punti, serve una grande prestazione», spiega Mihajlovic. «La classifica non dobbiamo guardarla: i conti si fanno alla fine. Ma continuando così, avremo tantissime chance di salvarci».

Sul ritorno nella Capitale: «È la mia città adottiva. Sono laziale ma do tutto per chi lavoro. Non devo prendermi rivincite con laRoma: sono passati tanti anni. E la tifoseria è tra le migliori d’Europa».